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  • Acqua rifiuti e gas, tavola rotonda a Macerata

Acqua gas, rifiuti e non solo. Parlare di servizi pubblici essenziali significa affrontare temi che attengono ai diritti fondamentali della persona con implicazioni economiche importanti e con conseguenti responsabilità pubbliche nell’erogazione delle prestazioni. La Cisl di Macerata lo ha fatto in una tavola rotonda che si è svolta giovedì 24 marzo all’Istituto Agrario “G. Garibaldi” di Macerata.

L’occasione è offerta dall’ormai prossima scadenza, il 31 dicembre 2011, del termine per la cessazione di tutti gli affidamenti diretti dei servizi in questione dai Comuni alle loro società municipalizzate.  Il "Decreto Ronchi" prevede che i servizi dovranno essere affidati attraverso bandi di gara ai quali potrà partecipare qualsiasi soggetto d’impresa italiano o europeo, pubblico o privato. L’unico modo per evitare la gara è che la società municipalizzata che gestisce il servizio si apra alla presenza di un socio privato gestore, a sua volta individuato con gara pubblica, che dovrà partecipare ad una quota non inferiore al 40% del capitale sociale.

Forte è il rischio che subentrino grandi società, magari estere, e che vengano solleticati gli appetiti della criminalità organizzata. "Per questo - sostiene Marco Ferracuti, Segretario generale della Cisl di Macerata -sarebbe preferibile una grande azienda provinciale, vicina al territorio e più sensibile alle sue necessità". Su questo tema preoccupa il silenzio assordante di istituzioni e forze politiche, che la Cisl di Macerata ha invitato ad aprire un confronto e una discussione pubblica aperta e trasparente.

 La scelta tra l’una o l’altra soluzione – ha spiegato l’Avvocato Alessandro Lucchetti, Docente dell’Università di Macerata – dipende dalla volontà del soggetto gestore di partecipare ad una o più gare, aprendosi anche alla competizione nazionale, nel qual caso metterà a gara l’intero servizio, o di rinchiudersi nel proprio territorio aprendosi alla partecipazione al capitale di un socio privato.

Sulla necessità di superare la grande frammentazione esistente nella gestione dei servizi pubblici concordano le amministrazioni comunali di Macerata e Civitanova Marche, che circa venti giorni fa hanno aperto un tavolo con quelle di Tolentino e San Severino per cercare di capire se e quali servizi si possono provare a gestire insieme.

A tenere banco è anche la spinosa  questione dell’acquisizione della Smea, azienda municipalizzata maceratese, da parte del Cosmari, il Consorzio provinciale per lo smaltimento dei rifiuti. Sul tema, il Sindaco di Macerata Romano Carancini ha invitato tutti ad una scelta coraggiosa. «Non chiudere ora questa vicenda – ha affermato Carancini - sarebbe una ferita grave.  Noi non faremo barricate ma non ci faremo nemmeno mettere al muro».

In un quadro di normativo già incerto mancano regole ancora da scrivere, come una legge regionale che individui il soggetto titolare del potere di operare questa scelta importante. In proposito è polemico  l’Assessore regionale con delega ai servizi pubblici Antonio Canzian, secondo cui il “Decreto Ronchi” non attua affatto la normativa comunitaria, come erroneamente si vuol far credere. Al contrario esso rappresenta una precisa scelta politica di ridimensionamento del ruolo del soggetto pubblico e di sostegno della privatizzazione della gestione dei servizi.  «Non si può scindere la proprietà formale delle reti dalla gestione del servizio – afferma Canzian – perché il vero proprietario dell’acqua sarà il gestore”.

Il ritardo della Regione nel formulare una proposta legislativa, secondo Canzian, è dovuto anche dalla necessità di conoscere gli esiti del referendum abrogativo dell’art. 23 bis, che in caso di accoglimento farebbe cadere tutta la normativa vigente sui servizi pubblici.

Sul tema dei servizi pubblici locali, secondo il  Segretario generale della Cisl Marche Stefano Mastrovincenzo, si è vicini al  punto di rottura del campanilismo marchigiano. In un contesto reso difficile dalla crisi economica le amministrazioni comunali sono in difficoltà per la riduzione dei trasferimenti dallo Stato e tantissimi cittadini chiedono al sindacato di intervenire contro il distacco delle utenze. L’obiettivo, secondo Mastrovincenzo, è garantire servizi efficienti a costi sostenibili, valorizzando il territorio e garantendo trasparenza e controllo attraverso spazi di partecipazione del sindacato e delle associazioni dei consumatori ai comitati interni alle grandi società municipalizzate.

 «Il sindacato – ha concluso il Segretario generale della Cisl Marche – è disponibile a dare una mano per favorire le aggregazioni, ad esempio creando ambiti provinciali. Vanno evitate però scelte mirate solo a fare cassa e va creata, con legge regionale, un’autority di controllo con poteri sanzionatori e clausole sociali per la salvaguardia dei lavoratori».

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