Sicurezza accoglienza e integrazione, sono le tre uniche declinazioni possibili quando si decide di affrontare seriamente la questione dell’immigrazione. E sono proprio queste tre parole che ci sembra necessario accompagnino la manifestazione di questa mattina che la Cisl ha voluto organizzare insieme a Siulp e Anolf. L’immigrazione non può essere affrontata solo come una questione di ordine pubblico come sembra voler fare il governo con l’introduzione del reato di immigrazione clandestina e l’istituzione delle cosiddette ronde. E’ questa una cultura che non ci appartiene e contro la quale la Cisl - insieme a tutte quelle realtà davvero convinte di dover affrontare questo tema così delicato evitando di ricorrere ai parametri più ottusi e inadeguati - si impegna a lottare. In piazza oggi e nelle sue attività quotidiane. E’ necessario allora compiere uno sforzo importante e affrontare coraggiosamente il nodo immigrazione senza scorciatoie o decisioni ispirate al più sconcertante populismo. E allora crediamo sia sempre più indispensabile conciliare l’esigenza di sicurezza, assolutamente legittima, dei cittadini con vere politiche di integrazione che siano in grado di riconoscere diritti ma anche doveri di quanti lavorano onestamente nel nostro paese. La Cisl ritiene così che questa innata istanza di sicurezza vada garantita anche attraverso il potenziamento e la riorganizzazione delle forze di Polizia cui sono demandati i principali compiti di prevenzione del crimine e di protezione sociale. Per questo abbiamo deciso di stare in piazza uniti con Siulp e Anolf. Anche la Cisl delle Marche parteciperà numerosa alla manifestazione: saremo quasi 500 dalla nostra regione tra rappresentanti delle forze di polizia, dei dirigenti sindacali. Siamo una regione dove la questione immigrazione non è diventata emergenza, per fortuna, anche l’attualità e la stessa quotidianità fanno capire che alcune criticità anche sul nostro territorio dovranno essere risolte nel modo più adeguato possibile (sarebbe consigliabile inserire qualche dato). E il modo adeguato secondo noi, nelle Marche come nel resto del paese, è quello di accorciare le distanza tra immigrazione e cittadinanza. Al Governo chiediamo risposte adeguate affinché sia riconosciuto il diritto all’unità familiare ad esempio, o il riconoscimento della cittadinanza italiana ai nati in Italia, il diritto all’esercizio del voto alle amministrative, il trasferimento ai comuni l’esercizio del rinnovo dei permessi di soggiorno per consentire la regolarizzazione degli immigrati che lavorano nel sommerso. Ma la sicurezza significa garanzia anche per chi la sicurezza deve garantirla ai cittadini. Quindi chiediamo anche la valorizzazione effettiva del lavoro di poliziotti, vigili del fuoco, polizia penitenziaria, così come il potenziamento di uomini e mezzi e la garanzia di un salario dignitoso alle forze dell’ordine. Grave è infine il sovraffollamento delle carceri. E qui nelle Marche la situazione di penitenziari è davvero al limite. Non può quindi esistere una reale integrazione senza diritti doveri, da parte di tutti, ma anche senza una concezione del lavoro che restituisca dignità a chi lo compie. Stefano Mastovincenzo Segretario Generale Cisl Marche