SEGNALI DI RIPRESA non se ne vedono. Le offerte di lavoro sono ferme nelle ultime settimane come nei mesi scorsi. Le procedure per l'ottenimento della cassa integrazione continuano ad essere aperte dalle aziende, nonostante queste abbiano già mandato a casa tanti lavoratori. Un leggero spiraglio sembra aprirsi per l'edilizia, ma è ancora presto per parlare di ripresa. Sono questi i tratti principali della fotografia che tracciano i sindacati, ogni giorno in prima linea per difendere il diritto al lavoro nelle aziende. «Non vedo un'inversione di tendenza alla crisi che attanaglia il territorio — spiega Leonardo Lenci, responsabile Cisl — intravedo qualche movimento positivo nell'edilizia, ma non è facile dire se sia dovuto alla bella stagione o se sia un segnale positivo per l'economia e l'occupazione. Le procedure per la cassa inte-grazione intanto continuano ad essere aperte». A vedere nero il futuro occupazionale e produttivo del territorio anche Domenico Sarti, segretario della Camera del Lavoro di Jesi: «Le ore di cassa integrazione nelle scorse settimane erano stabili e la domanda di lavoro continua ad essere praticamente inesistente». AD AVERE LA PEGGIO le piccole imprese. «In questi giorni — racconta Lenci — una piccola azienda metalmeccanica jesina la «Osl» che ha sede in zona Gallodoro, ha avviato le procedure per la liquidazione. Sono altri 20 dipendenti circa che si trovano senza un lavoro e vanno ad aggiungersi a quelli piu tristemente noti in queste ultime settimane di Caimi2». Nelle grandi aziende invece chi si e trovato senza un posto di lavoro ne tutele sono i precari, spesso giovani: «Il ricorso alla mobilità — spiega Vincenzo Gentilucci, responsabile metalmeccanico Uil — è stato minore nelle grandi realtà dove non ci sono piu contratti a termine». Ad incassare il colpo più violento proprio la metalmeccanica, come spiega Gentilucci: «Non vediamo segnali di ripresa, anzi praticamente tutte le aziende continuano a ricorrere alla cassa integrazione, nonostante le operazioni di mobilità che continuano a mettere in campo. C'è forse più fiducia da parte delle aziende alcune delle quali hanno iniziato le ristrutturazioni ma la stessa fiducia non può esserci nei lavoratori e in noi rappresentanti sindacali». «L'indotto è stato il piu penalizzato — spiega Gentilucci — e l'automobilistico avrà probabilmente un periodo sfavorevole nei secondo semestre. L'impressione è che non avremo più quel trend positivo costante che avevamo prima della crisi, bensì dei picchi positivi seguiti da altrettanti cali produttivi». «Nelle ultime tre settimane — sottolinea Lenci — l'offerta di lavoro e ferma se si eccettua qualche richiesta per gli operai specializzati. Anche il collocamento pubblico è fermo da oltre venti giorni». «Le offerte di lavoro al centro per l'impiego — gli fa eco Sarti — sono assenti oramai da mesi, se si eccettuano le richieste di agenti di commercio».