«Uno sviluppo vero ed equilibrato deve necessariamente poggiarsi sull'unità organica delle vocazioni umane e produttive. Tanto più in una regione come le Marche, che fa dell’eccellenza un tratto comune a manifattura, agroalimentare, turismo, artigianato, pesca e filiere ambientali. Un motore straordinario, e un modello che va riscoperto e valorizzato con adeguati investimenti pubblici».
Così Luigi Sbarra, segretario generale aggiunto Cisl, che oggi ha concluso i lavori del Consiglio Generale della Cisl Marche.
«Spesso – ha aggiunto – quando si parla di questa regione non si riesce ad andare oltre la vuota ‘retorica del sisma’. Per rendere merito alla dignità di della comunità non servono parole, ma risorse vere che promuovano fiscalità di sviluppo, nuova occupazione, servizi per gli anziani, infrastrutture e competitività. Vuol dire muovere capitali freschi per le reti fisiche, logiche e di relazione sociale. Significa scongiurare lo spopolamento delle aree interne, rilanciare i distretti industriali e le comunità rurali, potenziare welfare e assistenza per la non autosufficienza. Nelle Marche e in tutto il Paese dobbiamo tenere insieme i fili di un cambiamento condiviso».
Entrando in temi nazionali, Sbarra ha ricordato il tavolo con il Governo sugli ammortizzatori al via il 1 ottobre, «occasione che l’Esecutivo non può perdere per dare garanzie a decine di migliaia di lavoratori in Cassa integrazione con assegni in scadenza e consolidare la rete attiva e passiva di protezione sociale». Quanto alla Manovra, «la Cisl chiede uno scatto su occupazione e crescita: non si tratta solo di ‘dare lavoro ’, ma di riscattare le vite di milioni di persone, e con esse le condizioni delle aziende, che per il 75 per cento si rivolgono al mercato interno”. Anche per questo “la politica industriale di questo Paese va ridisegnata su binari specifici in ogni territorio. Dobbiamo passare da Industria 4.0 a Impresa 4.0, introducendo nuovi meccanismi di fruibilità per quelle piccole aziende e quell’artigianato che vive di territorialità e dà forza al nostro sistema produttivo, specialmente nelle Marche».