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16/05/2020 La scomposta foga del Presidente Schiavoni
In queste ultime settimane abbiamo l’impressione che il Presidente di Confindustria Marche Schiavoni non rifletta molto prima di esternare le sue posizioni. Altrimenti sprezzanti attacchi come quello rivolto ieri a CGIL CISL UIL non prenderebbero forma.  Confindustria Marche ha deciso di non firmare il Protocollo siglato da Regione, ANCI e parti sociali per accompagnare la ripartenza delle attività produttive nei nostri territori. E’ un peccato perché sarebbe stato importante condividere anche con questa Associazione il percorso raccogliendo sue valutazioni e suggerimenti, al pari di ciò che è accaduto con tutti i firmatari.  Una lettura attenta del documento permette di coglierne, a differenza di quanto sostenuto da Schiavoni, la coerenza con i Protocolli nazionali e il sostanziale equilibrio delle posizioni. I percorsi ipotizzati segnano una convergenza tra punti di vista diversi e presuppongono assunzioni di responsabilità, anche fuori dai luoghi di lavoro, di cui evidentemente Confindustria non intende farsi carico.  Fin qui, seppur con toni un po’ astiosi e con argomentazioni sommarie e discutibili, siamo nel campo delle legittime prese di posizione di ognuno.  Ciò che non è accettabile è la protervia con cui il Presidente Schiavoni arriva ad affermare che i sindacati non hanno ragione di esistere. La pesante affermazione è sorprendente in bocca a un leader di associazione d’impresa, perché cancella decenni di relazioni sindacali volte a combinare al meglio gli interessi di lavoratori e imprese come accaduto anche nelle nostre realtà regionali.  Secondo Schiavoni gli imprenditori è bene che si associno mentre per i lavoratori è inutile. Questa ad essere buoni si chiama incultura e denota una superbia nel confronto tra le parti che non fa onore a chi ha espresso tale posizione.  Ad ogni modo per fortuna non è il Presidente Schiavoni il padrone del nostro destino. Ci sono nelle Marche 200 mila lavoratrici e lavoratori (molti dei quali operano nelle imprese che aderiscono a Confindustria), a cui si aggiungono anche tanti pensionati, che scelgono di farsi rappresentare da CGIL CISL UIL. E vorremmo ricordare che c’è anche la Costituzione della Repubblica e i suoi valori.  Per noi entrare nelle aziende non è, come sembra dalle parole di Schiavoni, un’azione proditoria volta a minacciare le imprese ma un modo per assistere, tutelare e rappresentare lavoratrici e lavoratori e contribuire, migliorando le loro condizioni, allo sviluppo delle imprese stesse e del territorio.  Il nostro auspicio è che il Presidente di Confindustria Marche riveda posizioni così grossolane e radicali e riporti la sua Associazione a giocare il ruolo che le compete, per contribuire al benessere delle nostre comunità, qualificando il confronto, dentro e fuori i luoghi di lavoro, nel rispetto di tutti gli interlocutori, soprattutto in questo delicato momento in cui è necessaria la massima coesione. Le Segreterie di CGIL CISL UIL Marche    
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16/05/2020 Bigioni: Femca e Filctem chiedono il pagamento degli stipendi arretrati
Femca Cisl e Filctem Cgil di Fermo chiedono all'azienda Bigioni di Montegranaro di provvedere al pagamento degli stipendi arretrati dei dipendenti ed ex dipendenti del calzaturificio. «Apprendiamo con piacere che la “nuova” azienda della famiglia Bigioni si sta rilanciando sul mercato - scrivono i due sindacati -. Ma Bigioni ci risparmi l’approccio paternalista sull’azienda che viene considerata “una grande famiglia”».  La proprietà in questi mesi «ha fatto esclusivamente i propri interessi e dopo aver rifiutato il ricorso agli ammortizzatori sociali e le altre soluzioni volte a tutelare i posti di lavoro ha proceduto al licenziamento della metà dei dipendenti (non dieci, ma sono almeno il doppio i lavoratori e le lavoratrici che si trovano oggi in disoccupazione) - proseguono Femca e Filctem -. Nonostante l’affitto d’azienda, ci sono ancora delle mensilità arretrate per i lavoratori ancora in forza e soprattutto ci sono le pendenze di due stipendi e del TFR che i lavoratori licenziati non hanno ancora percepito».  «Al di là delle dichiarazioni c’è la realtà, che parla di dipendenti che da mesi aspettano di vedere i salari di dicembre e gennaio, mensilità lavorate e mai retribuite. Lavoratori che nonostante abbiano diritto al TFR stanno affrontando questo periodo difficile potendo contare esclusivamente sull’indennità di disoccupazione - concludono -. Siamo tutti una “grande famiglia”, è vero,finché produciamo profitto».
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16/05/2020 Bando assegno di cura per anziani, ATS 6 . Cisl e Fnp Cisl Fano" Urgente un confronto per un nuovo modello di welfare per gli anziani"
Lunedi  18 maggio esce il Bando per l'assegno di cura per anziani non autosufficenti residenti nei Comuni dell' Ats 6 ( Fano Mondolfo San Costanzo Mondavio Fratterosa Terre Roveresche Pergola San Lorenzo in Campo Monte Porzio) . Si tratta di una misura di sostegno alle famiglie con anziani non autosufficenti. «Auspichiamo di avviare urgentemente un confronto per innovare le politiche a sostegno della non autosufficenza e per un nuovo modello di welfare per gli anziani. Con un pò di rammarico, - sottolineano i Responsabili della  Cisl e della Fnp Cisl   di Fano - cisaremmo aspettati la convocazione per un confronto sui  beneficiari del trattamento economico e  su anziani e welfare.  E' urgente che il Comitato dei Sindaci dell'Ats 6 convochi i tavoli d'ambito previsti dalla normativa. Troppi mesi sono passati senza l'avvio di questo strumento fondamentale di partecipazione e confronto. - concludono -  Le politiche di welfare si fondano sulla partecipazione,  programmazione  e condivisione. Attendiamo e confidiamo fiduciosi  che ci sia questa svolta anche nel territorio dell' Ambito territoriale sociale 6. »
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15/05/2020 Cgil Cisl Uil Marche:  «Sconcertante e incomprensibile l’atteggiamento di Confindustria» sul Protocollo Lavoro-Sicurezza
  «Oggi abbiamo sottoscritto un Protocollo importante che costituisce un passaggio significativo in questa fase di gestione dell’emergenza Covid-19, perché avvia un percorso concreto e avanzato di collaborazione tra Istituzioni e Parti sociali che, in trasparenza e con precise assunzioni di responsabilità, accompagneranno il delicato e indispensabile processo di rilancio delle attività produttive, nel segno della salute e sicurezza di lavoratrici, lavoratori e cittadini».  «Anche per questo, siamo sconcertati dall’atteggiamento incomprensibile di Confindustria in merito al Protocollo che abbiamo appena sottoscritto con la Regione, l’ANCI e tutte le altre Associazioni datoriali» dichiarano Daniela Barbaresi, Sauro Rossi e Graziano Fioretti, Segretari Generali di Cgil Cisl Uil Marche.  Non è sinceramente accettabile l’atteggiamento irrispettoso verso gli altri interlocutori che emerge nelle dichiarazione del Presidente Schiavoni che ha presentato il merito del Protocollo in modo scorretto e strumentale, inventandosi  una “criminalizzazione“ delle imprese per apparire conseguentemente unico vero difensore dei loro interessi e attribuendosi un potere di rappresentanza davvero fuori misura, visto che nessun’altra organizzazione ha ravvisato questi pericoli.  «Vorremmo capire quali sarebbero i punti del Protocollo regionale non coerenti con lo spirito delle disposizioni previste a livello nazionale visto che la sua finalità è proprio quella di favorire e promuovere la piena applicazione del Protocollo nazionale. Abbiamo il timore che con il suo atteggiamento Confindustria sottraendosi ad un confronto che è fondamentale per qualificare gli interventi volti a garantire salute e sicurezza sui luoghi di lavoro offra una sponda, seppur involontariamente, a quelle imprese che, in nome della competitività, non intendono rispettare pienamente le regole creando dumping sociale» aggiungono Barbaresi, Rossi e Fioretti.  Il Presidente di Confindustria continua a ripetere ogni piè sospinto che gli imprenditori hanno a cuore la sicurezza dei lavoratori. Se è cosi, non dovrebbero aver paura di confrontarsi, condividere e far conoscere le scelte che attengono alla salute dei lavoratori e dei cittadini.  Garantire la massima condivisione e trasparenza nelle scelte sulle misure di prevenzione a tutela della salute e sicurezza, dentro e fuori i luoghi di lavoro, dovrebbe essere una priorità per tutti, Istituzioni, Organizzazioni Sindacali, Associazioni datoriali e imprese.  Per questo auspichiamo che Confindustria si riapra quanto prima ad un costruttivo confronto volto a favorire sintesi comuni anche partendo da posizioni che possono essere legittimamente diverse che ci consentano di costruire corrette e proficue relazioni sindacali.  Confindustria sottolinea che le Marche camminano grazie all’industria manifatturiera ma, a sua volta dovrebbe ricordare che le imprese vivono grazie a lavoratrici e lavoratori
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15/05/2020 Fase 2: firmato dalle parti sociali il Protocollo “Lavoro-Sicurezza” promosso dalla Regione Marche
Cgil Cisl e Uil Marche hanno sottoscritto oggi il Protocollo "Lavoro-Sicurezza" promosso dalla Regione Marche con ASUR e ANCI Marche al quale aderiscono Confartigianato, Cna, Confapi, Confesercenti, Confcommercio, Claai, Casartigiani, Lega Cooperative, Confcooperative, Agci, Coldiretti, Cia, Confagricoltura e Copagri. Il Protocollo integra la normativa nazionale sull’emergenza Coronavirus con impegni calibrati alle esigenze manifestate nelle Marche, con le parti firmatarie che si impegnano a garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro, una adeguata consapevolezza dei livelli di protezione personale, un’organizzazione dei servizi misurati alle esigenze lavorative. La Regione Marche favorirà la mappatura del contagio anche tramite il ricorso ai test sierologici validati: il loro utilizzo, tra i lavoratori, è regolato da un’apposita delibera regionale. Si impegna inoltre a dare un contributo alle imprese per i costi affrontati in merito alle misure di contenimento del Covid. Approverà, poi, un piano straordinario di potenziamento degli organici Asur dei Servizi per la prevenzione e la sicurezza negli ambienti di lavoro. «Il tutto – ha sottolineato il presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli - sempre in un’ottica non certo repressiva, ma di accompagnamento e supporto per una ripresa in assoluta sicurezza». Asur Marche metterà a disposizione la piattaforma web “Marche Prevenzione” per raccogliere le segnalazioni da verificare prioritariamente. Anci Marche, da parte sua, sensibilizzerà gli Enti locali sui servizi alle famiglie, promuovendo una loro rimodulazione in base alle nuove disposizioni. Grande soddisfazione per tutte le parti sociali firmatarie del protocollo, a partire dalle segreterie generali di Cgil Cisl e Uil Marche che, in una nota congiunta, sottolineano come «Il Protocollo costituisca un passaggio significativo in questa fase di gestione dell'emergenza Covid-19, perché avvia un percorso importante di collaborazione tra Istituzioni e parti sociali che, in trasparenza, con precise assunzioni di responsabilità, accompagneranno il delicato e indispensabile processo di rilancio delle attività produttive, nel segno della salute e della sicurezza di lavoratrici, lavoratori e cittadini».   
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13/05/2020 Assemblea web in tutte le Marche, la scuola presenta il conto: “Per ripartire servono quasi 90 milioni di euro di investimenti solo per infanzia e primaria”
«Servono quasi 90 milioni di euro per far ripartire la scuola al primo settembre con un numero adeguato di docenti e personale ata tale da garantire adattamenti necessari e tutte le precauzioni del caso. E parliamo solo di scuola dell’infanzia e scuola primaria dove mancano oltre 2700 docenti e quasi 1000 collaboratori scolastici.» È l’allarme lanciato da Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals Confsal delle Marche che dalle 11 di questa mattina stanno incontrando i lavoratori della scuola marchigiana, riuniti in una grande piazza virtuale per formalizzare esigenze, punti fermi e ribadire che l’emergenza Covid non è finita. «Ci sono innumerevoli questioni irrisolte. Le istituzioni scolastiche non possono essere abbandonate nella gestione di questa emergenza – hanno ribadito le segretarie regionali Lilli Gargamelli (Flc Cgil), Anna Bartolini (Cisl Scuola), Claudia Mazzucchelli (Uil Scuola) e Paola Martano (Snals Confsal) – La salute e la sicurezza devono essere garantite in modo sostanziale in vista della ripresa delle attività didattiche in presenza con un quadro di riferimento nazionale da integrare a livello territoriale». Nelle Marche ci sono oltre 208mila studenti suddivisi in circa 10mila classi. Sono ospitati in 1.299 plessi scolastici dove lavorano 18.673 docenti e 6.194 ata. Ovviamente sarà necessario prevedere uno “spacchettamento” del numero complessivo delle sezioni. La scuola non deve essere privata di alcun docenti, sia di organico di diritto sia di organico di fatto. Le organizzazioni sindacali ritengono prioritaria la conferma dei contingenti a livello provinciale, l’attenzione all’area del sisma e il sostegno alle aree interne.  «Occorre un piano straordinario di investimenti che preveda anche la stabilizzazione immediata dei precari – ribattono i sindacati –. La scuola era in difficoltà anche prima della pandemia, indebolita da una sottrazione di risorse iniziata dal 2008 a danno di un settore determinante per ogni strategia di crescita e sviluppo». I protocolli nazionali dovranno prevedere modifiche all’organizzazione del lavoro, la codifica delle operazioni di ingresso, uscita e spostamento negli edifici e un’igiene costante degli ambienti, dei laboratori, dei locali mensa. Altro tema toccato è quello della didattica a distanza. «In questo momento è lo strumento che cerca di garantire il diritto all’istruzione – proseguono Gargamelli, Bartolini, Mazzucchelli e Martano – e va fatta per non lasciare soli gli studenti ma il divario digitale è un grosso problema che riguarda la maggiore o minore copertura di infrastrutture di rete tra diverse aree del Paese e differenza di dotazioni informatiche tra classi sociali. Senza parlare dei circa 7mila studenti disabili delle Marche che hanno specifiche esigenze». I sindacati hanno chiamato i lavoratori alla mobilitazione. «Occorre agire in questi mesi - concludono -  con la consapevolezza che gli adattamenti necessari non saranno a costo zero. Noi non ci fermeremo. Continueremo la mobilitazione finché non si aprirà un tavolo di confronto con il Ministero dell’Istruzione».
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13/05/2020 “Quanto vale la salute dei dipendenti per il Consorzio di bonifica delle Marche?”
  «" Il Consorzio di Bonifica delle Marche siete voi. Voi cittadini che abitate il territorio, voi agricoltori che coltivate il suolo, voi proprietari di immobili produttivi del comprensorio marchigiano.”  cosi è scritto sul sito del Consorzio di Bonifica delle Marche, ente pubblico economico, totalmente controllato dalla Regione Marche, che si occupa di manutenzione irrigazione progettazione e molte altre attività di controllo del territorio.» lo riportano in una nota Giorgio Catacchio, FLAI Cgil Marche e  Danilo Santini, FAI Cisl Marche  -  «Lo stesso Consorzio che dopo due mesi di attività in smartworking richiama improvvisamente al lavoro i suoi 54 dipendenti, nelle tre sedi di Pesaro, Macerata e Pedaso, ignorando integralmente il senso e il contenuto del Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid - 19 negli ambienti di lavoro.» Secondo i sindacati di categoria «è assolutamente inaccettabile che un “ente pubblico economico” controllato dalla Regione Marche imponga un drastico cambiamento delle modalità di prestazione lavorativa in totale assenza di informazione in merito ai punti previsti dal Protocollo a titolo di Informazione (modalità di ingresso in azienda, modalità di accesso dei fornitori esterni, pulizia e sanificazione in azienda, precauzioni igieniche personali, dispositivi di protezione individuale, gestione spazi comuni, organizzazione aziendale, gestione entrata e uscita dei dipendenti, spostamenti interni riunioni eventi interni e formazione, gestione di persona sintomatica in azienda, sorveglianza sanitaria/medico competente/ rls, aggiornamento del protocollo di regolamentazione). Tutto questo aggravato dalla mancata costituzione del Comitato per l'applicazione del Protocollo, previsto nello stesso allo scopo di definire le misure di prevenzione,  azienda per azienda, e presupposto per la ripresa delle attività.» «Se il Consorzio di Bonifica delle Marche “SIAMO NOI”, riteniamo assolutamente intollerabile il mancato rispetto della salute dei lavoratori e delle lavoratrici del Consorzio di Bonifica delle Marche, e di ogni altra azienda,  dimostrato in questa occasione. -  denunciano Catacchio e Santini - Agiremo, come stiamo facendo, ogni strada possibile per il pieno rispetto, in questo e in tutti i luoghi di lavoro, delle condizioni minime previste dal Protocollo Nazionale perché - rilanciano e concludono i rappresentanti di  FLAI Cgil Marche e FAI Cisl Marche - la salute vale di più,   molto più della boccettina di gel per le mani e delle due mascherine che hanno trovato sulle loro scrivanie al loro rientro in ufficio le lavoratrici e i lavoratori del Consorzio di Bonifica delle Marche.          
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13/05/2020 Deposito ex Auchan Sma: exitus ormai certo, iniziato lo smantellamento
«Mentre impera assordante il silenzio di Margherita che sta portando a termine lo smantellamento della vecchia Sma -Auchan attraverso la cessione  a Conad e a terzi operatori commerciali della rete di vendita, risuona  ormai il de profundis per la logistica marchigiana» -  scrivono in una nota stampa Carlo Cotichelli Filcams Cgil,  Selena Soleggiati Fisascat Cisl e Fabrizio Bontà Uiltucs Uil . Con la vendita di ulteriori 5 punti di vendita della rete Margherita a terzi operatori «si è  inferto  un colpo mortale alla movimentazione della unità distributiva di Osimo e  la risoluta accelerazione nella procedura di svuotamento del deposito partita da oggi, è un segnale inequivocabile. - sottolineano i sindacati di categoria - Siamo ormai ai titoli di coda: omettendo ogni confronto con le organizzazioni sindacali e  con la stessa Regione Marche, Conad e Xpo rottamano  il deposito  e chiudono in sordina una operazione di vendita che ha segnato sin troppi esuberi nella rete, nella sede e nella logistica.» L’ultimo confronto tenutosi in Regione, apparentemente improntato alla massima correttezza e trasparenza, si era concluso  con l’impegno a verificare la possibilità di integrare  anche Osimo nella supply chain di Conad. « Ma la delegazione aziedale, aprofittando del contesto attuale, dove ogni attenzione è ovviamente rivolta all’emergenza sanitaria e quindi alla limitazione del contagio,  si è ben guardata dal far pervenire qualsivoglia comunicazione al Presidente della nostra Regione. -  denunciano Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Uil Marche -  75.000 colli prenderanno la via del Nord e saranno distribuiti negli ipemercati più grandi già nei prossimi giorni, mentre  i  100 lavoratori  oggi collocati in cassa COVID  con una riduzione del 60% del loro orario di lavoro,  andranno  con ogni probabilità a rinsaldare l’esercito dei disoccupati che la pandemia ha già pesantemente arricchito.»  «Restiamo però convinti che l’exitus non sia l’unico epilogo diagnosticabile: con l’impegno di Conad Adriatico, di Cia e di Xpo, l’integrazione nella supply chain del gruppo Conad costituirebbe una valida alternativa per l’azienda e per i lavoratori.  - rilanciano e concludono  Carlo Cotichelli Filcams Cgil,  Selena Soleggiati Fisascat Cisl e Fabrizio Bontà Uiltucs Uil  -  Se l’assenza di confronto continuasse ad essere l’unica strategia aziendale,  insieme ai  lavoratori e alle Rsu e valuteremo le azioni da intraprendere nella assemblea che si riunirà nei prossimi giorni.»  
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12/05/2020 Quanto ne sai di contraffazione? Compila il questionario
Ti invitiamo a rispondere a queste domande per verificare le tue conoscenze sulle tematiche della contraffazione. Tale iniziativa rientra nell’ambito del progetto “No alla contraffazione” finanziato dalla Camera di Commercio delle Marche e affidato alle Associazioni dei Consumatori delle Marche Adiconsum, Adoc e Federconsumatori per informare e sensibilizzare le persone sui danni prodotti dalla contraffazione. Il questionario è anonimo.   Caricamento…
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11/05/2020 Aeroporto delle Marche: serve un piano di rilancio per superare la crisi del Covid 19
Aerei a terra e personale in cassa integrazione: l'Aeroporto delle Marche ha bisogno di un piano di rilancio per rilanciare lo scalo, alle prese con la crisi causata dalla pandemia di coronavirus Covid 19. Il servizio del Tgr Rai Marche con intervista a Roberto Ascani, Segretario generale Fit Cisl Marche
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10/05/2020 Covid 19: servono ammortizzatori dedicati agli 8000 lavoratori stagionali del turismo
Nelle Marche sono quasi 8000 i lavoratori stagionali del turismo che avevano un contratto lo scorso anno, senza contare i lavoratori non regolarizzati. Per loro, tra i più colpiti dall'emergenza coronavirus, servono ammortizzatori dedicati. Il servizio del Tgr Rai Marche con intervista a Domenico Montillo, Fisascat Cisl Marche.
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07/05/2020 Ritardi e difficoltà nella ripresa del lavoro nell'area di Fano. Giovanelli: "Decine di migliaia di lavoratori ancora in attesa degli ammortizzatori sociali"
Ritardi nell'erogazione degli ammortizzatori sociali e nella costituzione dei comitati di sicurezza nelle imprese che hanno già ripreso la produzione: questa è la difficile Fase 2 dell'area di Fano e delle valli del Metauro e del Cesano. Il servizio del Tgr Rai Marche con intervista a Giovanni Giovanelli, Responsabile della Cisl di Fano.
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07/05/2020 Cisl Medici: "Su Pesaro si è abbattuta una catastrofe"
Il Segretario generale della Cisl Medici, Gabriele Brandoni, fa il punto sull'emergenza sanitaria che ha colpito anche la Regione Marche.  «Bisogna distinguere l’impatto che il virus ha avuto sul territorio dell’Area Vasta 1, ovvero la città di Pesaro e provincia, dove i dati sono esattamente analoghi alla Lombardia e al resto del nord. Qui la situazione è stata catastrofica e per nulla paragonabile al resto delle Marche. È vero che l’onda d’urto è stata eccezionale ma la politica sanitaria regionale non ha brillato in scelte chiare e immediate - dichiara Brandoni sulle colonne del "Nuovo Amico" -. Ad esempio quando a gennaio era scattata l’allerta nazionale, ogni regione avrebbe dovuto fare un piano di emergenza e poi delle scorte urgenti di dispositivi di protezione per tutto il personale operante nelle strutture sanitarie mentre le Marche sono andate in guerra come i nostri nonni in Russia». Leggi il resto dell'articolo pubblicato da il "Nuovo Amico"
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07/05/2020 Area Vasta 4: "Nessun incentivo economico per gli operatori sanitari"
  Da settimane ormai, vengono preannunciati interventi sia economici sia di assistenza in favore degli operatori sanitari della Regione Marche impegnati nell’emergenza Covid, ma ad oggi tutto è rimasto solo sulla carta.   La Cisl Fp Marche, per voce del Segretario regionale Giuseppe Donati, stigmatizza in particolare la situazione in corso nell'Area Vasta 4 di Fermo: «Circa 300 infermieri (quasi il 50% di quelli in dotazione) e 50 Oss hanno lavorato stabilmente in reparti con pazienti Covid positivi - dichiara Donati -. Sono quelli che abbiamo visto nelle tante immagini con addosso tute e scafandri, indossati per 7-8 ore in turni massacranti.  Insieme a loro, molti altri professionisti, come ad esempio i tecnici di Radiologia, le assistenti sanitarie, le ostetriche ad altri, in modi e tempi diversi, hanno prestato la loro opera a contatto con i malati positivi mettendo a rischio la propria salute pur di assistere, confortare, curare ed anche accompagnare al fine vita, tante donne e tanti uomini colpiti dal coronavirus».  «Ad oggi - prosegue Donati - a questi operatori dell’AV4, da parte della Regione Marche e dall’ASUR, sono arrivate solo “chiacchiere” e simbolici ringraziamenti. Sono usciti sui giornali annunci su annunci di milioni di euro messi a disposizione dalla Regione per premiare anche gli Operatori dell’Area Vasta 4 ma al momento, nonostante l’impegno del sindacato confederale, nulla di concreto è stato fatto. Sembra che la possibilità di erogare in busta paga le risorse promesse sia ancora lontana anche a causa di vincoli statali sul rispetto del tetto di spesa per il personale ancora vigenti». Eppure il numero degli operatori sanitari della provincia di Fermo colpiti dal Covid, è molto alto. La percentuale, in rapporto al numero totale dei cittadini positivi, è risultata la più alta della Regione. «Se la media regionale è di circa il 5%, la provincia di Fermo ha registrato una percentuale di circa il 6% - osserva Donati -. La stragrande maggioranza degli operatori si sono ammalati anche a causa di quanto avvenuto nel famigerato Reparto di Medicina sinistra. Non dimentichiamo che alcuni di questi lavoratori hanno lottato per la vita, attaccati ai respiratori. Ecco perché i troppi auto-elogi di personaggi della Direzione dell’AV4, letti sulla stampa o sui social, sono sembrati veramente fuori luogo. La partita delle responsabilità, del resto, spetterà ad altri affrontarla al tempo dovuto. Come Cisl Fp non potremo certo dimenticare i richiami e le reprimende fatti dalla Direzione Sanitaria nei confronti di alcuni medici ed infermieri perchè all’inizio dell’emergenza volevano indossare, durante le visite ed i consulti, le poche mascherine disponibili».  Vanno denunciate poi altre penalizzazioni nei confronti dei dipendenti dell’Area Vasta 4, dettate da ritardi dell’ASUR. «Che fine ha fatto ad esempio l’estensione dell’indennità contrattuale di Malattie Infettive (parliamo di € 5,16 a turno) a tutti quelli che hanno lavorato nei Reparti Covid? - chiede Donati - per non parlare dell'OBI diventato un’estensione delle Malattie Infettive, Rianimazione,e altro. L’ASUR sta ancora tergiversando per dare la direttiva di cumulabilità delle diverse indennità ma, cosa vergognosa, non ha accettato di derogare alla modalità di calcolo dell’indennità di turno nemmeno per i mesi della pandemia ove i turni sono stati letteralmente sconvolti per esigenze delle Aziende. Non parliamo poi della ormai nota questione dei tempi di vestizione/svestizione della divisa. Su questo, a proposito di “riconoscenza regionale” nei confronti dei lavoratori della Sanità, pendono sentenze favorevoli di vari Tribunali delle Marche, che hanno dato ragione ai ricorrenti sul riconoscimento del tempo di vestizione pre-contratto 2016 contro le quali ASUR si è sempre ostinata a fare appello pur sapendo di perdere, oppure non ha corrisposto il dovuto in base alle sentenze. Adesso, per questa emergenza, si parla di riconoscere 40 minuti complessivi di tempo vestizione a chi ha dovuto indossare le tute protettive: si parla, appunto, ma non si fa».   «I cittadini fermani devono sapere che i valorosi infermieri del 118 di Fermo che hanno rischiato la salute per tutti i tre mesi della pandemia, al contrario dei colleghi di altre Aree Vaste come Macerata o Pesaro, da luglio 2018 non riescono a percepire l’indennità contrattuale legata alla turnazione - denuncia il Segretario regionale della Cisl Fp -. Una perdita economica di circa 80-100 euro. Tutto questo per cavilli, interpretazioni sbagliate e ritardi colpevoli della Direzione del Personale ASUR pure coperta dalla Regione, velocissima a tagliare il salario accessorio ai dipendenti appena sottoscritto il nuovo Contratto Nazionale ma fortemente indietro nell’applicare in toto gli istituti contrattuali che porterebbero soldi ai dipendenti dell’Area Vasta 4. Sono più i soldi persi per lentezze ed omissioni di Regione ed ASUR rispetto a quelli che dovrebbero percepure come premio per quanto fatto durante l'emergenza. Anche la politica locale, che conosce questa verità, non è intervenuta per far sì che agli operatori del Fermano venga riconosciuto ciò che meriterebbero».
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06/05/2020 Sulle vie della Parità nelle Marche: venerdì 8 maggio video - premiazione delle scuole vincitrici
Venerdì 8 maggio alle ore 15.30 si è tenuta la video-premiazione delle scuole vincitrici dell'edizione 2019-2020 del concorso "Sulle vie della parità nelle Marche" indetto dall'Osservatorio di Genere con il patrocinio della Commissione per le Pari Opportunità tra uomo e donna della Regione Marche (CPO) e del Consiglio delle Donne del Comune di Macerata, in collaborazione con il Sistema Museale dell'Università di Camerino, CGIL Marche, CISL Marche e UIL Marche e con il sostegno della Coop Alleanza 3.0. PROGRAMMA ore 15.30: Interventi di Antonio Mastrovincenzo, Presidente del Consiglio Regionale delle Marche, Meri Marziali, Presidente della Commissione per le pari opportunità tra uomini e donne della Regione Marche, Enrico Quarello, Responsabile Politiche Sociali Coop Alleanza 3.0, Danila Baldo, Vicepresidente Toponomastica femminile CLAUDIA SANTONI Presidente Osservatorio di Genere ore 16.00: Presentazione delle artiste Luisa Gianfelici, Elena Borioni, Aurora Carassai, Daniela Scriboni e Stefania Ciucani ore 16.10: Premiazione delle scuole vincitrici Presiede Silvia Casilio, Osservatorio di Genere Danila Baldo consegna il Premio "Percorsi di Genere" alla 3C “Grafica e Comunicazione” Istituto di Istruzione Polo3 Fano (PU) per il progetto Luisa Palazzi Gisberti: l’Educazione Inclusiva Ninfa Contigiani (Consiglio delle donne - Comune di Macerata) consegna il Premio "il viale delle giuste" alla 5BP/ 4AP dell’IIS “Luigi Donati” di Fossombrone (PU) per il progetto Adele Bei Francesca Faedi (astrofisica) consegna il Premio "Giochi" - scuola primaria alla pluriclasse 1-2 Istituto scolastico Rotella Montalto - Scuola primaria “Cesare Battisti” di Carassai (AP) per il progetto A scuola di parità Alessandro Blasetti (Università di Camerino) consegna il Premio per la sezione "Lavoro" - scuola secondaria di I grado alla 3^A Scuola “Temistocle Calzecchi Onesti” - Monterubbiano (FM) per il progetto Wanda Scialè: storia, tradizione, amore per la vita Michela Verdecchia (CGIL) - Cristiana Ilari (CISL) - Marina Marozzi (UIL) consegnano il Premio per la sezione "Lavoro" - scuola secondaria di II grado alla 1E e 4D del Liceo Scienze Applicate dell’amministrazione dell’IISS “Carlo Urbani” di Porto Sant’Elpidio (FM) per il progetto DonnA mare Roberta Balzotti (CPO sindacato giornalisti RAI Usigrai) consegna il Premio per la sezione "Lavoro" - scuola secondaria di II grado alla 3^A Scienze umane - Scuola Secondaria superiore “Stella Maris” di Civitanova Marche (MC) per il progetto Racconti di donna: un ponte di parole Enrico Quarello (Coop Alleanza 3.0) consegna la menzione speciale per il lavoro Luisa Palazzi Gisberti: l’Educazione Inclusiva alla 3C “Grafica e Comunicazione” Istituto di Istruzione Polo3 Fano (PU)
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06/05/2020 Associazioni dei consumatori e Regione:"Su attuazione Decreto Liquidità ci sia correttezza e collaborazione del sistema bancario"
 Sono molte le perplessità  espresse dalle Associazioni dei Consumatori e  dall’Assessora regionale per la Tutela dei consumatori, durante l'incontro dei giorni scorsi,  in merito all'applicazione delle normative vigenti da parte di molti Istituti di credito. Le associazioni per la  Tutela dei Consumatori, iscritte al registro regionale,  hanno denunciato il rischio concreto che l’iniziativa legislativa governativa che si prefigge un’importante iniezione di liquidità per alleggerire la situazione finanziaria di tantissime famiglie di lavoratori e piccoli imprenditori si stia trasformando in un sostanziale vantaggio per il sistema bancario che ha colto l’occasione di imporre servizi accessori alle prestazioni di servizi previste dalla normativa. «In particolare abbiamo rilevato - precisa Francesco Varagona, Presidente Adiconsum Marche -  che alcuni istituti di credito non applicano quanto previsto dal Decreto Legge 23/2020 (decreto liquidità) offrendo altri strumenti finanziari di dubbia convenienza per il consumatore. Adducendo una non operatività del decreto, non collaborano per la propria parte di competenza per consentire la sospensione secondo i termini di legge, ma spingono il cliente a utilizzare strumenti finanziari degli Istituti che spesso sono di minore durata della sospensione prevista dal Decreto e con costi ulteriori per il cliente. - continua Varagona - Alcuni lavoratori ci  hanno informato  che gli Istituti di credito ,ai quali si erano rivolti per chiedere l’anticipo della Cassa integrazione, hanno imposto l’accensione di servizi accessori vincolando gli stessi alla concessione dell’anticipo stesso. » Segnalati, alle Associazioni dei Consumatori,  anche casi in cui l’applicazione del D. L. 23/2020, che prevede il finanziamento fino a 25.000 euro per le piccole imprese garantita al 100%, non sia stata corrispondente allo spirito della normativa, ma si sia di fatto trasformata in strumento per consolidare il debito da parte degli istituti di credito che hanno voluto proteggere l’esposizione che i piccoli imprenditori avevano nei loro confronti anziché immettere nuova liquidità come è nello spirito del decreto. Per le Associazioni dei Consumatori queste situazioni non sono  rispondenti allo spirito solidaristico dei decreti, ed oltre ad impattare sulla situazione già difficile di famiglie, lavoratori e imprese, stanno coinvolgendo anche i dipendenti degli istituti che, loro malgrado, si trovano a far fronte a tensioni ingenerate dalla crescente confusione. «L’Assessora regionale Bora, durante l'incontro,  ha condiviso e fatto proprie le istanze delle Associazioni  e ha  dichiarato  - si legge in una nota stampa -  di attendersi dalle banche il massimo della correttezza e un rispetto scrupoloso delle disposizioni del DL Liquidità.» «La situazione economica generale e, nello specifico, delle tante imprese, partite IVA, professionisti, esercenti che chiedono accesso al credito nelle forme previste dal Decreto, impongono la massima collaborazione di tutti  - rilancia e conclude il Presidente di Adiconsum Marche - per dare sostegno finanziario attraverso i prestiti agevolati di cui lo Stato si fa garante.»  
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05/05/2020 "Teatri off-limits Ma lo spettacolo deve continuare" Fistel Cisl Marche : Servono misure salvagente
L' intervento, su Corriere Adriatico del 4 maggio 2020,  del Segretario Generale  Fistel Cisl Marche, Alessandro Gay, su personale tecnico , crisi sistema teatrale marchigiano. «Ci confrontiamo ogni giorno con Velia Papa (n.d.r. direttrice di Marche Teatro)  al fine di trovare ogni occasione per garantire almeno una giornata lavorativa alla settimana al personale tecnico, Per un po’ s’è fronteggiata l’emergenza con le ferie arretrate, per ricorrere al più tardi possibile  al fondo di integrazione salariale. Ma non può essere la soluzione. E a giorni si terrà un nuovo tavolo tecnico col ministro Franceschini, per trovare una misura salvagente.» fonte: Corriere Adriatico, 4 maggio 2020          
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05/05/2020 Fano: le proposte della Cisl per la pedonalizzazione e la mobilità sostenibile
In queste settimane, anche a causa dell'impatto del Covid-19 sulla vita di tutti i giorni, si è tornati a parlare di pedonalizzazione e mobilità nella città di Fano. Per la Cisl occorre inserire la pedonalizzazione del centro storico in una strategia piu ampia, a partire dala revisione del trasporto pubblico locale con nuove linee, nuovi mezzi meno inquinanti e raccordo con il trasporto pubblico extraurbano. In quest'ottica, si ritiengono opportuni la riattivazione del servizio My Bus e l'integrazione del sistema ciclo-pedonale, ancora troppo frammentato e scarsamente fruibile, con aree di scambio. Fondamentale è la pedonalizzazione di via Roma, viale Piceno e viale Buozzi.  «Lavoriamo per rendere la mobilità ciclo-pedonale e il trasporto pubblico locale accessibili a tutti, adeguandoli agli orari di lavoro delle imprese - dichiara Giovanni Giovanelli, responsabile della Cisl di Fano - ragionando su come servire  la zona industriale di Bellocchi e le zone artigianali. Vanno poi utilizzate le risorse del casello del Fenile che, considerati i vincoli paessagistici, non si potrà realizzare, per il bypass stradale della Gimarra. Altro punto è la realizzazione di una metropolitana di superfice che colleghi Fano con Urbino. È tuttavia necessario avviare un confronto con tutte le associazioni datoriali, sindacali, e non solo. Serve una programnazione immediata ma anche a medio e lungo termine che coinvolga anche le amministrazioni dei comuni limitrofi».
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04/05/2020 Busta paga pesante: istanza di rimborso anche per chi non l'aveva richiesta
Non hai richiesto la busta paga pesante? La CISL compilerà per lavoratori e pensionati l'istanza per il rimborso del 60% dell'IRPEF pagata nel 2017 da inviare all'Agenzia delle Entrate. L'istanza è un primo passo necessario per avere la possibilità di farsi riconoscere il diritto al rimborso, utile anche nel caso in cui l'istanza non abbia esito positivo. Ti aspettiamo presso le sedi Cisl del "cratere" dove troverai il modulo dell'istanza da compilare, persone competenti che ti aiuteranno nella compilazione e tutte le informazioni più aggiornate e precise sulla busta paga pesante. Per fissare un appuntamento: - invia la richiesta di contatto dal sito www.cislmarche.it cliccando su "Istanza IRPEF Sisma" - telefona alla sede CISL più vicina (trovi i contatti di tutte le sedi nel nostro sito)  
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02/05/2020 Medici e veterinari denunciano Asur Marche per condotta antisindacale in tema di rinnovo del contratto integrativo
L'Intersindacale Asur dei sanitari, dei medici e dei veterinari delle Marche non ha sottoscritto il nuovo contratto integrativo con Asur Marche e con le Aree Vaste, decidendo invece di procedere davanti al Giudice del Lavoro per condotto antisindacale dell'azienda sanitaria. Le sigle sindacali denunciano la mancata comunicazione dei criteri di calcolo e di suddivisione dei 26,5 milioni di euro di fondi contrattuali previsti. Il servizio del Tgr Rai Marche con intervista a Gabriele Brandoni, Segretario Generale della Cisl Medici Marche.
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02/05/2020 Primo Maggio. Sauro Rossi al Tgr Rai Marche: «Dare centralità al lavoro per permettere al paese di ripartire»
 Primo Maggio senza manifestazioni e cortei: la festa dei lavoratori, a causa della pandemia del Covid-19, si è svolta quest'anno in forma virtuale. Cgil Cisl e Uil rilanciano, in vista della "Fase 2", il tema della sicurezza nei luoghi di lavoro, adesso ancora più cruciale dal momento che la ripresa dell'attività produttiva è accompagnata dal timore per una possibile recrudescenza dei contagi e per le conseguenze sociali ed economiche della pandemia. «Non saremo nelle piazze con le nostre bandiere, ma siamo comunque impegnati a dare voce alle ragioni del lavoro, soprattutto perché serve dare centralità al lavoro per permettere al paese di ripartire dopo questa difficilissima fase e i grandi timori che questa emergenza ha creato - dichiara Sauro Rossi, Segretario Generale della Cisl delle Marche, intervistato dal Tgr Rai Marche -. È necessario sostenere il reddito dei lavoratori, dare liquidità alle imprese, sostenere tutti i processi di riorganizzazione dei luoghi di lavoro perché per costruire futuro, come ricordiamo con lo slogan di questo Primo Maggio, bisogna dare sicurezza al lavoro. Questa crisi ci induce a ripensare completamente i luoghi di lavoro ma anche tutto l’universo dei servizi per le famiglie, per i disabili, per i non autosufficienti. Sono nuove sfide da cogliere: pensare in quella direzione implica cambiamento. Siamo alle prese con difficoltà notevoli. Speriamo di esserci lasciati alle spalle la fase più acuta. Non dobbiamo però deflettere perché ancora le attenzioni e le prudenze da giocare sono molte. L’impegno di tutti deve essere volto a ridare slancio al nostro paese».
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30/04/2020 Un Primo Maggio che chiama tutti a riflettere, condividere ed agire per la sicurezza nei luoghi di lavoro  e nei servizi  pubblici
Sarà un 1° Maggio inedito, diverso da  tutti quelli che il nostro Paese ed il mondo hanno vissuto da quasi un secolo a questa parte. Mai come oggi, assume un valore centrale, anche sul nostro territorio, il motto scelto per celebrarlo : “il lavoro in sicurezza per costruire il futuro”.  Con l’avvio della “Fase 2” anche nella provincia di Ancona occorrerà assumere – da parte di cittadini, lavoratori, imprese, istituzioni – una forte consapevolezza delle complessità che si creeranno con l’intensificazione della ripresa produttiva e delle relazioni sociali .   E’ per questo che chiediamo con forza  alle istituzioni e alle imprese di incrementare i momenti di confronto con le Organizzazioni Sindacali, che conoscono e vivono le realtà aziendali e territoriali.  Alle imprese chiediamo uno sforzo importante affinchè venga stipulato in ogni luogo di lavoro il  “Protocollo di sicurezza” ,condiviso a livello nazionale e reso impegno legislativo dal DPCM del 26 aprile scorso. In queste settimane CGIL CISL e UIL   hanno lavorato per far sì che ci fossero precisi “protocolli di sicurezza”  ai quali ancorare la continuità o la ripresa produttiva. Decine sono state le segnalazioni inviate a ASUR e Prefettura. Le OO.SS. si sono mosse con costanza e coerenza, affinché si affermasse il principio assoluto della tutela della salute di tutti i cittadini e per coniugare il più possibile, in maniera adeguata e rigorosa, le diverse attività lavorative con il massimo rispetto dei principi di sicurezza: individuali e collettivi. Crediamo che questo atteggiamento sia stato un valore aggiunto nella grave crisi che stiamo attraversando, che oggi va fatto evolvere in un quadro di garanzie condivise e applicate ovunque.  Alle istituzioni locali e agli Ambiti Sociali chiediamo di aprire un confronto a tutto campo sulle emergenze sociali che questa crisi sanitaria ha aperto: per le famiglie, gli anziani, i giovani, i disabili, gli immigrati. Rifuggendo la tentazione di “fare da sole”, col rischio di risposte parziali e frammentate.  Potremmo cominciare dalle strutture per disabili e dalla necessità che si riesca a programmare – con garanzie condivise  per utenti e operatori – l’avvio a breve di Centri Estivi e poi in prospettiva alla riapertura delle scuole. Si tratta di riuscire a dare una risposta efficace a migliaia di famiglie che, diversamente, non riusciranno  a far fronte nemmeno alle rinnovate esigenze lavorative.  Naturalmente, siamo e saremo in campo, per un rafforzamento dei servizi sanitari e sociosanitari, che rilegga nel profondo le scelte fin qui fatte e imposti risposte adeguate alle mancanze evidenziate dall’emergenza: a partire dalla centralità nuova da dare ai servizi territoriali ed alla necessità che Case di Riposo e RSA non siano più vissute come semplici “parcheggi”, mettendo a frutto l’opera di monitoraggio effettuata in questi mesi delle OO.SS. dei pensionati.  Vi è poi  un tema fondamentale da affrontare, sul quale richiamiamo l’attenzione di tutti : quello della mobilità. Occorre fronteggiare il rischio d’incremento della mobilità privata e la marginalizzazione del trasporto pubblico,con le drammatiche ricadute ambientali che vi sarebbero. In questo senso, ci permettiamo di suggerire – come soggetto coordinatore di uno specifico tavolo di confronto– la Prefettura: unico ente in grado, oggi, di svolgere un ruolo simile su scala provinciale.  Vogliamo ringraziare, una volta di più, quelle migliaia di lavoratrici e lavoratori che  si sono prodigati con coraggio e generosità: gli operatori  del mondo della sanità, innanzitutto, ma anche i dipendenti dei supermercati, gli operatori dei servizi di pubblica utilità, operatori ecologici, postali e delle comunicazioni, servizi sociali, addetti al trasporto pubblico e alla logistica (e tanti altri). Un ringraziamento che si allarga agli operatori della Protezione Civile e ai tanti volontari che si sono messi a servizio del bene comune anche in un momento tanto difficile. E’ un ringraziamento che sentiamo di dover allargare – alla pari dei tanti impegnati in aziende ed uffici che non hanno mai cessato l’attività - anche ai tanti operatori dei vari servizi offerti dal sindacato (Patronato, CAAF, Vertenze) che, in queste settimane e con procedure spesso inedite, non hanno mai smesso di fornire le risposte possibili  a tanti cittadini e lavoratori.  Ci aspettano giorni e mesi quanto mai difficili. CGIL CISL UIL continueranno a mettere al centro il loro impegno su lavoro, sicurezza e socialità.   CGIL CISL UIL ANCONA
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30/04/2020 Primo Maggio 2020: il lavoro in sicurezza per costruire il futuro del nostro territorio e del Paese. La riflessione di Cgil Cisl e Uil Pesaro
Mai come in questo periodo la festa del lavoro può darci il senso e lo stimolo di guardare al futuro con spirito di speranza e voglia di ricominciare, di ripartire e far ripartire il Paese. Il lavoro, da sempre, è quel mezzo necessario al sostentamento ma è anche il principale strumento di emancipazione dal bisogno e di riscatto sociale, e che ci permette di svolgere un ruolo nel processo di crescita collettiva. Mai come in questo periodo di enormi difficoltà causate dalla pandemia, dalla conseguente emergenza sanitaria e alle tragedie vissuta da tante famiglie con i tanti lutti che hanno segnato la nostra provincia. Oltre a queste terribili conseguenze il nostro presente e il nostro futuro saranno inevitabilmente segnati da una fortissima crisi economica e produttiva, che già ha inciso profondamente nella vita dei lavoratori e nel tessuto produttivo del nostro territorio. Le settimane e i mesi che abbiamo di fronte, segneranno di certo una fase significativa di enormi difficoltà, nel mondo del lavoro, ma potrebbe anche essere l’occasione per fare quello che in tanti hanno teorizzato solo sulla carta, prima di questa emergenza: agire finalmente su quel modello produttivo, che già aveva evidenziato tutti i suoi limiti con l’ultima crisi economica. È giunto il momento di mettere in atto un’azione collettiva, in grado di apportare quelle necessarie riforme nel tessuto produttivo del nostro Paese, per convertire e rendere effettivamente sostenibile il nostro sistema economico e sociale. Dobbiamo pretendere che il ritorno alla normalità non sia il ritorno al “mondo che abbiamo conosciuto prima della pandemia”, con le sue dinamiche di sfruttamento senza limiti delle persone, delle risorse e dell’ambiente.  Dovremmo invece sforzarci di immaginare e mettere in atto quelle innovazioni anche di carattere culturale, che hanno fondato le loro teorie sulle raccomandazioni che il modo scientifico ha lungamente preannunciato e che tanti governi hanno deciso di ignorare. La pandemia non è un inevitabile “castigo divino”, ma la conseguenza di comportamenti collettivi e scelte politiche che hanno sposato teorie economiche e finanziarie, insensibili verso i principi di solidarietà, prudenza e sostenibilità. In questi decenni sono prevalse le teorie che privilegiano l’individualismo, l’arricchimento esasperato (senza minimamente considerare il tema di una equa distribuzione della ricchezza), la finanziarizzazione dell’economia e lo sfruttamento incondizionato delle risorse. È maturo il tempo di una rivoluzione culturale che abbia al centro la collettività e non il singolo, che guardi al mondo come all’unica casa comune per tutti e non più come a una risorsa da sfruttare per l’avidità di pochi. Occorre che lo Stato e le pubbliche amministrazioni ritrovino il senso ed il profondo valore che la Costituzione gli attribuisce, cioè quello di unici soggetti titolati alla tutela dell’interesse pubblico, ritrovando in questo la forza e la volontà di agire nella economia, non solo in termini regolatori, ma anche agendo come soggetto attivo. Le politiche di intervento pubblico a sostegno dell’economia, di investimento in infrastrutture e in “asset strategici” non vanno più considerati come tabù o vecchi strumenti del secolo scorso  come affermato dal pensiero neoliberista degli ultimi decenni egemonizzando l’agire politico, saranno invece l’unica soluzione alla crisi economica e produttiva indotta dalla pandemia. Solo con un importante piano di investimenti pubblici, di stimolo alla domanda interna, potremmo uscire da una condizione di enorme difficoltà economica e produttiva. Occorre che le forze sociali del lavoro, le organizzazioni di rappresentanza del mondo produttivo in ogni sua declinazione, il privato sociale, insieme alle pubbliche amministrazioni del nostro territorio e dell’intero Paese, trovino con forza la capacità di “fare sistema”, di abbandonare alcune logiche particolaristiche e di specifici settori e per una volta, cerchino di immaginare politiche e azioni comuni, per programmare e realizzare un sistema produttivo, sostenibile, innovativo, che possa trainare una ripresa che garantisca benessere collettivo e diffuso. Un sistema che garantisca ambienti di lavoro sicuri, salubri e che abbandoni le logiche di separatezza e indifferenza che stavano profondamente minando, soprattutto negli ultimi decenni, anche il nostro modello di sviluppo e di vita locale. Abbiamo bisogno di risolvere alcuni nodi cruciali che ci trasciniamo da anni, dal punto di vista delle infrastrutture logistiche e sociali, così come abbiamo bisogno di abbandonare quei modelli produttivi che troppo spesso basavano la loro sostenibilità sullo sfruttamento del lavoro e sulla sua precarietà. Dobbiamo garantirci la sostenibilità e la tutela del patrimonio ambientale e culturale del nostro territorio, piuttosto che fossilizzarci su vecchi modelli produttivi a bassa marginalità di prodotto e scarsa capacità di investimento. È necessario concentrare gli sforzi su l’economia circolare che tutti noi lodiamo senza però investirci concretamente. Dobbiamo puntare sulla formazione e sulle capacità delle nuove generazioni e non abbandonarle in percorsi di competitività al ribasso per costruirsi il proprio futuro. La volontà di determinare il nostro futuro è nelle nostre mani. Mai come oggi abbiamo capito che i comportamenti e le decisioni collettive ci mettono nelle condizioni di determinarlo. In questi obiettivi, nella consapevolezza che nulla accade per caso, riscopriamo il senso di questo Primo Maggio: Il valore del “noi” ha molta più forza e senso del valore dell’”io”. Buon Primo Maggio e buon lavoro a tutti noi.” CGIL Pesaro Urbino                                                        CISL Pesaro                                                       UIL Pesaro Urbino Roberto Rossini                                               Maurizio Andreolini                                                       Paolo Rossini
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30/04/2020 Una piazza virtuale per il Primo Maggio 2020: il programma
    Il Covid-19 non ferma il Primo Maggio e non ferma la musica. Vista l’impossibilità di tenere il consueto Concertone a  San Giovanni a Roma in occasione della festa dei lavoratori, Cgil, Cisl, Uil hanno deciso, insieme alla Rai, di trasformare l’evento di piazza in un programma televisivo. Quattro ore – dalle 20 alle 24 su Rai3 – di testimonianze, racconti e musica live per rendere omaggio a tutte le lavoratrici e i lavoratori, a tutti gli italiani, che con grande senso di responsabilità stanno affrontando questo periodo difficile di distanziamento sociale. Nel corso della trasmissione, come al solito, i tre Segretari generali, Landini, Furlan, Barbagallo interverranno, brevemente, con un loro messaggio rivolto in particolare ai giovani che ascolteranno il Concertone da casa. Anche il tradizionale comizio, che quest’anno si sarebbe dovuto svolgere a Padova e che è sempre stato trasmesso in diretta a cura del Tg3, quest’anno sarà sostituito da un confronto televisivo con i tre Segretari, in onda sulla stessa rete dalle 12,20 alle 13.     «Il sindacato c'è, oggi più di prima, a  ribadire come il lavoro e la sua sicurezza saranno il tema centrale di questa giornata. E la musica ci aiuterà anche quest'anno a trasmettere questa esigenza e a portare nelle case degli italiani un messaggio di  grande unità, di solidarietà e di voglia di rinascita del nostro  Paese». Così Giorgio Graziani, segretario confederale organizzativo  Cisl, parla dell'evento tv che andrà in onda il primo maggio dalle 20  alle 24 su Rai3, organizzato dai sindacati con la Rai, in sostituzione del tradizionale Concertone da piazza San Giovanni, irrealizzabile a  causa della pandemia.        «Il lavoro in sicurezza per costruire il futuro: questa è la sfida -  sottolinea Graziani - che con Cgil e Uil lanciamo nella giornata del  ‪Primo Maggio, una Festa del Lavoro diversa quest'anno a causa della  pandemia, ma sempre viva sul piano dell'impegno sociale, della  partecipazione e dei valori che rappresenta per tutti noi. È vero, non ci saranno cortei, manifestazioni, comizi, mancheranno i giovani in  Piazza San Giovani che da tutta Italia ogni anno si danno appuntamento per il Concertone. Ma non mancheranno le testimonianze, la speranza e  soprattutto la voglia di rialzarci presto», conclude Graziani. Fonte: https://www.cisl.it/in-evidenza/15955-primo-maggio-lavoro-in-sicurezza-lo-slogan-scelto-dai-sindacati.html  
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30/04/2020 Primo Maggio 2020 Rilancio Val Metauro e Val Cesano: le priorità della Cisl di Fano
«Mentre si sta superando la crisi sanitaria da Covid 19 grazie allo spirito di abnegazione sacrificio di tutto il personale delle strutture sanitarie - anche se ancora sono molto preoccupanti le situazione delle strutture per anziani con un alto tasso di mortalità, salvo poche eccezioni - la data del Primo Maggio invita tutti ad una seria riflessione sul lavoro e occupazione.» scrive in una nota stampa Giovanni Giovanelli, Responsabile Cisl Fano -  «Innanzitutto chiediamo a tutti gli imprenditori e associazioni datoriali di applicare quanto previsto dal protocollo del 24 Aprile per la gestione del rischio da Covid.  - sottolinea Giovanelli - Non arrivano a 15 i comitati costituiti nelle aziende manifatturiere della Val Metauro e Val Cesano, pochi rispetto al numero delle aziende  ed è per questo che occorre intensificare la costituzione dei comitati per lavorare in sicurezza.» Il dato preoccupante, per la Cisl di Fano,  è la situazione del pagamento degli ammortizzatori sociali« ad oggi pochissimi lavoratori hanno ricevuto i pagamenti, sono quasi in  50.000 nella valle del Metauro  Intere famiglie senza reddito dal mese di marzo anche perché molte aziende non sono riuscite ad anticipare la Cig. - continua il Responsabile della Cisl fanese - Una situazione difficile che richiede una visione e una strategia nella gestione dei contributi per i lavoratori e nell’individuazione delle misure a sostegno delle filiere produttive.» Solo evitando interventi spot e integrando le misure in dimensione territoriale e sovracomunale si può intervenire efficacemente nel contrasto della crisi. « Per questo chiediamo che il Comune di Fano come capofila del territorio svolga la funzione di raccordare e promuovere le politiche sociali ed economiche.  - rilancia Giovanelli  - Ecco le nostre priorità sulle quali chiediamo di aprire immediatamente un confronto territoriale condiviso e partecipato. Superiamo i particolarismi e la logica del mero contributo per elaborare una visione globale con obiettivi immediati, a medio e lungo termine.»  Le priorità della Cisl di Fano:  1.      Risorse pubbliche e politiche di bilancio comunale Occorre urgentemente ridefinire le priorità dei bilanci comunali destinando risorse in via prioritaria per il sostegno al welfare ai servizi alla famiglia alla situazioni di fragilità e per coloro che si trovano senza alcun sostegno reddituale.  La rivisitazione dei bilanci comunali è priorità: risorse per il lavoro e le fragilità, meno risorse per cultura ed eventi . Chiediamo pertanto di ridefinire le voci di bilancio, evitando qualsiasi spesa non necessaria e destinare le risorse per turismo cultura ed eventi   culturali a sostegno di quanto dei lavoratori e famiglie colpite dagli effetti della pandemia .Prioritaria è la necessità di destinare risorse certe e definite per il sostegno alle imprese e ai lavoratori riducendo la tassazione locale e tributi.  2.      Politiche sociali e sostegno alle fragilità sociali economiche Chiediamo di avviare un confronto per impostare le modalità di erogazione dei servizi pubblici ( centri estivi, centri per disabili, servizi di baby sitter ) anche in funzione delle nuove esigenze sociali che si sono create a causa della pandemia . Il 4 maggio molti i lavoratori che torneranno nei luoghi di lavoro non sanno come gestire   i figli o o familiari disabili . Ribadiamo l’utilizzo del Isee come strumento unico di accesso ai contributi. E’ falsato applicare il dato del saldo di conto corrente. Occorrer tenere conto di tutta la situazione patrimoniale.   3.      Politiche per la casa e sostegno all’abitazione    Sostegno e potenziamento delle esperienze di accompagnamento alla abitazione attualmente operative nel territorio.  Rilevazione del patrimonio pubblico da destinare a pubblica abitazione. Destinare risorse pubbliche per l’acquisizione in accordo con Erap di abitazioni da destinare ad edilizia pubblica.    4.      Politiche per lo sviluppo del territorio E’ urgente accelerare il confronto per definire nuovi progetti di sviluppo territoriale superando la frammentarietà degli interventi, i confronti parziali e settoriali   per agire in una prospettiva territoriale più ampia coinvolgendo le comunità della Val Metauro e Val Cesano.  Fondamentale riteniamo il ruolo che debba svolgere l’università di Urbino come laboratorio per il supporto e le elaborazione dei progetti. Considerato anche lo scarso utilizzo delle risorse della programmazione europea occorre individuare aree di intervento che possano esser sostenute da finanziamenti europei diretti o indiretti. Proponiamo pertanto di stabilire un tavolo permanente di confronto che definisca obiettivi a breve termine e anche quelli a medio e lungo termine.  A nostro avviso occorre adottare misure e azioni per:   - avvio dei lavori per la realizzazione della strada della barche a sostegno della filiera della nautica e completamento della zona ex zuccherificio destinandolo al terziario avanzato e servizi alle imprese, centro di ricerca; -  avvio dei lavori per la realizzazione della Fano Grosseto;  - rafforzamento e revisione degli attuali parametri organizzativi del Tpl per implementare della mobilità sostenibile integrata con trasporto ferroviario Tpl urbano extraurbano e sistema ciclo pedonale;  - definire una strategia per sostenere le filiere produttive del territorio;  -avvio della valorizzazione del fiume Metauro come corridoio ecologico utilizzando risorse dirette prevista dalla comunità europea. L’università di Urbino ha già predisposto un piano di interventi e una progettualità; ·                      - utilizzare le risorse della programmazione europea per rafforzare le filiere del turismo culturale                               enogastronomico e l’innovazione tecnologica; ·              - iplementazione della fibra ottica in tutto il territorio della Val Metauro e Val Cesano; ·           -  sostegno alla filiera dell’agricoltura in particolare a quella biologica.
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30/04/2020 PRIMO MAGGIO 2020 CGIL CISL UIL :LAVORO IN SALUTE E SICUREZZA PER COSTRUIRE INSIEME IL FUTURO
 Il 1° Maggio quest’anno si presenta in una forma inedita, come mai era accaduto dal secondo dopoguerra ad oggi. Non saremo nelle tante città, con le nostre bandiere, a manifestare fianco a fianco ma faremo sì che, da un’immensa piazza virtuale, forti, potenti e decise giungano, agganciate allo slogan “Il lavoro in sicurezza per costruire il futuro”, le voci e le ragioni del lavoro. Uniremo l’omaggio alle tante vittime registrate nell’emergenza Covid-19 al commosso tributo a tutti gli operatori, sanitari e non, che hanno sacrificato la vita pur di non venir meno al dovere di assistenza verso i malati. Manderemo il nostro riconoscente saluto a chi tutt’oggi continua in questa indefessa opera di cura e sostegno, portata avanti senza risparmio da ormai più di due mesi. E’ stato un lavoro sfiancante, ai limiti della sostenibilità, condizionato da un’onda emergenziale che ha colto impreparate tutte le strutture e ha scardinato ogni assetto organizzativo. Al di là di errori e colpevoli sottovalutazioni su cui, con lucidità, si dovrà tornare perché si possano scongiurare in futuro, è giusto dare rilievo al riconoscimento sociale che le migliaia di persone impegnate nelle strutture sanitarie e socio-sanitarie hanno guadagnato. Per questo assume un valore concreto l’Intesa tra CGIL CISL UIL Marche e Regione del 20 aprile scorso, per un bonus di premialità a chi si è trovato a fronteggiare sul campo questa emergenza, con un primo stanziamento di 20 milioni di euro, che dovranno essere distribuiti quanto prima. Ma l’emergenza sanitaria non è purtroppo superata una volta per tutte e bisogna che ogni passo verso la riapertura venga fatto nel rispetto degli interventi che garantiscono la salute e la sicurezza delle persone dentro e fuori i luoghi di lavoro. Il Covid-19 è un avversario insidioso e sfuggente e richiede ancora nei comportamenti, personali e collettivi, tanta attenzione e pazienza. In questo quadro ovviamente debbono essere attuate tutte le misure che servono per far uscire l’economia da questa complicatissima fase. Dopo aver assicurato sicurezza in ogni luogo di lavoro dando piena applicazione ai Protocolli anti-contagio siglati da Governo e Parti Sociali il 14 Marzo e il 24 Aprile, anche attraverso un adeguato sistema di monitoraggio da impostare a livello regionale, bisogna dare ulteriore spessore a tutti i provvedimenti volti a sostenere il reddito dei lavoratori ed i bilanci delle imprese. Rimangono fondamentali, in tal senso, gli adeguati stanziamenti per gli ammortizzatori sociali e per la liquidità alle aziende ma soprattutto lo snellimento delle procedure per far sì che le risorse giungano in tempi brevissimi ai beneficiari. In questo contesto risulta decisivo il ruolo dell’Europa. Le sfide del rilancio economico di ogni paese UE, non potranno prescindere da una robusta matrice solidaristica che speriamo caratterizzi le scelte del Consiglio UE nei prossimi giorni. Questa emergenza indebolendo tutta la struttura economica rischia di acuire alcuni problemi preesistenti. Per questo non va sottovalutato l’impegno degli Enti Locali a sostenere chi dovesse entrare nell’area della povertà. A questo e alle necessità di riprogrammare i servizi sociali, per non deprimere i livelli di assistenza a favore di persone e famiglie, dedica una particolare attenzione il protocollo tra CGIL CISL UIL Marche ed ANCI del 24 Aprile scorso. Per costruire futuro e dare sicurezza al lavoro serve nelle Marche un impegno collettivo di Istituzioni, Associazioni datoriali, Sindacati, Terzo settore, attraverso il quale promuovere e valorizzare di più l’occupazione femminile, agevolare i percorsi di inserimento al lavoro dei nostri giovani, qualificare i percorsi di istruzione e formazione e soprattutto dare spessore e concretezza alle opere di ricostruzione delle aree colpite dal sisma. Senza questo sforzo corale tutto sarà più difficile. In questa Festa dei Lavoratori, ricordiamo le lotte di ieri e prepariamoci a quelle di domani. Buon Primo Maggio!   Daniela Barbaresi, Sauro Rossi, Graziano Fioretti  Segretari Generali di CGIL CISL UIL Marche  
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30/04/2020 Settant’anni della Cisl: 30 aprile 1950 - 30 aprile 2020. Lettera di Annamaria Furlan agli iscritti e ai delegati della Cisl
Care Amiche e Cari Amici,"Bisogna saper parlare con sincerità ai lavoratori, nulla nascondere e nulla ampliare. Onestà, rettitudine, laboriosità, disinteresse sono tutte virtù di cui noi dovremmo essere in possesso". Era uno dei passaggi più intensi e significativi del discorso di Giulio Pastore al Teatro Adriano il 30 aprile 1950, il giorno della fondazione della Cisl. Sono passati settant’anni da quello storico avvenimento che ha segnato il percorso del movimento sindacale e le relazioni industriali nel nostro Paese. Oggi celebriamo questo nostro Anniversario in un momento grave e difficile, alla vigilia di un Primo Maggio che, nonostante l’assenza di cortei e manifestazioni di piazza, sarà un segnale di forte unità, di solidarietà e di speranza per tutto il mondo del lavoro.La nostra mente ed il nostro cuore sono rivolti alle tante vittime del Coronavirus, alle famiglie spezzate che piangono i loro cari, ai medici, agli infermieri, a tutto il personale della sanità e della Protezione civile che in queste settimane terribili si sono prodigate per salvare tante vite umane. Così come il nostro ricordo commosso va alle tante persone anziane, che hanno perso la vita in molte residenze sanitarie assistenziali e case di riposo. Una circostanza tragica, sulla quale bisognerà fare chiarezza ed appurare le vere responsabilità.Gli effetti della pandemia sono davvero devastanti sul piano economico e sociale. Rappresentano una ferita profonda per la vita di milioni di lavoratori e di famiglie italiane. Settant’anni fa, la Cisl seppe indicare ad un Paese uscito a pezzi dal conflitto mondiale, la strada della rinascita civile e delle necessarie riforme economiche e sociali, ponendo al primo posto i diritti della persona, la dignità e la sicurezza del lavoro, la costruzione dell’Europa, l’unità tra Nord e Sud, l’inclusione sociale, la lotta alla povertà. Sono i grandi valori morali e culturali del cattolicesimo sociale che rappresentano una parte importante delle nostre radici ideali e culturali.Oggi come allora dobbiamo ripartire dagli stessi valori, per tornare a guardare al futuro con coraggio e fiducia. La Cisl ha contribuito a costruire l'Italia democratica, rifiutando la demagogia, l’antagonismo sterile ed il populismo ma cercando sempre di coniugare gli interessi dei lavoratori con quelli generali del Paese.Ed oggi, Care Amiche e Cari Amici, possiamo dirlo senza alcuna enfasi: la Cisl ha vinto questa sfida, delineando in questi settant’anni di storia un rapporto nuovo tra Stato e sindacato, una "collaborazione" virtuosa che per Giulio Pastore doveva svolgersi in piena autonomia dalla politica e dai partiti. Autonomia di scelte, di iniziativa e di programmazione per la soluzione dei problemi economici e sociali.È il ruolo di mediazione essenziale che la Cisl ha esercitato in tantissime vicende economiche: penso alle nostre proposte sul risparmio contrattuale della fine degli anni Settanta, all’intesa importante, e purtroppo separata, di San Valentino del 1984, alla stagione dei grandi accordi di concertazione dei primi anni Novanta, fino ai recenti protocolli di queste settimane firmati con il Governo e le imprese per estendere a tutti i lavoratori gli ammortizzatori sociali, affrontare con misure straordinarie le conseguenze economiche e sociali del coronavirus, garantire la salute e la sicurezza in tutti i luoghi di lavoro. Significa, da una parte, stare con una contrattazione moderna e partecipativa in tutti gli ambiti lavorativi ed in tutti i processi aziendali, uscendo dal rivendicazionismo sterile ed antagonistico.Ma, dall'altra parte, significa essere in campo con proposte costruttive su temi come sviluppo, politica industriale, redistribuzione della ricchezza, riforma fiscale, riorganizzazione del welfare e della Pubblica Amministrazione, formazione e lavoro per i giovani, tutele previdenziali e sociali, conciliazione lavoro- famiglia, scuola, ambiente e sviluppo sostenibile, riduzione del divario Nord–Sud, integrazione dei lavoratori immigrati, lotta alla corruzione ed alla criminalità organizzata.Tutte questioni cruciali, attuali. Ecco perché, oggi più che mai, il ruolo della Cisl è decisivo in questa fase difficile di nuova “ricostruzione” del Paese. Nulla sarà come prima dopo questa emergenza sanitaria: bisognerà siglare accordi innovativi con le aziende per cambiare radicalmente il modo di produrre, riorganizzare il lavoro e gli orari, diffondere lo smart working, utilizzare le nuove tecnologie in tutti i settori per salvaguardare la salute delle persone, senza danneggiare la qualità e la produttività.Dobbiamo ripensare il ruolo dei servizi pubblici, dei trasporti, modificare il nostro stile di vita. Questa fase può e deve diventare anche una opportunità per estendere la democrazia economica in tutti i luoghi di lavoro, perché avremo bisogno di più partecipazione alle decisioni, più coinvolgimento dei lavoratori nelle scelte produttive delle aziende. Ma abbiamo bisogno, soprattutto, di più investimenti pubblici per garantire l’occupazione, più mezzi e uomini per rafforzare il sistema sanitario, sbloccare tutti i cantieri, far partire una grande modernizzazione del Paese nel settore delle infrastrutture materiali ed immateriali, nella formazione, nella ricerca, nell'innovazione, nel digitale, nella tutela del territorio, dell’ambiente e dei beni culturali. Bisogna uscirne tutti insieme con una risposta collettiva per cambiare in meglio la nostra società. Oggi è il momento della coesione nazionale, della responsabilità e della solidarietà, come ha giustamente più volte sollecitato il nostro Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.Se i cittadini dovessero vedere un’Europa cieca, sorda, egoista, rinchiusa in se stessa, assisteremo alla fine del sogno europeo. Per questo la Cisl ha predisposto nelle scorse settimane un Manifesto programmatico nel quale abbiamo indicato a tutte le istituzioni ed alla politica cinque punti chiave per sollecitare l'apertura di una vera fase Costituente verso gli Stati Uniti d’Europa.Era questa la prospettiva ideale che già settant’anni fa i nostri Padri Fondatori avevano indicato con chiarezza nello Statuto della Cisl. Quelle idee lungimiranti restano per noi un punto di riferimento ideale e culturale, un patrimonio di principi, valori e moralità di cui il nostro Paese ha ancora enormemente bisogno per poter affrontare le nuove sfide.La Cisl c’è e ci sarà ancora con la sua identità, la sua forza programmatica, la sua grande unità. Vi abbraccio tutte e tutti con grande affetto. Buon Primo Maggio a tutti voiAnnamaria Furlan
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29/04/2020 Molti lavoratori del Fermano sono senza reddito: serve sinergia per dare slancio alla ripresa
  Stiamo vivendo una fase sociale e storica estremamente difficile, affrontando i bisogni focali del mondo del lavoro: la sicurezza del posto di lavoro, la sicurezza sul posto di lavoro. Il primo obiettivo di un’organizzazione sindacale è la tutela della sicurezza delle persone, di conseguenza vogliamo giocare un ruolo da protagonisti, insieme alle aziende ed alle associazioni datoriali, affinché si costituiscano presso ciascuna realtà produttiva i comitati aziendali previsti dai protocolli del 14 marzo e del 24 aprile 2020. Riteniamo strategico e di interesse comune utilizzare i giorni che ci separano dal 4 maggio affinché si creino quelle condizioni, previste da norme e CCNL di riferimento, che permettano una reale ripartenza della produzione in costanza di sicurezza per le persone che vivono la realtà lavorativa, dipendenti ed imprenditori. In questa fase il ruolo di collaborazione è fondamentale, né sindacato da solo, né aziende da soli potranno garantire quei risultati di sicurezza che insieme potremmo realizzare. I vari DPCM hanno indicato una data: 4 maggio 2020. Partire prima di essa, come da più parti richiesto da alcune associazioni datoriali è secondo noi pericoloso se prima non sono stati realizzati tutti i percorsi concordati. E di lavoro da fare in questa direzione ce n’è, e molto. Se la sinergia è la chiave per la futura ripresa, occorre segnalare un fenomeno che va in direzione opposta e che in questa fase sta aggravando la situazione. Nella provincia di Fermo molti lavoratori si trovano privi di reddito: alcune imprese del settore calzaturiero, anche di una certa rilevanza, stanno ritardando il pagamento delle mensilità regolarmente lavorate e questo non possiamo accettarlo. Facciamo un appello affinché ci sia regolarità nei pagamenti e confidiamo che si possa avviare un confronto costruttivo e sinergico volto a garantire gli interessi dei lavoratori e delle imprese. Al contempo stiamo monitorando quotidianamente la situazione delle richieste di Cassa Integrazione per COVID-19. Dobbiamo dire che sia l’Inps, sia i fondi bilaterali stanno facendo il massimo per garantire il pagamento diretto in tempi brevi. Le lavoratrici ed i lavoratori stanno rispondendo con disciplina agli appelli fatti dalle istituzioni, si è scelto di rinunciare ad alcuni diritti individuali per fare un passo in avanti come collettività. Questo è un insegnamento che dovremmo adottare anche nelle politiche industriali, soprattutto in un territorio così doppiamente colpito dalla crisi prima e dal Covid-19 poi. Auspichiamo come Femca Cisl Marche in una piena sinergia da mettere in campo con le aziende sin da subito, per il bene di coloro che rappresentiamo e dei settori (moda-chimico-energia) nei quali operano, abbiamo tempo da usare ed usare bene per sanificare le aziende, acquistare i DPI, ripensare gli orari di lavoro, riorganizzare il lavoro. Tutte azioni che vanno fatte insieme.  
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28/04/2020 Gioco d'azzardo: la Cisl di Fano chiede di non riaprire le sale
Negli anni scorsi la Cisl aveva sollecitato i sindaci dei Comuni delle Ats 6 e 7 per l’adozione di regolamenti no slot in considerazione del grave danno causato dalla dipendenza da gioco d’azzardo legale sia tramite le slot che con i vari canali (gratta vinci…scommesse). I dati pubblicati dall’Agenzia dei Monopoli sono inequivocabili e confermano il trend in crescita nel territorio del Comune di Fano e dei Comuni delle Ats 6 e 7. «Tutto si è fermato - dichiara Giovanni Giovanelli, responsabile della Cisl di Fano, che ha inviato una lettera alle istituzioni locali -. I sindaci non hanno avuto il coraggio di adottare regolamenti no slot né tantomeno di emanare in seconda istanza la limitazione degli orari di accesso alle slot e alle sale gioco. Solo il sindaco del Comune di Fratterosa ha avuto questo coraggio: siamo rimasti attoniti e sbigottiti di fronte alla inerzia dei sindaci per contrastare il gioco d'azzardo patologico». Siamo consapevoli dei forti interessi economici del gioco d’azzardo, ma la salute dei cittadini viene in prima istanza. In questo lungo periodo di quarantena però è stato possibile chiudere tutte le attività collegate al gioco d'azzardo patologico. «Chiediamo ai sindaci di cogliere il momento favorevole per almeno restringere l’apertura delle sale slot - prosegue Giovanelli -. Non è la scelta risolutiva, ma limiterebbe molto l’accesso al gioco d'azzardo. Auspichiamo che i consiglieri regionali, con coraggio e determinazione, promuovano l’applicazione di un provvedimento regionale che rimandi l’apertura delle sale gioco e la distribuzione dei gratta vinci. Alle forze politiche locali regionali e ai nostri deputati e senatori chiediamo di adoperarsi per limitare la riapertura delle sale gioco e distribuzione di gratta vinci. Con coraggio e determinazione si salverebbero molte persone dalla rovina sociale individuale e familiare: È il momento favorevole per imprimere una svolta al contrasto del gioco d’azzardo». 
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28/04/2020 Preoccupazione dei sindacati dei pensionati sulla gravissima situazione delle strutture residenziali per anziani e non autosufficienti nella provincia di Pesaro Urbino
I sindacati dei pensionati Spi Cgil Fnp Cisl e Uilp Uil della provincia di Pesaro Urbino, insieme alle confederazioni CGIL CISL e UIL, sono in attesa  di essere riconvocati dal Prefetto insieme ai dirigenti del Servizio Sanitario per conoscere i numeri dei contagi, dei decessi e dei tamponi fatti e in programma per le residenze per anziani,  Case di Riposo, Residenze Protette, RSA e Reparti di Cure Intermedie.  «Lo scorso 23 aprile la video conferenza promossa dal Prefetto è stata molto deludente - dichiarano Catia Rossetti (Spi), Vittorio Calisini (Fnp) e Paolo Sacchi (Uilp) -. I dirigenti della Sanità pubblica della nostra Area Vasta hanno dichiarato di non conoscere i numeri relativi alle residenze per anziani che sarebbero di sola competenza dei gestori e di avere solo quelli parziali delle strutture sanitarie».  «Noi non abbiamo dati ufficiali - proseguono i tre sindacalisti - ma riceviamo quotidianamente segnalazioni da parte di nostri iscritti, soprattutto familiari degli anziani, che ci descrivono scenari drammatici, con numeri di decessi di gran lunga superiori a quelli relativi ai periodi precedenti la pandemia Covid-19. In molti casi ci risulta che non si indaghi sulla ragione dei decessi: siamo certi che solo conoscendo i numeri reali dei decessi, rapportandoli al numero dei positivi,  sintomatici e asintomatici, si potranno adottare misure che eviteranno il moltiplicarsi della diffusione del virus. Si potrà così prendere come esempi i pochi luoghi che per ora sembrano non abbiano rilevato alcun contagiato e che speriamo mantengano questo primato».  I dati sono importanti ma «per noi fondamentale è che il servizio sanitario insieme ai gestori delle Residenze protette e Case di Riposo, sottoponga tutti, ospiti, personale ed eventuali visitatori, previsti per la fase 2, a tampone per verificare l’eventuale positività».  Si tratta, com’è evidente, di una situazione critica e preoccupante non solo per le persone anziane ricoverate, delle quali il virus sta facendo una vera e propria strage, ma anche dal punto di vista della salute pubblica, e quindi dell’incolumità di tutta la popolazione.
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