L'annunciata e positiva volontà anche nel maceratese di procedere alla fusione di comuni limitrofi quali quelli di Pievebovigliana ( 877 abitanti ) e Fiordimonte ( 214 abitanti) nella futura nuova realtà di Valfornace, conferma la necessità di supportare la buona volontà dei singoli sindaci e consigli comunali per comprendere e condividere quale sia nelle Marche il bacino omogeneo ottimale per la gestione dei servizi ai cittadini in un contesto di valorizzazione del sempre minore personale operativo.
Sinora infatti la storia delle fusioni dei Comuni nelle Marche è stata spesso legata ai ricorsi al Tar che hanno stoppato alla vigilia del referendum (il 18 marzo vi sarà la sentenza nel merito), le annunciate fusioni di Pesaro con Mombaroccio e di Urbino con Tavoleto.
Di fatto le uniche due vere fusioni in essere dal 01 gennaio 2014 sono il nuovo Comune Trecastelli in provincia Ancona nato dalla fusione dei comuni di Castel Colonna, Monterado e Ripe (7605 abitanti) e nel pesarese il nuovo comune di Vallefoglia nato dalla fusione dei comuni di Colbordolo e Sant'angelo in Lizzola (14.959 abitanti), ai quali va aggiunto il distacco della frazione di Marotta dal Comune di Fano al Comune di Mondolfo, e sempre nel pesarese l'avviato percorso per la fusione dei comuni di Belforte all'Isauro, Piandimeleto e Lunano.
Per la FP Cisl è doveroso riflettere sulla fusione dei Comuni dato che i tagli statali hanno portato molti piccoli ma anche medi comuni ad avere grossi problemi di bilancio e proprio alla luce anche delle motivazioni del Tar ,che hanno portato alla sospensiva su due importanti referendum consultivi già indetti, fa bene la Regione a definire con precisione le modalità di indizione dei referendum e più in generale della partecipazione dei cittadini, elemento fondamentale per la nascita di una futura comunità.
In questo momento gli incentivi economici per fondersi sono sicuramente interessanti (solo nel 2015 sono giunti al livello centrale a TreCastelli 343.920 euro ed a Vallefoglia 473.245 euro di incentivi per la fusione), ma oltre al lato economico la politica ha la necessità di ridisegnare i confini marchigiani trovando le soluzioni migliori e partecipate per coniugare la valorizzazione del personale con la contestuale necessità di garantire investimenti in opere pubbliche e servizi di qualità ai cittadini.
Necessita pertanto una pianificazione del riordino territoriale per giungere ad un riassetto complessivo del governo territoriale, tramite un confronto sindacale teso a condividere la giusta sintesi per la nostra regione, valorizzando gli strumenti della partecipazione e coinvolgimento delle parti sociali .