La vaccinazione della popolazione è decisiva per vincere l’epidemia ed è un diritto di tutti e e un atto di responsabilità di ciascuno, ma è indispensabile che avvenga nel rigoroso rispetto del piano vaccinale nazionale e delle recenti raccomandazioni del Ministero della Salute a garanzia innanzitutto nell’ordine di priorità delle categorie di soggetti in esse definito; priorità che tengono conto dell’età e delle condizioni patologiche delle persone.
È ciò che le Segreterie regionali di CGIL CISL UIL hanno evidenziato chiaramente al Presidente Acquaroli che ha proposto a tutte le associazioni datoriali e sindacali l’avvio di una campagna di vaccinazioni nei luoghi di lavoro.
Si ritiene quindi indispensabile, soprattutto alla luce di alcune notizie apparse sulla stampa, ribadire con chiarezza che prima di avviare le vaccinazioni nei luoghi di lavoro è necessario che vengano accelerate e garantite le vaccinazioni dei soggetti prioritariamente individuati: over 80, ospiti delle case di riposo, delle residenze protette e delle RSA visto che non tutti hanno ricevuto la prima dose e sono ancora pochi quelli che hanno ricevuto la seconda, mentre stenta ancora a partire la vaccinazione degli over 80 costretti a domicilio perché non deambulanti o non in grado di raggiungere i centri vaccinali.
Vanno poi vaccinate le persone con elevata fragilità, estremamente vulnerabili o con disabilità grave (dializzati, malati oncologici, diabetici e altre categorie di persone più a rischio), i loro familiari e caregiver che offrono assistenza continuativa; va completata la vaccinazione del personale scolastico e universitario, delle forze armate, di Polizia, dei servizi penitenziari, del soccorso pubblico. Vanno poi vaccinate le persone tra i 70 e 79 anni e a seguire quelle tra i 60 e i 69 anni e poi quelle con meno di 60 anni con comorbidità.
In parallelo va valutata la modalità di estensione ai luoghi di lavoro ricordando che nelle raccomandazioni del Ministero si evidenzia che tali vaccinazioni sono possibili solo se le dosi di vaccino disponibili lo permettono, avendo esse un carattere complementare rispetto agli interventi gestiti dal Servizi sanitari regionali.
Per dare un impulso equilibrato alla campagna di vaccinazione sui luoghi di lavoro, è inoltre necessario attendere l’esito del confronto che si è aperto a livello nazionale tra le forze economiche e sociali e i Ministri della Salute e del Lavoro (prossimo incontro previsto per il 25 marzo) per aggiornare il Protocollo nazionale di regolazione delle misure per il contrasto della diffusione Covid-19 negli ambienti di lavoro del 24 aprile 2020 e definire garanzie e criteri di somministrazione in sicurezza del vaccino nei luoghi di lavoro, evitando fughe in avanti e improvvisazioni che possono ingenerare solo confusione e diseguaglianze tra i cittadini di diverse realtà territoriali.
CGIL CISL UIL hanno poi ribadito al Presidente Acquaroli la necessità che siano aggiornati i Protocolli aziendali anti-contagio Covid-19, con il coinvolgimento dei Comitati previsti dal Protocollo nazionale, e l’attivazione del confronto preventivo con le rappresentanze sindacali territoriali e ove presenti, con le RSU e con il RLS/RLST. E’ necessario poi definire anche protocolli operativi specificando: la platea dei soggetti coinvolti, le sedi di vaccinazione, il personale medico, infermieristico e amministrativo coinvolto.
È stata richiesta poi un’adeguata campagna d’informazione su questa specifica articolazione della campagna di vaccinazione nonché un’adeguata specifica informativa sindacale a tutti i lavoratori dipendenti in forza nelle singole aziende coinvolte.
È importante sottolineare poi che, ribadita la volontarietà, siano rispettate con il massimo rigore le norme sulla riservatezza legata ai trattamenti sanitari, a tutela di ogni lavoratore.
Secondo Daniela Barbaresi, Sauro Rossi e Claudia Mazzucchelli, Segretari generali di CGIL CISL UIL Marche: «Tutti devono potersi vaccinare in sicurezza ma senza fughe in avanti o percorsi preferenziali. Per questo, prima di avviare le vaccinazioni nei luoghi di lavoro, occorre accelerare e garantire la vaccinazione dei più anziani e dei soggetti fragili e soprattutto è indispensabile attendere l’esito del confronto che si è aperto a livello nazionale per definire il quadro delle garanzie e dei criteri di vaccinazione nei luoghi di lavoro».