«La CISL FP Marche non parteciperà allo sciopero generale del 29 novembre previsto anche per i lavoratori degli enti pubblici. - scrive in una nota stampa il Comitato Esecutivo CISL FP Marche - La CISL infatti continua il percorso con il Governo per migliorare il testo rimanendo nei tavoli di confronto e senza chiedere sacrifici economici ai lavoratori con lo sciopero.
La legge di Bilancio sostiene i redditi da lavoro dipendente con un taglio strutturale del cuneo fiscale, accorpamento di due aliquote Irpef, e la indicizzazione delle pensioni liberando nuove risorse per rinnovare i contratti pubblici. Contestualmente si lavora per implementare le risorse per la Sanita e cancellare il parziale blocco del turn -over. Il tutto in un' ottica di costante e fattiva presenza ai tavoli di confronto non ideologica ma basata su fatti concreti
Per quanto concerne i rinnovi dei contratti pubblici 2022/2024 è stato recentemente sottoscritto, purtroppo senza Cgil e Uil, il CCNL Funzioni Centrali e si sta lavorando per definire anche il CCNL Sanita e Funzioni Locali, permettendo così l'avvio dei negoziati per il triennio 2025/2027 con le risorse previste nella Manovra.
L'incremento percentuale del rinnovo 2022/2024 del CCNL Funzioni Centrali consente un incremento del 6%, superiore ai rinnovi unitari del CCNL 2019/2021 del 4,07% e del triennio 2016/2018 del 3,48%. Esiste un problema inflattivo che ha colpito i lavoratori nel 2022 che si intende recuperare con lo sviluppo della parte normativa dei contratti, una maggiore e libera contrattazione decentrata e nuove risorse presenti nella Manovra per i prossimi rinnovi
Considerati i limiti della finanza pubblica e gli impegni europei la Fp Cisl ritiene positiva la firma di contratti nazionali particolarmente innovativi nella parte normativa su temi come la settimana corta ed il lavoro agile. Per questo, pur nel massimo rispetto per chi sciopera, continuiamo a lavorare quotidianamente per ottenere i migliori contratti possibili, nelle migliori condizioni possibili sia a livello nazionale che aziendale. I lavoratori hanno bisogno di risposte concrete che la piazza non aiuta a raggiungere»