Da giorni assistiamo sulle pagine del Corriere Adriatico ad un’aspra polemica sulle lunghe attese nel Pronto Soccorso dell’Ospedale di Civitanova Marche che vede come protagonisti il Sindaco di Civitanova Marche e il Direttore della Zona Sanitaria 8. Un botta e risposta serrato i cui protagonisti evitano accuratamente di affrontare le cause reali di una problematica dalle molteplici sfaccettature. E’ chiaro che un ospedale non è un supermercato, così com’ è ovvio che i cittadini che non riescono ad accedere in tempi utili alle visite e alle prestazioni diagnostiche e terapeutiche vedono nel pronto soccorso la loro ultima possibilità. Altrettanto chiaro è che questa criticità non riguarda solo di Civitanova, accomunando di fatto anche gli altri presidi provinciali. Ma i Direttori di Zona continuano a nascondere la testa sotto la sabbia facendo finta che il problema non esiste, o che al massimo non è poi cosi grave. Purtroppo non è così, e lo dimostra la cronaca della nottata passata dal vostro inviato. Nello scorso aprile abbiamo incontrato i Direttori di Zona per discutere i progetti di integrazione sperimentale delle attività sanitarie delle tre Zone maceratesi, primo passo sulla strada che conduce all’Area Vasta provinciale. Tra questi progetti ce ne sono alcuni che hanno la potenzialità per incidere profondamente sull’organizzazione dei servizi sanitari, e quindi anche sulle liste d’attesa e sui pronti soccorso. Ne citiamo solo alcuni: percorsi assistenziali per la dimissione protetta, gestione integrata della residenzialità e delle cure domiciliari, attività dei consultori familiari, gestione della diagnostica strumentale nello studio del medico di medicina generale. Nulla di particolarmente innovativo in realtà. Sono anni che il sindacato sostiene la necessità di potenziare la medicina del territorio sviluppando le attività sanitarie dei Distretti e coinvolgendo i Medici di medicina generale, da incentivare nella costituzione di studi medici associati aperti lungo tutto l’arco della giornata nell’interesse dei loro pazienti. All’inizio del mese di settembre abbiamo chiesto un nuovo incontro per valutare lo stato di attuazione dei progetti. Come già accaduto in altre occasioni nel corso di quest’ultimo anno non abbiamo ricevuto risposta. La concertazione e il confronto con le organizzazioni rappresentative dei cittadini e dei lavoratori non è considerata una risorsa per risolvere le problematiche della sanità provinciale, ma solo un fastidioso impiccio da evitare quando possibile. Oltre a tradire lo spirito della legge 13 di riforma del servizio sanitario, questa scelta dissennata sta causando il corto circuito del sistema sanitario, ormai disorientato e di fatto incapace di risolvere le sue tante contraddizioni e difficoltà. Invitiamo i Direttori di Zona a riaprire quanto prima il confronto interrotto, sui progetti sperimentali di integrazione come sulla residenzialità extraospedaliera. L’organizzazione e il funzionamento dei servizi sanitari di certo ne usciranno migliorate. Il Segretario Generale FNP CISL Macerata DINO OTTAVIANI