Lunedì 7 marzo 2011 presso il Ministero del Lavoro è stato firmato da tutte le organizzazioni sindacali e dei datori di lavoro l'avviso comune in materia di “Nuove relazioni industriali e di lavoro a sostegno delle politiche di conciliazione tra famiglia e lavoro” . Si tratta del positivo esito del tavolo previsto da “Italia 2020” , il programma di azioni del governo per l’inclusione delle donne nel mercato del lavoro.
Dal punto di vista della CISL la firma è stata frutto della collaborazione tra i diversi dipartimenti confederali interessati: Politiche del Lavoro, Politiche Sociali, Donne e Giovani, Contrattazione; un lavoro di squadra che ha portato a un testo che accoglie molte delle nostre richieste, nonostante le difficoltà che tali politiche incontrano in termini di costi organizzativi e finanziari.
L’Avviso Comune, che per la prima volta vede convergere tutte le parti sociali su un tema centrale, ma spesso lasciato ai margini, come quello della conciliazione, contiene alcuni impegni concreti e individua linee-guida e "buone pratiche" per diffondere maggiormente, tramite la contrattazione stessa, le politiche aziendali di conciliazione.
In sintesi, il testo riconosce che un miglior bilanciamento tra tempo lavorativo e tempo di cura è importante per il benessere, per la crescita economica sostenibile, per la coesione sociale, e individua come centrale, a tale scopo, l’intreccio tra incentivazioni e servizi sociali, da una parte, e contrattazione collettiva, in particolare di secondo livello, dall’altra.
Favorire l'occupazione femminile In tale ambito il testo ricorda che il Governo intende favorire l’occupazione, in particolare quella femminile, attraverso una maggiore incentivazione del contratto di apprendistato, la riattivazione dell’incentivo territoriale per l’assunzione di donne con contratto di inserimento, l’attuazione delle deleghe contenute nella legge n.183/2010 volte a favorire l’occupazione femminile, a partire dall’incentivazione dei “part-time lunghi”. L’avviso comune rileva inoltre che le politiche aziendali di conciliazione possono beneficiare dei vigenti regimi di detassazione e decontribuzione del salario di produttività, come il Governo si è impegnato a chiarire con appositi atti amministrativi, oltre che dei finanziamenti previsti dall’art.9 della legge della legge 53/2000, e che il loro successo è condizionato ad interventi del Governo, delle Regioni e degli Enti locali sui servizi pubblici, come il rifinanziamento del Piano nidi per il 2011.
A partire da tali importanti premesse, le parti: • riconoscono l’importanza della modulazione flessibile degli orari di lavoro e di un maggiore e migliore utilizzo del telelavoro e delle tipologie contrattuali a orario ridotto, modulato e flessibile; • concordano che è la contrattazione di secondo livello a poter assicurare una distribuzione flessibile degli orari di lavoro che tenga conto, al contempo, delle esigenze produttive e del rispetto dei diritti e delle esigenze delle persone; • si impegnano a valorizzare e incentivare le buone pratiche di conciliazione già esistenti, individuate dall’osservatorio sulla contrattazione a favore dell’occupazione femminile affidato alla consigliera nazionale di parità, ed elencate in un allegato dell’avviso comune. Si tratta di buone pratiche contrattuali che spaziano dagli orari al lavoro a tempo parziale, dal telelavoro ai permessi e al rientro dalla maternità, dal welfare aziendale alla bilateralità, alla valutazione della produttività, ai congedi parentali. Su quest’ultimo punto segnaliamo che nel testo si chiede di verificare la possibilità di usufruire del congedo parentale in modalità di part time, allungandone proporzionalmente la durata, secondo una richiesta della Cisl volta a facilitare l’utilizzo di questo istituto, di cui oggi si avvalgono solo parzialmente le donne e pochissimo gli uomini, attraverso una sua maggiore duttilità, nonchè minori oneri organizzativi anche per le aziende. Al fine di verificare la possibilità di adottare le buone pratiche così individuate, viene avviato un tavolo tecnico che dovrà concludere i lavori entro 90 giorni. Entro un anno è prevista una verifica congiunta dei risultati raggiunti.