La CISL di Macerata ha organizzato per venerdì 2 settembre dalle 9.00 alle 12.00 un presidio in piazza della Libertà a Macerata. L’iniziativa ha l’obiettivo di sensibilizzare la cittadinanza e le istituzioni sulla necessità il Governo modifichi la manovra economica con cui dovrebbe essere ridotto a zero, entro il 2013, il debito pubblico del paese.
Sebbene ancora in fase di studio, le misure che il Governo sta cercando di far approvare sono, secondo la Cisl, assolutamente inique in quanto vanno a colpire le categorie di cittadini - in particolare lavoratori dipendenti e pensionati - già duramente provati da una crisi pervasiva e perdurante, e già colpiti con forza dalle precedenti manovre.
E’ fondamentale invece che tutti i cittadini contribuiscano al risanamento del paese in base alle proprie possibilità di reddito e di patrimonio. Per questo la Cisl chiede con forza: interventi più decisi per tagliare i costi della politica, a partire da indennità, vitalizi, situazioni di privilegio e di vantaggio; una revisione complessiva dell’assetto istituzionale dello Stato; l’introduzione di un’imposta sui grandi patrimoni, con esclusione della prima casa; l’inasprimento delle misure per contrastare l’evasione fiscale (dalla riduzione del contante consentito per la tracciabilità all’inasprimento delle sanzioni per mancata emissione di fatture).
Sullo sfondo rimane aperta la necessità di una riforma complessiva del sistema fiscale, con meno tasse su stipendi e pensioni e meno oneri sul lavoro.
Alle 10.30 di venerdì una delegazione incontrerà il Prefetto per renderlo edotto sui drammatici effetti che la manovra produrrà sul nostro territorio e consegnargli le firme che la Categoria della Funzione pubblica Cisl ha raccolto contro le misure che li vedono particolarmente vessati, come il rinvio dell’erogazione del trattamento di fine rapporto, il possibile taglio della tredicesima, l’eliminazione della mobilità dalla contrattazione e lo slittamento della finestra pensionistica per il personale della scuola.
Dal 2008 ad oggi la crisi economica nella nostra provincia ha causato 7.889 licenziamenti. Attualmente sono 4.200 i lavoratori iscritti alle liste di mobilità, oltre 2.000 lavoratori sono coinvolti nella cassa integrazione e solo il 10% delle nuove assunzioni sono a tempo indeterminato
In questo momento drammatico e delicato, la Cisl ritiene necessario un forte senso di responsabilità da parte di tutti. Lo sciopero non è sicuramente lo strumento adeguato, perché non aiuterebbe a raggiungere alcun risultato, penalizzando anzi ulteriormente tanti lavoratori e tante aziende già in crisi. Allo stesso tempo è necessario però fare pressione sul Governo che, oltre a far quadrare i conti, ha il dovere di mettere in cantiere delle politiche industriali in grado di rilanciare l’economia e l’occupazione del nostro paese,varando una manovra coraggiosa che intacchi finalmente i privilegi distribuendo equamente i sacrifici.
Nell’appello del 21 agosto il Presidente della Repubblica ha invitato tutti, istituzioni e forze sociali a porre in essere ogni sforzo per superare il disgelo e riaprire il dialogo, sul presupposto che il prezzo che l’Italia sta pagando per il prevalere di calcoli di parte e di logiche di scontro sta diventando insostenibile. Allo stesso tempo ha esortato il Parlamento a scegliere con decisione ed equità.
La Cisl fa proprio quest’appello evitando di opporsi in maniera pregiudiziale a qualsiasi ipotesi di riforma ma avviando allo stesso tempo un difficile ma imprescindibile percorso di proposta e di protesta