Un gruppo di ex dipendenti del “Pignone”, storica azienda metalmeccanica di Porto Recanati, durante un’ infuocata assemblea ha manifestato amarezza e rabbia per la paradossale vicenda che li vede loro malgrado protagonisti. Parliamo di persone che durante la loro attività lavorativa sono stati costantemente esposti all’amianto e che ora chiedono solo giustizia e una rapida definizione dei ricorsi presentati per l’aggiornamento della loro pensione.
La normativa vigente in materia di rischio amianto prevede che per ogni anno lavorato in condizione di rischio il lavoratore ha diritto ad un incremento dell’anzianità contributiva in base ad un coefficiente di 1,5. In altre parole, per un’anzianità di servizio di 10 anni e relativo riconoscimento di esposizione all’amianto, ai fini previdenziali dovrebbero esserne riconosciuti 15, con conseguente rivalutazione del trattamento pensionistico.
Le cause sono iniziate nel 2007 presso il Tribunale di Macerata e a tutt’oggi la conclusione appare lontana. Tra rinvii e aggiornamenti di udienze i ricorsi pendenti non potranno,con ogni probabilità, essere definiti prima della fine del 2012.
I tempi rischiano di rimanere biblici nonostante il Tribunale di Macerata da gennaio abbia finalmente affiancato il Dott. Iannielli all’unico Giudice della Sezione lavoro (la Dott.ssa Russo che si occupa dei ricorsi).
Una lungaggine ancora più odiosa e incomprensibile in quanto i loro colleghi residenti in provincia di Ancona, per i quali è competente il Tribunale del capoluogo di Regione, hanno definito i ricorsi nel gennaio del 2009, dopo soli due anni dalla loro presentazione.
E’ difficile spiegare ai lavoratori le ragioni di un meccanismo giuridico ingiusto, penalizzante e discriminatorio. Ad aumentare l’amarezza c’è il rischio che al danno sopraggiunga la beffa. Dei circa 20 ricorrenti rappresentati dalla Cisl infatti 3 sono già deceduti, in almeno un caso per malattie riconducibili all’esposizione all’amianto.
Per questo la Cisl e il Patronato Inas di Macerata, che insieme all’Avvocato Maurizio Vannucchi tutelano un gruppo degli ex dipedenti della “Nuova Pignone”, chiedono con forza al Tribunale di Macerata maggiore attenzione su questa vicenda. Pur apprezzando lo sforzo finora compiuto dai Magistrati che si occupano dei ricorsi, sarebbe opportuno aprire una “corsia preferenziale” per evitare che un diritto sacrosanto venga riconosciuto quando ormai è troppo tardi. In assenza di risposte convincenti non si escludono manifestazioni di sensibilizzazione e di protesta.