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10/04/2020 Coronavirus: bene il rinvio della riapertura di Fincantieri. Mantenere alta l’attenzione in nome della salute di lavoratori e cittadini
Fincantieri, a seguito di incontri sindacali nazionali e locali, ha deciso di rinviare l’apertura che aveva annunciato per il 14 aprile. È una buona notizia, comunicata da FIM-FIOM-UILM Nazionali, che ci spinge però a tenere alta l’attenzione! Come CGIL CISL UIL di Ancona avevamo subito fatto pervenire la nostra ferma contrarietà rispetto alle intenzioni di Fincantieri: condividiamo infatti in pieno le preoccupazioni della RSU FIM-FIOM-UILM che evidenziava, in una nota, il rischio per la salute e la sicurezza dei circa 2500 lavoratori che sarebbero stati coinvolti nella riapertura. Ci è apparso del tutto evidente che, di fronte alla necessità di contenere il movimento delle persone e di preservare il distanziamento sociale, invocata dalle istituzioni locali e nazionale e dalle autorità sanitarie come primo elemento di lotta al contagio, le intenzioni di Fincantieri fossero sia contraddittorie che pericolose. «Auspichiamo che tutto il sistema economico e produttivo contribuisca a mantenere il comportamento disciplinato che i cittadini della nostra regione si sono impegnati ad attuare, sapendo che vi sono ancora 1052 persone ricoverate negli ospedali marchigiani, di cui 127 in terapia intensiva, all’interno di strutture sanitarie che sono ancora sotto pressione e con personale allo stremo» dichiarano Marco Bastianelli (Cgil Ancona), Alessandro Mancinelli (Cisl Ancona) e Claudia Mazzucchelli (Uil Ancona). Come hanno scritto nei giorni scorsi CGIL CISL UIL Marche: «Se oggi non siamo in grado di fare responsabilmente le scelte giuste e ci facciamo prendere da frenesie illogiche, lo sconteremo a caro prezzo, non solo rischiando di disperdere tutti i sacrifici fatti finora ma anche di peggiorare ulteriormente le prospettive di ripresa»
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09/04/2020 CGIL CISL UIL Marche: la salute viene prima di tutto. Serve coerenza e forte senso di responsabilità.
In questi giorni sono numerosi gli appelli di imprenditori e di loro associazioni volti a sollecitare il Governo a far ripartire le attività subito dopo Pasqua. «Siamo sorpresi ed indignati per l’ostinazione di chi continua a pensar di poter riaprire fabbriche e attività economiche come se tutto fosse finito, rifiutandosi di fare i conti con una realtà che è molto diversa ed è quella di una emergenza sanitaria ancora drammatica» dichiarano Daniela Barbaresi, Sauro Rossi e Graziano Fioretti, rispettivamente Segretari Generali di CGIL CISL UIL Marche. «Non siamo certo appassionati alle chiusure a oltranza, anzi, siamo molto preoccupati per le condizioni di tantissimi lavoratori e lavoratrici che dovranno misurarsi con i redditi decurtati. E siamo altrettanto preoccupati per le pesantissime ripercussioni di questa emergenza sull’economia e sul lavoro. Proprio per questo abbiamo convintamente appoggiato, come organizzazioni sindacali, anche le recenti misure a sostegno delle imprese e siamo impegnati nell’azione di irrobustimento delle risorse per gli ammortizzatori sociali. Ma non è certamente fingendo che tutto sia finito che si risolveranno i problemi tutt’ora aperti». Questo è il tempo della responsabilità e di scelte non avventate, che spettano al Governo sulla base esclusivamente delle indicazioni degli esperti della comunità scientifica, a tutela dell’interesse primario della salute delle persone: interesse che viene prima dell’economia e dei profitti. Non solo. «Se oggi non siamo in grado di fare responsabilmente le scelte giuste e ci facciamo prendere da frenesie illogiche, lo sconteremo a caro prezzo, non solo rischiando di disperdere tutti i sacrifici fatti finora ma anche di peggiorare ulteriormente le prospettive di ripresa – proseguono Barbaresi, Rossi e Fioretti -. L’obiettivo prioritario, da riconfermare con convinzione, è quello di contrastare la diffusione del virus e le occasioni di contatto tra le persone che favoriscono la diffusione stessa. Per questo chiediamo a tutti, a partire dal sistema delle imprese, una maggiore attenzione per garantire coerenza tra ciò che serve fare e ciò che si fa». In proposito vogliamo ricordare che oltre 3.000 imprese marchigiane escluse dalla lista delle attività essenziali hanno comunicato alle Prefetture di voler continuare a svolgere la propria attività: un numero incredibilmente elevato. Ci teniamo poi a ribadire con forza che nelle realtà in cui si lavora devono essere garantite tutte le misure di salute e sicurezza previste dal Protocollo del 14 marzo. In assenza di tali misure le attività vanno fermate e ai lavoratori assicurato l’accesso agli ammortizzatori sociali. Questa condizione deve essere preventivamente verificata in ogni realtà aziendale che, in prospettiva, si appresti a ripartire. Proseguono Barbaresi Rossi e Fioretti: «Nelle Marche ogni giorno registriamo ancora vittime e centinaia di contagi. La nostra prima preoccupazione ora è di fermare questo incubo. Non può restare inascoltato il grido di allarme degli operatori della sanità che ci chiedono non solo rispetto per il loro enorme sacrificio ma si appellano all’impegno di tutti per salvaguardare la salute rispettando divieti e restrizioni: diversamente riporteremmo l’intero sistema sanitario regionale ai limiti del collasso». Per questo, di fronte a questo quadro ci troviamo a ribadire come sia necessario oggi più di ieri affermare che le esigenze di tutela della salute di lavoratori e cittadini debbono continuare ad avere assoluta priorità sulle esigenze meramente economiche . 
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09/04/2020 Coronavirus: i sindacati chiedono di chiudere le attività di vendita di alimentari e di generi di prima necessità in occasione delle festività pasquali
Filcams Cgil Fisascat Cisl e Uiltucs Uil delle Marche, consapevoli che il settore della distribuzione alimentare è essenziale per la popolazione e che per tale ragione è stato consentito alle aziende di continuare la loro attività, chiedono con forza che il governo regionale disponga la chiusura nei giorni festivi di tutte le attività di vendita di generi alimentari e di prima necessità sia nell’ambito degli esercizi commerciali di vicinato, sia nell’ambito della media e grande distribuzione, anche ricompresi nei centri commerciali. La funzione di servizio alla comunità regionale che i negozi alimentari offrono non giustifica l’apertura degli stessi anche nelle prossime giornate festive. «Oltre alla doverosa attenzione che va posta nei confronti dei lavoratori del settore, per i quali le prossime giornate festive potrebbero rappresentare le sole occasioni per trascorrere l’intera giornata con la propria famiglia, riteniamo che l’apertura delle grandi strutture di vendita nelle festività possa costituire un pretesto per intere famiglie per lasciare la propria abitazione e trascorrere un momento “di svago” nei centri commerciali con le inevitabili conseguenze dal punto di vista dell’ampliamento del contagio - dichiarano i Segretari Barbara Lucchi, Selena Soleggiati e Fabrizio Bontà -. Confidiamo pertanto che la Regione Marche, come stanno già facendo altre regioni, anche confinanti, in questi giorni, provvederà a disporre la chiusura di tutte le strutture della distribuzione alimentare nelle prossime festività di Pasqua, Lunedì dell’Angelo, 25 aprile e 1 Maggio».
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09/04/2020 Aerdorica: sottoscritto l'accordo tra Regione, azienda e sindacati
Semaforo verde dalle tre sigle sindacali dei confederati dei trasporti Filt Cgil, Filt Cisl, Filt Uil alla sottoscrizione insieme con Regione Marche, assessorato politiche del Lavoro, dell’accordo proposto dall’Azienda Aerdorica. I punti fondamentali del documento prevedono un periodo di cassa integrazione a tutto il 31 dicembre 2020, avvalendosi sia della cassa integrazione da Covid 19, sia della cassa integrazione straordinaria. L’accordo prevede anche per i dipendenti che a seguito delle esternalizzazioni non dovessero risultare riassorbiti dalle società esterne incentivazioni finanziarie significative. In aggiunta alla sottoscrizione di tale accordo Regione Marche nella giornata oggi ha anche approvato un protocollo che prevede criteri che possono agevolare la ricollocazione del personale dichiarato in esubero e non riassorbito a seguito delle esternalizzazioni dei servizi.  «Quella di Aerdorica - commenta l’assessore al Lavoro Loretta Bravi - è una operazione eccezionale che va avanti da tempo e questo è un ulteriore passaggio di questo percorso. È l’esito di una procedura che sottende ad una prospettiva di contenuto. La Regione si impegna con un serio piano di politiche attive, con una concreta possibilità di evitare ogni licenziamento. C’è la cassa integrazione, ci soni incentivi all’esodo e un protocollo a garanzia. È stato un dialogo lungo e difficile, oltre 10 incontri, ma franco, che ha cercato di porsi realisticamente dentro una situazione storica drammatica quella della pandemia, che non facilita la ripresa di una struttura che comunque è reputata strategica. Ricordo infatti che il Sanzio è tra i 17 aeroporti rimasti aperti per consentire il traffico delle merci».   Valeria Talevi (FILT CGIL), Daniela Rossi (FIT CISL), Giorgio Andreani (UILTRASPORTI ) da parte loro esprimono «grande soddisfazione per l’accordo raggiunto con la società Aerdorica e Regione Marche. Dopo giorni di lunghe ed estenuanti trattive – proseguono - lo giudichiamo il miglior accordo possibile in una condizione di forte difficoltà del trasporto aereo e delle condizioni di partenza della società. Abbiamo salvaguardato i posti di lavoro all’interno dell’aeroporto e laddove ciò non sia stato possibile abbiamo previsto, grazie all’ interessamento fattivo della Regione, il possibile ricollocamento del personale in un programma di politiche attive promosso da noi  e accolto favorevolmente da Regione nella Giunta straordinaria di oggi. Abbiamo inoltre allo stesso tempo salvaguardato il reddito dei lavoratori attraverso incentivazioni all’esodo che la Società Aerdorica ha accolto positivamente   dimostrando così maggiore sensibilità nei confronti dei propri dipendenti oltre che un atteggiamento più costruttivo per le future relazioni industriali. Relativamente allo stato di crisi determinatosi dall’emergenza sanitaria in atto il personale potrà avvalersi di un periodo di Cassa integrazione per crisi fino al 31 /12/2020. Nel corso dell’assemblea odierna – concludono -, effettuata in videoconferenza, abbiamo registrato una significativa partecipazione dei lavoratori che malgrado lo strumento innovativo di consultazione hanno accolto positivamente l’intesa raggiunta».
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09/04/2020 Coronavirus e liquidità dei Comuni: servono risorse governative per garantire i servizi e valorizzare il personale impegnato in questo momento drammatico
Ha ragione il Presidente Nazionale dell'Anci De Caro quando sostiene che il sistema dei Comuni ha bisogno in tutta Italia di almeno cinque miliardi di euro per poter erogare i servizi ai cittadini e riconoscere l'attività svolta dai dipendenti.   Anche nelle Marche, ove operano circa 10.000 dipendenti comunali, i Comuni hanno continuato in piena emergenza Covid ad erogare i servizi sospendendo i pagamenti dei tributi locali ed i piani di rateizzazione in essere. Sono state giustamente sospese anche le rette per gli asili e la mensa, ed anche le entrate derivanti dal sistema dei trasporti e parcheggi sono crollate. Contestualmente i dipendenti, anche da postazioni in smart working, non hanno mancato di dare supporto alla popolazione garantendo servizi fondamentali quale anagrafe e stato civile, i controlli previsti dall'emergenza Covid con la Polizia Municipale e più in generale l'intera attività comunale (uffici tecnici, ragioneria, informatica, servizi sociali ecc..). Tali servizi sono stati erogati, grazie anche agli accordi sindacali, in condizione di sostanziale sicurezza nonostante la drammaticità del momento. In queste settimane, i dipendenti comunali si sono messi a disposizione della collettività anche per accelerare l’erogazione dei buoni spesa, fondamentali per supportare le fasce più deboli della popolazione. «Se però il Governo non procederà a una iniezione di liquidità al sistema dei Comuni - dichiara Luca Talevi, Segretario Generale della Cisl Fp Marche - si rischierà nei prossimi mesi di non avere le risorse per garantire i servizi ai cittadini e valorizzare la professionalità e l'impegno dei lavoratori che nelle Marche hanno assicurato la piena operatività degli enti». La Cisl Fp Marche ritiene altresì che i Comuni debbano attivarsi con il Governo affinché i 100 euro lordi previsti dal Governo per chi ha lavorato a marzo coinvolgano anche i lavoratori in smart working e contestualmente prevedano risorse aggiuntive per premiare tutto il personale che sta dando prova di estrema serietà e professionalità in condizioni oggettive di estremo disagio.
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07/04/2020 Coronavirus: la Fit Cisl chiede più lavoratori e mezzi per la disinfezione della città di Ancona e un rafforzamento della raccolta porta a porta
La Fit Cisl Marche osserva come ad Ancona si sia deciso di affrontare il problema della sanificazione/ disinfezione in modo “timido”, con soli 2 operatori in turno al giorno. Come segreteria regionale, con le Rsu, abbiamo chiesto un’azione più incisiva con la messa in servizio di più operatori e mezzi in modo da garantire in tutta la città, comprese le periferie, interventi quotidiani in luoghi prossimi a farmacie, poste, supermercati, ospedali, e azioni, secondo necessità, presso parchi, piazze, luoghi di culto, e altro. Anche la raccolta porta a porta dei rifiuti presenta non poche criticità: la riorganizzazione dei servizi ha determinato in città la presenza di rifiuti a terra e cassonetti debordanti, oltre aver causato un incremento ingiustificato dei carichi di lavoro degli operatori addetti alla raccolta. Per Roberto Ascani, Segretario Generale Fit Cisl Marche, il confronto con le Rsu «va intensificato e ripreso per tarare al meglio risorse umane ed attività senza pregiudizi e senza avere come obbiettivo l’attivazione degli ammortizzatori sociali. Rimane prioritario offrire alla cittadinanza il miglior servizio possibile nel rispetto della tutela della salute e sicurezza di chi lavora».
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07/04/2020 Emergenza Covid 19 Agricoltura FaiCisl FlaiCgil UilaUil : “I voucher non danno una risposta alla mancanza di manodopera nelle Marche”
  La mancanza di manodopera agricola nelle Marche, come in altre regioni  d’Italia, è  una delle tante conseguenze della pandemia in atto,  «  a questa situazione si può dare una prima importante risposta regolarizzando i lavoratori immigrati extracomunitari già presenti in Italia -  rilanciano i sindacati di categoria  FaiCisl-FlaiCgil-UilaUil  Marche - con contratti regolari e lavoro  in condizioni di  sicurezza. Sostanzialmente i voucher sarebbero solo un altro strumento di precarietà del lavoro agricolo visto che  la flessibilità nelle forme di assunzione ce n’è già abbastanza» FaiCisl-FlaiCgil-UilaUil Marche  ricordano alle imprese agricole marchigiane e a chi le rappresenta che esistono già da diversi anni  strumenti contrattuali per l’assunzione degli stagionali  agricoli  che garantiscono la massima flessibilità «per cui  non vi è nessuna necessità di reintrodurre uno strumento del tutto improprio come il  VOUCHER  e così poco controllabile nel uso. - sottolineano i sindacati  - Approfittare dell’emergenza per tornare alla carica sulla vecchia e fallimentare ricetta della contrazione dei diritti e dei salari attraverso uno strumento di copertura del lavoro nero come risposta all’emergenza è deludente, per niente lungimirante e all’altezza della qualità dell’agricoltura delle Marche . -  ribadiscono  FaiCisl-FlaiCgil-UilaUil Marche - Pensavamo che la  lezione del recente passato fosse stata ormai recepita ma l’opportunismo cieco  che viene riproposto ci dimostra che ancora c’è parecchio lavoro da fare.» Per questo FaiCisl-FlaiCgil-UilaUil Marche  ritengono che « la prossima e auspicabile fase post-emergenziale si  debba fondare sulla valorizzazione dei diritti e delle tutele a favore dei lavoratori. È importante ricordare alle associazioni datoriali agricole che le produzioni di qualità non possono prescindere da un lavoro di qualità, ben tutelato e ben retribuito . - precisano  -  La sburocratizzazione per le imprese agricole non può passare per la riduzione dei livelli  di tutela per i braccianti, che mai come in questo momento hanno bisogno di veder rispettate le norme su salute e sicurezza nei luoghi di lavoro  e di avere contratti più stabili e duraturi.  - concludono FaiCisl-FlaiCgil-UilaUil Marche  - Attrarre lavoratori in agricoltura è possibile ma solo se si garantiscono tutele contrattuali ed economiche dignitose per chi lavora .»      
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07/04/2020 MISURE DI SOSTEGNO PER I LAVORATORI
    SINTESI DECRETO CURA ITALIA: LE MISURE A SOSTEGNO DEL LAVORO  a cura di INAS CISL    
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07/04/2020 MISURE DI SOSTEGNO PER LE FAMIGLIE
 SINTESI DECRETO CURA ITALIA: LE MISURE PER LE FAMIGLIE a cura di INAS CISL            Congedi e Legge 104: le misure per le famiglie del Decreto "Cura Italia"   30 marzo 2020 Il Decreto Legge 18/2020, il cosiddetto "Cura Italia", emanato dal Governo per fronteggiare l'emergenza Coronavirus contiene misure di sostegno economico per le famiglie. In particolare, sono previsti congedi parentali straordinari per i lavoratori del settore privato, per i lavoratori autonomi, per gli iscritti alle gestioni separate e per i lavoratori del settore pubblico e del settore sanitario pubblico o privato convenzionato. Sono estesi anche i permessi previsti dalla Legge 104/92: il numero dei giorni di permesso mensile retribuiti coperti da contribuzione figurativa di cui all’art 33 c.3 L 104/92 è incrementato di ulteriori complessivi 12 gg distribuibili nei mesi di marzo e aprile 2020, per un totale di 18 gg usufruibili nei due mesi in questione. Esempio 1: 6 giorni di permesso a marzo + 3 giorni di permesso ordinario 6 giorni di permesso ad aprile + 3 giorni di permesso ordinario Esempio 2: 8 giorni di permesso a marzo + 3 giorni di permesso ordinario 4 giorni di permesso ad aprile + 3 giorni di permesso ordinario   Il beneficio è riconosciuto anche al personale sanitario compatibilmente con le esigenze organizzative delle aziende ed enti del Servizio sanitario nazionale impegnati nell'emergenza COVID-19 e del comparto sanità. Attenzione: se il dipendente già fruisce di permessi per assistenza a disabile,non deve presentare alcuna domanda, ma accordarsi col datore di lavoro per usufruire degli ulteriori giorni; per il lavoratore che richiede i permessi per la prima volta occorre presentare istanza telematica all’Inps. Per informazioni contatta telefonicamente il patronato INAS CISL al numero unico 800 249 307 LE PRATICHE INAS PER GLI ISCRITTI CISL SONO GRATUITE    
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06/04/2020 Coronavirus: nuova organizzazione del lavoro per la Polizia Locale di Macerata
Con lo scopo di salvaguardare al massimo la salute dei lavoratori, il Comune di Macerata ha modificato l'organizzazione del lavoro della Polizia Locale.   La nuova disposizione, prevede la suddivisione del personale in tre gruppi che avranno rotazione settimanale in modo tale che un gruppo lavorerà da casa in modalità in Smart working e due saranno invece presenti in sede suddivisi in due turni lavorativi (mattino dalle 7,30 alle 13,30, pomeriggio dalle 14 alle 20 o dalle 16 alle 22). In questo modo diminuisce il numero di persone in contatto tra di loro e quindi la probabilità di contagio. Saranno naturalmente rispettate le distanze di sicurezza interpersonale e l’uso dei dispositivi di protezione. Il referente territoriale della Cisl Fp Marche, Alessandro Moretti, esprime soddisfazione per il risultato ottenuto: «Ringraziamo il Comandante per la condivisione di idee e gli RSU Paulini e Bertarelli per l'impegno profuso a tutela di tutti i componenti del Corpo».
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06/04/2020 Buono spesa: pubblicato il bando dell'Ambito Territoriale Sociale 9 di Jesi
È stato pubblicato il bando per l'erogazione dei buoni spesa alimentare in favore dei cittadini dei Comuni dell'Ambito Territoriale Sociale 9 in difficoltà economiche a causa della diffusione del virus Covid-19. I residenti nei Comuni di Jesi, Monsano, Monte Roberto, Morro d'Alba, Filottrano, Mergo, Maiolati Spontini e Castelplanio possono presentare richiesta per beneficiare dell’acquisto di generi alimentari da utilizzarsi esclusivamente in uno degli esercizi commerciali convenzionati di cui all’elenco costantemente aggiornato e pubblicato sul sito dell’ASP AMBITO 9. Dovrà fare domanda la persona che, all'interno del nucleo familiare, andrà a fare la spesa, in quanto il buono è personale e non cedibile. La richiesta potrà essere presentata solo una volta. Per i Comuni dell'Ambito Territoriale Sociale 9 non ricompresi bisogna accedere al sito dei singoli enti. Tutte le informazioni e il modulo per inviare la richiesta sono in allegato    
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06/04/2020 EMERGENZA CORONAVIRUS: PROVVEDIMENTI SULLA CASA IN ABITAZIONE PRINCIPALE
Tutte le misure inserite nel Decreto "Cura Italia" a seguito dell'emergenza Covid-19 riguardanti la casa in abitazione principale: mutui, sfratti, locazioni, alloggi popolari. Tali provvedimenti si vanno ad aggiungere a quelli già in vigore
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06/04/2020 Emergenza Covid19 Bando assegnazione Buoni Spesa Cgil Cisl Uil Fabriano risultato positivo dopo un confronto serrato con i Sindaci
 Positivo per CGIL CISL UIL della zona di Fabriano  il lavoro svolto con i Sindaci dell’Ambito 10 e con il Presidente dell’Unione Montana Esino-Frasassi nel formulare un regolamento congiunto in merito al Bando per l’assegnazione dei Bonus Alimentari  a sostegno della difficile situazione economica determinatasi per effetto delle conseguenze COVID 19, in riferimento  al DPCM 28 marzo 2020 e dell’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 658 del 29 marzo 2020. «Abbiamo contribuito in maniera attiva alla costruzione delle priorità nell’ assegnazione degli aiuti, in un momento così difficile per i cittadini del nostro territorio e del nostro paese. - affermano CGIL CISL UIL della zona di Fabriano -  Un confronto serrato, ovviamente  in video-conferenza, con i Sindaci del territorio che ha permesso di  raggiungere l’obiettivo di applicare lo stesso regolamento in tutti e 5 i Comuni del territorio montano, Fabriano, Sassoferrato, Genga, Cerreto D’Esi e Serra S. Quirico.  - sottolineano i rappresentanti sindacali della zona di Fabriano -  Inoltre, il nostro contributo è stato risolutivo nella stesura del Bando, è nostra consuetudine contribuire alla soluzione dei problemi,  per questo vorremmo ricordare ai Sindaci che il contraddittorio è un valore della democrazia che va sempre perseguito. Chiediamo anche per il futuro - concludono Cgil Cisl Uil Fabriano -  l’unità decisionale tra i Comuni del territorio, modalità che ci aiuta e rafforza come comunità. Insieme, con determinazione e con senso di responsabilità sicuramente ne usciremo più forti.»
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06/04/2020 Emergenza Covid 19, lavoratori strutture per anziani, Cisl Fp Marche: " E' urgente garantire la massima sicurezza e riconoscimenti economici”
«La  Cisl Fp  Marche, nell'esprimere la propria solidarietà e collaborazione ai lavoratori delle strutture per anziani nelle Marche, ai Sindaci e responsabili delle strutture coinvolte nella emergenza Covid che colpisce pesantemente le residenze  socio -sanitarie della nostra regione ed i più vulnerabili quali gli anziani, ritiene fondamentale che ogni struttura si attenga ai contenuti del Protocollo Nazionale per la prevenzione e la sicurezza dei lavoratori del 24 marzo 2020 sottoscritto dai sindacati con il Ministero della Salute»  scrive in una nota stampa Luca Talevi, Segretario Generale Cisl Fp Marche.  «Fondamentale  garantire i dispositivi di protezione individuale nella quantità adeguata e con rispondenza degli stessi ai requisiti tecnici necessari a tutelare la salute sia dei lavoratori che degli anziani oltre che assicurare l'esecuzione periodica dei tamponi al personale o di test di laboratorio atti a riscontrare l'eventuale positività. - continua Talevi -  Ogni luogo di lavoro dovrà essere periodicamente sanificato e dovranno essere coinvolti i rappresentanti dei lavoratori alla sicurezza per adeguare il Documento di Valutazione del Rischio alle nuove situazioni create dall'emergenza Covid.»   La Cisl Fp Marche è disponibile  per condividere, anche a distanza,« momenti di confronto struttura per struttura, soprattutto per quelle ubicate nelle province di Ancona e Macerata , particolarmente colpite, al fine di  favorire momenti di confronto utile ad affrontare le criticità evidenziate. - conclude Talevi - Si tratta di circa 400 strutture marchigiane ove vi sono circa 12.000 anziani ed operano quasi 6.000 lavoratori ai quali oltre che la dovuta sicurezza dovrà essere garantito un riconoscimento economico atto a valorizzare l'enorme lavoro svolto in una condizione di estrema difficoltà.»
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04/04/2020 Pfizer Ascoli Piceno €1500/marzo per i lavoratori Covid-19
  Il Decreto Legge n. 18 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 70 del 17 marzo 2020, ha previsto, tra le altre disposizioni, all’art. 63, un premio per i lavoratori dipendenti. Il premio ammonta a 100 euro, da rapportare al numero di giorni di lavoro svolti nella sede di lavoro nel mese di marzo 2020. Le Rsu dello stabilimento di Ascoli Piceno hanno ritenuto opportuno cosi come è avvenuto in altre aziende italiane, di indurre l'azienda a decidere in merito all'innalzamento del premio qui sopra. L'azienda Pfizer di Ascoli Piceno ha deciso di elargire a tutti i dipendenti (con contratto a tempo determinato ed indeterminato e ai lavoratori che ad un certo punto per qualche problema di salute non hanno più lavorato) presenti in stabilimento in questo periodo di COVID 19 un premio di presenza di euro 1500 che saranno presenti nel cedolino del mese di maggio. La Femca Cisl Marche -nelle persone di Andrea Migliori e Piero Mozzoni, Sandro Ferretti, Angelo Pisetta, Carlo Caponi per la RSU Cisl- esprime soddisfazione per  la decisione aziendale, anche in merito alle osservazioni poste di cui sopra, ed auspica che tale importo economico sia riconosciuto anche ad i lavoratori in somministrazione. Ed aggiungono: "starà a noi monitorare il proseguio del lavoro, l'applicazione di tutte le norme di sicurezza e proseguire nella negoziazione per le lavoratrici ed i lavoratori." La Femca Cisl Marche esprime un ringraziamento a tutti i dipendenti Pfizer ed a tutti i lavoratori dipendenti delle aziende essenziali, che in questo delicato momento emergenziale, con forte senso di responsabilità hanno continuato la loro attività professionale, nonostante i tanti disagi che in questi giorni hanno dovuto affrontare.  
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03/04/2020 Smart working nella Pubblica Amministrazione: Cisl Fp e Fp Cgil scrivono al Prefetto di Macerata e ai sindaci per far rispettare le norme
La Cisl Fp Marche, tramite il responsabile di Macerata Alessandro Moretti, e la Fp Cgil hanno scritto una lettera al Prefetto di Macerata e ai sindaci della Provincia per sollecitare il rispetto, da parte delle Pubbliche Amministrazioni locali, delle direttive, circolari e decreti riguardanti l'emergenza Coronavirus e l'applicazione dello smart working nel pubblico impiego. «Ci risultano numerosi casi di Enti che, disattendendo quanto descritto dai decreti riguardanti il contenimento della pandemia da Coronavirus rispetto alle modalità di funzionamento della Pubblica Amministrazione, rifiutano di applicare l’art. 87 del D.L. 18 del 17 marzo 2020 - scrivono Cisl Fp e Fp Cgil di Macerata -. Da tempo insistiamo perché la ratio delle norme di riduzione delle presenze fisiche negli uffici, salvaguardati i servizi essenziali a tutela dei cittadini, siano applicate ma è purtroppo sfuggito a molti Amministratori quanto la priorità, in questo contesto, debba necessariamente essere il diritto alla salute del lavoratore che, peraltro, si traduce in strumento di tutela della salute pubblica». Nonostante le numerose richieste, «Ci risultano ad oggi enti che non utilizzano lo smart working, enti il cui numero di dipendenti che lavora in presenza è assolutamente sproporzionato ed enti che deliberano l’utilizzo delle ferie 2020». I sindacati del Pubblico Impiego chiedono dunque un intervento per verificare l'effettivo rispetto delle norme.
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03/04/2020 Coronavirus, difficoltà all'Ospedale di Urbino: «Manca il personale. Trattare gli arrivi in Pronto Soccorso come potenziali Covid»
«Già prima dell'emergenza, all'Ospedale di Urbino mancavano 50 infermieri e 20 OSS. Ora, tra quarantene e positività al Covid, la carenza di organico è ancora più grave». È quanto dichiara al Tgr Rai Marche Alessandro Contadini della Cisl Fp Marche, che insieme alla Fp Cgil chiede di individuare una struttura dedicata ai pazienti non affetti da Coronavirus per ridurre il pericolo di contagio. A preoccupare è infatti la natura "mista" dell'ospedale urbinate: «Gli arrivi in Pronto Soccorso vanno trattati come potenziali positivi» conclude Contadini.
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03/04/2020 Coronavirus: le aziende del Fermano chiedono di ripartire. Garantire sicurezza ed ammortizzatori sociali
«Gli ammortizzatori sociali devono essere una certezza, non uno slogan. Bisogna garantire che vengano anticipati e avere attenzione anche per gli ex lavoratori che in questo momento sono privi di copertura economica». Così Alfonso Cifani, responsabile della Cisl di Fermo, ai microfoni del Tgr Rai Marche
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03/04/2020 Mobilità 2020: alla tua domanda ci pensa Cisl Scuola Marche
Fai parte del personale scolastico e devi presentare domanda di mobilità? Anche se i nostri uffici sono chiusi, Cisl Scuola Marche è pronta ad aiutarti: basta andare sul sito www.cislmarche.it Scopri in questo video come richiedere una consulenza per la tua provincia, se puoi fare domanda e quali sono le scadenze #Restiamoacasa: alla tua domanda di mobilità ci pensa Cisl Scuola Marche
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02/04/2020 Lavoratori Jp Industries esclusi dalle misure straordinarie per il Coronavirus: si rischia il disastro sociale
La Fim Cisl Marche denuncia la grave situazione in cui versano i Lavoratori della J.P. Industries di Fabriano, azienda che occupa nelle Marche 300 dipendenti dei 590 complessivi. Il 20 dicembre 2019, presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, è stato richiesto l’accesso alla concessione in proroga della cassa integrazione straordinaria per riorganizzazione aziendale a causa della scadenza del precedente decreto di cassa integrazione. Nell’accordo ministeriale si prevedeva il pagamento diretto da parte dell’INPS, poiché l’azienda si trova in grave situazione economica. Nonostante l’esito positivo dichiarato a conclusione dell’esame congiunto al Ministero, ad oggi, dopo oltre tre mesi dalla firma, non c’è stato ancora nessun decreto di approvazione da parte dello stesso Ministero e nel contempo i lavoratori e le loro famiglie sono senza copertura economica. È una situazione che provoca una grave tensione sociale, resa ancora più drammatica dall’emergenza Coronavirus, poiché gli operai e le loro famiglie sono privi di qualsivoglia copertura reddituale. In questo momento i lavoratori della JP sono esclusi anche dai recenti interventi introdotti dal Governo, non possono accedere alla cassa in deroga, non possono accedere agli anticipi delle banche per i periodi di cassa integrazione poiché questi sono concessi solo per la causale Covid-19. Su un territorio già martoriato dalle varie crisi industriali e del settore dell’elettrodomestico si sta consumando l’ennesimo disastro sociale. «Sollecitiamo tutte le istituzioni per un loro intervento immediato, la Regione Marche in primis, il Comune di Fabriano e lo stesso Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali» dichiara Giampiero Santoni, Segretario regionale della FIm Cisl Marche. Di recente, le segreterie regionali di Fim, Fiom e Uilm hanno sollecitato ufficialmente il Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Nunzia Catalfo chiedendo un suo intervento: sindacati e lavoratori sono tuttora in attesa di una risposta.
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02/04/2020 Emergenza Covid 19 Erogazione Buoni Spesa, Cisl Fano: "Bene criteri omogenei per tutti i Comuni dell'ATS 6, con ISEE la distribuzione sarebbe stata più equa"
  In questi giorni i Comuni hanno definito le misure per l’erogazione di buoni spesa, « Un plauso va al Comune di Fano   che ha omogenizzato i criteri per tutti Comuni dell’Ambito territoriale sociale 6 di Fano, decisione non attuata ad esempio per i Comuni dell’ATS 7 di Fossombrone. - commentano  Giovanni Giovanelli, Responsabile della Cisl di Fano e Luciano Rovinelli, della Fnp Cisl di Fano -  Ma non possiamo non fare  alcune osservazioni che avrebbero potuto rendere la distribuzione di questi buoni spesa più equa.»     In particolare « prima considerazione, vogliamo segnalare, uno scarso coinvolgimento dei sindacati e di tutte le associazioni di volontariato, del terzo settore che operano nel territorio, nella  definizione delle modalità e dei criteri di erogazione dei buoni. Scelte di questo tipo vanno condivise con i soggetti del territorio. - sottolineano Giovanelli e Rovinelli - Seconda considerazione, esprimiamo la nostra contrarietà al mancato utilizzo dello strumento dell’isee (utilizzato anche dalla Caritas per l’accesso ai servizi): ricordiamo che la maggior parte dei cittadini hanno  già l’Isee ed in ogni caso gli uffici fiscali sono operativi per il calcolo. Sosteniamo l’utilizzo dell'Isee - spiegano -  perché fotografa la situazione patrimoniale non solo riferita alla giacenza media dei conti correnti ma anche tutto il patrimonio finanziario (titoli di stato libretti al portatore, bot Cct titoli di risparmio e così via...). L’utilizzo dell’isee per favorire l’accesso avrebbe garantito maggiore equità e rigorosamente fotografa la situazione patrimoniale senza possibilità di omissioni.»   Terza considerazione:« Rimaniamo scettici nell’utilizzo del solo riferimento al saldo del contro corrente al 31 marzo. - rilanciano - Sarebbe stato più efficace e avrebbe fotografato meglio la situazione finanziaria, volendo utilizzare il saldo del conto corrente,  la richiesta anche del  saldo di tutti i titoli di deposito bancario,  postali e dei vari titoli finanziari di risparmio. »   In questa difficilissima crisi   «riteniamo fondamentale qualificare il confronto con tutto il mondo associativo le organizzazioni sindacali, quelle datoriali e tutto il terzo settore.  - concludono Giovanelli e Rovinelli - Solo scelte condivise saranno efficaci per affrontare la crisi attuale e per definire le strategie utili per affrontare il futuro economico e sociale del nostro territorio.»              
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01/04/2020 Coronavirus: nel Fermano ancora pochi tamponi e tante incognite sul futuro della sanità
In questi ultimi giorni, tutti i mezzi d'informazione stanno parlando dell'aumento dei tamponi in tutte le regioni, ma la situazione nelle Marche, come viene raccontata alla Cisl Fp nelle centinaia di mail, messaggi e lettere che riceviamo giornalmente, é preoccupante. C'è ormai un senso di rassegnazione sia tra gli operatori sia tra i cittadini sul fatto che, nonostante i sintomi, la vicinanza con familiari positivi, contatti avuti con pazienti positivi o molto sospetti, i tamponi non si riescano a fare. Bisogna che s'inizi a dire tutta la verità: nelle Marche, tamponi e reagenti non arrivano o arrivano in numero insufficiente. Le persone più responsabili, che hanno la possibilità di farlo, si chiudono in casa, ma altri, costretti da forza maggiore, vanno al lavoro. Tanti, pur con febbre, sperano per giorni che qualcuno suoni alla porta per sottoporli al test. Molto spesso, peró, quest'attesa resta tale.  Nel fermano, gli errori commessi nelle prime settimane della pandemia, soprattutto all'interno dell'ospedale, sono costati carissimo in termine di contagi, malattie ed assenze di tantissimi operatori sanitari. Qualcuno di questi è ancora ricoverato o addirittura attaccato al respiratore. Su tutto questo, al momento opportuno, dovrà essere aperto il doloroso capitolo delle negligenze e delle responsabilità, come richiesto anche dalla Cisl Fp Marche con opportuno esposto inviato alla Procura.  «Con circa 70 tamponi al giorno, tanti se ne riescono a fare a Fermo, dove vogliamo andare? - chiede Giuseppe Donati, Segretario regionale della Cisl Fp Marche -. Conosciamo figli, mogli, mariti di positivi che attendono invano il tampone. Vorrebbero legittimamente sapere se hanno contratto la malattia».  «Ai cittadini va detta la verità, tutta intera - prosegue Donati -. Non basta aumentare il numero di laboratori convenzionati e privati che eseguono tamponi se poi non si trovano i reagenti per fare le analisi. Abbiamo chiesto alla Direzione dell'Area Vasta 4 di essere trasparente e di fornire, una volta per tutte, la mappatura dei tamponi eseguiti al personale sanitario e di rendere noto il piano di tamponamento futuro di tutti i dipendenti. Basta annunci: vogliamo i numeri reali».   Per la Cisl Fp Marche, inoltre, bisogna cominciare a pensare a dopo l'emergenza: «L'obiettivo primario senza se e senza ma, per Fermo ed il Fermano, sarà ripristinare quanto prima l'operatività del Murri - insiste Donati -. I 170.000 cittadini di questo territorio hanno solo quest'ospedale ed hanno diritto di averlo pienamente funzionante  perché le altre malattie non attendono il Covid. I fermani hanno pagato più di altri nelle Marche la scelta sbagliata di non aver riattivato in tempo ospedali periferici per accogliere i malati positivi e salvaguardare l'unico polo ospedaliero dell'AV4».    La situazione attuale, per la Cisl Fp Marche, non potrà reggere oltre i due mesi. Migliaia di prestazioni sanitarie rinviate, interventi chirurgici non eseguiti, visite specialistiche bloccate non possono essere tollerate a lungo.  Il Murri dovrà tornare quanto prima alla sua attività normale, con un ripensamento profondo sul modello organizzativo, strutturale e strumentale. Il sistema, dopo decenni di tagli e ristrutturazioni che sono stati veri e propri razionamenti, ha gravemente fallito sia a livello nazionale che regionale. Si è trovato impreparato sia sotto l'aspetto della risposta ai bisogni di cura che su quello della prevenzione. Va quindi cambiata radicalmente marcia.  «In questi giorni sorgono nuovi ospedali, si triplicano i posti di Rianimazione, piovono dall'alto respiratori, acquistati e finanziati da privati benefattori - aggiunge Donati -. I beni materiali si possono produrre, ma la professionalità non si acquista al supermercato. Dove si reperirà il personale per far funzionare questi ospedali? Senza voler sminuire gli sforzi fatti finora, sono tanti i dubbi sul futuro. Rischiamo di veder arrivare questi grandi centri di Rianimazione quando non serviranno più o serviranno molto meno».   Sempre riguardo al futuro, bisognerà pensare anche alle conseguenze sulle casse pubbliche: «Occorrerà ripianare un buco finanziario enorme - dice Donati -. Stato centrale e Regioni usciranno dall'emergenza con le ossa rotte e le casse vuote. Non vorremmo a quel punto, come avvenuto anche in precedenti emergenze, che a farne le spese saranno quei territori, in primis il  Fermano, meno forti politicamente e con meno o zero sponsor. Ci aspettiamo da parte della Regione e dell'Asur la medesima solerzia messa in campo al momento di  pianificare i piani di attacco al Covid con accorpamenti, chiusure e spostamenti di reparti, nel predisporre un graduale ritorno alla normalità del Murri. Nessuno pensi minimamente di approfittare di quanto avvenuto per portare a termine ipotesi di ulteriore ridimensionamento di servizi. Se così fosse, faremo le barricate».   «Ritornare al più presto alla normalità è un debito di gratitudine che la Politica e gli amministratori hanno verso gli operatori sanitari, ricomprendendo tutti coloro che hanno prestato assistenza a vario titolo - conclude Donati - ma anche un dovere nei confronti di una cittadinanza che ha estrema urgenza di normalità e di servizi sanitari pienamente operativi».
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01/04/2020 Pensioni, congedi e indennità: Patronato Inas Cisl resta operativo per assistere i cittadini
In una quotidianità stravolta dall’emergenza sanitaria, il bisogno di attivare diritti previdenziali e socioassistenziali come ad esempio: fare domanda per il bonus di 600 euro; chiedere all’Inps un congedo per assistere un familiare o inviare la richiesta di riconoscimento di infortunio sul lavoro perché si è stati contagiati dal  Covid-19 in azienda, resta immutato. Per rendere accessibili questi diritti, il patronato Inas Cisl, presente sul territorio con sedi in tutta la regione Marche, resta operativo per assistere i cittadini su domande e procedure che non possono aspettare. «Nonostante l’emergenza -  spiega Paolo Appolloni , Coordinatore regionale Inas Cisl Marche -  non vogliamo lasciare sole le persone. Per farlo abbiamo rimodulato le attività, in modo da consentire alle persone di stare a casa. Nelle ultime due settimane abbiamo inviato all’Inps circa 1300 domande di prestazioni a sostegno delle famiglie in questo momento di grande difficoltà, il tutto senza far muovere le persone dalle proprie abitazioni». Chi ha bisogno dei servizi del patronato deve chiamare il numero verde 800 249307 e spiegare quali sono le proprie esigenze. Il patronato ricontatterà gli interessati per gestire le loro pratiche, nel rispetto delle misure anti-virus. «Solo nel caso in cui la presenza fisica della persona  nei nostri uffici si riveli indispensabile per mandare avanti la pratica prenderemo appuntamento – precisa Paolo Appolloni -  perché anche se restiamo aperti esclusivamente per questo tipo di incontri, facciamo di tutto affinché le persone restino a casa». In questo periodo è sufficiente contattare il Patronato Inas Cisl e attendere il riscontro degli esperti del Patronato Inas per sapere come procedere per ottenere una consulenza sulla possibilità di andare in pensione, di presentare domanda per una prestazione, richiedere i congedi parentali e molto altro. «Noi continuiamo ad essere  operativi – conclude il Responsabile di Inas Marche – perché le tutele delle persone non possono e non devono subire battute d’arresto, soprattutto in questo periodo in cui si ha più bisogno».
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01/04/2020 SCHEDE INAS CISL DECRETO CURA ITALIA
  Tutte le misure a sostegno del LAVORO inserite nel decreto "Cura Italia"  Indennità una tantum  Per il mese di marzo, i 600 € devono essere richiesti all’Inps da: • liberi professionisti con partita Iva  attiva al 23 febbraio; • chi ha rapporti di collaborazione al 23 febbraio, iscritto solo alla gestione separata e non pensionato; • autonomi iscritti a gestioni speciali Ago, non pensionati e non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie, esclusa la gestione separata; • stagionali di turismo e terme, non pensionati e senza rapporto di lavoro dipendente al 18 marzo o che sono diventati disoccupati tra il 1° gennaio 2019 e il 18 marzo 2020; • agricoli a tempo determinato, non pensionati, con almeno 50 giornate effettive di lavoro agricolo nel 2019; • iscritti al Fondo pensioni lavoratori dello spettacolo, non titolari di pensione e di rapporto di lavoro dipendente al 18 marzo, con almeno 30 contributi giornalieri nello stesso fondo nel 2019, da cui deriva un reddito fino a 50.000 €. I 600 € non si cumulano con altre indennità e non spettano a chi ha il reddito di cittadinanza. Quarantena Per i lavoratori privati in quarantena in ospedale o monitorati a casa dalle Autorità sanitarie, il periodo di assenza dal lavoro, vale come malattia. I disabili gravi, gli immunodepressi e chi effettua terapie oncologiche o salvavita, fino al 30 aprile, sono considerati in ricovero se assenti dal lavoro. Permessi legge 104 Tra marzo e aprile 12 giorni in più rispetto ai 3 giorni mensili previsti per i lavoratori dipendenti che assistono un familiare disabile grave. Per i sanitari, l’aumento dei giorni di permesso dipende dalle esigenze organizzative delle strutture sanitarie impegnate nell’emergenza. I giorni aggiuntivi di permessi legge 104 si chiedono al datore di lavoro. Domande di disoccupazione agricola Per la disoccupazione agricola 2019, il termine per la domanda è spostato al 1° giugno 2020. Domande di Naspi e Dis coll Chi perde il lavoro involontariamente tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2020, può chiedere Naspi e Dis coll, entro 128 giorni dalla fine dell’attività lavorativa. Decadenza e prescrizione per le prestazioni I termini di decadenza e di prescrizione per le prestazioni Inps, sono sospesi dal 23 febbraio al 1° giugno 2020.               Tutte le misure a sostegno della famiglia inserite nel decreto "Cura Italia"         Congedo parentale straordinario Dal 5 marzo Con figli tra 0 e 12 anni È previsto un congedo di massimo 15 giorni continuativi o frazionati che spetta alternativamente a entrambi i genitori Con figli tra 12 e 16 anni  È possibile stare a casa per prendersi cura di loro per la chiusura delle scuole Dipendenti  privati e pubblici. Indennità del 50% della retribuzione Gestione separata. Indennità al giorno del 50% di 1/365 del reddito preso a riferimento per l’indennità di maternità.  Autonomi. Indennità al giorno del 50% della retribuzione convenzionale giornaliera stabilita per legge. Dipendenti privati. Non hanno diritto a indennità e contribuzione figurativa. Non possono essere licenziati e hanno diritto a conservare il posto di lavoro. Per richiedere il congedo parentale straordinario l’iter è lo stesso dell’ordinario: si comunica al datore di lavoro quando si vuole utilizzare e si fa la domanda all’Inps.  Bonus baby sitter In alternativa al congedo parentale straordinario, per chi ha figli fino a 12 anni, dal 5 marzo bonus baby sitter fino a 600 € per il periodo di chiusura delle scuole, per dipendenti, autonomi, iscritti solo alla gestione separata, autonomi non iscritti all’Inps, dopo che le casse hanno comunicato il numero dei beneficiari. Il bonus sale fino a 1.000 € per i dipendenti del settore sanitario, pubblico e privato accreditato, quali medici, infermieri, tecnici di laboratorio biomedico, tecnici di radiologia medica, operatori sociosanitari. Lo stesso vale per il personale del comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico impiegato nell’emergenza. Il bonus viene erogato tramite il libretto famiglia.   Permessi legge 104 Tra marzo e aprile 12 giorni in più rispetto ai 3 giorni mensili previsti per i lavoratori dipendenti che assistono un familiare disabile grave. Per i sanitari, l’aumento dei giorni di permesso dipende dalle esigenze organizzative delle strutture sanitarie impegnate nell’emergenza. I giorni aggiuntivi di permessi legge 104 si chiedono al datore di lavoro. Decadenza e prescrizione per le prestazioni I termini di decadenza e di prescrizione per le prestazioni Inps, sono sospesi dal 23 febbraio al 1° giugno 2020 Infortunio sul lavoro Per medici, infermieri e operatori sanitari il contagio da Coronavirus sarà riconosciuto come infortunio sul lavoro, anche se l’episodio che lo ha determinato non è stato percepito o non può essere provato dal lavoratore. Chi risulta positivo al test di conferma del contagio avrà accesso alle tutele previste dall’Inail in caso di infortunio sul lavoro. In questo caso, l’assenza dal lavoro per quarantena o isolamento domiciliare – e quella successiva dovuta all’eventuale prolungamento della malattia – viene considerata come periodo di inabilità temporanea assoluta, indennizzato dall’Inail. Infortunio in itinere Se il contagio si è verificato durante il percorso di andata e ritorno da casa al luogo di lavoro, invece, si configura, come infortunio in itinere. Prestazioni economiche Le prestazioni economiche per i lavoratori affetti da patologie connesse al Coronavirus decorrono dalla data in cui il test è risultato positivo. Quarantena Per i lavoratori privati in quarantena in ospedale o monitorati a casa dalle Autorità sanitarie, il periodo di assenza dal lavoro, vale come malattia. I disabili gravi, gli immunodepressi e chi effettua terapie oncologiche o salvavita, fino al 30 aprile, sono considerati in ricovero se assenti dal lavoro. Permessi legge 104 Tra marzo e aprile 12 giorni in più rispetto ai 3 giorni mensili previsti per i lavoratori dipendenti che assistono un familiare disabile grave. Per i sanitari, l’aumento dei giorni di permesso dipende dalle esigenze organizzative delle strutture sanitarie impegnate nell’emergenza. I giorni aggiuntivi di permessi legge 104 si chiedono al datore di lavoro. Decadenza e prescrizione per le prestazioni I termini di decadenza e di prescrizione per le prestazioni Inps, sono sospesi dal 23 febbraio al 1° giugno 2020.  
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01/04/2020 Emergenza Covid 19: come accedere ai servizi Cisl Marche
Hai bisogno di noi? Scopri in questo video come accedere ai nostri servizi. Anche se le nostre sedi saranno chiuse al pubblico fino al termine dell'emergenza sanitaria, potrai comunque ricevere assistenza senza muoverti da casa: basta andare sul nostro sito www.cislmarche.it Potrai scegliere l'area di tuo interesse: servizi di Patronato, di assistenza fiscale, servizi vari o servizi di tutela sindacale. Ricordati di segnalare il territorio dove vivi, e di lasciare il tuo nome, il numero di telefono e l’indirizzo e-mail. Puoi scrivere direttamente anche la tua richiesta. Sarai contattato da un nostro esperto Restiamo a casa La CISL Marche al tuo fianco, sempre
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31/03/2020 Cgil Cisl Uil Marche scrivono alla Regione: «Dateci i dati sul personale contagiato»
  Emergenza Coronavirus: le Segreterie regionali di CGIL CISL UIL hanno scritto al Presidente Ceriscioli per chiedere dati e informazioni indispensabili per fare chiarezza sulla la progressiva e costante evoluzione dell’epidemia da Covid 19 con il suo drammatico prezzo in termini di decessi in costante crescita e l’enorme carico di lavoro imposto a tutto il sistema sanitario della Regione Marche, ma in particolare a quello delle provincie più colpite.  Ad oggi non esiste o non è reso disponibile, al netto del cosiddetto Progetto 100, sul cui impianto esprimiamo molte riserve, lo schema coordinato degli interventi disposti, nè un dettagliato censimento del personale sanitario e non sanitario colpito dall’infezione da Covid 19, cosi come manca un quadro chiaro delle misure di riorganizzazione dei reparti ospedalieri, di potenziamento delle terapie intensive  e d’istituzione di Covid-Unit, adottate in Regione.  «Abbiamo chiesto al Presidente Ceriscioli di fornirci i dati relativi ai numeri del personale sanitario sottoposto a tampone, quello risultato positivo, quello posto in isolamento domiciliare e quello ricoverato, oltre ad avegli posto il delicatissimo tema delle carenze nella dotazioni dei DPI - dichiarano Daniela Barbaresi, Sauro Rossi e Graziano Fioretti, rispettivamente Segretari Generali di CGIL CISL UIL Marche -. Abbiamo anche chiesto i dati sulla reale distribuzione dei pazienti nelle diverse aree di ricovero delle strutture ospedaliere e in particolare il numero dei pazienti ricoverati nelle singole Covid-Unit, i dati sulle dimissioni, i decessi e a trasferimenti da questi reparti».  Le informazioni ad oggi disponibili, anche in considerazione dei lunghi tempi di degenza dei pazienti in terapia intensiva, lasciano dedurre che la maggior parte dei pazienti trovi attualmente posto per il ricovero presso le aree sub-intensive e le medicine d’urgenza riclassificate come Covid-Unit.  «Dunque – proseguono Barbaresi, Rossi e Fioretti – si ritiene che il maggior carico della gestione dei pazienti colpiti da Covid 19 ricada proprio su queste “aree dedicate” non intensive. Per questa ragione, sarebbe importante conoscere la dotazione in termini di organico, rapportato al numero di posti letto, di dotazioni tecnologiche (dispositivi per ventilazione e per il monitoraggio) e la reale disponibilità di percorsi di diagnosi e terapia condivisi e uniformi».  L’esigenza di avere dati dettagliati è indispensabile per dare evidenza pubblica e difendere il diritto di ogni singolo cittadino di fruire del massimo delle cure possibili, nonché per agevolare e permettere la piena esplicazione del diritto di ogni singolo medico e operatore sanitario di svolgere nella pienezza delle loro competenze e conoscenze il massimo dello sforzo di diagnosi, terapia e cura degli ammalati.  Indispensabile poi il quadro delle misure adottate per ridurre il rischio di contagio all’interno delle strutture sanitarie.  
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31/03/2020 Cgil Cisl Uil Pesaro: «Senza lavoratori non ci sono le aziende»
Cgil Cisl e Uil della Provincia di Pesaro Urbino replicano al vice presidente della Camera di Commercio di Pesaro, Salvatore Giordano. «Con vero stupore e senza nascondere un forte disappunto abbiamo letto le esternazioni del vice presidente della Camera di Commercio in merito alle 508 aziende che vogliono continuare a produrre, adducendo il fatto che le loro produzioni in tutto o in parte sarebbero collegate ai cosiddetti settori essenziali - scrivono Roberto Rossini (Cgil), Maurizio Andreolini (Responsabile della Cisl di Pesaro) e Paolo Rossini (Uil) -. Per noi 508 imprese, (tra l’altro ci risulta che siano ancora aumentate), che autocertificano alla prefettura la loro volontà di voler continuare a lavorare appaiono a nostro parere in termini numerici eccessive rispetto alla principale necessità economica del momento, quello di fermare al più presto possibile la diffusione dell’epidemia da nuovo coronavirus. Prima fermeremo la diffusione del virus prima potremo affrontare l’emergenza economica che già è in atto».   «Il lavoro che stiamo tentando di fare con la Prefettura, con difficoltà, viste le ultime varie dichiarazioni di parte datoriale che sembrano contrastare questa azione, è proprio quello di garantire che le aziende che veramente rientrano nel DPCM 22 marzo possano operare garantendo la sicurezza dei lavoratori e le produzioni essenziali per la sopravvivenza di tutti i cittadini - proseguono i tre sindacalisti -. Non capiamo come il vice presidente della Camera di Commercio, nell’esercizio del suo ruolo istituzionale, possa con così grande disinvoltura, mettere sullo stesso piano il diritto costituzionale alla tutela della salute e l’interesse economico, tale da giustificare un atteggiamento semplicemente utilitaristico e ai nostri occhi irresponsabile, che fa prevalere l’interesse di parte di alcune imprese a scapito di altre. Non ci pare che con le sue dichiarazioni il vice presidente della Camera di Commercio abbia dimostrato di garantire a tutte le parti il mantenimento di un giusto e necessario equilibrio nel rappresentare tutte le imprese del territorio e l’interesse dei lavoratori».   «Può anche essere che - insistono Cgil Cisl e Uil - ricoprendo vari incarichi, il vicepresidente Giordano abbia fatto tali dichiarazioni confondendosi, confondendo il proprio ruolo con l’altro che ancora ricopre, cioè quello di direttore di Confindustria, tanto che non abbiamo ben individuato a che titolo ed in rappresentanza di chi stava parlando. Altro esempio che deve far riflettere rispetto alla opportunità nel nostro Paese di attribuire più ruoli e incarichi ai medesimi soggetti, esponendoli al rischio di contraddirsi e di fare dichiarazioni “imbarazzanti”, come quelle sulla necessità per i sindacati di far riaprire le aziende altrimenti gli stessi perderebbero gli iscritti. Ricordiamo all’avvocato Giordano che in questo momento la priorità è la salute dei cittadini e parafrasando le sue parole, senza lavoratori non ci sono imprese».   «Nell’auspicare che il vicepresidente della Camera di Commercio “smentisca” il direttore di Confindustria, quindi sè stesso, e precisi le sue parole, chiediamo al Presidente della Camera di Commercio Regionale Sabbatini se la linea dell’istituzione che presiede è coerente con quella espressa dal dott. Giordano, oppure se non sia il caso che venga chiarito quale sia la posizione ufficiale della stessa - concludono i sindacati pesaresi -. Ribadiamo che le organizzazioni sindacali CGIL, CISL e UIL continueranno a svolgere il ruolo a garanzia della salute dei lavoratori e della comunità».
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31/03/2020 Lavoratori commercio alimentare a rischio.I sindacati dichiarano lo stato di agitazione
  La situazione sanitaria  nel nostro Paese si sta facendo di giorno in giorno più drammatica: i casi di contagio da COVID19 crescono e purtroppo anche i decessi.   Filcams Cgil  Fisascat Cisl e Uiltucs  Uil delle Marche scrivono in una nota: « consapevoli che il settore della distribuzione alimentare è essenziale per la popolazione e che per tale ragione è stato consentito alle aziende di continuare la loro attività, chiediamo con forza che ciò avvenga nel pieno rispetto delle norme sanitarie a protezione di tutti i lavoratori e dei cittadini e dichiariamo  su tutto il territorio  regionale marchigiano lo STATO DI AGITAZIONE  delle lavoratrici e dei lavoratori del commercio alimentare.» «Lo stato di agitazione lo abbiamo dichiarato come ultimo monito alle istituzioni, alle associazioni datoriali ed alla cittadinanza, perché si intervenga subito per ridurre l' esposizione ai contagi di una categoria dove non mancano vittime . - ha commentato Selena Soleggiati, Fisascat Cisl Marche - Lo sciopero sarà l' ultima ratio ma non lo escludiamo se nulla sarà fatto in  termini di contrazione degli orari di apertura da parte soprattutto delle istituzioni che hanno il dovere di intervenire perché chiudere la domenica non impatta in alcun modo sulla possibilità di approvvigionamento dei beni di prima necessità delle famiglie marchigiane.»   Il protocollo sottoscritto il 14 marzo e recepito interamente dal decreto del Governo definisce le linee guida da adottare in tutte le aziende affinché si eviti il contagio da COVID19. È necessario che le aziende si attengano a tali norme, in modo da attuare rigorosamente gli interventi di prevenzione collettiva e individuale. «Purtroppo continuiamo a registrare carenze nelle misure messe in campo e carichi di lavoro insostenibili. - proseguono  Filcams Cgil  Fisascat Cisl e Uiltucs  Uil - La mancanza di dispositivi di sicurezza, l’assenza di controllo e sorveglianza, lo stress di massacranti turni di lavoro mettono a grave rischio gli addetti del settore. Per tale ragione chiediamo che le soluzioni, gli strumenti e gli interventi, vengano concretamente realizzati da tutti gli operatori commerciali,  quali: dotazione dei DPI a tutti i lavoratori; controllo rigido e contingentato dell’afflusso delle persone; rispetto rigoroso della distanza interpersonale;  installazione di pannelli di plexiglass alle casse; sanificazione costante di ambienti e superfici; rimodulazione dell’organizzazione del lavoro con turni di lavoro più contenuti che prevedano il riposo la domenica.» I negozi alimentari nei fatti restano a tutt’oggi l’unico luogo in cui si realizza una elevata circolazione di cittadini e conseguentemente una maggiore possibilità di diffusione del  contagio. «Riteniamo pertanto che la misura di contenimento più efficace sia proprio la  minore esposizione al rischio realizzabile attraverso la restrizione degli orari di apertura con un provvedimento omogeneo su tutto il territorio nazionale che disponga da subito la chiusura in domenica degli esercizi di vendita. L’apertura per sei giorni la settimana costituisce infatti un lasso temporale più che adeguato per garantire gli approvvigionamenti alimentari alle famiglie italiane. Valutiamo pertanto negativamente la  decisione del Governo di mantenere l’apertura illimitata e subordinata alla libertà del singolo esercente. L’autoregolamentazione degli operatori del settore non solo ha creato disparità tra gli addetti che sono sottoposti a nastri orari diversi, ma ha creato anche difformità negli orari commerciali del medesimo comune generando confusione tra gli utenti.» Gli operatori più sensibili ed avveduti hanno chiuso la domenica e previsto l’apertura sino alle 19 altri hanno mantenuto gli orari di sempre inclusa l’apertura in domenica. In assenza di interventi governativi, «abbiamo chiesto una tempestiva regolamentazione omogenea del settore da parte della Regione Marche, affinché la cittadinanza non sia  disorientata ed abbia una univoca indicazione confidando in misure restrittive per una Regione che sta pagando un prezzo altissimo in termini di numero di contagi e di vittime.» In molte regioni, dal Veneto alla Sicilia, dall’Emilia Romagna alla Sardegna, dal Friuli alla Calabria, peraltro la chiusura in domenica Insieme al contenimento degli orari è già stata assunta con Ordinanze specifiche. «L’assenza di ogni risposta da parte della Regione Marche rischia invece di tradursi in una scarsa attenzione delle Istituzioni nei confronti dei lavoratori e delle lavoratrici del settore  che svolgono “eroicamente “ un servizio indispensabile per la collettività mettendo a rischio se stessi e le proprie famiglie.» sottolineano i sindacati di categoria. A tutto ciò si aggiunge la richiesta irricevibile che talune aziende del settore alimentare stanno avanzando alle Organizzazioni sindacali per l’utilizzo dell’ ammortizzatore sociale della Cassa Integrazione Guadagni in Deroga in costanza di continuità lavorativa. «Una richiesta che , in seno all’emergenza e alla drammaticità del momento, condanniamo  perché operata a mero vantaggio economico da aziende che hanno visto aumentare considerevolmente i loro fatturati in queste settimane.  - denunciano i sindacati - Ricorrere ad un ammortizzatore sociale straordinario senza che si sia delineato un consistente ed improvviso calo di lavoro, significa nei fatti sottrarre risorse pubbliche ad altre aziende che hanno dovuto al contrario, loro malgrado, interrompere la propria attività a salvaguardia della salute pubblica e del bene comune e che versano per questo in seria difficoltà.» «Lo stato di agitazione è anche una precisa presa di posizione nei confronti di quelle aziende che stanno guardando alla cassa integrazione in deroga come ad uno strumento per ridurre i costi seppur in costanza di continuità di attività .  - conclude Selena Soleggiati Fisascat Cisl Marche  - Solo il calo drastico ed improvviso del fatturato o la chiusura di attività  può giustificare il ricorso agli ammortizzatori, pensati per sostenere lavoratori ed imprese a cui il contenimento deciso dal governo impedisce nei fatti di lavorare, e  non come occasione di miglioramento delle performance economiche.» Filcams Cgil  Fisascat  Cisl e Uiltucs Uil, nelle realtà in cui si verificherà la carenza delle necessarie misure di sicurezza sanitaria o che scelgano senza ragioni valide  di avvalersi degli ammortizzatori sociali si dichiarano pronte a sostenere tutte le azioni, anche di mobilitazione, a tutela dei lavoratori e della popolazione    
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31/03/2020 Smart working pubbliche amministrazioni nelle Marche. Talevi, Cisl Fp: “ Positivo il dato rilevato dal Ministero Funzione Pubblica ma si può far meglio.”
La drammatica emergenza Covid ha portato il Governo ad emanare provvedimenti che hanno reso  lo smart working lo strumento prioritario per il lavoro amministrativo dei pubblici dipendenti. Il Ministero della Funzione Pubblica ha emanato i primi dati, regione per regione, e le Marche sono  la terza regione in Italia per applicazione di questo importante strumento di lavoro con 2079 impiegati coinvolti pari al 62.7% del totale degli impiegati coinvolgibili tenendo conto che i servizi essenziali devono essere garantiti con la presenza in ufficio. Meglio delle Marche solo il Lazio e, Emilia Romagna . «Si tratta di dati molto incoraggianti che, stante purtroppo il perdurare dell'emergenza sanitaria, possono essere migliorati. - commenta Luca Talevi, Segretario Generale Cisl Fp Marche  -  Come Cisl Fp siamo impegnati a monitarore ente per ente la situazione a tutela della sicurezza e salute dei lavoratori e dei cittadini cui devono essere garantiti i servizi necessari. Vigileremo, da lunedì prossimo,  anche sull'erogazione dei buoni spesa.»   La Cisl Fp Marche ritiene che lo strumento dello smart working, coinvolgendo i lavoratori, possa essere utilizzato anche dopo la fine dell'emergenza ( con percentuali ipotizziamo sino al 30%) perché «è uno strumento atto a cambiare l’approccio lavorativo portando il lavoratore a produrre in base agli obiettivi dati dal dirigente e condivisi dal lavoratore stesso. -sottolinea   Talevi -   Per questo, concluso questo drammatico periodo, sarà necessario, con il massimo coinvolgimento dei lavoratori affrontare in ogni luogo di lavoro il tema dell'organizzazione degli uffici al fine di coniugare la valorizzazione del personale con la migliore erogazione dei servizi ai cittadini ed al territorio.»    
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30/03/2020 Covid-19 Sanimoda non ti lascia sola
In questa fase di straordinaria emergenza Covid-19 occorrono risposte di straordinaria efficacia. Per questo motivo Sanimoda si farà carico di nuove prestazioni senza oneri aggiunti per lavoratori associati ed imprese Ecco alcune esemplificazioni: indennità (per un periodo massimo di 30gg) per i lavoratori associati al fondo ricoverati a causa del virus Covid-19; indennità (14gg) per coloro risultati positivi al tampone (quarantena); diaria post ricovero per i lavoratori associati che sono sottopposti a trattamenti di terapia intensiva. La Femca Cisl Marche è pronta ad assisterti nelle fasi di richiesta indennizzo. In smartworking ci trovi su https://tinyurl.com/uzuv6rg   #coperturasanimodacovid19 #iorestoacasa #andratuttobene #femcacislmarche c'è!
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