La decisione assunta anche dal Parlamento di continuare ad ignorare il dramma del taglio del salario accessorio che stanno vivendo i lavoratori pubblici è inaccettabile. Dopo sette anni di blocco della contrattazione nazionale e politiche di tagli al salario accessorio , sono a rischio la tenuta dei servizi erogati ai cittadini oltre che la dignità dei lavoratori che quotidianamente li erogano. Ancora una volta il decreto enti locali, approvato ieri alla Camera, mira a far cassa a spese dei lavoratori e l'annunciato sblocco delle assunzioni rimarrà sulle carte stante il permanere di una serie di norme che di fatto limiteranno fortemente nuove assunzioni.
Rispetto al personale la situazione complessiva è cosi sintetizzabile: i dipendenti del comparto, esclusa la dirigenza, nelle Marche risultano essere 10.112 ( 9.388 a tempo indeterminato e 694 con rapporti flessibili ) suddivisi tra i 236 comuni della regione di cui ben il 72% con meno di 5.000 abitanti ( rispetto alla media nazionale del 69,7% ). Ci sono 6,5 dipendenti ogni mille abitanti rispetto alla media nazionale di 6,77 abitanti . Le Marche confermano anche la bassa presenza di personale femminile , appena il 48,7% rispetto alla media nazionale del 53,2%, mentre , grazie anche ai percorsi di stabilizzazione effettuati negli anni, il lavoro precario è "solo" il 6,9% del totale rispetto ad una media nazionale del 9,3%. Ancora purtroppo lento non solo il travagliato percorso delle fusioni dei comuni , ma anche quelli delle Unioni che vedono coinvolti solo il 19,5% dei comuni nazionali contro una media nazionale del 29,2% .
Cala, stante il prolungato blocco dei contratti, il salario annuo lordo medio che passa dai 27.862 euro del 2011 ai 27.507 euro del 2014, salario accessorio compreso , e continua anche il progressivo invecchiamento dei lavoratori, quasi la metaà dei quali ormai con oltre 50 anni di età. Se poi si aggiungono i tagli costanti dei trasferimenti, si conferma una situazione preoccupante per i comuni marchigiani ed i lavoratori, alle prese con carichi di lavoro sempre maggiori per dare una risposta alle sempre maggiori necessità dei cittadini.
Il Comune più penalizzato , anche a livello nazionale, da questa situazione è il Comune di Ancona, ove i lavoratori non hanno percepito il salario accessorio 2013 e continuano ad avere trattenute derivanti da presunte risorse accessorie non correttamente erogate negli anni scorsi, nonostante le prestazioni lavorative correttamente eseguite. E’ emergenza Camera Commercio, ove il testo che circola in queste ore di riassetto rappresenterebbe un vero e proprio attacco al servizio camerale ed ai servizi alle imprese. Il paventato taglio del personale è inaccettabile sia per i lavoratori eventualmente interessati che per il tessuto economico produttivo locale. E’ emergenza Centri per l'impiego, sempre più in sofferenza di personale di fronte alle sempre maggiori richieste dei cittadini ed in attesa di conoscere, dal 2017, come saranno organizzati alla luce della nascita, di fatto solo sulla carta, della Agenzia Nazionale per il lavoro. I sindacati oragnizzeranno nei prossimi giorni iniziative di mobilitazione a supporto delle questioni aperte convinti che un vero riassetto delle autonomie passi solo attraverso la partecipazione e coinvolgimento dei lavoratori, non con decisioni assunte dall'alto .