16/01/2013
Sanità picena in piena emergenza
Nel leggere le dichiarazioni stampa dell’Assessore Canzian di sabato 12 gennaio, in merito agli investimenti sulla sanità, messi in campo dalla Regione Marche per il Piceno, c’è da rimanere esterrefatti e ci sarebbero tutte le condizioni per indignarsi. Altro che critiche strumentali ! L’Assessore in questione è la seconda volta, che, a distanza di poco tempo, ripete sulla stampa la tesi che nel Piceno sono arrivate per la sanità, risorse pari se non superiori ad altri territori regionali. Ci domandiamo di cosa parli… Negli ultimi 10 anni, da quando è nata l’ASUR, l’area sud delle Marche si è ridotta ad essere la cenerentola della regione. I servizi sociosanitari si sono progressivamente ed inequivocabilmente ridotti e dequalificati, tanto che i cittadini-utenti, giornalmente, sperimentano le difficoltà nel trovare in tempi accettabili le dovute risposte ai bisogni di salute, andando a cercare altrove le soluzioni più qualificate alla bisogna, anche pagando di tasca propria. La CISL FP ha pubblicato i tempi di attesa “da terzo mondo” per molte prestazioni specialistiche nell’Area Vasta.5. Si verificano tali ritardi perché le risorse e gli investimenti, quelli veri ed importanti, sono stati dirottati in quei territori del centro-nord delle Marche, bacino di voti e di consenso per la Giunta. Prova di questo è il fatto inconfutabile, di cui solo Canzian, pare, non si sia accorto, che negli anni in cui gran parte delle ex ASL poi Zone Territoriali erano assoggettate a tagli e blocchi vari, in alcune specifiche aree della Regione si spendeva senza problemi, si attivavano nuovi servizi e specialità con acquisto di tecnologie all’avanguardia. In sostanza, mentre molti territori “tiravano la cinta” dequalificandosi e perdendo professionalità e servizi importanti, altri, coperti politicamente, si permettevano di splafonare i budget e/o derogare ai vincoli di finanza regionale per poi vedersi ripianare i debiti anche grazie ai sacrifici del Piceno. Non è solo la storia del passato. Con sfumature diverse,ancora oggi è così. L’assessore Canzian sembra non vedere o non voler vedere, quello che la stragrande maggioranza degli utenti e degli operatori sanitari piceni sperimentano giornalmente. Non vede ciò che è lampante… poi ci si lamenta dell’antipolitica ! Basterebbe girare per le strutture sanitarie del sanbenedettese e dell’ascolano, parlare con le persone e con i dipendenti ed accorgersi del senso di frustrazione e disillusione, misto a rabbia, che tra essi regna sovrano. Succede questo perché la dignità dei cittadini e dei lavoratori rischia di essere svenduta, in favore di metodi gestionali ed organizzativi dei servizi, molto lontani dai bisogni veri dei malati ma legati, solo o quasi, a criteri economici e ragionieristici,non condivisi ed imposti dall’alto. Anche il tentativo di “ridimensionare” due dei servizi socio assistenziali più qualificanti dell’ascolano, come le RR.SS.AA. di Acquasanta ed Offida, rientra in quest’ottica perversa. Da buon “politico burocrate” Canzian non si è opposto a ciò. Anzi, ha messo le mani avanti parlando di linee guida e di standard da rispettare, facendo supporre, ai lettori dell’articolo di stampa pubblicato sabato 12 gennaio, che in queste strutture, fino ad oggi, si fosse esagerato nell’ utilizzo di personale con numeri superiori alla media. Nulla di più sbagliato e non vero. Non esistono in sanità, e Canzian dovrebbe saperlo ma il condizionale è d’obbligo, standard rigidi in tema di personale perché la dotazione organica di un determinato servizio va legata strettamente ai piani assistenziali che vengono messi in atto e alla qualità che si vuole raggiungere. Gli standard menzionati nei documenti del Ministero della Salute, ai quali si riferiva l’assessore al Piceno, sono quelli “minimi” al di sotto dei quali, la sicurezza dell’ospite potrebbe essere a rischio. La CISL FP vuole uscire dalla logica ragionieristica con la quale l’ASUR, la Giunta Regionale e l’Area Vasta 5 stanno garantendo la salute dei marchigiani e nello specifico dei cittadini del Piceno. Presto arriveranno le indicazioni sui tagli dei 460 posti letto per acuti e la soppressione di almeno 18 Unità Operative Complesse. L’auspicio è che Canzian, all’interno della Giunta Regionale, sappia ben interpretare il suo ruolo di Assessore al Piceno, tutelando il territorio. La premessa non è certo buona. Le sue ripetute dichiarazioni pubbliche, fuori dal contesto percepito e non rispettose delle grandissime difficoltà in cui operano gli operatori ed i professionisti sanitari del sud delle Marche, non rassicurano, anzi. Non vorremmo che il trend di decrescita e di progressivo impoverimento della sanità dell’Area Vasta 5, continui implacabile perché dalle parti di Ancona pensano di aver trovato nel Piceno un terreno poco reattivo, diviso ed accondiscendente, nel quale attuare ulteriori tagli. La CISL FP, nell’estate scorsa, ha scongiurato la chiusura del reparto di Pediatria dell’ospedale di San Benedetto, decisa da Stroppa e Ciccarelli e di certo saprà, se necessario, mettere in atto le opportune azioni plateali per convincere, anche i più distratti come Canzian, che il Piceno non è terreno di conquista per nessuno. Le RR.SS.AA. di Acquasanta e Offida, per quanto riguarda la CISL FP, dovranno mantenere un numero di operatori che consenta di garantire agli ospiti prestazioni assistenziali di alta qualità, apprezzate anche dai familiari e sostenute economicamente con il pagamento delle rette. Ad ognuno poi, in primis a Canzian, la gente del Piceno chiederà di assumersi le proprie responsabilità. Alla fine, infatti, i cittadini sono giudici insindacabili, implacabili e che, soprattutto, non si fanno ingannare da dichiarazioni ed interpretazioni lontanissime dalla realtà di protagonisti pubblici ostinati a non riconoscere l’evidenza. LA NOTA della FUNZIONE PUBBLICA di ASCOLI PICENO
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