Al termine di una settimana in cui la città di Macerata ha vissuto lacerazioni e strappi di cui, specie in un momento difficile come quello attuale, avremmo fatto volentieri a meno, come CGIL CISL UIL di Macerata esprimiamo lo sgomento per aver visto un’intera comunità di fatto costretta a discutere attorno a un indegno confronto tra aborto e pedofilia.
Senza discutere la posizione morale della Chiesa cattolica e la libertà di coscienza dei cattolici, che anzi rispettiamo e tuteliamo come forme di espressione della libertà religiosa e della libertà individuale, riteniamo che nessuna posizione morale possa legittimare, neanche come forma di provocazione, un aberrante classifica che renderebbe l’esercizio di un diritto come l’aborto più grave della commissione di un reato come la violenza o molestia sessuale su un minore.
Vorremmo però cercare di andare oltre una legittima polemica, esprimendo la nostra preoccupazione per un clima di crescente tensione e scontro attorno a temi che dovrebbero invece rappresentare un punto di arrivo indiscusso della nostra convivenza civile e che afferiscono ai diritti delle donne.
Ci preoccupa una cultura strisciante e trasversale a ambienti diversi che tende a ricostruire attorno all’interruzione volontaria della gravidanza uno stigma sociale e morale che speravamo ormai superato.
I continui e reiterati attacchi alla legge 194, provenienti da più parti, preoccupano perché colpiscono al cuore la libertà di scelta della donna e il diritto alla maternità consapevole. In una battaglia ideologica oscurantista e di retroguardia si smarrisce il valore profondo di quella legge che ha saputo mediare posizioni diverse e ha di fatto riconosciuto il diritto della donna a interrompere la gravidanza all’interno di un percorso pubblico di accompagnamento orientato a lasciare alla donna stessa, e solo a lei, la libertà di scelta e, al contempo, a non lasciarla sola nell’esercizio del suo diritto ad abortire, così come del suo diritto a proseguire la gravidanza. Ci preoccupa un sistema pubblico che, non investendo sui consultori, rischia di rendere difficilmente esigibile questo diritto e lasciare davvero le donne sole.
Ci preoccupano le tante, troppe volte in cui abbiamo visto in qualche modo giustificare, derubricare o addirittura banalizzare le violenze sulle donne. Ci preoccupa il crescere di linguaggi misogini e violenti che attaccano e denigrano il corpo delle donne.
Ci preoccupa il permanere e forse il rafforzarsi di stereotipi culturali e sociali che attribuiscono alle donne i compiti di cura e interpretano la conciliazione lavoro-famiglia come problema esclusivo delle donne.
Ci preoccupa un sistema di servizi pubblici non all’altezza della sfida di garantire alle donne, a tutte le donne, reali possibilità di conciliazioni dei tempi di vita.
Stereotipi e carenze che portano il nostro Paese ad avere uno dei tassi di partecipazione delle donne al mercato del lavoro più basso in Europa. Stereotipi e carenze che a tutt’oggi portano una donna su quattro ad abbandonare il lavoro dopo la nascita dei figli.
Ci preoccupa un mercato del lavoro in cui la parità di genere è una chimera, dove una donna è pagata almeno il 10% in meno di un uomo per svolgere la stessa identica mansione, dove le posizioni apicali sono spesso precluse alle donne bloccate da un “soffitto di cristallo” soffocante, dove il lavoro di cura che le donne svolgono in famiglia non ha alcun riconoscimento contributivo.
Sui diritti delle donne non si torna indietro, mai. Ma anzi dovremmo tutti impegnarci per costruire alleanze larghe e inclusive per reagire ai rischi di arretramento dei diritti e agli attacchi alla parità di genere.
È in questa prospettiva che, consapevoli anche del ruolo di emancipazione e educazione che il sindacato confederale ha sempre avuto nella storia del Paese, come CGIL CISL UIL di Macerata proporremo alla città, in occasione del 25 novembre – Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, un momento pubblico, aperto e inclusivo in cui condividere contributi di riflessione e di esperienza che possano aiutarci a rafforzare una cultura condivisa dei diritti e di tutela delle donne.
CGIL – CISL – UIL
Macerata
Rossella Marinucci – Silvia Spinaci – Manuel Broglia