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  • Sindacati e imprese, no alle aperture senza regole

I sindacati di Categoria del Commercio di Cisl Cgil e Uil di Macerata, insieme a Confcommercio e Confesercenti, protestano contro le aperture indiscriminate degli esercizi commerciali nei giorni festivi e preannunciano iniziative di sensibilizzazione della cittadinanza e delle istituzioni su un tema delicato, già al centro di forti polemiche a livello nazionale in occasione dello scorso primo maggio. 
 La legge regionale n. 16 del 2010 aveva messo ordine nella materia prevedendo un numero vincolato di festività - non più di 28 in un anno – durante le quali le Amministrazioni comunali possono autorizzare l’apertura degli esercizi commerciali in sede fissa. Contro questa norma il Comune di Porto S. Giorgio ha fatto ricorso al Tar e in attesa di conoscere l’esito del giudizio l’efficacia della legge è stata sospesa. 

Il problema riguarda tutti i Comuni del maceratese, in particolare quelli della costa, dove l’afflusso di turisti nel periodo estivo può indurre molti esercizi commerciali a decidere di utilizzare la deroga e rimanere aperti. Non a caso a Civitanova Marche l'amministrazione comunale  - che ha fatto delle aperture festive un punto fermo dell'azione di governo - ha subito colto la palla al balzo autorizzando le deroghe. Ora il rischio è che altri Comuni, in primis Tolentino, facciano altrettanto. 

«Sarebbe una cosa positiva se rimanessero aperti i negozi dei centri storici – afferma Marco Squartini, Segretario generale della Fisascat, la categoria dei lavoratori del Commercio della Cisl – purché le deroghe fossero parte di una strategia più ampia di rivalutazione delle città come luogo di socialità per le famiglie. Invece a restare aperti saranno gli esercizi commerciali della grande distribuzione situati nei centri commerciali, senza alcun reale vantaggio per la città e per lo sviluppo del turismo». 

 Nessun vantaggio consistente neanche per i lavoratori. Il lavoro domenicale non viene considerato “straordinario” e alle ore lavorate si applica una maggiorazione retributiva insignificante che non ricompensa adeguatamente i lavoratori, molti delle quali donne e mamme costrette a sottrarre tempo ai figli e alla famiglia. 

 Per il sindacato la battaglia è anche culturale. «Sarebbe bello – conclude Squartini - riuscire a far capire alla gente che la domenica, in particolare d’estate, si possono fare cose più interessanti che affollare i centri commerciali che già sono aperti 13 ore al giorno. Anche le amministrazioni comunali dovrebbero fare la loro parte, ad esempio evitando di delegare ai centri stessi l’organizzazione di eventi per dare un senso alle aperture domenicali e sviluppando invece iniziative per rivitalizzare e valorizzare le città. 

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