Negli ultimi anni, molte banche hanno deciso di chiudere filiali e sportelli bancari situati nelle aree interne del Paese, e nello specifico anche nelle Marche, causando preoccupazione e disagio alle persone che vivono in queste zone, ma anche per molte piccole imprese la chiusura delle filiali può rappresentare un problema.
Per questo la First CISL nazionale ha promosso un Osservatorio sulla desertificazione bancaria, che riporta gli studi e le analisi del Comitato scientifico della Fondazione Fiba, relativi all’andamento delle chiusure in tutte le regioni italiane comprese le Marche, «con l’obiettivo di seguire l’evoluzione del fenomeno e di sensibilizzare l’opinione pubblica e la classe politica sulle conseguenze che la desertificazione bancaria comporta per lo sviluppo del Paese e la tenuta del suo tessuto sociale» ha precisato il Segretario Generale della First CISL Marche, Mario Raimondi in conferenza stampa.
Dai dati regionali, analizzati dall’ Osservatorio, risulta che, al 31 dicembre 2022, il 15 % del territorio marchigiano è stato colpito dalla desertificazione e che sono 54mila le persone che risiedono in comuni dove non si registra la presenza di alcuna banca, 19mila unità in più rispetto al 2021, mentre sono 4.200 le imprese che hanno sede in comuni senza sportelli bancari, 1400 in più rispetto al 2021.
«Un trend preoccupante per le Marche, una regione di piccoli comuni, dove l’evolversi di questo processo può causare enormi difficoltà socio -economiche, in particolare nelle aree interne e montane, dove la chiusura di filiali e sportelli è ormai inarrestabile: il 25% dei comuni marchigiani non ha sportelli bancari sul suo territorio e solo nel 2022 ne sono stati chiusi in 11 comuni. - ha affermato Mario Raimondi, Segretario Generale First CISL Marche a margine della conferenza stampa che si è tenuta nella mattinata di oggi - Il fenomeno, anche alla luce delle prossime chiusure del 2023 da parte di banche nazionali, potrebbe esplodere raggiungendo il dato della metà dei comuni della regione senza sportelli bancari, infatti almeno 12 filiali e sportelli chiuderanno nel 2023 in Intesa San Paolo ed almeno 10 filiali e sportelli chiuderanno nel 2023 in BPER.»
In un contesto in cui il mondo bancario è sempre più orientato verso la digitalizzazione, l'efficienza e la riduzione dei costi, «questa tendenza in aumento è sicuramente accompagnata dal rischio di avere ricadute socio-economiche significative sulle comunità locale. Ciò significa per molte persone, in particolare anziane o con problemi di mobilità, dover sopportare pesanti disagi per accedere ai servizi bancari necessari alla loro vita quotidiana. Inoltre, le chiusure degli sportelli bancari possono anche avere un impatto economico sulle comunità locali. Senza un'istituzione bancaria fisica presente, le imprese locali avrebbero non pochi problemi ad ottenere finanziamenti o depositare i propri guadagni. - ha concluso Raimondi - Questo potrebbe rallentare la crescita economica e ridurre le opportunità di lavoro nelle aree interne già molto penalizzate.»