«Ancora una volta le politiche giovanili tornano al centro del dibattito nel comune di Jesi e nel suo territorio. L'annuncio dell'assessore di Jesi, Manuela Marguccio, ha riacceso l'interesse su un tema cruciale, ma a nostro avviso occorre fare di più: è indispensabile convocare un tavolo di programmazione sociale che coinvolga tutti gli attori interessati, sia pubblici che privati, nonché il terzo settore. Solo attraverso una collaborazione coordinata si potranno coprogrammare le linee e gli interventi necessari per un nuovo welfare attento ai giovani. - scrive in una nota stampa Giovanni Giovanelli, Responsabile CISL di Senigallia, Jesi, Fabriano - Siamo convinti che solo una programmazione forte ed incisiva possa affrontare efficacemente le tematiche giovanili. Non basta limitarsi al controllo e alla prevenzione: è necessario un impegno a 360 gradi che vada oltre le iniziative mirate a curare i sintomi, affrontando invece le cause profonde del disagio giovanile. Occorre implementare iniziative e creare spazi per i giovani, favorendo l'orientamento al lavoro, migliorando la qualità dell'occupazione, contrastando il lavoro irregolare e offrendo luoghi adeguati per il tempo libero. Formazione e prevenzione in materia di dipendenze devono diventare pilastri fondamentali di un rinnovato welfare, capace di accompagnare i giovani in questo delicato momento sociale.»
«L'obiettivo è chiaro: sotto la guida del sindaco e dell'assessore alle politiche giovanili, Jesi deve avviare un nuovo modello di politiche giovanili che riporti al centro le esigenze e le richieste dei giovani. Non sono sufficienti azioni sporadiche, come i controlli per prevenire il vandalismo; è necessario prevenire il disagio in tutte le sue manifestazioni, valorizzare i giovani e promuovere una città e un territorio a loro misura. - rilancia Giovanelli - Questo nuovo approccio richiede una visione lungimirante e una pianificazione condivisa, capace di trasformare Jesi in un esempio virtuoso di gestione delle politiche giovanili. Con una collaborazione attiva tra tutti gli attori coinvolti, si potrà costruire un sistema di welfare che non solo previene il disagio, ma che promuove il benessere e lo sviluppo dei giovani, rendendoli protagonisti del futuro della nostra comunità.»