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14/01/2011 L'eredità pesante del 2010
Lavori in corso del 14/01/2011 - www.cislmarche.it
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13/01/2011 La nuova tessera CARD CISL
PROGETTO TESSERA CISL CARD Servizi agevolati in materia di asssitenza, previdenza, fisco e vertenze, da parte degli Enti e Associazioni promossi dalla CISL Agevolazioni e sconti offerti dalle Convenzioni Nazionali nel campo bancario, assicurativo, energetico, alimentare ecc. Condizioni vantaggiose all'interno del nuovo circuito NOI CISL, attivo dal mese di marzo 2011, in continua espansione e costituito già da migliaia di esercizi e punti vendita presenti su tutto il territorio nazionale Vantaggi da migliaia di convenzioni stipulate dalle strutture sindacali, a livello regionale e territoriale, in tutti i settori Per saperne contatta la sede sindacale più vicina  oppure chiama il numero verde 800 249 307
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13/01/2011 RICORSO PER I PRECARI DELLA SCUOLA
LA CISL SCUOLA DI ANCONA COMUNICA CHE, PER I PRECARI DOCENTI  E ATA CON ALMENO TRE ANNI DI INCARICO, ORGANIZZA UN RICORSO AFFINCHE' IL LAVORO SVOLTO A TEMPO DETERMINATO POSSA TRAMUTARSI A TEMPO INDETERMINATO. LA SCADENZA DI  QUANTO DETTO E' FISSATA AL  22 GENNAIO 2011. IL SERVIZIO E' RIVOLTO IN MODO PARTICOLARE AI PRECARI GIA' ISCRITTI ALLA CISL SCUOLA E VERRA' FORNITO GRATUITAMENTE, I NON ISCRITTI DOVRANNO ISCRIVERSI E VERSARE LA  QUOTA DI  € 30.00 PER LE SPESE LEGALI. LA MODULISTICA E ULTERIORI INFORMAZIONI VERRANNO FORNITE NEI NOSTRI RECAPITI CISL DI: - ANCONA                LUN-MER-VEN       9.00 - 12.00 / MAR - GIO 15.30-18.30 - FABRIANO            MERCOLEDI'           15.30 - 18.30 - JESI                         GIOVEDI'                  15.30 - 18.30 - SENIGALLIA          VENERDI'     15.30 - 18.30 LA SEGRETERIA CISL SCUOLA ANCONA
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13/01/2011 «Faremo la nostra parte su ogni nuovo investimento»
Sole 24 Ore di venerdì 31 dicembre 2010 Intervista a Raffaele Bonanni di Pogliotti Giorgio -------------------------------------------------------------------------------- Bonanni: «Evitato l'abbandono dell'Italia»  «Faremo la nostra parte su ogni nuovo investimento» «In Europa non vedo molte intese anti-delocalizzazione con questi risultati» «Fiom responsabile dell'irrigidimento Fiat ma pronti ad accoglierla se tornerà in gioco»   «Con l'accordo di Pomigliano abbiamo garantito il mantenimento della produzione e nuovi investimenti, aumentando il salario. In Europa non vedo molte intese antidelocalizzazione che producono questi risultati, penso alla Germania dove il sindacato ha accettato un taglio delle retribuzioni». All'indomani della firma del contratto che si applicherà ai 4.600 lavoratori che gradualmente saranno assunti da Fabbrica Italia Pomigliano, il leader della Cisl Raffaele Bonanni esprime «piena soddisfazione». Segretario, pensa che Pomigliano farà scuola? «Ogni qualvolta un investitore si farà avanti per discutere di un piano di sviluppo noi faremo la nostra parte per rassicurarlo sull'attuazione dell'investimento. Al tempo stesso ci impegneremo per rafforzare le ragioni dei lavoratori sul versante contrattuale e salariale. A Pomigliano come a Mirafiori ci ha guadagnato la Fiat - che ha investito ottenendo garanzie da una parte consistente dei lavoratori - e noi che abbiamo avuto salari più alti.» Ma a che prezzo avete ottenuto questi risultati? Si è Angeletti. Il leader Uil: «Salvati oltre 20mila posti, sì a nuove norme» esclusa la presenza in fabbrica del principale sindacato, la Fiom, che non avendo firmato l'accordo non avrà rappresentanza. Nelle fabbriche Fiat la FimCisl è quasi sempre la prima sigla, mentre la Fiom non è quasi mai prima e spesso neanche seconda. Se la Fiom vuole essere, realmente rappresentativa fumi gli accordi per salvare i posti di lavoro, come fanno gli altri sindacati. È favorevole in Fiat al ritorno alle rappresentanze sindacali aziendali (Rsa), il sistema in vigore prima dell'accordo del 1993 che invece ha introdotto il riconoscimento delle sigle con maggiore consenso? Se c'è stato un irrigidimento della Fiat lo si deve al ricorso continuo alle azioni di disturbo della Fiom che hanno avuto l'effetto di far alzare sempre più in alto l'asticella delle garanzie richieste da Marchionne per fare l'investimento, danneggiando sindacato e lavoratori. Vorrei ricordare che a giugno, in occasione dell'accordo di Pomigliano, non si parlava di ritorno alle Rsa. Ma in questi mesi sono proseguite le mobilitazioni, peraltro con un consenso sempre più esiguo. Marchionne si è voluto cautelare di fronte all'impennata di scioperi. Dalla minoranza Fiom e da settori della Cgil si propone, in caso di vittoria del sì al referendum per Mirafiori, di firmare l'accordo. Sareste disponibili ad accettare la Fiom nel sistema di rappresentanza, visto che un loro eventuale rientro è condizionato al via libera degli altri sindacati? Il mio auspicio è che la Fiom .si adegui al volere della maggioranza, come abbiamo sempre fatto noi della Cisl. Per, quel che mi riguarda la Fiom sarebbe ben accolta se dovesse tornare in gioco e condividere la partita con le altre associazioni e sindacati. E se vincesse il no, la Cisl ritirerebbe la firma? Sei lavoratori legittimamente decidessero che non vanno bene le condizioni poste dalla Fiat per investire noi ci atterremmo alla loro volontà. Marchionne ha denunciato che l'attuale cornice di regole sulla rappresentanza è inadeguata perché non garantisce il rispetto degli impegni presi. Come risponde il sindacato a questa sfida? Dobbiamo fare l'accordo tra le parti sociali partendo dal documento unitario del 2008. Sia chiaro che in Fiat si sa chi è rappresentativo tra i sindacati, attraverso il numero degli iscritti e il voto alle Rsu. L'accordo riguarda i sindacati e serve a stabilire che in azienda bisogna rispettare le decisioni della maggioranza. La questione più che di regole, quindi, è politica. Come giudica le reazioni all'intesa di Mirafiori che ha fatto discutere l'opinione pubblica e spaccato il Pd? Ho notato con favore il cambiamento in gran parte della classe dirigente che, diversamente da 5-6 mesi fa, ha preso posizione a sostegno dell'attuazione dell'investimento. Pressoché tutte le realtà riformatrici dei diversi schieramenti politici si sono pronunciate a favore. A cosa è dovuto questo diverso atteggiamento rispetto al passato? C'è stata una forte presa di posizione di Sergio Chiamparino che da riformista e da sindaco di una comunità era preoccupato per le prospettive di sviluppo di Mirafiori e degli stabilimenti Fiat, e si è preso da subito le proprie responsabilità. La sua posizione ha incoraggiato molti altri a capire che il comportamento della componente sindacale che non fuma gli accordi era legato più ad esigenze politiche che a questioni prettamente sindacali. Abbiamo salvato posti di lavoro produttivi in un paese in cui si assiste a vaste campagne di assunzioni per legge senza attinenza con le esigenze di mercato da parte delle amministrazioni pubbliche, legate solo a ragioni clientelari. Contro questo scandalo lancio un appello alle imprese per fare un fronte comune.
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13/01/2011 Recanati, il futuro della radiologia
Le ultime vicende che hanno interessato la Radiologia dell’Ospedale di Recanati per un presunto ridimensionamento del servizio diagnostico, hanno visto la CISL in prima linea fin dall’inizio.  Il rappresentante della Cisl Funzione Pubblica della Zona 8 Marcello Evangelista, subito dopo le disposizioni adottate dalla Zona Territoriale n.8 in via del tutto emergenziale per tamponare una situazione imprevedibile che ha visto ben 4 operatori malati contemporaneamente, ha inviato, tramite mail, una richiesta di chiarimento al Direttore di Zona, invitandolo a convocare con urgenza i Sindacati. L’errore che la Direzione di Zona e la Direzione Sanitaria hanno commesso nella situazione richiamata è quello di non aver avviato un preventivo confronto con le Organizzazioni Sindacali prima di adottare modifiche organizzative che coinvolgevano i lavoratori di forte impatto sull’utenza. La situazione emergenziale che si è venuta a creare deve essere letta in un contesto complessivo molto più ampio della sanità delle Marche che, a fronte di un taglio dei trasferimenti di risorse dallo Stato alla regione di circa 26 milioni di euro solo per il 2011, ha la necessità di razionalizzare i punti erogazione dei servizi e la spesa per il personale. La CISL confederale di Macerata, unitamente alla Categoria Funzione Pubblica, in queste ultime settimane, ha più volte denunciato la pericolosità di azioni di razionalizzazione dei servizi sanitari decise senza un confronto con le Organizzazioni Sindacali e con i cittadini e soprattutto slegate da un piano complessivo di riordino dei servizi sanitari del territorio.  La Cisl lo ha fatto prima di tanti altri soggetti che ora rivendicano una primogenitura che non hanno!  E’ tanto vero questo, che la CISL non si è limitata solo ad inviare richieste di confronto al Direttore di Zona ma ha contattato lo stesso Dr. Ciccarelli, Direttore Generale dell’ASUR, per comprendere le motivazioni della mancata autorizzazione alla copertura del posto del Medico Radiologo andato in pensione lo scorso 31/10/2010. La richiesta era stata avanzata dal Dr. Marini in data 26 ottobre 2010.  La CISL FP, e non altri, ha strappato al Dr. Ciccarelli l’impegno di rivalutare la richiesta di sostituzione del Medico Radiologo dell’Ospedale di Recanati  nel corso della convocazione in ASUR del Direttore della Zona 8 prevista per domani. Tutto questo però tenendo presente che ormai gli ospedali di Civitanova e Recanati sono da considerarsi Ospedale unico. Chi insiste nel sostenere una diversa posizione o alimenta false speranze di mantenimento del vecchio, fa solo pericolosa DEMAGOGIA  sulle spalle dei lavoratori e dei cittadini. Il Segretario Generale Cisl Macerata - Marco Ferracuti Per la Funzione Pubblica Cisl Macerata - Giuseppe Donati Leggi gli articoli pubblicati sulla stampa locale CORRIERE ADRIATICO IL RESTO DEL CARLINO
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12/01/2011 Intervista al Segretario generale Cisl
Per leggere l'intervista sul Messaggero del 12 gennaio 2011 in formato pdf clicca qui
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11/01/2011 Accordo Fiat
Gli accordi di Pomigliano e Mirafiori sono soprattutto un atto di responsabilità e di coraggio sindacale della Fim Cisl e dei sindacati che hanno sottoscritto gli accordi. Cosa sarebbe accaduto se anche la Fim e la Uilm di fronte ad accordi così impegnativi e difficili si fossero tirate indietro come ha fatto la Fiom? Le decine di migliaia di lavoratori della Fiat e dell’indotto sarebbero stati più tutelati e avremmo meglio difeso i loro diritti? Il fallimento di Fabbrica Italia e il declino dell’industria dell’auto nel nostro paese avrebbero forse aiutato di più la ripresa del lavoro e dato maggiori prospettive e speranze ai lavoratori della Fiat e ai giovani disoccupati del nostro paese? E’ dalla risposta a questi quesiti che bisogna partire per valutare gli accordi Fiat. Trovo stupefacente che invece ci si intrattenga ancora su presunti quanto inesistenti diritti violati per giustificare l’incapacità cronica della Fiom a fare accordi impegnativi soprattutto quando si è sotto i riflettori. Vorrei ricordare alla Fiom e alla Cgil che ciò che è indisponibile alla contrattazione per loro, lo è anche per la Fim e per la Cisl, e per i contenuti degli accordi, che per quanto impegnativi per i lavoratori e per il sindacati non contengono alcuna violazione dei diritti di legge e/o addirittura costituzionali. La Fim si è solo rimboccata le maniche ed ha negoziato nuove e più impegnative condizioni di lavoro e regole sindacali adeguandole alle nuove esigenze di una Fiat internazionalizzata e del mercato globale. Anche alla Fim non piacciono le Newco fuori dal sistema contrattuale e dall’accordo interconfederale del ’93, perciò abbiamo fino all’ultimo tentato di evitarlo. Abbiamo tuttavia dovuto prendere atto della rigidità della Fiat su questa scelta e dei comportamenti poco responsabili della Fiom, che anziché dare una mano insieme a Fim a Uilm a difendere il contratto nazionale ha fatto di tutto per convincere la Fiat del contrario. Su questo siamo impegnati al tavolo con Federmeccanica e Fiat per definire norme specifiche per il settore auto che possano nel più breve tempo possibile riassorbire le Newco nel sistema contrattuale e nel contratto nazionale, così come siamo impegnati a sollecitare un nuovo accordo interconfederale sulla rappresentanza e sulla democrazia sindacale che garantisca certezze e stabilità delle regole e delle decisioni sindacali e nel contempo mantengano il diritto dei sindacati ad eleggere propri rappresentanti nelle aziende dove si hanno iscritti. Trovo poco comprensibile le alchimie tecnico-contrattuali con le quali si tenta di recuperare il grave errore compiuto dalla Fiom nel primo accordo di Pomigliano, quando non ha sottoscritto l’accordo né riconosciuto l’accordo firmato dalla maggioranza dei sindacati e non ha nemmeno tenuto conto del risultato del referendum di approvazione dell’accordo da parte di un’ampia maggioranza dei lavoratori. E allora non c’erano né le Newco né il ritorno alle Rsa. Le firme tecniche che distinguono una parte dell’accordo dall’altra sono solo fumisterie sindacali che nessuno capirebbe; anche alla Fim sarebbe piaciuto scegliere tra le parti dell’accordo più condivise da quelle meno: alla Fim questa possibilità non è stata data e l’alternativa all’accordo era solo il non accordo. Non credo possa essere diverso per la Fiom. Lo stesso artificio di non riconoscere la validità del referendum escogitato dalla Fiom per non prendere atto del risultato è una scelta di incoerenza e di codardia sindacale. Troppo facile declamare democrazia e ricorso al voto dei lavoratori solo quando fa comodo. La Fiom ha ancora una possibilità se vuole di evitare di ripetere l’errore fatto a Pomigliano: si batta coerentemente per il no all’accordo, se lo ritiene, ma prenda atto e assuma comportamenti conseguenti, come del resto farà la Fim, rispetto all’opinione maggioritaria dei lavoratori, firmando gli accordi di Pomigliano e Mirafiori. Chieda inoltre di partecipare con Fim e Uilm al tavolo di Federmeccanica e Fiat sulla definizione di norme specifiche per il settore, per far rientrare le Newco nel sistema contrattuale e per chiarire le parti degli accordi ritenute più controverse. E’ già capitato alla Piaggio di Pontedera che la Fiom ha sottoscritto l’accordo dopo il risultato del referendum, può quindi capitare anche alla Fiat. 2 gennaio 2011 Clicca sul seguente link per visualizzare le schede degli accordi di Pomigliano  e Mirafiori: http://www.scribd.com/full/46585915?access_key=key-mk2er72jm7axz6kqwag http://www.scribd.com/full/46585865?access_key=key-h0hfdhsow0ecv9pbuf Clicca sui seguenti link per visualizzare le interviste del Segretario generale Cisl Raffaele Bonanni: http://www.scribd.com/full/46585963?access_key=key-1qhlnfsmemt0jrg2qzov Altre interviste: http://www.scribd.com/full/46585995?access_key=key-8drxpzo4tznmf9h8i1s http://www.scribd.com/full/46586003?access_key=key-2b8h7sry5za53mbux8c9
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11/01/2011 Uova alla diossina: per evitare rischi leggere l'etichetta!
Il recente ritrovamento di diossina nelle uova che ha portato alla chiusura di migliaia di allevamenti tedeschi non deve preoccupare eccessivamente i consumatori italiani. L’importazione di questo prodotto dalla Germania, infatti, nel nostro Paese è minima; inoltre una specifica normativa prescrive già da anni un sistema di etichettatura in cui è prevista l’indicazione obbligatoria dell’origine direttamente sul guscio di ogni singolo uovo. Sebbene, dunque, il sistema di allerta rapido in vigore in tutta Europa ha già portato all’immediato ritiro del prodotto a rischio da tutti i punti vendita, i consumatori possono verificare la provenienza delle uova già acquistate leggendo il codice alfanumerico stampigliato sul guscio. Per facilitarne l’interpretazione, Adiconsum ricorda che tale codice contiene le seguenti informazioni: • il tipo di allevamento: - 0 per il biologico - 1 per le galline allevate all’aperto - 2 per le galline allevate a terra - 3 per quelle in batteria; • la sigla del paese di allevamento: IT, FR ecc.; • il codice attribuito all’allevamento (8 caratteri) che individuano: - il codice Istat del comune sede dell’allevamento (3 cifre) - la sigla della provincia (due lettere) - il numero che l’Asl attribuisce all’azienda agricola (3 cifre). Adiconsum sottolinea come questo caso sia esemplificativo dell’utilità dell’obbligo dell’origine indicata in etichetta. Purtroppo nella maggior parte dei prodotti alimentari tale obbligo non è previsto.11 gennaio 2011
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11/01/2011 Scatti, Tremonti firma il decreto. Un impegno mantenuto
Il decreto interministeriale che consente il pagamento degli scatti di anzianità maturati nel 2010 è stato firmato il 10 gennaio 2011 in via definitiva dal ministro Tremonti, in coerenza con le intese che avevamo raggiunto al termine di un serrato confronto sulle misure straordinarie varate l’estate scorsa. Il testo è quello già presentato ai sindacati il 18 novembre al MIUR, firmato dal ministro Gelmini e quindi trasmesso al MEF per la controfirma. Un iter reso più complesso dalla concomitanza di tanti altri provvedimenti di fine anno, ma che oggi è pienamente concluso. La CISL Scuola, che molto ha lavorato, insieme alla CISL, per trovare le intese necessarie a risolvere una questione così delicata e complessa, non può che esprimere grande soddisfazione per una firma che fa chiarezza anche rispetto a tanta disinformazione diffusa in modo superficiale, e non di rado strumentale, nei giorni scorsi. Le modalità concordate per il recupero degli scatti sono state da noi ripetutamente illustrate e commentate con dovizia di particolari: il decreto riprende coerentemente quanto convenuto, ristabilendo la validità del 2010 ai fini della maturazione degli scatti e ponendo le premesse per un analogo intervento negli anni 2011 e 2012. E’ sorprendente come molti, con malcelato fastidio per un risultato che forse preferivano non vedere raggiunto, nella perversa logica del “tanto peggio tanto meglio”, si impegnino oggi soprattutto a ricercare e a evidenziare i presunti limiti dei risultati che abbiamo raggiunto: risultati che in ogni caso valgono infinitamente di più del nulla fin qui prodotto da chi ha scelto altre e diverse modalità di misurarsi col Governo sul difficile terreno dei provvedimenti di emergenza. Così come sorprende – ma non troppo – la disinvoltura di chi definisce un “pateracchio”, in questi giorni, quello stesso decreto che in precedenza aveva indicato, nel tentativo di intestarsi meriti mai avuti, come “importante risultato”. Con lo stesso impegno profuso fino ad oggi la Cisl Scuola incalzerà ora l'Amministrazione perché si dia puntualmente seguito, con le modalità concordate e riportate nel testo del decreto, al successivo previsto recupero anche degli anni 2011 e 2012 ai fini della maturazione delle progressioni stipendiali.Roma, 10 gennaio 2011
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10/01/2011 Accordo FIAT
Gli accordi di Pomigliano e Mirafiori sono soprattutto un atto di responsabilità e di coraggio sindacale della Fim Cisl e dei sindacati che hanno sottoscritto gli accordi. Cosa sarebbe accaduto se anche la Fim e la Uilm di fronte ad accordi così impegnativi e difficili si fossero tirate indietro come ha fatto la Fiom? Le decine di migliaia di lavoratori della Fiat e dell’indotto sarebbero stati più tutelati e avremmo meglio difeso i loro diritti? Il fallimento di Fabbrica Italia e il declino dell’industria dell’auto nel nostro paese avrebbero forse aiutato di più la ripresa del lavoro e dato maggiori prospettive e speranze ai lavoratori della Fiat e ai giovani disoccupati del nostro paese? E’ dalla risposta a questi quesiti che bisogna partire per valutare gli accordi Fiat. Trovo stupefacente che invece ci si intrattenga ancora su presunti quanto inesistenti diritti violati per giustificare l’incapacità cronica della Fiom a fare accordi impegnativi soprattutto quando si è sotto i riflettori. Vorrei ricordare alla Fiom e alla Cgil che ciò che è indisponibile alla contrattazione per loro, lo è anche per la Fim e per la Cisl, e per i contenuti degli accordi, che per quanto impegnativi per i lavoratori e per il sindacati non contengono alcuna violazione dei diritti di legge e/o addirittura costituzionali. La Fim si è solo rimboccata le maniche ed ha negoziato nuove e più impegnative condizioni di lavoro e regole sindacali adeguandole alle nuove esigenze di una Fiat internazionalizzata e del mercato globale. Anche alla Fim non piacciono le Newco fuori dal sistema contrattuale e dall’accordo interconfederale del ’93, perciò abbiamo fino all’ultimo tentato di evitarlo. Abbiamo tuttavia dovuto prendere atto della rigidità della Fiat su questa scelta e dei comportamenti poco responsabili della Fiom, che anziché dare una mano insieme a Fim a Uilm a difendere il contratto nazionale ha fatto di tutto per convincere la Fiat del contrario. Su questo siamo impegnati al tavolo con Federmeccanica e Fiat per definire norme specifiche per il settore auto che possano nel più breve tempo possibile riassorbire le Newco nel sistema contrattuale e nel contratto nazionale, così come siamo impegnati a sollecitare un nuovo accordo interconfederale sulla rappresentanza e sulla democrazia sindacale che garantisca certezze e stabilità delle regole e delle decisioni sindacali e nel contempo mantengano il diritto dei sindacati ad eleggere propri rappresentanti nelle aziende dove si hanno iscritti. Trovo poco comprensibile le alchimie tecnico-contrattuali con le quali si tenta di recuperare il grave errore compiuto dalla Fiom nel primo accordo di Pomigliano, quando non ha sottoscritto l’accordo né riconosciuto l’accordo firmato dalla maggioranza dei sindacati e non ha nemmeno tenuto conto del risultato del referendum di approvazione dell’accordo da parte di un’ampia maggioranza dei lavoratori. E allora non c’erano né le Newco né il ritorno alle Rsa. Le firme tecniche che distinguono una parte dell’accordo dall’altra sono solo fumisterie sindacali che nessuno capirebbe; anche alla Fim sarebbe piaciuto scegliere tra le parti dell’accordo più condivise da quelle meno: alla Fim questa possibilità non è stata data e l’alternativa all’accordo era solo il non accordo. Non credo possa essere diverso per la Fiom. Lo stesso artificio di non riconoscere la validità del referendum escogitato dalla Fiom per non prendere atto del risultato è una scelta di incoerenza e di codardia sindacale. Troppo facile declamare democrazia e ricorso al voto dei lavoratori solo quando fa comodo. La Fiom ha ancora una possibilità se vuole di evitare di ripetere l’errore fatto a Pomigliano: si batta coerentemente per il no all’accordo, se lo ritiene, ma prenda atto e assuma comportamenti conseguenti, come del resto farà la Fim, rispetto all’opinione maggioritaria dei lavoratori, firmando gli accordi di Pomigliano e Mirafiori. Chieda inoltre di partecipare con Fim e Uilm al tavolo di Federmeccanica e Fiat sulla definizione di norme specifiche per il settore, per far rientrare le Newco nel sistema contrattuale e per chiarire le parti degli accordi ritenute più controverse. E’ già capitato alla Piaggio di Pontedera che la Fiom ha sottoscritto l’accordo dopo il risultato del referendum, può quindi capitare anche alla Fiat.2 gennaio 2011Clicca sul seguente link per visualizzare le schede degli accordi di Pomigliano  e Mirafiori: http://www.scribd.com/full/46585915?access_key=key-mk2er72jm7axz6kqwag http://www.scribd.com/full/46585865?access_key=key-h0hfdhsow0ecv9pbufClicca sui seguenti link per visualizzare le interviste del Segretario generale Cisl Raffaele Bonanni: http://www.scribd.com/full/46585963?access_key=key-1qhlnfsmemt0jrg2qzovAltre interviste: http://www.scribd.com/full/46585995?access_key=key-8drxpzo4tznmf9h8i1s http://www.scribd.com/full/46586003?access_key=key-2b8h7sry5za53mbux8c9
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06/01/2011 Emergenza per il lavoro dei giovani. Quasi uno su tre è disoccupato.
"I dati Istat sull'occupazione relativi al mese di novembre confermano che la disoccupazione si è stabilizzata all'8,7%, su livelli che restano preoccupanti, pur se al di sotto della media europea, ancora sopra il 10%". Lo dichiara in una nota Giorgio Santini, Segretario generale aggiunto della Cisl. "Non tutti gli andamenti sono univoci- continua Santini-: risultano in lieve aumento il numero degli occupati, dato incoraggiante, ma anche quello degli inattivi, a testimonianza delle difficoltà nell'accesso al lavoro. Due però appaiono i dati estremamente negativi: l'ulteriore esplosione del tasso di disoccupazione giovanile che raggiunge l'apice mai toccato del 29%, con un aumento dell'1% rispetto al già alto tasso registrato nel mese di ottobre 2010 e l'aumento dell'1,5% delle donne disoccupate rispetto al mese precedente (pur se temperata grazie alla crescita delle donne occupate e dal conseguente calo delle donne inattive). La Cisl registra con interesse la notizia che il Governo si appresta a riunire una task force per l'occupazione giovanile perché è necessario passare dagli appelli all'azione concreta. Tutti gli attori ( Governo, Parlamento, Regioni, parti sociali, scuola ed università ) devono fare la loro parte per promuovere l'accesso al lavoro dei giovani attraverso il rilancio con intese specifiche, settoriali e regionali dell'apprendistato, il credito di imposta per l'assunzione di giovani e donne al Sud, il rafforzamento delle politiche di placement, rafforzando l'orientamento e incontro domanda/offerta mirate e finalizzati all'inclusione dei giovani nel mercato del lavoro, l'estensione degli ammortizzatori sociali e delle prestazioni di welfare anche con il contributo della bilateralità in forma sussidiaria. Queste misure possono e debbono essere promosse in tempi brevi. Non e' tempo di scontri ideologici ma di azione concreta". "I giovani non siano più oggetto di polemiche strumentali- conclude Santini- ma diventino, attraverso politiche adeguate e con il loro impegno attivo, soggetti che contribuiscono, affrontando insieme le proprie necessità, ad un rilancio di speranza per il loro futuro e per quello del nostro Paese, come continua a sottolineare il Presidente della Repubblica".
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31/12/2010 Autostrade: disponibili i moduli per i rimborsi
I moduli per i rimborsi sul sito di Adiconsum [ http://www.adiconsum.it/ ]www.adiconsum.it I moduli possono essere inviati ad Adiconsum utilizzando tre modalità: via fax: al n° 06 44170230 via mail: [ mailto:informazioni@adiconsum.it ]informazioni@adiconsum.it via posta: Adiconsum nazionale, via Francesco Gentile 135, 00173 Roma  Adiconsum ricorda inoltre che, per ulteriori informazioni, è ancora attivo il numero verde 800 592029 dalle ore 10 alle ore 17.Importante: per la presentazione dei rimborsi non è prevista alcuna data di scadenza.
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29/12/2010 Sanità, sistema a rischio di collasso
La sanità maceratese, al pari di quella regionale, rischia il collasso. Lo affermano i Segretari generali della Cisl Confederale e dei Pensionati - rispettivamente Marco Ferracuti e Dino Ottaviani - insieme ai responsabili della Funzione pubblica - settore sanità - Giuseppe Donati e Sistino Tamagnini. Sistema regionale da riorganizzare - Per il Segretario generale della Cisl di Macerata i tagli dei trasferimenti al Servizio Sanitario operati dalla manovra estiva di correzione dei conti pubblici avrebbero dovuto imporre una profonda riorganizzazione del sistema regionale, da snellire eliminando sovrastrutture inutili e costose come le Zone territoriali e rendendo le Aree Vaste l’unica articolazione dell’Azienda unica. Purtroppo la modifica della legge 13 del 2003 è stata una semplice operazione di restyling. E’ mancato il coraggio di mettere mano all’apparato amministrativo recuperando risorse da investire nei servizi. I problemi della  Zona 9 di Macerata - La situazione della Zona 9 descritta da Sistino Tamagnini appare drammatica. La carenza cronica di personale ha fatto si che i lavoratori del comparto (amministrativi e sanitari, con esclusione dei dirigenti) accumulassero a novembre del 2010 un credito orario di 82.469 ore, al quale si sommano ferie maturate e non godute per altri 98.000 ore. «Per smaltire questo carico incredibile – afferma Tamagnini -  nel 2011 servirebbero altri 120 dipendenti! Al contrario, nel 2011 perderemo per pensionamento altre 12 unità, rimpiazzabili solo 70%. E’ chiaro che in una situazione  i lavoratori non possono recuperare dal punto di vista psicofisico e sono pertanto sottoposti ad un intenso livello di stress che pregiudica il numero e la qualità delle prestazioni erogate, aumentando anche il rischio clinico». Esplode il contenzioso -  «Non a caso dal 27 ottobre  -  prosegue Giuseppe Donati della Funzinoe pubblica  – in mancanza di una compagnia disponibile e a fronte di un incremento delle cause legali l’Asur è costretta ad assicurare direttamente i propri dipendenti». Secondo Donati questi sono i sintomi evidenti di un sistema ormai vicino all’implosione, perché non si può pretendere di mantenere lo stesso livello dei servizi diminuendo il personale in organico, senza al contempo dare alcuna indicazione  politica sul modello di un sistema che va necessariamente riorganizzato. «Se finora la sanità marchigiana ha retto – conclude Donati - è anche perché chi se lo poteva permettere, in mancanza di una risposta dal pubblico, si rivolgeva alle strutture private. Ma la crisi che imperversa, cancellando posti di lavoro e falcidiando i redditi, pregiudicherà anche questa soluzione».  L'ospedale unico - Secondo i responsabili della sanità della Cisl di Macerata una soluzione può essere rappresentata da un Ospedale unico per tutta la Provincia. Questo consentirebbe di avere un bacino d’utenza più appetibile per i grandi professionisti e di dare vita così ad una o più eccellenze ospedaliere, realizzando allo stesso tempo risparmi importanti attraverso le economie di scala.  La filiera della fragilità - Per il Segretario generale dei pensionati Cisl la condizione affinché ciò si realizzi è che i cosiddetti “Ospedali di polo”, ossia le strutture più piccole, non vengano chiusi ma riqualificati per dare risposte alla fragilità, alla post-acuzie e alla cronicità. Servono più posti letto di RSA e di Residenze protette per assistere i tanti anziani non autosufficienti ospitati nelle case di riposo della nostra provincia, il cui numero è almeno del 30% superiore a quello dei posti letto convenzionati con le Zone territoriali. «Per questo – sostiene Ottaviani -  ben venga il percorso regionale di riqualificazione delle residenze protette, volto a migliorare l’assistenza e a ridurre il costo delle rette, ma servono certamente più risorse da parte della Regione Marche».  Un appello alla classe politica - «Lanciamo un appello ai rappresentanti regionali eletti nei collegi maceratesi – conclude Ferracuti – affinché la politica torni ad essere un luogo in cui si elaborino progetti di lungo respiro, in grado di affrontare le sfide che questa stagione difficile ci propone, nella consapevolezza che se la coperta è corta, tutti devono potersi riparare allo stesso. Perché non è possibile che per un cittadino di Ancona si spenda di più che per tutti quelli delle altre Provincie». LEGGI GLI ARTICOLI PUBBLICATI SU: IL RESTO DEL CARLINO IL MESSAGGERO CORRIERE ADRIATICO http://www.youtube.com/watch?v=0ffs_r8ceBU
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29/12/2010 La Cisl chiede un ospedale unico provinciale
http://www.youtube.com/watch?v=0ffs_r8ceBU
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29/12/2010 Piano triennale dell'Ambito sociale n. 15
E' stato approvato il Piano triennale dell'Ambito territoriale sociale n. 15 di Macerata. Il Piano esprime la programmazione degli interventi e dei servizi sociali sul territorio dei comuni dell'Ambito 15 (Macerata, Corridonia, Appignano, Mogliano, Montecassiano, Petriolo, Pollenza, Treia e Urbisaglia) per il triennio 2010-2012. CLICCA QUI per leggere e scaricare il PIANO DI ZONA
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23/12/2010 Sanità: 250 posti a rischio nelle Marche
Sono circa 250 i lavoratori del comparto  e della dirigenza medica  e sanitaria Asur e delle aziende ospedaliere, con contratti a tempo determinato e atipici (co.co.co.) in scadenza, ma è la situazione complessiva della sanità marchigiana a destare grande preoccupazione. Tagliare personale vuol dire non garantire più i servizi quotidianamente erogati. Contestualmente poi ai numerosi pensionamenti ed ai limiti imposti dalla Manovra Finanziaria al recupero del turn -over vi sono fortissime preoccupazioni su come sarà la Sanità Marchigiana del 2011.Le segreterie regionali della Funzione Pubblica di Cgil, Cisl e Uil  consapevoli delle ricadute dei tagli che nel bilancio regionale di previsione ammontano a circa 70-80 milioni  all’anno per tre anni, come ha dichiarato l’assessore al Bilancio in sede di approvazione del bilancio di previsione 2011, sollecitano la Regione  ad esprimersi  su quale Sanità e quindi quali servizi vuole garantire ai cittadini marchigiani.L’incertezza lavorativa, tra l’altro, colpisce anche la dirigenza medica. “Sulla sanità non si può tagliare – ha ribadito Luca Talevi della Cisl – invece a causa dei prepensionamenti che non vengono rimpiazzati come dovrebbero, si va ad incidere sulla qualità e l’efficienza dei servizi che devono essere erogati ai cittadini. Inoltre quando il personale richiede, per esigenze famigliari, il part time il riscontro è spesso negativo”. Talevi sottolinea come ci sia incertezza sui livelli di contrattazione, mentre “solo con un confronto serrato sarebbe possibile individuare le scelte prioritarie e non andare avanti con una logica da emergenza quotidiana, zona per zona, senza una sintesi complessiva”.Insomma per Cgil, Cisl e Uil ci sarebbe bisogno di un rapporto costante con la Direzione dell’Asur e anche con la Regione, rapporto che attualmente è insoddisfacente e quando avviene è per proporre una logica non condivisibile.Tutti temi che saranno affrontati nell’incontro che l’Assessore regionale alla Sanità Mezzolani ha convocato per martedì 28 dicembre. Temi che saranno al centro della mobilitazione che avrà come tappa fondamentale la grande assemblea regionale unitaria del 4 febbraio  del pubblico impiego con i quadri sindacali categoriali e confederali per definire le azioni più opportune.Clicca sul seguente link per visualizzare il testo integrale del comunicato stampa http://www.scribd.com/full/47318262?access_key=key-2frnzj1gqfp5u4icubvu
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23/12/2010 Conferenza stampa
"Anziani e non autosufficienti": le richieste dei sindacati dei pensionati delle Marche": questo il tema della conferenza stampa organizzata da Spi Cgil, Fnp Cisl, e Uilp Uil Marche in programma il 28 dicembre. L'appuntamento è alle ore 11,30 presso la sede Cisl Marche - Via dell'Industria, 17 Ancona.
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