Con la presentazione di una proposta di legge da parte della Giunta regionale delle Marche ha preso avvio il percorso di riorganizzazione del servizio sanitario regionale, che entro la fine del 2022 dovrebbe portare al definitivo superamento della legge regionale n.13 del 2003.
Una riforma che si annuncia importante, in quanto modificherà profondamente l’assetto istituzionale ed organizzativo della sanità marchigiana, in particolare per quanto riguarda il superamento dell’Azienda Sanitaria Unica Regionale. Cgil Cisl e Uil delle Marche la valuteranno con grande attenzione, e interverranno con osservazioni e proposte durante l’iter istituzionale di approvazione della legge, confidando nella dichiarata disponibilità da parte della Giunta di aprire un confronto serio e organico sui contenuti della legge stessa e sulle ragioni che hanno portato a questa scelta politica, presupposti fino ad oggi non del tutto esplicitati e non supportati da dati e da adeguate motivazioni. Partendo dalla necessità di recuperare in forma esplicita il coinvolgimento delle rappresentanze sociali e sindacali, anche territoriali, nelle fasi di programmazione e organizzazione dei servizi.
Tuttavia, già in fase di avvio di questo percorso, riteniamo importante tenere a mente che la proposta interviene sui “contenitori” dei servizi sanitari e sociosanitari. Aspetto importante, ma non più delle questioni relative ai “contenuti” e quindi alle caratteristiche di questi ultimi.
Ci sono dei temi sui quali, fin dai prossimi mesi, sarà importante capire gli orientamenti della Giunta e il modo in cui questi saranno tradotti in pratica, stante i ritardi accumulati. Per ragioni di sintesi ne segnaliamo solo alcuni, a nostro avviso prioritari. L’esigenza di riequilibrare la ripartizione delle risorse tra i livelli assistenziali ospedaliero, distrettuale e della prevenzione, oggi nettamente sbilanciata a favore del primo. La necessità di strutturare una rete ospedaliera efficace, sostenibile ed omogenea tra i vari territori. Quella di dare concretezza al percorso di sviluppo delle Case e degli Ospedali di comunità, specie reperendo personale necessario a garantirne l’operatività, a partire da quello medico e infermieristico. Il recupero delle centinaia di migliaia di prestazioni di specialistica ambulatoriale sospese a causa di una pandemia con la quale, purtroppo, dobbiamo continuare a fare i conti. La rivisitazione dell’assetto dei servizi residenziali, semi-residenziali e domiciliari, in tutta la regione.
Nella necessità di risolvere i tanti problemi aperti, che in alcuni casi si stanno acutizzando, creando disagi crescenti sia per i cittadini marchigiani che per gli operatori costretti a subire condizioni di lavoro ormai inaccettabili, occorre prestare la massima attenzione poiché andare ad agire sugli assetti generali del SSR rischia di allungare i tempi anche rispetto alla risoluzione di queste criticità, che ribadiamo per noi essere la vera priorità della sanità regionale.
Tante sono le questioni di merito ancora aperte. Auspichiamo che la giusta e necessaria attenzione ai temi degli assetti non distragga completamente l’attenzione sui concreti problemi quotidiani.
Per questo riteniamo necessario, parallelamente all’approvazione della nuova legge, essere quanto prima messi in condizione di interloquire con la Giunta, a partire dalle scelte che saranno adottate in sede di stesura del nuovo Piano Socio Sanitario regionale.