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  • Rivedere i servizi offerti ai cittadini o aumentare i costi?

Sono queste giornate e settimane febbrili per tutte le Amministrazioni comunali alle prese con il difficile compito di far quadrare i bilanci.
A complicare le cose contribuiscono più fattori non ultimo il contradditorio modo con cui l’attuale Governo, paladino di un più spiccato federalismo fiscale, nei fatti ha associato alla riduzione dei trasferimenti agli enti locali, il blocco della loro autonomia impositiva e ritardato alcuni processi di qualificazione della spesa. Il dilemma spesso con cui ci si trova a fare i conti è: -       si rivedono i servizi offerti ai cittadini o si aumentano i costi a carico di questi? Il Comune di Sant’Angelo in Lizzola ha scelto, da quanto apparso sulla stampa locale in questi giorni, la seconda soluzione. In questi tempi di crisi la scelta ci sembra oltremodo discutibile non solo perché fatta senza alcun confronto con le parti sociali ma soprattutto puntando ad un aumento che pare concepito come uguale per tutti, senza tener in alcun conto la situazione economica in cui versano le famiglie. Da tempo le organizzazioni sindacali invitano anche il Comune in questione oltre che a salvaguardare la spesa sociale a ricorrere all’utilizzo dell’ISEE per determinare le quote di compartecipazione alla spesa degli utenti, in forma più equa, cioè collegandola alle reali disponibilità di reddito e di patrimonio delle famiglie. Incrementi dell’ordine annunciato sono sostenibili per alcuni nuclei e assolutamente intollerabili per altri. Anche questi sono aspetti collegati alla crisi che un Comune come quello di Sant’Angelo in Lizzola non può ignorare. Per questo ci aspettiamo la rivisitazione delle scelte annunciate e interventi più equilibrati soprattutto in materia di politiche sociali ed educative.