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30/09/2009 La cassa integrazione non va in ferie
Rispetto al settembre dello scorso anno l’incremento della Cig è quasi del 200%, secondo l’elaborazione dei dati Istat Inps da parte della Cisl Marche   “La ripresa dell’attività produttiva, dopo il periodo feriale, ha confermato tutte le preoccupazioni che avevamo manifestato alla fine di Luglio”. Una facile previsione forse ma ineluttabile che non serve alla Cisl Marche l’avevamo detto ma che resta utile a comprendere che il cammino dell’economia regionale è ancora in salita. L’elaborazione dei dati Inps e Istat relativi alla cassa integrazione da parte della stessa Cisl ne rappresentano una conferma insieme preoccupante ed evidente. Infatti i dati della Cassa Integrazione nelle Marche le ore rilevate a Settembre 2009  ( 948.654 ) fanno registrare un preoccupante balzo in avanti se rapportate a quelle rilevate a Settembre 2008 ( 302.456): + 646.198 ore autorizzate pari al + 199 % Il confronto diventa ancora più pesante se raffrontiamo, sempre a livello regionale, il periodo Gennaio – Settembre 2009  ( 15.504.198 ore autorizzate ) con Gennaio – Settembre 2008 quando le ore autorizzate furono 4.529.804. Quindi, prendendo a riferimento l’intero periodo, l’incremento delle ore autorizzate schizza ad un + 242% Il comparto produttivo in cui si registrano le difficoltà maggiori, prima limitate ad alcune crisi aziendali ed ora diffuse in tutto il territorio regionale, è quello della meccanica e della metallurgia; nel periodo preso in esame  i dati delle ore autorizzate nel comparto della meccanica  risultano essere allarmanti: gennaio - settembre 2009  7.700.085 ore;  gennaio - settembre 2008  2.001.298 ore per un totale di  5.698.787 ore e incremento del + 284% Altro settore, fondamentale per l’economia regionale ed in forte difficoltà, è quello della moda; l’industria della calzatura, concentrata nelle province di Fermo e Macerata, si vede autorizzate nel periodo gennaio -  settembre 2009 2.074.780 ore con un incremento di + 1.199.897 ore (+ 137%)  sullo stesso periodo del 2008 quando le ore autorizzate furono 874.883. Ma è l’insieme del sistema moda marchigiano ( tessile abbigliamento calzature) ad essere è in affanno come confermano le 3.255.528 ore autorizzate gennaio - settembre 2009 rispetto alle 1.239.381 del gennaio - settembre 2008 (+ 2.016.147 ore. Incremento pari al + 162%). L’industria del legno fa registrare in termini percentuali gli incrementi maggiori: gennaio – settembre 2009 1.141.017 ore autorizzate rispetto a gennaio – settembre 2008    107.795 ore autorizzate (+ 1.033.222 ore pari al + 958%). Questo dato sommato a quello dell’indotto dell’industria del mobile e del vetro (468.241 ore di cig autorizzate nel 2009 contro le 75.255 ore del 2008) fanno schizzare in alto gli incrementi di ore autorizzate nella provincia di Pesaro Urbino. Fortissimi aumenti anche per quanto riguarda la chimica e la gomma plastica: gennaio – settembre 2009  1.025.703 ore autorizzate contro le 196.901 ore autorizzate del gennaio – settembre 2008 (828.802 ore con un incremento del + 420 %). In difficoltà la filiera dell’edilizia; i dati sulla cig  autorizzata alle imprese edili e dei lapidei: gennaio – settembre 2009  891.858 ore vale a dire un incremento di  391.266 ore (incremento 78%) rispetto al gennaio – settembre 2008  500.592 ore.  Nel complesso la recente rilevazione sulle forze lavoro resa nota dall’ ISTAT il 22 Settembre 2009 evidenzia nelle Marche un incremento  di 1,9%  del tasso di disoccupazione  (dal 4,4 % del secondo trimestre 2008 al 6,3 del secondo trimestre 2009) e 44.000 persone censite che cercano attivamente lavoro (erano 30.000 le unità rilevate nel secondo trimestre 2008); “Sono dati, assieme all’utilizzo massiccio degli ammortizzatori sociali, che tratteggiano un quadro preoccupante delle dinamiche e delle tensioni che in questo momento segnano il  lavoro nella nostra regione” concludono i rappresentanti della Cisl Marche.   Rapporto sulla cassa integrazione periodo gennaio - settembre 2009           PROVINCIA   genn-settembre 2009 genn-settembre 2008 Differenze %           ANCONA ordinaria            3.435.810              398.237 + 762%     straordinaria            2.606.409           1.779.070 + 46%   totale            6.042.219           2.177.307 + 177%           ASCOLI - FERMO ordinaria            1.729.867              435.852 + 296%   straordinaria            1.520.648              659.771 + 130%   totale            3.250.515           1.095.623 + 196%           MACERATA ordinaria            1.248.573              331.708           + 276%   straordinaria            1.044.346              438.370 + 125%   totale            2.292.919              770.078 + 197%           PESARO-URBINO ordinaria            3.300.429              476.035 +  593%   straordinaria               618.116                10.761 + 5.640%   totale            3.918.545              486.796 + 704%           TOTALE MARCHE            15.504.198           4.529.804 + 242%    Ancona, 30 settembre 2009
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09/09/2009 Non lasciamo soli i precari della scuola
La difficile situazione economica ha messo a dura prova il lavoro nelle Marche, nell’industria, nell’artigianato, nei servizi, ove nel breve periodo sono purtroppo prevedibili ulteriori tensioni occupazionali. Ora il lavoro subisce un duro colpo anche nella scuola: infatti a causa dei tagli previsti dalla riforma Gelmini sono rimasti senza lavoro nella nostra regione circa 500 lavoratori della scuola, in parte insegnanti, in parte personale tecnico-amministrativo. Si tratta di lavoratori che da tempo hanno lavorato in modo precario, ottenendo solo di anno in anno o per periodi più brevi, una collocazione nel sistema scolastico e che ora di colpo restano a casa, senza prospettive alternative e con gravi disagi personali e familiari. Le organizzazioni sindacali hanno da tempo organizzato mobilitazioni e iniziative, chiedendo al Governo di farsi carico di questo grave problema sociale, di riconsiderare le scelte fatte o di costruire ipotesi alternative. Abbiamo chiesto di aprire il confronto e abbiamo avanzato proposte per mantenere nel circuito della scuola pubblica questi lavoratori e per migliorare gli ammortizzatori sociali a loro favore. I lavoratori della scuola a cui non sono stati rinnovati i contratti di lavoro devono essere impiegati per le supplenze, per progetti scolastici mirati a sostenere la qualità dell’offerta formativa, a partire dal contrasto alla dispersione scolastica, all’esercizio del diritto-dovere sull’obbligo formativo, alla salvaguardia delle piccole comunità. Questi lavoratori devono vedere il loro reddito integrato da un ammortizzatore sociale flessibile che permetta loro di rioccuparsi per brevi periodi e di avere una remunerazione mensile. La scorsa settimana c’è stato un incontro col Governo, che poi ha assunto degli orientamenti nel Consiglio dei Ministri. Ora il Governo deve concertare subito col sindacato i criteri che devono ispirare un provvedimento di legge da varare urgentemente, per dare rapidamente corpo ad iniziative a favore dei lavoratori precari rimasti a casa. Diamo atto alla Regione Marche che con l’Assessore Benatti ha avuto utili confronti con le organizzazioni sindacali e si è resa disponibile ad intervenire nel merito della delicata questione; contiamo quindi che con la Regione si possano concordare ulteriori misure, integrative di quelle che chiediamo al Governo, per favorire il sostegno al reddito e il reinserimento al lavoro di questi lavoratori con progetti mirati. Intanto continuiamo con le iniziative di mobilitazione e sensibilizzazione, a partire dalla manifestazione organizzate dalle varie sigle sindacali per il giorno 14 settembre alle ore 10 davanti alla sede dell’Ufficio Scolastico Regionale di Ancona. Ancona 7 settembre 2009                                       Stefano Mastrovincenzo (Segretario Cisl Marche)
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31/08/2009 Stanziate risorse per l'attuazione degli accordi di programma in aree di crisi
Apprendo con grande soddisfazione la notizia che il pre-Cipe ha ieri deliberato lo stanziamento di risorse specifiche per l’attuazione degli accordi di programma in aree di crisi, tra cui l’area dell’Antonio Merloni; tali risorse sono essenziali per fronteggiare la crisi occupazionale e per attuare un programma di rilancio e riconversione produttiva dell’indotto. La Cisl, insieme agli altri sindacati, si è impegnata al massimo livello per ottenere questo risultato. Va dato atto alla Regione Marche dell’impegno e della continuità con cui ha elaborato e sostenuto la proposta e al Ministero dello Sviluppo dell’attenzione con cui sta seguendo aree in difficoltà: si tratta finora di un buon esempio di cooperazione tra vari livelli istituzionali e tra istituzioni e parti sociali. Ora mi auguro che il Ministero deliberi rapidamente per l’utilizzo concreto di queste risorse e si possa realizzare in via definitiva l’Accordo di Programma. Ancona, 31 agosto 2009                                                                                          Stefano Mastrovincenzo                                                                                Segretario Generale CISL Marche
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01/08/2009 Favorire il part-time pubblico nella Marche: la sfida della Cisl
Favorire il part-time pubblico nelle Marche: la sfida della Cisl Mentre l’Italia, con i decreti Brunetta e anticrisi, fa giganteschi passi indietro sul fronte delle pari opportunità, la Cisl tenta un’inversione di rotta nel settore sanitario della nostra regione, chiedendo un confronto con la Giunta e l’Asur. Da diritto della lavoratrice a concessione delle Pubbliche Amministrazioni: passare dal tempo pieno al part time, per le donne italiane inserite nel pubblico impiego, sarà sempre più difficile e sempre più legato alla discrezionalità del datore di lavoro. Un gigantesco passo indietro sul fronte delle pari opportunità - proprio mentre l’America di Obama mette in campo una dietro l’altra misure al femminile - dovuto all’entrata in vigore  di alcuni recenti interventi legislativi: il decreto Brunetta e il decreto anti-crisi. La denuncia viene dalla Cisl Marche, nella persona del responsabile per le politiche sociali, il segretario regionale Mario Canale, che manifesta lo sconcerto per misure che vanno a penalizzare la condizione di lavoro femminile nel nostro Paese, e ribadisce l’impegno del sindacato a tentare, almeno per le Marche, un’inversione di rotta: “La Cisl è indignata – dice Canale - lo strumento del potere discrezionale non può essere lasciato in mano soltanto alla dirigenza e non deve essere un “favore” che può o non può essere concesso. Deve essere invece un’opportunità per molti lavoratori del comparto sanità o di altri comparti che sono in difficoltà nel conciliare lavoro-famiglia, anche per le note carenze dei servizi sociali marchigiani. In quest’ottica la Cisl Marche ha deciso di prendersi a cuore il tema del part-time  nella Sanità e chiede di aprire un tavolo di confronto con la Giunta e l’ASUR per trovare una soluzione condivisa: sarebbe un segnale importante per dimostrare che nelle Marche sulle pari opportunità  sappiamo cambiare veramente rotta”. Dunque un trend che non favorisce le donne benché in Italia da anni tutti i politici abbiano sbandierato ai quattro venti l’impegno per mettere in campo politiche forti di pari opportunità. “Fatto che certo non accade – continua Canale - con il decreto Brunetta che ha apportato modifiche alle modalità di trasformazione del rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale nel pubblico impiego: prima era un diritto della lavoratrice, ora è una facoltà alle Amministrazioni pubbliche. Una esigenza essenziale soprattutto delle lavoratrici madri o per chi deve accudire ai propri familiari è in mano alla discrezionalità dell’Ente o dell’Azienda. E se in teoria le zone territoriali sanitarie potrebbero arrivare ad avere una percentuale di dipendenti part time pari al 25% del totale, dall’entrata in vigore della nuova legge nessuna richiesta è stata accolta”. E senza considerare le ricadute dell’innalzamento dell’età pensionabile delle donne del pubblico impiego: non serve se contemporaneamente non si mettono in campo norme, leggi, servizi, orari di lavoro, sistemi fiscali e previdenziali per sostenere il lavoro familiare e favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro: questo ci insegnano importanti esperienze europee”. Ancona, 1 agosto 2009
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03/07/2009 Crisi economica brutte notizie
Il Dipartimento Mercato del Lavoro della Cisl Marche ha diffuso i dati di maggio 2009 sull’andamento del mercato del lavoro: la crisi continua a colpire duro. Tonino Bori: “Forze politiche e sociali lavorino nel dialogo e nella comune responsabilità per i cittadini più esposti”. È ancora pesante la crisi che stanno vivendo le imprese ed i lavoratori nei nostri territori. Lo confermano le ultime tabelle elaborate dalla Cisl Marche su dati dell’Inps, della Regione e delle Province. Cassa integrazione, mobilità e apprendistato mostrano chiaramente un andamento preoccupante. “La crisi morde ancora, al di là degli ottimistici pronostici, e avrà effetti ancora negativi sull’occupazione nei prossimi mesi – commenta Tonino Bori, del Dipartimento Mercato del Lavoro della Cisl Marche - bisogna chiedere ulteriori impegni al governo nazionale, nella tutela del lavoro, specie per i lavoratori precari, nella politica industriale, mentre a livello regionale va proseguita e rafforzata l’azione di vicinanza alle persone, che la Regione e le organizzazioni sindacali stanno mettendo in campo con le misure sui contratti di solidarietà, sui contributi per chi ha perso il lavoro, sugli ammortizzatori in deroga, sul sostegno alle famiglie che vivono il dramma della non autosufficienza”. E Bori detta la priorità dei prossimi mesi che ancora dovranno essere tutela dell’occupazione e rilancio dell’economia, con la pressante necessità di “un clima di dialogo tra le forze politiche e le forze sociali, di comune responsabilità verso il Paese e soprattutto verso i suoi cittadini più esposti”. I dati parlano chiaro, a partire da un ulteriore incremento, in maggio, delle ore di cassa integrazione autorizzate sia rispetto al mese di Maggio 2008, sia se il confronto viene sviluppato rapportando i dati in modo dinamico con Aprile 2009 o se si considerano tutti i primi cinque mesi dell’anno. Maggio 2009 registra infatti un + 67% di ordinaria ed un – 8% di straordinaria rispetto ad aprile 2009. E se la provincia di Ancona continua ad essere interessata dalla fortissima crisi della meccanica ed in particolare della Antonio Merloni (con 1.206.598 ore di cassa integrazione straordinaria e 694.578 ore di ordinaria nei primi cinque mesi del 2009), nelle province di Ascoli e Fermo i comparti più in difficoltà risultano essere il chimico con 173.763 ore di cassa autorizzate, il calzaturiero con 603.193 ore e l’alimentare con 149.585 ore. Nella provincia di Macerata, gli aumenti significativi interessano tutti i settori: le calzature con 306.901 ore, la meccanica con 183.237, la gomma plastica con 141.911 ed il legno con 40.000 ore. Pesaro è la provincia che vede incrementare in maniera fortissima la cassa ordinaria ed esplodere le ore di straordinaria, che lo scorso anno non è stata praticamente utilizzata: il legno (270.000 ore) e la meccanica (518.000) i settori più colpiti, seguiti dall’industria di trasformazione di minerali non metalliferi (vetro, ceramica, laterizi ecc.) con 180.000 ore e dall’abbigliamento che si vede autorizzate 127.000 ore. Anche l’andamento delle iscrizioni alle liste di mobilità dei lavoratori licenziati nel periodo Gennaio-Maggio 2009 fa registrare un fortissimo incremento in tutte le province se raffrontato allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre i contratti di apprendistato avviati nei primi cinque mesi del 2009 sono stati 4.248, a fronte dei 7.086 dello stesso periodo del 2008: una contrazione del - 40% con punte che arrivano al - 61 % in territori particolarmente colpiti dalla crisi come il Fabrianese.
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02/03/2009 Congresso Cisl Ancona 3-4 marzo 2009
Io lo so che non sono solo E' il significativo  titolo del XVI congresso UST Cisl  Ancona, per ribadire la presenza e il sostegno del sindacato sul territorio, che si apre domani (3 marzo ndr) e si concluderà mercoledì con l'elezione della nuova segreteria. All'interno  una tavola rotonda dedicata al tema del capitale umano per lo sviluppo del territorio.  La Cisl Ancona a Congresso. Si apre domani 3 marzo 2009, il XVI congresso provinciale del sindacato anconetano. Un momento di democrazia formale e sostanziale, l’occasione per verificare e ridefinire le linee dell’organizzazione. Un'organizzazione che nel 2008 ha registrato 47.365 iscritti, confermandosi la provincia con più tesserati Cisl, con un incremento di circa 2590 unità nell'ultimo quadriennio. Dunque domani (3 marzo ndr) si apriranno i lavori per i 235 delegati in rappresentanza delle 18 categorie e delle 22 sedi presenti nel territorio provinciale. Alle 9.30 la relazione introduttiva del segretario provinciale Cisl Paolo Santini presenterà il tema del congresso: la centralità e il sostegno che il sindacato può e deve offrire ai lavoratori. Ospiti il segretario confederale nazionale Cisl Gianni Baratta e Agnese Moro, figlia del grande statista democristiano, a cui verrà consegnata la pubblicazione realizzata dalla Cisl Ancona in memoria del padre. Sarà invece dedicata alla tavola rotonda “Capitali dello sviluppo - Sviluppo dei capitali”, la mattina del 4, un confronto aperto allo sviluppo umano e alla necessità di un welfare “nuovo e attivo”, in cui il  territorio e la città rivestano un ruolo rilevante. Rosangela Lodigiani, docente di Politiche di Capitale umano dell'Università Cattolica di Milano, Patrizia Casagrande, presidente Provincia di Ancona e Angelo Stango, di Confindustria Ancona, saranno gli ospiti del dibattito, a cui seguirà nel pomeriggio l'elezione dei nuovi organismi e la proclamazione dei componenti della nuova segreteria. Ancona, 2 marzo 2009
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06/02/2009 FNP-Cisl confermato il Segretario Gilberto Bora
Bilancio positivo per il XVI congresso territoriale della FNP-Cisl di Ancona. Numerosa la partecipazione: 101 delegati  presenti, per 25000 iscritti, per rinnovare i componenti del direttivo. All'interno del congresso anche una tavola rotonda dedicata al protagonismo degli anziani nelle comunità locali. Confermato Gilberto Bora alla guida della FNP-Cisl di Ancona. Due giorni di lavori (4 e 5 febbraio ndr) per il XVI congresso territoriale della FNP-Cisl anconetana: 101  i delegati presenti in rappresentanza dei 25.000 iscritti al sindacato dei pensionati, che ieri (5 febbraio ndr) hanno riconfermato alla guida della categoria Gilberto Bora, mentre hanno rinnovato per circa il 40% la composizione del direttivo. Pensionati che risultano essere sempre di più una risorsa attiva a disposizione della collettività, capaci di trasmettere valori, ma anche di condividere l' esperienze professionali accumulate negli anni. Una vera e propria svolta culturale sta avvenendo all'interno del “mondo anziani”  ben fotografata dalla FNP-Cisl  grazie alla tavola rotonda “Il protagonismo degli anziani nelle comunità locali”, che ha preceduto il  congresso territoriale, a cui hanno partecipato tra gli altri: Antonio Uda, segretario nazionale FNP-Csil, Gilberto Bora, segretario generale FNP-Cisl Ancona, Paolo Santini, segretario generale UST-Cisl Ancona, Antonio Aprile, direttore generale Inrca, Giuseppe Acocella, docente di etica sociale all'Università di Napoli e Bruna Aguzzi, assessore politiche sociali Comune di Jesi. Un dibattito incentrato sul ruolo che possono svolgere oggi gli anziani nelle comunità locali: “Sono un grande valore aggiunto e una ricchezza condivisa per la nostra società, che ha il dovere di difendere, valorizzare e promuovere il loro ruolo, infatti è fondamentale che ognuno viva dignitosamente a qualsiasi età.” Ha osserva  Gilberto Bora, aggiungendo  “Gli anziani infatti  rappresentano il 20% della popolazione nazionale, inoltre proprio Ancona risulta essere la città più longeva d'Italia”. Anche il segretario Paolo Santini, ha sottolineato la fondamentale centralità degli anziani, soprattutto in un momento di crisi economica come quello che stiamo attraversando “L'anziano non è colui che trascorre le ore seduto in panchina, vecchio stereotipo duro a morire, o colui che è solo un sostitutivo dei figli accudendo ai nipoti. Oggi l'anziano è attivo nelle dinamiche sociali ed è ancora in grado di portare un grande contributo economico alla nostra società”. Nelle conclusioni, Antonio Uda ha auspicato ad un protagonismo sano del mondo della terza età: “Gli anziani veicolano due diversi tipi di saperi che rappresentano  e esprimono un sapere etico e uno di competenze lavorative, inoltre sono a disposizione di tutta la collettività. E' questo il protagonismo da promuovere e incentivare”. Ancona, 6 febbraio 2009
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