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01/04/2020 Emergenza Covid 19: come accedere ai servizi Cisl Marche
Hai bisogno di noi? Scopri in questo video come accedere ai nostri servizi. Anche se le nostre sedi saranno chiuse al pubblico fino al termine dell'emergenza sanitaria, potrai comunque ricevere assistenza senza muoverti da casa: basta andare sul nostro sito www.cislmarche.it Potrai scegliere l'area di tuo interesse: servizi di Patronato, di assistenza fiscale, servizi vari o servizi di tutela sindacale. Ricordati di segnalare il territorio dove vivi, e di lasciare il tuo nome, il numero di telefono e l’indirizzo e-mail. Puoi scrivere direttamente anche la tua richiesta. Sarai contattato da un nostro esperto Restiamo a casa La CISL Marche al tuo fianco, sempre
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31/03/2020 Cgil Cisl Uil Marche scrivono alla Regione: «Dateci i dati sul personale contagiato»
  Emergenza Coronavirus: le Segreterie regionali di CGIL CISL UIL hanno scritto al Presidente Ceriscioli per chiedere dati e informazioni indispensabili per fare chiarezza sulla la progressiva e costante evoluzione dell’epidemia da Covid 19 con il suo drammatico prezzo in termini di decessi in costante crescita e l’enorme carico di lavoro imposto a tutto il sistema sanitario della Regione Marche, ma in particolare a quello delle provincie più colpite.  Ad oggi non esiste o non è reso disponibile, al netto del cosiddetto Progetto 100, sul cui impianto esprimiamo molte riserve, lo schema coordinato degli interventi disposti, nè un dettagliato censimento del personale sanitario e non sanitario colpito dall’infezione da Covid 19, cosi come manca un quadro chiaro delle misure di riorganizzazione dei reparti ospedalieri, di potenziamento delle terapie intensive  e d’istituzione di Covid-Unit, adottate in Regione.  «Abbiamo chiesto al Presidente Ceriscioli di fornirci i dati relativi ai numeri del personale sanitario sottoposto a tampone, quello risultato positivo, quello posto in isolamento domiciliare e quello ricoverato, oltre ad avegli posto il delicatissimo tema delle carenze nella dotazioni dei DPI - dichiarano Daniela Barbaresi, Sauro Rossi e Graziano Fioretti, rispettivamente Segretari Generali di CGIL CISL UIL Marche -. Abbiamo anche chiesto i dati sulla reale distribuzione dei pazienti nelle diverse aree di ricovero delle strutture ospedaliere e in particolare il numero dei pazienti ricoverati nelle singole Covid-Unit, i dati sulle dimissioni, i decessi e a trasferimenti da questi reparti».  Le informazioni ad oggi disponibili, anche in considerazione dei lunghi tempi di degenza dei pazienti in terapia intensiva, lasciano dedurre che la maggior parte dei pazienti trovi attualmente posto per il ricovero presso le aree sub-intensive e le medicine d’urgenza riclassificate come Covid-Unit.  «Dunque – proseguono Barbaresi, Rossi e Fioretti – si ritiene che il maggior carico della gestione dei pazienti colpiti da Covid 19 ricada proprio su queste “aree dedicate” non intensive. Per questa ragione, sarebbe importante conoscere la dotazione in termini di organico, rapportato al numero di posti letto, di dotazioni tecnologiche (dispositivi per ventilazione e per il monitoraggio) e la reale disponibilità di percorsi di diagnosi e terapia condivisi e uniformi».  L’esigenza di avere dati dettagliati è indispensabile per dare evidenza pubblica e difendere il diritto di ogni singolo cittadino di fruire del massimo delle cure possibili, nonché per agevolare e permettere la piena esplicazione del diritto di ogni singolo medico e operatore sanitario di svolgere nella pienezza delle loro competenze e conoscenze il massimo dello sforzo di diagnosi, terapia e cura degli ammalati.  Indispensabile poi il quadro delle misure adottate per ridurre il rischio di contagio all’interno delle strutture sanitarie.  
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31/03/2020 Cgil Cisl Uil Pesaro: «Senza lavoratori non ci sono le aziende»
Cgil Cisl e Uil della Provincia di Pesaro Urbino replicano al vice presidente della Camera di Commercio di Pesaro, Salvatore Giordano. «Con vero stupore e senza nascondere un forte disappunto abbiamo letto le esternazioni del vice presidente della Camera di Commercio in merito alle 508 aziende che vogliono continuare a produrre, adducendo il fatto che le loro produzioni in tutto o in parte sarebbero collegate ai cosiddetti settori essenziali - scrivono Roberto Rossini (Cgil), Maurizio Andreolini (Responsabile della Cisl di Pesaro) e Paolo Rossini (Uil) -. Per noi 508 imprese, (tra l’altro ci risulta che siano ancora aumentate), che autocertificano alla prefettura la loro volontà di voler continuare a lavorare appaiono a nostro parere in termini numerici eccessive rispetto alla principale necessità economica del momento, quello di fermare al più presto possibile la diffusione dell’epidemia da nuovo coronavirus. Prima fermeremo la diffusione del virus prima potremo affrontare l’emergenza economica che già è in atto».   «Il lavoro che stiamo tentando di fare con la Prefettura, con difficoltà, viste le ultime varie dichiarazioni di parte datoriale che sembrano contrastare questa azione, è proprio quello di garantire che le aziende che veramente rientrano nel DPCM 22 marzo possano operare garantendo la sicurezza dei lavoratori e le produzioni essenziali per la sopravvivenza di tutti i cittadini - proseguono i tre sindacalisti -. Non capiamo come il vice presidente della Camera di Commercio, nell’esercizio del suo ruolo istituzionale, possa con così grande disinvoltura, mettere sullo stesso piano il diritto costituzionale alla tutela della salute e l’interesse economico, tale da giustificare un atteggiamento semplicemente utilitaristico e ai nostri occhi irresponsabile, che fa prevalere l’interesse di parte di alcune imprese a scapito di altre. Non ci pare che con le sue dichiarazioni il vice presidente della Camera di Commercio abbia dimostrato di garantire a tutte le parti il mantenimento di un giusto e necessario equilibrio nel rappresentare tutte le imprese del territorio e l’interesse dei lavoratori».   «Può anche essere che - insistono Cgil Cisl e Uil - ricoprendo vari incarichi, il vicepresidente Giordano abbia fatto tali dichiarazioni confondendosi, confondendo il proprio ruolo con l’altro che ancora ricopre, cioè quello di direttore di Confindustria, tanto che non abbiamo ben individuato a che titolo ed in rappresentanza di chi stava parlando. Altro esempio che deve far riflettere rispetto alla opportunità nel nostro Paese di attribuire più ruoli e incarichi ai medesimi soggetti, esponendoli al rischio di contraddirsi e di fare dichiarazioni “imbarazzanti”, come quelle sulla necessità per i sindacati di far riaprire le aziende altrimenti gli stessi perderebbero gli iscritti. Ricordiamo all’avvocato Giordano che in questo momento la priorità è la salute dei cittadini e parafrasando le sue parole, senza lavoratori non ci sono imprese».   «Nell’auspicare che il vicepresidente della Camera di Commercio “smentisca” il direttore di Confindustria, quindi sè stesso, e precisi le sue parole, chiediamo al Presidente della Camera di Commercio Regionale Sabbatini se la linea dell’istituzione che presiede è coerente con quella espressa dal dott. Giordano, oppure se non sia il caso che venga chiarito quale sia la posizione ufficiale della stessa - concludono i sindacati pesaresi -. Ribadiamo che le organizzazioni sindacali CGIL, CISL e UIL continueranno a svolgere il ruolo a garanzia della salute dei lavoratori e della comunità».
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31/03/2020 Lavoratori commercio alimentare a rischio.I sindacati dichiarano lo stato di agitazione
  La situazione sanitaria  nel nostro Paese si sta facendo di giorno in giorno più drammatica: i casi di contagio da COVID19 crescono e purtroppo anche i decessi.   Filcams Cgil  Fisascat Cisl e Uiltucs  Uil delle Marche scrivono in una nota: « consapevoli che il settore della distribuzione alimentare è essenziale per la popolazione e che per tale ragione è stato consentito alle aziende di continuare la loro attività, chiediamo con forza che ciò avvenga nel pieno rispetto delle norme sanitarie a protezione di tutti i lavoratori e dei cittadini e dichiariamo  su tutto il territorio  regionale marchigiano lo STATO DI AGITAZIONE  delle lavoratrici e dei lavoratori del commercio alimentare.» «Lo stato di agitazione lo abbiamo dichiarato come ultimo monito alle istituzioni, alle associazioni datoriali ed alla cittadinanza, perché si intervenga subito per ridurre l' esposizione ai contagi di una categoria dove non mancano vittime . - ha commentato Selena Soleggiati, Fisascat Cisl Marche - Lo sciopero sarà l' ultima ratio ma non lo escludiamo se nulla sarà fatto in  termini di contrazione degli orari di apertura da parte soprattutto delle istituzioni che hanno il dovere di intervenire perché chiudere la domenica non impatta in alcun modo sulla possibilità di approvvigionamento dei beni di prima necessità delle famiglie marchigiane.»   Il protocollo sottoscritto il 14 marzo e recepito interamente dal decreto del Governo definisce le linee guida da adottare in tutte le aziende affinché si eviti il contagio da COVID19. È necessario che le aziende si attengano a tali norme, in modo da attuare rigorosamente gli interventi di prevenzione collettiva e individuale. «Purtroppo continuiamo a registrare carenze nelle misure messe in campo e carichi di lavoro insostenibili. - proseguono  Filcams Cgil  Fisascat Cisl e Uiltucs  Uil - La mancanza di dispositivi di sicurezza, l’assenza di controllo e sorveglianza, lo stress di massacranti turni di lavoro mettono a grave rischio gli addetti del settore. Per tale ragione chiediamo che le soluzioni, gli strumenti e gli interventi, vengano concretamente realizzati da tutti gli operatori commerciali,  quali: dotazione dei DPI a tutti i lavoratori; controllo rigido e contingentato dell’afflusso delle persone; rispetto rigoroso della distanza interpersonale;  installazione di pannelli di plexiglass alle casse; sanificazione costante di ambienti e superfici; rimodulazione dell’organizzazione del lavoro con turni di lavoro più contenuti che prevedano il riposo la domenica.» I negozi alimentari nei fatti restano a tutt’oggi l’unico luogo in cui si realizza una elevata circolazione di cittadini e conseguentemente una maggiore possibilità di diffusione del  contagio. «Riteniamo pertanto che la misura di contenimento più efficace sia proprio la  minore esposizione al rischio realizzabile attraverso la restrizione degli orari di apertura con un provvedimento omogeneo su tutto il territorio nazionale che disponga da subito la chiusura in domenica degli esercizi di vendita. L’apertura per sei giorni la settimana costituisce infatti un lasso temporale più che adeguato per garantire gli approvvigionamenti alimentari alle famiglie italiane. Valutiamo pertanto negativamente la  decisione del Governo di mantenere l’apertura illimitata e subordinata alla libertà del singolo esercente. L’autoregolamentazione degli operatori del settore non solo ha creato disparità tra gli addetti che sono sottoposti a nastri orari diversi, ma ha creato anche difformità negli orari commerciali del medesimo comune generando confusione tra gli utenti.» Gli operatori più sensibili ed avveduti hanno chiuso la domenica e previsto l’apertura sino alle 19 altri hanno mantenuto gli orari di sempre inclusa l’apertura in domenica. In assenza di interventi governativi, «abbiamo chiesto una tempestiva regolamentazione omogenea del settore da parte della Regione Marche, affinché la cittadinanza non sia  disorientata ed abbia una univoca indicazione confidando in misure restrittive per una Regione che sta pagando un prezzo altissimo in termini di numero di contagi e di vittime.» In molte regioni, dal Veneto alla Sicilia, dall’Emilia Romagna alla Sardegna, dal Friuli alla Calabria, peraltro la chiusura in domenica Insieme al contenimento degli orari è già stata assunta con Ordinanze specifiche. «L’assenza di ogni risposta da parte della Regione Marche rischia invece di tradursi in una scarsa attenzione delle Istituzioni nei confronti dei lavoratori e delle lavoratrici del settore  che svolgono “eroicamente “ un servizio indispensabile per la collettività mettendo a rischio se stessi e le proprie famiglie.» sottolineano i sindacati di categoria. A tutto ciò si aggiunge la richiesta irricevibile che talune aziende del settore alimentare stanno avanzando alle Organizzazioni sindacali per l’utilizzo dell’ ammortizzatore sociale della Cassa Integrazione Guadagni in Deroga in costanza di continuità lavorativa. «Una richiesta che , in seno all’emergenza e alla drammaticità del momento, condanniamo  perché operata a mero vantaggio economico da aziende che hanno visto aumentare considerevolmente i loro fatturati in queste settimane.  - denunciano i sindacati - Ricorrere ad un ammortizzatore sociale straordinario senza che si sia delineato un consistente ed improvviso calo di lavoro, significa nei fatti sottrarre risorse pubbliche ad altre aziende che hanno dovuto al contrario, loro malgrado, interrompere la propria attività a salvaguardia della salute pubblica e del bene comune e che versano per questo in seria difficoltà.» «Lo stato di agitazione è anche una precisa presa di posizione nei confronti di quelle aziende che stanno guardando alla cassa integrazione in deroga come ad uno strumento per ridurre i costi seppur in costanza di continuità di attività .  - conclude Selena Soleggiati Fisascat Cisl Marche  - Solo il calo drastico ed improvviso del fatturato o la chiusura di attività  può giustificare il ricorso agli ammortizzatori, pensati per sostenere lavoratori ed imprese a cui il contenimento deciso dal governo impedisce nei fatti di lavorare, e  non come occasione di miglioramento delle performance economiche.» Filcams Cgil  Fisascat  Cisl e Uiltucs Uil, nelle realtà in cui si verificherà la carenza delle necessarie misure di sicurezza sanitaria o che scelgano senza ragioni valide  di avvalersi degli ammortizzatori sociali si dichiarano pronte a sostenere tutte le azioni, anche di mobilitazione, a tutela dei lavoratori e della popolazione    
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31/03/2020 Smart working pubbliche amministrazioni nelle Marche. Talevi, Cisl Fp: “ Positivo il dato rilevato dal Ministero Funzione Pubblica ma si può far meglio.”
La drammatica emergenza Covid ha portato il Governo ad emanare provvedimenti che hanno reso  lo smart working lo strumento prioritario per il lavoro amministrativo dei pubblici dipendenti. Il Ministero della Funzione Pubblica ha emanato i primi dati, regione per regione, e le Marche sono  la terza regione in Italia per applicazione di questo importante strumento di lavoro con 2079 impiegati coinvolti pari al 62.7% del totale degli impiegati coinvolgibili tenendo conto che i servizi essenziali devono essere garantiti con la presenza in ufficio. Meglio delle Marche solo il Lazio e, Emilia Romagna . «Si tratta di dati molto incoraggianti che, stante purtroppo il perdurare dell'emergenza sanitaria, possono essere migliorati. - commenta Luca Talevi, Segretario Generale Cisl Fp Marche  -  Come Cisl Fp siamo impegnati a monitarore ente per ente la situazione a tutela della sicurezza e salute dei lavoratori e dei cittadini cui devono essere garantiti i servizi necessari. Vigileremo, da lunedì prossimo,  anche sull'erogazione dei buoni spesa.»   La Cisl Fp Marche ritiene che lo strumento dello smart working, coinvolgendo i lavoratori, possa essere utilizzato anche dopo la fine dell'emergenza ( con percentuali ipotizziamo sino al 30%) perché «è uno strumento atto a cambiare l’approccio lavorativo portando il lavoratore a produrre in base agli obiettivi dati dal dirigente e condivisi dal lavoratore stesso. -sottolinea   Talevi -   Per questo, concluso questo drammatico periodo, sarà necessario, con il massimo coinvolgimento dei lavoratori affrontare in ogni luogo di lavoro il tema dell'organizzazione degli uffici al fine di coniugare la valorizzazione del personale con la migliore erogazione dei servizi ai cittadini ed al territorio.»    
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30/03/2020 Covid-19 Sanimoda non ti lascia sola
In questa fase di straordinaria emergenza Covid-19 occorrono risposte di straordinaria efficacia. Per questo motivo Sanimoda si farà carico di nuove prestazioni senza oneri aggiunti per lavoratori associati ed imprese Ecco alcune esemplificazioni: indennità (per un periodo massimo di 30gg) per i lavoratori associati al fondo ricoverati a causa del virus Covid-19; indennità (14gg) per coloro risultati positivi al tampone (quarantena); diaria post ricovero per i lavoratori associati che sono sottopposti a trattamenti di terapia intensiva. La Femca Cisl Marche è pronta ad assisterti nelle fasi di richiesta indennizzo. In smartworking ci trovi su https://tinyurl.com/uzuv6rg   #coperturasanimodacovid19 #iorestoacasa #andratuttobene #femcacislmarche c'è!
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30/03/2020 Emergenza Coronavirus e pensione, l’appello di Spi, Fnp e Uilp ai pensionati: «Usate il bancomat o andate in banca rispettando le norme di sicurezza»
I sindacati regionali dei pensionati di Cgil Cisl e Uil delle Marche rivolgono un appello ai pensionati e alle pensionate che in questi giorni si recano presso la propria banca per ritirare la pensione. «Rispettate l’appuntamento concordato con la vostra filiale bancaria - chiedono i Segretari Generali di Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil Marche,Elio Cerri, Mario Canale e Marina Marozzi -, Ricordiamo, infatti, che in banca sin dal 25 marzo si accede solo tramite appuntamento». «È fondamentale mantenere le distanze tra le persone e con gli addetti allo sportello, rispettare le misure di prevenzione del contagio, evitare di soffermarsi in gruppi, evitare inutili perdite di tempo in modo particolare con gli addetti e rientrare subito a casa». I Segretari generali di Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil delle Marche invitano, infine, i pensionati già in possesso di bancomat di usare gli sportelli automatici all'esterno delle filiali, senza creare assembramenti. «In questo periodo di emergenza, per tutelare la salute di tutti, è opportuno privilegiare l’uso di strumenti automatici ogni volta che sia possibile avendo cura di lavarsi bene le mani dopo averli usati» concludono i tre sindacalisti, che rinnovano l'invito a rispettare le regole con responsabilità.  
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30/03/2020 Cgil Cisl e Uil Pesaro a Confindustria: abbiamo lavorato e lavoriamo per tutelare la salute dei lavoratori e dei cittadini.
Cgil Cisl e Uil della Provincia di Pesaro Urbino rispondono all'intervento del Presidente provinciale di Confindustria, Mauro Papalini, in merito al Covid 19 ed il suo impatto sul mondo del lavoro. «Fin dall’inizio di questa crisi per noi la priorità è stata quella di mettere prima di ogni interesse economico, la difesa della salute dei lavoratori e di tutti i cittadini, operando secondo quanto richiesto dalle Istituzioni affinché le misure di contenimento potessero avere la massima efficacia - replicano i sindacati -. Allo stesso modo siamo sempre stati altrettanto consapevoli che alcuni lavoratori più direttamente di altri avrebbero comunque dovuto continuare a lavorare per permettere la sussistenza della collettività costretta a rimanere a casa e per combattere la malattia con in prima linea gli operatori della sanità. Ci siamo battuti fin da subito affinché a questi lavoratori sia garantita la massima sicurezza nei loro luoghi di lavoro, battendoci perché gli venissero assicurati i giusti dispositivi di protezione individuale e fossero messe in atto tutte le misure contenute nel protocollo sulla sicurezza sottoscritto con le imprese a livello nazionale».  Cgil Cisl e Uil di Pesaro Urbino stanno lavorando alla sottoscrizione di un protocollo di azione con la Prefettura, con lo scopo di verificare una ad una le situazioni delle singole aziende, con la massima trasparenza e senso di responsabilità, ma certamente segnalando anomalie e situazioni di mancata applicazione delle norme di sicurezza laddove queste ci verranno evidenziate, come del resto già fatto in queste settimane. «Siamo assolutamente preoccupati per l’economia e le macerie sociali che rischieremo di trovarci di fronte fra non molto e tanto più siamo convinti che questo non sia il tempo per compiere fughe in avanti o mettere in atto comportamenti scorretti non solo verso i lavoratori ma anche tra imprese - prosegue la nota dei sindacati -. Non possiamo permetterci atteggiamenti che abbiano come fine la tutela esclusiva degli interessi di alcune parti a scapito di altre. Se lo facessimo pagheremmo tutti un prezzo altissimo. Alla luce di questo, non comprendiamo l’ennesima frecciata gratuita lanciata dall’arco teso dal Presidente Papalini nei confronti delle scriventi sui giornali, che ci chiama in causa nei suoi monologhi quasi fossimo degli antagonisti, mentre ci saremmo aspettati, in questo momento così difficile per tutti, una chiamata fuori dai riflettori per trovare delle soluzioni comuni». Cgil Cisl e Uil chiedono fin da ora a Confindustria, ma anche a tutte le altre associazioni di rappresentanza degli imprenditori, di sottoscrivere un “Patto dei valori” che si fondi su trasparenza e metta in primo piano la salute dei lavoratori, che abbia lo scopo di garantire la massima sicurezza a chi deve necessariamente lavorare, ma allo stesso tempo che abbia lo scopo di tutelare anche chi, non lavorando in settori essenziali, deve restare a casa a tutela della salute di tutti. Un “Patto dei valori” da estendere a tutte le associazioni datoriali private ed anche ai datori di lavoro pubblico, in primis quelli della sanità, che hanno visto e vedono tanti lavoratori sacrificarsi quotidianamente senza che venga loro garantito un adeguato livello di sicurezza sul lavoro. A differenza di quanto affermato dal Presidente di Confindustria Marche nord, «in questi difficili momenti non abbiamo mai diffuso messaggi di tensione e paura, bensì abbiamo sempre agito nel tentativo di assicurare ai lavoratori la massima attenzione a tutela della loro salute. Questo è il nostro ruolo e lo rivendichiamo. Pensiamo che la difesa della salute venga prima di ogni interesse economico o finanziario». «La nostra - concludono Cgil Cisl e Uil di Pesaro Urbino - non sarà una “battaglia sui codici ATECO” ma un confronto trasparente che nell’interesse anche delle imprese, impedisca comportamenti scorretti di qualcuno a tutela di quanti si comportano correttamente».  
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30/03/2020 Emergenza Covid -19 Cgil Cisl Uil Marche: Salute ed economia. Le priorità da ribadire
L’emergenza sanitaria generata dal Covid-19 ha raggiunto da tempo, nella nostra regione, livelli tra i più elevati d’Italia.  I livelli di tensione che si registrano nel sistema delle cure sono ai limiti della sostenibilità e imponente è il tributo di vittime che le nostre comunità stanno pagando.   Di fronte a questo quadro ci troviamo a ribadire come sia necessario oggi più di ieri affermare che le esigenze di tutela della salute di lavoratori e cittadini non possono essere superficialmente subordinati alle esigenze produttive. Per arginare l’epidemia, servono misure severe per ridurre gli spostamenti delle persone e le attività lavorative autorizzate devono essere esclusivamente quelle di carattere essenziale. Bisogna avere il coraggio di chiudere tutto ciò che non ha queste caratteristiche per agevolare in tempi più rapidi il rientro alla normalità. Il DPCM del 22 marzo scorso aveva maglie troppo larghe. Le modifiche ad esso apportate migliorano il quadro ma hanno bisogno di essere accompagnate da azioni coerenti con lo scopo di ridurre la mobilità per lavoro e di assicurare la tutela della salute per chi è chiamato comunque a prestare la sua attività. «Consideriamo quindi preoccupante e irresponsabile che ben 2.000 imprese marchigiane, escluse dalla lista delle attività essenziali, abbiano comunicato alle Prefetture di voler continuare a svolgere la loro attività: un numero esageratamente elevato se si considera che in questi giorni ogni cittadino dovrebbe, per il bene di tutti, restare a casa » dichiarano Daniela Barbaresi, Sauro Rossi e Graziano Fioretti, rispettivamente Segretari Generali di CGIL CISL UIL Marche. Per questo, le attività di tali imprese vanno sottoposte a rigorosa verifica cosi come vanno individuate e punite tutte quelle forme elusive, come il cambio dei codici Ateco, a cui hanno fatto ricorso, anche nella nostra regione molte imprese. Deve essere inoltre ribadito il principio che nelle realtà in cui si lavora devono essere garantite tutte le misure di sicurezza previste dal Protocollo del 14 marzo, peraltro richiamato esplicitamente anche dal DPCM. In assenza di tali misure le attività vanno fermate e ai lavoratori assicurato l’accesso agli ammortizzatori sociali. CGIL CISL UIL hanno già espresso in ogni territorio la massima disponibilità a collaborare con i Prefetti e le altre Istituzioni per far sì che ci sia la più stretta osservanza delle norme di legge. «Siamo insieme stupiti, amareggiati e irritati per l’atteggiamento disinvolto e ai limiti del cinismo con cui alcuni consulenti e alcune associazioni datoriali, tra cui Confindustria, assecondano e promuovono iniziative ispirate a logiche produttivistiche di bassa lega, sottovalutando tra l’altro gli effetti che una concorrenza sleale di questo tipo, produce nei confronti delle imprese rispettose della legge – proseguono Barbaresi, Rossi e Fioretti - E’ questo il tempo del massimo senso di responsabilità. Salvaguardare la salute delle persone, fuori e dentro i luoghi di lavoro, è la priorità assoluta a cui ancorare l’obbiettivo di far ripartire quanto prima possibile il nostro sistema produttivo. -concludono- Rovesciare lo schema è azione miope ed illusoria perché aggraverebbe un quadro già molto complicato e troverà impegnate CGIL CISL UIL Marche, con tutti i mezzi, per arginare questa deriva». 
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30/03/2020 Apertura reparti COVID in Area Vasta 2, Cisl Fp Marche: “ Personale in affanno, servono più tamponi e dispositivi di protezione”
Mentre continua senza sosta la “l’apertura di Reparti COVID” in Area Vasta 2, aumentano i problemi del personale che lavora nella gestione della pandemia. Insufficienti i DPI (Dispositivi di Protezione Individuale), che servono al personale per evitare di contagiarsi e/o di contagiare e diffondere il virus. La carenza dei DPI, specie nei nosocomi classificati “COVID”, che ospitano per la maggior parte pazienti positivi al virus, è diventata insostenibile, spesso sono gli stessi lavoratori che scelgono con criterio quale dispositivo indossare per lasciare quello ritenuto “più efficace” al collega successivo, questo accade per la scelta tra la tuta integrale o il camice, tra la mascherina FFP2 o FFP3 ecc. «Non è ammissibile, è disumano che i sanitari debbano rimanere sul posto di lavoro per più di otto ore senza poter bere, mangiare o accedere ai servizi igienici, il tutto per la stessa motivazione già citata, il numero eseguo  di DPI.  - denunciano Mancinelli Alessandro  e  Franceschini Stefania della Cisl Fp Marche Territorio di Ancona - Non è un caso che poi ci sono malori e cedimenti psicologici. La situazione va assolutamente rivista, vanno dati DPI in numero congruo affinché possa essere prevista almeno una pausa di pochi minuti, per le fisiologiche necessità e bere un bicchiere d’acqua. I DPI adeguati vanno distribuiti a tutti i lavoratori che hanno possibili contatti con i pazienti e con le strutture, dai tecnici al personale che distribuisce il materiale e nei reparti/servizi classificati NO COVID, nonché al personale che opera sul territorio, perché anche lì il rischio di contaminazione è alto.»   «Sono ancora inascoltate tutte le richieste di fare il tampone al personale che lavora, con priorità a chi presta la propria attività nei reparti COVID necessari per ridurre il contagio.  - continuano i referenti sindacali -  Difficilissimo usufruire dai permessi  previsti nell’ art 24 e art 25 del D.L. 18/2020 “SALVA ITALIA”, per assistere i propri figli e persone che usufruiscono dei benefici della legge 104. Va implementata l’applicazione del lavoro agile per il personale tecnico e  amministrativo.»   «Come  Cisl Fp  Marche avevamo denunciato, da oltre un anno,  la mancanza di personale e chiesto nuove assunzioni,   nei fatti, ad oggi, non ci sono state assunzioni dedicate a fronteggiare l’emergenza.  I primi infermieri prenderanno servizio nel mese aprile, la maggior parte nel mese di maggio 2020 , per gli Operatori Socio Sanitari si è in attesa della graduatoria dell’avviso. - sottolineano Mancinelli e Franceschini  - Infine, ricordiamo, che è obbligatorio applicare il protocollo per la prevenzione e la sicurezza dei lavoratori della Sanità a tutela della salute dei lavoratori,  firmato dalle Organizzazioni Sindacali Confederali e il Ministero della Salute.  La Cisl Fp Marche Territorio di Ancona dice no a tutto questo e continua la sua lotta a  difesa dei lavoratori.»
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26/03/2020 Coronavirus e sospensione dei tributi per cittadini e imprese: Cgil e Cisl di Urbino scrivono ai sindaci e ai presidenti degli ATS
A seguito della sospensione di diversi servizi per la diffusione del contagio da Covid 19 nei comuni della Provincia di Pesaro e Urbino, Cgil e Cisl hanno scritto ai sindaci e ai Presidenti di ATS per ricevere notizie in merito ai provvedimenti di sospensione del pagamento dei tributi locali a cittadini ed imprese.  «La diffusione e l’aggravarsi dei contagi da coronavirus nel Paese ed in particolare nella nostra provincia, ha messo in difficoltà molte famiglie che vivono nei comuni da voi rappresentati - scrivono Leonardo Piccinno, responsabile della Cisl di Urbino, e Irmo Foglietta della Cgil -. A seguito dei provvedimenti adottati dal Governo centrale, molte realtà produttive, professionali e commerciali, sono state costrette a sospendere la loro attività per cercare di fronteggiare la diffusione del contagio, con la conseguenza che molti non si sono trovati nella condizione di fare adeguatamente fronte agli impegni e scadenze fiscali e tributarie».  A seguito degli stessi provvedimenti governativi, diversi servizi sociali a disposizione della collettività, come la scuola, gli asili, le mense scolastiche, i trasporti, non assolvono più, temporaneamente alla propria funzione.  «A tal proposito - proseguono i due sindacalisti - vi chiediamo di farci sapere al più presto e per le vie più brevi che riterrete opportune, i provvedimenti sospensivi e di esenzione per le fasce deboli dei tributi in scadenza che ritenete o avete adottati nei vostri comuni ed Ambiti Sociali, in modo da poter dare, da parte nostra, la giusta e corretta informativa ai cittadini, lavoratori, pensionati e loro famiglie».  Cisl e Cgil di Urbino rivolgono a tutti il caloroso e pressante invito ad intervenire presso le Autorità di Protezione Civile, per la distribuzione dei dispositivi di protezione individuale tra tutti i lavoratori, in primis, il Personale sanitario e dei servizi collegati, i lavoratori degli appalti, della distribuzione commerciale, le forze dell’Ordine e di tutti quei servizi considerati primari ed essenziali dal recente DPCM del 22.03.2020, necessari al funzionamento del sistema Paese.  «La battaglia contro la diffusione del virus - concludono Piccinno e Foglietta - si vince osservando le disposizioni governative, ma soprattutto garantendo agli operatori impegnati in questo contrasto la tutela della salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro».  
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26/03/2020 Emergenza Covid 19 Cisl Fp : “ Ministero conferma le nostre richieste, ora la Regione Marche riconosca le professionalità della sanità marchigiana con risorse aggiuntive”
Il Ministro della Salute Speranza conferma quanto da tempo richiesto dalla Cisl Fp : “ Si ai tamponi in Sanità per tutti ed è  obbligo dotare personale sanitario di adeguati dispositivi di protezione . In partenza verifica della applicazione della normativa e diffide a tutte le strutture pubbliche e private per l'applicazione del Protocollo. Necessario assumere nuovo personale e stabilire nuovi percorsi di stabilizzazioni “. scrive in una nota stampa il Segretario Generale della Cisl Fp Marche, Luca Talevi. Il Protocollo Nazionale , firmato ieri sera tra il Ministero della Salute ed i sindacati è fondamentale nei contenuti perché conferma quanto da settimane la Cisl Fp Marche sostiene in ogni sede, ovvero: - Tutto il personale sanitario esposto in via prioritaria deve essere sottoposto ai tamponi , a tutela del lavoratore e dei pazienti; - Le Aziende sono obbligate a fornire i lavoratori di adeguati dispositivi di protezione individuale per poter svolgere l'attività; - Assicurare tutte le dovute operazioni di sanificazioni ai luoghi di lavoro; - Stabilire adeguati standard di protezione coinvolgendo i rappresentanti dei lavoratori alla sicurezza ed implementando la valutazione dei rischi in ogni luogo di lavoro; - Implementare i percorsi di sorveglianza sanitaria per il personale sanitario, con particolare riferimento al personale che assiste pazienti Covid; - Piano massiccio di assunzioni di personale sanitario con stabilizzazioni dei precari che coraggiosamente stanno affrontando questo difficile momento nelle corsie. «La Cisl Fp Marche, insieme a Cgil e Uil, invierà nelle prossime ore una lettera a tutte le strutture pubbliche e private per verificare lo stato di attuazione delle misure di sicurezza diffidando, con appositi esposti unitari le strutture inadempienti, e tutelando in ogni sede i lavoratori. - prosegue e conclude Talevi - E' necessario altresì che la Regione non si limiti a ringraziare gli eroi della Sanità Marchigiana, ma come chiesto dalla Cisl nei giorni scorsi, stanzi risorse aggiuntive per riconoscere l'enorme sforzo e professionalità di professionisti   che quotidianamente rischiano di ammalarsi  per il bene dei pazienti.»
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25/03/2020 Coronavirus: i sindacati della Funzione Pubblica di Macerata chiedono di ottimizzare le misure di contenimento anche nella Pubblica Amministrazione
C’è bisogno di misure che aiutino la Sanità, oramai allo stremo, e per farlo è urgente abbassare il livello di contagio in modo da non sovraffollare i reparti Covid-19 e mettere in sicurezza tutto il personale sanitario ospedaliero, delle residenze assistite, soprattutto dopo episodi come ad esempio i contagi avvenuti a Corridonia, e i medici di medicina generale e pediatri di libera scelta. «Per questo occorre dettagliare meglio quali attività della Pubblica Amministrazione debbano essere svolte con obbligo di presenza e ricorrere maggiormente al lavoro da remoto – dichiarano Cisl Fp e Cgil Funzione Pubblica della Provincia di Macerata -. Il personale della Sanità sta pagando un contributo altissimo alla gestione di questa emergenza e non è tollerabile che le misure di contenimento adottate non garantiscano il drastico calo del rischio contagio».   Insieme alle Confederazioni, i sindacati di categoria stanno lavorando per indicare al Governo l'esigenza di distinguere nell'ambito dei servizi pubblici cosa è realmente essenziale e cosa invece può essere svolto in altre modalità o differito. Il Responsabile della Cisl Fp di Macerata, Alessandro Moretti, e il Segretario provinciale della Cgil Funzione Pubblica di Macerata, John Palmieri, ricordano infatti come «sia stato disposto dal Ministero che la stragrande maggioranza delle attività oggi in capo alle pubbliche amministrazioni possano essere svolte da remoto, contribuendo così a garantire misure di contenimento che, pur offrendo la continuità delle attività e dei servizi resi ai cittadini, tutelino la salute dei lavoratori e della popolazione». Per i sindacati, «in quell'elenco così generico, allegato al Dpcm, inserire tutta la Pubblica amministrazione, gran parte dei servizi pubblici a gestione diretta o da terzi, in concessione o in appalto, all'interno dei servizi essenziali, senza andare a qualificare quelle che sono le attività indispensabili e quelle invece differibili, rischia di generare ulteriore caos e di essere in contrasto con le volontà di contenimento annunciate e da altri provvedimenti dello stesso Governo». Bisogna chiarire subito quali attività delle pubbliche amministrazioni possono essere agevolate da tutte le misure previste. Il Ministero della Pubblica amministrazione, oggi intervenuto per richiamare i Dirigenti inadempienti, solleciti tutte le amministrazioni affinché ci sia un più largo ricorso al lavoro agile e al lavoro da remoto o alle tutele previste dal “Cura Italia” nel caso in cui il lavoratore che non svolge un'attività indispensabile non possa svolgerla in smart working. «Abbiamo bisogno di far lavorare tutto il personale in sicurezza e di garantire la continuità dei servizi ai cittadini -concludono Cisl Fp e Cgil Funzione Pubblica di Macerata -. Possiamo farlo diversamente, ed è quello che abbiamo chiesto fin dalla metà di febbraio sia al Governo, sia alle Amministrazioni Locali. Ci auguriamo che la mobilitazione dei servizi e delle attività produttive facciano capire al Governo che il Dpcm approvato domenica, va modificato. La salute di tutti è un bene primario».  
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25/03/2020 Resta a casa: l'Anteas ti ascolta. Uno sportello per sostenere le persone anziane
L’Anteas di Falconara, nell’ambito dell’emergenza coronavirus COVID 19, offre un servizio di ascolto, supporto e sostegno psicologico alle persone anziane residenti nei comuni di Falconara, Chiaravalle, Camerata Picena, Montemarciano, Monte San Vito, Agugliano, Polverigi.  Un intervento di ascolto e supporto psicologico alla popolazione anziana in un momento così critico, consente di contenere e prevenire l'insorgenza di disturbo da stress post traumatico successivo alla fase acuta di emergenza. L’obiettivo è quello di evitare lo stress psicologico a cui sono esposti i cittadini, specie anziani a volte lontani dai propri familiari, in questo momento di emergenza sanitaria, di fornire strumenti efficaci per fronteggiare le emozioni e di ritrovare equilibrio, sicurezza e serenità. L'intervento è gratuito fornisce un supporto pratico per fronteggiare la situazione di emergenza che si sta verificando in queste settimane. Per accedere al servizio, telefonare a:  Dott.ssa Elena Gambella cell.333 5717212 (Psicologa) Dott.ssa Maria Velia Giulietti cell.333 5706559 (Psicoterapeuta) dal lunedì al venerdì dalle ore 10 alle 13 e dalle ore 15 alle ore 18.
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25/03/2020 Coronavirus: i sindacati regionali della scuola scrivono alle Istituzioni per bloccare la procedura di mobilità del personale. «Una scelta sconcertante in questa fase di emergenza»
I sindacati regionali della scuola Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals Confsal hanno inviato una lettera al Presidente della Regione Luca Ceriscioli, all'assessore regionale Loretta Bravi e ai Prefetti della regione per chiedere di farsi portavoce con il Governo e con il Ministero dell'Istruzione per bloccare la procedura di mobilità del personale docente, educativo ed Ausiliario, Tecnico e Amministrativo (ATA) per l'anno scolastico 2020/2021, avviata nonostante l'emergenza nazionale rappresentata dal Coronavirus. «In questo periodo di grave emergenza, in cui il Paese si ferma con senso di responsabilità e i lavoratori, compresi quelli della scuola, stanno lottando contro il virus pagando a prezzi enormi e rispondendo all’emergenza con serietà e dedizione, siamo rimasti sconcertati dalla decisione del Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina di emanare ieri sera, alle 21.30 del 23 marzo, a scuole chiuse e senza neanche consultare le rappresentanze dei lavoratori della scuola, l’ordinanza con cui avvia le operazioni di mobilità del personale docente, educativo ed Ausiliario, Tecnico e Amministrativo (ATA) per l'anno scolastico 2020/2021 - scrivono le Segretarie generali regionali Anna Bartolini (Cisl Scuola), Leonilde Gargamelli (Flc Cgil), Claudia Mazzucchelli (Uil Scuola) e Paola Martano (Snals Confsal) -. È difficile comprendere come si faccia a sostenere che si tratta di una decisione presa nell’interesse del personale scolastico, in un momento in cui i lavoratori sono costretti nei loro domicili per l’emergenza sanitaria».  Da anni le domande di trasferimento si fanno on line, ma nel periodo di presentazione delle domande numerosissime persone hanno necessità di ricorrere alle segreterie scolastiche, agli uffici dell’Amministrazione, alle sedi sindacali, affollate ogni anno all’inverosimile per soddisfare richieste di informazione e assistenza da parte del personale docente e ATA. «Pensare dunque di prevedere lo svolgimento di questi adempimenti come se questa fosse una situazione ordinaria significa essere completamente fuori dalla realtà - proseguono le sindacaliste -. Fissare il termine delle domande al 21 aprile è assoluta mancanza di buon senso, incompatibile con le restrizioni alla circolazione delle persone giustamente adottate dal Governo, ma anche e soprattutto totale mancanza di rispetto per tante lavoratrici e lavoratori che oltre a vivere situazioni personali e familiari pesantissime, purtroppo in molti casi anche direttamente colpite dalla malattia, stanno producendo uno sforzo encomiabile per mantenere viva, tra mille difficoltà, l’attività didattica e la relazione educativa con gli alunni. Il provvedimento è stato adottato ancora una volta anche in grave violazione delle regole che assegnano la mobilità all’ambito della disciplina negoziale. Il confronto, negato, avrebbe consentito fra l’altro di individuare modalità diverse per gestire in tempi e modi ragionevoli la mobilità del prossimo anno scolastico, tenendo anche contro dell’impatto devastante di questa emergenza». La richiesta alle Istituzioni regionali è dunque di farsi parte attiva con il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte per veicolare una richiesta di bloccare il decreto di mobilità del personale della scuola. Questo anche alla luce della complessa situazione in cui si trova la scuola marchigiana e più in generale tutta la nostra regione che attualmente detiene il triste primato del più alto numero di contagi dell’intero Paese in proporzione al numero degli abitanti.
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25/03/2020 Emergenza Covid 19, Cisl Marche attiva servizio web e numeri unici per dare risposte. Sauro Rossi: «Sommersi da tante richieste. Le persone si sentono sole»
    La Cisl Marche continua a dare risposte ai propri iscritti e a tutti coloro che chiedono, in questo difficile momento, un sostegno, nonostante abbia chiuso al pubblico le sedi sindacali in  tutto il territorio regionale fino al 4 aprile, in ottemperanza alle norme a tutela della salute  per emergenza sanitaria COVID-19.    «In questi giorni siamo sommersi da tante richieste, non solo relative alle problematiche legate al lavoro, ai servizi del patronato o di assistenza fiscale,  ci chiamano anche perché le persone si sentono  sole – afferma Sauro Rossi, Segretario Generale Cisl Marche –. Noi ci siamo, i nostri servizi sono attivi e possono essere erogati in via telematica e telefonica, o su prenotazione attraverso il nostro sito».   Chi avesse bisogno per questioni inerenti rapporti di lavoro, o dei servizi  forniti dal Patronato (congedi, pensioni, infortuni ed altro) o di assistenza fiscale, può collegarsi al sito https://cislmarche.it/ per inviare una richiesta di contatto.   È possibile anche chiamare per il Patronato – Inas :  800 249 307  (dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 16.30)  e per tutti gli altri servizi : 071 5051 (dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.30).
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24/03/2020 Coronavirus: i sindacati plaudono l’operato della Ask di Monte San Vito per i gesti concreti contro la pandemia
Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil di Ancona plaudono l'operato della ditta ASK di Monte San Vito per le misure intraprese a fronte dell’emergenza Coronavirus.   «Tante volte siamo stati critici, sempre nel rispetto dei ruoli, e magari ci troveremo a farlo nuovamente. – scrivono i sindacati dei metalmeccanici -. Oggi, per onestà intellettuale, ci sentiamo invece di lodare pubblicamente il comportamento di quest’azienda che, oltre a decidere di fermare le produzioni fino al 3 aprile, come indicato dal decreto emanato dal Presidente del Consiglio (decreto che tante aziende stanno cercando di forzare per aggirare l’obbligo), ha distribuito mascherine alle famiglie dei propri dipendenti e allo stesso tempo ha stipulato un’assicurazione per coprire i lavoratori dal rischio di infezione da Covid 19». «Noi pensiamo – concludono Fim Fiom e Uilm territoriali - che in questa fase siano i gesti concreti a fare la differenza».
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24/03/2020 Coronavirus: i sindacati dei pensionati delle Marche chiedono alle emittenti radio-tv regionali di inserire nel palinsesto programmi dedicati agli anziani
I sindacati dei pensionati delle Marche, Fnp Cisl Spi Cgil e Uil Uil, hanno inviato una lettera a tutte le emittenti radiotelevisive della regione per chiedere l'inserimento in palinsesto di programmi dedicati agli anziani, costretti a causa dell'emergenza Coronavirus a rimanere in casa. «Come tutti sappiamo, la nostra Regione, come buona parte del Paese, sta attraversando un momento di estrema difficoltà - scrivono i segretari generali Mario Canale, Elio Cerri e Marina Marozzi -. L’emergenza sanitaria determinata dal COVID-19 obbliga tutti i cittadini marchigiani a restare in casa per evitare l’ulteriore diffondersi dell’epidemia».  «In questo contesto - prosegue la lettera - ci permettiamo di segnalare la particolarità della situazione che stanno vivendo tantissimi anziani, che risentono particolarmente degli effetti della solitudine dovuta a questa obbligatoria clausura. Privati della possibilità di vedere figli e nipoti, così come delle relazioni di vicinato con amici e negozianti, i nostri anziani sono, più facilmente di altri, vittime di depressione e senso di abbandono».  «Le Emittenti radiotelevisive locali sono un punto di riferimento importantissimo per le persone anziane - ricordano Fnp Cisl, Spi Cgil e Uilp Uil Marche -. Da questa realtà deriva una grande responsabilità, delle quali siamo certi che siate consapevoli. Per questo vi chiediamo di programmare, nei vostri palinsesti, momenti di aiuto ed attenzione particolare nei loro confronti, inserendo programmi quanto più possibile aderenti ai loro gusti ed idonei a sollecitarne attenzione ed attivazioni (es: lezioni di ginnastica dolce, musica, documentari, programmi di viaggio, film comici o romantici ecc.). Al contempo, vi chiediamo di evitare di mandare in onda trasmissioni dal contenuto eccessivamente sensazionalistico ed allarmistico, con le quali si generano paure ed angosce delle quali non abbiamo davvero bisogno».  «Ringraziandovi in anticipo per l’attenzione e la collaborazione - conclude la missiva - cogliamo l’occasione per esprimervi la nostra gratitudine per il prezioso servizio che state svolgendo in questo tempo difficile».      I Segretari generali SPI Cgil, FNP Cisl e UILP Uil Marche    (Elio Cerri, Mario Canale, Marina Marozzi)   
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24/03/2020 Emergenza Covid19, Cisl Fp Ancona : “ Chiediamo tamponi per tutto il personale sanitario delle strutture pubbliche e private della provincia di Ancona"
Con l’aggravarsi della situazione di contagio, d’intesa con gli altri sindacati di categoria, «chiediamo  che a tutto il personale sanitario in servizio nelle strutture pubbliche e private della provincia di Ancona,   venga effettuato il tampone e che sia dotato dei dispositivi di protezione individuale come se tutti i pazienti trattati fossero positivi.» - afferma Raffaele Miscio della  Cisl Fp Marche territorio di Ancona. In particolare l’ambiente ospedaliero, seppur diviso in reparti e con presunti percorsi dedicati, è in realtà un ambiente unico, dove il rischio di trasportare il virus da operatore ad operatore, da operatore a paziente e da paziente ad operatore è altissimo.  Per la Cisl Fp è indispensabile, prioritario ed urgente dotare tutto il personale dei DPI ed effettuare il tampone a tutti gli operatori impiegati quotidianamente. Questa attenzione nei confronti dei sanitari, inoltre, permette anche una maggiore protezione per la cittadinanza.  «Nello specifico chiediamo una programmazione di sedute giornaliere  - conclude Miscio - per l’effettuazione di tamponi ai dipendenti, iniziando prioritariamente da coloro che vengono in contatto con pazienti COVID positivi o sospetti.»  
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23/03/2020 Coronavirus: al via la campagna di tamponamento del personale all'ospedale di Fermo. Cisl Fp: «Troppi ritardi ed errori»
  La Direzione di Area Vasta 4 e l'Unità di Crisi hanno dato il via ad una campagna di tamponamento per tutto il personale sanitario dell'ospedale Murri di Fermo per verificare i casi di Covid 19. La decisione è arrivata dopo settimane di inviti e sollecitazioni in tal senso, restati a lungo colpevolmente inascoltati. Per la Cisl Fp, l'avvio della campagna è un primo passo, ma non basta: il tampone andrà fatto a tutti i dipendenti.   Il numero di operatori sanitari dell'AV4 risultati contagiati è eccessivo e va ben oltre il trend regionale: «È l'evidenza indiscutibile che molte scelte fatte sono state sbagliate - dichiara Giuseppe Donati, Segretario regionale della Cisl Fp Marche -. Ci hanno rimesso quasi 100 operatori ufficialmente contagiati, compreso, purtroppo, un infermiere ancora intubato in Rianimazione a San Benedetto del Tronto. Ma quanti sono positivi e non lo sanno?». A un mese dall'esplosione della crisi, Donati esprime alcune considerazioni, da sviluppare e approfondire - avverte - ad emergenza terminata: «Le decine di corsi di formazione obbligatoria per il personale della sanità sulla gestione delle maxiemergenze e sulla prevenzione del rischio clinico sono apparsi, se non inutili, quasi, visti i risultati - rincalza il Segretario regionale della Cisl Fp -. Al momento scarseggiano ancora i dispositivi di protezione individuale e non vi è dubbio che la responsabilità principale dei tantissimi contagi riscontrati tra gli operatori sanitari del fermano è da riferirsi all'assenza o quasi, soprattutto nelle prime settimane, di mascherine e tute di protezione. Nei primi giorni dell'emergenza, medici, infermieri, OSS, tecnici sanitari, che volevano indossare almeno delle semplici mascherine chirurgiche, quando queste erano ancora disponibili, sono stati oggetto di vergognose reprimende da parte di Direttori, Dirigenti, Coordinatori, perchè accusati addirittura di sprecare presidi o peggio di infondere inutili allarmismi in utenti e pazienti». «In quei giorni, che sono poi risultati determinanti per ciò che vediamo oggi, sono stati razionati anche i disinfettanti - prosegue Donati -. La motivazione addotta, del tutto infamante, oltre all'esiguità delle forniture, fu il sospetto che il personale sottraesse presidi e saponi. Riteniamo che questo approccio sia stato drammaticamente sbagliato e molti operatori hanno pagato o stanno pagando caro tutto questo con la propria salute. Non a caso, come Cisl Fp di Fermo, abbiamo consegnato ai nostri operatori iscritti un modello fac simile per inoltrare formale diffida/esposto/denuncia individuale alla Procura e all'Ispettorato del Lavoro nei confronti del datore di lavoro. Questo nell'ottica di una possibile futura richiesta di risarcimento del danno». Il problema del contagio di infermieri ed OSS non riguarda solo la sanità pubblica e Donati individui errori compiuti anche nel fare filtro dei pazienti: «Il caso di Villa Verde, che si è ritrovata con due malati trasferiti dalla ex Geriatria INRCA, risultati positivi, è la controprova di percorsi non appropriati - sostiene il sindacalista -. Alcuni operatori di Villa Verde sono risultati positivi a seguito di ciò, ed altri sono in attesa di essere testati. Anche nelle cliniche private convenzionate e non, la carenza di presidi per il personale è censurabile e potrà essere motivo di rivalsa». Il Segretario regionale della Cisl Fp Marche riflette infine sulla gestione dell'emergenza nel Fermano: «Ogni territorio provinciale ha avuto la garanzia di un ospedale No Covid, Fermo no. Noi riteniamo che il Murri dovesse rimanere un ospedale No Covid, essendo l'unico ancora attivo nell'Area Vasta 4. Al netto della presenza di Malattie Infettive, centro di riferimento regionale, andava attrezzato uno dei tanti presidi periferici scelleratamente chiusi negli anni a causa di tagli lineari alla sanità, per il ricovero di pazienti Covid. Parliamo ora di Palasport da attrezzare con centinaia di posti di Rianimazione, ma sarebbe stato possibile ripristinare un ex ospedale del fermano per assistere i malati di Coronavirus». «È lapalissiano che quanto denunciavamo da anni come sindacato rispetto alle carenze e ai tagli indiscriminati alla sanità fermana, sulla mancanza di personale, sui limiti strutturali e di posti letto, si è rivelato purtroppo tutto vero - conclude Donati -. Una cosa e d’obbligo: mostrare gratitudine e rispetto per le donne e gli uomini della sanità che stanno lottando senza risparmio di energie, competenze e professionalità, mostrando coraggio pur avendo paura come tutti».  
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23/03/2020 Coronavirus: la testimonianza degli operatori sanitari. Paola TIcani (Cisl Fp): «Vicinanza dei cittadini ci rincuora. Restiamo a casa»
L'emergenza Coronavirus è una sfida per tutti gli operatori sanitari: non solo sotto l'aspetto operativo, ma anche sotto quello emotivo. «I pazienti vedono solo i nostri occhi, a volte anche appannati dietro gli occhiali che indossiamo per proteggerci. Ci guardano con occhi disperati e noi non possiamo neanche regalare loro un sorriso. Solo una stretta di mano, che arriva però al cuore». È la testimonianza rilasciata al Tgr Marche da Paola Ticani, Segretaria regionale della Cisl Fp e infermiera in servizio presso l'ospedale di Camerino, adibito in questi giorni alla cura dei pazienti affetti dal Covid 19. «Sapere che i pazienti sono soli, senza i loro cari, e che ci siamo solo noi che riusciamo con difficoltà a comunicare, è devastante per il nostro modo di lavorare - prosegue Ticani -. Abbiamo avvertito tanta vicinanza da parte dei cittadini. L'unica cosa che ci viene da dire è: vi preghiamo, restiamo in casa».  
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23/03/2020 Coronavirus. Luca Talevi (Cisl Fp): «Tamponi a tutti gli operatori sanitari per evitare il collasso»
«Senza l'adeguata tutela degli operatori, il sistema marchigiano rischia il collasso». Lo dichiara Luca Talevi, Segretario generale della Cisl Fp Marche, intervistato dal Tgr Marche. I sindacati continuano a chiedere non solo protezioni dal Coronavirus, ma anche il monitoraggio, tramite tamponi, di tutti gli operatori sanitari della regione, per scongiurare il pericolo di nuovi contagi in ambito ospedaliero.
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23/03/2020 COVID-19 ll Governo ha ceduto alle pressioni di Confindustria: salute o profitto?
Il Governo ha ceduto alle pressioni di Confindustria che cinicamente continua ad anteporre la logica del profitto a quella della tutela della salute dei lavoratori. Il decreto del Governo sulle attività essenziali ha allargato eccessivamente le maglie. L'elenco delle attività contenute nel decreto è troppo ampio e sta consentendo a tante aziende di tornare indietro rispetto all'ipotesi di sospensione dell'attività. È evidente che il Governo ha ceduto alle pressioni di Confindustria che cinicamente continua ad anteporre la logica del profitto a quella della tutela della salute dei lavoratori. Nonostante Confindustria abbia firmato il Protocollo sulla sicurezza insieme al Governo e alle OO.SS. non ha perso tempo ad attivare il suo ruolo di lobby per cambiare i contenuti del decreto. Inoltre, i contenuti del decreto conferiscono ampi poteri di deroga, rispetto al criterio di essenzialità, al Ministero delle Attività produttive e dell'Economia e Finanza oltre ad ampliare il potere sulla stessa materia alle Prefetture. Femca Cisl - Filctem Cgil - Uiltec Uil garantiranno copertura politica per tutte le iniziative che le strutture e le Rsu, appartenenti ai settori aggiunti nello schema del decreto che non rispondono alla caratteristica di attività essenziali, riterranno opportuno mettere in campo, fino alla proclamazione di sciopero.  Femca Cisl - Filctem Cgil - Uiltec Uil ritengono che per tutti coloro che dovranno con il loro lavoro assicurare i servizi essenziali per il paese, l’applicazione del protocollo del 14 marzo sia indispensabile per garantire il diritto costituzionale alla salute individuale e collettivo. Pertanto, chiedono misure stringenti per garantire l’applicazione del protocollo stesso con l’intervento, se necessario, delle autorità sanitarie e delle forze di sicurezza.
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23/03/2020 Terremoto: prorogata al 18 maggio la presentazione del modulo per il contributo di autonoma sistemazione
A causa dell'emergenza Coronavirus, la Protezione Civile Nazionale ha emesso un'ordinanza con la quale si proroga al 18 maggio la presentazione della modulistica per il CAS, il contributo di autonoma sistemazione riservato a chi, in seguito al sisma del Centro Italia, permane in uno stato di disagio abitativo. In allegato sono disponibili il testo dell'ordinanza e la scheda preparata da Sicet Cisl Marche con la scadenza aggiornata.
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23/03/2020 Emergenza Covid 19, Flaei Cisl Marche "Più sicurezza per i lavoratori delle aziende elettriche"
La Flaei-Cisl Marche ribadisce, con forza, che nel settore elettrico vanno effettuate esclusivamente le attività indifferibili legate al mantenimento e al ripristino del servizio elettrico e vanno preservati i lavoratori con l’allargamento della disponibilità a casa con automezzi allestiti per il pronto intervento. «Le poche mascherine presenti non garantiscono livelli di sicurezza definite nel protocollo condiviso del 14/3/2020, è necessario preservarle per gli interventi urgenti e, anche per le aziende elettriche, la strada di una ulteriore garanzia collettiva passi mettendo tutti i lavoratori “in sicurezza” nelle proprie abitazioni pronti ad intervenire per le attività già fissate dall’azienda come ad esempio la gestione guasti; le manutenzioni necessarie ad assicurare il corretto funzionamento delle infrastrutture; gli allacciamenti urgenti (ivi comprese le riattivazioni di punti di prelievo già sospesi pe morosità); l’eliminazione e contenimento di possibili situazioni di pericolo; gli interventi per la salvaguardia dell’ambiente (es.: smaltimento rifiuti) o i servizi di logistica e trasporto funzionali alle indicate attività.» precisano in una nota stampa la Segreteria regionale Flaei Cisl Marche. «Vogliamo ringraziare tutte le lavoratrici e i lavoratori del nostro settore elettrico, i tanti operai e tecnici che con le loro divise sono sempre sul campo per garantire uno dei servizi di pubblica utilità essenziale per le nostre case, per le imprese e soprattutto in questo momento per i tanti ospedali e strutture sanitarie per le quali l’energia elettrica attualmente è vitale soprattutto per quei respiratori polmonari che stanno mantenendo in vita i tanti colpiti. - proseguono -  La scelta di ridurre il rischio di esposizione per i nostri operatori va anche nella direzione di evitare che il sistema non collassi per la mancanza di personale utile al presidio.» Per il sindacato degli elettrici non tutte le attività sono remotizzabili (individuazione del guasto, messa in sicurezza degli impianti e ripristino, posa in opera di gruppi elettrogeni ect). La segregazione dei Centri Operativi è strategicamente logica ma non completamente fattibile. Occorre creare una riserva fredda, la più corposa possibile, dobbiamo garantire la tenuta del servizio elettrico, non possiamo esimerci dal farlo, ma lo potremmo fare solo se avremo personale disponibile altrimenti, in caso di contagio, si rischia la chiusura di sale di controllo, di intere squadre, di intere sedi. - concludono -La nostra missione è la tutela delle persone, dei lavoratori e delle loro famiglie, la mission aziendale è garantire il servizio ma mai, come oggi, l’una è imprescindibile dall’altra.»  
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21/03/2020 Firmata l’intesa con la Regione per la Cassa integrazione in deroga. CGIL CISL UIL Marche: nessuno senza tutele in questo momento drammatico
Venerdì è stata raggiunto l’importante intesa istituzionale tra la Regione e le parti sociali regionali che permetterà a tutti i lavoratori e le lavoratrici dipendenti, privi di altri ammortizzatori sociali, di accedere alla cassa integrazione in deroga per fronteggiare l’emergenza Covid-19.  Si tratta di un’intesa fondamentale per non lasciare nessuno senza tutele in questo difficilissimo momento per il Paese e garantire un sostegno al reddito anche ai lavoratori e le lavoratrici dei settori privati privi delle ordinarie tutele previste nei casi di sospensione delle attività o riduzione dell’orario di lavoro.  Un accordo raggiunto in tempi strettissimi, considerando che il decreto governativo è stato pubblicato solo due giorni prima.  La cassa integrazione in deroga riguarderà tutti i lavoratori e le lavoratrici dipendenti che non possono accedere agli altri ammortizzatori, e in particolare i dipendenti dei settori privati: imprese manifatturiere, servizi, settore agricolo, pesca e terzo settore.  Saranno coperti dalla cassa integrazione in deroga, fino a 9 settimane, tutti i lavoratori dipendenti a prescindere dalla tipologia contrattuale e dall’anzianità di servizio: lavoratori a tempo indeterminato, determinato, somministrati, intermittenti, apprendisti, lavoratori a domicilio, soci di cooperative con rapporto di lavoro subordinato, lavoratori della pesca. Sono esclusi solo i lavoratori domestici per i quali le parti riconoscono la necessità di definire adeguate misure di sostegno.  Le Segreterie regionali di CGIL CISL UIL Marche chiedono che la Regione si faccia con forza portavoce presso il Governo, nel riparto tra le regioni delle risorse stanziale, della necessità di tenere conto della carenza di risorse nei fondi di solidarietà bilaterale che rischia di penalizzare interi settori, oltre alla necessità di sbloccare al più presto le risorse residue degli anni passati e quelle delle aree del sisma.    Chiedono inoltre a Regione, INPS e Governo di rendere i pagamenti della CIGD rapidi per non lasciare i lavoratori senza coperture economiche per lunghi periodi anche  ricorrendo  ad Accordi con le banche per garantire gli anticipi delle prestazioni. .
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21/03/2020 Coronavirus, Sauro Rossi: «Sicurezza dei lavoratori prioritaria»
«Non bisogna trascurare le esigenze di tenuta economica, ma non vanno subordinate le esigenze di salute che sono prioritarie». È quanto dichiarato da Sauro Rossi, Segretario generale della Cisl Marche, intervistato dal Tgr Rai. «I luoghi di lavoro devono rimanere aperti solo se sono in grado di garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori - prosegue Rossi - avendo attenzione nel distinguere tra attività essenziali e non. Cgil Cisl e Uil ritengono opportuno un contingentamento delle attività non essenziali».  «Il futuro è incerto - afferma il Segretario generale -. Dovremo misurare nel tempo gli effetti di questa crisi, sperando di ridurre il periodo di acutezza, facendo poi ripartire l’economia con iniezioni di liquidità che però devono essere legate ad un progetto europeo di sostegno della ripresa». Essenziale poi la riduzione dell'attività degli esercizi commerciali, che dovrebbero chiudere la domenica e contingentare le aperture fino alle 18 negli altri giorni per garantire minori spostamenti e ridurre la mobilità in questa fase. Attenzione anche alle misure intraprese a livello nazionale con il Decreto Cura Italia: «Il ventaglio di soluzioni è abbastanza ampio - conclude Rossi -. Il loro impatto va misurato nelle prossime settimane, ma probabilmente avranno necessità di calamitare ulteriori risorse».
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21/03/2020 Cgil Cisl Uil Marche: prima si arresta l'emergenza sanitaria e prima l'economia potrà ripartire con slancio
La nostra Regione sta attraversando una fase complicatissima determinata dal fatto che l’emergenza Covid-19 è tra le più acute dell’intero panorama nazionale. Oltre agli sforzi che debbono essere prodotti per rafforzare le misure di carattere sanitario, partendo dall’improrogabile esigenza di potenziare il contingente di personale impegnato su tutti i fronti dell’assistenza, di incrementare i posti letto, soprattutto di terapia intensiva e sub-intensiva, di assicurare agli operatori, in ogni contesto, un’adeguata dotazione di DPI, ad avviso di CGIL CISL UIL Marche, serve una ulteriore forte stretta sulle autorizzazioni alla mobilità e sul complesso delle attività produttive dei settori non essenziali. Bisogna contenere con decisione gli spostamenti non indispensabili. Per questo, sulla base delle motivazioni addotte anche nell’ordinanza n.10 della Regione, per arginare l’epidemia vanno fermate o limitare fortemente tutte le attività non essenziali. In questo quadro, come più volte sollecitato dalle federazioni di categoria, vanno ridotti gli orari degli esercizi commerciali, contenendo le aperture non oltre le 18 nei giorni feriali e chiudendoli la domenica. Va altresì ridotta l’attività di Poste e Banche che possono e devono erogare i servizi on-line. Nelle realtà in cui si continua a lavorare, devono essere garantite tutte le condizioni di sicurezza e i necessari livelli di protezione per i lavoratori e le lavoratrici. Laddove ciò non fosse possibile, l’attività va sospesa, ricorrendo agli ammortizzatori sociali, come previsto dal Protocollo sulla sicurezza firmato da Governo e parti sociali. Per questo, va data massima attenzione ai controlli del rispetto delle prescrizioni igienico-sanitarie. Maggiore severità in questa fase ci consentirà di ripartire prima e con più slancio, superando questa difficilissima congiuntura sociale ed economica.   Le Segreterie Regionali di Cgil Cisl e Uil
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20/03/2020 Coronavirus Cgil Cisl Uil lanciano una sottoscrizione per sostenere la sanità pubblica ed i reparti di terapia intensiva
Le segreterie nazionali di CGIL CISL UIL hanno deciso, in accordo con il Commissario straordinario per l’emergenza COVID19 e con la Protezione Civile, atti concreti per aiutare in maniera tangibile chi è in prima linea nell'emergenza coronavirus e testimoniare il sostegno di lavoratori, pensionati e di tutto il sindacato confederale al Sistema Sanitario Nazionale. È stato aperto un conto corrente bancario - Monte dei Paschi di Siena IBAN IT 50 I 01030 03201 000006666670 con causale: Aiuta chi ci aiuta - su cui far pervenire le sottoscrizioni di singoli cittadini, lavoratori e pensionati, luoghi di lavoro e leghe dei pensionati. Il ricavato sarà interamente versato alla Protezione Civile per il potenziamento dei reparti di terapia intensiva e l’acquisto dei dispositivi di protezione individuale.Cgil Cisl Uil sottolineano lo straordinario impegno, il senso del dovere, la responsabilità e la professionalità di migliaia di lavoratrici e lavoratori che, in settori, ruoli e condizioni diverse, sono in prima linea nella battaglia quotidiana per fermare la diffusione del virus e garantire a tutti i servizi e le produzioni indispensabili al proseguo della vita civile. Tra questi, gli addetti al nostro Servizio Sanitario Nazionale affrontano, oramai da quasi un mese, turni di lavoro massacranti e rischi personali enormi per fronteggiare una situazione emergenziale inedita e grave che purtroppo risente anche degli effetti negativi di anni di tagli e mancati investimenti nella sanità pubblica.Tutti siamo partecipi del dolore dei tanti, troppi, che hanno perso un loro caro a causa del virus e siamo solidalmente vicini alle molte e ai molti che si sono ammalati e si ammalano e che hanno il diritto di essere curati al meglio. Nei prossimi giorni sarà versato un primo contributo di 200 mila euro da parte delle tre confederazioni nazionali, a cui si aggiungeranno ulteriori donazioni che potranno arrivare da parte di altre strutture sindacali di categoria e del territorio.   Fonte: Cisl Nazionale   LA LETTERA DI ANNAMARIA FURLAN AGLI ISCRITTI E DELEGATI DELLA CISL: DOBBIAMO AIUTARE CHI È IN PRIMA LINEA Care amiche e cari amici Restiamo uniti nella sofferenza: l’appello accorato del Presidente della Repubblica Mattarella non deve essere disatteso da nessuno in questo momento cosi grave e difficile per il nostro paese. E’ il momento della responsabilita’. Bisogna mettere in campo ogni intervento possibile e straordinario per affrontare questa terribile emergenza sanitaria. Mancano posti letto in terapia intensiva , mancano respiratori, mancano le giuste protezioni per chi lavora negli ospedali, da chi fa le pulizie nelle stanze, agli infermieri, ai medici, a tutto il personale sanitario. Dobbiamo aiutare chi ci aiuta: possiamo dare anche noi un piccolo contributo per dotare i nostri ospedali di quegli strumenti che servono oggi a salvare la vita e dotare chi lavora negli ospedali di quelle protezioni così necessarie in questo momento. È per questo che come Cgil,Cisl, Uil abbiamo promosso una raccolta di fondi, ovviamente in raccordo con la protezione civile, per rafforzare il nostro sistema sanitario di terapie intensive, oggi cosi necessarie per salvare le vite umane ed anche per dotare tutti coloro che lavorano nella sanità di quegli strumenti di protezione personale. E’ stato aperto un conto corrente bancario - Monte dei Paschi di Siena IBAN IT 50 I 01030 03201 000006666670 con causale: Aiuta chi ci aiuta - su cui far pervenire le sottoscrizioni di singoli cittadini, lavoratori e pensionati, luoghi di lavoro e leghe dei pensionati. Il ricavato sarà interamente versato alla Protezione Civile per il potenziamento dei reparti di terapia intensiva e l’acquisto dei dispositivi di protezione individuale. È un modo per stare vicini agli ammalati, alle loro famiglie. Dobbiamo essere orgogliosi del lavoro instancabile di medici, infermieri, del personale degli ospedali, dell’intera struttura nazionale di assistenza. Sono loro, oggi, i nostri “angeli” che si stanno prendendo cura dei tanti malati, soprattutto dei nostri anziani, i più colpiti dal virus anche perché sofferenti di altre patologie. Gli addetti al nostro Servizio Sanitario Nazionale affrontano, oramai da quasi un mese, turni di lavoro massacranti e rischi personali enormi per fronteggiare una situazione emergenziale inedita e grave che purtroppo risente anche degli effetti negativi di anni di tagli e mancati investimenti nella sanità pubblica. Tutti siamo partecipi del dolore delle famiglie , che hanno perso un loro caro a causa del virus e siamo solidalmente vicini alle tante persone che si sono ammalate. Nei prossimi giorni sarà versato un primo contributo di 200 mila euro da parte delle tre confederazioni nazionali, a cui si stanno aggiungendo ulteriori donazioni da parte di altre strutture sindacali di categoria e del territorio. Dobbiamo fare tutti la nostra parte con grande senso di responsabilita, rispettando le indicazioni delle autorita’, ma anche aiutando con un gesto concreto e di solidarieta’ chi e’ oggi in prima linea a combattere contro questa terribile pandemia. Vi abbraccio tutte e tutti. Solo rimanendo uniti supereremo questo momento. Annamaria Furlan Segretaria Generale Cisl   Fonte: Cisl Nazionale
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20/03/2020 Coronavirus: Aristonthermo e Thermowatt riducono l’attività in vista della sospensione
Ieri, giovedì 19 marzo, Fim Cisl Fiom Cgil e Uilm Uil della provincia di Ancona hanno avuto un incontro telefonico con l’azienda circa la richiesta avanzata nei giorni scorsi di procedere alla messa in sicurezza e alla chiusura di tutti gli stabilimenti Aristonthermo e Thermowatt, nel rispetto dei decreti sin qui emanati dal Presidente del Consiglio e del protocollo d’intesa tra Governo, parti sociali e parti datoriali. I sindacati hanno inoltre sollecitato la messa a disposizione di tutti gli strumenti di protezione e la possibilità dell’utilizzo dello strumento di cassa integrazione ordinaria, da utilizzare dove necessaria per una verifica ulteriore sulla sicurezza dei lavoratori, e la possibilità di riorganizzare le produzioni. Pur riconoscendo che l’azienda si era adoperata in anticipo sull’emergenza, Fim Fiom e Uilm hanno ribadito con forza che la salute dei lavoratori viene prima di ogni singolo prodotto che esce dagli stabilimenti. L’azienda, ribadendo che sta facendo tutto quanto possibile per garantire la sicurezza dei propri dipendenti, ha accolto la richiesta di utilizzare lo strumento della cassa integrazione per 9 settimane, confermando che da oggi verificherà l’ipotesi di chiusura degli stabilimenti, iniziando da prima un rallentamento delle produzioni, fino alla fermata produttiva. Tali fermate saranno differenziate per ogni singolo stabilimento, coinvolgendo le Rsu e Rls,  e comprenderanno anche gli uffici centrali, gli uffici periferici e i reparti tecnici sia della provincia di Ancona che di Agrate Brianza, che si trova al centro del focolaio principale in Lombardia. Verranno sospesi inoltre anche parte dei dipendenti che stanno operando in Smart Working utilizzando gli strumenti a disposizione. L’azienda, vista la situazione di emergenza creatasi con l’espandersi del virus in tutta Europa e nei mercati di riferimento, sta inoltre monitorando e studiando strategie e modalità d’intervento. Azienda e sindacati hanno condiviso l’utilizzo dei due strumenti messi a disposizione dai decreti riguardanti i permessi legge 104 e i congedi parentali secondo le seguenti modalità: 1. Permesso 104: sono a disposizione 18 giorni in totale per i mesi di marzo ed aprile (comprensivi di quelli già usufruiti) da richiedere con gli stessi criteri già esistenti. 2. Congedo parentale:  l’azienda fornirà al lavoratore un’autocertificazione dove verranno riportate le causali per averne diritto da presentare all’ufficio del personale. Chi utilizza questo strumento deve comunque farne anche richiesta attraverso i patronati sindacali oppure direttamente all’Inps, in modo formale come da prassi, fornendo la documentazione necessaria.
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