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08/03/2010 Infortuni: solo un terzo riguarda le donne. Ma il pericolo è la strada
dal sito www.inail.it 8 marzo 2010. Nel 2008 il 28,6% del totale delle denunce pervenute all'INAIL ha interessato delle lavoratrici e i casi mortali sono stati 87 su 1.120 complessivi. Ma per quanto riguarda gli incidenti in itinere la percentuale sale al 47,6% ROMA - Le donne si infortunano sul lavoro in media molto meno degli uomini, ma il vero pericolo per loro è la strada, dove si concentra oltre la metà dei casi mortali che le riguardano: è quanto emerge dagli ultimi dati dell'INAIL, secondo i quali su 875.144 incidenti denunciati nel 2008 solo 250.674 hanno interessato delle lavoratrici (il 28,6%). Sono 87 su 1.120 totali gli episodi mortali (7,8%). L'incidenza cambia se si considerano solo gli incidenti in itinere, ovvero quelli nel percorso tra casa e lavoro: qui, infatti, su 98.962 casi complessivi il 47,6% ha riguardato donne (una percentuale superiore a quella delle occupate). Ancora, spetta a loro il 18,2% dei 286 incidenti mortali in itinere complessivi (52 casi). "La spiegazione di questo andamento è nel tipo di attività in cui sono impegnate", sottolinea Andrea Bucciarelli, statistico dell'INAIL. "Le donne, infatti, lavorano prevalentemente nei servizi - pubblica amministrazione, sanità, servizi alle famiglie, ecc -, settori tradizionalmente meno pericolosi dell'industria (quella metalmeccanica e delle costruzioni, in particolare) e dell'agricoltura, che sono comparti ad alta presenza maschile. Anche quando sono impiegate nell'industria le donne hanno ancora per lo più compiti amministrativi, piuttosto che a diretto contatto con lavorazioni pericolose". Nell'industria le donne rappresentano il 21,6% degli occupati ma il 10,6% degli infortuni mentre nell'agricoltura sono il 30,1% degli occupati e hanno avuto il 22,3% degli incidenti. Nei servizi le donne occupate sono il 48,6% con una incidenza infortunistica del 43,8%. La crisi economica con la flessione dell'attività soprattutto industriale ha portato alla diminuzione prevalentemente gli infortuni al maschile con un -13,9% di incidenti tra gli uomini tra il primo semestre 2009 e lo stesso periodo del 2008 (-11,7% i casi mortali). Per le donne si è registrato un calo degli incidenti sul lavoro pari al 2,1% complessivo, anche se si è registrato un arretramento significativo per i casi mortali (-18,2%). I comparti dove gli infortuni sul lavoro riguardano soprattutto le donne sono il lavoro domestico (tra colf e badanti l'89,3% degli infortuni riguarda le donne ) e la sanità (74,5% degli infortuni riguarda le donne), in quanto settori ad alta concentrazione femminile. Pur restando ampiamente al di sotto dell'incidenza media di infortunio degli uomini, infine, l'aumento dell'occupazione femminile superiore a quello degli uomini ha comunque portato con sé anche un aumento percentuale sugli incidenti nel complesso, passati dal 2005 al 2008 dal 26,6% del totale al 28,6%.
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05/02/2010 Economia verde impatto economico e occupazionale
L'ultimo Dossier Adapt, (numero 2 del 1° febbraio 2010) è dedicato al tema della relazione fra la cosiddetta “economia verde” ed il sistema economico nel suo complesso, con una particolare attenzione all’impatto sul mercato del lavoro. Clicca sul link sottostante per visualizzare il Dossier in formato pdf. http://www.adapt.it/acm-on-line/Home/Pubblicazioni/docCatDossierAdapt.1458.1.15.2.1.html
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03/02/2010 Ecco le retribuzioni aggiornate al 2010 per tutti i settori
Clicca sul link sottostante per vedere le retribuzioni aggiornate al 2010 per tutti i settori: http://www.scribd.com/full/26322946?access_key=key-1uec6fatesm02b31f48m
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02/02/2010 Fasce di reperibilità in caso di assenza per malattia nel pubblico impiego
E’ stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale di mercoledì 20 gennaio il Decreto Ministeriale n. 206 del 18 dic. 2009, con il quale il Ministro della Funzione Pubblica   ha definito le nuove fasce di reperibilità per i Pubblici Dipendenti in caso di assenza per malattia. Il Decreto sarà in vigore dal 4 FEBBRAIO 2010 ( quindicesimo giorno successivo alla pubblic. G.U. come precisato sulla stessa G.U. di ieri). Vi ricordo che il Decreto allegato è stato emanato in applicazione a quanto previsto dall’articolo 69 del D.LGS 150 del 2009, che ha innovato il D.LGS 165 del 2001 con l’introduzione dell’articolo 55 septies. Abbiamo più volte ribadito la mancanza di opportunità nell’intervenire legislativamente su questa materia, alterando peraltro l’uniformità della normativa tra settore pubblico e settore privato. Purtroppo come già noto le NUOVE FASCE ORARIE  di REPERIBILITA’ SONO:   dalle ore 9,00 alle ore 13,00 e dalle 15,00 alle ore 18,00 di ogni giorno compresi i giorni non lavorativi e festivi.   Il Decreto ha anche regolamentato le deroghe al rispetto di fasce di reperibilità, stabilendo che sono esclusi dall’obbligo di rispettare le fasce di reperibilità i Dipendenti per i quali l’assenza è riconducibile ad una delle seguenti circostanze: a-  PATOLOGIE SALVAVITA b- INFORTUNI SUL LAVORO c- MALATTIE PER LE QUALI E’ STATA RICONOSCIUTA LA CAUSA DI SERVIZIO d- STATI PATOLOGICI SOTTESI O CONNESSI ALLA SITUAZIONE DI INVALIDITA’ RICONOSCIUTA.   Sono altresì esclusi i Dipendenti nei confronti dei quali è stata già effettuata la visita fiscale per il periodo di prognosi indicato nel certificato. Clicca sul link sottostante per scaricare il decreto: http://www.scribd.com/full/26254992?access_key=key-116av6le40ncxh7w7nu8
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02/02/2010 Fasce di reperibilità in caso di assenza per malattia nel pubblico impiego
E' stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale di mercoledì 20 gennaio il Decreto Ministeriale n. 206 del 18 dic. 2009, con il quale il Ministro della Funzione Pubblica   ha definito le nuove fasce di reperibilità per i Pubblici Dipendenti in caso di assenza per malattia. Il Decreto sarà in vigore dal 4 FEBBRAIO 2010 ( quindicesimo giorno successivo alla pubblic. G.U. come precisato sulla stessa G.U. di ieri). Vi ricordo che il Decreto allegato è stato emanato in applicazione a quanto previsto dall’articolo 69 del D.LGS 150 del 2009, che ha innovato il D.LGS 165 del 2001 con l’introduzione dell’articolo 55 septies. Abbiamo più volte ribadito la mancanza di opportunità nell’intervenire legislativamente su questa materia, alterando peraltro l’uniformità della normativa tra settore pubblico e settore privato. Purtroppo come già noto le NUOVE FASCE ORARIE  di REPERIBILITA' SONO:   dalle ore 9,00 alle ore 13,00 e dalle 15,00 alle ore 18,00 di ogni giorno compresi i giorni non lavorativi e festivi.   Il Decreto ha anche regolamentato le deroghe al rispetto di fasce di reperibilità, stabilendo che sono esclusi dall'obbligo di rispettare le fasce di reperibilità i Dipendenti per i quali l'assenza è riconducibile ad una delle seguenti circostanze: a-  PATOLOGIE SALVAVITA b- INFORTUNI SUL LAVORO c- MALATTIE PER LE QUALI E' STATA RICONOSCIUTA LA CAUSA DI SERVIZIO d- STATI PATOLOGICI SOTTESI O CONNESSI ALLA SITUAZIONE DI INVALIDITA' RICONOSCIUTA.   Sono altresì esclusi i Dipendenti nei confronti dei quali è stata già effettuata la visita fiscale per il periodo di prognosi indicato nel certificato. Clicca sul link sottostante per scaricare il decreto: http://www.scribd.com/full/26254992?access_key=key-116av6le40ncxh7w7nu8
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31/01/2010 Chiarimenti da parte della Giunta regionale su CIG e mobilità in deroga per l’anno 2010
A seguito  di numerose segnalazioni e richieste di chiarimento da parte dei soggetti interessati la Giunta regionale fornisce alcune delucidazioni relative all'applicazione del punto 2.1. dell'intesa istituzionale del 14 gennaio 2010 che disciplina le modalità di concessione della CIG in deroga per l'anno 2010. La questione dell'indennità di disoccupazione e della CIG in deroga presenta una certa criticità interpretativa nelle norme che regolamentano le due situazioni.  Allo scopo si forniscono le seguenti indicazioni normative ed operative :  - l'art. 19 della legge n.2/2009 prevede la possibilità per le aziende di  sospendere, per un massimo di 90 giornate nell'anno solare, i propri lavoratori dipendenti per crisi aziendali, i quali percepiscono l'indennità di disoccupazione. Condizione necessaria affinché questo strumento di tutela possa essere utilizzato, è che l'ente bilaterale (nel caso della regione Marche, per le imprese artigiane, è l'EBAM) integri nella misura del 20% l'indennità di disoccupazione a carico INPS. In questo caso la sospensione lavorativa all'interno dell'azienda può essere esclusivamente a zero ore. -Il punto 2.1 dell'intesa del 14 gennaio 2010 prevede, alla stessa stregua dell’anno 2009, la possibilità per l'azienda, che sulla base delle proprie esigenze aziendali intende sospendere l’attività lavorativa con riduzione di orario giornaliero, di utilizzare la CIGS in deroga. In questo caso non opera la previsione dell'art. 19 comma 1 bis) laddove prevede che "la cassa integrazione guadagni straordinaria o di mobilità in deroga alla normativa vigente e' in ogni caso subordinato all'esaurimento dei periodi di tutela di cui alle stesse lettere da a) a c) del comma 1 secondo quanto precisato dal decreto di cui al comma 3 del presente articolo."  - i due istituti di sostegno al reddito non sono incompatibili in quanto l'azienda artigiana iscritta all'EBAM ha due strumenti a disposizione: 1) la sospensione a zero ore (90 giornate ex art.19 l.2/2009) con indennità di disoccupazione per il lavoratore sospeso erogata da INPS ed integrata da EBAM; 2) la CIG in deroga per un massimo di 1038 ore individuali da fruire nell'anno 2010.  Pertanto i due Ammortizzatori possono essere usufruiti nella stessa azienda anche nello stesso periodo ma per lavoratori diversi. Il lavoratore ha quindi a disposizione, nell'anno 2010, la possibilità di utilizzare sia le 90 giornate di indennità di disoccupazione, nel caso in cui venga sospeso a zero ore (con integrazione EBAM del 20% dell’indennità INPS), sia di utilizzare le 1038/max/ ore di CIG in deroga previste dall'intesa del 14 gennaio 2010. Risulta altresì chiaro che il lavoratore, nel caso in cui abbia usufruito di tutte le 90 giornate di sospensione, possa utilizzare le ore di CIG in deroga, per sospensione a zero ore, nella misura residua all’eventuale utilizzo per riduzione.  
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26/01/2010 concorsi e selezioni pubbliche
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14/01/2010 Piano famiglie: sospensione delle rate del mutuo
Sintesi a cura di Adiconsum Marche IN DATA 18 DICEMBRE 2009 E’ STATO SOTTOSCRITTO L’ACCORDO TRA LE ASSOCIAZIONI DI CONSUMATORI E L’ABI PER LA SOSPENSIONE DELLE RATE DEI MUTUI. A) COSA PREVEDE: 1.  SOSPENSIONE PER ALMENO 12 MESI E PER UNA SOLA VOLTA DELLE RATE     DEL MUTUO; SONO COMPRESE ANCHE LE RATE SCADUTE E NON PAGATE     PURCHE’ IL RITARDO NEL PAGAMENTO NON SIA SUPERIORE A 180     GIORNI CONSECUTIVI; IN QUESTO CASO LA SOSPENSIONE OPERA DAL      MOMENTO DELLA SCADENZA DELLA PRIMA RATA NON PAGATA. 2.  LA SOSPENSIONE PUO’ AVVENIRE IN DUE MODI:     - SOSPENSIONE DELLA SOLA QUOTA CAPITALE ( GLI INTERESSI        CONTINUANO AD ESSERE PAGATI ALLE SCADENZE ORIGINARIE)     - SOSPENSIONE DELL’INTERA RATA ; IN QUESTO CASO GLI INTERESSI        MATURATI NEL PERIODO DI SOSPENSIONE VENGONO RIMBORSATI A          PARTIRE DALLA RIPRESA DELL’AMMORTAMENTO CON PAGAMENTI         PERIODICI AGGIUNTIVI RISPETTO ALLE RATE IN SCADENZA. 3.  ALLA RIPRESA DEL PIANO DI AMMORTAMENTO ALLUNGAMENTO DELLA      DURATA DEL RIMBORSO PER UN PERIODO PARI ALLA SOSPENSIONE. 4.  LA SOSPENSIONE NON COMPORTA ALCUNA SPESA DI ISTRUTTORIA O      COMMISSIONE, NE’ L’APPLICAZIONE DI INTERESSI DI MORA. 5.  LA SOSPENSIONE PUO’ ESSERE RICHIESTA DAL 1 FEBBRAIO 2010 AL 31      DICEMBRE 2011 UTILIZZANDO UN APPOSITO MODULO SOTTOSCRITTO      DA TUTTI I COINTESTATARI. 6.  LA DOMANDA DOVRA’ ESSERE APPROVATA ENTRO 45 GIORNI E LA      SOSPENSIONE SARA’ OPERATIVA ENTRO 45 GG. LAVORATIVI      DALL’ACCOGLIMENTO DELLA RICHIESTA. 7.  IN CASO DI ESITO NEGATIVO ( PER MANCANZA DEI REQUISITI), LA      BANCA DOVRA’ FORNIRE RISPOSTA ENTRO 15 GIORNI LAVORATIVI      DALLA PRESENTAZIONE DELLA DOMANDA.      NEL CASO DI MANCATA RISPOSTA LA DOMANDA SI INTENDERA’ ACCOLTA B) CONDIZIONI CHE DETERIMANO LA SOSPENSIONE: 1.  CESSAZIONE DEL RAPPORTO DI LAVORO SUBORDINATO (ECCEZIONI:       PENSIONAMENTO, LICENZIAMENTO PER GIUSTA CAUSA, DIMISSIONI      DEL LAVORATORE) 2.  CESSAZIONE DI RAPPORTI DI COLLABORAZIONE COORDINATA E      CONTINUATIVA, DI AGENZIA O RAPPRESENTANZA COMMERCIALE      (ECCEZIONI : CESSAZIONE DA PARTE DEL DATORE DI LAVORO PER      GIUSTA CAUSA O RECESSO DEL LAVORATORE NON PER GIUSTA CAUSA) 3.  MORTE O CONDIZIONE DI NON AUTOSUFFICIENZA 4.  SOSPENSIONE DEL LAVORO O RIDUZIONE DELL’ORARIO DI LAVORO PER      ALMENO 30 GIORNI, ANCHE IN ATTESA DELL’EMANAZIONE DEI      PROVVEDIMENTI DI SOSTEGNO AL REDDITO ( C.I.G., ALTRI      AMMORTIZZATORI SOCIALI) N.B.: TALI EVENTI DEVONO VERIFICARSI TRA:            1 GENNAIO 2009 E 31 DICEMBRE 2010  C) QUALI MUTUI RIENTRANO NEL PROVVEDIMENTO: 1.  MUTUI IPOTECARI ACCESI DA PERSONE FISICHE PER ACQUISTO,      COSTRUZIONE, RISTRUTTURAZIONE DELL’ABITAZIONE PRINCIPALE; 2.  MUTUI DI IMPORTO NON SUPERIORE A € 150.000,00; 3.  ANCHE MUTUI CARTOLARIZZATI, RINEGOZIATI, OGGETTO DI      PORTABILITA’ N.B.: CONDIZIONI SOGGETTIVE: IL REDDITO IMPONIBILE DEL          RICHIEDENTE  NON DEVE ESSERE   SUPERIORE A 40.000 EURO ANNUI: D) MUTUI ESCLUSI: 1.  MUTUI DI DURATA ORIGINARIA INFERIORE A 5 ANNI; 2.  MUTUI CHE FRUISCONO DI AGEVOLAZIONI PUBBLICHE; 3.  MUTUI PER I QUALI SI USUFRUISCA GIA’ DI INTERVENTI DI      SOSPENSIONE OFFERTI DALLA PROPRIA BANCA. 4.  MUTUI A TASSO VARIABILE, MA CON RATA FISSA E DURATA VARIABILE; 5.  MUTUI DOVE SIA PRESENTE UN’ASSICURAZIONE CHE COPRA GLI EVENTI      DI CUI AL PUNTO B ( ES. : ASSICURAZIONE PERDITA IMPIEGO, MORTE ,      INVALIDITA’ O NON AUTOSUFFICIENZA ECC.),  PURCHE’ COPRA ALMENO      GLI IMPORTI DELLE RATE OGGETTO DELLA SOSPENSIONE 6.  RITARDO NEI PAGAMENTI SUPERIORE A 180 GG. CONSECUTIVI GIA’ AL      MOMENTO DELLA PRESENTAZIONE DELLA DOMANDA; 7.  RITARDO INFERIORE A 180 GG. MA AVVENUTO PRIMA DEL VERIFICARSI      DEGLI EVENTI CHE CONSENTONO L’ACCESSO AL BENEFICIO; 8.  MUTUI PER I QUALI SIA GIA’ INTERVENUTA LA DECADENZA DAL      BENEFICIO DEL TERMINE O SIA STATA AVVIATA PROCEDURA      ESECUTIVA; L’ADESIONE DELLE BANCHE E’ SU BASE VOLONTARIA ( Ma secondo l’ABI  l’adesione sarà consistente), E POTRANNO ADERIRE DECIDENDO DI SOSPENDERE SOLTANTO LA QUOTA CAPITALE. IN CASO DI ADESIONE LA BANCA POTRA’ APPORTARE  MODIFICHE SOLO IN CASO DI CONDIZIONI MIGLIORATIVE RISPETTO A QUANTO PREVISTO DALL’ACCORDO. LA MODULISTICA DOVRA’ ESSERE PUBBLICATA SUL SITO DELL’ABI, SUI SITI DELLE SINGOLE BANCHE E MESSA A DISPOSIZIONE  DELLA CLIENTELA PRESSO LE SINGOLE AGENZIE. LA MODULISTICA E’ INOLTRE DISPONIBILE PRESSO LE SEDI ADICONSUM. Per ulteriori informazioni contattare Loredana Baldi
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13/01/2010 Cassa integrazione: record anche nelle Marche
Era un dato atteso e non inaspettato nel segno e  nella dimensione; dopo l’uscita dei dati Inps sulle ore di cassa integrazione autorizzata a livello nazionale che hanno  fatto registrare un incremento nel 2009 sul 2008 del 311%  sono usciti anche i dati relativi alle Marche che confermano tutta la pesantezza della crisi che ha “stretto” il lavoro manifatturiero nella nostra regione nell’ anno passato. Infatti i dati della Cassa Integrazione nelle Marche nel 2009  fanno registrare 22.663.908 ore  contro le 5.912.088 ore del 2008  pari ad un incremento del + 283% Rapporto sulla cassa integrazione periodo gennaio - dicembre 2009      PROVINCIA   genn- dicembre 2009 genn-dicembre 2008 Differenze %          ANCONA ordinaria            4.645.876              645.710 + 619%    straordinaria            3.529.941            1.863.988  + 89%   totale            8.175.817           2.509.698  + 225%          ASCOLI P.-FERMO ordinaria            2.372.764               484.257 + 385%   straordinaria            2.187.633           1.106.477 + 97%   totale            4.560.397           1.590.734 + 186 %          MACERATA ordinaria            1.585.996              440.632           +259%   straordinaria            1.808.160               612.903 + 195%   totale            3.394.156           1.053.535 + 250%          PESARO-URBINO ordinaria            4.817.221              735.480   +  554 %   straordinaria            1.716.317                22.641 Raffronto non significativo   totale            6.533.538              758.121 + 761%          TOTALE MARCHE  ordinaria          13.424.857           2.306.079 +482%  straordinaria            9.242.051           3.606.009  +156%  TOTALE          22.663.908           5.912.088 + 283% Emerge  chiaramente, leggendo i dati che l’incremento è consistente; anche se inferiore agli aumenti fatti registrare a livello nazionale è sicuramente un dato “pesante” ; l’ utilizzo  molto consistente dalla cassa ordinaria, che è uno strumento di tipo congiunturale, rispetto alla straordinaria che invece uno strumento volto ad affrontare problemi più strutturali come le crisi o le ristrutturazioni  ci dice che  le imprese stanno soffrendo  di una forte crisi di mercato  e di domanda ma  che, nonostante le difficoltà, hanno tentato nel corso dell’anno e attraverso accordi con il sindacato,  di mantenere i lavoratori, con  le professionalità e le conoscenze che gli stessi esprimono,  all’interno delle proprie aziende.  I DATI DEI SETTORI La meccanica Il comparto produttivo che fa registrare le difficoltà maggiori, prima limitate ad alcune crisi aziendali ed ora diffuse in tutto il territorio regionale, è quello della meccanica e della metallurgia; nel periodo preso in esame  i dati delle ore autorizzate nel comparto della meccanica  risultano essere allarmanti: gennaio – dicembre  2009  10.972.563 ore gennaio -  dicembre   2008   2.193.612 ore                                            + 8.778.951 ore incremento del + 400% La moda Altro settore, fondamentale per l’economia regionale ed in forte difficoltà, è quello della moda; l’insieme del sistema moda marchigiano è in affanno: Questi i dati: gennaio – dicembre  2009   4.897.146  ore autorizzate gennaio -  dicembre  2008   1.645.215  ore autorizzate                                          +  3.251.931  ore. Incremento pari al + 197% All’interno del comparto moda l’industria della calzatura, concentrata nelle province di Fermo e Macerata, si vede  autorizzate nel periodo gennaio -  dicembre 2009  3.110.365  ore                                           + 1.196.386 ore (+ 171% )  sullo stesso periodo del 2008   L’industria del legno  fa registrare in termini percentuali gli incrementi maggiori: gennaio –  dicembre 2009 1.841.019 ore autorizzate  gennaio –  dicembre 2008    338.309 ore autorizzate                                         + 1.502.710 ore pari al + 444 %   Chimica e gomma plastica Fortissimi aumenti anche per quanto riguarda questo comparto gennaio – dicembre 2009  1.655.432 ore autorizzate gennaio – dicembre 2008     327.451 ore autorizzate                                         + 1.327.981 ore con un incremento del + 405 % In difficoltà la filiera dell’edilizia; i dati sulla cig  autorizzata alle imprese edili e dei lapidei: gennaio –  dicembre 2009  1.055.914 ore gennaio –  dicembre 2008     710.384 ore                                            +  345.530 ore ; incremento del + 48% La crisi nel commercio: gennaio – dicembre 2009   224.342 ore gennaio – dicembre 2008     29.515 ore                                          + 194.827 ore; incremento + 660% l’incremento, molto significativo,  riguarda un numero limitato di aziende in quanto in questo comparto hanno accesso  alla  cassa integrazione solo aziende con più di 50 addetti; le piccole imprese del settore hanno fatto ricorso alla Cassa integrazione in deroga.   Ore di cassa integrazione autorizzate: Focus sugli ultimi tre mesi 2009       Ottobre 2009     Novembre 2009            Dicembre 09 CIG ORDINARIA           1.130.472                 1.055.787                 1.520.919                (- 6. 6% su ottobre)            (+ 44% su novembre)   CIG STRAORDINARIA           1.051.365                 1.208.283                 1.192.884             (+14. 9% su ottobre)              (-9.8 % su novembre)   CIG TOTALE                   2.181.837                 2.264.070                2.713.803             (+ 3. 8% su ottobre)                 (+19. 8 su novembre) Nelle Marche a dicembre 2009 tornano a salire in modo deciso le ore di Cassa integrazione autorizzate dall’Inps, con un +19,8 % rispetto al mese precedente. A novembre l’incremento rispetto ad ottobre era stato limitato al 3,8%. L’aumento di fine anno dipende in particolar modo dalla CIG ordinaria che cresce del 44%, mentre si registra una flessione della Cig straordinaria del 9,8%. La ripresa della domanda è lenta, molte aziende sono ancora alle prese ancora con problemi di ordinativi La cassa in deroga A questi numeri, riferiti all’utilizzo della Cassa integrazione nelle imprese industriali,  vanno aggiunti i dati che riguardano la Cassa integrazione in deroga che interessa le piccole imprese e le imprese artigiane. I dati dal 1 gennaio 2009 al 22 dicembre 2009 (ultima rilevazione) evidenziano una richiesta da parte delle imprese di 9.134.457 ore. In particolare l’analisi in dettaglio dell’andamento delle richieste di cassa in deroga evidenzia come vi sia stato un  forte appesantimento nell’ultima parte dell’anno: infatti dal 21 settembre al 22 dicembre 2009  (ultimo trimestre) le ore richieste sono state 4. 898.608,  interessando 13.388 lavoratori, contro  4.235.849 ore  richieste nei primi nove mesi del 2009.             Elaborazione Cisl Marche su  Dati Inps e Regione Marche A cura di Tonino Bori Dipartimento Mercato del Lavoro CISL Marche   Ancona, 11 gennaio 2010
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05/01/2010 Linee guida sui bilanci comunali preventivo 2010, sui protocolli regionali socio-sanitari, sui piani di zona degli ambiti territoriali, sul bilancio provinciale
Linee Guida Sui bilanci comunali preventivi 2010, sui protocolli regionali socio-sanitari, sui piani di zona degli ambiti territoriali, sul bilancio Provinciale Premessa Le Confederazioni CGIL CISL UIL di Ancona unitamente alle categorie dei Pensionati SPI-FNP-UILP ritengono irrinunciabile l’avvio dei confronti con la Provincia e con gli Enti Locali sui bilanci comunali di assestamento 2009 e di previsione per l’anno 2010, sull’attuazione nei territori dei protocolli stipulati tra  Sindacati e Regione Marche e sui Piani Zonali di Ambito triennali e annuali. Le OO.SS. sollecitano la definizione d’incontri in tempi brevi in considerazione anche della continua riduzione dei trasferimenti nazionali delle risorse determinate dalle scelte del Governo. In particolare la riduzione di risorse sul fronte delle politiche sociali e sanitarie, quali: quelle del fondo sociale e di quelle della non autosufficienza, il ridimensionamento del finanziamento al servizio sanitario nazionale. Oltre alla minore disponibilità complessiva del fondo nazionale per il Welfare, passato da 1.464.233.000 miliardi del 2008 ai 1.420.580.157 del 2009. Il sistema delle Autonomie locali lamenta, quindi, un taglio sul fondo per le politiche sociali che associandosi ad altre riduzioni nei trasferimenti nazionali del comparto sociale, provocano una generalizzata difficoltà a mantenere i livelli attuali dei servizi. Si è in presenza di scelte che potrebbero portare in alcuni casi alla diminuzione o alla cancellazione di importanti servizi sociali, e a potenziali aumenti di tasse, d’imposte o di tariffe, o addirittura l’inserimento di tasse di scopo. Si ritiene necessario intervenire anche per sollecitare le istituzioni a dare risposte  di carattere sociale  ai cittadini e lavoratori colpiti da una grave crisi economica ed  occupazionale, i cui effetti sono rilevanti nel  territorio provinciale. In generale sui Bilanci comunali occorre:  sollecitare le amministrazioni locali ad approntare politiche di bilancio agendo sul versante dell’evasione territoriale, sottoscrivendo protocolli d’intesa con Direzione Regionale dell’Entrate per gli accertamenti di evasione/elusione sull’IRPEF che permetterebbero ai Comuni di ricevere il 30% degli accertamenti eseguiti,  adottare politiche fiscali che promuovano l’equità,  disincentivare gli sprechi ancora presenti, anche se in misura minore, in alcuni Enti Locali e nei Consigli di Amministrazioni delle aziende e/o società pubbliche partecipate. Imposte Le OO.SS. sono contrarie a qualsiasi ulteriore aumento delle imposte locali, quali la TIA (Tariffa di igiene ambientale), la TARSU (Tassa sui rifiuti) ed all’eventuale istituzione di tasse di scopo. Tariffe Occorre:  contenere l’eventuale aumento delle tariffe dei servizi pubblici locali entro il tasso di inflazione che per il 2009 e' pari a +0,7%, considerando la possibilità di agevolazioni tariffarie per gli ultrasessantacinquenni, per gli anziani non autosufficienti, per i disabili e per le famiglie più numerose e disagiate attraverso l’applicazione dell’ISEE;  introdurre tariffe sociali (luce, gas, acqua..), anche attraverso la sottoscrizione di accordi a livello provinciale con gli enti e/o le aziende interessate. Isee  riaffermare a tutti i livelli l’importanza dell’applicazione dell’ISEE di ambito quale strumento di equità per l’accesso alle prestazioni sociali e socio-sanitarie. Gestione dei servizi  favorire l’introduzione di forme associative e/o consortili per l’erogazione dei servizi anche tra ambiti limitrofi, al fine della razionalizzazione dei costi e del miglioramento della qualità dei servizi erogati ai cittadini;  discutere le problematiche relative ai trasporti locali (linee, fermate, sicurezza..). Politiche degli investimenti  attivare, da parte degli EE.LL., tutte le iniziative ed opere pubbliche subito cantierabili;  intervenire da subito sulla manutenzione straordinaria degli edifici scolastici, sia per interventi di messa in sicurezza  sia per interventi di risparmio energetico. Politiche sociali e sanitarie famiglie/ minori  potenziare le politiche per l’infanzia ove carenti,  favorire la sperimentazione di servizi innovativi per potenziare la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, anche attraverso l’utilizzo di risorse stanziate a livello Europeo e Nazionale,  monitorare il funzionamento dei servizi scolastici (mense, trasporti, servizi di sostegno..) e le relative rette anziani  monitorare l’assistenza domiciliare socio-assistenziale (SAD) e l’assistenza domiciliare sanitaria (ADI) attuando le intese scaturite a livello regionale; nel contempo prevedere verifiche sul potenziamento del SAD (formazione del personale e di ore aggiuntive di assistenza ai non autosufficienti) e sullo stato d’integrazione tra il SAD e l’assistenza domiciliare;  coinvolgere i Centri Sociali per dare risposte ai problemi legati al disagio elaborando, ove possibile, progetti di raccordo con il volontariato. Piani di ambito/piani di distretto  impegnarsi per far rispettare i tempi previsti per l’approvazione dei piani d’ambito annuali (28 Febbraio 2010) ed entro il 31 Dicembre 2009 i piani triennali;  dare concreta attuazione al significato di concertazione prevista dalla L.3280 con il Comitato dei Sindaci e il Coordinatore d’Ambito;  costituire un tavolo di monitoraggio unico tra il sociale ed il sanitario;  rendere concreta l’integrazione tra il piano annuale e quello distrettuale;  introdurre il Punto Unico Accesso al fine di favorire l’informazione e l’orientamento agli utenti sui servizi socio-sanitari;  sviluppare i diritti di cittadinanza politici e sociali dei migranti ed ampliare gli interventi d’integrazione a cominciare dalle istituzioni scolastiche sul territori. Politica abitativa e della casa  potenziare il contribuito affitti per le situazioni di disagio-sociale ed economico;  allargare lo stock di residenze ad affitto temporaneo o permanente con prezzi calmierati compatibili con il reddito medio dei lavoratori;  estendere la stipula dei contratti di locazione a canone concordato in tutta la provincia; Politica dei prezzi  promuovere accordi tra enti locali e associazioni di categoria per sperimentare la cosidetta “filiera corta” che favorisce la produzione locale di qualità ed il contenimento dei prezzi.  Provincia Le OO.SS. propongono le seguenti questioni da affrontare nella negoziazione con la Provincia di Ancona:  determinare le politiche del lavoro e della formazione professionale adeguate per rispondere alle difficoltà derivanti dalla crisi economica ed occupazionale;  definire con la Provincia, l’INPS e l’INAIL interventi di contrasto al lavoro nero, in particolare nei servizi di assistenza alle persone.  attivare tavoli di concertazione per questioni attinenti alla politica Idrica, Energetica, dei Rifiuti, coinvolgendo anche i rispettivi ATO (servizi, reti degli impianti, tariffe, tariffe agevolate etc.);  affrontare le problematiche della mobilità urbana ed extra urbana e lo sviluppo dei trasporti pubblici locali;  attivare sinergie tra Enti proposti per vigilare sull’applicazione delle norme in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro. Ancona, 26 ottobre 2009
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20/12/2009 CGIL-CISL-UIL: lettera aperta alle banche marchigiane
Nel marzo scorso Cgil-Cisl-Uil hanno proposto che il sistema bancario venisse incontro all’esigenza di tanti lavoratori, che dovevano attendere mesi per ricevere l’assegno della cassa integrazione, affrontando quindi ulteriori disagi. A tal fine è stato raggiunto un accordo tra Regione, sindacati e banche che prevede l’anticipo della cig ai lavoratori, per i mesi necessari ad attivare il pagamento da parte dell’Inps. Banca Marche, Banca Popolare di Ancona, Cassa di Risparmio  di Fabriano e Cupramontana, Carifano e  le Banche di Credito Cooperativo hanno aderito all’intesa, pur segnalando alcune difficoltà operative che avrebbero caratterizzato la prima fase. Purtroppo la gestione dell’accordo si sta rivelando più complicata del previsto. Da varie parti del territorio marchigiano si segnalano difficoltà, ritardi, contraddizioni nell’applicazione dell’intesa e molti sono i lavoratori che, recandosi agli sportelli bancari, non hanno potuto ricevere l’anticipo previsto. Sono emerse difficoltà di comunicazione, comportamenti difformi, scarsa volontà di vari direttori di filiale di rimuovere gli ostacoli ed agevolare il percorso. CGIL CISL UIL chiedono che, in questa fase così complessa e difficile per la comunità marchigiana, dove timidi accenni di ripresa si intrecciano con la prospettiva a breve termine di ulteriori perdite di posti di lavoro, ci sia da parte di tutti gli attori istituzionali, economici e sociali il massimo sforzo possibile per dare segnali di attenzione, specie alle persone più esposte alle conseguenze della crisi stessa. Ovviamente gli strumenti messi in campo per contrastare la crisi e sostenere la ripresa sono vari e vanno incrementati e consolidati a tutti i livelli. Quello dell’anticipo del trattamento economico ai lavoratori cassintegrati è solo uno di essi, l’espressione della volontà di dare un supporto, sia pur temporaneo, a lavoratori in forte disagio nella loro condizione lavorativa e reddituale. Oggi serve anche questo strumento; chiediamo che l’accordo sull’anticipo della cassa integrazione funzioni !! Facciamo appello alla responsabilità dei vertici degli Istituti di credito e dell’Inps marchigiano per il rispetto degli impegni assunti e per l’esigibilità concreta degli stessi da parte dei lavoratori coinvolti nella crisi. Ancona, 20 ottobre 2009 Gianni Venturi                 Stefano Mastrovincenzo                Graziano Fioretti Segretario Cgil Marche           Segretario Cisl Marche                        Segretario Uil Marche
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03/07/2009 Crisi economica brutte notizie
Il Dipartimento Mercato del Lavoro della Cisl Marche ha diffuso i dati di maggio 2009 sull’andamento del mercato del lavoro: la crisi continua a colpire duro. Tonino Bori: “Forze politiche e sociali lavorino nel dialogo e nella comune responsabilità per i cittadini più esposti”. È ancora pesante la crisi che stanno vivendo le imprese ed i lavoratori nei nostri territori. Lo confermano le ultime tabelle elaborate dalla Cisl Marche su dati dell’Inps, della Regione e delle Province. Cassa integrazione, mobilità e apprendistato mostrano chiaramente un andamento preoccupante. “La crisi morde ancora, al di là degli ottimistici pronostici, e avrà effetti ancora negativi sull’occupazione nei prossimi mesi – commenta Tonino Bori, del Dipartimento Mercato del Lavoro della Cisl Marche - bisogna chiedere ulteriori impegni al governo nazionale, nella tutela del lavoro, specie per i lavoratori precari, nella politica industriale, mentre a livello regionale va proseguita e rafforzata l’azione di vicinanza alle persone, che la Regione e le organizzazioni sindacali stanno mettendo in campo con le misure sui contratti di solidarietà, sui contributi per chi ha perso il lavoro, sugli ammortizzatori in deroga, sul sostegno alle famiglie che vivono il dramma della non autosufficienza”. E Bori detta la priorità dei prossimi mesi che ancora dovranno essere tutela dell’occupazione e rilancio dell’economia, con la pressante necessità di “un clima di dialogo tra le forze politiche e le forze sociali, di comune responsabilità verso il Paese e soprattutto verso i suoi cittadini più esposti”. I dati parlano chiaro, a partire da un ulteriore incremento, in maggio, delle ore di cassa integrazione autorizzate sia rispetto al mese di Maggio 2008, sia se il confronto viene sviluppato rapportando i dati in modo dinamico con Aprile 2009 o se si considerano tutti i primi cinque mesi dell’anno. Maggio 2009 registra infatti un + 67% di ordinaria ed un – 8% di straordinaria rispetto ad aprile 2009. E se la provincia di Ancona continua ad essere interessata dalla fortissima crisi della meccanica ed in particolare della Antonio Merloni (con 1.206.598 ore di cassa integrazione straordinaria e 694.578 ore di ordinaria nei primi cinque mesi del 2009), nelle province di Ascoli e Fermo i comparti più in difficoltà risultano essere il chimico con 173.763 ore di cassa autorizzate, il calzaturiero con 603.193 ore e l’alimentare con 149.585 ore. Nella provincia di Macerata, gli aumenti significativi interessano tutti i settori: le calzature con 306.901 ore, la meccanica con 183.237, la gomma plastica con 141.911 ed il legno con 40.000 ore. Pesaro è la provincia che vede incrementare in maniera fortissima la cassa ordinaria ed esplodere le ore di straordinaria, che lo scorso anno non è stata praticamente utilizzata: il legno (270.000 ore) e la meccanica (518.000) i settori più colpiti, seguiti dall’industria di trasformazione di minerali non metalliferi (vetro, ceramica, laterizi ecc.) con 180.000 ore e dall’abbigliamento che si vede autorizzate 127.000 ore. Anche l’andamento delle iscrizioni alle liste di mobilità dei lavoratori licenziati nel periodo Gennaio-Maggio 2009 fa registrare un fortissimo incremento in tutte le province se raffrontato allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre i contratti di apprendistato avviati nei primi cinque mesi del 2009 sono stati 4.248, a fronte dei 7.086 dello stesso periodo del 2008: una contrazione del - 40% con punte che arrivano al - 61 % in territori particolarmente colpiti dalla crisi come il Fabrianese.
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