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11/12/2020 Spettacolo: dal confronto tra sindacati e Regione idee per il rilancio del settore
Il 10 dicembre si è svolto l’incontro tra l’Assessore alla Cultura Latini, l’assessore al Lavoro Aguzzi e le organizzazioni sindacali SLC-CGIL FISTEL-CISL UILCOM-UILCOM e CAM (Consorzio Ars scena Marchigiana). Le Organizzazioni sindacali hanno rappresentato la grave situazione determinata dalla pandemia Covid 19 che ha bloccato tutta l’attività di spettacolo e reso problematica la possibilità di riapertura, nel breve e medio periodo, dei luoghi ad essa deputata. È stata espressa forte preoccupazione per la condizione di incertezza, destinata a permanere per almeno per una parte del 2021.  È stato altresì sottolineato come questa difficile situazione possa diventare un’opportunità per rilanciare questo settore strategico in sofferenza da molti anni. È stato fatto un forte richiamo affinché vengano incentivate buone pratiche di lavoro per tutti gli operatori del comparto ars e tecnici. Perché, attraverso l’equo compenso e la piena aderenza contrattuale, vengano tutelate professionalità, qualità e dignità dei lavoratori, scoraggiando forme di lavoro sommerso, presenti nel lavoro atipico. Per tali ragioni le organizzazioni sindacali hanno individuato tre tematiche sulle quali aprire un confronto proficuo con la maggiore istituzione regionale: 1 Individuare un immediato ristoro economico (integravo ai bonus nazionali) per lavoratrici e lavoratori del settore, ormai senza compensi da febbraio, per non disperdere queste professionalità; rivedere i limiti della piattaforma210 e ampliare le potenzialità del bando “Marche Palcoscenico Aperto” 2 Effettuare una manutenzione della legge regionale n. 11 del 2009 sullo spettacolo, per migliorarne gli effetti sul lavoro, sulla partecipazione e sulle potenzialità di sviluppo dell’occupazione regionale. 3 Realizzare idee forti per le Marche, come quella di creare opportunità di lavoro per l’intero settore mediante una operazione di cura del patrimonio culturale, dei teatri e dei borghi, favorendo la ripresa delle attività artistiche, a partire dai luoghi del cratere del recente sisma. Gli assessori regionali hanno dimostrato attenzione e partecipazione attiva al confronto, sono state date alcune prime risposte importanti (realizzazione dell’Osservatorio dello spettacolo, database delle professioni, valorizzazione delle professionalità locali). Le parti si sono date appuntamento entro l’anno, per affrontare i temi di cui sopra a partire dall’esigenza di trovare soluzioni al ristoro.
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11/12/2020 Sisma e busta paga pesante: CGIL CISL UIL Marche incontrano i Parlamentari marchigiani e il Commissario Straordinario alla ricostruzione
I giorni scorsi, le Segreterie regionali di CGIL CISL UIL Marche, unitamente ai Segretari e responsabili delle rispettive strutture territoriali, hanno incontrato i Parlamentari marchigiani e il Commissario Straordinario per la ricostruzione post sisma per affrontare con loro le problematiche relative alla cosiddetta “busta paga pesante”, emerse a seguito del Decreto Sisma di un anno fa.   All’incontro erano presenti all’incontro il Sen. Francesco Verducci, l’On. Mirella Emiliozzi, l’On. Mario Morgoni e l’On. Giovanni Legnini, Commissario Straordinario alla ricostruzione post sisma.   La normativa riguardante la “busta paga pesante” prevedeva inizialmente che i residenti dei comuni terremotati potessero optare per la sospensione delle ritenute fiscali e previdenziali da agosto 2016 fino a tutto il 2017, i cui importi sarebbero dovuti essere rimborsati per intero successivamente. Sulla base del presupposto dell’intera restituzione all’erario, moltissimi lavoratori dipendenti e pensionati hanno preferito non avvalersi della ”busta paga pesante”.   A tre anni di distanza, il “Decreto Sisma” (DL 123/2019 convertito nella L. 156/2019) ha  poi stabilito che chi ha beneficiato della sospensione del pagamento di tasse e contributi  relativi alla “busta paga pesante” è tenuto alla restituzione solo del 40% di quanto dovuto: un provvedimento che ha creato un’evidente e consistente disparità di trattamento tra chi ha richiesto di avvalersi della misura e che beneficia di una riduzione del 60% delle imposte dovute e chi, sulla base delle condizioni a suo tempo previste, non lo ha fatto.   Una situazione che oltre a generare rabbia, frustrazione e senso di ingiustizia tra le persone già pesantemente colpite dai danni del sisma, viola il l’art. 3 della Costituzione che sancisce il principio di uguaglianza tra i cittadini e l’art. 53 sulla  capacità contributiva.   Le Segreterie regionali di CGIL CISL UIL hanno rimarcato come anche i lavoratori dipendenti e i pensionati che non si sono avvalsi della “busta paga pesante” devono beneficiare della stessa riduzione fiscale e quindi va riconosciuto loro il rimborso di quanto pagato, tanto che le Organizzazioni Sindacali hanno già assistito migliaia di cittadini che hanno presentato richiesta di rimborso all’Agenzia delle Entrate.   I Parlamentari e il Commissario Straordinario presenti all’incontro hanno condiviso le preoccupazioni espresse dalle Segreterie confederali, riconoscendo come le norme abbiano creato un’evidente disparità di trattamento e che pertanto vada sostenuta, pur nella consapevolezza delle difficoltà circa la copertura finanziaria, la richiesta di uno specifico provvedimento normativo volto a sanale l’evidente ingiustizia fiscale.   Parlamentari e Segreterie di CGIL CISL UIL ritengono indispensabile un’azione congiunta tra forze sociali e forze politiche parlamentari affinché si possa aprire un confronto con il Governo per definire rapidamente un intervento che sani la situazione e ristabilisca la piena equità nel trattamento di tutti i cittadini dell’area del sisma.   Per questo, hanno deciso di predisporre un documento congiunto, da condividere anche con tutti gli altri Parlamentari marchigiani, con le specifiche richieste da rivolgere al Presidente del Consiglio.   Nel frattempo, le Organizzazioni Sindacali proseguiranno nel sostegno ai propri assistiti nelle azioni legali attraverso i ricorsi alle Commissioni Tributarie.   Le Segreterie di CGIL CISL UIL hanno ritenuto l’incontro utile e importante  e ringraziano il Senatore Verducci, gli Onorevoli Emiliozzi e Morgoni e il Commissario Straordinario Legnini per l’attenzione al tema e per la disponibilità dimostrata. 
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10/12/2020 Bando case popolari: Cgil Cisl e Uil chiedono incontro con il sindaco di Fano
Cgil Cisl e Uil hanno chiesto un urgente incontro con il sindaco di Fano, Massimo, Seri per un confronto sul bando case popolari. «Già nell’incontro del 30 novembre avevamo sottolineato le criticità del bando e fatto proposte per rendere più accessibile all’utenza la partecipazione allo stesso - scrivono Silvia Cascioli (Cgil Pesaro-Urbino), Giovanni Giovanelli (Cisl Fano) e Riccardo Morbidelli (Uil Pesaro-Urbino) -. Facciamo presente al sindaco che la tipologia di utenza interessata al bando ha spesso difficoltà ad accedere alla strumentazione informatica avendo basse o nulle competenze digitali. Questo dato ci preoccupa molto perché in una fase così delicata si rischia di aumentare il disagio di molte famiglie». I sindacati chiedono la rimodulazione del bando e la previsione di altre modalità di presentazione delle domande, assicurando qualsiasi tipo di collaborazione. «Ci risulta che a breve verrà portata in Consiglio Comunale la proposta di modifica del regolamento per l’assegnazione delle case popolari senza un minimo di confronto con le organizzazioni sindacali - aggiungono Cgil, Cisl e Uil -. Riteniamo che da questa vicenda si debba avviare una seria riflessione politica per una nuova stagione di politiche abitative sulle quali siamo pronti con proposte e progetti».  
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10/12/2020 Gestione casi Covid-19 in azienda: confronto tra sindacati e parti datoriali
Prosegue il percorso parallelo costruito da Confapi Marche e Cgil, Cisl e Uil per affrontare insieme, parte datoriale e sindacali, la gestione della pandemia che preoccupa il presente ma anche il futuro di aziende e lavoratori. La firma del “Protocollo territoriale per il contrasto e il contenimento del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro” ha indicato una via comune che ha soddisfatto le esigenze dei sottoscriventi e riscosso l’apprezzamento di molte aziende associate che l’hanno già adottato. Dopo un primo incontro organizzato dal OPRC Marche, Organismo Paritetico Regionale per illustrarne le linee guida, è in programma per venerdì 11 dicembre dalle ore 15 un nuovo appuntamento online attraverso la piattaforma Zoom per dirimere alcune incongruenze e dubbi interpretativi sulla normativa vigente per gestire i casi di contagio in azienda e che interessa particolarmente i responsabili della sicurezza in azienda. Oltre i referenti di Confapi a partire dal presidente regionale Giorgio Giorgetti, Mario Neri, Presidente di Confapi Sanità e dal direttore Michele Montecchiani, la partecipazione all’evento che prevede l’iscrizione attraverso la piattaforma EventBrite, vedrà la presenza di Massimo Giacchetti Coordinatore di parte sindacale OPRC Marche, Lucia Isolani Direttore UOC PSAL ASUR 3, Natascia Paternesi Medico competente, Giuseppe Maria Mariotti Direttore Inail Direzione Territoriale Macerata, Fermo e Ascoli Piceno, Stefano Bellucci Consulente Relazioni Industriali Confapi Ancona.  
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09/12/2020 9 dicembre 2020 Sciopero dei servizi pubblici: manifestazione regionale ad Ancona
Mercoledì 9 dicembre 2020, manifestazione regionale davanti alla Prefettura di Ancona, piazza del Plebiscito,  in occasione dello sciopero generale  nazionale dei dipendenti pubblici, indetto da Fp Cgil, Cisl Fp Uil Fpl, nel rispetto di tutte le misure anti-covid. Nelle Marche, l'adesione media allo sciopero è del 40% circa. Sono stati garantiti i servizi essenziali e, nel settore sanitario, hanno espresso l'adesione allo sciopero anche i lavoratori impossibilitati a partecipare per necessità di servizio. Circa 32.000 dipendenti pubblici marchigiani hanno partecipato allo sciopero generale nazionale per chiedere il rinnovo dei CCNL, risorse per la formazione e l'aggiornamento professionale oltre che nuove assunzioni e stabilizzazioni dei precari, a partire dal comparto sanità, per rinnovare la pubblica amministrazione e coniugare  la valorizzazione dei professionisti del pubblico con servizi efficienti ed efficaci ai cittadini. Anche la pubblica amministrazione marchigiana ha necessità di riformarsi ed innovarsi, ma occorrono investimenti , visione e partecipazione dei lavoratori, che in questo 2020 hanno pagato un prezzo elevato anche in termini di contagio nei luoghi di lavoro a causa del Covid. La battaglia dei lavoratori pubblici è la battaglia di tutti noi per la dignità del lavoro e della persona, poiché senza i servizi pubblici siamo più soli e più deboli.        
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07/12/2020 Dpcm Natale: tutte le nuove misure in vigore dal 4 dicembre 2020 al 15 gennaio 2021
  La sintesi  di tutte le  nuove misure previste dal DPCM del 3 dicembre 2020  per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da Covid-19, valide dal 4 dicembre 2020 al 15 gennaio 2021.  
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04/12/2020 Porto di Ancona, Cgil Cisl Uil: "Necessario dare piena continuità alla guida dell’Autorità di Sistema Portuale del medio Adriatico"
«In un contesto di crisi economica e sociale quale quello che caratterizza da tempo le Marche e la provincia capoluogo - drammaticamente accentuato dalla pandemia e dai forti rischi occupazionali che si addensano nei prossimi mesi (specie allo scadere del blocco dei licenziamenti) - il porto di Ancona è uno dei pochi elementi dinamici e di possibile rilancio di imprese e lavoro sul quale è possibile contare, già dal 2021, a beneficio dell’intera regione. - è quanto scrivono in una nota  Marco Bastianelli, Cgil Ancona, Alessandro Mancinelli Cisl Ancona e Claudia Mazzucchelli Uil Ancona, Marche -  In questi ultimi anni,  seppure appesantiti da difficoltà strutturali e strozzature burocratiche, il porto di Ancona ha visto una crescita importante di flussi, ricchezza e occupazione: con oltre 6 mila ingressi giornalieri, è il più grande sito lavorativo della regione ed un vettore di crescita sostanziale per il territorio, che trascina imprese e indotto di varia natura per numeri enormi per le Marche.»  «Restituito alla città anche come elemento identitario, storico e culturale è sicuramente di importanza strategica  per tutta la regione Marche. - sottolineano i tre rappresentanti sindacali -  Importanti progettualità si sono costruite ed avviate in questi anni, sia in termini infrastrutturali che  di acquisizione di attività, dimostrando la giustezza di un’idea di scalo a missione plurisettoriale: che ne ha costituito valvola di sicurezza nei momenti di peggiore difficoltà e motore del successivo forte rilancio.» «In un paese (ed una regione) che guarda con trepida attesa alle scelte che si compiranno nei prossimi anni sul tema delle grandi infrastrutture logistiche, potendo magari contare su scelte coerenti di impiego del “Recovery Fund”, portare a positiva conclusione opere e riorganizzazione dello scalo dorico è una priorità assoluta a cui nessun attore politico, economico, sociale e, soprattutto, istituzionale può sottrarsi.  In questo senso, avendo anche memoria di passate esperienze non certo positive, non possiamo che sostenere, con forza, l’idea di una piena continuità alla guida dell’Autorità di Sistema Portuale del medio Adriatico.- rilanciano e concludono Bastianelli, Mancinelli e Mazzucchelli -  Sarebbe grave se interferenze politiche, improprie quanto improvvide, pregiudicassero il futuro della più grande risorsa economica e lavorativa della regione Marche.»  
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03/12/2020 Gabriele Lalli è il nuovo Segretario Generale della Slp Cisl Marche
Il Consiglio Direttivo della Slp Cisl Marche, sindacato di categoria dei lavoratori postali, ha eletto giovedì 3 dicembre, con larga maggioranza, il nuovo Segretario Generale. Gabriele Lalli succede a Dario Dominici, che ha lasciato l'incarico dopo 12 anni alla guida del sindacato più rappresentativo dei lavoratori di Poste Italiane nella nostra regione. Lalli, classe 1970, sposato e con un figlio, è entrato in Poste Italiane nel 1998 cominciando da subito la propria esperienza nel sindacato di categoria, ricoprendo anche il ruolo di responsabile per la Provincia di Ancona. Il neoeletto responsabile dei lavoratori postali ha confermato fino al prossimo appuntamento congressuale lo schema già sperimentato con successo proponendo al suo fianco, nella Segreteria Regionale, rappresentanti di tutti i territori e delle principali funzioni aziendali: Saverio Mauriello per la provincia di Macerata, Dario Riccetti per quelle di Ascoli e Fermo, Luigi Marcelletti per la provincia di Ancona ed Elisabetta Iannone per quella di Pesaro-Urbino. Il Segretario uscente Dario Dominici, nel passare il testimone, ha sottolineato che la rotazione delle responsabilità dirigenziali «è un importante fattore di democrazia sindacale, di trasparenza, di capacità di scommettere sulle persone, oltre che prova di voler accettare la sfida del cambiamento». Ai lavori del Direttivo regionale della Slp hanno partecipato Maurizio Campus, Segretario Generale della Slp Cisl Nazionale, e Sauro Rossi, Segretario Generale Cisl Marche.
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03/12/2020 Sanità privata: accordo con la Regione su posti letto Covid e tariffe
Il comparto della sanità privata ha raggiunto un accordo con la Regione per garantire più di 200 posti letto da destinare ai pazienti Covid, ottenendo anche un aumento delle tariffe convenzionate per i ricoveri nelle cliniche private, aumentate fino a 117 euro. L'accordo prevede inoltre che la Regione garantisca il 90% del budget della convenzione. Il servizio di Buongiorno Regione - Tgr Rai Marche con intervista a Luca Talevi, Segretario Generale Cisl Fp Marche  
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01/12/2020 Case popolari Comune di Fano, Cisl :"No allo Spid, serve un nuovo bando"
«La decisione dell’assessore al welfare di comunità del Comune di Fano di utilizzare la procedura dello Spid per la presentazione delle domande  di case popolari ci lascia molto perplessi sia nel metodo con il quale si  è arrivati a questa decisione sia per  lo strumento scelto.  -  scrive in una nota il Responsabile della Cisl di Fano, Giovanni Giovanelli -  In questa fase cosi delicata di pandemia sarebbe opportuno coinvolgere maggiormente le organizzazioni sindacali nella definizione di  modalità di partecipazione ai bandi .  La  scelta di utilizzare esclusivamente lo Spid,  salvo coloro che devono solo presentare l’Isee, significherà che nei prossimi giorni qualche centinaio di persone si riverserà negli uffici postali per completare le procedure Spid  con gravi problemi di assembramento e non rispetto delle distanze anti-Covid e con tempi di rilascio che  rischiano di arrivare in prossimità della chiusura del bando» « Chiediamo all'assessore ai servizi sociali  del Comune di Fano  di ritirare il bando che prevede esclusivamente l'utilizzo dello Spid,  emesso  oggi con scadenza al  31 dicembre, e di emanare un  nuovo bando  che permetta ad esempio la presentazione delle domande all'ufficio protocollo del Comune di Fano utilizzando il meccanismo dell’autocertificazione per la produzione di documenti o che preveda l'accreditamento delle organizzazioni sindacali  e associazioni  di volontariato per la presentazione  diretta delle domande. - ribadisce Giovanelli della Cisl di Fano  - Facciamo presente all'assessore   che la presentazione delle domande di aggiornamento case popolare  richiede una attenta elencazione delle problematiche  dell’utente e l'utilizzo dell’autocertificazione per la consegna dei documenti  non penalizza fasce di popolazione che fanno difficoltà ad accedere agli strumenti informatici . Ci viene il sospetto che l’introduzione perentoria dello Spid serva solo per sfoltire il numero dei cittadini  in graduatoria. - sottolinea il Responsabile della Cisl di Fano -  Questa vicenda  pone nuovamente alla ribalta la mancanza di politiche abitative nel comune di Fano, territorio  ad alta densità abitativa con un significativo numeri di  sfratti e una inesistente disponibilità di edilizia popolare . E’giunto il momento di lavorare per un Piano Casa del Comune di Fano.  - conclude Giovanni Giovanelli - Non solo bandi e contributi ma politiche abitative che prevedano il  recupero del patrimonio pubblico dismesso e acquisiscano immobili messi all’asta,  per  iniziare concretamente  a contrastare  l’emergenza abitativa. Le urgenze sono le abitazioni non l’applicazione dello Spid.        
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27/11/2020 Cosmari: il punto sulla contrattazione
Il 2020, caratterizzato dall'emergenza Covid-19, è stato un anno intenso dal punto di vista dell'attività sindacale per i lavoratori di Cosmari. La necessità di rispettare stringenti accorgimenti per contenere la pandemia ancora in corso ha impedito ai sindacati di organizzare momenti di discussione collettivi, ovvero le consuete assemblee, e dunque Fit Cisl, Fp Cgil e Ugl hanno messo a punto un documento per rendicontare ai lavoratori l'attività di contrattazione svolta quest'anno. CONTRATTAZIONE AZIENDALE Implementato l'importante accordo del 30/12/2019, siglato dopo una lunga trattativa. I punti principali dell'accordo, già anticipati nel corso dell'ultima assemblea svolta, hanno riguardato: 1. Riqualificazione del personale con l'attribuzione dei livelli contrattuali adeguati ad un consistente numero di colleghi di vari settori all'interno dell'azienda;  2. Adeguamento dell'indennità autisti con riconoscimento degli arretrati dovuti dal 01/01/2019; 3. Introduzione di un accordo sperimentale relativo alla pianificazione delle ferie estive, volto a contemperare le legittime aspettative dei lavoratori con le esigenze aziendali, tenendo anche conto di un principio di equità e di rotazione.   PERSONALE Nel corso dell’anno si è proceduto, con la collaudata prassi di accordi sindacali specifici riguardanti il personale a tempo determinato assunto dalle varie graduatorie concorsuali aperte, ad un numero consistente di stabilizzazioni e proroghe.  È stata di fatto garantita la continuità occupazionale di tutti i soggetti interessati, tenuto conto della normativa vigente e delle deroghe ad essa introdotte nei mesi a causa dell'emergenza Covid-19.   COVID-19 Anche grazie al supporto di RSU e RLS si è, fin dai primi momenti dell'emergenza, proceduto ad un confronto continuo con l'azienda riguardante la definizione e il rispetto dei protocolli di sicurezza, aggiornati nel corso dei mesi all'evoluzione emergenziale e normativa. Si è quindi garantita, seppur con le iniziali difficoltà di approvvigionamento, un' adeguata fornitura di dispositivi di protezione individuale a tutto il personale. Per i lavoratori impiegati nelle attività sospese a causa della pandemia è stata attivata la copertura del FIS (la "cassa integrazione" di comparto) e sono stati siglati accordi sindacali contenenti le più ampie garanzie per il personale (anticipo aziendale del trattamento di integrazione salariale, normale maturazione dei ratei contrattuali di ferie, tredicesima ecc).   PREMIALITÀ Nelle more dell'eventuale attuazione di un nuovo sistema di welfare aziendale, in merito al quale il dovuto confronto con personale e azienda è stato rallentato dall'emergenza sanitaria, in data 5 novembre abbiamo sottoscritto l'accordo riguardante l’annualità 2019 alle medesime condizioni economiche del precedente (600 euro) e chiesto all'azienda di liquidarlo (tutto o almeno un acconto) entro fine anno, ricevendo una prima apertura   SITUAZIONE AZIENDALE Presidenza e Direzione ci hanno fornito informativa in merito ai bilanci (Consuntivo 2019 e Previsionale 2020) e alle prospettive economico-finanziarie dell'Azienda, garantendo sulla solidità della stessa.  Nel mese di Maggio sono state approvate dall'Assemblea Territoriale di Ambito (ATO3) le tariffe del servizio integrato dei rifiuti per il 2020, secondo i nuovi criteri stabiliti dall'ARERA. L'adeguamento delle tariffe, che arriva dopo anni di mancato aumento, porterà una crescita importante di ricavi e redditività, compenseranno largamente la progressiva diminuzione degli incassi inerenti la rimozione delle macerie.  La solidità generale consentirà all'Azienda di predisporre un consistente piano di investimenti, atto all'adeguamento degli impianti e al proseguimento del rinnovo del parco mezzi, garantendo così risposte adeguate alle richieste di personale e organizzazioni sindacali   VERSO IL 2021: SITUAZIONI APERTE E RICHIESTE SINDACALI • Verifica riguardante l'adeguamento di ulteriori posizioni contrattuali  • Urgenza di una prima regolamentazione delle distanze casa/lavoro, che contempli le esigenze aziendali con le legittime aspettative dei lavoratori  • Eventuale premialità aggiuntiva legata all'emergenza sanitaria ancora in atto • Premio 2021: riapertura della discussione e del confronto con i lavoratori in merito all'istituzione di un sistema di welfare aziendale • Revisione ed eventuale adeguamento dei monte ore contrattuali del personale impiegato nei servizi precedentemente gestiti da Cooperative Sociali  
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27/11/2020 Covid, lavoro e welfare al centro del Consiglio Generale Cisl Marche
Si è tenuto oggi in videoconferenza il Consiglio Generale della Cisl Marche. Al centro dei lavori, che hanno visto la partecipazione della Segretaria Confederale nazionale della Cisl, Daniela Fumarola, l’emergenza sanitaria, sociale ed economica causata dalla pandemia di Covid 19. Una crisi multidimensionale che ha fatto riemergere paure, rabbia e inquietudini della nostra società, come dimostrano il fermento nelle piazze e l’aumento delle violenze di genere, soprattutto in ambito domestico. In apertura della seduta, non a caso, il Segretario Generale della Cisl Marche, Sauro Rossi, ha voluto ricordare la Giornata Mondiale per l’eliminazione della violenza contro le donne, celebrata mercoledì scorso.   «Dalla prima fase dell’emergenza non abbiamo tratto i giusti insegnamenti – ha dichiarato Rossi -. La situazione sanitaria è frutto di ritardi della politica, a tutti i livelli: gli effetti del Recovery Found si faranno sentire solo nella seconda metà del 2021, i fondi per il potenziamento delle terapie intensive sono stati sbloccati solo a settembre, la delibera della Giunta Regionale per il potenziamento dell’assistenza territoriale è stata licenziata il 16 novembre, solo 11 giorni fa, e la campagna vaccinale anti-influenzale è in evidente ritardo». Oltre all’emergenza sanitaria, c’è un quadro economico allarmante: «I dati dimostrano che l’impatto di questa crisi è doppio rispetto a quella del 2008 – prosegue Rossi -. La ripresa sarà lenta e difficile. Facciamo i conti con le esigenze di rientro del debito, con disuguaglianze stridenti e con una disoccupazione giovanile e femminile che riduce la nostra capacità di crescere: occorre un Patto Sociale capace di indirizzare le risorse disponibili per rafforzare il welfare, valorizzare istruzione, formazione e lavoro di qualità, favorire una riconversione in ottica di sostenibilità sociale ecologica ed economica. Le attuali misure previste nella prossima Legge di Stabilità non ci convincono: mancano risorse sufficienti per investimenti, riforme, rinnovo dei contratti e sostegno degli ammortizzatori sociali, con disattenzioni evidenti sui temi della non autosufficienza e delle politiche industriali». Ma l’interlocutore principale rimane la Regione: «Stiamo provando a riallacciare i rapporti istituzionali – sottolinea Sauro Rossi -. Fino ad oggi, abbiamo avuto solo due o tre appuntamenti di carattere generale con il Presidente Acquaroli e con alcuni assessori. Da non trascurare i segnali di allargamento  della partecipazione, ma sarà importante capire se si passerà presto ad un confronto concreto con i soggetti economici e sociali».   Un primo obiettivo raggiunto, nel confronto con la nuova amministrazione regionale, è l’importante accordo per il riconoscimento economico al personale sanitario impegnato a fronteggiare l’emergenza Covid, ma adesso si apre la partita del bilancio 2021: «Finora, nella manovra di assestamento, non ci sono state discontinuità rispetto alla Giunta precedente – conclude il Segretario Generale della Cisl Marche – ma vorremmo capire quali saranno le priorità per il futuro: il decremento del PIL, un dato peggiore rispetto alla media nazionale, è un elemento che merita attente valutazioni su come rilanciare la nostra economia, individuando precise priorità, a partire dalle aree colpite dal sisma». «Non si tratta solo di uscire dal Covid – aggiunge Daniela Fumarola, Segretaria Confederale della Cisl Nazionale -. Le regioni del Centro devono recuperare un gap che viene da lontano, dalla crisi del 2008. Dobbiamo continuare a lavorare per garantire la coesione sociale e progettare lo sviluppo, dando sicurezze e prospettive a milioni di lavoratori, famiglie e pensionati che stanno pagando un prezzo altissimo in termini non solo economici». Il “rimbalzo”, evocato dal ministro Gualtieri, «è un miraggio se non si creano le condizioni per ancorare al mondo del lavoro soprattutto le fasce più fragili della popolazione, come donne e giovani.  Purtroppo, gli stanziamenti previsti nel prossimo futuro sono insufficienti. Il vaccino della ripresa – insiste Fumarola - si chiama investimenti: occorre una strategia più coraggiosa da parte del Governo per recuperare le aree deboli del Paese che erano rimaste indietro ancora prima dell’emergenza Covid».
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27/11/2020 Stabilizzazione precari sisma 2016: Cisl Fp Marche scrive al Presidente del Consiglio Conte
La  Cisl Fp  sollecita e chiede chiarimenti sulla questione personale sisma 2016 scrivendo una lettera a tutte le istituzioni preposte: Presidente del Consiglio dei Ministri, Commissario del sisma 2016, Presidente Regione e Province marchigiane, Sindaci,  Segretari Comunali e a tutti i dipendenti a tempo determinato in forza ai Comuni terremotati. « Entro il  12 novembre scorso gli Enti interessati hanno potuto valutare se  inviare la richiesta di accesso al contributo per la stabilizzazione del personale precario assunto ex post Sisma 2016 ai sensi del DL 104/2020 convertito con Legge 126 del 13 ottobre 2020. – sottolineano Luca Talevi e Alessandro Moretti,  Cisl Fp Marche –  Ci risulta che i piccoli Comuni del cratere spesso hanno numerosi dipendenti assunti a tempo determinato ai sensi dell'art. 50 bis, ma procedere alle stabilizzazioni in coerenza con il piano dei fabbisogni è diventato difficile poiché se consideriamo la situazione a regime, cioè quando sarà finita la ricostruzione post sisma, tutto questo personale, per la gran parte tecnici, rischia di diventare inoccupato. Nel caso in cui invece la norma vada intesa come piano del fabbisogno relativo al sisma , nessun problema si porrebbe nell' immediato data la mole di lavoro che incombe in ogni Ufficio sisma. Va sicuramente chiarito  se quando cesserà la ricostruzione continueranno i trasferimenti per il pagamento delle suddette spese di stabilizzazione e la deroga esenzionale.» Secondo la Cisl Fp sarebbe auspicabile I' adozione di una norma che consenta l'assunzione di tutti i dipendenti ora in servizio ai sensi dell'art. 50 bis, da parte di enti diversi da quelli dove prestano servizio « potrebbero essere assunti ad esempio dalle Unioni montane, con contestuale trasferimento dei fondi. – rilanciano Talevi e Moretti - Ciò renderebbe più agevole programmare senza timori l'assunzione di molti dipendenti che in futuro diverrebbero invece inoccupati, quanto meno nei Comuni piccolissimi. » Nel caso in cui un Comune ritenga di non procedere ad alcuna stabilizzazione perché non coerente con il piano del fabbisogno  « come Cisl Fp riteniamo importante prevedere la  possibilità  di continuare ad avvalersi dei personale "sisma" a tempo determinato fino a quando non sarà cessata la ricostruzione con rimborso del costo da parte dell' USR anche dopo il 2021 ed esenzione dai limiti cui al D.Igs 81/2015.»  concludono il Segretario generale della Cisl Fp Marche, Luca Talevi, e il Responsabile Cisl Fp Macerata, Alessandro Moretti.
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26/11/2020 Anziani a rischio: Rsa, Covid e solitudine Riprende il progetto “Resto a casa, insieme resistiamo”
Con la seconda ondata della pandemia, è tornata a scoppiare l’emergenza anche in moltissime residenze per anziani delle Marche, dove le percentuali di contagio sono molto preoccupanti. Per SPI-Cgil, FNP-Cisl, UILP-Uil Marche «occorre un’analisi attenta dell’esito dei controlli effettuati dalla Regione per intervenire in maniera più efficace a tutela della vita dei nostri anziani, ma anche per garantire possibilità di incontro degli ospiti con i propri congiunti.  L’effetto secondario più imponente di questa epidemia è, infatti, quello dell’abbandono e della dilagante solitudine degli anziani. E ciò non soltanto per coloro che vivono all’interno delle strutture. La paura da una parte e le raccomandazioni dall’altra, complice anche il freddo dell’inverno, inducono la maggior parte degli anziani a richiudersi in casa, a privarsi degli affetti e dei momenti di socializzazione.» Su questi temi, in queste ore SPI-Cgil, FNP-Cisl, UILP-Uil Marche hanno inviato una lettera alla Giunta e all’assessore Saltamartini per chiedere un incontro con il quale fare il punto su queste problematiche. A contrastare la solitudine degli anziani, la ripresa del progetto “Resto a casa, insieme resistiamo” realizzato dai Sindacati dei Pensionati di SPI-Cgil, FNP-Cisl, UILP-Uil Marche, insieme a Regione Marche, Asur (Dipartimenti di Prevenzione) e ARS. Il progetto è nato nello scorso mese di marzo per creare un canale di contatto con e tra gli anziani attraverso una rete di gruppi whatsApp che le Organizzazioni Sindacali hanno provveduto a creare su tutto il territorio regionale, al fine di veicolare del materiale informativo audio visivo e documentale su vari temi (ginnastica dolce, corretti stili di vita, gestione delle emozioni ecc).   In questa seconda fase sarà organizzato un ciclo di videoconferenze. Già programmati i primi tre appuntamenti: il 26 novembre e il 10 dicembre con la dr.ssa Roberta Stopponi, Dipartimento Prevenzione AV 3  Asur, per parlare del Covid 19 e di come prevenirlo. Martedì 22 dicembre con la dr.ssa Clizia Pugliè, Dipartimento Prevenzione AV1 Asur,  su come riconoscere e gestire le fake news e l’infodemia da Covid-19. Il progetto, che riprende in versione telematica alcune delle iniziative già proposte gli scorsi anni nell’ambito della prevenzione, prevede anche incontri dedicati alla gestione delle emozioni nel periodo dell’emergenza, alla prevenzione dell’osteoporosi, ai corretti stili di vita e di alimentazione, ecc. ed  è comunque in evoluzione, potendosi arricchire di nuovi argomenti e  modalità.  
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25/11/2020 25 novembre 2020, Giornata mondiale contro la violenza sulle donne CGIL CISL UIL Marche: il nostro impegno continuo per i diritti e la libertà delle donne e contro ogni forma di violenza e discriminazione
«25 novembre 2020: Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Non una celebrazione né una ricorrenza, tanto più in questo tempo della pandemia in cui sono da rifuggire più che mai le formule retoriche e in cui, semmai, abbiamo bisogno di parole di senso per rappresentare la realtà e comunicare la necessità di un impegno comune per la difesa dei diritti e per la promozione della parità, combattendo ogni rischio di arretramento culturale. Perciò il 25 novembre è per noi la data in cui rinnovare il patto di alleanza contro ogni forma di violenza e di discriminazione di genere, ora e ancora -  dichiarano le Segretarie regionali  di CGIL CISL UIL Marche  Daniela Barbaresi,  Cristiana Ilari  e  Claudia Mazzucchelli  -  perché la violenza contro le donne non è un problema del singolo, magari presentato dai social media come fosse un malato da curare o preda di un raptus, ma è un fenomeno strutturale che ha radici culturali profonde e pervasive e che, in quanto tale, necessita di interventi strutturali, continui e integrati tra vari soggetti. Per questo, anche nella nostra regione, le Organizzazioni sindacali sono impegnate a fianco e a sostegno della rete regionale che ha il suo perno nei centri antiviolenza.» Oggi ancora di più, nel contesto di emergenza sanitaria ed economica, la violenza diventa l’esito estremo di diseguaglianze e di discriminazioni di genere che il COVID può alimentare. Secondo i dati Istat durante il lockdown della scorsa primavera sono state 5.031 le telefonate valide al 1522, il numero verde attivo 24 ore su 24 per le richieste di aiuto e sostegno delle vittime di violenza e stalking, il 73% in più sullo stesso periodo del 2019. Nelle Marche, tra marzo e giugno, ben 286 donne hanno telefonato a questo servizio. Tra queste, 127 erano state vittime di violenza. Cifre più che raddoppiate rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.  Le vittime che hanno chiesto aiuto sono 2.013 (+59%).  Ben oltre 1.200 donne in più si sono rivolte ai centri anti-violenza D.i.Re in poco più di un mese, dal 2 marzo al 5 aprile scorso. Dati che confermano quanto la reclusione in ambienti domestici già segnati dal disagio abbiano esacerbato o innescato situazioni di violenza. « È importante ricordare questi numeri mentre stiamo vivendo la seconda ondata della pandemia che ancora una volta o impone un lavoro da casa, che impropriamente spesso viene definito smart working, in convivenze forzate dalla necessità che hanno unito sfera pubblica e privata, o genera nuova disoccupazione femminile poiché sconvolge dal punto di vista occupazionale settori prevalentemente occupati da donne: ricezione, commercio, turismo, attività di assistenza e di cura della persona. - sottolineano Barbaresi,Cgil, Ilari, Cisl, Mazzucchelli Uil  -  Molte donne perdono il lavoro e la mancanza di sicurezza economica e di una rete di relazioni le espone ancora di più al rischio della violenza. In altri casi il lavoro che continua vede compromesse le tutele mentre rischiano di crescere le discriminazioni. Le donne che lavorano in settori come quello sanitario e socio-sanitario sono, per esempio, spesso le  più esposte a carichi di lavoro massacranti e al rischio di infezione.»    Come certificano i dati INAIL, riferiti alla prima ondata di pandemia, la maggior parte delle denunce di infortunio da COVID-19 attiene alle donne: nelle Marche le denunce di contagio sono state 1.416, delle quali 1.033 sono state presentate da donne, il 70,7% del totale. Il  30,9% delle donne che hanno contratto il virus durante il lavoro  ha un’età compresa tra i 50-64 anni e  il 26,8%  tra i 35-49 anni.  Infermiere, operatrici socio-sanitarie, ausiliare ospedaliere  e operatrici socio assistenziali sono tra le figure professionali più colpite.« Anche questi dati sono da ricordare a dimostrazione di come le donne siano colpite su più fronti dalla pandemia e di come l’emergenza sanitaria rischi di acuire le disuguaglianze di genere. - precisano le Segretarie di Cgil Cisl e Uil Marche - Il contesto del lavoro nelle Marche, tra l’altro, vede da anni fortemente penalizzate le donne, in termini di occupazione, di qualità del lavoro, di valorizzazione delle competenze. Una dispersione di valore che rischia di impoverire il nostro territorio e che trova conferma anche nel mancato protagonismo, purtroppo, delle donne nella rappresentanza e nella partecipazione politica, istituzionale ed anche economica.»   «Per noi difendere i diritti delle donne, favorire la loro partecipazione e promuovere la cultura della parità siano condizioni necessarie per uno sviluppo sociale ed economico sostenibile della nostra regione.  Per questo invitiamo la nuova Giunta regionale e l’Assessora alle Pari opportunità a porre attenzione al fenomeno della violenza sulle donne, a riprendere presto il percorso mirato a rafforzare case rifugio e centri antiviolenza e ad assicurare formazione professionale ed incentivi per l’occupazione delle donne vittime per aiutarle concretamente a fuoruscire dalla violenza. Al contempo vanno messe in campo politiche per favorire e promuovere la parità e la valorizzazione delle donne nel lavoro e per incentivare e sostenere l’occupazione femminile. - rilanciano  e concludono le Segretarie regionali  di CGIL CISL UIL Marche  Daniela Barbaresi,  Cristiana Ilari  e  Claudia Mazzucchelli  -  In una situazione così complessa ribadiamo e rilanciamo il nostro impegno a tutela dei diritti delle donne e del lavoro delle donne e per l’attuazione della Convenzione 190 dell’OIL sulle molestie e violenze nel mondo del lavoro, per la protezione, la prevenzione, la lotta alle discriminazioni con l’assistenza, la formazione e la sensibilizzazione culturale, perché il lavoro deve essere per tutte e tutti il luogo dell’emancipazione e della libertà.  »    
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23/11/2020 Acquisizione Ubi banca, sindacati "Mantenere i livelli occupazionali"
Questa mattina confronto,  in videoconferenza, tra le  rappresentanze sindacali dei bancari Fabi, First-Cisl, Fisac-Cgil, Uilca-Uil e Unisin e il presidente dell'Assemblea legislativa  su acquisizione Intesa, Bper - Ubi banca. Un'operazione che nelle Marche interessa 117 strutture (75  filiali e 42 punti operativi) coinvolte nel passaggio di proprietà di cui 39 in provincia di Ancona, 10 ad Ascoli Piceno, 13 a Fermo, 23 a Macerata e 32 a Pesaro Urbino. Le preoccupazioni manifestate da sindacati e condivise dal presidente del Consiglio Regionale riguardano il mantenimento dei livelli occupazionali, la salvaguardia delle professionalità ed il rapporto che il nuovo sistema bancario andrà ad instaurare con la realtà economica marchigiana, fino ad oggi abituata a interagire con strutture di differenti dimensioni. «Chiediamo il mantenimento dei livelli occupazionali nelle Marche creando un polo Intesa e un polo Bper anche per quanto attiene le direzioni generali al fine di mantenere inalterati i posti di lavoro anche nelle direzioni generali oggi appartenenti ad Ubi»  hanno ribadito i sindacati di categoria. Durante il confronto il presidente del Consiglio regionale si è impegnato a scrivere una lettera a Intesa Sanpaolo, Bper e Banca d'Italia per rappresentare le problematiche salienti.  L'intenzione è anche quella di avviare un'interlocuzione con la Regione Marche per la concretizzazione di uno specifico protocollo d'intesa.
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23/11/2020 Cgil Cisl Uil Ascoli Piceno; i protocolli condivisi permettono la continuità produttiva
Siamo di fronte alla recrudescenza del virus che dilaga nella società e, quindi, anche nei luoghi di lavoro. Una parte di aziende ha avuto grande senso di responsabilità nel confrontarsi e nel farsi carico della gestione della pandemia. Tuttavia riteniamo che adesso si entri in una fase diversa, dove i Protocolli aziendali di sicurezza anti contagio restano un punto fermo da cui partire e pratiche imprescindibili per poter lavorare, ma necessitano di essere rispettati e implementati, soprattutto per quanto riguarda la gestione dei casi di positività, di quarantene derivanti dai contatti tra persone, e di prevenzione. Nella provincia di Ascoli Piceno si verificano situazioni differenti tra loro e solo alcune aziende monitorizzano la totalità dei loro dipendenti mentre in molte aziende si interviene solo su specifici casi, attendendo comunicazioni dall’Area Vasta che puntualmente non arrivano, ben sapendo della difficoltà del Servizio Pubblico nel tracciare i casi positivi. CGIL CISL e UIL di Ascoli Piceno valutano indispensabile che le aziende del territorio convochino o costituiscano i comitati aziendali anti contagio, come previsto dalla normativa, che individuino, nel rispetto della privacy delle persone e quando se ne verifichi il bisogno, i percorsi più adeguati di screening e tracciatura dei propri dipendenti per garantire la salvaguardia delle stesse aziende, nel momento di massima risalita della curva dei contagi, mettendo così le persone in condizioni di maggiore sicurezza e tranquillità. CGIL CISL e UIL di Ascoli Piceno chiedono con forza l’intervento e monitoraggio del Pubblico. Le Istituzioni, delegate alla gestione della sanità, possono supportare, attraverso convenzioni e/o sovvenzioni, quelle imprese cui chiediamo di svolgere un ruolo di utilità pubblica e sociale. Tutti insieme possiamo gestire questa difficilissima ed imprevedibile situazione: le lavoratrici ed i lavoratori fino ad oggi hanno dato massima disponibilità ed hanno fatto e faranno la loro parte.
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23/11/2020 Rifiuti, sindacati: "Il biodigestore è un impianto necessario"
«Come organizzazioni sindacali ci siamo già espressi a favore della realizzazione di un biodigestore per il trattamento della frazione organica dei rifiuti. -   dichiarano i sindacati di categoria Fit-Cisl, Femca-Cisl, Fp-Cgil, Filctem-Cgil  - I vantaggi, anche ribaditi qualche giorno fa in una iniziativa di Legambiente, sono noti a tutti e particolarmente importanti per le persone che rappresentiamo:  ·  sarà un’opera che metterà in sicurezza il nostro territorio perché non saremo più dipendenti dagli impianti presenti fuori regione; · l’ottenimento di gas metano da immettere nella rete di distribuzione così come la produzione di compost di qualità da utilizzare in   agricoltura contribuiscono alla tutela dell’ambiente; senza considerare i vantaggi derivati dalle minori emissioni di CO2 dei camion   attualmente impiegati per il trasporto verso il centro e nord Italia; ·  sarà una occasione di nuovo lavoro, sia per quelli che saranno impegnati nella realizzazione dell’impianto sia per quelli che saranno         occupati  per la gestione del biodigestore una volta attivo; ·   i vantaggi economici saranno utilizzati per contenere le tariffe, una necessità in questi tempi di difficoltà per tante famiglie.» «In questo contesto, il tempo non è una variabile indifferente perché non si può rinunciare agli incentivi previsti e quindi abbiamo apprezzato che fin da subito l’istanza di autorizzazione sia stata presentata alla Provincia da parte della società Green Factory controllata da Marchemultiservizi. Servono però luoghi deputati alla partecipazione.- rilanciano Fit-Cisl, Femca-Cisl, Fp-Cgil, Filctem-Cgil -  Comprendiamo le legittime preoccupazioni che possano avere le popolazioni limitrofe al sito individuato, al netto di chi intende solamente speculare per ipotetiche future fortune elettorali così come al netto di interessi particolari che non possono ledere quelli collettivi. Riteniamo che anche la conferenza dei servizi sia il luogo preposto per le istanze e le osservazioni da parte dei portatori di interesse e in quella sede noi chiederemo di essere ascoltati. Così come riteniamo utile che la politica lungimirante, supportata da esponenti scientifici e dai portatori di interessi collettivi, crei momenti di informazione nei territori interessati e non. Nel frattempo ci siamo rivolti alle nostre sedi sindacali dove sono presenti biodigestori anaerobici con tecnologia simile a quella che si vuole implementare qua (Bologna, Trento, Foligno, Cesena) per sapere se ci fossero problemi di emissioni di cattivi odori, una preoccupazione che serpeggia. In tutti i casi abbiamo registrato assenza di problemi odorigeni. Naturalmente in alcune di queste località si erano costituiti comitati di opposizione alla realizzazione degli impianti ma una volta realizzati la convivenza e il grado di soddisfazione è buona.»  «Sarebbe importante che Marchemultiservizi e Aset partecipassero  insieme alla realizzazione di questo infrastruttura.  - auspicano i sindacati unitari di categoria - Potrebbe essere l’inizio di un percorso comune finalizzato a una maggiore integrazione tra queste due aziende senza escludere anche una fusione per la nascita di una azienda provinciale dei servizi a controllo pubblico. Riteniamo che una maggiore integrazione tra le due aziende sia cruciale per entrambi e perciò occorre prendere decisioni. Non ha senso continuare a programmare separatamente gli investimenti nell’idrico e nell’igiene ambientale. E’ grave che le proprietà sottovalutino questo pericolo, non si pongano il problema di lavorare assieme, superando anacronistici campanilismi.» «Ma l’obiettivo di una maggiore integrazione potrebbe essere ancora più ambizioso, più urgente: le risorse che saranno disponibili attraverso il Recovery Fund richiedono soggetti capaci di progettare, realizzare in tempi certi le infrastrutture necessarie per lo sviluppo dell’economia circolare.  - sottolineano e concludono   Fit-Cisl, Femca-Cisl, Fp-Cgil, Filctem-Cgil - Questa dovrà essere la missione futura. Un’aggregazione che non produrrà esuberi, ma consentirà maggiore specializzazione per i lavoratori/ci e possibilità per giovani di nuova e buona occupazione nell’impiantistica che verrà realizzata anche grazie alla presenza di un partner industriale importante come ad esempio Hera. Occorre solamente la volontà politica e lavorare in tempi certi per questo obiettivo che rappresenta una necessità per uno sviluppo sostenibile del territorio.»  
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23/11/2020 Cgil Cisl Uil e Confapi Marche si confrontano sulla prevenzione da diffusione del Covid-19 negli ambienti di lavoro
La recrudescenza della pandemia ha riproposto il tema del rigoroso rispetto delle norme anche negli ambienti di lavoro. Per questo Confapi Marche e Cgil, Cisl e Uil dopo aver firmato lo scorso giugno il “Protocollo territoriale per il contrasto e il contenimento del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro” incrociando le esigenze e le sensibilità sia della parte datoriale che di quella sindacale, si sono date appuntamento per illustrarne nel dettaglio le linee guida. L’incontro si è svolto online attraverso la piattaforma Zoom venerdì 20 novembre con la partecipazione dei coordinatori regionali e nazionali di parte sindacale e datoriale, i referenti di Confapi e dell’Ispettorato del Lavoro.
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21/11/2020 Trasferimento temporaneo operatori sanitari da Ospedale Urbino a Struttura COVID 19 Civitanova Marche. Sindacati scrivono ai Sindaci del Montefeltro
  LETTERA APERTA AI SINDACI DEL TERRITORIO   Gent.mi Sindaci, la recente decisione dell’ASUR Marche di trasferire, temporaneamente, circa 6 operatori sanitario ed infermieristico dall’Ospedale di Urbino alla struttura sanitaria di Emergenza COVID 19 di Civitanova Marche, mentre da una parte rappresenta un tenue barlume di speranza verso l’attuale non particolare incidenza della pandemia nel territorio di Urbino e del Montefeltro, dall’altra, accentua, ancor di più, le preoccupazioni evidenziate da parte nostra, proprio pochi giorni fa sulla stampa, in risposta all’analogo grido di allarme lanciato dall’Assessore alla Sanità del Comune di Urbino, sullo stato di debolezza e carenza di personale in cui si tiene la struttura urbinate. In sostanza, l’ allarme lanciato da CGIL, CISL Urbino e Montefeltro, unitamente alle categorie della sanità FP CGIL e FP CISL, con il documento del 29 giugno u.s., rivolto proprio agli Stati Generali dei Sindaci convocati dal Sindaco Gambini di Urbino, con cui sollecitavamo la necessità di attivarsi per un intervento di potenziamento dell’ organico sia a livello della dirigenza che del comparto di Medicina d’Urgenza per gestire posti di terapia sub intensiva, è rimasto letteralmente inascoltato. Il potenziamento degli organici doveva marciare di pari passo con la richiesta di finanziamento per dare corso alla delibera che prevedeva l’istituzione della Medicina d’Urgenza all’interno dell’ospedale di Urbino. Tutto questo, non solo avrebbe consentito di rispondere alla necessità dell’utenza ma avrebbe garantito la possibilità di sgravare il pronto soccorso in modo “sistematico e strutturale “. La decisione attuale dell’ASUR, a nostro modo di vedere, non solo non risponde a questi bisogni, atavici e fondamentali per un Ospedale definito di 1^ Fascia, ma aggiunge ulteriori elementi di preoccupazione. Tale decisione, conferma indirettamente, come questo nosocomio, resta nella concezione della Dirigenza Sanitaria Regionale una struttura di rincalzo per le necessità emergenziali (vedi il trasferimento di malati Covid da altre realtà territoriali sia nella prima che seconda ondata), ma non meritevole di interventi e finanziamenti strutturali per efficientare e rendere l’unica realtà sanitaria pubblica di questo livello, effettivamente in grado di rispondere ai bisogni di un territorio vasto e orograficamente critico come il Montefeltro. Per queste ragioni, lanciamo una sollecitazione ai Sindaci di tutto il territorio montano e delle Aree interne ad attivarsi verso ASUR e il nuovo Assessore alla Sanità Regionale, Saltamartini, per far si che le delibere di rafforzamento dell’ospedale e della sanità di Urbino vengano finalmente rispettate ed adeguatamente finanziate e che si rafforzi la capacità di risposta della sanità pubblica nel territorio di Urbino e Montefeltro. La salute dei cittadini e la professionalità degli operatori sanitari, ad ogni livello, non possono essere strumento di parte politica, ma meritano il dovuto rispetto ed attenzione.    CGIL - FP CGIL e CISL - FP CISL Urbino e Montefeltro
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20/11/2020 Covid Hospital di Civitanova: da soluzione a problema per operatori e cittadini
Il forte impatto che ha avuto l’entrata in funzione della struttura di Civitanova sugli ospedali dell’Area Vasta 3 «è sotto gli occhi di tutti, operatori e cittadini. Il suo funzionamento, infatti, è garantito esclusivamente grazie ai forti tagli effettuati negli ospedali dell’Area Vasta 3». È quanto denuncia Paola Ticani, Segretaria Regionale Cisl Fp Marche.  Tutte le figure professionali in servizio al Covid Hospital, ad eccezione di pochissimi professionisti dell’INRCA, provengono dagli ospedali di Camerino, San Severino; Macerata e Civitanova. «Ordini di servizio “improvvisi”, come se questa ondata non fosse stata prevista, hanno, per l’ennesima volta stravolto la vita di molti dipendenti che si sono visti catapultati a chilometri di distanza dalla normale sede di servizio con un preavviso di poche ore dall’inizio del turno – prosegue Ticani -. Purtroppo tutto ciò, oltre a mettere in crisi le vite dei professionisti, sta mettendo in grossa difficoltà la normale funzionalità dei presidi ospedalieri esistenti».    Nei pronto soccorso di Camerino, Macerata e Civitanova il personale «è allo stremo. Pazienti positivi vi stazionano anche per diversi giorni mettendo a rischio la garanzia dei percorsi pulito/sporco. Che tipo di assistenza si può garantire quando il personale è ridotto al minimo?».  «Al di là dello squallido teatrino a cui si assiste in questi giorni, basato su propaganda ed annunci a sensazione, chi doveva farlo, non è riuscito a mantenere neanche un ospedale “pulito” sul territorio per garantire le cure delle malattie non Covid, non procrastinabili – dichiara la Segretaria Regionale -. Ancora una volta, la pressione dei numeri e l’impreparazione stanno prevalendo sul buon senso di garantire una pari dignità di accesso alle cure. Si torna a parlare della possibilità della riconversione dell’ospedale di Camerino: questo dovrebbe porre l’attenzione sul ruolo che tale presidio riveste per l’assistenza sanitaria a tutta la popolazione dell’alto maceratese ancora in piena emergenza terremoto e con l’inverno alle porte. I tempi di percorrenza già lunghi, per raggiungere un altro ospedale, potrebbero notevolmente aumentare in caso di neve».  La prevenzione, che dovrebbe essere il fulcro della gestione di questa pandemia, sempre per carenza di personale, «si trova a “rincorrere“ il virus. La necessità di un tempestivo tracciamento dei casi positivi è stata da subito evidenziata come la base per il contenimento dei contagi, ma la carenza di tecnici di laboratorio e di assistenti sanitarie rende difficile un approccio rapido e mirato, facendo saltare il contact tracing».  È una corsa contro il tempo, quella che il sistema sanitario sta facendo: «Il periodo estivo avrebbe dovuto servire a far trovare tutte le pedine giuste al posto giusto nel momento in cui il virus avesse ripreso a circolare prepotentemente tra la popolazione. Invece no – sottolinea Ticani -. Ora ci viene detto che si sta facendo un grande sforzo per l’assunzione di personale, ma non era forse il caso di avere i “soldati” già schierati in questa guerra annunciata? Non era forse il caso, vista l’esperienza di marzo, prevedere un ospedale completamente pulito in ogni territorio? Non era forse il caso che gli abitanti della zona montana avessero garantita la stessa possibilità di accesso alle cure del resto degli abitanti dell’Area Vasta 3? Non era forse il caso che il Covid Hospital di Civitanova avesse una sua connotazione regionale con personale magari militare o della Protezione Civile?». Tutti quesiti che la Segretaria Regionale della Cisl Fp Marche gira ai tecnici ASUR e all’Assessore alla Sanità.  «Ora siamo in guerra – conclude Ticani - i soldati sono pochi e stanchi a causa dell’ondata precedente, costretti oltre che a turni massacranti anche a tempi di percorrenza notevoli per raggiungere il posto di lavoro. Rifletta la politica sia quella locale che quella regionale, salita su un treno in corsa, su come sta affrontando questo “ritorno del Covid”, perché se sulla carta tutto sembra perfetto, cosi non è nella realtà. Il Covid Hospital poteva e doveva essere la soluzione ma attualmente rappresenta un problema».
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20/11/2020 Cgil Cisl e Uil Pesaro sull’ospedale unico: "Discutiamone evitando spot politici e strascichi da campagna elettorale"
Abbiamo assistito in queste ultime settimane ad un dibattito sul nuovo ospedale Marche Nord che a nostro parere può essere considerato esclusivamente come uno strascico di campagna elettorale e che molto poco abbia a che vedere con il merito delle problematiche inerenti all’organizzazione sanitaria e ai processi organizzativi deli modelli sanitari. Unitariamente sul punto, nel ribadire la necessità per la quale è importante che si realizzi concretamente e al più presto il nuovo ospedale Marche Nord, e allo stesso tempo evidenziando le nostre forti perplessità nell’utilizzo del project financing, per ragioni squisitamente economiche e di gestione, vorremmo che la dialettica tra istituzioni e politica, intesa nel suo significato più nobile, si focalizzasse sul merito delle questioni abbandonando l’approccio ideologico e partendo dalla considerazione che alla base di tutto c’è la tutela di un bene primario come il diritto alla salute della comunità provinciale e regionale e non l’accontentare quel comitato “spontaneo” o quell’altro gruppo di interessi. Inoltre, visto che i riflessi della realizzazione del nuovo ospedale unico sul futuro del San Salvatore di Pesaro e del Santa Croce di Fano, non sono mai stati affrontati dalla Regione come CGIL CISL E UIL in tutte le sedi, compresa un conferenza di area vasta, hanno rafforzato la necessità di chiarezza e programmazione invece assente. Pertanto vorremmo provare a mettere alcuni punti fermi dei quali occorre tenere presente se si vuole discutere seriamente di organizzazione sanitaria e ospedaliera. Il primo elemento è la legge. Ad oggi il DM 70 se applicato alla lettera non permette per la nostra provincia la compresenza di tre ospedali di primo livello”, che semplificando è una tipologia di ospedale che ci permetterebbe di avere i medesimi servizi garantiti dagli attuali ospedali Marche Nord e Urbino-Pergola.   Se si volesse mantenere un ospedale a Fano autonomo da Marche Nord, per la comunità fanese al massimo potrebbe vedersi attribuire un “ospedale di base”, previsto dal DM 70 ma caratterizzato da servizi inferiori rispetto a quelli attualmente garantiti, questo a meno che non si voglia declassare l’ospedale di Urbino-Pergola e dotarsi a fano di un secondo ospedale di primo livello a Fano, creando così due strutture identiche a 14 chilometri di distanza l’una dall’altra ed entrambe sulla costa.   Altro punto fermo da considerare è che non risponde a verità l’idea che l’istituzione dell’azienda Marche Nord avrebbe comportato la chiusura dei piccoli ospedali del territorio. Se si avesse l’onestà intellettuale di leggere quanto previsto nel DM 70 del 2015, si comprenderebbe da una semplice e superficiale lettura che la trasformazione da ospedali a strutture sanitarie non ospedaliere è di fatto stato definito dalla stessa legge.   Questo perché il modello in essa contenuto e recepito, frutto di elaborazioni della comunità scientifica, e non di comitati spontanei autopromossi, prevede l’integrazione tra strutture sanitarie “non ospedaliere”, di prossimità con i luoghi di residenza dei cittadini, afferenti alla cosiddetta sanità territoriale, che dovrebbero occuparsi della “presa in carico” del paziente prima dell’acutizzarsi della malattia e soprattutto dopo questa fase, nella cosiddetta post-acuzie, le quali come detto dovrebbero fare sistema con strutture ospedaliere pensate e riorganizzate solo ed esclusivamente per intervenire nella “fase acuta” della malattia, senza che in esse come avviene tutt’oggi e come era normale avvenisse nel passato ci si rechi per prestazioni sanitarie che sarebbe bene fare in luoghi diversi dall’ospedale.   Alla luce di quanto è già contenuto nella stessa norma attualmente in vigore, riteniamo che l’ammodernamento della rete ospedaliera non sia in contrasto con il potenziamento della sanità territoriale. Anzi le due cose dovrebbero essere portate avanti insieme nell’ottica di una integrazione spinta.   Peccato che le cose almeno negli ultimi dieci anni nella nostra regione non siano andati in questa direzione. Peccato che a fronte del “declassamento” dei piccoli ospedali non sia intervenuta alcuna trasformazione né alcun potenziamento degli stessi, anzi si sia di fatto ridotto un servizio a quelle comunità senza dare alle stesse alcuna certezza nè garanzia in termini di tempistica e in termini di qualità dell’assistenza.   Pertanto, ci piacerebbe che la discussione delle istituzioni a partire dalla Giunta regionale, ma senza escludere il coinvolgimento delle amministrazioni locali, si concentri su questi argomenti. 1.      partire dal potenziamento della rete dell’emergenza/urgenza, per garantire un rapido ed efficace intervento per le comunità dell’entroterra. 2.      Come e quando potenziare e realizzare le strutture sanitarie non ospedaliere, peraltro previste sulla carta, sia di nuova istituzione sia di conversione dei piccoli ospedali, utili per concentrare in questi luoghi non solo tutti i servizi relativi alla presa in carico del paziente “pre-acuto e post-acuto”, ma le attività ambulatoriali specialistiche, i medici di base, la diagnostica per immagini e altri servizi sanitari territoriali. 3.      Infine occorre confermare la realizzazione di un nuovo e moderno ospedale per acuti, che possa garantire una alta qualità nell’intervento, ragionando in merito alla possibilità di garantire nel nord delle marche su alcune branche specifiche, l’alta specialità prevista per strutture ospedaliere di secondo livello, anche per ridurre la mobilità passiva verso l’Emilia Romagna.   In un quadro che vede un nuovo ospedale, ci risulta alquanto improprio pensare di realizzare anche una clinica privata, come abbiamo letto in questi giorni, a Fano.   Attendiamo l’avvio di una fase di confronto vedo che vada oltre il singolo spot politico che non ci appartiene.
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20/11/2020 Stato di agitazione F.lli Torresi " Serve chiarezza su piano industriale e futuro occupazionale"
« I lavoratori della F.lli Torresi srl, azienda  di produzione suole per calzature,   in  stato di agitazione dal mese di luglio,  rivendicando chiarezza sul piano industriale dell’azienda e sul loro futuro occupazionale. - scrivono in una nota stampa congiunta i rappresentanti sindacali di Femca Cisl e Filctem Cgil Macerata -  Se da un lato è innegabile che le mancate prestazioni lavorative siano coperte dalla cassa integrazione con causale Covid-19, dall’altro è indiscutibile che circa 25 addetti del reparto stampaggio/iniezione di fondi in gomma non prestino un’ora di lavoro dalla fine del mese di marzo 2020. Dalla sospensione delle attività non essenziali non hanno più rimesso piede in azienda, neanche quando le altre aziende del settore hanno, a maggio scorso, ripreso le attività, seppure non a pieno regime.»   «Nel contesto pandemico,  non facile per le aziende delle filiere produttive del settore moda, i lavoratori della F.lli Torresi srl - riportano i sindacati di categoria  - chiedono che le commesse, non quantificabili, acquisite dall’azienda per la produzione di fondi per calzature non vengano più date in conto lavorazione a ditte esterne, come dichiarato dalla Direzione Aziendale, ma che vengano lavorate nello stabilimento di Morrovalle. Chiedono, inoltre - concludono - di poter lavorare per sostenere la ripresa dell’Azienda e di  non continuare a rimanere in cassa integrazione a zero ore»  
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19/11/2020 Quanto ne sai di contraffazione? Compila il questionario
“NO alla contraffazione” è un progetto di tutela dei consumatori realizzato da Adiconsum Marche, Adoc Marche e Federconsumatori Regione Marche, Associazioni dei Consumatori iscritte al CRCU e finanziato con la compartecipazione dalla Camera di Commercio delle Marche, esercitando le competenze relative alla trasparenza commerciale e alla tutela dei consumatori ai sensi della Legge n. 580/96.  “NO alla contraffazione” promuove la diffusione, tramite azioni mirate, di informazioni corrette per permettere ai consumatori di fare scelte maggiormente consapevoli ispirate al rispetto dei diritti delle persone e alla tutela della qualità dei prodotti.   Quanto ne sai di contraffazione? Compila il questionario   Quali sono i principali pericoli della contraffazione per il consumatore? I rischi sulla salute sono il danno causato dalla contraffazione di merci che, ad esempio, utilizzano tinture nocive su tessuti portati a contatto con il corpo. Pericolosi anche i giocattoli fabbricati con materiale infiammabile o l’assunzione di farmaci contraffatti. L’utilizzo di materie prime di bassissima qualità fa si che questi danni possano essere irreversibili. La contraffazione è un fenomeno che sta colpendo diversi settori di attività e comporta la perdita di numerosi posti di lavoro.   Come proteggersi dal fenomeno della contraffazione? Alcuni consigli utili: Evitare di comprare prodotti troppo economici; un prezzo troppo basso può essere invitante ma può nascondere scarsa qualità   Per gli acquisti rivolgersi sempre a venditori autorizzati, che offrono evidenti garanzie sull’origine della merce; diffidare di prodotti generalmente commercializzati attraverso canali ufficiali di vendita che vengono proposti da venditori irregolari   Avvalersi, prima di eseguire acquisti di rilevante valore, della consulenza di persone che abbiano maggiore conoscenza del prodotto   Controllare sempre le etichette dei prodotti acquistati e diffidare di quelli con scritte minuscole o poco chiare o privi delle indicazioni d’origine e del “marchio CE”; le etichette più corrette sono quelle che garantiscono la migliore conoscenza del prodotto: trasparenza del marchio, processo produttivo, luogo di produzione e caratteristiche   Acquistare solo prodotti in confezioni e con imballaggi integri, con il nome del produttore, assicurandosi della loro provenienza e di eventuali marchi di qualità o certificazione   Prestare cautela per le vendite effettuate “porta a porta”: se non si ricevono notizie precise sull’identità e sui recapiti (telefono, domicilio ecc.) del venditore, è possibile che si tratti di prodotti contraffatti   Porre particolare attenzione all’acquisto di prodotti proposti su internet o da programmi televisivi   fonte: https://www.adiconsummarche.it/no-alla-contraffazione/
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18/11/2020 Emergenza Covid: riconosciamo lo sforzo di tutti gli operatori socio-sanitari nella lotta alla pandemia
Non solo medici, infermieri ed OSS: la Cisl Fp Marche vuole ricordare, per rispetto di tutte le professioni socio-sanitarie, il duro compito quotidiano di lotta e resistenza contro la pandemia Covid di tutti gli operatori della sanità pubblica, di quella privata e del sociale. Oltre al personale impegnato direttamente nei reparti, c'è tutto un mondo di figure di supporto, altrettanto importanti e strategiche per la riuscita del contrasto al Covid. «Si pensi ad esempio ai tecnici sanitari di Radiologia e di laboratorio, ai biologi, alle assistenti sanitarie ed al personale della Prevenzione - spiega Giuseppe Donati, Segretario Regionale Cisl Fp Marche -. Ancora, andrebbero menzionati, le ostetriche, gli educatori, gli autisti di ambulanza, i volontari delle pubbliche assistenze. Non si nominano mai gli assistenti sociali ad esempio, che supportano i cittadini e le famiglie maggiormente in difficoltà, entrando nelle loro case, come nemmeno gli educatori professionali che accompagnano chi è più svantaggiato e presidiano il mondo del disagio psichico».   Con particolare riferimento alla situazione nel Fermano e nell'Area Vasta 4, Donati aggiunge: «Senza i tecnici di laboratorio, che nell’Unità Operativa Complessa del Murri e nell’area del Dipartimento di Prevenzione, analizzano giorno e notte, centinaia e centinaia dei famosi tamponi molecolari prelevati giornalmente, non si avrebbero i referti, rendendo quindi impossibile provvedere alla diagnosi precoce. Ugualmente, senza chi, come le assistenti sanitarie ed altri operatori con esse, continua stoicamente a fare tracciamento, lavorando anche sabati e domeniche da febbraio scorso, non si potrebbe risalire alla catena di contagi ed intervenire prontamente. A tutti questi lavoratori va il massimo plauso possibile».   «Purtroppo però - prosegue il Segretario Regionale -, in Area Vasta 4, al pari di quanto avvenuto per infermieri ed OSS, gli errori compiuti molto prima dell’esordio della pandemia, da chi si è occupato dei piani assunzione e del reclutamento del personale, stanno pesando enormemente sul lavoro di queste figure. Mancano molti tecnici di laboratorio e di Radiologia al Murri e questo rischia di mandare in crisi il prezioso lavoro che i servizi diagnostici stanno portando avanti».    Il numero di tecnici di laboratorio dell’Ospedale di Fermo, che da fine 2019 ad aprile 2021 sono o andranno in pensione, ammonta a 8 unità. Poche di queste unità sono state sostituite e, in un momento così intenso di lavoro e di emergenza, la carenza di organico, da prevedere a prescindere dal Covid, pesa enormemente sull’organizzazione del lavoro. Gli stessi tecnici di Radiologia, abilitati a coprire i turni sulle 24 ore, sono rimasti pochi (circa 11) anche a causa di malattie lunghe o aspettative. «Chiaramente tutto questo non emerge dai titoli dei giornali con i quali vengono annunciati nuovi servizi o l’acquisto di nuove macchine radiologiche dal Direttore di Area Vasta 4 o da altri dirigenti - sottolinea Donati -. La Cisl Fp è la prima ad essere contenta se aumentano i servizi ai cittadini, ma dietro ogni macchina o per garantire un nuovo servizio come ad esempio la radiologia domiciliare, devono esserci uno o più operatori, che ad oggi scarseggiano. La propaganda non crea e non moltiplica i professionisti».   «Come si mandano avanti Reparti e Servizi attualmente? - continua Donati - Come si riesce a recuperare lo screening senologico, ad esempio, vista la carenza di personale tecnico sanitario? Ci risulta che una percentuale variabile tra il 20 ed il 30% delle attività assistenziali, diagnostiche ed interventistiche in generale, siano organizzate grazie al ricorso alle prestazioni orarie aggiuntive. Grazie a questa modalità di lavoro che, sarebbe bene ricordarlo, impone ai professionisti turni aggiuntivi di lavoro oltre quelli dovuti per contratto, si riesce ancora a dare le risposte sanitarie minime e, in alcuni casi, aggiuntive. Tutto questo però non è normale e non potrà durare a lungo».   Lo stress enorme al quale tutto il sistema sanitario fermano è sottoposto da troppo tempo rischia di implodere perché infermieri, OSS, tecnici sanitari, assistenti sanitarie, ostetriche, educatori,  ecc «non sono robot ma persone in carne ed ossa con un limite di sopportazione».   «Dover constatare che la Regione Marche, e di conseguenza anche Area Vasta 4, si sia trovata ad affrontare la gravissima emergenza sanitaria del Covid senza le truppe necessarie è vergognoso - attacca Donati -. Organici sottodimensionati, tagli inverecondi sul personale del comparto portati avanti dalla politica regionale degli ultimi 10 anni e, in ultimo, concorsi pubblici che per essere espletati impiegano anni ed anni, l’assenza di qualunque graduatoria a tempo indeterminato delle figure sanitarie principali, sono elementi gravissimi di cui qualcuno dovrà rispondere prima o poi».   La Cisl Fp rinnova il suo ringraziamento non solo nei confronti dei lavoratori piú esposti come medici, infermieri ed OSS, ma anche di tutte quelle figure professionali del settore pubblico e privato che permettono al sistema sanitario di combattere e, ne siamo certi, vincere il Covid-19.  
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17/11/2020 “AGORA’ FILCA”: 23, 25 e 27 novembre tre giorni di approfondimento, confronto ed elaborazione
In preparazione della stagione congressuale del prossimo anno, la Filca-Cisl ha organizzato “Agorà”, una tre giorni (23, 25 e 27 novembre) di approfondimento, confronto ed elaborazione, in programma sulla piattaforma Zoom. Nella prima giornata saranno affrontati tre macro-temi di prospettiva: le disuguaglianze sociali ed economiche e le strategie di contrasto alla povertà, le reti sociali e il ruolo dei corpi intermedi per lo sviluppo del territorio e delle comunità, le strategie per uno sviluppo sostenibile. Nella seconda si parlerà di questioni che ci coinvolgono direttamente come settore: lo sviluppo infrastrutturale per il Paese, la rigenerazione urbana e quella delle aree interne, le potenzialità dell’innovazione tecnologica nel campo delle costruzioni. E poi gli impatti della crisi Covid sull’occupazione, i giovani e la partecipazione, l’Europa e la crisi migratoria, le sinergie possibili tra welfare pubblico e contrattuale. La terza giornata sarà dedicata all’elaborazione comune. Ai 12 tavoli tematici, infatti, si alterneranno momenti di lavoro in gruppi, per raccogliere, anche a partire dagli stimoli emersi, nuovi pensieri e spunti per la redazione delle tesi congressuali. Alle 11 tavole rotonde interverranno 41 relatori, e si calcola che ai lavori parteciperanno oltre 600 operatori e delegati Filca da tutta Italia. Venerdì 27 ci sarà la restituzione degli spunti emersi e gli interventi conclusivi dei segretari generali della Cisl, Annamaria Furlan, e della Filca, Franco Turri. «Nell’antica Grecia – spiega Turri – l’agorà era la piazza principale della città, della polis, sede della vita economica, sociale e politica e punto di incontro dei cittadini per discutere i problemi della comunità. Per noi vuole essere uno spazio aperto al contributo, al confronto, al dibattito e alle idee di tutte le donne e gli uomini della Filca. Con illustri rappresentanti del mondo della ricerca e dell’Università, dell’impresa, delle Istituzioni e dell’associazionismo, proveremo a esaminare le sfide del nostro tempo, a raccogliere intuizioni e ad individuare priorità e percorsi possibili. Pensiamo ad ‘Agorà Filca’ come a un Laboratorio di Futuro, una grande scommessa sia per il metodo che per i contenuti», ha concluso il Segretario Generale della Filca.   fonte: https://www.filcacisl.it/sindacato/agora-filca-il-23-25-e-27-novembre-tre-giorni-di-approfondimento-confronto-ed-elaborazione/  
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17/11/2020 19 novembre sciopero nazionale di 4 ore in E-DISTRIBUZIONE
Dopo oltre un mese di blocco dello straordinario e di assemblee in tutte le sedi operative, il 19 novembre sarà sciopero delle prime 4 ore di lavoro in E-Distribuzione, società del gruppo Enel con oltre 15 mila dipendenti che svolge l’esercizio della rete elettrica in concessione dallo Stato.  «Stanchi della situazione che da tempo stanno patendo i tanti lavoratori – dicono le segreterie di Filctem Cgil, Flaei Cisl, Uiltec Uil - e visto il perdurare dell’indifferenza aziendale rispetto alle problematiche presenti, scioperare è stata la scelta obbligata, non per avanzare richieste economiche, ma per difendere un servizio pubblico essenziale nell’interesse generale del Paese.»   «Il rischio – proseguono i rappresentati delle tre organizzazioni sindacali - è che scelte sbagliate, che nulla hanno di industriale, finiscano per favorire soltanto il business a scapito del servizio elettrico del Paese. Nonostante la carenza di personale, i lavoratori e le lavoratrici di E-Distribuzione si sono fatti carico di questo servizio essenziale, nel silenzio e nel disinteresse generale, in primis della politica. Questo non può perdurare.» «Quantità elevate di ore straordinarie – continuano i sindacati - turni di reperibilità estenuanti e ripetuti (a scapito anche della sicurezza sul lavoro), organici ridotti all’osso e mancanza di programmazione dei carichi di lavoro non sono più sostenibili. Per questo chiediamo: un sostanzioso numero di assunzioni per dare risposte concrete agli impegni aziendali; il mantenimento in azienda delle attività principali e il blocco dell’utilizzo eccessivo e non concordato degli appalti; un piano di investimenti che riporti l’Italia al centro dell’azione economica dell’Azienda, nata e sostenuta da capitali italiani; la ripresa di confronti con ogni territorio per verificare, con dati veri, la reale situazione della reperibilità e dei carichi di lavoro; che la missione industriale di E-Distribuzione rimanga quella di garantire un servizio essenziale al Paese, anche alla luce della transizione energetica in atto.» «Servono nuove assunzioni di giovani, anziché portare importanti attività all’esterno, una decisa sferzata nei rapporti sindacali e il giusto riconoscimento all’impegno che tutti i lavoratori e le lavoratrici di quest’azienda svolgono con coraggio e silenziosa abnegazione» concludono Filctem, Flaei e Uiltec. A prova di quanto dichiariamo riportiamo qui alcuni dati:  ·         Dal 2015 al 2019 la differenza tra pensionamenti e assunzioni porta a circa 3.900 posti di lavoro in meno. ·         Investimenti fatti all’Estero 7.525 milioni di € contro i 2.422 milioni di € fatti in Italia. ·         Dal 2018 al 2019 aumentano il numero delle interruzioni, da 1.8 a 1.9, e i minuti di interruzione da 47,2 a 48,5. ·         Picchi di ore straordinarie annue pro capite di 900 ore. ·         Turni di reperibilità che arrivano ad impegnare le persone ogni settimana. Come stabilito dalla regolamentazione dello sciopero nel Settore elettrico, saranno garantiti i servizi essenziali.
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16/11/2020 CGIL CISL UIL Marche: situazione ospedaliera e ricoveri per Covid ben oltre la soglia critica
Da ieri le Marche sono diventate zona arancione. Una scelta che ha fatto discutere i vertici della Regione, a partire dal Presidente Acquaroli che si è dichiarato sorpreso. «Sicuramente il Presidente della Regione conosce bene i dati e ha il quadro preciso della situazione, cosa di cui noi non disponiamo.- sottolineano le Segreterie Regionali di CGIL CISL UIL Marche - Da quello però che sappiamo e  soprattutto ascoltando coloro che operano negli ospedali, negli ambulatori nel territorio, nelle strutture residenziali, non c’è proprio da meravigliarsi.» Secondo i dati giornalieri forniti dall’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (AGENAS), nelle Marche, infatti, il 37% dei posti letto di terapia intensiva è occupato da pazienti Covid, ben oltre la soglia critica di saturazione (30%) e anche superiore alla media nazionale (34%). «Ma preoccupa soprattutto il quadro dei ricoveri in altri reparti (area non critica) dove i posti letto occupati da pazienti Covid nelle Marche raggiungono addirittura il 58% superando ampiamente la soglia di saturazione (40%) oltre che la media nazionale (50%). In pratica le Marche sono la quinta regione, dopo Trentino, Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria, ad avere la percentuale più alta di ricoveri Covid sul totale dei posti letto. Il che sottolinea la difficoltà evidente di gestire il Covid nelle reti territoriali extra-ospedaliere. - precisano i sindacati confederali -  Un quadro particolarmente difficile che mette a dura prova il personale sanitario ormai allo strenuo, e che rischia di penalizzare i malati non Covid,  ai quali viene negata o rimandata  una risposta ai propri bisogni di salute, perché negli ospedali o negli ambulatori non c’è posto e i tempi di attesa si allungano.»   «Questo non è il momento delle polemiche ma quello in cui tutti, dalle istituzioni ai singoli cittadini, sono chiamati a fare la propria parte con il massimo rigore e senso di responsabilità. Chiediamo pertanto alla Regione, aldilà delle valutazioni su come le Marche sono rientrate nella zona arancione, di mettere a disposizione tutti i dati utili a conoscere nel dettaglio il quadro della situazione e favorire un confronto aperto -  concludono CGIL CISL UIL Marche - volto a far emergere soluzioni condivise per arrivare quanto prima possibile al superamento delle attuali criticità, a partire dal programmato incontro con l’assessore Saltamartini.»
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13/11/2020 13 novembre sciopero nazionale “multiservizi”, 3mila lavoratori nelle Marche: presidi ad Ancona, Pesaro , Ascoli Piceno, San Benedetto del Tronto
Oggi, 13 novembre, hanno scioperato per l’intera giornata i circa 3mila lavoratori di Multiservizi delle Marche, la maggior parte addetti alle pulizie e alla sanificazione. La ragione dello sciopero è il mancato rinnovo contrattuale. « Molti di questi lavoratori, per il 70% donne, sono part-time involontari con retribuzioni medie mensili di 300/400 euro lordi: la condizione, quindi, di disagio economico e di precarietà è diffusa. - precisano  i sindacati di categoria Filcams Cgil - Fisacati Cisl - Uiltucs Uil  Uil Trasporti  - Eppure sono gli stessi che svolgono un ruolo ritenuto essenziale con la pulizia degli ospedali e dunque nel contenimento del contagio sia nei nosocomi sia nelle Rsa sia nelle case di cura e  anche negli uffici pubblici e privati. Nonostante questo impegno, le aziende e le associazioni datoriali hanno deciso di non rinnovare il contratto da ben sette anni creando ulteriori difficoltà e impoverimento a migliaia di lavoratori.» Le richieste del sindacato per il nuovo contratto  riguardano un aumento della retribuzione, il mantenimento della malattia, la garanzia del cambio di appalto e le norme su salute e sicurezza. «L’emergenza pandemica - concludono -  ha messo in evidenza l’importanza dell’attività di questi lavoratori definiti spesso cavalieri ed eroi ma che non hanno bisogno di titoli ma del giusto riconoscimento del lavoro prestato e di maggiori diritti e tutele.» Per l’occasione, nelle Marche, si sono svolte tre iniziative: ad Ancona, alle ore 11, presidio davanti all’ospedale regionale di Torrette, a Pesaro, presidio in Piazza del Popolo alle ore 9,30 e ad Ascoli Piceno presidio alle ore 10,30  davanti al Pronto soccorso dell’ospedale di San Benedetto del Tronto. 
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13/11/2020 Coronavirus: Cgil Cisl Uil Pa, 13 novembre mobilitazione a sostegno lavoratori sanità Sicurezza, assunzioni e contratti le priorità per il personale sanitario
“Pubblico per il pubblico, lavoratori uniti per dare cure e servizi ai cittadini”. Questo lo slogan dell’iniziativa nazionale, promossa da Fp Cgil Cisl Fp Uil Fpl, che si svolge venerdì 13 novembre con iniziative articolate nelle cinque province marchigiane: - dalle ore 9,00 alle ore 10,00 a Pesaro, Ancona e Civitanova Marche, rispettivamente presso le strutture ospedaliere di Marche Nord, Torrette e Covid Center; - dalle ore 13,30 alle ore 15,00 presso l'ospedale Murri di Fermo e ad Ascoli Piceno presso le strutture ospedaliere di Ascoli e San Benedetto. Oltre ai professionisti della sanità, partecipano anche gli altri lavoratori del pubblico impiego, in segno di solidarietà verso il personale sanitario che sta affrontando in prima linea questa emergenza pandemica, per rivendicare il diritto a lavorare in sicurezza, il rinnovo dei contratti, ulteriori risorse e nuove assunzioni: una iniziativa che segue lo stato di agitazione già proclamato dalle categorie nelle scorse settimane. « In questa fase di mobilitazione del lavoro pubblico per rivendicare innovazione nella Pa, rinnovo dei contratti e nuove assunzioni, le lavoratrici e i lavoratori pubblici danno massimo sostegno e priorità a tutto il personale sanitario - sottolineano i Segretari Generali di  Fp Cgil Cisl Fp Uil Fpl Marche - è necessario che ai circa 20.000 lavoratori del SSR Marche sia garantito di poter lavorare in sicurezza, assicurando costantemente dispositivi di protezione individuale, tamponi e sorveglianza sanitaria. Indispensabile e urgente è procedere con nuove assunzioni per implementare il personale e rafforzare i servizi sanitari, attraverso tutti gli strumenti applicabili: l'utilizzo delle graduatorie da altre regioni applicando la L. 101/2015, la stabilizzazione dei precari portando a termine quanto previsto nella DGR 626/2020.» « Altrettanto importante che si rinnovino i contratti ormai scaduti al 31/12/2018, occorre valorizzare la professionalità delle e riconoscere gli sforzi di questa difficilissima fase: non solo una gratificazione nei confronti di chi con spirito di abnegazione sta affrontando la pandemia in condizioni critiche, ma anche prima di tutto un diritto. - concludono Matteo Pintucci, Fp Cgil, Luca Talevi Cisl Fp e Marcello Evangelista Uil Fpl Marche - Questa è anche una mobilitazione collettiva di lavoratrici e lavoratori pubblici, contro chi nega l’esistenza del virus, dell’emergenza epidemiologica e del rischio che stanno correndo medici, infermieri e tutto il personale sanitario. »  
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