Mercoledì 6 febbraio, Giornata Mondiale contro le Mutilazioni Genitali Femminili, come Cisl cogliamo l’occasione per ribadire il nostro fermo “NO” ad una pratica che, con gli spostamenti migratori, ormai non riguarda solo i Paesi di origine ma anche l’Occidente, l’Europa e quindi l’Italia.
Nonostante i risultati raggiunti dal 2008 ad oggi in molti paesi africani, dell’Asia e del Medio Oriente, anche attraverso il varo di legislazioni nazionali che hanno messo al bando ogni tipo di mutilazione genitale, migliaia di bambine e ragazze ogni anno corrono il rischio di essere sottoposte a questa pratica che lascia segni fisici e psichici spesso indelebili. È un atto violento che causa infezioni, malattie, complicanze durante il parto e in alcuni casi mette a rischio anche la vita.
La lentezza nel processo di contrasto rispetto ad una crescita demografica rapidissima dei paesi interessati, pone seri ostacoli al raggiungimento di questo obiettivo e ne allunga oltremodo i tempi.
Oggi sono oltre 200 milioni le donne e le bambine nel mondo che hanno subito mutilazioni genitali e che ne stanno soffrendo le drammatiche conseguenze.
Il Parlamento europeo qualche anno fa aveva stimato in 500 mila le donne e le bambine vittime di mutilazioni genitali che vivono in Europa e 180 mila quelle a rischio ogni anno.
Nel nostro Paese, sarebbero tra le 60 mila e le 81 mila quelle segnate con questo “marchio” a cui vanno aggiunte anche le migliaia di vittime potenziali.
Come Cisl, già impegnati anche attraverso la nostra Campagna permanente “MGF: Mutilazioni Giunte alla Fine", restiamo sempre più convinti che la lotta efficace contro questo fenomeno vada combattuta necessariamente sul versante dei diritti umani il cui riconoscimento va collocato al primo posto nella scala delle priorità da tutelare e custodire ovunque nel pianeta. Per fare questo, tutti - anche il sindacato - siamo chiamati ad agire nelle forme e nelle sedi più opportune perché le mutilazioni siano messe al bando prima possibile, come prevede anche l’obiettivo 5 dell’Agenda europea 2030 sullo sviluppo sostenibile, quale violazione dei diritti fondamentali della persona.
Ecco perché abbiamo deciso di pubblicare per le celebrazioni della Giornata Mondiale contro le MGF, una nostra locandina con lo slogan “La cultura non calpesti i diritti!”, per sottolineare ancora una volta il valore universale dei diritti umani che non possono in nessun modo e per nessuna ragione “sottostare” a qualsivoglia tradizione culturale.