(Dal sito della Cisl Nazionale) Il Consiglio generale della Cisl del 15 gennaio scorso ha deciso di promuovere l'organizzazione di Assemblee in tutti i posti di lavoro per far conoscere, valutare ed applicare l' accordo sulla rappresentanza raggiunto il 10 gennaio scorso tra Cgil Cisl Uil e Confindustria.
«Il Consiglio Generale della CISL, riunito a Roma il 15 gennaio 2014 - si legge nel testo dell'Ordine del giorno approvato oggi all'unanimità - valuta l'Accordo Interconfederale tra CGIL, CISL, UIL e Confindustria relativo al Testo Unico sulla rappresentanza del 10 gennaio, un risultato di grande rilievo per i lavoratori, la CISL, il movimento sindacale confederale italiano, la crescita democratica, sociale ed economica dell'Italia, per lo stesso sindacato europeo, per le proiezioni possibili con il necessario impegno unitario».
L'Accordo conclude il lungo percorso riformatore iniziato con la Piattaforma unitaria del maggio 2008 e che ha avuto progressi decisivi nell'Accordo sulle relazioni industriali e sulla democrazia sindacale del giugno 2011, nei rinnovi contrattuali e di secondo livello, nel Patto sulla produttività, dell'ottobre 2012, nell'Accordo per la detassazione sul salario di produttività dell'aprile 2013, su quello relativo alla rappresentanza del 31 maggio 2013, ora puntualmente regolamentato.
L'Accodo è un modello, con gli opportuni adattamenti, per gli ulteriori accordi con le altre organizzazioni datoriali.
E' stato un percorso travagliato nei rapporti unitari. Si sono misurate strategie diverse, quella partecipativa e della responsabilità e quella rivendicativa e conflittuale. Decisiva è stata la determinazione della CISL. Una strategia riformatrice rispetto alle esigenze di un sistema produttivo che per crescere in competitività e in produttività, con il relativo salario incentivato, ha necessità della partecipazione dei lavoratori rispetto alle innovazioni, alla formazione, alle professionalità, alle flessibilità delle prestazioni, allo sviluppo della bilateralità.
L'Accordo è una straordinaria riforma istituzionale con la responsabilità di tutte le forze sociali, mentre il sistema politico sulle riforme continua a dibattersi in grandi difficoltà e fino ad ora nella inconcludenza.
C'è chi è tornato ora a prospettare, con una vecchia visione statalista e giuridicistica, una legge sulla rappresentatività che aprirebbe uno scontro sulla natura e la concezione stessa del sindacato, dei rapporti tra l'autonomia del sociale, dei corpi intermedi, la politica e le istituzioni, tra la società e lo Stato, sui valori più profondi della sussidiarietà. L'Accordo riafferma, invece, l'autonomia del sociale per la regolamentazione dei rapporti di lavoro, per la validazione dei contratti collettivi, per la certificazione della rappresentanza e della rappresentatività.
Nelle procedure di raffreddamento e sanzionatorie, in caso di inadempienze, vincolanti parimenti per associazioni datoriali e sindacali, non vi è nessuna "espropriazione di diritti sindacali", ma l'assunzione coerente di responsabilità rispetto al pattuito. L'accordo rafforza lo sviluppo dell'intero disegno della democrazia economica che deve fare ulteriori passi avanti sul terreno della partecipazione dei lavoratori sul piano finanziario e della governance aziendale.
Per il Segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni «è una svolta epocale che cambia decisamente nel nostro paese il volto delle relazioni industriali che passano da un sistema antagonistico e conflittuale, ad un sistema partecipato, moderno e ben governato».
«Si apre ora - prosegue Bonanni - una stagione che può favorire la buona economia. Dopo l'accordo sulla produttività e la contrattazione aziendale, abbiamo aggiunto oggi un tassello fondamentale per il rispetto degli accordi, con reciproche garanzie sia per il sindacato, sia per le imprese. Abbiamo rifondato le relazioni industriali nel nostro paese, avvicinandoci sempre più al modello occidentale. Questo lo si deve certamente al coraggio e alla costanza di tanti sindacalisti e di tanti imprenditori che ci hanno creduto fino in fondo.
«Siamo convinti - conclude il leader della Cisl - che questo accordo sulla rappresentanza avrà conseguenze positive sugli investimenti e sulla nuova occupazione, perché certamente le regole precedenti non davano certezze alle imprese ed ai lavoratori. Tutto il sindacato e tutto il mondo delle imprese devono concorrere al superamento di tanti altri ritardi per le produzioni italiane, a cominciare dai costi dell'energia, le infrastrutture insufficienti, le tasse troppo alte, le tante pastoie burocratiche per chi vuole investire. Su questi essenziali fattori di sviluppo, le parti sociali devono ora imbastire una battaglia civile per una alleanza forte che possa essere di sostegno a quelle realtà politiche che hanno davvero intenzione di risolvere questi problemi spinosi per l'economia italiana».
Ed in un comunicato congiunto, Confindustria e Cgil, Cisl, Uil spiegano che «l'accordo costituisce un vero e proprio testo unico in tema di rappresentanza sindacale composto da quattro parti che regolano: la misurazione della rappresentanza sindacale a livello nazionale e aziendale; la titolarità ed efficacia della contrattazione collettiva nazionale ed aziendale; le modalità volte a garantire l'effettiva applicazione degli accordi sottoscritti nel rispetto delle regole concordate. Misurare la rappresentatività degli attori e garantire la piena attuazione degli accordi raggiunti - concludono - determinano maggiore chiarezza e trasparenza nelle relazioni industriali contribuendo a migliorare il quadro di riferimento per tutti coloro che vogliono investire nel nostro Paese».