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06/05/2010 Residenze per anziani, necessario il super OSS
Macerata - Da alcuni mesi a questa parte alcune strutture residenziali per anziani della provincia di Macerata sono sotto pressione per i controlli incrociati da parte dei NAS e dell’Ispettorato del lavoro. Oggetto del positivo e costante lavoro degli ispettori sono le condizioni di vita delle persone, le condizioni igienico sanitarie delle strutture, il rispetto dei requisiti strutturali ed organizzativi necessari per l’autorizzazione delle attività, nonché la legalità e la genuinità degli appalti dei servizi assistenziali. Lacune scaricate sui lavoratori Il caso delle dipendenti della casa di riposo Sant’Agostino di Pievetorina, indagate per concorso nel reato di esercizio abusivo della professione infermieristica, rende necessario affrontare con urgenza alcune gravi lacune del sistema regionale di assistenza agli anziani non autosufficienti. Lacune sulle quali la Cisl da tempo chiede risposte, e le cui conseguenze non possono in alcun modo essere scaricate sui lavoratori. Gli standard di assistenza e le capacità del sistema La normativa in vigore stabilisce che ad ogni anziano non autosufficiente ospitato in una residenza protetta regionale debbano essere garantiti almeno 20 minuti al giorno di assistenza infermieristica. Le difficoltà nel reperire personale infermieristico sul mercato del lavoro, ma soprattutto la mancanza di risorse finanziarie sufficienti, ha fatto si che su circa 3.400 ospiti delle residenze protette marchigiane, circa 3.000 ricevano solo la metà di quanto previsto. Oltre ad essere insufficiente per assistere efficacemente anziani afflitti da patologie croniche, invalidanti o degenerative, 10 minuti al giorno è un tempo che mal si concilia con l’assunzione diretta di personale, viste le limitazioni alle assunzioni imposte agli enti locali e le difficoltà di gestione degli infermieri derivate da orari di servizio vincolati ai momenti della somministrazione delle terapie. Lavoratori tra l'incudine e il martello In attesa che le istituzioni risolvano questa problematica nelle Residenze Protette sono gli operatori di assistenza – Operatori Socio Assistenziali o Operatori Socio Sanitari - che indirettamente vengono costretti alla giornaliera ed impropria funzione della somministrazione dei farmaci e delle terapie, con la conseguenza, come nel caso di Pievetorina, di vedersi denunciati per abuso della professione infermieristica. La questione è crocevia di interessi distinti e contrapposti. Da un lato la necessità di garantire un’assistenza sanitaria di qualità ai nostri anziani ospitati in residenza protetta. Dall’altro quella di tutelare i lavoratori del settore, costretti a scegliere tra due rischiosissime opzioni: incorrere in un procedimenti disciplinare e penale o lasciare gli ospiti senza la necessaria assistenza.Un problema di costi Deve essere chiaro che non esistono soluzioni a buon mercato. Per garantire l’assistenza prevista dalla normativa vigente la Regione Marche dovrebbe investire da subito circa 45 milioni di €, certamente difficili da trovare in tempo di crisi.Riqualificare il personale OSS L’unica alternativa è quella di riqualificare gli Operatori Socio Sanitari attraverso i corsi di formazione per OSS Specializzato previsti dall’Accordo Stato – Regioni del 22 febbraio 2002, non solo per il comparto sanità ma anche per le strutture assistenziali a titolarità sociale. Questa figura professionale, competente ad eseguire mansioni sanitarie ridotte e semplici (medicazioni, terapie orali, intramuscolo, insulina, ecc.), sarebbe una soluzione legale, concreta ed economica alle necessità delle Residenze Protette per anziani. Chiediamo pertanto alla Regione di attivarsi immediatamente per far partire i Corsi di riqualificazione per OSS Specializzati per le strutture socio assistenziali, così da risolvere questa grave problematica. Nazzareno Tartufoli per la Segreteria Cisl Macerata Luca Talevi per la Segreteria Funzione Pubblica Cisl Macerata
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06/05/2010 Femca Cisl Ancona - Elezione delegati dei lavoratori per il rinnovo Fondenergia
Cari amici,nei giorni 10-11-12-13-14 maggio si svolgeranno le elezioni per il rinnovo delle cariche dell’assemblea di fondenergia. Per la prima volta le organizzazioni sindacali hanno deciso di partecipare alla competizione elettorale in modo autonomo attraverso liste separate . Invitiamo tutti i lavoratori iscritti al fondo a votare la lista elettorale FEMCA CISL nella quale è presente il nostro COLLEGA PELLEGRINI FRANCESCO VOTA E RAFFORZA LA LISTA SINDACALE FEMCA CISL LA FEMCA CISL DIFENDE I TUOI DIRITTI, ANCHE SULLA PREVIDENZA COMPLEMENTARE INTEGRATIVALAVORATORI, ISCRIVETEVI A FONDENERGIA , IL VOSTRO FONDO CONTRATTUALE PER LA DIFESA DELLA VOSTRA PENSIONE FUTURA
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06/05/2010 Primo maggio a Pioraco
Amici e compagni, come da buona tradizione, anche oggi 1° Maggio, siamo qui in questa piazza per celebrare la festa del lavoro. Ogni anno, CGIL, CISL e UIL, scelgono un tema ed un luogo simbolo per dare visibilità con una grande manifestazione alla festa dei lavoratori. Quest’anno, le organizzazioni sindacali nazionali hanno scelto la città di ROSARNO; come tutti ricorderete, lo scorso Gennaio, la località Calabrese fu teatro di drammatici fatti che hanno posto alla ribalta nuovamente il fenomeno dell’immigrazione; la scelta del luogo è dettata dalla necessità di rilanciare l’immagine di una Regione che vuole smarcarsi dalla morsa di criminalità e illegalità. Il tema scelto per la manifestazione nazionale che si concluderà con i comizi dei segretari generali EPIFANI, BONANNI e ANGELETTI è LAVORO, LEGALITA’ E SOLIDARIETA’. LEGALITA E SOLIDARIETA’ due condizioni che, legate a quel “ LAVORO” che è il cuore dei festeggiamenti di oggi, formano il centro della strategia che da sempre il sindacato ha posto alla base delle proprie rivendicazioni per il mezzogiorno…e non solo. Il mezzogiorno, che sembra, ogni volta che cambia la compagine governativa, essere destinatario di forti politiche per sconfiggere i problemi di sempre e per dare un contributo a risollevare le sorti di se stesso e dell’intero paese. Ma al di la degli annunci e di alcune azioni messe in campo, staremo a vedere nei fatti cosa il governo intende fare concretamente per contrastare fenomeni come il lavoro sommerso, il caporalato, lo sfruttamento dei lavoratori ed un nuovo schiavismo; quali misure attuerà per contrastare la criminalità organizzata, favorire interventi e politiche di sviluppo per il sud nella legalità. Non mancherà anche quest’anno il tradizionale concerto in piazza San Giovanni a Roma; il titolo del concerto è: “ il colore delle parole “ dal nome della celebre poesia di Edoardo De Filippo. Di fronte alla classe dirigente che litiga tutti i giorni pronunciando parole che non hanno colore e sono distanti dalla realtà, il Primo Maggio dia sostegno a coloro che vogliono invece dare più forza al colore delle parole che pronunciano. L’Italia, che dalla seconda metà degli anni novanta, stava attraversando un periodo di economia a bassa crescita, ora si trova da circa un anno e mezzo a vivere una profonda crisi. Le vicende finanziarie avvenute negli Stati Uniti , hanno provocato in molte parti del mondo una forte recessione che ha coinvolto tutta l’Europa ed in maniera pesante anche il nostro paese. La perdita di prodotto interno lordo dell’Italia è stata nel biennio 2008 e 2009 sul 2007 del 6,1 %. I riflessi sulla disponibilità di reddito dei lavoratori e delle famiglie sono stati pesanti provocando un crescente impoverimento delle famiglie con un conseguente ulteriore indebitamento e contrazione dei consumi. In questo momento, alcuni istituti nazionali e internazionali rilevano dei segnali di inversione, che sono tuttavia deboli e discontinui. Dal punto di vista occupazionale, la perdita di posti di lavoro è stata rilevante ed all’esaurirsi degli ammortizzatori sociali ed all’acuirsi delle difficoltà finanziarie delle aziende, proseguirà drammaticamente. Il Fondo Monetario internazionale, prevede che nel 2010 il PIL mondiale crescerà mediamente del 4,1%. La ripresa sarà trainata da: Stati Uniti, Cina, India e America Latina. Alcuni economisti ci dicono che la crescita dell’economia ci sarà anche nel continente Europeo, ma essa si sposterà verso est. La crescita del PIL Italiano per l’anno in corso, stimato a più 0,8 % sul 2009, non produrrà effetti significativi, anzi per tornare ai livelli prima della crisi ci vorranno anni. Ora diventano indispensabili riforme e politiche industriali lungimiranti, che sappiano guadare al futuro, capaci di farci agganciare la ripresa senza dover per forza sperare di essere trascinati dagli altri. E’ necessario favorire politiche basate sulla redistribuzione della ricchezza a favore delle classi sociali basse e medie, insieme a misure di controllo dei mercati finanziari. La struttura del reddito della nostra società sta subendo cambiamenti importanti; in particolare, la scomparsa della “classe media” che sprofonda verso il basso sta determinando l’aumento della povertà. La crisi economica preoccupa tanto più in quanto si colloca all’interno di una crisi più generale che investe il nostro paese dal punto di vista etico, dei valori e dei comportamenti. Serietà, correttezza, responsabilità, confronto leale, lungimiranza e solidarietà vengono soppiantati da superficialità, spregiudicatezza, e arroganza. Il governo, trincerandosi dietro la necessità di tenere in ordine i conti, taglia la spesa pubblica; il taglio della spesa per la protezione sociale aumenta le difficoltà dei lavoratori e dei pensionati per poi provocare ulteriori crolli dei consumi che invece andrebbero rilanciati con una profonda riforma fiscale per una migliore distribuzione della ricchezza, che altrimenti si concentrerà sempre più in mani di pochi. La tanto sbandierata riforma della scuola, non affrontata veramente i problemi della produttività e della riduzione degli sprechi, ma semplicemente taglia le risorse al sistema scolastico, minandone profondamente la qualità con aumento degli alunni per classe , riduzione del tempo pieno e degli insegnanti di sostegno. Un paese che non investe, che non fa ricerca e che taglia sull’istruzione delle giovani generazioni non ha futuro. Come sindacato, pur in una fase estremamente difficile stiamo rinnovando i contratti nazionali di lavoro nei tempi stabiliti e senza conflittualità che in questa fase sarebbe stata insostenibile. Ci troviamo a fare i conti ancora una volta con la globalizzazione, che se lasciata nelle mani di pochi, rischia con il suo effetto moltiplicatore, di determinare divari sempre maggiori tra i pochi nord e i tanti sud del mondo. La globalizzazione va governata e bisogna fare in modo che oltre al mercato si globalizzino anche le tutele e i diritti dei lavoratori. Non solo è possibile, ma è una condizione necessaria per sapere che siamo esseri umani; donne e uomini che vivono coscientemente il proprio tempo. Con questo animo, il sindacato nel mondo del lavoro è portatore di forti valori, sostenendo l’uguaglianza, la libertà e la solidarietà come modello di vita. Nella nostra idea non c’è un mondo appiattito, senza opportunità per i singoli, ma abbiamo in mente un mondo vitale dove i diritti individuali trovino un forte equilibrio e una vera valorizzazione nel pieno esercizio dei diritti collettivi. Sono i diritti collettivi, che assumono e rendono possibile l’applicazione nella quotidianità dei principi sanciti dalla nostra Costituzione e dalla dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Riguardo ai diritti sindacali, ci riferiamo alla libertà di associazione, al diritto di riunirsi, di eleggere i propri rappresentanti, di accedere alle informazioni, di non essere discriminati e di poter partecipare alla vita aziendale e allo sviluppo economico e sociale della nostra comunità. Un diritto inalienabile e del quale come sindacato siamo fortemente impegnati è quello della tutela della salute e della sicurezza sul lavoro. Come persone tutti !!!, ma soprattutto come sindacalisti, che abbiamo scelto di farci carico delle esigenze dei lavoratori, siamo chiamati ogni giorno ad affrontare il difficile e complesso tema del lavoro. Ma nessuno può, di fronte ai dati drammatici che ancora oggi nel mondo fanno registrare migliaia di vittime sul lavoro, non sentirsi investito del dovere di compiere, con modalità e mezzi diversi, interventi che vadano verso la sempre più radicata affermazione di una costante azione di prevenzione, di tutela, di valorizzazione ed affermazione della centralità della persona all’interno dell’ambiente di lavoro. Ognuno nel proprio settore di riferimento, ognuno nel proprio ambito di intervento e competenza, ognuno quale tessera essenziale di un mosaico deve prendere parte ad una azione coesa e sinergica verso la promozione della salute e sicurezza in tutti gli ambienti di lavoro, a partire dalla prevenzione e dall’istruzione. La responsabilità di evitare una morte, un infortunio, una malattia professionale, non può essere oggetto di facile delega o di alleggerimento di responsabilità. Nel corso del 2009, in Italia si è registrata una diminuzione degli infortuni e dei morti per il lavoro; non ci illudiamo, al risultato ha sicuramente contribuito la riduzione delle ore lavorate; pertanto dobbiamo sempre più far permeare nella società la cultura della prevenzione. Tornando al tema del lavoro e dell’economia, la nostra Provincia basata su una imprenditorialità diffusa, centrata sui distretti, da tempo mostrava segni di cedimento; l’attuale crisi stà amplificando le difficoltà del sistema produttivo che lentamente scivola verso il declino industriale. Basti pensare alle decine di aziende che hanno chiuso i battenti o fortemente ridotto il loro organico; le ragioni delle difficoltà sono ascrivibili al tipo di sistema produttivo locale; il piccolo e bello, che ci sembrava essere la nostra forza, oggi si è trasformato nella nostra maggiore difficoltà per reggere la competizione globale derivante, da un lato dalle multinazionali e dall’altro da chi produce i nostri stessi beni a costi estremamente più bassi; inoltre le nostre aziende sono prevalentemente terziste, sottocapitalizzate e a conduzione familiare. Il tavolo di concertazione Provinciale istituito a Dicembre, di recente è stato riconvocato , mentre prosegue il confronto con le forze sociali. Dobbiamo lavorare ad un progetto che mobiliti risorse e partecipazione per ridisegnare il nostro territorio come sistema in grado di innovare. Si tratta di promuovere le attività industriali innovative e con alto valore aggiunto, senza trascurare le attività tradizionali esistenti. Gli enti locali e la Provincia dovrebbero riassumere il ruolo di soggetti attivi nella programmazione di politiche sociali capaci di sostenere lo sforzo comune che la situazione ci impone. Il governo delle risorse del territorio, deve diventare elemento qualificante e volano per riprogrammare lo sviluppo, attraverso il confronto ed il coinvolgimento di tutti i soggetti di rappresentanza reale. La Provincia deve svolgere inoltre un ruolo attivo nelle politiche dei prezzi e delle tariffe, coinvolgendo nel controllo delle loro dinamiche le istituzioni, le associazioni dei consumatori e dei produttori. Inoltre va concertata con tutti gli enti locali della provincia una politica tariffaria antinflazionistica per tutti i servizi erogati, prevedendo tariffe sociali agevolate. La qualità della vita, il benessere raggiunto nel nostro territorio, non sono solo il risultato di un particolare momento, al contrario sono la base sociale e culturale dello sviluppo del recente passato e patrimonio collettivo accumulato che ci permetterà di affrontare con fiducia il nostro futuro. Non posso a questo punto non citare le deroghe firmate da alcuni comuni per l’apertura degli esercizi commerciali il 1° Maggio; il 1° Maggio va rispettata la chiusura dei negozi proprio per il significato della festa e per il martirio e la morte delle lavoratrici che per decenni furono vittime dell’avidità umana. VIVA LE LAVORATRICI, VIVA I LAVORATORI VIVA IL PRIMO MAGGIO!!!
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05/05/2010 Sanità, è aperto il confronto con il Governo
Roma - «C’è bisogno del sindacato per riqualificare la sanità italiana». Lo afferma il Ministro della salute Ferruccio Fazio, intervenuto ieri, martedì 4 maggio, all’iniziativa che la Cisl ha organizzato all’Auditorium di Via Rieti, a Roma. Oltre ai vertici della sanità della Cisl nazionale - il Segretario confederale Pietro Cerrito e i Segretari generali della Funzione pubblica e della Cisl Medici Giovanni Faverin e Giuseppe Garaffo - erano presenti anche il Segretario Generale della Cisl Raffaele Bonanni e quello dei Pensionati Ermenegildo Bonfanti. Ospite, insieme a Fazio, anche il Prof. Giuseppe Spandonaro dell’Università di Tor Vergata.Potenziare il territorio Molti i temi oggetto di discussione. Dalla necessità di ridefinire il rapporto tra medicina ospedaliera e distrettuale, che nonostante le riforme degli anni 90 è ancora oggi squilibrato verso la prima, alla riforma del sistema delle cure primarie, da realizzare coinvolgendo le professioni sanitarie e in particolare i Medici di medicina generale.L'impatto del federalismo Approfonditi anche i rapporti tra sanità pubblica e privata accreditata, insieme alle conseguenze del federalismo su un sistema, quello italiano, a competenza concorrente tra Stato e Regioni. Tema che impatta quello dei piani di rientro dei bilanci regionali in deficit, e più in generale quello della riduzione degli sprechi.Risposte alla non autosufficienza Riferimenti importanti anche alle liste d’attesa e al governo sull’appropriatezza della domanda di interventi e servizi sanitari. Una proposta interessante sulla non autosufficienza viene dal Segretario generale dei Pensionati Bonfanti, che ha chiesto al Governo di riprendere in mano il disegno di legge delega sulla non autosufficienza «al limite anche a risorse “zero” ».Presto i tavoli di confronto «Presto attiveremo due tavoli politici e due tavoli tecnici – ha promesso il Ministro della Salute Ferruccio Fazio – sulla verifica degli indirizzi programmatici del Ministero, sull’ integrazione socio sanitaria e la non autosufficienza, sulle problematiche del personale sanitario e sui danni derivanti dall’amianto. I tavoli – ha chiarito Fazio – non sono una gentile concessione del Governo, ma una disponibilità importante che voi della Cisl, e speriamo presto tutte le Confederazioni, state dando a noi».Necessario un nuovo modello «La sfida che la crisi ci impone è quella di mantenere il welfare – ha affermato il Segretario Generale della Cisl Raffaele Bonanni – attraverso un’azione forte per definire un modello nuovo, che sia il risultato di un rinnovato patto di responsabilità. In un’Europa che va verso una stagione di austerity, o saremo in grado di raccogliere questa sfida spazzando via inefficienze e ruberie, oppure andremo incontro ad una drammatica riduzione dei servizi pubblici essenziali come la sanità e la scuola»Riforma del fisco e partecipazione «Ancora oggi il welfare è per gran parte pagato da lavoratori dipendenti e pensionati – ha proseguito il leader della Cisl – e per questo la ristrutturazione della spesa sanitaria va di pari passo con la riforma del sistema fiscale». Sullo sfondo rimane il tema della partecipazione. «Nel nuovo modello che la Cisl ha in mente – conclude Bonanni – bisogna separare la politica, che ha compiti di indirizzo e di controllo, dalla gestione, nella quale devono entrare invece gli interessi dei cittadini e dei lavoratori. Ma per questo servono anche luoghi ulteriori di confronto nei quali costruire una democrazia più responsabile».
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05/05/2010 Sanità, è aperto il confronto con il Governo
Roma - «C’è bisogno del sindacato per riqualificare la sanità italiana». Lo afferma il Ministro della salute Ferruccio Fazio, intervenuto ieri – martedì 4 maggio - all’iniziativa che la Cisl ha organizzato all’Auditorium di Via Rieti, a Roma. Oltre ai vertici della sanità della Cisl nazionale - il Segretario confederale Pietro Cerrito e i Segretari generali della Funzione pubblica e della Cisl Medici Giovanni Faverin e Giuseppe Garaffo - erano presenti anche il Segretario Generale della Cisl Raffaele Bonanni e quello dei Pensionati Ermenegildo Bonfanti. Ospite, insieme a Fazio, anche il Prof. Giuseppe Spandonaro dell’Università di Tor Vergata. Potenziare il territorio Molti i temi oggetto di discussione. Dalla necessità di ridefinire il rapporto tra medicina ospedaliera e distrettuale, che nonostante le riforme degli anni 90 è ancora oggi squilibrato verso la prima, alla riforma del sistema delle cure primarie, da realizzare coinvolgendo le professioni sanitarie e in particolare i Medici di medicina generale. Federalismo e rientro dai deficit regionali Approfonditi anche i rapporti tra sanità pubblica e privata accreditata, insieme alle conseguenze del federalismo su un sistema, quello italiano, a competenza concorrente tra Stato e Regioni. Tema che impatta quello dei piani di rientro dei bilanci regionali in deficit, e più in generale quello della riduzione degli sprechi. Risposte alla non autosufficienza Riferimenti importanti anche alle liste d’attesa e al governo sull’appropriatezza della domanda di interventi e servizi sanitari. Una proposta interessante sulla non autosufficienza viene dal Segretario generale dei Pensionati Bonfanti, che ha chiesto al Gverno di riprendere in mano il disegno di legge delega sulla non autosufficienza presentato nel 2005 «al limite anche a risorse “0” » Presto i tavoli di confronto «Presto attiveremo due tavoli politici e due tecnici - ha promesso il Ministro della Salute Ferruccio Fazio - sulla verifica degli indirizzi programmatici del Ministero, sull’ integrazione socio sanitaria e la non autosufficienza, sulle problematiche del personale sanitario e sui danni derivanti dall’amianto. I tavoli – ha chiarito Fazio – non sono una gentile concessione del Governo, ma una disponibilità importante che voi della Cisl, e speriamo presto tutte le Confederazioni, state dando a noi». Necessario un nuovo modello «La sfida che la crisi ci impone è quella di mantenere il welfare – ha affermato il Segretario Generale della Cisl Raffaele Bonanni – attraverso un’azione forte per definire un modello nuovo, che sia il risultato di un rinnovato patto di responsabilità. In un’Europa che va verso una stagione di austerity, o saremo in grado di raccogliere questa sfida spazzando via inefficienze e ruberie, oppure andremo incontro ad una drammatica riduzione dei servizi pubblici essenziali come la sanità e la scuola» Riforma del fisco e partecipazione «Ancora oggi il welfare è per gran parte pagato da lavoratori dipendenti e pensionati – ha proseguito il leader della Cisl – e per questo la ristrutturazione della spesa sanitaria va di pari passo con la riforma del sistema fiscale». Sullo sfondo rimane il tema della partecipazione. «Nel nuovo modello che la Cisl ha in mente – conclude Bonanni – bisogna separare la politica, che ha compiti di indirizzo e di controllo, dalla gestione, nella quale devono entrare invece gli interessi dei cittadini e dei lavoratori. Ma per questo servono anche luoghi ulteriori di confronto nei quali costruire una democrazia più responsabile».
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04/05/2010 I sindacati fotografano un distretto industriale ancora in crisi
SEGNALI DI RIPRESA non se ne vedono. Le offerte di lavoro sono ferme nelle ultime settimane come nei mesi scorsi. Le procedure per l'ottenimento della cassa integrazione continuano ad essere aperte dalle aziende, nonostante queste abbiano già mandato a casa tanti lavoratori. Un leggero spiraglio sembra aprirsi per l'edilizia, ma è ancora presto per parlare di ripresa. Sono questi i tratti principali della fotografia che tracciano i sindacati, ogni giorno in prima linea per difendere il diritto al lavoro nelle aziende. «Non vedo un'inversione di tendenza alla crisi che attanaglia il territorio — spiega Leonardo Lenci, responsabile Cisl — intravedo qualche movimento positivo nell'edilizia, ma non è facile dire se sia dovuto alla bella stagione o se sia un segnale positivo per l'economia e l'occupazione. Le procedure per la cassa inte-grazione intanto continuano ad essere aperte». A vedere nero il futuro occupazionale e produttivo del territorio anche Domenico Sarti, segretario della Camera del Lavoro di Jesi: «Le ore di cassa integrazione nelle scorse settimane erano stabili e la domanda di lavoro continua ad essere praticamente inesistente». AD AVERE LA PEGGIO le piccole imprese. «In questi giorni — racconta Lenci — una piccola azienda metalmeccanica jesina la «Osl» che ha sede in zona Gallodoro, ha avviato le procedure per la liquidazione. Sono altri 20 dipendenti circa che si trovano senza un lavoro e vanno ad aggiungersi a quelli piu tristemente noti in queste ultime settimane di Caimi2». Nelle grandi aziende invece chi si e trovato senza un posto di lavoro ne tutele sono i precari, spesso giovani: «Il ricorso alla mobilità — spiega Vincenzo Gentilucci, responsabile metalmeccanico Uil — è stato minore nelle grandi realtà dove non ci sono piu contratti a termine». Ad incassare  il colpo più violento proprio la metalmeccanica,    come    spiega Gentilucci: «Non vediamo segnali di ripresa, anzi praticamente tutte le aziende continuano a ricorrere alla cassa integrazione, nonostante le operazioni di mobilità che continuano a mettere in campo. C'è forse più fiducia da parte delle aziende alcune delle quali hanno iniziato le ristrutturazioni ma la stessa fiducia non può esserci nei lavoratori e in noi rappresentanti sindacali».  «L'indotto è stato il piu penalizzato — spiega Gentilucci — e l'automobilistico avrà probabilmente un periodo sfavorevole nei secondo semestre. L'impressione è che non avremo più quel trend positivo costante che avevamo prima della crisi, bensì dei picchi positivi seguiti da altrettanti cali produttivi». «Nelle ultime tre settimane — sottolinea Lenci — l'offerta di lavoro e ferma se si eccettua qualche richiesta per gli operai specializzati. Anche il collocamento pubblico è fermo da oltre venti giorni». «Le offerte di lavoro al centro per l'impiego — gli fa eco Sarti — sono assenti oramai da mesi, se si eccettuano le richieste di agenti di commercio».
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03/05/2010 Immagini dall'Albania
                                                                                                                                                                                                                                                                                                Rafforzare i sindacati all’interno del tessuto albanese perché attraverso questo consolidamento possa crescere anche il processo democratico del Paese, contrastando la vulnerabilità sociale. E’ con questo spirito che le Cisl di Marche e Puglia, insieme alle rispettive Iscos hanno partecipato nei giorni scorsi ad un viaggio a Tirana per incontrare le due confederazioni sindacali albanesi, Kssh e Bsphs. Per la delegazione pugliese si tratta del primo ingresso nel progetto più articolato che la Cisl Marche segue già da alcuni anni grazie all’impegno del coordinatore dei progetti Iscos, Carlo Colli. La storia dei Sindacati albanesi è segnata da gravi difficoltà strutturali e organizzative tanto che la legislazione albanese non prevede, al di là di generiche affermazioni, una norma specifica di sostegno all’azione sindacale, mentre contempla, al contrario, contratti individuali di lavoro che di fatto esautorano il sindacato nella definizione del rapporto imprenditore-lavoratore. “In Albania il sindacato è scarsamente percepito – osserva il Segretario generale della Cisl di Puglia, Giulio Colecchia, – dobbiamo, per questo, accompagnarne il processo di radicamento affinché le parti sociali assumano caratteristiche di forza sociale autonoma, rappresentativa e autorevole”. Della stessa convinzione anche il leader della Cisl marchigiana, Stefano Mastrovincenzo, il quale sottolinea che “lo sviluppo di organizzazioni sindacali libere ed autonome è un contributo fondamentale alla qualità di ogni sistema democratico e al miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro di tanti uomini e donne. In questi anni l’esperienza di Cisl e Iscos Marche a fianco dei sindacati albanesi, grazie soprattutto alla qualificata operosità del responsabile del progetto, Carlo Colli, è stata senz’altro intensa e significativa, pur dovendo affrontare problemi e difficoltà. Sono certo – aggiunge – che anche l’ulteriore progettualità che potrà essere avviata tramite l’impegno degli amici della Cisl pugliese, porterà frutti fecondi a favore del mondo del lavoro  e della società albanese.” La Cisl Marche e di Puglia e l’Iscos intendono portare l’esperienza del sindacato italiano, che ha saputo negli anni acquisire un ruolo centrale, nelle dinamiche di democrazia nel Paese delle aquile, aiutandolo in questa fase “a non restare vittima del bipolarismo che vede da un lato ancora i nostalgici del vecchio comunismo e dall’altro i fautori di un liberismo esasperato” sottolinea Colecchia. Importante sarà anche il collegamento che si riuscirà a creare tra il sindacato e le aziende, e la reciproca riconoscibilità e riconoscimento, percorso lungo da innestare direttamente in territorio albanese “se non ci fosse un ruolo che si può già giocare come sindacati italiani e associazioni datoriali italiane – aggiungono i due Segretari generali – forti  della presenza italiana in Albania a cui puntiamo per stabilire un rapporto con le associazioni datoriali di rappresentanza delle imprese italiane nel paese balcanico ed esportare insieme il dialogo e le relazioni corrette tra datori di lavoro e sindacati”. Il lavoro della Cisl nel Paese delle Aquile ha ancora passi importanti da compiere. L’Albania è una realtà difficile ma la sfida si compie proprio in questa prospettiva. Sicuramente l’apertura di sedi sindacali da parte delle due Confederazioni a Tirana e la formazione di operatori e avvocati renderebbero meno gravoso l’impegno nei confronti di un popolo con un basso tasso di sindacalizzazione specie tra i giovani e le donne. Il valore aggiunto che la Cisl di Marche e Puglia intendono portare va proprio nella direzione di incentivare lo sviluppo di strategie innovative delle due confederazioni sindacali albanesi rendendole capaci di ritagliarsi spazi di dialogo con il già difficile mondo del lavoro della regione balcanica.
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03/05/2010 Il Segretario Generale della Cisl Marche in Albania
Dal 27 al 29 aprile Stefano Mastrovincenzo, Segretario Generale della CISL Marche, parteciperà ad una missione in Albania per incontrare Kol Nikollaj, (KSSH) e Gezim Kalaia, (BSPSH), segretari dei due principali sindacati albanesi. Alla missione parteciperanno Giulio Colecchia (Segr. USR Puglia), Maddalena Gissi (Segr. Amministr. USR Puglia), Giovanni D'Elia (Uff. Internaz. USR Puglia) e Valeria Patruno (Iscos Nazionale), per discutere dei futuri progetti di cooperazione sindacale. La Cisl Marche ha collaborato - fin dalla loro fondazione - con le due Confederazioni sindacali: BSPSH e KSSH. ISCOS Marche e’ l’organizzazione di cooperazione internazionale attraverso cui la Cisl delle Marche agisce per sostenere i sindacati dei lavoratori e le organizzazioni della società civile nella loro azione di affermazione della giustizia sociale e di uno sviluppo equo e socialmente sostenibile. Attivo in Albania sin dal 2002, ISCOS Marche ha implementato vari progetti finalizzati alla modernizzazione del sistema d’incontro tra domanda ed offerta di lavoro. In particolare ha consentito la realizzazione di un programma informatico di “job matching” per gli Uffici del Lavoro (Servizio Nazionale dell’Impiego) della Prefettura di Durazzo.Nell’ambito della sua Azione, ISCOS Marche ha, tra l’altro, organizzato due visite studio - sulle politiche attive del Lavoro - nella Regione Marche per dirigenti del Ministero del lavoro e dei Sindacati albanesi. Mentre in Albania, sempre in collaborazione con il Ministero del Lavoro - ha organizzato due seminari sulle politiche attive del lavoro e la formazione professionale per i dirigenti dei Servizi del Lavoro della Regione Marche, in una visione di scambio di buone pratiche.Attualmente ISCOS Marche sta realizzando un progetto finalizzato al rafforzamento dei Sindacati albanesi attraverso un finanziamento dell’Unione Europea (Programma Cards 2005) e della Regione Marche. L’obiettivo generale di questo progetto è di consentire il rafforzamento e la qualificazione della presenza delle due Organizzazioni sindacali albanesi nel sistema produttivo e nella società albanese al fine di consolidare il dialogo sociale sia con i datori di lavoro per aumentare il numero i Contratti Collettivi cosi’ come con con le istituzioni governative a tutti i livelli per realizzare programmi necessari per contrastare la disoccupazione e il disagio sociale. Questo processo di rafforzamento dell’azione dei due Sindacati albanesi sta avvenendo attraverso un programma di formazione che coinvolge un considerevole numero di dirigenti di BSPSH e KSSH a tutti i livelli. Una attività di formazione specifica è rivolta a giovani lavoratori con l’obiettivo di potenziare l’azione contrattuale nelle imprese dove essi lavorano. All’interno di questi corsi viene favorita la partecipazione di donne. Un altro importante obiettivo del progetto e’ costituito dalla modernizzazione tecnologica di TULSA, il Centro di formazione permanente dei sindacati albanesi che è collocato nel palazzo della cultura del Kombinat di Tirana. Questo Centro costituisce una istituzione unica nei Balcani. Infatti al suo interno, oltre ai corsi di formazione per i sindacati albanesi, vi si svolgono numerose attivita’ internazionali promosse e realizzate da organizzazioni come ILO, le federazioni Sindacali Internazionali, la Fondazione Frederic Ebert. ISCOS Marche onlus, realizzerà nei prossimi mesi tre Campagne d’informazione e di sensibilizzazione con l’obiettivo di far comprendere ai cittadini e ai lavoratori l’importanza del ruolo del sindacato nello sviluppo del paese e di far conoscere le strategie che BSPSH e KSSH hanno per migliorare le condizioni di vita dei lavoratori e dei pensionati. La prima Campagna svilupperà il tema del Lavoro dignitoso. Questa campagna sara’ incentrata sul diritto ad avere alcune sicurezze nel lavoro a cominciare da quella della sua stabilità, dell’igiene e della sicurezza nei luoghi di lavoro, fino al diritto a maturare una pensione dignitosa per la vecchiaia. La seconda Campagna sarà incentrata sul reclutamento di nuovi lavoratori al sindacato, soprattutto donne, nei settori calzaturiero, tessile ed abbigliamento delle aree industriali di Durazzo e Tirana. Si tratta di un settore strategico nel sistema industriale albanese, dove la maggioranza della forza lavoro e’ rapprentata da donne e dove il rispetto delle norme contrattuali e’ relativamente basso, con un alto tasso di lavoro nero. Inoltre, in questo settore e’ utilizzato in maniera strutturale il decentramento produttivo: sono molte, infatti, le donne che lavorano a casa producendo scarpe o capi di vestiario. La terza Campagna, infine, affronterà un tema assai rilevante in Albania, ovvero la sicurezza nei cantieri edili. Ogni Campagna sara’ effettuata utilizzando vari mezzi di comunicazione, soprattutto volantini, manifesti, striscioni, ma anche organizzazione di punti d’incontro con i sindacalisti nelle strade. E’ prevista anche l’organizzazione di specifici seminari sui diversi temi che toccati dalle campagne.Per saperne di più: http://iscosmarche-albania.org
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01/05/2010 Porto Recanati, Primo Maggio 2010
Un editoriale uscito proprio stamane su un importante giornale segnalava come questa sia una stagione senza “feste civili”, dove i riti della memoria comune vengono considerati desueti, guardati con indifferenza o addirittura con insofferenza. Per questo è importante mantenere manifestazioni come quella di oggi qui a Porto Recanati, e per questo ringrazio il Sindaco e l’amministrazione, perché occasioni come queste rappresentano una tradizione significativa per la comunità, ma anche un segnale culturale in controtendenza. Sì perché in un giorno come quello odierno, la Festa del Lavoro, ci sono invece amministrazioni di vario orientamento che hanno deciso che la cosa veramente fondamentale fosse autorizzare i negozianti a tenere aperti i loro esercizi; al lavoro quindi non solo i lavoratori dei servizi di pubblica utilità, operatori sanitari, forze dell’ordine e tanti altri, oppure gli addetti alle attività turistiche e di accoglienza, ma i dipendenti di tutte le attività commerciali, nella malintesa idea che i soldi spendibili dalle famiglie si moltiplichino se c’è un giorno di festa in più in cui fare shopping, e diano uno slancio per superare la crisi; respingiamo questa solerzia, questa esagerata disponibilità alle presunte esigenze del mercato, e soprattutto richiamiamo al rispetto delle leggi; la nostra legge regionale sul commercio è parla chiaro a questo proposito.In questo momento, in contemporanea in tutta Italia si svolgono centinaia di iniziative di festa e memoria come questa, qui a Porto Recanati. In questo momento si svolge anche la manifestazione nazionale “Lavoro, Legalità, Solidarietà”, che Cgil,Cisl,Uil hanno voluto oggi realizzare a Rosarno,  teatro di una delle pagine più brutte e tristi della nostra recente storia sociale.Il sindacato italiano non dimentica non dimentica gli immigrati costretti a vivere in baracche, in vecchi stabili in rovina, accatastati come in stalle,… persone venute in Italia per cercare fortuna come milioni di nostri connazionali hanno fatto per decenni, partendo su treni e navi verso tanti paesi.Facciamo memoria delle umiliazioni, delle discriminazioni che tanti italiani migranti nel mondo hanno subito, analoghe alle tante situazioni nelle quali sono confinati tanti lavoratori, soprattutto immigrati, non solo in Calabria; situazioni di illegalità, di evasione fiscale e contributiva, di contratti non rispettati, di norme sulla sicurezza ignorate.Ne abbiamo avuto la conferma in questi giorni con l’operazione condotta a Rosarno da magistratura e forze dell’ordine, che ha portato all’arresto di decine di persone coinvolte nella rete organizzata dello sfruttamento, che è appropriato definire criminale, e che si alimenta nelle situazioni di degrado sociale, che a sua volta contribuisce a rafforzare, in un perverso e detestabile intreccio.Primo Maggio a Rosarno dunque perché la Festa del Lavoro è anche la giornata della solidarietà internazionale dei lavoratori e ormai internazionali e multietnici sono nei fatti la nostra realtà sociale e il nostro mondo del lavoro. In Italia, uno dei paesi più sviluppati al mondo, da anni arrivano persone  utili per le nostre attività economiche e necessarie per l’assistenza di tanti nostri anziani; mancano però politiche sociali, educative e abitative all’altezza di una sfida così complessa.So bene che questo è un tema complicato, dove le sensibilità possono essere diverse anche tra di noi, anche tra i lavoratori,  ma credo sia doveroso assumersi il problema di contrastare una deriva culturale che spinge a chiudersi nella difesa dei propri confini e delle proprie certezze, che alimenta la paura del futuro e il timore della diversità, ignorando la storia del nostro popolo e delle sue sofferte e molteplici migrazioni; credo sia necessario ribadire l'impegno per regolarizzare il lavoro, per favorire l'integrazione sulla base dei diritti che devono essere garantiti a tutti e contemporaneamente dei doveri civili che il lavoratore immigrato deve sentirsi impegnato a rispettare.Ma il Primo Maggio è in primo luogo festa del lavoro, serve a manifestare il lavoro e per il lavoro, serve a ricordare a tutti, alla politica, alle istituzioni, ai signori dell'economia, ai guru della finanza, ai mezzi d'informazione, ad ognuno di noi, che, come dice l’Inno dei lavoratori, di fine ‘800: “Noi vivremo del lavoro!…il riscatto del lavoro dei suoi figli opra sarà…”: parole che, dopo tanti anni non hanno perso la loro forza e intensità, parole che continuano a trasmetterci emozioni e ideali.“Noi vivremo del lavoro!”: parole che ci spingono a fare memoria del lavoro di un tempo nelle nostre terre, nelle nostre contrade, nelle nostre botteghe, nelle nostre filande, nelle nostre miniere.  Lavoro duro e spesso sfruttato, lavoro minorile, lavoro insalubre, lavoro di donne “in attesa”, lavoro “licenziato” ad nutum, lavoro dall’alba al tramonto, lavoro senza contratto…“Noi vivremo del lavoro”: parole che ci spingono a fare memoria dell’azione coraggiosa e feconda degli uomini e delle donne che hanno immaginato, progettato, dato vita, in varie forme e  tempi, alle associazioni sindacali; di coloro che ci hanno creduto, hanno fatto crescere il sindacato nel nostro Paese, nelle fabbriche, nei campi, negli uffici pubblici, hanno contribuito a creare un avanzato sistema di tutele e diritti, costruito nei decenni scorsi.Sono parole che fanno pensare ai soprusi e alle ingiustizie che ancora sono perpetrati in tanti paesi del mondo, dove i diritti civili e politici sono negati, ai tanti sindacalisti uccisi o fatti sparire ogni anno (76 nel 2008), alle migliaia di lavoratori incarcerati o licenziati in tanti paesi per il loro impegno come rappresentanti sindacali nei luoghi di lavoro.Per chi, come noi oggi qui presenti, è convinto che il lavoro rappresenti un valore inestimabile per la persona e per la comunità; per chi, come noi, ha sempre rivendicato per il lavoro un posto centrale nella società e nelle attenzioni della politica; per chi, come noi, crede che la nostra Costituzione conservi ancora la sua forza e la sua attualità proprio perché mette al centro il lavoro e il rispetto della dignità della persona che lavora, affermare che noi vivremo del lavoro significa sostenere anche per il futuro l’impegno a promuovere, difendere e rappresentare il lavoro umano.Con le parole  “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”, i Costituenti stabilirono infatti che la nazione non doveva essere fondata sul censo, sulla nobiltà ereditaria, sul privilegio, sullo sfruttamento, ma sul dovere-diritto di ogni persona, attraverso il lavoro, di partecipare attivamente e concretamente al bene comune.A distanza di sei decenni, il lavoro resta ancora un elemento essenziale di identità personale, familiare, sociale,“si è” ancora molto in relazione a quello che “si fa”; il lavoro è fonte e strumento di autonomia, di indipendenza personale, di potenziale crescita professionale, di gratificazione, di relazionalità, di partecipazione alla vita ed allo sviluppo di una nazione; per i credenti il lavoro è un contributo alla trasformazione del Creato.Ma sappiamo che i profondi cambiamenti che hanno trasformato la società moderna hanno inciso in misura forte anche sul lavoro, a livello culturale, organizzativo ed  economico. Sappiamo che per anni si è teorizzato qualcosa di diverso, si è persino scritto e dissertato sulla “fine del lavoro”, sappiamo che ha avuto sempre più presa la cultura del successo facile e della rendita, cioè l'idea che si possa vivere bene sfruttando i vantaggi di una posizione acquisita o ereditata, si tratti di rendita finanziaria o immobiliare, rendita professionale o legata alla politica, rendita speculativa o persino derivata da attività illegali; oppure l’idea che per raggiungere una determinata posizione si debba fare in fretta e si possano utilizzare mezzi di vario genere, ignorando le esigenze altrui e se occorre, anche le regole.Il lavoro rischia oggi di fare notizia solo in negativo, quando c’è un drammatico infortunio mortale oppure quando qualche azienda importante chiude e centinaia di persone rimangono senza lavoro. O ancora perché quanto si guadagna col lavoro non basta ad arrivare a fine mese.E’ certo che il lavoro oggi è una delle maggiori ragioni di inquietudine e persino di angoscia, sia per chi lo ha perso o teme di perderlo, sia per chi fa fatica a trovarlo o ne vive una condizione di semi-permanente precarietà, come i tanti giovani che pagano la scarsa mobilità sociale e i carenti investimenti sul futuro fatti nel nostro paese.La grande crisi sta ancora dispiegando i suoi effetti perversi sull’economia reale e sul lavoro.Sappiamo che siamo stati sottoposti ad una sorta di “tsunami socio-culturale” che ha allentato i vincoli comunitari, ha sfilacciato le reti di sostegno familiare, ha reso più incerte le possibilità educative, ha modificato stili di vita e di consumo…La grande crisi viene da lontano ed è intrinsecamente legata alla mancanza di giustizia, ad uno squilibrio enorme e ingiustificabile nella distribuzione della ricchezza nel pianeta. L’affermarsi  negli ultimi trent’anni dell’ideologia del profitto da realizzare a tutti i costi, ha trovato risposte comprimendo il costo del lavoro, riducendo o precarizzando l’occupazione, incentivando investimenti finanziari anche da parte di cittadini più fragili ed esposti, indotti ad indebitarsi e ad elevare il livello di consumi oltre le loro reali possibilità, ignari dell’alto livello di rischio.La crisi mondiale ha certificato un contestuale fallimento del mercato, degli enti di regolazione e di vigilanza, della politica.E mentre tutti hanno affermato che riformare il capitalismo attraverso una democratizzazione della finanza era ormai necessario e mentre fiumi di denaro pubblico sono stati impegnati per tamponare gli effetti della crisi, oggi assistiamo ad un riemergere della speculazione, ad un riaffacciarsi degli squali della finanza. C’è la necessità di provvedimenti forti e condivisi tra governi, sia per definire nuove regole per la finanza mondiale, sia per sostenere l’economia reale colpita dalla recessione. Speriamo che l’Unione europea sia politicamente più unita e propositiva rispetto al recente passato, e che il sindacato internazionale ed europeo diventino sempre più interlocutori autorevoli delle istituzioni e dei poteri economici. Reti di organizzazioni non governative, di associazioni, di sindacati in tutto il mondo sostengono l’esigenza di un nuovo ordine mondiale, che cambi le priorità su cui investire per il futuro. E’ un bel segnale che trova alcune importanti corrispondenze in alcuni leader mondiali.  Primo maggio dunque per rimettere al centro il lavoro, le tutele sociali e sindacali, le attività economiche basate sul lavoro della gente, primo maggio per rafforzare la lotta alle speculazioni finanziarie e al mito del profitto a breve e a tutti i costi.Primo maggio per rimettere al centro questi temi anche in Italia; per far ripartire quel meccanismo che oggi sembra essersi inceppato in questo nostro paese; il meccanismo democratico che consentiva di parlare di solidarietà, di coesione, di responsabilità; di chiedere alla politica, alle istituzioni una prospettiva di bene comune. Le parole del Presidente Napolitano che, periodicamente e in  modo sempre più severo e accorato, richiama al dialogo, al confronto dialettico sui problemi dei cittadini, per superare il clima da trincea che si vive ormai permanentemente tra le istituzioni e le forze politiche, dovrebbero essere scontate e diventano invece come una luce accesa nella penombra.Diciamo allora con forza che vogliamo che questi appelli siano ascoltati, che si parli delle priorità di questo paese, che si mettano insieme tutte le enormi energie di cui dispone l’Italia per custodire e rinnovare ciò che resta della nostra tradizione, della nostra operosità, del nostro dinamismo, delle nostre reti di solidarietà, ed al contempo per avviare progetti nuovi, scoprire nuovi percorsi di sviluppo economico, coltivare nuovi terreni di socialità.Diciamo al Governo che gli ammortizzatori sociali che abbiamo chiesto e contribuito a mettere in campo, con risorse statali e delle regioni anche per i lavoratori delle piccole imprese, sono stati importanti per tamponare gli effetti della crisi sul lavoro ma non bastano per guardare al futuro; che le risorse stanziate finora per incentivare un nuovo sviluppo basato sul sostegno ai nostri settori cardine, sono utili ma non sono sufficienti né per dare una scossa ai consumi, né per stimolare l’innovazione e l’evoluzione di qualità, né per favorire la creazione di nuova occupazione; che i tagli alla scuola e all’università, che sarebbero stati comprensibili nell’ottica di ridurre gli sprechi e favorire collaborazioni e sinergie, sono invece così pesanti da prefigurare un peggioramento delle capacità del nostro sistema formativo; che gli interventi a favore delle fasce più disagiate della popolazione sono stati poco più che un pannicello caldo.Siamo tra quelli che sin dall’inizio della crisi hanno scelto con convinzione di agire su un doppio binario : quello di chiedere provvedimenti di contrasto alla recessione e di sostegno ai lavoratori più colpiti, e quello di impegnarci per dei percorsi di riforma utili al mondo del lavoro, al paese e alla sua coesione, nonostante tutte le difficoltà.Diciamo quindi che è tempo di intervenire sul fisco. L’imposta sulle persone fisiche, che con l’Iva rappresenta la principale entrata per lo Stato, viene versata quasi al 90% da operai ed impiegati, al lavoro o in pensione. Ogni anno l’evasione fiscale sottrae circa 100 miliardi al bilancio statale. E’ evidente l’urgenza di misure che tengano insieme l’esigenza di tenuta dei conti pubblici con quella di dare respiro a salari e pensioni. La forte pressione del sindacato sul tema del fisco, pur con modalità diverse, nasce da questa urgenza: le risorse possono e devono venire dalla lotta all’evasione, ripristinando i provvedimenti sulla tracciabilità, eliminati da questo governo; le risorse possono venire da una più incisiva lotta al lavoro nero e irregolare, da nuovi meccanismi che creino un interesse del cittadino ad esigere scontrini, ricevute, e qualsiasi altro titolo possa essere portato in deduzione. La necessità prioritaria è il sostegno delle famiglie con redditi medi e bassi con forte propensione al consumo,  spostando il peso del prelievo dal lavoro alla rendita e ai consumi di lusso. Al contempo è forte la sollecitazione di politiche di sostegno alle imprese che fanno occupazione e innovazione, che investono per uno sviluppo basato su qualità, eco compatibilità e sostenibilità sociale. Il sindacato è interessato a dialogare con gli imprenditori su questi temi, per tutelare il lavoro e mantenere il radicamento nel territorio di quelle imprese che cercano di superare la crisi non puntando solo sui fattori di costo o sullo smantellamento dei siti locali, ma sulla ricerca di aumento della produttività, su ridefinizioni organizzative, su investimenti su nuovi prodotti, sulla ricerca di nuovi mercati. Chiediamo alle istituzioni, in primis come dicevo al governo, di fare la propria parte,.Le parti sociali non sono state ferme: va sottolineato che in questi mesi, pur in un periodo di grave crisi, sono stati rinnovati molti contratti nazionali, alla naturale scadenza, senza conflittualità. Ora dobbiamo finalizzare al meglio l’utilizzo, in quantità e  qualità, delle risorse per la formazione, chiedere con forza un rafforzamento delle misure a favore di nuova occupazione e misure che incentivino la divisione del lavoro, come in parte già realizzato con i contratti di solidarietà.Alla regione, con cui abbiamo siglato nei mesi scorsi importanti accordi a tutela del lavoro,  chiediamo di confermare questa disponibilità anche ad inizio della nuova legislatura. A sostegno del lavoro e della nostra coesione sociale dobbiamo infatti mobilitare tutte le risorse  anche dei nostri territori, come in parte già fatto con le tante delibere di comuni e province, con i tanti accordi anticrisi tra amministrazioni locali e sindacati. Dobbiamo però fare un salto di qualità, con la determinazione comune a scommettere su una più avanzata concertazione, per creare massa critica, non solo dimensionale ma anche culturale, per superare le litigiosità e i campanilismi che spesso riducono le nostre potenzialità, per definire gli assi su cui orientare il nuovo sviluppo, incentivare in vario modo tutte le forme di coalizione strutturata (tra istituzioni, tra esse e forze socio-economiche, tra realtà associative ed accademiche, tra imprese) finalizzate a realizzare progetti di qualità amministrativa, progetti di qualità in ricerca nel sistema produttivo, nella crescita del capitale umano, nella tutela del territorio, soprattutto finalizzate alla creazione di nuovo lavoro.Sì, per il lavoro; per rimetterlo al centro, per tutelarlo e promuoverlo, per renderlo più sicuro e dignitoso, serve una nuova stagione comune di apertura innovazione, cooperazione, responsabilità collettiva.Per dare una speranza ai tanti volti di uomini e donne che, sul lavoro e per il lavoro, vivono la frustrazione della ricerca infruttuosa, l’umiliazione del diritto negato, l’incertezza e talvolta la paura del futuro, serve un impegno straordinario che faccia diventare quotidiano, ordinario, consueto, il Primo maggio.E servono tante energie e tante volontà per portare avanti questo impegno, che ne sono certo, ognuno di noi oggi qui, vuole confermare e rafforzare.
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01/05/2010 Concorso fotografico
CISL Marche indice un "concorso fotografico" sul tema del lavoro nella cornice della festa del Primo Maggio. È un giorno di festa per tutti. Di festa e di memoria, di partecipazione e di mobilitazione. In questa occasione CISL Marche invita tutti (militanti, iscritti, simpatizzanti...) a partecipare al rinnovamento del nostro sito web con un contributo diretto.Che cosa chiediamo? Una foto. Una bella foto. Una bellissima foto del vostro Primo Maggio. Partecipate a una manifestazione? Bene. Sfilate in corteo? Bene. Andate a fare una gita? Bene. Dovunque andiate, riportate a casa una foto e speditela all'indirizzo redazionemarche@cisl.it  CISL Marche ha bisogno del vostro scatto. Le cinque foto migliori - quelle che ci piaceranno di più - saranno pubblicate nel nostro sito internet, con tanto di... citazione d'autore.Buon Primo Maggio a tutti!29 aprile 2010
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01/05/2010 Primo maggio a Pioraco
Amici e compagni, come da buona tradizione, anche oggi 1° Maggio, siamo qui in questa piazza per celebrare la festa del lavoro.Ogni anno, CGIL, CISL e UIL, scelgono un tema ed un luogo simbolo per dare visibilità con una grande manifestazione alla festa dei lavoratori.Quest’anno, le organizzazioni sindacali nazionali hanno scelto la città di ROSARNO; come tutti ricorderete, lo scorso Gennaio, la località Calabrese fu teatro di drammatici fatti che hanno posto alla ribalta nuovamente il fenomeno dell’immigrazione; la scelta del luogo è dettata dalla necessità di rilanciare l’immagine di una Regione che vuole smarcarsi dalla morsa di criminalità e illegalità.Il tema scelto per la manifestazione nazionale che si concluderà con i comizi dei segretari generali EPIFANI, BONANNI e ANGELETTI è LAVORO, LEGALITA’ E SOLIDARIETA’.LEGALITA E SOLIDARIETA’ due condizioni che, legate a quel “ LAVORO” che è il cuore dei festeggiamenti di oggi, formano il centro della strategia che da sempre il sindacato ha posto alla base delle proprie rivendicazioni per il mezzogiorno…e non solo. Il mezzogiorno, che sembra, ogni volta che cambia la compagine governativa, essere destinatario di forti politiche per sconfiggere i problemi di sempre e per dare un contributo a risollevare le sorti di se stesso e dell’intero paese. Ma al di la degli annunci e di alcune azioni messe in campo, staremo a vedere nei fatti cosa il governo intende fare concretamente per contrastare fenomeni come il lavoro sommerso, il caporalato, lo sfruttamento dei lavoratori ed un nuovo schiavismo; quali misure attuerà per contrastare la criminalità organizzata, favorire interventi e politiche di sviluppo per il sud nella legalità.Non mancherà anche quest’anno il tradizionale concerto in piazza San Giovanni a Roma; il titolo del concerto è: “ il colore delle parole “ dal nome della celebre poesia di Edoardo De Filippo. Di fronte alla classe dirigente che litiga tutti i giorni pronunciando parole che non hanno colore e sono distanti dalla realtà, il Primo Maggio dia sostegno a coloro che vogliono invece dare più forza al colore delle parole che pronunciano.L’Italia, che dalla seconda metà degli anni novanta, stava attraversando un periodo di economia a bassa crescita, ora si trova da circa un anno e mezzo a vivere una profonda crisi. Le vicende finanziarie avvenute negli Stati Uniti , hanno provocato in molte parti del mondo una forte recessione che ha coinvolto tutta l’Europa ed in maniera pesante anche il nostro paese. La perdita di prodotto interno lordo dell’Italia è stata nel biennio 2008 e 2009 sul 2007 del 6,1 %. I riflessi sulla disponibilità di reddito dei lavoratori e delle famiglie sono stati pesanti provocando un crescente impoverimento delle famiglie con un conseguente ulteriore indebitamento e contrazione dei consumi. In questo momento, alcuni istituti nazionali e internazionali rilevano dei segnali di inversione, che sono tuttavia deboli e discontinui. Dal punto di vista occupazionale, la perdita di posti di lavoro è stata rilevante ed all’esaurirsi degli ammortizzatori sociali ed all’acuirsi delle difficoltà finanziarie delle aziende, proseguirà drammaticamente. Il Fondo Monetario internazionale, prevede che nel 2010 il PIL mondiale crescerà mediamente del 4,1%. La ripresa sarà trainata da: Stati Uniti, Cina, India e America Latina. Alcuni economisti ci dicono che la crescita dell’economia ci sarà anche nel continente Europeo, ma essa si sposterà verso est. La crescita del PIL Italiano per l’anno in corso, stimato a più 0,8 % sul 2009, non produrrà effetti significativi, anzi per tornare ai livelli prima della crisi ci vorranno anni. Ora diventano indispensabili riforme e politiche industriali lungimiranti, che sappiano guadare al futuro, capaci di farci agganciare la ripresa senza dover per forza sperare di essere trascinati dagli altri. E’ necessario favorire politiche basate sulla redistribuzione della ricchezza a favore delle classi sociali basse e medie, insieme a misure di controllo dei mercati finanziari. La struttura del reddito della nostra società sta subendo cambiamenti importanti; in particolare, la scomparsa della “classe media” che sprofonda verso il basso sta determinando l’aumento della povertà. La crisi economica preoccupa tanto più in quanto si colloca all’interno di una crisi più generale che investe il nostro paese dal punto di vista etico, dei valori e dei comportamenti. Serietà, correttezza, responsabilità, confronto leale, lungimiranza e solidarietà vengono soppiantati da superficialità, spregiudicatezza, e arroganza. Il governo, trincerandosi dietro la necessità di tenere in ordine i conti, taglia la spesa pubblica; il taglio della spesa per la protezione sociale aumenta le difficoltà dei lavoratori e dei pensionati per poi provocare ulteriori crolli dei consumi che invece andrebbero rilanciati con una profonda riforma fiscale per una migliore distribuzione della ricchezza, che altrimenti si concentrerà sempre più in mani di pochi. La tanto sbandierata riforma della scuola, non affrontata veramente i problemi della produttività e della riduzione degli sprechi, ma semplicemente taglia le risorse al sistema scolastico, minandone profondamente la qualità con aumento degli alunni per classe , riduzione del tempo pieno e degli insegnanti di sostegno. Un paese che non investe, che non fa ricerca e che taglia sull’istruzione delle giovani generazioni non ha futuro. Come sindacato, pur in una fase estremamente difficile stiamo rinnovando i contratti nazionali di lavoro nei tempi stabiliti e senza conflittualità che in questa fase sarebbe stata insostenibile. Ci troviamo a fare i conti ancora una volta con la globalizzazione, che se lasciata nelle mani di pochi, rischia con il suo effetto moltiplicatore, di determinare divari sempre maggiori tra i pochi nord e i tanti sud del mondo. La globalizzazione va governata e bisogna fare in modo che oltre al mercato si globalizzino anche le tutele e i diritti dei lavoratori. Non solo è possibile, ma è una condizione necessaria per sapere che siamo esseri umani; donne e uomini che vivono coscientemente il proprio tempo. Con questo animo, il sindacato nel mondo del lavoro è portatore di forti valori, sostenendo l’uguaglianza, la libertà e la solidarietà come modello di vita. Nella nostra idea non c’è un mondo appiattito, senza opportunità per i singoli, ma abbiamo in mente un mondo vitale dove i diritti individuali trovino un forte equilibrio e una vera valorizzazione nel pieno esercizio dei diritti collettivi. Sono i diritti collettivi, che assumono e rendono possibile l’applicazione nella quotidianità dei principi sanciti dalla nostra Costituzione e dalla dichiarazione universale dei diritti dell’uomo.Riguardo ai diritti sindacali, ci riferiamo alla libertà di associazione, al diritto di riunirsi, di eleggere i propri rappresentanti, di accedere alle informazioni, di non essere discriminati e di poter partecipare alla vita aziendale e allo sviluppo economico e sociale della nostra comunità.Un diritto inalienabile e del quale come sindacato siamo fortemente impegnati è quello della tutela della salute e della sicurezza sul lavoro.Come persone tutti !!!, ma soprattutto come sindacalisti, che abbiamo scelto di farci carico delle esigenze dei lavoratori, siamo chiamati ogni giorno ad affrontare il difficile e complesso tema del lavoro.Ma nessuno può, di fronte ai dati drammatici che ancora oggi nel mondo fanno registrare migliaia di vittime sul lavoro, non sentirsi investito del dovere di compiere, con modalità e mezzi diversi, interventi che vadano verso la sempre più radicata affermazione di una costante azione di prevenzione, di tutela, di valorizzazione ed affermazione della centralità della persona all’interno dell’ambiente di lavoro.Ognuno nel proprio settore di riferimento, ognuno nel proprio ambito di intervento e competenza, ognuno quale tessera essenziale di un mosaico deve prendere parte ad una azione coesa e sinergica verso la promozione della salute e sicurezza in tutti gli ambienti di lavoro, a partire dalla prevenzione e dall’istruzione.La responsabilità di evitare una morte, un infortunio, una malattia professionale, non può essere oggetto di facile delega o di alleggerimento di responsabilità. Nel corso del 2009, in Italia si è registrata una diminuzione degli infortuni e dei morti per il lavoro; non ci illudiamo, al risultato ha sicuramente contribuito la riduzione delle ore lavorate; pertanto dobbiamo sempre più far permeare nella società la cultura della prevenzione.Tornando al tema del lavoro e dell’economia, la nostra Provincia basata su una imprenditorialità diffusa, centrata sui distretti, da tempo mostrava segni di cedimento; l’attuale crisi stà amplificando le difficoltà del sistema produttivo che lentamente scivola verso il declino industriale. Basti pensare alle decine di aziende che hanno chiuso i battenti o fortemente ridotto il loro organico; le ragioni delle difficoltà sono ascrivibili al tipo di sistema produttivo locale; il piccolo e bello, che ci sembrava essere la nostra forza, oggi si è trasformato nella nostra maggiore difficoltà per reggere la competizione globale derivante, da un lato dalle multinazionali e dall’altro da chi produce i nostri stessi beni a costi estremamente più bassi; inoltre le nostre aziende sono prevalentemente terziste, sottocapitalizzate e a conduzione familiare.Il tavolo di concertazione Provinciale istituito a Dicembre, di recente è stato riconvocato , mentre prosegue il confronto con le forze sociali. Dobbiamo lavorare ad un progetto che mobiliti risorse e partecipazione per ridisegnare il nostro territorio come sistema in grado di innovare. Si tratta di promuovere le attività industriali innovative e con alto valore aggiunto, senza trascurare le attività tradizionali esistenti.Gli enti locali e la Provincia dovrebbero riassumere il ruolo di soggetti attivi nella programmazione di politiche sociali capaci di sostenere lo sforzo comune che la situazione ci impone. Il governo delle risorse del territorio, deve diventare elemento qualificante e volano per riprogrammare lo sviluppo, attraverso il confronto ed il coinvolgimento di tutti i soggetti di rappresentanza reale.La Provincia deve svolgere inoltre un ruolo attivo nelle politiche dei prezzi e delle tariffe, coinvolgendo nel controllo delle loro dinamiche le istituzioni, le associazioni dei consumatori e dei produttori. Inoltre va concertata con tutti gli enti locali della provincia una politica tariffaria antinflazionistica per tutti i servizi erogati, prevedendo tariffe sociali agevolate. La qualità della vita, il benessere raggiunto nel nostro territorio, non sono solo il risultato di un particolare momento, al contrario sono la base sociale e culturale dello sviluppo del recente passato e patrimonio collettivo accumulato che ci permetterà di affrontare con fiducia il nostro futuro. Non posso a questo punto non citare le deroghe firmate da alcuni comuni per l’apertura degli esercizi commerciali il 1° Maggio; il 1° Maggio va rispettata la chiusura dei negozi proprio per il significato della festa e per il martirio e la morte delle lavoratrici che per decenni furono vittime dell’avidità umana.VIVA LE LAVORATRICI, VIVA I LAVORATORI VIVA IL PRIMO MAGGIO!!! -
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01/05/2010 1° Maggio nelle Marche tra incontri pubblici e concerti
Nelle Marche il 1° maggio la Cisl lo festeggia con  diverse iniziative che spaziano dalle assemblee pubbliche a momenti di musica in piazza. ANCONA Cgil - Cisl - Uil promuovono, con il Comune di Ancona, il primo Festival del 1 Maggio di Ancona. Un grande concerto in Piazza della Repubblica dalle 17,00 alle 24,00.Clicca qui per vedere la locandina e il programma http://www.scribd.com/full/30501669?access_key=key-shwww3psecjvyvyuul5 Per informazioni rivolgersi alla Cisl di Ancona 071 28221 PESARO Due incontri pubblici: a Macerata Feltria il mattino e a Sassocorvaro il pomeriggio. In serata la giornata si conclude con un appuntamento di musica rock alle Cesane di Urbino presso la Baita. Per informazioni rivolgersi alla Cisl di Pesaro 0721 380511. MACERATA Portorecanati alle ore 1o,00 il Comune organizza un momento celebrativo che inizia con la deposizione delle corone  davanti al Castello Svevo e in mare in memoria dei caduti sul lavoro. Prosegue con un corteo per le vie della città e si conclude alle ore 11,00 in piazza Brancondi  con il saluto del sindaco e l'intervento del Segretario Generale della Cisl Marche Stefano Mastrovincenzo. Sempre nella provincia di Macerata a Pioraco un comizio in piazza con la presenza del responsabile dell'artigianato David Ballini.La Cisl di Macerata e la Cgil, come ormai da diversi anni, organizzano un pullman per il Concerto del 1° Maggio a Roma. Clicca qui per le note logistiche http://www.scribd.com/full/30396596?access_key=key-bpfbnoioiwyqerzlsj9  Per maggiori informazioni puoi  chiamare la Cisl di Macerata 0733 4075246              ASCOLI PICENO - FERMO Venerdì 30 aprile alle ore 12,00 conferenza stampa di Cgil, Cisl e Uil sul tema del lavoro. Nella suggestiva piazza di Castel di Lama sabato 1° maggio incontro pubblico e dibattito alle ore 16,30 con gli interventi dei segretari generali di Cgil, Cisl e Uil.Per quanto riguarda la   manifestazione nazionale  del primo maggio Cgil, Cisl e Uil quest'anno hanno scelto la città di Rosarno per ospitare il consueto corteo del 1° Maggio di Cgil - Cisl e Uil . La decisione di svolgere a Rosarno la manifestazione per il primo maggio  e' motivata dall'attenzione del sindacato, oltre che ai temi tradizionali del lavoro e dell'occupazione, a quelli dell'integrazione e dell'accoglienza degli immigrati.
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01/05/2010 Porto Recanati, Primo Maggio 1978
 di Gianfranco DalmaziPer la ricorrenza del 1° maggio di quest’anno, all’interno della ripartizione di Cgil – Cisl – Uil, apprendo che la presenza del nostro Segretario Generale Regionale Stefano Mastrovincenzo è prevista al Comune di Portorecanati.Questa notizia mi ha fatto ricordare il 1° maggio del 1978: esattamente 32 anni fa! In quel periodo mi stavo trasferendo da Milano, dopo aver trascorso quasi dieci anni impegnato in attività sindacali all’interno della fabbrica e sul territorio con la FIM – CISL di Milano, perché mi era stato offerto l’incarico di segretario della Fim Cisl di Macerata.Proprio in occasione di quel 1° maggio mi venne proposto da Cgil – Cisl – Uil di tenere il Comizio al Comune di Portorecanati.E’ difficile descrivere il clima di estrema tensione di quei giorni. I terroristi delle Brigate Rosse avevano compiuto un salto di qualità nella loro folle strategia. Avevano portato “un attacco diretto al cuore dello Stato”, sostenevano loro. Erano i giorni di prigionia di Aldo Moro rapito, come è noto, mediante l’assassinio della propria scorta: azione che verrà ricordata come “La strage di Via Fani”.La condanna per quel fatto orrendo era stata ovviamente espressa senza esitazioni dal sindacato e da tutte le forze politiche. Purtroppo queste ultime si erano divise sul comportamento da tenere nella gestione della vicenda. La DC e il PCI da una parte avevano optato per la cosiddetta linea intransigente: “Nessuna trattativa con i terroristi”; il Partito Socialista Italiano dall’altra parte sosteneva la necessità di compiere ogni sforzo per la liberazione di Aldo Moro: la cosiddetta “linea della trattativa”.In questo scenario sommariamente tracciato dell’Italia di quegli anni può apparire insignificante soffermarsi sulla commemorazione del 1° maggio del Comune di Portorecanati; se non fosse per il fatto che l’amministrazione comunale dell’epoca era guidata da un sindaco socialista e per di più nel Comune stesso c’era una tradizionale e consistente presenza del Partito Comunista Italiano. Il tutto offriva un condensato, seppure in miniatura, della situazione socio politica nazionale.La giornata del 1° maggio, per il sindacato, più che la festa del lavoro è da sempre l’occasione per tracciare un bilancio dell’attività svolta ed un richiamo ai lavoratori ed ai cittadini circa la priorità dei problemi da affrontare.In quella giornata del 1° maggio 1978 mi sono presentato con uno stato d’animo preoccupato per la situazione già descritta, ma allo stesso tempo fiducioso di poter rappresentare le istanze di buona parte del mondo del lavoro.Il sindacato, in particolare la Fim-Cisl con la guida di Pierre Carniti, aveva saputo con grande acutezza acquisire fiducia attraverso una chiara scelta di autonomia sindacale non solo dichiarata, ma praticata sul campo.Per tornare al tema della manifestazione ricordo perfettamente che si è svolta nel migliore dei modi.A distanza di tanti anni abbiamo assistito ad una mutazione della situazione economica, sociale, culturale e direi anche antropologica che renderebbe difficile forse inutile qualsiasi raffronto tra la realtà odierna e quella di allora. Ci sono tuttavia alcuni problemi di ieri divenuti letteralmente cronici, perché non sono stati affrontati e risolti al loro insorgere.Vorrei limitarmi a ricordarne uno: il segretario generale della Cisl di Milano Sandro Antoniazzi, persona di grande preparazione e attento osservatore delle dinamiche sociali, verso la metà degli anno ’70, non perdeva occasione per richiamarci alla necessità di affrontare il problema della crisi della natalità, problema che iniziava a delinearsi in tutte le sue potenziali dimensioni.Questo fenomeno, sosteneva Antoniazzi, produrrà nei prossimi anni un invecchiamento della nostra popolazione, questione dai risvolti insostenibili sia sul piano economico che su quello assistenziale. Le difficoltà di condivisione su questo tema e le divergenze si trovavano soprattutto sul versante dei partiti. Il PCI, ancora condizionato dal filtro dell’ideologia, sosteneva che le politiche atte a favorire l’incremento delle nascite erano tipiche del regime fascista, con il fine di incrementare il numero dei soldati.La DC, sempre attenta a proclamare il valore e la difesa della famiglia, era troppo impegnata ad occuparsi della conservazione e della gestione del potere che aveva esercitato per lungo tempo e che gli eventi avevano iniziato a logorare vistosamente.Il risultato di queste mancate scelte è oggi sotto gli occhi di tutti. Il fenomeno delle “Badanti” è la dimostrazione più eclatante del fallimento della politica del tempo passato.Oggi possiamo dire che sono cambiati i suonatori, ovvero i soggetti politici che siedono al Governo e al Parlamento, ma ho la netta sensazione che l’oggetto del contendere delle risse quotidiane a cui assistiamo, non riguardi tanto i veri problemi vecchi e nuovi.Sui problemi attuali interviene con grande competenza il nostro segretario generale regionale Stefano Mastrovincenzo.Ma credo che la memoria, di cui porto un umile testimonianza, ci può aiutare a capire l’urgente necessità di bloccare quest’animata discussione sulle riforme alla quale tutti sembrano aderire.La voce del Sindacato sembra però assente o troppo flebile per essere udita. Penso che dobbiamo compiere ogni sforzo per alzare il tono della nostra voce: si parla della riforma della giustizia? Bene! Diciamo a gran voce che la riforma della giustizia è anche la nostra priorità!Ma aggiungiamo subito che la nostra si chiama più esattamente “Riforma della giustizia sociale”.Sappiamo che il problema delle disuguaglianze è di vecchia data ed è un fenomeno in crescita di intensità e di ampiezza nel numero dei soggetti coinvolti: in definitva c’è un aumento della distanza tra ricchi e poveri! Il fenomeno suddetto rappresenta peraltro una delle maggiori cause dell’attuale crisi.Siamo consapevoli del fatto che gridare le nostre ragioni non sarà sufficiente a risolvere i grandi e complessi problemi di cui abbiamo accennato.Dobbiamo tuttavia farlo per evitare di rassegnarci e di dire con Ennio Flaiano “Il meglio è passato”.
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30/04/2010 PARADA - un naso rosso contro l' indifferenza
Rinviata causa maltempo a  sabato 8 maggio alle ore 17  presso la  Mole Vanvitelliana di Ancona, la data anconetana originariamente prevista il  5 maggio.   Dalla lotta per la sopravvivenza allo spettacolo circense: arriva nelle Marche dal 4 all’8 maggio Parada. Un naso rosso contro l’indifferenza, affascinante progetto di arte e reintegrazione del clown franco-algerino Miloud Oukili per i ragazzi di Bucarest. L’evento, di fama mondiale, fa tappa – su iniziativa dell’AMAT, della Regione Marche e dei Teatri di Civitanova in collaborazione con i Comuni di Ancona, Civitanova Marche, Fermo, Sant’Elpidio a Mare, San Benedetto Del Tronto, Serra San Quirico, Urbino e con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura della Provincia di Macerata – a Fermo, Casette d’Ete, Serra San Quirico, Ancona, Urbino, San Benedetto del Tronto e Civitanova Marche. Il calendario degli spettacoli è il seguente: 4 maggio a Fermo (ore 10, piazza del Popolo) e a Casette d’Ete (ore 15.30, Scuola Primaria Collodi), il 5 maggio a Serra San Quirico (ore 11) nell’ambito della XXVIII edizione della Rassegna Teatro della Scuola e ad Ancona (Parco della Cittadella, ore 16.30, nell’ambito dell’iniziativa Adriatico Ionica), il 6 maggio (ore 17) ad Urbino al Cortile del Collegio Raffaello, il 7 maggio (ore 11) a San Benedetto del Tronto (Liceo Classico “G. Leopardi”) e l’8 maggio a Civitanova Marche (corso Umberto I). Protagonisti delle esibizioni sono sei ragazzi di Bucarest, accompagnati da tre organizzatori della Fondazione Parada, che durante la permanenza nelle Marche saranno ospiti della Foresteria Comunale Imperatrice Eugenia di Civitanova Marche gestita dall’Azienda Speciale Teatri di Civitanova. L’inizio della storia di Parada risale ai primi anni novanta quando in seguito alla grave crisi economica e sociale attraversata dalla Romania e alla caduta del regime di Ceausescu, migliaia di bambini e di ragazzi sono scappati dalle loro famiglie e dagli orfanotrofi finendo sulle strade di Bucarest e del resto del Paese, esposti alla solitudine, alla violenza e alla povertà assoluta. Nel 1992 il clown francese, Miloud Oukili, li ha incontrati nei canali sotterranei della capitale dove si rifugiavano la notte per sfuggire al freddo e alla solitudine. Da allora Miloud non li ha più lasciati: li ha conquistati con le arti del circo e attraverso la creazione della Fondazione Parada ha offerto loro incontri sulla strada, ascolto in un centro diurno, accoglienza in luoghi protetti e proposte progettuali finalizzate a costruire un futuro migliore. Ora, al loro fianco c’è Parada Italia, in consorzio con il G.R.T. Gruppo per le Relazioni Transculturali, che attraverso la campagna Un naso rosso contro l’indifferenza, offre a Bucarest supporto organizzativo, progettuale, economico e formativo. Alla campagna hanno già aderito molti gruppi di volontari, sorti spontaneamente in tutta Italia, e numerosi enti locali, associazioni e singoli. Grazie al loro sostegno, molti ragazzi rumeni hanno lasciato la strada, frequentano la scuola o lavorano e oggi possono finalmente guardare al futuro con speranza. Alla storia di Miloud è dedicato anche il lungometraggio di Marco Pontecorvo Pa-ra-da (2008), che grande apprezzamento ha riscosso da parte di critica e pubblico italiano. Parada è una Fondazione rumena non governativa riconosciuta di utilità pubblica dalle Istituzioni, creata nel 1996 dall’allora giovane clown francese, Miloud Oukili. La Fondazione si occupa principalmente delle persone emarginate nella città di Bucarest, in particolare dei giovani in situazione a rischio di emarginazione sociale e dell’infanzia emarginata, soprattutto dell’infanzia di strada sradicata dalla famiglia e allontanata dalle istituzioni socio-educative, in particolare dalla scuola. L’obiettivo di Parada è di inserirsi in maniera articolata e coerente nel processo di transizione del Paese sviluppando azioni di prevenzione, assistenza, recupero e reintegrazione sociale dei beneficiari delle attività, insieme a una costante produzione di interventi di sensibilizzazione e lobbyng sulla società civile e le istituzioni. Miloud Oukili nasce ad Algeri (Algeria) il 3 gennaio 1972. Ancora piccolissimo si trasferisce con la famiglia in Francia dove frequenta la scuola di circo di Annie Fratellini. Ha incontrato i ragazzi di strada in Romania nel 1992 mentre prestava servizio civile. Miloud è un clown e interviene con tutto l’impeto della sua sensibilità umana e artistica. In grado di cogliere la forza della diversità non come contraddizione ma come ricchezza, egli ha vissuto e risolto sulla sua pelle lo “scontro culturale” tra una madre francese e un padre algerino. Coglie il senso vero della strada, come modalità di vita, forza, positività, libertà. La sua sensibilità, lo porta a vedere gli aspetti divertenti, sdrammatizzati, semplici. Il denominatore comune del suo agire è la leggerezza, così come la intende Calvino nelle “Lezioni Americane”, un valore dell’Occidente da mantenere per il terzo millennio. Gioca con i ragazzini, si divertono insieme, insieme affrontano il mondo attraverso gli spettacoli. Prendono forza, sicurezza di sé, ampliano la loro conoscenza e le loro relazioni, escono dall’isolamento del loro ghetto senza necessariamente entrare in altre dimensioni, forse ancora premature. Vivono una favola energetica che li porta di tournée in tournée, da Sighisoara fino a Piazza S. Marco a Venezia per il carnevale. Ingresso Gratuito   Info: tel 071 2072439
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30/04/2010 Cisl, da sessant'anni patrimonio di democrazia
   Così Raffaele Bonanni in occasione del compleanno della Cisl, festeggiato questa mattina nel luogo dove la Cisl è nata: il Cinema Adriano in Piazza Cavour a Roma, davanti al quale è stata scoperta una targa commemorativa alla presenza degli ex segretari generali della Cisl Pierre Carniti e Savino Pezzotta. La targa ricorda "Giulio Pastore e gli altri padri fondatori provenienti dalle altre esperienze del sindacalismo ispirato ai valori cristiani che dettero vita alla Cisl, sindacato nuovo, laico, autonomo dai partiti, fedele solo agli interessi dei lavoratori". E gli interessi dei lavoratori , ha sottolineato Raffaele Bonanni, "sono stati difesi in equilibrio con quelli del Paese. Un approccio difficile perché, soprattutto in periodi di crisi, è molto più facile fare demagogia". Una situazione che vale naturalmente anche per l'oggi. Un oggi che chiede di "ricostruire il Paese su basi nuove, a partire dal processo di partecipazione dei lavoratori". I temi affrontati in questi anni, ha aggiunto Bonanni, "hanno messo al centro la persona e quindi il lavoro e sono i temi che continueremo ad affrontare nel corso dei prossimi anni". Clicca qui e leggi la nascita della Cisl nei giornali italiani di sessant'anni fa http://www.conquistedellavoro.it/cdl/it/Archivio_notizie/2010/Aprile/info124872370.htm
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30/04/2010 Cisl Scuola: un grido di allarme per la scuola marchigiana
E’ possibile continuare su questa strada? No di certo! Abbiamo una scuola Pubblica Statale ridotta all’osso, con risorse minime, incertezze  finanziarie ed ordinamentali.Fin quando la politica scolastica la  determinerà il ministero dell’economie e delle finanze non potremmo, sicuramente, sperare in un cambiamento di rotta.Ci preoccupano le dichiarazioni del Ministro dell’’Istruzione  che parla di migliorare la qualità dell’offerta formativa abbattendo i costi del sistema d’Istruzione. Ci sembra contraddittorio quello che c’è scritto nella circolare sugli organici che prevede, attraverso la riduzione di posti, una scuola in grado di garantire un effettivo diritto allo studio.Ci preoccupa il futuro di questa scuola, in cui abbiamo creduto, in cui i nostri lavoratori profondono impegno e  passione e che la difficile sostenibilità economico-finanziaria sta minando. Nelle Marche stiamo assistendo ad un consistente taglio degli insegnanti e del personale ausiliario e amministrativo oltre all’impossibilità di nominare personale supplente con il rischio reale di non garantire le ore di lezione e la sicurezza degli ambienti scolastici. Nella scuola primaria per il prossimo anno scolastico, in tutta la regione, verranno tagliati circa 173 posti dei quali  81 nella provincia di Ascoli Piceno, 43 in  quella di Macerata, 31 in quella di Ancona e 18 in quella di  Pesaro,  oltre ad una diminuzione complessiva di 41 classi.  I tagli   di posti sono pesanti sia per i lavoratori che non riavranno un posto di lavoro sia per la gestione della didattica dei programmi di insegnamento: mancheranno tempi distesi per la docenza  e ai ragazzi un apprendimento proficuo; non ci sarà abbastanza  tempo  per seguire  i ragazzi  stranieri  e per  un reale inserimento dei bambini diversamente abili, i quali sono inseriti spesso in classi numerose, oltre i 20 alunni, e non sempre gli insegnati di sostegno a loro dedicati hanno orari completi. Tutti sanno che l’istruzione e la sanità sono gli indicatori per valutare le politiche di uno Stato democratico che investe sullo sviluppo del proprio paese e dei propri cittadini. I dati parlano chiaro, l’Italia è agli ultimi posti, tra i paesi dell’Unione Europea, nella graduatoria della spesa pubblica totale destinata all'istruzione, tant’è vero che il sistema scolastico italiano sta chiedendo alle famiglie  di compartecipare alle  spese per garantire il diritto allo studio dei propri figli. Condivisibile è il documento del Coordinamento Dirigenti Scolastici della Cisl Scuola Marche che nel denunciare le difficoltà in cui versano gli Istituti scolastici della nostra regione,  evidenziano le criticità  su cui è necessario fare chiarezza. Chiedono di affrontare quanto prima le questioni economico finanziare per evitare di lasciare irrisolti i problemi di bilancio della maggior parte delle istituzioni scolastiche. Rivolgiamo un appello alle Istituzioni locali affinché tutti, dalla Regione agli Enti Locali, dalle Istituzioni Scolastiche all’Ufficio scolastico Regionale, pongano al centro dei loro programmi e del loro lavoro la Scuola, un bene per tutti i  cittadini di questo Paese, un bene che rischia di essere smantellato  da scelte miopi del nostro Governo. Ancona 30 aprile 2010                                         Il Segretario generale Cisl Scuola Marche                                                                                                        Francesca Conti
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30/04/2010 Scuola, il sindacato contro i tagli al personale
Cisl Cgil Uil Scuola e SNALS protestano contro i tagli agli organici delle scuole primarie nella provincia di Macerata. Riduzione degli organici e problemi di sicurezza Rispetto allo scorso anno, a fronte di un aumento di 50 allievi, si registra una riduzione di 38 posti in organico di diritto e di 5 posti in organico di fatto. Di conseguenza è ridotto anche il numero delle classi, che in alcuni casi arrivano a contare fino 27 alunni, compresi disabili. «La situazione – afferma la Segretaria Cisl Scuola Anna Maria Chiurchiù – è aggravata dal fatto che alcuni istituti non hanno una dimensione idonea e che per altri lo stesso Ministero ha rilevato problemi strutturali». Promesse non mantenute sul tempo pieno Altra questione aperta è quella del tempo pieno, rispetto al quale il Ministro Gelmini aveva garantito un incremento delle classi nella Provincia di Macerata. «In barba alle promesse e ignorando la necessità di 7 nuove classi da attivare, rispetto all’anno scorso sono state tagliate 4 classi di tempo pieno». Il sindacato critica il metodo seguito dall’Ufficio scolastico provinciale, che ha convocato le organizzazioni sindacali solo per comunicare le decisioni già prese. Scelte poco trasparenti Critiche anche per l’Ufficio scolastico regionale, che nel ripartire le risorse in organico tra le provincie ha utilizzato criteri tutt’altro che trasparenti. «Ad esempio Macerata – spiega la Chiurchiù – dove il rapporto tra alunni e classi è di 19,2, sono stati tagliati 38 posti. Pesaro invece, nonostante un rapporto più basso (19,14), ha subito il taglio di 18 posti. Non vogliamo certamente una guerra tra poveri, ma solo capire come sono stati decisi dei tagli che incideranno sulla qualità dell’istruzione di tanti bambini e delle loro famiglie, che saranno costretti a far fronte a gravi disagi, specie nelle nostre zone montane. Purtroppo questa è la prova che non tutte le provincie marchigiane hanno lo stesso peso specifico in termini politici. Ci attende un massacro In conclusione la Cisl scuola lancia l'allarme. "Teniamo conto che nel 2009 la scuola pubblica ha già subito tagli importanti. Questo provvedimento è la coda di una strategia di ridimensionamento sul territorio, ma allo stesso tempo temiamo sia l’antipasto di un massacro che prevedibilmente si abbatterà nell’anno in corso sulle scuole secondarie e superiori."
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30/04/2010 FEMCA CISL ANCONA- ELEZIONE DELEGATI DEI LAVORATORI PER IL RINNOVO FONDENERGIA
Cari amici,  nei giorni 10-11-12-13-14 maggio  si svolgeranno le elezioni per il rinnovo delle cariche dell’assemblea di fondenergia. Per la prima volta le organizzazioni sindacali hanno deciso di partecipare alla competizione elettorale in modo autonomo attraverso liste separate . Invitiamo tutti i lavoratori iscritti al fondo a votare la lista elettorale FEMCA CISL nella quale è presente il nostro COLLEGA   PELLEGRINI FRANCESCO VOTA E RAFFORZA LA LISTA SINDACALE FEMCA CISL LA FEMCA CISL DIFENDE I TUOI DIRITTI, ANCHE SULLA PREVIDENZA COMPLEMENTARE INTEGRATIVA LAVORATORI, ISCRIVETEVI A FONDENERGIA , IL VOSTRO FONDO CONTRATTUALE PER LA DIFESA DELLA VOSTRA PENSIONE FUTURA ZD Scribd iPaper var zdscribdvar_429_1 = scribd.Document.getDoc(30736599, 'key-2f6j0gk6oc7bjvgi7hxr') zdscribdvar_429_1.addParam('jsapi_version', 1); zdscribdvar_429_1.addParam('height', 600); zdscribdvar_429_1.addParam('width', 590); zdscribdvar_429_1.addParam('disable_related_docs', true); zdscribdvar_429_1.addParam('mode', 'list'); zdscribdvar_429_1.addParam('auto_size', true); zdscribdvar_429_1.addParam('page', 1); zdscribdvar_429_1.write('zdscribdid_429_1');
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30/04/2010 FEMCA CISL ANCONA- ELEZIONE DELEGATI DEI LAVORATORI PER IL RINNOVO FONDENERGIA
Cari amici,  nei giorni 10-11-12-13-14 maggio  si svolgeranno le elezioni per il rinnovo delle cariche dell’assemblea di fondenergia. Per la prima volta le organizzazioni sindacali hanno deciso di partecipare alla competizione elettorale in modo autonomo attraverso liste separate . Invitiamo tutti i lavoratori iscritti al fondo a votare la lista elettorale FEMCA CISL nella quale è presente il nostro COLLEGA   PELLEGRINI FRANCESCO VOTA E RAFFORZA LA LISTA SINDACALE FEMCA CISL LA FEMCA CISL DIFENDE I TUOI DIRITTI, ANCHE SULLA PREVIDENZA COMPLEMENTARE INTEGRATIVA LAVORATORI, ISCRIVETEVI A FONDENERGIA , IL VOSTRO FONDO CONTRATTUALE PER LA DIFESA DELLA VOSTRA PENSIONE FUTURA
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28/04/2010 La Cisl aderisce all'appello per la Birmania
Liberazione immediata e senza condizione di Aung San Suu Kyi e degli altri detenuti politici, garanzia per tutti di poter partecipare e candidarsi alle elezioni, cessazione degli attacchi contro le comunità etniche e gli attivisti democratici: queste le richieste dell’appello che la Cisl fa al governo italiano e alla UE affinché facciano proprie le richieste del sindacato e delle organizzazioni democratiche birmane. La giunta militare deve aprire immediatamente un dialogo genuino ed inclusivo con le organizzazioni democratiche e le nazionalità etniche, un dialogo che comprenda la revisione della Costituzione. L’appello, che la CISL invita a sottoscrivere, chiede anche che il governo italiano si impegni affinché la UE operi un rafforzamento delle sanzioni economiche mirate e si adoperi attivamente perché il Consiglio di Sicurezza ONU approvi un embargo globale sugli armamenti verso la Birmania. Per sottoscrivere l’appello clicca suPer firmare l’appello vai su http://www.birmaniademocratica.org
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28/04/2010 Protesta Se.Ba., i dipendenti in agitazione
Continua l’agitazione dei dipendenti della Se.Ba. Spa di Jesi, azienda dei servizi bancari di proprietà di alcuni istituti di credito delle Marche. La Fiba-Cisl ha indetto per oggi una nuova giornata di sciopero per protesta contro la proprietà, che vorrebbe cedere il pacchetto di maggioranza a un socio privato. «A tutt’oggi non esistono né garanzie né certezze circa il futuro occupazionale dei 35 dipendenti». La Fiba-Cisl accusa la proprietà di sottrarsi al confronto con i sindacati.28 aprile 2010
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28/04/2010 Gabriele Del Grande (Fortress Europe) a Macerata
Mercoledì 5 maggio prossimo alle 16:30, presso l'ITAS Matteo Ricci di Macerata, via G.Di Pietro, Gabriele Del Grande, fondatore di Fortress Europe (http://fortresseurope.blogspot.com) presenterà il volume "Il Mare di Mezzo". Il blog Fortress Europe è dedicato alla memoria delle vittime dell'emigrazione e alla denuncia dei crimini commessi alla frontiera contro migranti e rifugiati. Nato nel gennaio 2006, non riceve nessun finanziamento e si regge su una rete volontaria di giornalisti, traduttori e associazioni. Il libro racchiude tre anni di inchieste in un unico avvincente racconto. Un viaggio tra memoria e attualità attraverso le storie che fanno la storia. La nostra storia. L'incontro, aperto al pubblico, è organizzato all'interno dell'Assemblea dei Soci dell'ISCOS Marche Onlus, insieme alla CISL di Macerata e all'ANOLF (Associazione Nazionale Oltre le Frontiere). Per informazioni: iscosmar@tin.it - 071505228
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28/04/2010 Gabriele Del Grande (Fortress Europe) a Macerata
Mercoledì 5 maggio prossimo alle 16:30, presso l'ITAS Matteo Ricci di Macerata, via G.Di Pietro, Gabriele Del Grande, fondatore di Fortress Europe (http://fortresseurope.blogspot.com) presenterà il volume "Il Mare di Mezzo".Il blog Fortress Europe è dedicato alla memoria delle vittime dell'emigrazione e alla denuncia dei crimini commessi alla frontiera contro migranti e rifugiati. Nato nel gennaio 2006, non riceve nessun finanziamento e si regge su una rete volontaria di giornalisti, traduttori e associazioni.Il libro racchiude tre anni di inchieste in un unico avvincente racconto. Un viaggio tra memoria e attualità attraverso le storie che fanno la storia. La nostra storia.L'incontro, aperto al pubblico, è organizzato all'interno dell'Assemblea dei Soci dell'ISCOS Marche Onlus, insieme alla CISL di Macerata e all'ANOLF (Associazione Nazionale Oltre le Frontiere).Per informazioni: iscosmar@tin.it - 071505228Qui il volantino dell'iniziativa.
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27/04/2010 Commercio: deroga alle aperture. Sindacati all'attacco
San Benedetto,  aprile 2010 Le categorie del commercio di Cgil - Cisl - Uil ribadiscono la loro contrarietà alle deroghe all'apertura degli esercizi di commercio nelle date del 25 Aprile e Primo maggio, operata con ordinanza anche dal Comune di San Benedetto per tutto il territorio, tranne i centri commerciali. "A nulla  è valso il nostro richiamo, fatto nei giorni scorsi, circa l'importanza che queste due date hanno per la storia e la memoria del nostro Paese. Ci sconcerta sia il modo con cui siamo venuti a sapere del provvedimento del sindaco (tramite il sito web del Comune) sia il fatto che il Comune cerchi di puntellare la decisione di derogare alle aperture con initiative cultural-sportive, ben sapendo che il 25 aprile e il Primo maggio sono patrimonio storico di tutti noi. Il sindaco sa bene che non si esce dalla crisi facendo lavorare anche il 25 aprile ed il Primo maggio". I sindacati invitano i lavoraton alla fruizione delle festività non offrendo in tali giorni la prestazione lavorativa "poiché l’art. 142 del contratto di settore prevede che non ci sia nessuna riduzione o trattenuta sulla retribuzione ai lavoratori in conseguenza della mancata prestazione di lavoro nel giorno del 1 maggio".
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27/04/2010 Commercio: deroga alle aperture. Sindacati all'attacco
San Benedetto, 27 aprile 2010 Le categorie del commercio di Cgil - Cisl - Uil ribadiscono la loro contrarietà alle deroghe all'apertura degli esercizi di commercio nelle date del 25 Aprile e Primo maggio, operata con ordinanza anche dal Comune di San Benedetto per tutto il territorio, tranne i centri commerciali. "A nulla  è valso il nostro richiamo, fatto nei giorni scorsi, circa l'importanza che queste due date hanno per la storia e la memoria del nostro Paese. Ci sconcerta sia il modo con cui siamo venuti a sapere del provvedimento del sindaco (tramite il sito web del Comune) sia il fatto che il Comune cerchi di puntellare la decisione di derogare alle aperture con initiative cultural-sportive, ben sapendo che il 25 aprile e il Primo maggio sono patrimonio storico di tutti noi. Il sindaco sa bene che non si esce dalla crisi facendo lavorare anche il 25 aprile ed il Primo maggio". I sindacati invitano i lavoraton alla fruizione delle festività non offrendo in tali giorni la prestazione lavorativa "poiché l’art. 142 del contratto di settore prevede che non ci sia nessuna riduzione o trattenuta sulla retribuzione ai lavoratori in conseguenza della mancata prestazione di lavoro nel giorno del 1 maggio".
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