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  • Lo sguardo oltre la crisi

La nostra provincia sta ancora attraversando, sul piano produttivo e sociale, una fase molto delicata - è quanto segnala il segretario provinciale Cisl Sauro Rossi che interviene sui temi più attuali legati alla recente crisi economica -. Anche i dati più recenti sull’occupazione ribadiscono l’elevata criticità del momento che è solo lievemente temperata da alcuni deboli segnali di ripresa, registrabili in alcune aree del territorio. E’ proprio partendo da questa consapevolezza che la Cisl di Pesaro e Urbino ritiene però necessario avviare un serrato confronto tra le parti sociali (sindacati, associazioni datoriali, terzo settore) e istituzioni a livello provinciale e regionale per coniugare la conferma di misure per gestire l’emergenza in cui si trovano famiglie e imprese con iniziative che puntino a ridare slancio alla nostra economia.

Il quadro è ovviamente condizionato dalla limitatezza delle risorse che il Governo nazionale ha messo a disposizione anche nella recente Finanziaria e dal farraginoso e contraddittorio modo in cui viene attualmente tradotto il federalismo fiscale. E’ indiscutibile che sarebbe di grande giovamento per il Paese una riforma fiscale che riduca le tasse per famiglie e imprese, redistribuendo il carico a favore del lavoro, con un maggiore prelievo su rendite e consumi ma è ovvio che servirà una forte mobilitazione per avviare un riordino di questo tipo a livello nazionale. Al di là di questi elementi di cornice serve però produrre uno sforzo a livello provinciale per traguardare lo sguardo oltre la crisi.

Ci si deve interrogare su come riposizionare il nostro sistema produttivo, provare a individuare e condividere nuove linee di sviluppo che consentano di evitare lo smantellamento del nostro sistema manifatturiero e nel contempo accompagnino un processo di ampliamento del terziario, imperniato sulla qualificazione delle politiche turistiche. Si tratta anche di vigilare affinché nel nostro territorio si infiltri una economia “malsana” basata sull’affidamento di lavori con la logica del massimo ribasso. Questo perché va evitato l’insediamento di imprese troppo disinvolte che basano la loro concorrenzialità sullo sfruttamento della manodopera e la bassa qualità dei materiali utilizzati.

Andrebbero invece privilegiati quei percorsi di innovazione capaci di valorizzare i centri di ricerca (in primis l’Università) orientati ad un proficuo scambio con il territorio.

Va inoltre avviata una campagna di informazione e sensibilizzazione sul tema delle energie rinnovabili perché non è ragionevolmente accettabile che permanga a lungo la paradossale situazione che vede tutti pronunciarsi favorevolmente sul loro sviluppo… a patto che siano altri territori a ospitarle.

Alle riflessioni sui futuri assetti dei nostri settori produttivi andrebbero ovviamente associate quelle sull’equità e sull’efficacia delle politiche creditizie e quelle sulla salvaguardia e la qualificazione del welfare territoriale. Potrebbe risultare utile ragionare su cosa andrebbe fatto per migliorare la sanità regionale che associa ad un indiscutibile miglioramento del piano dei conti, un netto deterioramento del clima organizzativo, come più volte denunciato da gruppi sempre più numerosi di addetti.

E’ inoltre indifferibile la necessità di rispondere ad una domanda in costante aumento come quella dei servizi per l’infanzia e per la non autosufficienza, superando la logica campanilistica e perciò la dimensione municipalistica, dando diffusione al principio di gestione associata dei servizi tra comuni limitrofi. Serve inoltre una discussione aperta sugli assetti del sistema scolastico, per concorrere ad impostare su scala regionale delle scelte che riducano al minimo i rischi di abbassamento della qualità dell’istruzione, indotti dalle riforme in atto.

Tutto ciò è tanto più necessario in un momento come quello attuale in cui il confronto con i Comuni mette in risalto situazioni in cui, quando non si tagliano servizi, si tende ad aumentare rette e tariffe. L’alleanza proficuamente sperimentata per fronteggiare la crisi ha bisogno di essere da subito rilanciata per affrontare il futuro e sgomberarlo dalle numerose insidie che lo minacciano”.