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  • I sindacati della scuola al Ministero per fare il punto sulla situazione nelle zone terremotate

Oggi, martedì 31 gennaio, il ministro Valeria Fedeli ha incontrato le segreterie regionali di Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals Confsal di Marche, Abruzzo, Umbria e Lazio oltre ai rispettivi responsabili degli Uffici Scolastici Regionali per esaminare le problematiche della scuola nelle regioni strette tra l'emergenza terremoto e l'emergenza neve. Un incontro frutto del tenace pressing dei marchigiani sul sottosegretario all'Istruzione Vito De Filippo, due settimane fa in visita nel Maceratese. Sono diversi gli aspetti che minano la stabilità del sistema scolastico marchigiano. «Il 37% dei Comuni ha subito danni e a oggi risultano coinvolti più di 30mila alunni. I dati che presentiamo mostrano in maniera inequivocabile l’entità e la gravità dei danni subiti a causa del sisma e aggravati dal maltempo delle ultime settimane» spiegano Manuela Carloni (Flc Cgil), Anna Bartolini (Cisl Scuola), Claudia Mazzucchelli (Uil Scuola) e Paola Martano (Snals Confsal).

I numeri dell'emergenza parlano di 82 scuole marchigiane (37 a Macerata, 32 ad Ascoli, 8 a Fermo e 5 ad Ancona) inagibili e tante altre che, pur non lesionate o che necessitano di interventi di ripristino, sono sprovviste del certificato di vulnerabilità sismica. Situazione che preoccupa e non poco sindaci, dirigenti scolastici, personale e genitori. Molti studenti, per la maggior parte tra i 3 e i 13 anni, sono costretti a estenuanti viaggi in bus dagli alberghi della costa ai Comuni di residenza dove sono state allestite tensostrutture o container «e questo in aperto contrasto con gli obiettivi che il Ministero si era posto mettendo a disposizione della Regione Marche importanti risorse aggiuntive per consentire, nel tentativo di salvaguardare l’unità e l’ identità delle comunità già così provate dal terremoto, l’apertura sulla costa di nuove classi, succursali della scuola di origine, in grado di accogliere in continuità gli alunni sfollati» fanno notare i sindacati. A preoccupare anche tutta una serie di situazioni che necessitano con urgenza di deroghe. Sulla durata minima di 200 giorni di lezione, sulla frequenza per almeno tre quarti dell’orario annuale per essere ammessi agli esami, per i docenti nell’anno di prova, per le ore relative all'alternanza scuola lavoro altrimenti, avvertono le sindacaliste «come faranno i nostri studenti a garantire le 400/200 ore, che rimangono comunque obiettivo del triennio, con il tessuto socio economico e produttivo delle Marche così provato dal sisma?».

I sindacati chiedono inoltre siano confermate le autonomie scolastiche attuali anche per l’anno 2017/2018. I dubbi legati alla ricostruzione – per la quale si chiede la possibilità di attivare una corsia preferenziale all'interno dei bandi del Programma Operativo Nazionale - sta portando molti genitori a iscrivere i propri figli in altre aree geografiche, penalizzando gli istituti scolastici delle aree terremotate e compromettendo la loro possibilità di ottemperare ai requisiti minimi per il mantenimento dell’autonomia, amplificando il rischio di impoverimento dei servizi e di spopolamento delle zone terremotate. Resta sempre aperta la discussione sulla carenza di organico: «La Regione Marche ha necessità di recuperare un organico di diritto adeguato ai fabbisogni della rete scolastica e dell’offerta formativa regionale. Mancano oltre 1200 posti in organico di diritto e sarebbe opportuno prevedere un organico aggiuntivo, che consenta di intervenire sulle emergenze determinate dal sisma attraverso un’offerta formativa integrativa rispetto a quella ordinaria, incrementando, ad esempio, l’organico del potenziamento».