14/09/2011
Le storie di crisi a pranzo con il Papa
a cura di Cinzia Castignani Gianluca Gianfelici 41 anni, in mobilità, ha lavorato per 11 anni alla Upper di Ancona, un’azienda a conduzione familiare, di produzione di mobili per ufficio, delegato sindacale della Cisl, vive a Osimo in provincia di Ancona. “A fine 2008 con la crisi che avanzava, l’azienda iniziò la sua inesorabile regressione produttiva. Finché il 26 Maggio 2011, dopo un periodo di cassa integrazione e uno sciopero, la situazione è precipitata e abbiamo ricevuto la notifica della cessazione dell’attività dell’azienda e il licenziamentodi tutti i 70 lavoratori. Dobbiamo ancora avere il pagamento di ben 6 mensilità oltre al TFR di fine rapporto”. Oggi Gianluca lavora con un contratto a tempo determinato con un’altra azienda, per un anno, e spera che gli venga trasformato a tempo indeterminato,non vuole rischiare di tornare ad essere un precario. Cristina Catorci,39 anni, insegnante di italiano e latino precaria dal 2003, vive a Osimo, in provincia di Ancona.”Un viaggio di 8 anni, che di anno in anno, fino ad oggi, mi ha fatto conoscere scuole diverse in cui “crescere”, mi ha fatto incontrare dirigenti da cui essere guidata, mi ha fatto collaborare con insegnanti esperti da cui imparare, mi ha fatto confrontare con insegnanti giovani con cui imparare a volte, però, ha anche rischiato di mettere in discussione la motivazione e l’entusiasmo e ha spesso incrementato un’insicurezza di fondo, in attesa che il sogno della nomina in ruolo, l’ElDorado di tutti i precari, si realizzi.”A Cristina, oggi è arrivato l’ennesimo incarico annuale, per quest’anno scolastico è andata bene! Pasquale Palmisano, 46 anni, cassaintegrato della Fincantieri di Ancona, delegato Fim Cisl, vive ad Ancona.“Lavoro in Fincantieri dal 1999. Sono arrivato ad Anconanel 1997,dallaprovincia di Taranto,al mio paese c’era poco lavoro, avevo due figli e volevo dar loro maggiori possibilità, quindi, decisi di trasferirmi ad Ancona e iniziai a lavorare con una ditta di Taranto che aveva preso in appalto dei lavori in Fincantieri.Qualche anno dopo, seppi che in Fincantieri stavano assumendo,un sogno per me.Feci la domanda, laprova d’arte, le visite mediche e fui assunto.Non mi sembrava vero, un posto statale e uno stipendio fisso e, come si dice da noi, il pane per la vecchiaia.Comprai casa,con un mutuo, arrivò anche la terza figlia, tutto perfetto.Qualche anno dopo ho iniziato a sentire,vedendo tante ingiustizie sopratutto nei confronti dei lavoratori delle ditte di appalto, la necessità di fare qualcosa per loro, d’altronde, pochi anni prima ero uno di loro. Decisi di darmi da fare e mi misi in lista per il rinnovo della Rsu e fui eletto.Ho cominciato a fare sindacato per la Fim-Cisl sette anni fa e siamo riusciti, a fare tanto per quei lavoratori che non avevano voce in capitolo e tante altre avremmo voluto fare, ma due anni fa è arrivata la crisi.Il mondo ci è caduto addosso. La sicurezza e il “pane per la vecchiaia”, hanno iniziato a sgretolarsi.Da due anni, siamo in cassa integrazione.Arrivare alla fine del mese, è, per tutti noi un grande problema. Le istituzioni,il governo e Fincantieri stessa, vivono nell’immobilismo più totale. Noi, nonostante tutto, non ci arrendiamo, stiamo continuando a tenere alta l’attenzione a tutti i livelli, perché 581 famiglie di operai diretti e 1500 famiglie dell’indotto, hanno diritto alla loro dignità, attraverso il lavoro e non attraverso gli ammortizzatori sociali”.Oggi è arrivata la notizia che Fincantieri si impegna a riprendere la produzione nello stabilimento di Ancona a partire da ottobre, grazie all'affidamento di nuove commesse, offrendo garanzie, anche per la ripresa dell'attività dell'indotto. E’ prevista una riorganizzazione dello stabilimento con un piano industriale, che l’A.D. Bono, presenterà ai sindacati il 21 settembre prossimo, ad Ancona. Nunzio Molaro 33 anni, cassaintegrato della Fincantieri, delgato della Fim-Cisl , vive ad Ancona. “Sono iscritto alla Fim Cisl da quando avevo 19 anni, l’età in cui ho iniziato a lavorare in varie fabbriche metalmeccaniche. Lavoro in Fincantieri dal 2005 e quando è arrivata la crisi devo dire onestamente che i primi mesi di cassa integrazione li ho vissuti come un momento di riposo, dopo 13 anni di duro lavoro . Ma poi, visto che il lavoro non arrivava, ho iniziato a preoccuparmi seriamente.E’ difficile arrivare alla fine del mese con la cassa, soprattutto se si ha famiglia”. Oggi Nunzio è pieno di speranza sulle prospettive che potrebbero aprirsi il 21 settembre nell’incontro per la presentazione del piano industriale per la ripresa della produzione del cantiere di Ancona, anche se permangono le preoccupazioni sul piano occupazionale. Giuseppe Primucci 53 anni, cassaintegrato della Accenture di Ancona, multinazionale di consulenza, servizi tecnologici e outsourcing,delegato sindacale della Fisascat Cisl dal 1978, vive ad Ancona.“Lavoro, anzi lavoravo da 30 anni nell’azienda che circa 8 anni fa, ha ceduto la sua amministrazione alla Accenture una multinazionale americana, con sedi in tutto il mondo, che nonostante i bilanci in attivo ha ritenuto più conveniente chiudere le 2 sedi italiane (Ancona e Catania) e trasferire tutto il lavoro alle isole Mauritius dove il costo di un impiegato è di circa 300 dollari al mese. mandando a casa oltre 70 persone. Così in 70, tutti mediamente con un’età sopra i 40 anni, ci siamo ritrovati, senza lavoro e senza prospettive future. Non è semplice, per chi ha più di 40-50 anni, reinserirsi in un mercato del lavoro, come quello di oggi, che dà molte occasioni,nemmeno ai giovani E adesso che fare? Si rinuncia alla casa in affitto, si torna dai genitori, chi può, e si cerca di vivere alla meno peggio con i 700-800 euro di CIGS. Si taglia su tutto, anche sul necessario mettendo oltre noi anche i nostri figli dentro una condizione che a volte rasenta l’indigenza. E poi? E chi lo sa?“ Oggi Pino è tornato a vivere con i genitori ed è seriamente preoccupato per il suo futuro lavorativo. Claudia Mattioli, 42 anni operaia, delegata Fim- Cisl nell’azienda A. Merloni di Fabriano, vive a Fabriano in provincia di Ancona.”Avevo 22 anni quando sono entrata a far parte di quest’azienda.Terminata la maturità tra i miei sogni non c’era quello di fare l’operaia, ma il lavoro non mi pesa edevo dire che mi ha consentito di realizzare ,con il tempo piccoli progetti e vivere una vita decorosa.Mi sono sposata, ho una figlia. Una famiglia normale come tante.Poi il grande dramma, dall’ottobre 2008 l’A.Merloni è entrata in amministrazione straordinaria e ad oggi non ci sono ancora certezze. E’ trascorso veramente tanto tempo, troppo ed in questi anni è maturato di tutto, disperazione sfiducia, solitudine, rabbia e perfino rassegnazione. Pensavo nella mia vita di aver raggiunto dei traguardi, invece eccomi di nuovo sul punto di partenza verso arrivi irraggiungibili e impercettibili.Mi auguro che al di là delle belle parole si scenda nella concretezza di voler aiutare un territorio che rischia di morire, si sta pian piano demolendo il futuro di tante famiglie e giovani che meritano di lavorare affinché la loro vita abbia un senso ed il bene comune sia davvero destinato a tutti” Oggi l’A. Merloni è ancora in amministrazione controllata, nei prossimi giorni è previsto un ulteriore incontro al Ministero dello Sviluppo economico per fare il punto sulla situazione delle trattative in corso con le aziende che hanno manifestato interesse per l’acquisto degli asset del Gruppo fabrianese. Luisa Perini, 49 anni, disoccupata, con due figli, vive a Senigallia in provincia di Ancona.”Arrivati a questo punto della vita si fanno dei bilanci: molti dei miei coetanei pensano già alla pensione, io purtroppo devo ancora trovare un impiego!Non che non abbia mai lavorato, ma l’ho fattosempre con contratti a termine. Ho lavorato fino al 31/12/2010, data in cui, poi, non mi hanno più rinnovato il contratto, dopo 4 anni di lavoro presso l’Asur Zonaterritoriale Sanitaria 4 di Senigallia! E dire che mi è sempre piaciuto lavorare e l’ho fatto con passione e impegno sentendomi realizzata. Adesso mi sto guardando intorno, ma vedo solo nero: riuscirò a mandare i miei figli all’università? Riuscirò mai ad avere una pensione? Passo qualche notte insonne, ma continuo a sperare!”. La Rassegna Stampa: Avvenire, 13 settembre 2011 "A pranzo con il Papa: «Ci ha dato coraggio»
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