"Territori più inclusivi per il contrasto alle povertà" è stato il tema al centro del convegno organizzato dalla CISL negli spazi del centro sociale “Mons. Raffaele Vita” di Corridonia. Un confronto tra la CISL e i rappresentanti delle istituzioni, gli addetti ai lavori e gli operatori del sociale che ha visto protagonisti il Segretario generale della CISL Marche Sauro Rossi, il Segretario regionale CISL Marche Marco Ferracuti, il Segretario dei pensionati CISL Dino Ottaviani, il Responsabile CISL per la Ast Civitanova e Macerata Rocco Gravina, il Sindaco di Corridonia Giuliana Giampaoli, don Fabio Moretti presidente della Caritas, la docente di Unimc Ninfa Contigiani, Emanuela Ripari del Sicet Marche, Sara Michetti dello staff welfare CISL Marche e Roberta Carnevali per l’Inas CISL Marche.
Ad aprire i lavori i saluti della Presidente del centro sociale Antonella Garbuglia: «La povertà - ha detto la Presidente - è un problema fondamentale della nostra società, grazie alla CISL per aver scelto il nostro centro sociale per questa iniziativa. La nostra associazione ha 500 iscritti e persegue una serie di obiettivi».
A seguire, la riflessione del Sindaco di Corridonia Giuliana Giampaoli: «Siamo tutti accecati dall’apparenza che qualche volta non ci fa capire quali siano le reali necessità e i bisogni della popolazione: le associazioni, i sindacati, le parrocchie colmano dei vuoti, sono delle realtà positive. A Corridonia diamo da sempre attenzione alla socialità, questo centro sociale ne è la prova».
Prima relazione firmata da Rocco Gravina, referente CISL per la Ast di Macerata e Civitanova: «Per un sindacato è importante impegnarsi nel sostenere progetti di comunità utili a contrastare con forza tutte le povertà che ledono la dignità delle persone, contribuendo a tessere legami forti con associazioni, amministrazioni, cittadini e istituzioni. Siamo convinti che il sindacato debba proporsi come nodo di rete sociale, costruttori di alleanze, in grado di superare vecchi municipalismo e di ridurre la frammentazione della società civile».
Don Fabio Moretti osserva: «La Caritas può vivere solo grazie al lavoro dei tanti volontari, ha lo scopo di promuovere la testimonianza della carità. Nella nostra parrocchia Caritas è stata costruita nel 1990 a sostegno delle persone in difficoltà, possiamo contare sull’azione di 15 volontari: lo stile è quello del segreto, un cristiano sa dare, atti generosi ma nascosti verso il prossimo. Importante il Centro di ascolto, strumento operativo per dare un aiuto e una risposta concreta. Il progetto punta al processo di liberazione della persona dal bisogno. abbiamo un centro medico con la collaborazione gratuita di alcune figure professionali, ci occupiamo dell’inserimento nel mondo del lavoro, della ricerca di alloggi, della distribuzione di alimentari per 120 famiglie, 70 delle quali sono italiane. Abbiamo 350 utenti. La colletta liturgica, quanto raccolto nelle varie cerimonie, è indirizzata alla Caritas. C’è un progetto per realizzare nuovi locali che ci permetteranno di allestire anche un servizio mensa per ricostruire quel calore domestico che manca a chi vive in solitudine. E’ un lavoro che i nostri volontari fanno con una dedizione assoluta».
Ninfa Contigiani, Unimc: «Lavorare per dare soluzioni, concretezza. La storia ci insegna che i conflitti sociali non si ripetono mai uguali a se stessi, ma si possono prendere per confrontarli con gli attuali e cercare le possibili soluzioni. In questo momento storico abbiamo due elementi per affrontare il problema: le istituzioni e il fronte del sociale».
Emanuela Ripari del Sicet: «L’abitazione è la base della stabilità e della sicurezza della famiglia, ci da pace, sicurezza e dignità oltre ad essere un diritto. Essere proprietari di una casa però non impedisce di essere tra i poveri, da noi vengono anche persone giovani, in piena attività lavorativa. Come intervenire? Non esiste un piano casa nazionale, quello della Regione Marche è fermo al 2013. I Servizi sociali non riescono a rispondere a tutte le richieste».
Sara Michetti,staff welfare CISL Marche: «La povertà è un fenomeno in espansione e colpisce in particolare minori e famiglie di immigrati, tra le cause la precarietà del lavoro e le vicende familiari. Oggi in Italia avere un figlio rappresenta una causa di povertà».
Roberta Carnevali, Inas CISL Marche illustra la questione del reddito di inclusione che andrà a sostituire il reddito di cittadinanza: «Per quello che sappiamo ad oggi, probabilmente dal prossimo 18 dicembre come Patronati e Caf potremo iniziare a presentare le domande per chi rientra nei parametri finora indicati. Sono 500 euro da spendere con una card per beni di prima necessità e il pagamento delle bollette».
Fabio Corradini di Alleanza contro la Povertà: «Unirsi per la costituzione di politiche pubbliche di lotta alla povertà, il nostro primo interlocutore è la Regione Marche nella sua interezza: possiamo esortare con delle proposte concrete e costruire un sistema stabile di relazioni. Oggi ho sentito tante assonanze, allora possiamo riuscire a fare qualcosa».
A chiudere la partecipata riunione corridoniana - un centinaio i presenti - il Segretario Generale CISL Marche Sauro Rossi: «Lo stile che ci siamo dati in CISL è quello di esprimere valutazioni, dare contributi alla discussione attenendoci ai dati. Un soggetto sociale come CISL, protagonista del cambiamento orientandolo nel segno della solidarietà e del sostegno ai più fragili, deve considerare che lo sviluppo ha bisogno di territori inclusivi, bisogna favorire le politiche di integrazione. Dobbiamo impegnarci perché l’elemento di aggregazione si fondi su una serie di azioni che le integri nella comunità, ogni persona aiuta a completare la solidità di quella comunità. Il territorio non è solo un ambito geografico ma un ambito di socialità, ora siano troppo condizionati dalla riflessione legata ai confini geografici, i problemi non si fermano alle soglie dei confini amministrativi dei vari Comuni, il fenomeno delle buone prassi ha bisogno di superare i confini, bisogna cominciare dai più deboli che sono quelli che fanno le spese con le tante povertà. Da dieci anni nelle Marche facciamo i conti con le tante famiglie che non riescono nemmeno ad esprimere il loro stato di difficoltà, dobbiamo essere noi a intercettare anche questi bisogni, antenne sociali capaci di raccogliere i segnali deboli. L’esperienza insegna che l’emergenza da considerare non è sempre quella che bussa e sa bussare alle porte dei Servizi sociali. Dobbiamo favorire velocemente ogni processo di ammodernamento dei nostri settori produttivi (innovazione tecnologica e investimento sulla formazione delle persone) e delle infrastrutture materiali ed immateriali. Un altro aspetto essenziale è la qualità del lavoro che deve essere sicuro, ben retribuito e ben organizzato. Noi abbiamo un costo del lavoro elevato e retribuzioni basse, dobbiamo intervenire per ridurre questa distanza e come CISL stiamo lavorando per questo. Infine altri punti che qualificano la nostra azione sono quelli per il rafforzamento delle reti di welfare e delle politiche di orientamento scolastico».
Chiuso il convegno sulle povertà, la CISL ha aperto le porte della nuova sede di Corridonia in centro storico, in via Giacomo Matteotti ai civici 10 e 12, un taglio del nastro nel segno della capillarità territoriale e della vicinanza ai bisogni delle persone.