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  • Si al Gestore Pubblico unico dell’Igiene ambientale: nell’imminenza definire prima le tutele per i lavoratori

La Fit Cisl Marche, nell’imminenza della revisione del Piano Regionale di gestione dei Rifiuti, della definizione di Piani d’ambito dei bacini provinciali e dell’emanazione di delibere di affidamento del servizio di raccolta, trasporto dei rifiuti e spazzamento, ritiene necessario evidenziare alcuni temi salienti che devono trovare “cittadinanza” nei documenti suddetti.

«Se è vero che un processo di razionalizzazione del servizio di gestione dei rifiuti a livello provinciale porterà significativi vantaggi per la collettività, è anche necessario e definire meglio le tutele per i lavoratori che vi operano» dichiarano Daniela Rossi, Segretaria Generale Fit Cisl Marche, e Claudio Giuliani, Segretario Regionale Fit Cisl Marche.

Nello specifico:

·        Un incontrovertibile cenno alle politiche/azioni virtuose di salvaguardia della tutela della salute e sicurezza dei lavoratori da applicare, in considerazione della specifica e usurante metodologia di raccolta di rifiuti scelta dall’Ata (Porta a Porta); necessaria la sottoscrizione di un protocollo di intesa (vedasi a tal fine gli atti legislativi regionali e i protocolli in materia sottoscritti fra OO.SS e Regione Toscana, per esempio);

·        Un riferimento esplicito riguardo l’applicazione del ccnl di riferimento per questo settore merceologico, ovvero il contratto di settore dell’igiene ambientale sottoscritto con Utilitalia, fise, etc;

·        Il richiamo all’applicazione della clausola sociale, prevista dal ccnl dell’igiene ambientale, per tutti i dipendenti, sia del Personale Operativo che Amministrativo;

·        Una puntuale definizione delle politiche di investimenti in mezzi ed attrezzature all’avanguardia che siano mirati a ridurre al minimo la gravosità del lavoro degli operatori ecologici nella loro totalità.

 

La Fit Cisl Marche è pronta a confrontarsi con l’Assessore Stefanio Aguzzi e gli organismi deliberanti delle Ata provinciali della Regione. La definizione di protocolli che salvaguardino il lavoro non sono più procrastinabili; perciò ci auguriamo, che si possano definire linee guida che traguardino gli obbiettivi prefissati. In assenza sarà indifferibile la mobilitazione di tutti i lavoratori interessati.