Poste chiuse? Cattiva gestione e discriminazione per i cittadini!
La stampa nei giorni scorsi si è occupata della chiusura del doppio turno dell’ufficio postale di Macerata. Se bene ha fatto il primo cittadino del capoluogo a lamentare quanto accaduto, come sindacato confederale e di categoria non possiamo esimerci da qualche riflessione. Anche quest’anno Poste non si è lasciata sfuggire la ghiotta occasione di applicare il decreto Gentiloni. Il decreto per chi non lo ricordasse, consente a Poste Italiane di sospendere le attività in molte strutture dal 15 giugno al 15 settembre. Con sfrontatezza Poste quest’anno ha evitato il confronto con i sindacati sulla chiusura estiva degli uffici postali, sostenendo che il piano era assai ridotto rispetto agli anni precedenti.
Evidentemente il management locale dimentica di aver razionalizzato per il periodo estivo 2013, “solo 976” sportelli in 76 uffici postali, oltre che in tutti quelli dedicati alle imprese; di aver già falcidiato la rete lo scorso anno, con la chiusura di circa 30 uffici postali, dopo una complicata vertenza sindacale, laddove l’intento iniziale dell’azienda era di sopprimerne ben 60.
Non siamo indifferenti al problema: la nostra condizione di Sindacato maggioritario ci conferisce una grande responsabilità nell’attività quotidiana e nei difficili percorsi negoziali. Continuiamo a difendere il lavoro e ci preoccupiamo per la tenuta di Poste; anche se la riduzione dell’offerta della rete dei servizi postali amplifica nuove ingiustizie e parzialità fra cittadini, non solo della stessa regione o provincia ma addirittura nello stesso comune. Ricevere la posta, tutti i giorni, non solo non è scontato, ma non è più garantito a tutti! Siamo convinti che il Postino Telematico debba diventare una realtà proprio a partire da quei territori in cui Poste, con il beneplacito dell’AG.Com, ha deciso di chiudere i propri sportelli. Sono quelle le prime comunità da presidiare, quelle abbandonate dalle aziende, costrette sempre più a fare i conti con i costi di gestione. Se così non fosse, lo sviluppo del postino telematico finirebbe solo per creare antagonismo, o cattiva competizione interna alla stessa azienda. E’ questo il motivo per cui non possiamo fare a meno di considerare inopportuna e discriminante la immediata risposta di Poste che, dopo aver ricevuto pressioni politiche, ha subito disposto la riapertura del turno pomeridiano a Macerata dal 15 luglio al 2 agosto. In realtà si tratta di poca cosa, ma sottende una pericolosa discriminazione fra cittadini : chi non ha voce deve subire qualsiasi angheria o diminuzione di servizi, chi ha la fortuna di risiedere in un territorio pìù grande, può contare almeno su operazioni di facciata, che comunque accrescono le preoccupazioni per il destino di Poste italiane, la più grande azienda italiana di servizi, nelle Marche sicuramente a nostro avviso mal gestita !
Marco Ferracuti Dario Dominici
CISL Marche SLP-CISL Marche
13 luglio 2013