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08/06/2015 Pensioni, il Governo apra un tavolo per cambiare il Decreto
“Il Decreto legge sulla rivalutazione delle pensioni, adottato senza confronto con i sindacati dei pensionati, genera errori, ingiustizie e discriminazioni”. Cosi Mario Canale, Segretario generale dei pensionati Cisl Marche, in apertura dell’attivo unitario delle Categorie dei pensionati di Cgil Cisl Uil Marche, svoltosi oggi in Ancona. Al centro dell’attenzione il Decreto legge con il quale il Governo ha dato attuazione alla Sentenza della Corte Costituzionale  che ha dichiarato illegittimo il blocco della rivalutazione delle pensioni che il Governo Monti impose per gli anni 2012 e 2013 con il “Salva Italia”. “I pensionati italiani – prosegue Canale - sono una categoria sociale “sotto assedio”, ingiustamente criminalizzata. Con pensioni che in media non superano gli 880 € mensili, sostengono figli e nipoti disoccupati, sostituendosi ad un sistema di welfare che da insufficiente sta diventando inesistente”. “Non chiediamo regali, ma la restituzione di quanto ingiustamente trattenuto negli anni 2011 e 2012, con la più pesante manovra di cassa mai vista nel sistema previdenziale italiano. Per questo – conclude Canale - chiediamo al Governo l’immediata apertura di un tavolo negoziale per affrontare a tutto tondo i problemi degli anziani e dei pensionati". Le priorità, per il sindacato dei pensionati sono la riforma del sistema previdenziale, con il superamento delle rigidità della legge Fornero, la riduzione della pressione fiscale sulle pensioni, con l’estensione del bonus di 80 € ai pensionati, e l’approvazione di una legge sulla non autosufficienza con lo stanziamento di un fondo adeguato. La mobilitazione del sindacato dei pensionati prosegue ora sia a livello nazionale - con gli Esecutivi unitari di Roma del 18 giugno prossimo - sia a livello territoriale, coinvolgendo i parlamentari marchigiani, da impegnare per la modifica del decreto in sede di discussione parlamentare per la conversione in legge .L'intervento introduttivo
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05/06/2015 Comune di Fano: contributi per maternità e per famiglie numerose
Se risiedi nel comune di Fano e sei una mamma che non percepisce l’indennità di maternità per il periodo di astensione obbligatoria o la percepiscono in maniera ridotta hai diritto a un contributo economico di 1694,45 euro per l’anno 2015. L’assegno di maternità può essere richiesto entro 6 mesi dalla data del parto, dell’adozione o dell’ affidamento adottivo. Tra i requisiti: essere cittadina italiana, comunitaria o cittadina non comunitaria soggiornante di lungo periodo o cittadina straniera con status di rifugiato politico o di protezione sussidiaria ed avere un isee non superiore a 16.954,96 euro.Contributi in arrivo anche per le famiglie con almeno 3 figli minori. Le domande dovranno essere presentate entro il 31 gennaio 2016. Tra i requisiti: essere cittadino italiano , comunitario o cittadino non comunitario soggiornante di lungo periodo o cittadino straniero con status di rifugiato politico o di protezione sussidiaria, residente nel Comune di Fano ed avere un isee non superiore a 8.555,99 euro.
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29/05/2015 Pensioni, i Sindacati al Prefetto: modificare il Decreto legge 65
Modificare il Decreto legge n. 65: La richiesta è stata formulata al Prefetto di Ancona dai Sindacati dei pensionati di Cgil Cisl e UIl Marche, nel corso dell’incontro tenutosi lunedì 25 maggio scorso. Il Decreto da attuazione alla sentenza della Corte Costituzionale sulla rivalutazione delle pensioni superiori a tre volte il minimo (quelle di importo inferiore sono già state rivalutate anche grazie all'azione sindacale svolta nel 2011 nei confronti del Governo Monti) ma restituisce solo una parte di quanto dovuto e solo ad una parte degli aventi diritto. «Dal provvedimento - sostengono le Segreterie di Spi Fnp e UIlp - emerge la visione dei pensionati come di una categoria sociale di privilegiati che rubano il futuro ai giovani, non tenendo in alcun conto la funzione di ammortizzatore sociale che nella crisi questi continuano ad esercitare, sostenendo figli e nipoti disoccupati mentre il sistema di welfare pubblico si sgretola. E' necessario evitare che si aprano buchi pericolosi nei conti pubblici di un paese che con fatica sta tentando la via del risanamento. Tuttavia urgono cambiamenti profondi del sistema previdenziale italiano». Le priorità del sindacato dei pensionati: eliminare i privilegi previdenziali ancora esistenti, rendere più flessibile l'uscita dal mondo del lavoro, allargare il bonus di 80 € ai pensionati. Su questi temi Spi Fnp e UIlp hanno chiesto al Prefetto di esortare il Governo ad aprire un confronto con le organizzazioni sindacali nazionali, per evitare  che, come in passato con il Governo Monti, venga oggi adottato un provvedimenti forieri di errori, ingiustizie e discriminazioni. «Per questo - concludono i sindacati dei pensionati - servirà anche un impegno forte dei Parlamentari marchigiani, a partire dall’apertura del necessario dibattito parlamentare in sede di conversione del Decreto legge 65».IL DOCUMENTO CONSEGNATO AL PREFETTO
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13/05/2015 Malattie della tiroide, un convegno su come curarsi in famiglia
Venerdì 22 maggio alle 9.30,  presso la Sala della Ragione di Palazzo Dei Capitani di Ascoli Piceno, si terrà il Convegno "Informazione e prevenzione delle malattie tiroidee, come curarsi in famiglia". Il convegno è promosso dal Coordinamento donne della Federazione dei pensionati Cisl Marche,  con il Patrocinio del Comune di Ascoli Piceno e dell'Asur Area Vasta 5. Collaborano le associazioni Amatim, Anteas e Lilt. L'iniziativa è inserita nell'ambito della manifestazione "AP family, settimana della famiglia" indetta dall'Assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Ascoli Piceno. Tra i relatori ci saranno  il Dott. Ernesto Brianzoni, Direttore del Centro Regionale di terapia Radiometabolica di Macerata e la Dott.ssa Francesca Silvetti, Specialista in Endocrinologia e malattie del ricambio. Il dibattito sarà moderato da Mario Canale, Segretario Generale dei pensionati CISL Marche
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13/05/2015 Rivalutazione pensioni, i sindacati, pronti alla mobilitazione
Sono più di 141.000 i pensionati marchigiani interessati dalla pronuncia con cui la Consulta ha dichiarato illegittimo il blocco della rivalutazione delle pensioni superiori a tre volte il trattamento minimo. Il 30% di tutti i pensionati marchigiani, circa 50.000,  percepiscono un trattamento lordo inferiore a 1.750 €. Buona parte di essi ricevono ogni mese meno di 1.100 € netti. I sindacati dei pensionati di Cgil Cisl Uil nazionali hanno chiesto al Governo un incontro urgente per definire tempi e modi di applicazione della sentenza. Nel caso non ci siano risposte i sindacati dei pensionati sono pronti alla mobilitazione generale attraverso iniziative sia nazionali che locali. Le segreterie regionali di SpiCgil, Fnp Cisl  e Uilp Uil hanno chiesto un incontro al Prefetto di Ancona, per sollecitare il Governo ad aprire il confronto. Se il blocco dell'indicizzazione delle pensioni va immediatamente rimosso, sulla restituzione degli arretrati c’è la disponibilità a concordare eventuali criteri di proporzionalità e gradualità, per evitare un buco nei conti pubblici che il paese non può permettersi. Certo è che la sentenza ripristina un diritto di tantissimi cittadini, al quale deve essere data piena applicazione. Non servono domande specifiche, né tantomeno ricorsi attraverso associazioni di tutela. Le segreterie regionali di Spi Cgil, Fnp Cisl  e Uilp Uil invitano i pensionati marchigiani a diffidare di chi proponga loro, dietro compenso, di far avere la restituzione degli arretrati. Appena saranno chiari i percorsi di attuazione della sentenza i pensionati potranno recarsi presso i Patronati dove riceveranno, gratuitamente, tutte le informazioni e l'assistenza necessaria.I Segretari generali di SPI CGIL, FNP CISL, UILP UIL (Emidio Celani, Mario Canale, Andrea Marini)
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06/05/2015 Welfare sociale nelle Marche: seminario a Urbino con i candidati alla Presidenza della Regione
Il 7 maggio a Urbino dalle ore 9.30 presso Palazzo Battiferri, l’Università di Urbino insieme ai soggetti della convenzione Wempu, tra i quali la Cisl Marche e la Federazione Pensionati Cisl Marche incontreranno i candidati alla Presidenza della Regione. Nel seminario si discuteranno le potenzialità del welfare sociale marchigiano in relazione all’agenda politica regionale e verranno presentati i risultati delle ricerche realizzate nel progetto “Welfare nelle Marche” Tra i relatori il Prof. Luigi Alfieri (Coordinatore Scuola di Scienza Politiche Sociale), il Proff, Emmanuele Pavolini (Università di Macerata), la Dr. Angela Genova (DESP- Università di Urbino), il Dr. Marco Arlotti ( DESP- Università di Urbino). Seguirà la tavola rotonda con i partecipanti alla convenzione che porranno delle domande ai candidati sul tema del welfare sociale come investimento e come strumento di sviluppo socio - economico.
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01/05/2015 Festa del lavoro, 1 maggio 2015
Il 1 maggio 2015 Cgil Cisl e UIl celebreranno la Festa del lavoro a Pozzallo di Ragusa. Il raduno è previsto per le ore 9.00. All'iniziativa interverranno  i tre Segretari generali: Camusso, Furlan e Barbagallo. La Cisl Marche invece sarà presente alle seguenti iniziative organizzate sul territorio regionale. PESARO                FANO                                  RECANATI                  CIVITANOVA MARCHE  
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30/04/2015 1 maggio 2015, festa del lavoro e dell'integrazione
La festività del 1 maggio, oggi più che mai, ci consegna la possibilità di riflettere sui temi del lavoro. Un'occasione importante, a condizione di riuscire a farlo uscendo dalla tentazione della retorica e dai rischi di celebrare liturgie stanche ed inutili. Dopo il Congresso del 2013 la Cisl Marche si è riorganizzata sul territorio regionale. L'Area Sindacale Territoriale di Civitanova Marche ricomprende i Comuni di Civitanova Marche, Recanati, Porto Recanati, Potenza Picena, Montelupone, Montefano, Montecosaro e Monte San Giusto. Un territorio dinamico ed articolato, denso di insediamenti produttivi, fortemente colpito da una crisi che sta minando i livelli occupazionali (nella Provincia di Macerata la disoccupazione tocca quota 9,1%, circa 13.000 le persone disoccupate - dati Istat 2014) e la coesione sociale della comunità locale. Se non vogliamo che la festa del lavoro si trasformi in una provocazione beffarda, dobbiamo tutti fare la nostra parte. Istituzioni, politica e forze sociali, sindacali e rappresentative degli imprenditori devono assumersi con responsabilità la domanda di vita che sta dietro il bisogno di lavoro di tutti i cittadini, specie dei cittadini di domani (nella Provincia di Macerata la disoccupazione dei giovani tra 15 e 29 è al 23,5% -dati Istat 2014). Cgil Cisl e Uil nazionali hanno scelto la solidarietà come tema fondante della Festa del Lavoro 2015. Un riferimento che non ci permette di esimerci dal ragionare sull'integrazione, argomento quanto mai attuale oggi, specie in un territorio come quello su cui insiste la Cisl di Civitanova Marche. Gli immigrati rappresentano infatti l'11,4% della popolazione dei Comuni di cui sopra, (la media provinciale è del 10,8%, regionale 9,4%, nazionale 8,1%, dati Istat 2014). In questo contesto spicca il Comune di Porto Recanati (22,3%), recentemente al centro della cronaca nazionale con la visita del leader leghista Matteo Salvini all'Hotel House. Urgente è il bisogno di politiche territoriali del lavoro, dell'istruzione/formazione, socio sanitarie ed abitative all'altezza di una sfida certamente difficile, ossia quella di assumere il tema dell'immigrazione come elemento trasversale per contribuire, tutti insieme, a costruire una comunità tollerante, accogliente ed inclusiva. Anche per questo la Cisl Marche sarà attivamente presente alle due manifestazioni organizzate il primo maggio, rispettivamente dai Comuni di Civitanova Marche (Piazza XX settembre) e Recanati (rione Castelnuovo), dove sarà ricordato lo storico sindacalista recanatese della Cisl Giuliano Corvatta.Il Responsabile della Cisl di Civitanova Marche (Sergio Piermattei)
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29/04/2015 Firma la crescita! Sostieni la proposta di legge Cisl per la riforma del Fisco
FIRMA LA CRESCITA! Ecco l'elenco dei Comuni dove si può firmare per sostenere la proposta di legge ad iniziativa popolare presentata dalla Cisl per la riforma del sistema fiscale italiano. Elenco dei Comuni in cui è possibile firmare Elenco dei banchetti firma programmati
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28/04/2015 Festa del lavoro, 1 maggio 2015 a Recanati
Il 1 maggio 2015 la Cisl di Recanati celebrerà la festa del lavoro partecipando all'iniziativa organizzata dal Comune di Recanati. Per la Cisl Marche interverrà il Segretario regionale dei pensionati Dino Ottaviani. Nell'occasione, presso il Circolo B. Gigli, verrà apposta una targa alla memoria di Giuliano Corvatta, sindacalista militante nella Cisl per 50 anni, scomparso nel 2009.
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28/04/2015 Festa del lavoro, 1 maggio 2015 a Civitanova Marche
Il 1 maggio 2015 la Cisl di Civitanova Marche celebra la festa del lavoro partecipando all'iniziativa organizzata dal Comune di Civitanova Marche. L'incontro terminerà con l'intervento del Responsabile della Cisl di Civitanova Marche, Sergio Piermattei  
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27/04/2015 Piano Whirlpool, primo incontro al MISE
Primo incontro oggi a Roma, presso la sede del Ministero per lo sviluppo economico, tra Governo, Sindacati e Whirlpool. Mentre i lavoratori manifestavano in strada davanti al Ministero, le parti hanno iniziato a discutere del piano di riorganizzazione di Whirlpool, in particolare di esuberi, programmi d'investimento e ristrutturazione dei siti produttivi. «Bene sugli investimenti ma no alla chiusura dei siti - commenta il Segretario generale della FIM Cisl Marche Leonardo Bartolucci -. Ora occorre ora recuperare gli esuberi e discutere al più presto anche del piano sugli impiegati. Affronteremo la trattativa discutendo punto per punto ma avendo chiesto all'azienda di togliere queste pregiudiziali». Anche Il Governo si è impegnato fattivamente, considerando il piano Whirlpool un punto di partenza che va modificato e migliorato, soprattutto per recuperare il pesante impatto sociale garantendo siti e modificando il numero degli esuberi. L'incontro si è concluso con l'aggiornamento delle parti, che torneranno ad incontrarsi mercoledì 29 aprile, martedì 5 venerdì 8 maggio.  
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15/04/2015 Non è più come prima, ultima tappa all'Università di Ancona
I cambiamenti delle organizzazioni sono stati al centro del quarto ed ultimo appuntamento di “Non è più come prima”, il seminario organizzato dalla Cisl Marche per i suoi dirigenti ed operatori sindacali. Un corso di formazione che da settembre 2014 ha toccato le quattro Università marchigiane, terminando oggi alla Politecnica delle Marche, dove si è registrata una partecipazione di circa 200 studenti. Presente anche il Rettore dell'Università Politecnica delle Marche Sauro Longhi, che ha portato un saluto introduttivo. Di come cambiamo le organizzazioni complesse in situazioni di crisi ha parlato il Prof. Achille Orsenigo, esperto di consulenza e formazione nelle organizzazioni dello Studio Aps di Milano. Cambiamenti “generativi”, capaci di assumere il rischio di un risultato incerto e di far evolvere rapporti tra persone ed imprese. Cambiamenti per i quali sono necessarie passione e curiosità, desiderio di conoscere e di costruire dialoghi e relazioni. “A queste condizioni – ha sostenuto Orsenigo - nessuna crisi è un male in se, perché se è vero che le organizzazioni, specie quelle private, possono anche morire, è dalla consapevolezza di essere “finiti” che nasce il desiderio di dare un fine alla propria esistenza”. “Cinque sono gli elementi da tenere presente – ha concluso Orsenigo - per un’organizzazione che intende cambiare resistendo alle crisi: un ambiente emotivamente “caldo”, scarsità di risorse con cui sostenere i processi, un soggetto desiderante e curioso, una nicchia organizzativa accogliente per la specificità organizzativa, uno spazio riservato ad elementi inaspettati e casuali, veri e propri “ospiti preziosi”. I cambiamenti nelle imprese sono stati affrontati dal Prof. Gian Luca Gregori, docente di economia e gestione delle imprese dell’Università Politecnica delle Marche. Informazioni, conoscenza e relazioni: sono solo alcuni elementi di cui le imprese necessitano per avere prospettive nella crisi, sul presupposto che il futuro non solo si subisce o si prevede, ma può in parte essere costruito. “Per questo – afferma Gregori - è importante la pianificazione strategica, avvalorata da una riflessione sulla qualità degli elementi dell’impresa, come il rapporto con i lavoratori o con i clienti. Allo stesso tempo oggi nessun imprenditore può prescindere da un rapporto maturo con il digitale - pensiamo al web marketing che permette di internazionalizzare a costi sostenibili -  e da modalità innovative ed intelligenti di gestione finanziaria. La Prof. Maria Giovanna Vicarelli, docente di Sociologia dei processi economici e del lavoro dell’Università Politecnica di Ancona ha affrontato il tema dei cambiamenti nei sistemi socio sanitari. In quale misura questi ultimi si sono adeguati alle evoluzioni del quadro demografico ed epidemiologico nazionale, segnato dall’invecchiamento della popolazione e dal cambiamento dei bisogni di salute, sempre più legati a patologie croniche che richiedono assistenza territoriale e domiciliare piuttosto che ospedaliera? “Nell’arco di tempo che va dal 2008 ad oggi – sostiene la Vicarelli - quattro Governi si sono succeduti agendo quasi solo sul piano finanziario, senza entrare minimamente sul cambiamento organizzativo, e senza affrontare le grandi sfide che attendono il sistema”. Come trovare nuove risorse finanziarie per il Servizio Sanitario nazionale, che non può sopportare ulteriori tagli, specie se lineari. Rispondere al forte livello di insoddisfazione degli operatori sanitari e, almeno in parte, anche degli utenti. Riordinare la governance del sistema, recuperando un ruolo forte del Governo centrale anche per ridurre le forti differenze tra le Regioni italiane. “In tutto questo – conclude la Vicarelli – il sindacato ha una grossa chance e una forte responsabilità, purché accolga l’idea che il cambiamento, per quanto complesso, non è solo possibile ma anche doveroso”. Protagonista dei lavori del pomeriggio è stata proprio la Cisl delle Marche, impegnata in prima persona da un percorso un percorso di riorganizzazione, avviato con il Congresso del 2013 e tuttora in corso,  pensato proprio per rispondere alle sfide proposte da un’epoca complessa ed inedita come quella attuale. “Progettare il cambiamento non è semplice – ha sostenuto il Segretario generale della Cisl Marche Stefano Mastrovincenzo - ma è in ogni caso necessario per un sindacato che non vuole limitarsi ad esercitare solo la propria mission di base di rappresentanza e tutela dei lavoratori, ma che aspira ad essere protagonista della vita sociale delle comunità in cui agisce”. “Servono discernimento, apertura mentale e speranza, per azzardare cambiamenti i cui esiti non sono scontati – ha concluso Mastrovincenzo. Continueremo a sperimentarci, cercando sempre di essere generativi, muovendoci anche in quelle zone di confine, certamente meno rassicuranti e più pericolose di quelle interne ai nostri sistemi, per restare vicini ai luoghi dove succedono le cose, custodendone alcune e cambiandone altre”.
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10/04/2015 Il Cambiamento organizzativo, 14 aprile seminario UNIVPM
Ultimo appuntamento seminariale “Non è più come prima”, promosso da Cisl Marche in collaborazione con le Università Marchigiane, martedì 14 aprile dalle ore 10, 00 alle 17,30 presso la Facoltà di Economia “G.Fuà” Università Politecnica delle Marche. Dopo Camerino, Urbino e Macerata la giornata all'Università di Ancona entrerà nel vivo delle dinamiche che stanno caratterizzando i cambiamenti in tempi di crisi, in particolare nelle organizzazioni. Ai lavori della mattinata, aperti dal Magnifico Rettore, prof. Sauro Longhi,  interverranno  Gianluca Gregori, Pro-Rettore UNIVPM, su “Riorganizzare oltre la crisi: prove di innovazione nel governo di un’azienda”,  Maria Giovanna Vicarelli UNIVPM,  su “La reazione delle organizzazioni socio-sanitarie negli anni della crisi e della spending review” e Achille Orsenigo, Studio APS di Milano su “Cambiamenti ed evoluzioni nelle organizzazioni”. «Stiamo vivendo un’epoca di grandi cambiamenti che incidono nella vita degli individui ma anche delle organizzazioni – afferma Stefano Mastrovincenzo, segretario generale Cisl Marche che concluderà i lavori della giornata – Molte  stanno sviluppando capacità di adattamento e di resilienza, sperimentando percorsi di riorganizzazione e ristrutturazione. Anche noi come Cisl Marche abbiamo fatto dei passi verso assetti diversi, ci stiamo interrogando su come innovare le nostre prassi di rappresentanza e tutela del lavoro in un contesto sociale dove prevalgono incertezza e disorientamento.» Al seminario parteciperanno gli studenti della Politecnica dei corsi di economia e marketing.  
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02/04/2015 Manifestazione contro i tagli agli uffici: si attendono risposte da Poste italiane
Auspichiamo che Poste non sottovaluti la manifestazione pubblica oggi. non solo i Sindacati di categoria, cittadini, clienti, amministratori, istituzioni, politici tutti chiedono di mantenere aperti gli uffici postali. Ma davvero c'è qualcuno che sostiene le chiusure? L'unico atto responsabile che l'azienda può fare adesso è sospendere l’ attuazione del piano di interventi con un atto ufficiale indirizzato a tutti gli stakeholder intervenuti oggi al sit in e all' assemblea pubblica. Iniziativa riuscita: non era uno sciopero. Oltre 100 partecipanti al sit in  e molti di più all' assemblea, occasione per entrare nel merito della questione. Dal confronto fra rappresentanti di categoria, amministratori e parlamentari si è confermato il dubbio che il piano sia sbilanciato e creerà gravi disagi per i cittadini. Inaccettabili le discriminazioni, anche economiche, che colpiranno i cittadini dei Comuni interessati dalla riduzione che, oltre alla perdita del servizio diretto, dovranno pagare di più per spedire una raccomandata o un bollettino postale. Dietro alla razionalizzazione si intravedono solo perdita di occupazione. «L’unica azione responsabile che l’azienda adesso può fare - ha dichiarato il Segretario generale della SLP (Categoria dei postali) della Cisl Marche Dario Dominici -  è sospendere l’attuazione del piano di interventi con un atto ufficiale indirizzato a tutti coloro, dai lavoratori ai Sindaci dei Comuni interessati dalla riduzione dei servizi postali, intervenuti oggi ad Ancona al sit-in e all’assemblea pubblica regionale. Esprimiamo soddisfazione per la riuscita dell’iniziativa di protesta per la grande adesione e per la presenza, oltre ai lavoratori interessati, anche di Sindaci e parlamentari marchigiani. » Immediata la reazione della politica che da domani chiederà una comunicazione ufficiale a Poste Italiane perché confermi la sospensione del piano proposto per le Marche. Al sit in  e all’assemblea hanno partecipato anche i Sindaci e Vicesindaci dei Comuni di Petriano, SerraS'Abbondio, Montemonaco, Castelbellino e Cagli , l’On. Emanuele Lodolini e per la parte sindacale i Segretari generali Cisl Cgil e Uil, Mastrovincenzo Ghiselli e Fioretti, oltre ai Segretari regionali di categoria.
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01/04/2015 Firmato l'accordo integrativo alla Lardini di Filottrano
E' stato siglato l'accordo integrativo presso la ditta Lardini Srl di Filottrano (Ancona), azienda del settore tessile, leader a livello internazionale nella confezione dei capispalla di alta gamma, che occupa attualmente circa 300 dipendenti e che garantisce un significativo indotto in ambito regionale. “Dopo mesi di trattative – dichiara Mimmo Sciore della Segreteria regionale della Femca CISL – caratterizzate da un proficuo lavoro unitario fra le Organizzazioni Sindacali di Categoria Femca-Cisl e Filctem-Cgil, si è raggiunta un’intesa che garantisce ottimi risultati in termini qualitativi e quantitativi, proprio in un momento nel quale la crisi continua a mordere e l'occupazione stenta a decollare, soprattutto tra i giovani”. “E’ un accordo molto importante per noi - prosegue Sciore - e soprattutto per i lavoratori che rappresentiamo in quanto, oltre ad assicurare un sostegno economico ai dipendenti dell'azienda in termini di reddito aggiuntivo (ogni dipendente potrà raggiungere un premio aziendale annuo di € 900), introduce alcuni significativi miglioramenti normativi quali:  l'accesso al part-time per le dipendenti in maternità;  un rientro al lavoro guidato e concordato tra le parti nel periodo post parto; l 'aumento dei riposi compensativi individuali;  l'aumento della percentuale prevista per la flessibilità dell'orario di lavoro; la possibilità di implementare il fondo pensione integrativo Previmoda, attraverso l’utilizzo del TFR presente in azienda prima dell'iscrizione al fondo del lavoratore medesimo. Fiore all'occhiello del contratto integrativo è costituito dall'introduzione dei cosiddetti "Permessi solidali". Un meccanismo  di welfare aziendale attraverso il quale è possibile donare ad un collega in difficoltà (di salute o familiari) parte dei propri permessi, affinché lo stesso possa avere a disposizione una dotazione più ampia di tali istituti”. "La parte innovativa riguardante i "permessi solidali" - conclude  Sciore - è costituita dal fatto che si è riusciti a coinvolgere anche l'azienda in questa catena di solidarietà. Ad ogni ora di permesso donata da ogni singolo lavoratore, corrisponderà infatti un'ora donata dall'azienda, che quindi parteciperà attivamente a questo meccanismo, concretizzando mirabilmente il termine responsabilità sociale dell'azienda".
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30/03/2015 Bilancio regionale, sindacati in presidio sotto la Regione
Presidio unitario sotto la Regione Marche  martedì 31 marzo ore 10,00 in occasione della seduta del Consiglio regionale.  La mobilitazione è indetta dalle  segreterie regionali di CGIL CISL UIL per rilanciare e sostenere le richieste e le  priorità  su cui concentrare le risorse disponibili con la revisione di bilancio, come i  servizi sociali, lavoro, diritto allo studio, trasporto pubblico locale e Province. Cgil, Cisl e Uil Marche sono  consapevoli che le difficoltà finanziare della Regione Marche, come quella dei Comuni e delle Province, è determinata principalmente dai pesantissimi tagli operati dalla legge di stabilità 2015 che ha sottratto alle Marche  più di 300 milioni di euro, ma sono anche consapevoli che saranno i cittadini, a partire dalle fasce sociali più deboli, a pagarne le conseguenze. Rimangono aperti i problemi legati alla riorganizzazione delle Province, sia quelli relativi alla gestione delle attività, a partire da scuole, manutenzione delle strade e assetto idrogeologico, sia quelli relativi al personale. Come rimane aperto il problema dell'incremento insostenibile delle tariffe per le strutture per disabili e non autosufficienti. I tagli finanziari determineranno inoltre innumerevoli problemi occupazionali, in particolare fra i lavoratori impiegati, molto spesso in attività appaltate, nella gestione dei servizi e delle attività economiche fino ad ora sostenute da queste risorse. Per tutte queste ragioni martedì 31 marzo si ritroveranno  a manifestare insieme  CGIL CISL UIL MARCHE, dai  lavoratori delle province e dei trasporti  ai pensionati, affinché la Regione accolga le richieste e intervenga per garantire e sostenere  welfare, lavoro, trasporti pubblici locali e la gestione della riorganizzazione delle Province.
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27/03/2015 Linee guida per la contrattazione sociale e territoriale
Cgil Cisl e Uil Marche hanno approvato un documento unitario che detta le linee guida per una nuova stagione della contrattazione territoriale e sociale nelle Marche. Documento contrattazione loc. 2015.pdf
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27/03/2015 Legge regionale 1 dicembre 2014 n. 32
Il testo della Legge regionale 1 dicembre 2014 n. 32 "Sistema regionale integrato dei servizi sociali a tutela della persona e della famiglia", corredato da una presentazione a cura del Laboratorio welfare della Cisl Marche Legge regionale 1_12_14 n. 32.pdf Nuova legge sociale.pptx
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27/03/2015 Bilancio regionale: le priorità sono welfare, lavoro, trasporti e Province
Servizi sociali, lavoro, diritto allo studio, trasporto pubblico locale e Province: sono queste le priorità indicate dal sindacato su cui concentrare le risorse disponibili con la revisione di bilancio. Questo è l'invito rivolto da Cgil-Cisl-Uil delle Marche alla Giunta regionale che si riunirà lunedì prossimo per approvare la proposta da consegnare al Consiglio. Il sindacato è consapevole che le difficoltà finanziare della Regione Marche, come quella dei Comuni e delle Province, è determinata principalmente dai pesantissimi tagli operati dalla legge di stabilità 2015 che ha sottratto ai nostri territori più di 300 milioni di euro. Scelta avventata le cui conseguenze si stanno scaricando sulle popolazioni, a partire dalle fasce sociali più deboli, alla quale il Governo dovrebbe porre immediatamente rimedio. Per rappresentare più concretamente la dimensione del problema nelle Marche,  è sufficiente ricordare il taglio di 26 milioni alla spesa sociale (servizi  per l'infanzia, borse di studio, disabilità, non auto-sufficienza, disagio sociale, immigrazione), 14 milioni al trasporto pubblico locale (pendolari, studenti, tariffe agevolate per le categorie più fragili), 5 milioni del fondo anticrisi (esenzione ticket, assegno di studio e contributi per l'affitto per le famiglie di disoccupati e cassaintegrati), 5 milioni del diritto allo studio. Rimangono inoltre aperti i problemi legati alla riorganizzazione delle Province, sia quelli relativi alla gestione delle attività, a partire da scuole, manutenzione delle strade e assetto idrogeologico, sia quelli relativi al personale. Come rimane aperto il problema dell'incremento insostenibile delle tariffe per le strutture per disabili e non autosufficienti. I tagli finanziari determineranno inoltre innumerevoli problemi occupazionali, in particolare fra i lavoratori impiegati, molto spesso in attività appaltate, nella gestione dei servizi e delle attività economiche fino ad ora sostenute da queste risorse. Cgil-Cisl-Uil, oltre ad indicare alla Regione questi temi come prioritari, invitano tutto il sistema delle Autonomie locali (Comuni, Province e Regione) ad assumersi le proprie responsabilità, evitando la tentazione di un inaccettabile scaricabarile per poi promuovere assieme una iniziativa energica nei confronti del Governo affinché vengano cambiate quelle scelte finanziarie che stanno mettendo in ginocchio le comunità locali.
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20/03/2015 Ancona, in arrivo l'assegno di cura per anziani non autosufficienti
I sindacati dei pensionati di Cisl, Cgil e Uil di Ancona si sono incontrati il 24 febbraio 2015 con la Coordinatrice di Ambito territoriale sociale di Ancona, Stella Roncarelli, e la responsabile del Servizio anziani del Comune di Ancona, Anna Maria Manca, per discutere delle modalità circa l’assegnazione delle risorse 2013 per l’assegno di cura attraverso la pubblicazione del bando 2014. Le risorse a disposizione dell’Ambito di Ancona sono circa € 208.000 per circa 100 beneficiari ultrasessantacinquenni non autosufficienti e con assegno di accompagnamento. In attesa dell’approvazione dei requisiti della Regione Marche, si è stabilito che il limite ISEE per l’accesso all’assegno di cura è € 25.000, sia nel caso il beneficiario risieda nel proprio domicilio da solo che all’interno del nucleo familiare. I redditi da prendere in considerazione per la certificazione Isee sono quelli del periodo d’imposta 2013. Tra i requisiti sono previsti copia dell’invalidità civile e dell’indennità di accompagnamento, certificazione per l’alzheimer. Si è convenuto che l’assegno sia incompatibile con l’Home Care Premium, con l’assistenza domiciliare indiretta e con quella per disabilità, con la frequentazione del centro diurno superiore a tre giorni settimanali. L’Amministrazione al termine della presentazione delle domande farà l’istruttoria e una prima graduatoria in base alla ricevuta di presentazione della Dichiarazione Sostitutiva Unica in attesa del rilascio dell’ISEE, successivamente si provvederà alla presa in carico ed una valutazione sul carico assistenziale e per le situazioni più complesse alla valutazione di concerto con l’Unità Valutativa Integrata. L’assegno di cura è di € 200 al mese e per la durata complessiva di un anno. La domanda potrà essere presentata dal 20 marzo fino al 20 aprile 2015. Per informazioni contattare la Federazione dei Pensionati Cisl di Ancona (tel. 071/2822237-2147043) o il Centro di Assistenza Fiscale (Caf) di Ancona (tel. 071/43934). ASSEGNO DI CURA - IL MANIFESTO ASSEGNO DI CURA - MODELLO DOMANDA
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20/03/2015 Adiconsum dice no alla chiusura degli uffici postali
Anche le  Marche sono interessate dalla chiusura degli uffici postali a seguito del piano industriale di Poste di razionalizzazione degli uffici. Ben 33 uffici saranno chiusi penalizzando territori e oltre 16.000 cittadini, mentre altri  22.000 cittadini dovranno accontentarsi delle aperture “spot” in quanto sono previste aperture solo in alcune giornate. Una discriminazione e  un impoverimento dei Comuni di  alcuni territori,  ma Poste probabilmente  è più interessata al mantenimento di presidi che rappresentano business, piuttosto che al mantenimento di un presidio sociale  a favore di cittadini e delle persone più anziane. Saranno i  portalettere “telematici”( dotati di terminale in grado di fare  raccomandate e bollettini) a sostituire il servizio, ma ovviamente i costi saranno maggiori per il cittadino, e fra non molto non sarà neanche più garantito il servizio di recapito tutti i giorni. E nella nostra regione cosa stanno facendo le Istituzioni per contrastare le previste razionalizzazioni? Sicuramente  potrebbe essere di aiuto la sentenza del Consiglio di Stato dell’11 marzo scorso , a seguito del ricorso di alcuni comuni dell’Abruzzo, nella quale si afferma che "Poste non può fare spending review sulle spalle dei piccoli Comuni, determinando disservizi e disagi soprattutto alla popolazione anziana e a quella priva di strumenti tecnologici, «perché le chiusure devono tenere conto della dislocazione degli uffici postali, con particolare riguardo alle aree rurali e montane, ma anche delle conseguenze che la relativa presenza produce sull'utilità sociale».Silvana Santinelli (Responsabile regionale Adiconsum Marche)
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17/03/2015 Non è più come prima. Giornata formativa sul welfare a Macerata
Non è più come prima: per la terza tappa del percorso formativo per i suoi dirigenti ed operatori, la Cisl delle Marche sceglie il tema del welfare. Dopo aver parlato di rappresentanza a Urbino e di sviluppo a Camerino, questa è la volta dell’Università di Macerata, che da sempre esprime una tradizionale vocazione verso le scienze umane e sociali. Si parte dalla crisi del welfare pubblico, con la riduzione delle risorse per previdenza, sanità e assistenza sociale, a fronte di bisogni sociali nuovi e complessi (conciliazione, non autosufficienza, sostegno al reddito ecc). Una prospettiva che rende sempre più importante il ruolo della contrattazione aziendale e sociale svolta direttamente sui territori. Il welfare contrattato in azienda può diventare uno strumento di modernizzazione del sistema, se capace di coniugare innovazione, flessibilità degli interventi, capacità di attivare risorse economiche ed umane latenti, sviluppo della competitività tra le imprese. Ne ha parlato il Prof. Emmanuele Pavolini, docente di Sociologia dell’Università di Macerata, che ha messo in guardia dal rischio di replicare fratture e differenze già esistenti nel mercato del lavoro, aumentando le disuguaglianze sociali tra diverse categorie di lavoratori (es quelli atipici). In una regione come le Marche, caratterizzata dalla presenza di piccole imprese, il ruolo del sindacato può essere quello di aggregare le piccole realtà produttive a livello di distretto o di settore, lavorando per creare servizi di welfare interaziendali aperti al territorio e svolgendo, quando necessario, un ruolo di coordinamento. Gino Mazzoli, psicosociologo dell’Istituto Praxis di Reggio Emilia, ha invece affrontato il tema del welfare di comunità come strumento per rispondere alla crisi di fiducia che colpisce il sistema pubblico di protezione sociale e che coinvolge anche il sindacato. Un welfare capace di rispondere ai bisogni di tutti, e non solo dei poveri, fondato sull’attivazione delle risorse proprie delle persone e delle famiglie che abitano le comunità locali. Il welfare tradizionale, pensato per rispondere ai bisogni di poche persone marginali, non è adatto a far fronte alle nuove vulnerabilità sociali e lavorative, molto più estese e pervasive. Da qui nasce la necessità di ricomporre l’offerta di servizi di welfare, solo in parte pubblica, generando nuove risorse relazionali e finanziarie, anche facendo attività di scouting rispetto alle realtà esistenti, che vanno valorizzate e coordinate da un soggetto pubblico “intelligente” anche se non più onnipresente. In questo contesto il sindacato può svolgere un ruolo di “riabilitazione sociale,” raccogliendo le domande, sviluppando la socialità, producendo nuovo welfare con e per i lavoratori, attivando risposte collettive che sono il risultato di un’attività di accompagnamento e tutoring di nuove esperienze, aiutando la costruzione di reti convenienti per tutti i soggetti che vi aderiscono. Dalla teoria alla pratica: nel pomeriggio i lavori hanno acquistato una svolta operativa. I partecipanti al corso sono stati divisi in due diversi gruppi di lavoro. Nel primo sono state analizzate alcune esperienze di contrattazione aziendale, sia marchigiana che relativa ad altri contesti territoriali. Il contributo di Giorgio Caprioli, responsabile dell’Osservatorio regionale della Cisl Lombardia, ha consentito in particolare un approfondimento su alcune ipotesi di welfare contrattuale attivate nel territorio lombardo. Nel secondo workshop sono state illustrate due esperienze di apertura al territorio da parte della Cisl di Ancona e di Macerata. Nicoletta Spadoni, Assistente sociale del Comune di Castellarano, ha raccontato due progetti attivati nel territorio di Reggio Emilia che hanno come protagonisti rispettivamente disoccupati tradizionali e giovani neet. I lavori della giornata sono stati conclusi dal Segretario regionale della Cisl Marche Sauro Rossi. «Una delle parole chiave di quest'appuntamento formativo è la "generatività"». «Tanto nel welfare contrattuale che in quello di comunità, essere generativi non significa solo dare origine, ma anche e soprattutto "dare inizio", a volte anche inserendosi in realtà che già ci sono, senza rivendicare primazie o primogeniture. Su questo versante, sia in azienda che sul territorio, il sindacato deve esercitare, con passione e competenza, il ruolo di soggetto che promuove la solidarietà.»
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15/03/2015 Approvare subito i Programmi operativi dei Fondi europei
La Regione Marche è rientrata  fra le prime undici Regioni che hanno avuto i POR 2014-2020 FSE e FESR approvati dalla Commissione Europea. La Giunta Regionale ha adottato tali testi e li ha poi trasmessi alle Commissioni Consiliari al fine di completare al più presto l’iter di approvazione. È fondamentale che si renda operativa prima possibile la nuova programmazione dei Fondi strutturali che – come noto – rappresentano le uniche risorse certe per lo sviluppo e per le quali sollecitiamo con urgenza l’espressione dei pareri delle Commissioni Consiliari coinvolte e l'approvazione in aula, così come approvati a Bruxelles. In caso contrario dovrebbero riacquisire pareri ed approvazioni comunitarie. Infatti ora non mancano che gli ultimi passaggi: i pareri delle Commissioni Consiliari, CAL e CREL e  l’approvazione definitiva in Aula dei testi che deve avvenire prima del 25 marzo, data presumibile di chiusura della legislatura. Il rischio è chiudere l'attuale legislatura senza aver varato in via definitiva gli atti più importanti degli ultimi 5 anni: i nuovi Programmi Operativi dei fondi strutturali. Il tutto verrebbe a far slittare almeno di altri 6 mesi l'operatività effettiva e si bloccherebbero circa 600 milioni di euro che sono indispensabili per far partire ora l’economia e garantire interventi a favore della comunità regionale. È noto che ancora la situazione economica della regione risulti fragile e per far riprendere gli investimenti è indispensabile l’avvio dei Bandi del POR FESR 2014-2020, in particolare quelli già oggetto di confronto con le forze economiche sociali per quanto riguarda il sostegno all’ innovazione e alla ricerca, così come fondamentali sono gli interventi per il sostegno della competitività delle imprese e per il rilancio dell'occupazione. Sarebbe gravissimo ed imperdonabile far perdere ulteriore tempo all’utilizzo delle risorse comunitarie  nelle Marche. Si ricorda che la nuova programmazione dei Fondi strutturali sarebbe dovuta decollare sin dallo scorso anno, ma che ha avuto un iter di molto prolungato per le procedure nazionali e regionali. Ora siamo in dirittura di arrivo e la responsabilità della chiusura rapida dell’iter procedurale dei POR FESR ed FSE è tutta in capo ai Consiglieri Regionali che dovrebbero sentire  - come le forze economiche sociali – l’urgenza di dare avvio finalmente al nuovo quadro programmatorio per dare una risposta alle imprese, ai lavoratori e ai territori, da tanto tempo anelata. La crisi ancora incombe ed è responsabilità primaria delle Istituzioni e degli Amministratori dare risposte valide per una ripresa economica che timidamente sembra affacciarsi, ma che necessita di impegni e di risorse concrete e reali. Ogni altra scelta sarebbe incomprensibile ed ingiustificabile viste le difficoltà che il sistema economico sta affrontando ormai da molti anni. Attendiamo quindi segnali concreti di attenzione e di sensibilità in tal senso, a partire da domani in cui è convocata la VI Commissione Consiliare, in seduta congiunta con la III Commissione.  
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14/03/2015 Il welfare in azienda e nella comunità: esperienze a confronto
Lunedì 16 Marzo 2015 ore 9,30- 17,00 seminario di studio, promosso dalla Cisl Marche in collaborazione con l’Università di Macerata, sulle prospettive del welfare prodotto mediante la contrattazione aziendale e l’attivazione delle comunità locali. Ai lavori della mattina interverranno Emmanuele Pavolini,  Università di Macerata, e  Gino Mazzoli, Studio Praxis Reggio Emilia. Nel pomeriggio verranno analizzate esperienze concrete di welfare contrattuale e di welfare di comunità, con il contributo di Giorgio Caprioli, Cisl Lombardia e di Nicoletta Spadoni, del Comune di Castellarano ( RE). «Le dinamiche conseguenti alla grave crisi internazionale degli ultimi anni, le politiche di austerity dell’Europa e i processi di spending review messi in campo dai governi nazionali succedutisi nel recente passato mettono a dura prova il welfare pubblico. – afferma Stefano Mastrovincenzo, segretario generale della Cisl Marche - In questa cornice, pur continuando a negoziare servizi sociali e sanitari pubblici e di qualità per tutti ma soprattutto per le persone più deboli,  riteniamo necessario come Cisl approfondire e sviluppare  altre e nuove strade di creazione del welfare, chiedendo a  istituzioni, aziende, associazioni, comunità territoriale di dare il proprio contributo in questa direzione.» All’iniziativa, che è aperta agli studenti dell’Università di Macerata e a tutta la cittadinanza, è prevista la partecipazione del Magnifico Rettore dell’Università di Macerata, prof. Luigi Lacché.
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13/03/2015 5 Minuti Cisl : Risultati Rsu 2015, Trasporto pubblico Locale, Sciopero Porto di Ancona
IN PRIMO PIANORisultati elezioni RSU 2015. Nelle Marche la Cisl primo sindacato sia nella scuola che nel pubblico impiego. Interviste a Anna Bartolini, segretario generale Cisl Scuola Marche e Luca Talevi, segretario generale Fp Cisl Marche.Trasporto pubblico locale: rischio tagli e riduzione del servizio per i cittadini.Intervista a Marco Ferracuti, segretario regionale Cisl Marche.Sciopero lavoratori del Porto di Ancona, presidio in Prefettura. Interviste a Marco Brugiapaglia, RSU Fit Cisl Autorità portuale, e Roberto Ascani, segretario generale Fit Cisl Marche.http://youtu.be/pF1ahnx-X6w 
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29/01/2015 Una nuova stagione per la contrattazione sociale
Linee guida per una nuova stagione della contrattazione territoriale e sociale nelle Marche - gennaio 2015 La crisi economica ed occupazionale che, da anni, sta duramente coinvolgendo anche la nostra regione, non accenna ad allentarsi. Il 2015 sarà un altro anno particolarmente difficile e, per il sindacato, continuerà ad essere centrale l'impegno per sostenere l'occupazione e per contenere le ricadute sociali della crisi sui lavoratori e sui pensionati, favorendo al contempo la trasformazione del nostro tessuto sociale e produttivo in grado di interpretare le nuove sfide e garantire una stagione di rinnovata coesione sociale. In quest'ottica, la contrattazione confederale, territoriale e sociale, rappresenta uno strumento importante per attivare e orientare le politiche locali a tutti i livelli e richiede uno sforzo sinergico convinto di tutte le strutture sindacali, anche di categoria. Vi sono, naturalmente, alcuni elementi di contesto di cui dobbiamo necessariamente tener conto. • Innanzitutto gli aspetti economici e sociali, in particolare il peso che continueranno ad avere le problematiche dello sviluppo, dell'occupazione e dei redditi, in una regione come le Marche, in cui, purtroppo, non si scorgono i segnali di ripresa, pur timidi, ravvisabili in altre aree del Paese. Questo presuppone la capacità di orientare le politiche locali su misure che intercettino queste emergenze e, dal momento che le pressoché uniche risorse pubbliche disponibili per sostenere il lavoro e l'economia derivano dai Fondi Comunitari, diventa fondamentale agire sugli stessi garantendo selettività e integrazione nel loro impiego, celerità dei tempi di attivazione, metodo partecipativo nella gestione; • I ripetuti tagli ai trasferimenti alle Regioni ed agli enti locali, da ultimo con la legge di stabilità 2015, rendono necessario uno sforzo comune per modificare una politica che sta mettendo in discussione il ruolo delle autonomie locali e, soprattutto, la possibilità, per loro, di garantire servizi fondamentali per le popolazioni. In ogni caso, in un contesto di risorse limitate e decrescenti, a fronte di un bisogno di servizi e tutele che invece tende a crescere, è necessario mettere in campo politiche basate sull’equità, sulla redistribuzione, sul contrasto agli sprechi, su una maggiore efficienza dei servizi e dell’amministrazione. • Un altro aspetto riguarda la ridefinizione degli assetti istituzionali in corso, in particolare con l'incerta evoluzione della vicenda delle Province, l'obbligo della gestione associata dei servizi e delle funzioni nei piccoli comuni, la proposta della Giunta regionale che individua gli ambiti ottimali per la gestione associata e la legge regionale sulle Unioni dei comuni Montani, nonché la legge regionale sul welfare e i relativi assetti degli ambiti sociali. I pesanti tagli previsti dalla legge di stabilità stanno determinando la compressione delle risorse regionali e locali, in particolare per i capitoli di spesa inerenti il sociale e tutte le attività non finanziabili attraverso i fondi strutturali. La stessa legge di stabilità contiene norme relative allo società partecipate che, se non gestite all'interno di precise scelte politiche coordinate, rischiano di portare ad una situazione ingovernabile nella gestione di molti servizi e preoccupante nel rapporto pubblico/privato; • Infine, da tempo e da più parti, è in atto un attacco al sindacato e alla sua funzione di rappresentanza generale e confederale. Si vuole negare la sua titolarità negoziale su temi che incidono sul mondo del lavoro, come le politiche di sviluppo, fiscali, previdenziali ed anche sulle norme del lavoro in senso stretto. Vi è il rischio che questo atteggiamento prenda piede anche localmente, considerando che, da tempo, il livello e la qualità della partecipazione, anche nella nostra regione, non è certo da considerarsi soddisfacente, pur essendo le Marche una realtà dove le esperienze di negoziazione territoriale sono state diffuse. Il rilancio della contrattazione sociale e territoriale è quindi anche funzionale a riaffermare il nostro ruolo, di sindacato confederale che, sulla base della sua rappresentanza reale, ha l'ambizione di contribuire con la sua azione non solo a difendere gli interessi specifici della sua rappresentanza, ma di essere un soggetto fondamentale per lo sviluppo e l’evoluzione delle nostre comunità. In questo contesto economico, istituzionale e sociale le confederazioni sindacali devono quindi assumere la contrattazione territoriale e sociale come uno strumento prioritario, raccordandola sempre di più a quella aziendale e di settore e agli interventi generati dalla bilateralità. Partendo dall'esperienza fino a qui condotta, e considerando la rilevanza dei problemi che abbiamo da affrontare, è necessario porsi l'obiettivo di estendere e qualificare la contrattazione, introducendo anche elementi di novità che attengano ai temi da affrontare, agli interlocutori ed al percorso da seguire. In particolare: • il confronto dovrà tenere assieme le problematiche riguardanti i bilanci preventivi, le politiche di welfare, le politiche tributarie e tariffarie, le questioni del lavoro, dello sviluppo locale e territoriale, in forma integrata. • Pertanto è necessario individuare una pluralità di interlocutori, istituzionali e socio-economici, e relative sedi negoziali, in rapporto alle diverse questioni affrontate (Regione,Comuni singoli o associati, Ambiti territoriali sociali, Province, Associazioni imprese, Banche, Università, Centri tecnologici e di ricerca, Camere di Commercio, Aziende e Aree vaste sanitarie, ATO, società che gestiscono servizi di pubblica utilità, Terzo settore, Scuole, Fondazioni, Volontariato). • Le piattaforme, o i documenti, che proporremo ai nostri interlocutori, a partire da quelli inviati ai Comuni singoli o associati, dovranno essere il più possibile specifici rispetto alle diverse situazioni, precisando obbiettivi, azioni attese e beneficiari. Dovranno essere in grado cioè di raccogliere gli elementi propri di ogni diversa realtà, basati sulla raccolta di precise istanze e su bisogni direttamente rilevati. Il percorso di predisposizione delle piattaforme dovrà vedere il coinvolgimento di tutte le strutture del sindacato, dei delegati, dei lavoratori e dei pensionati, attraverso attivi territoriali, assemblee nei luoghi di lavoro, assemblee nei territori per coinvolgere lavoratori delle piccole imprese, pensionati, disoccupati, precari, studenti. Importante dovrà essere l’impegno per individuare reti di partenariato volte ad ampliare la portata ed aumentare l’efficacia delle azioni. • L'attività negoziale deve essere sostenuta dal coinvolgimento dei lavoratori e, se necessario, anche da specifiche iniziative dirette (comunicati stampa, volantinaggi, presidi). • L'esito della contrattazione deve essere ugualmente oggetto di informazione e verifica con i lavoratori ed i pensionati. Il confronto territoriale si dovrà sviluppare in stretto rapporto con quello che si realizza a livello regionale sulle seguenti principali tematiche: Politiche del lavoro e dello sviluppo Fermo restando l'obiettivo di dare continuità ed estendere l'esperienza dei fondi anti-crisi, in particolare per sostenere i lavoratori e le famiglie sul piano del reddito ed dell'accesso ai servizi, è necessario avviare ulteriori azioni che, attraverso un rapporto più stretto fra i servizi sociali dei Comuni, gli Ambiti Sociali ed i Centri per l'Impiego, l’orientamento e la formazione, favoriscano l'inserimento o il reinserimento lavorativo, integrando maggiormente le politiche sociali con quelle del lavoro. Particolare attenzione va dedicata anche a progetti sperimentali che presentino elementi interessanti ed innovativi per il sostegno alle famiglie e alle persone indigenti in un’ottica di condivisione e co-progettazione tra istituzioni, associazioni, terzo settore, imprenditoria, volontariato. Per quanto concerne le politiche territoriali e per lo sviluppo, essendo nella fase di avvio la gestione della programmazione comunitaria 2014-2020, ed avendo la Regione approvato i POR e, ad integrazione dell’attività che dovrà svolgere la Cabina di regia istituita presso la Regione, è importante favorire anche localmente un coordinamento delle azioni che si possono attivare, in particolare nella gestione degli Interventi territoriali integrati, e comunque in tutte le azioni di sistema che possono essere promosse e/o gestite attraverso la partecipazione di più soggetti, pubblici e privati. A questo riguardo è opportuno individuare appositi momenti di confronto locale, coinvolgendo i soggetti, istituzionali, economici e sociali, in particolare finalizzati a far emergere progetti di qualità. Le misure sulle quali è opportuno concentrare l'attenzione nella prima fase di gestione dovranno essere quelle con un maggior impatto occupazionale ed anticongiunturale. Per sostenere il rilancio economico territoriale riteniamo importante promuovere Patti locali per lo sviluppo basati su: • incentivazioni di reti di imprese • individuazione di aree per imprese ad alta innovazione; • sviluppo di housing sociale; • verifica della possibilità di infrastrutture nuove o del potenziamento di quelle esistenti; • rafforzamento delle infrastrutture immateriali, telematiche ed informatiche; • creazione di un servizio che svolgano ruolo di facilitatore dei processi, nonché di accesso alle informazioni, alle Banche dati, rivolto agli attori economici, anche in sinergia con altri enti; • attenzione ai processi/percorsi formativi atti ad aumentare l’occupabilità dei lavoratori e la competitività delle imprese. • incentivazione del coworking volto non solo alla condivisione di spazi comuni e di spese, ma anche in grado di incentivare integrazione di professionalità e di coprogettazione soprattutto giovanili. Politiche Territoriali e Ambientali A seguito dei disastri ambientali registrati in varie parti della Regione Marche, è importante avviare ed incentivare a vari livelli un maggior controllo del territorio in termini di sicurezza e di politica ambientale. Ciò potrebbe favorire nuove sinergie e sviluppo lavorativo.Si potrebbero realizzare progetti strategici in grado di mobilitare risorse pubbliche e private verso: controllo del territorio, dei percorsi fluviali, sviluppo della mobilità sostenibile, l’efficienza energetica, l’edilizia sostenibile. Politiche sociali e della salute Considerando la crescita del disagio sociale ed economico e l'aumento della domanda di assistenza, nel confronto sui bilanci con gli EE.LL. si deve puntare a garantire il livello delle risorse e dei servizi attualmente erogati per il welfare. Fondamentale rimane la salvaguardia e la qualificazione dei servizi per la non autosufficienza e la disabilità (Sad, Sed, strutture residenziali e semiresidenziali), dei trasporti e della ristorazione scolastica e il potenziamento dei servizi educativi e per la prima infanzia (nell’ambito di un’azione più complessiva orientata a promuovere le pari opportunità e la conciliazione dei tempi) E' necessario inoltre aprire un confronto che coinvolga anche le Fondazioni bancarie le cui risorse vadano orientate prioritariamente al sociale, con una progettualità che sia integrata con quella degli altri soggetti territoriali. I tavoli sindacali istituiti a livello di area vasta e di distretto sanitario dal Protocollo regionale del 18.2.2014 devono avviarsi compiutamente e portare all'implementazione ed al monitoraggio di tutte le azioni previste nel Protocollo stesso (pianificazione, reti, mobilità passiva e liste d'attesa, occupazione, integrazione socio-sanitaria, servizi territoriali), cercando di superare le difficoltà sino ad ora riscontrate, sia a livello regionale che locale, aggravate dalle misure previste dalla legge di stabilità e dal conseguente bilancio preventivo della Regione Marche. Urgente è arrivare alla definizione di modalità di gestione che permettano una reale integrazione fra Distretti socio-sanitari ed Ats, dal momento che in una parte della regione non esiste la coincidenza fra le due dimensioni territoriali. Valorizzazione del volontariato Si ritiene importante sostenere e valorizzare l’attività delle associazioni di volontariato, a maggior ragione in questo momento di difficoltà nel quale è prioritario rinsaldare le reti solidaristiche. In particolare, per quanto concerne l’associazionismo rivolto agli anziani, vanno estese le attività che valorizzino il servizio di vicinato (compagnia, telefono amico, reti di quartiere), l’ausilio nel trasporto e nell’adempimento di impegni quotidiani (spesa, farmaci, prenotazione visite, ecc), espletamento di attività complementari all’erogazione di servizi pubblici (aiuto nei servizi culturali, sanitari, ambientali, di sicurezza stradale ecc) Le associazioni di volontariato possono inoltre gestire attività ricreative e tempo libero (centri sociali, vacanze e visite guidate, ecc). Con molte Amministrazioni comunali e/o Ambiti sociali questi progetti sono già stati definiti ed attuati: è necessario estendere e rafforzare queste esperienze. Politiche abitative L’intera politica abitativa va rilanciata in un’ottica di rivisitazione complessiva delle politica urbanistica dei vari territori e di sviluppo di nuove forme di welfare, di opportunità di lavoro e di benessere sociale e familiare, operando in stretto raccordo con i sindacati degli inquilini. Prioritario risulta essere l’intervento di sostegno verso i soggetti interessati da sfratti per morosità incolpevole e verso i giovani. Per i primi, anche attraverso la copertura delle spese relative al canone, alle utenze e le esenzioni/riduzioni tariffarie; per i secondi ipotizzando una serie di misure volte a favorire l’accesso al bene casa, in proprietà o in locazione.Nel campo delle azioni tese a calmierare il mercato delle locazioni, è importante continuare a promuovere la diffusione dei canoni concordati e spingere ad intraprendere la via della revisione delle rendite catastali. Per fronteggiare casi di emergenze e fragilità sociali è possibile sperimentare progetti di cohousing sociale e di condomini solidali. Nel quadro di iniziative di sviluppo e riqualificazione dell’edilizia popolare una particolare attenzione va data anche alla verifica di un utilizzo appropriato del patrimonio immobiliare pubblico. Politiche giovanili In un contesto di grande vulnerabilità e di crescente inoccupazione e disoccupazione giovanile che si aggira, nelle Marche, attorno al 40%, è opportuno valorizzare anche le politiche giovanili, studiando percorsi di orientamento insieme alle istituzioni e di agevolazione di iniziative economiche, commerciali e professionali; agevolare la diffusione di luoghi di aggregazione, di produzione culturale e musicale, politiche che avvicinino i giovani al mondo del lavoro, politiche di contrasto del disagio giovanile e di lotta alle dipendenze. Interventi specifici sono necessari a favore degli studenti universitari, in particolare nelle città dove si svolge l’attività didattica o dove risiedono gli studenti fuori sede (card acquisti, agevolazioni per librerie, teatro, cinema…). Politiche per l’integrazione La crisi e le recenti vicende internazionali stanno riproponendo in forme diverse anche il problema dell’immigrazione rispetto al quale sempre maggiore deve essere l’impegno per favorire l’integrazione e il dialogo. In questo senso un ruolo importante lo assolvono le scuole che promuovono e sostengono iniziative e progetti per una nuova socialità ed una coesione. Tali esperienze devono essere rafforzate attraverso il coinvolgimento delle istituzioni, della associazioni , del volontariato e del terzo settore, delle forze dell’ordine. Politiche tariffarie ed Isee Considerando le condizioni dei redditi delle famiglie, mediamente ridotti in questi anni, in particolare per i lavoratori dipendenti ed i pensionati, molti dei quali vanno verso le soglie della povertà, e tenendo anche conto della situazione deflattiva, è necessario garantire l'invarianza della media delle tariffe. L’obiettivo di garantire il gettito necessario per rispondere alla crescita della domanda senza incidere sui redditi più bassi, e al contempo favorire una redistribuzione del carico tariffario, può essere realizzato attraverso l’introduzione o un miglior utilizzo dell’indicatore Isee, possibilmente in forma lineare e omogeneo a livello di Ambito sociale, tenendo conto delle rilevanti novità legislative in materia. L’introduzione del nuovo Isee dal 1 gennaio 2015 rende necessario la gestione della transizione da uno strumento all’altro ed una rivisitazione dei regolamenti e delle delibere che stabiliscono le soglie di accesso alle prestazioni e che determinano l’entità delle compartecipazioni alla spesa degli utenti. Inoltre, al fine di sostenere i redditi di coloro che il sindacato rappresenta, è opportuno prevedere rette e tariffe agevolate per le categorie più fragili e vulnerabili, sia per servizi educativi, sociali, assistenziali a domanda, sia per i rifiuti, sia per il servizio idrico, da concordare, rispettivamente, a livello comunale e di Ato, attraverso la rinegoziazione dei regolamenti, individuando il livello di compartecipazione al pagamento dei servizi da parte degli utenti, le soglie di esenzione e/o riduzione delle rette e tariffe, ricorrendo, anche in questi casi, all’Isee. Politiche fiscali e tributarie La recente introduzione della IUC ha confermato problemi e iniquità che il sindacato aveva evidenziato e conferma l’esigenza di una complessiva riforma fiscale, compresa quella locale. Riconfermiamo, comunque, l'obiettivo di introdurre nei regolamenti comunali riguardanti la Iuc e l'addizionale Irpef, tutti quegli elementi che possano garantire una maggiore progressività ed equità dell'imposizione (progressività per scaglioni Irpef, soglie di esenzione e detrazioni, utilizzo dell'Isee) Sull’Imposta di soggiorno e su quella di scopo, occorre verificare le risorse in bilancio e a quali interventi sono destinate. Altro tema da ribadire e rafforzare è quello della lotta all’evasione fiscale anche estendendo le convenzioni con l’Agenzia delle entrate ed esercitare le attribuzioni previste dalla norma a livello sovra comunale. Potenziare gli organici dedicati a questa attività, anche attraverso percorsi di riqualificazione del personale. Le risorse recuperate da questa attività dovranno essere destinate al sostegno alle politiche sociali ed alle misure anticrisi. Riassetto istituzionale, gestione associata, riorganizzazione amministrativa e valorizzazione del personale L'incerta e contraddittoria vicenda che attiene la riforma delle Province, ed in particolare la redistribuzione delle funzioni e del personale, il difficile processo di trasformazione delle Comunità Montane in Unioni dei Comuni Montani, la proposta di deliberazione del consiglio regionale in materia di riordino territoriale e di “dimensioni territoriali ottimali ed omogenee”, le norme nazionali sulla gestione associata dei servizi e delle funzioni nei piccoli Comuni, determinano un quadro complesso e caotico nel quale e necessario muoversi cercando di avere ben chiara una visione d'insieme. Nel ribadire la nostra condivisione rispetto ad un dimensionamento ottimale che coincida, sostanzialmente, con gli attuali ambiti territoriali sociali, è necessario muoversi nelle singole realtà con tutti gli interlocutori per accelerare e favorire questo processo di aggregazione, anche promuovendo specifiche iniziative, perchè il tema della gestione associata dei servizi e delle funzioni continua ad avere una importanza strategica, per qualificare l’attività pubblica, estendere i servizi e recuperare e valorizzare risorse da reinvestire nei nuovi e crescenti bisogni. In questo contesto, si auspicano ulteriori esperienze di fusione fra Comuni, laddove la dimensione demografiche e le caratteristiche sociali e territoriali lo permettano e puntuali verifiche sui processi di aggregazione delle funzioni fondamentali avviati sulla base delle norme vigenti. A tale fine si ribadisce l’importanza che la normativa regionale sostenga con più incisività, anche finanziariamente, queste aggregazioni, ad iniziare dalle politiche sociali le cui risorse dovrebbero essere destinate prioritariamente ai servizi gestiti dagli Ambiti territoriali sociali. Servizi pubblici locali Fondamentale rimane altresì l’impegno a promuovere i processi di aggregazione, almeno a livello provinciale, nella gestione dei servizi pubblici locali a rete (con particolare riguardo a trasporti, servizio idrico e rifiuti), come già indicato nel documento sindacale unitario approvato il 29 giugno 2012. E’ necessaria un’azione articolata di concertazione con i Comuni, le Province, gli organi di governo degli ATO e le aziende operanti nel settore per mantenere aperto il confronto sulle prospettive di aggregazione, sui piani industriali e di investimento necessari per garantire la qualità dei servizi, sui bandi di gara per gli affidamenti e sui contratti di servizio. Esternalizzazioni, appalti, legalità. Altro aspetto sul quale dobbiamo porre attenzione sono i processi di contenimento delle esternalizzazioni dei servizi e delle delle consulenze esterne, soprattutto attraverso l’efficientamento della rete territoriale dei servizi e della politica di valorizzazione del personale nella pubblica amministrazione. La gestione dei servizi di pubblica utilità ed alla persona deve comunque vedere nel pubblico il ruolo di programmazione, determinazione delle condizioni qualitative e d’accesso, e gestionale, prevedendo nel rapporto con il privato, in particolare con il privato sociale, precise condizioni qualitative e di trasparenza, ad iniziare dal vincolo del rispetto delle normative e della contrattazione sul lavoro e sulla sicurezza. Per quanto concerne la gestione degli appalti, inoltre, va privilegiata la procedura dell'offerta economicamente più vantaggiosa ponendo particolare attenzione nel contrastare la concorrenza sleale e l'infiltrazione malavitosa. La costituzione della Suam ed in particolare la sua recente individuazione come Centrale unica di committenza nella Regione, ai sensi dall’art. 9 del DL n. 66/2014, può favorire un processo di razionalizzazione delle attività di appalto, e il nostro ruolo, ai diversi livelli, è fondamentale per favorire la trasparenza, l'economicità, il rispetto delle norme e delle clausole sociali. In questo senso è importante sollecitare l'adesione di tutti i soggetti pubblici appaltanti, compreso le società partecipate, ad aderire al nuovo sistema, appena verranno determinate le condizioni operative a livello regionale. Il taglio ai trasferimenti operati dallo Stato, ed il conseguente bilancio preventivo della Regione Marche, pone a rischio anche l’occupazione e le condizioni di lavoro in tutte quelle attività gestite in appalto. Questo deve indurci a sollecitare le amministrazioni a fare in modo di garantire le risorse necessarie, per dare continuità ai servizi ed evitare ulteriori pesanti problemi occupazionali. Sulle questioni relative alla legalità ed agli appalti le confederazioni regionali, coinvolgendo tutte le loro strutture, predisporranno a breve una specifica piattaforma unitaria. Personale I processi di riorganizzazione territoriale e le misure sul personale rischiano di mettere in discussione non solo le professionalità e le condizioni di lavoro, ma la stessa occupazione, come la vicenda delle Province sta a dimostrare. Il problema riguarda tutte le tipologie di lavoro, ad iniziare dai lavoratori precari e operanti negli appalti. Con l'istituzione del Tavolo regionale delle autonomie ci si è posto l'obiettivo di governare questi processi, e anche localmente, in particolare a livello di area vasta, andranno attivati i momenti di confronto con lo stesso obiettivo. Va inoltre sviluppato con ogni Amministrazione, in stretto raccordo con le federazioni di categoria, un confronto teso ad individuare le forma attraverso le quali, all’interno di specifici progetti di efficientamento della P.A. (compresi i Piani di razionalizzazione), si possano qualificare i percorsi professionali dei dipendenti, implementando i Fondi per la contrattazione integrativa, considerando che il progressivo assottigliamento di questi fondi, unita ai ripetuti interventi legislativi sui CCNL, ha reso difficile la politica di coinvolgimento dei lavoratori nei meccanismi di miglioramento dell’organizzazione del lavoro.
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21/01/2015 Schema legge di stabilità 2015
Schema legge di stabilità 2015 su alcune norme di particolare interesseschema legge stabilità 2015.doc
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12/01/2015 Voucher per servizi baby sitting o nidi
L'INPS ha rinnovato per il 2014-2015 i voucher alle lavoratrici dipendenti che in alternativa al congedo parentale, possono fare domanda per ottenere voucher per pagamento di servizi di baby-sitting o di servizi pubblici accreditati per l'infanzia. Il valore del voucher è di circa € 600 mensili, erogati dall'INPS, aumentati rispetto all'anno scorso (erogati per un valore € 300), estesi per il 2014-2015 anche alle dipendenti del settore pubblico impiego. Il voucher è erogato mensilmente per il periodo di congedo al quale si rinuncia, per un massimo di sei mesi. La domanda va fatta ai Patronati o all'INPS entro il 31 dicembre 2015 (vedi circolare INPS allegata).circolare inps voucher congedi 2014.pdf
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08/01/2015 Voucher per servizi di baby-sitting
Corresponsione di voucher per l’acquisto di servizi di baby-sitting INPS: cir.169/14L’Inps innova ed integra quanto disposto nel2013, relativamente alla corresponsione – per il biennio 2014-2015 – di voucher per l’acquisto di servizi di baby-sitting, oppure di un contributo per fare fronte agli oneri della rete pubblica dei servizi per l’infanzia o dei servizi privati accreditati in alternativa al congedo parentaleLe madri lavoratrici possono accedere al beneficio anche se hanno fruito in parte del congedo parentale. Inoltre, la misura è concessa in ragione del singolo figlio, quindi anche per più figli, purché siano rispettati i limiti temporali indicati nel decreto ministeriale.Al beneficio possono accedere, esclusivamente, le madri lavoratrici aventi diritto al congedo parentale, dipendenti di amministrazioni pubbliche o di privati datori di lavoro, oppure iscritte alla gestione separata.Non sono ricomprese nel beneficio le lavoratrici autonome iscritte ad altra gestione (es. coltivatrici dirette, mezzadre e colone, artigiane ed esercenti attività commerciali, imprenditrici agricole a titolo principale, pescatrici autonome della piccola pesca marittima e delle acque interne).Sono, in ogni caso, escluse:1. le lavoratrici esentate totalmente dal pagamento della rete pubblica dei servizi per l’infanzia o dei servizi privati convenzionati;2. le lavoratrici che usufruiscono dei benefici di cui al Fondo per le Politiche relative ai diritti ed alle pari opportunità.Inoltre non possono richiedere il contributo le lavoratrici in fase di gestazione.Il contributo, è aumentato rispetto all'anno precedente, è pari ad un importo massimo di 600,00 euro mensili.Le lavoratrici part-time potranno fruire del contributo in misura riproporzionata in ragione della ridotta entità della prestazione lavorativa, secondo la tabella allegata alla presente circolare.Nel caso in cui la madre lavoratrice richiede il contributo per l’acquisto dei servizi di baby sitting, l’Istituto consegnerà alla lavoratrice madre 600 euro in voucher per ogni mese di congedo parentale al quale la stessa rinuncia.Il contributo per la fruizione della rete pubblica dei servizi per l’infanzia o dei servizi privati accreditati, invece, verrà erogato attraverso pagamento diretto da parte dell’INPS alla struttura prescelta dalla lavoratrice madre, dietro esibizione, da parte della struttura stessa, della documentazione attestante l’effettiva fruizione del servizio, fino a concorrenza dell’importo di 600 euro mensili per ogni mese di congedo parentale cui la lavoratrice rinuncia.Il contributo è erogato per un periodo massimo di sei mesi, solo per frazioni mensili intere, in alternativa alla fruizione di altrettanti mesi di congedo parentale ai quali la lavoratrice, di conseguenza, rinuncia. Per frazione mensile deve intendersi un mese continuativo di congedo.La domanda va presentata all'INPS attraverso il sito web istituzionale, accedendo attraverso il PIN dispositivo oppure attraverso il Patronato.Le domande dovranno essere presentate entro il 31 dicembre di ciascuno dei due anni di sperimentazione 2014-2015.
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28/11/2014 Riscoprire rappresentanza, contrattazione e partecipazione
«Rappresentanza, contrattazione e partecipazione. Tre dimensioni da recuperare per costruire una democrazia reale basata sul benessere». Così il Segretario nazionale della Cisl Maurizio Bernava ha concluso i lavori del Consiglio generale della Cisl Marche che si è svolto al Ridotto delle Muse di Ancona. Tre parole chiave sulle quali sfidare la politica, che si sta allontanando sempre più dalla società e che in una deriva oligarchica tende sempre più ad eliminare le forme strutturate di intermediazione sociale, ad esempio smontando fisicamente la presenza organizzata che il sindacato garantisce sul territorio attraverso Caaf, Patronati e delegati sindacali. «La priorità è un accordo istituzionale - ha affermato Bernava - un vero e proprio patto tra Governo centrale, Regioni ed autonomie locali per trovare le risorse necessarie a far ripartire sviluppo e investimenti. Non siamo rassegnati o rinunciatari, ma riteniamo che lo sciopero generale del 12 dicembre sia inutile, inconcludente e dettato da logiche politiche. La Cisl va avanti con proposte concrete e con un pressing sociale sui parlamentari, anche a livello territoriale. Anche per questo a gennaio, faremo partire iniziative di legge popolare su fisco e previdenza». In precedenza il Segretario generale della Cisl Marche Stefano Mastrovincenzo aveva affermato «la necessità di riaprire il dialogo sociale sui temi del lavoro, perché se la democrazia non diventa sociale, ma resta solo politica, allora non è può essere umana». La Cisl si mobiliterà la settimana prossima con le manifestazioni nazionali di Firenze, Napoli e Milano, per cambiare gli aspetti del Jobs Act e della Legge di stabilità che ritiene sbagliati. Il senso delle iniziative è quello di articolare insieme protesta e proposte, e su queste ultime sfidare il Governo. Tanti sono i temi: contratto a tutele crescenti, riduzione delle forme di lavoro precario, bonus di 80 €, tassazione sui fondi pensione, risorse per gli ammortizzatori sociali, decontribuzione dei premi di produttività erogati dalla contrattazione di secondo livello, tagli ai Patronati, lotta al’evasione e tagli alla spesa pubblica improduttiva. Sullo sfondo la questione dello sblocco delle risorse per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego. La Funzione Pubblica della Cisl sciopererà per questo lunedì 1 dicembre, per rilanciare la contrattazione, specie quella di secondo livello, e per chiedere allo Stato un progetto di riforma dei servizi pubblici che eroga, con selezioni di qualità per i dirigenti e controlli precisi sugli obiettivi. «Mancano soprattutto delle scelte importanti di politica industriale – prosegue Mastrovincenzo - a prescindere dalle risorse che possono essere messe in campo, con le quali far ripartire sviluppo e lavoro». Anche per questo la Cisl ha deciso di non proclamare lo sciopero generale, ma di continuare a lavorare con un confronto serrato nelle aule parlamentari. «Procediamo volentieri insieme agli altri sindacati, quando è chiaro il merito delle questioni sindacali – ha concluso il Segretario generale della Cisl Marche. Rispettiamo le posizioni degli altri, ma rivendichiamo un pluralismo vero e non un unanimismo inutile, privilegiando sempre la sincerità alla propaganda e alla demagogia».
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27/11/2014 Isee, il decreto del Governo
Dal 1° gennaio 2015 entrarà in vigore il nuovo modello Isee. Di seguito il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 159 del 5 dicembre 2013 che modifica la determinazione e campi di applicazione dell' isee e una nota esplicativa che evidenzia i maggiori cambiamenti per le famiglie. DPCM 159.pdf Nota nuovo isee .doc
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26/11/2014 Protocollo programmatico riorganizzazione sanitaria e socio sanitaria
La Delibera di Giunta della Regione Marche n. 149 del 17 febbraio 2014 ha recepito lo schema di protocollo d'intesa tra la Giunta regionale, gli enti del Servizio Sanitario Regionale e le Confederazioni sindacali di Cgil Cisl e UIL Marche. Segue una scheda di sintesi dei contenuti del protocollo. DGR0149_14.pdf Scheda di sintesi protocollo Sanità.pdf
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26/11/2014 Analisi impatto TASI sui comuni capoluogo
L’impatto della Tasi sui Comuni capoluoghi di Regione Analisi delle delibere Tasi L’analisi delle delibere delle aliquote Tasi dei venti comuni capoluogo di Regione e alcune valutazioni della CISL rispetto all’applicazione della tassa sui servizi indivisibili. CircolareTasi9-14.doc
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13/11/2014 Su Garanzia Giovani, dicci la tua!
La Cisl Marche sostiene il monitoraggio informale di Garanzia Giovani. Da metà ottobre la testata giornalistica online Repubblica degli Stagisti e l'associazione Adapt hanno lanciato un questionario online per monitorare informalmente la Garanzia Giovani e dar voce direttamente a chi si iscrive, permettendo a ciascuno di raccontare la sua personale esperienza.Monitoraggio informale su G.G 
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15/09/2014 Fondi europei, firmato il protocollo sulle politiche di coesione
E' stato firmato oggi il Protocollo d'intesa tra la Regione Marche e i soggetti del partenariato economico e sociale sulle politiche di coesione 2014-2020. La firma del protocollo è un risultato importante, fortemente voluto dalla Cisl, che mette al centro dell'agenda politica regionale l'utilizzo dei Fondi europei, che rappresentano le uniche risorse pubbliche disponibili nei prossimi anni per lo sviluppo delle Marche. Il protocollo prevede che le parti si vedranno con continuità, per monitorare e valutare con attenzione lo stato di attuazione della progettazione. Il partenariato si articola sostanzialmente su due livelli di confronto: uno generale, per verificare il livello d’integrazione tra i Fondi, e uno tecnico che si occuperà della singola programmazione e/o di temi specifici. Il primo incontro di partenariato sarà convocato dall'Assessore regionale alle politiche comunitarie Paola Giorgi, che coordinerà il tavolo, non appena arriveranno le osservazioni della Comunità Europea sui POR (Progetti Operativi Regionali) dei Fondi. Protocollo coesione 2014-2020
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10/07/2014 Autotrasporto merci, incontro pubblico a Jesi
Parlamentari marchigiani, Europarlamentari, rappresentanti delle istituzioni e della politica regionale, delle Forze di Polizia e delle Direzioni provinciali del lavoro, si confronteranno con le associazioni sindacali e di categoria sulla situazione dell'autotrasporto merci e su come uscire dalla crisi che ha colpito il settore, attraverso: un corretto rispetto delle regole sul cabotaggio, con possibilità di bloccarlo per almeno sei mesi; la lotta alle imprese illegali e l'impegno della committenza a non utilizzare soggetti che violino le leggi ed i contratti di lavoro; rispetto della norma che prevede costi minimi per i servizi di autotrasporto. IL DOCUMENTO PRESENTATO DALLE SEGRETERIE REGIONALI DEI SINDACATI DEI TRASPORTI DI CGIL CISL UIL MARCHE (FILT, FIT, UILTRASPORTI) E DALLE ASSOCIAZIONI ARTIGIANE DEL SETTORE Strette fra la concorrenza sleale dei Tir stranieri e le infiltrazioni della criminalità organizzata, le 4.648 imprese marchigiane dell’autotrasporto si trovano ad affrontare una crisi gravissima: nel corso di questi anni centinaia hanno chiuso, migliaia i lavoratori licenziati o in cassa integrazione. Nel 2013 il fenomeno si e’ ancora di più incrementato e non sembra rallentare come confermano i dati del primo trimestre del 2014. Una situazione che incide sull’occupazione nel settore, con una impennata dell’utilizzo degli ammortizzatori sociali che hanno raggiunto livelli incredibili triplicando i valori del 2012 già considerevoli. Una crisi quella dell’autotrasporto che è stata resa ancora più grave dalla concorrenza sleale messa in atto dalle imprese che violano le norme, facendosi beffe delle regole. Mentre da una parte le imprese nostrane chiudono, dall’altra circolano sempre più veicoli con targhe straniere; spesso si tratta di aziende nate surrettiziamente nei Paesi dell’Est che vengono ad operare in Italia, svolgendo attività di trasporto domestico ed applicando ai lavoratori: contratti, contribuzione sociale ed assicurativa dei Paesi in cui hanno sede legale, potendo così praticare forti ribassi sui pressi del servizio di trasporto, superiori al 20 per cento. Vi è inoltre un uso distorto del cabotaggio, da parte di vettori stranieri, per il contrasto del quale risultano al momento del tutto insufficienti i sistemi di controllo su strada fin qui praticati dalle autorità preposte. Ad incrementare questa situazione esistono inoltre imprese italiane che, forzando la normativa prevista dalla direttiva 96/71 che consente il distacco dei lavoratori effettuato nel quadro di una prestazione di servizi, utilizzano lavoratori assunti da agenzie interinali straniere, per i quali è previsto l’applicazione dei regimi assicurativi e previdenziali del paese di origine. In questo caso il costo del lavoratore si attesta circa a 15 mila euro all’anno, molto al di sotto dei 45 mila euro tanto costa un’autista italiano alle dipendenze delle nostre aziende che applicano regolarmente il contratto di lavoro vigente e la contribuzione italiana. Le conseguenze del diffondersi di questi fenomeni sono pesantissimi. In due anni, il fatturato del settore, nella nostra regione si è più che dimezzato così come le spese per consumi, il che sta ad indicare come la dotazione dei mezzi di trasporto sia largamente sottoutilizzata rispetto alla sua capacità. Ad aggravare la situazione, hanno concluso sindacati e associazioni di categoria, è sempre più presente, anche nel nostro territorio, il tentativo della criminalità organizzata, di infiltrarsi nel settore del trasporto. Spesso vengono utilizzati prestanome incensurati ed aziende apparentemente in regola, ma che non sono altro che delle lavatrici che riciclano danaro. Anche queste si muovono sul mercato offrendo servizi di trasporto alla committenza locale a prezzi stracciati. Le Organizzazioni Sindacali ed Imprenditoriali delle Marche, nel corso del 2013, hanno affrontato unitariamente il tema della legalità nel settore incontrando le istituzioni governative e le autorità di vigilanza, per denunciare la difficile situazione in cui versa il settore. In particolare le parti sociali hanno sollecitato le istituzioni ad agire in più direzioni: * Verso un sistema di controlli più serrato in particolare nei confronti dei vettori stranieri, per arginare il fenomeno del finto cabotaggio, effettuato da imprese estere (o fintamente tali) che agiscono esclusivamente in territorio nazionale e che spesso hanno basi consolidate nel nostro paese attraverso agenzie di intermediazione dei viaggi, indicando fra l’altro la necessità di far scattare la clausola di salvaguardia che ne prevede il blocco temporaneo per sei mesi; * un ‘azione di sollecito e responsabilità verso la committenza ad utilizzare soggetti che operino nel rispetto delle regole dei contratti e delle leggi di questo paese, prevedendo l’indeducibilità del costo del trasporto per queste quando si servono di vettori che non rispettano la normativa sul cabotaggio; * l’eliminazione dall’albo nazionale dell’autotrasporto di tutte quelle imprese che non possiedono mezzi; * un incremento dei controlli per arginare il fenomeno della illegalità nell’uso dei mezzi di controlli degli orarti di guida e di riposo a bordo dei mezzi; * Non da ultimo una azione nei confronti della politica nazionale ed europea per modificare la legislazione relativa ai distacchi transnazionali che oggi rappresenta il pericolo maggiore per le imprese nazionale visto il continuo ricorso all’utilizzo di lavoratori stranieri, con contratti dei paesi di provenienza. Il fenomeno e’ talmente grave in quanto incrementato da aziende domestiche che licenziano i lavoratori per riassumere li stessi presso agenzie interinali rumene o di altri paesi dell’est per continuare l’attività di trasporto, non applicando il contratto di lavoro sottoscritto lo scorso anno dalle parti sociali , con un abbattimento considerevole dei costi , una perdita sui salari, sulla contribuzione previdenziale assistenziale e fiscale. Abbattimento che grava pesantemente sulla collettività, in termini di maggior incremento dell’uso di ammortizzatori sociali per le imprese poste fuori mercato da una simile distorta concorrenza. Le aziende artigiane, le piccole e medie imprese italiane che effettuano la vezione con propri veicoli e con propri dipendenti, già in difficoltà per il drammatico aumento dei costi, ed ai ritardi ormai cronici, dei pagamenti da parte dei propri committenti e per la disapplicazione dei costi minimi previsti dall'83/bis (unici beneficiari di questo stato di cose) devono quindi, anche difendersi dagli artificiali ed insostenibili ribassi dei noli che proprio grazie a quei comportamenti inaccettabili si rendono possibili. Tali comportamenti, finiscono per vanificare ogni tentativo di difendere l’attività di quelle aziende dell’autotrasporto e dei lavoratori che nel rispetto del contratto collettivo nazionale di lavoro, della legislazione vigente in materia di sicurezza, si impegnano oggi più che mai a difendere il patrimonio imprenditoriale e lavorativo del nostro paese. Per uscire dalla crisi oltre ad una nuova politica industriale generale, nel settore vanno incrementati i controlli per il rispetto delle regole, attraverso le quale si salvaguarda anche la sicurezza; oltre a maggiori controlli sui vettori esteri in relazione al fenomeno del finto cabotaggio, così come occorre una modifica della legislazione europea sul distacco transnazionale dei lavoratori che, non ostacolando la libera circolazione nei paesi dell’unione europea, applichi regole, leggi e contratti di lavoro del paese dove questi lavorano, come infine vanno incrementati i controlli per arginare il fenomeno delle violazioni delle ore di guida e di riposo attraverso la manomissione dei congegni di controllo.
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19/06/2014 Macroregione Adriatico Ionica: la Commissione lancia ufficialmente la comunicazione e il piano d'azione
La Commissione europea ha lanciato ufficialmente una nuova strategia dell’UE per la regione adriatica e ionica sotto forma di una comunicazione e di un piano d'azione per aiutare i suoi 70 milioni di cittadini a trarre vantaggio da una più stretta cooperazione in settori come la promozione dell'economia marittima, la protezione dell'ambiente marino, il completamento dei collegamenti nel settore dei trasporti e dell’energia e la promozione del turismo sostenibile. Qui trovi il testo ufficiale della comunicazione in italiano Qui il piano di azione in inglese Qui il documento analitico in inglese La strategia offrirà inoltre ai candidati e candidati potenziali all'adesione una preziosa opportunità di collaborare con gli Stati membri, in particolare contribuendo all'integrazione dei Balcani occidentali nell'Unione europea. Si tratta della prima "strategia macroregionale dell’UE" con un numero così elevato di paesi extraunionali (Albania, Bosnia-Erzegovina, Montenegro e Serbia) che hanno collaborato con Stati membri dell'UE (Croazia, Grecia, Italia e Slovenia). La strategia riguarda principalmente le opportunità dell'economia marittima: "crescita blu", connettività terra-mare, connettività dell'energia, protezione dell’ambiente e turismo sostenibile, tutti settori destinati a svolgere un ruolo cruciale nel creare posti di lavoro e stimolare la crescita economica nella regione. Il punto di partenza è la strategia marittima per il mare Adriatico e il Mar Ionio , adottata dalla Commissione il 30 novembre 2012 e ora incorporata nella strategia. Johannes Hahn, Commissario responsabile per la Politica regionale, ha dichiarato: "Lavorare assieme per affrontare sfide comuni e promuovere le potenzialità condivise è una scelta estremamente logica. Quella adriatico-ionica sarà la terza strategia macroregionale europea. C'è un insegnamento che i paesi partecipanti dovrebbero trarre dalle strategie del Mar Baltico e del Danubio: l'importanza di concentrarsi su poche priorità con una forte leadership politica per incidere davvero. Inoltre, in una regione che in anni recenti ha visto alcuni dei più gravi conflitti in Europa, la strategia per la regione adriatico-ionica, con la cooperazione tra paesi dell'UE e paesi limitrofi extra UE, potrebbe svolgere un ruolo importante per aiutare l'integrazione dei Balcani occidentali nell'Unione europea." Maria Damanaki, Commissaria responsabile per gli Affari marittimi e la pesca, ha affermato: "Le sfide marittime che affrontiamo nella regione adriatica e ionica non sono specifiche a un singolo paese: sfruttamento eccessivo della pesca, inquinamento, congestione del traffico, collegamenti di trasporto e turismo stagionale: il solo modo sensato di affrontare tali questioni è con l'unità e la coerenza. Dal momento che esiste un potenziale di crescita in molti di questi settori, il piano d'azione per la macroregione adriatico-ionica può contribuire a far uscire la regione dalla crisi e rimetterne in carreggiata l'economia." Ciascun elemento del piano d'azione è stato coordinato da una coppia di paesi (uno Stato membro dell'UE e un paese non UE): la Grecia e il Montenegro sulla "crescita blu", l'Italia e la Serbia sul tema "Collegare la regione" (reti dei trasporti e dell'energia), la Slovenia e la Bosnia-Erzegovina sulla "qualità ambientale", la Croazia e l'Albania sul "turismo sostenibile". Vi sono inoltre gli aspetti trasversali: il capacity building e la ricerca, l'innovazione e le piccole e medie imprese. La mitigazione dei cambiamenti climatici e l'adattamento agli stessi, nonché la gestione del rischio di catastrofi, sono principi orizzontali che sottendono tutti e quattro i pilastri.Contesto Il Consiglio europeo del 13-14 dicembre 2012 ha chiesto alla Commissione di presentare una strategia dell'UE per la regione adriatica e ionica entro la fine del 2014, sulla base delle esperienze delle regioni del Danubio e del Mar Baltico. La strategia appena avviata tiene conto dei risultati della consultazione pubblica online delle parti interessate effettuata tra il settembre 2013 e il gennaio 2014, nonché delle discussioni della conferenza conclusiva delle parti interessate del 6 e 7 febbraio 2014 ad Atene. Oggi essa viene presentata al Consiglio, e si prevede che i leader dell'UE la approveranno nella seconda parte dell'anno in sede di Consiglio europeo sotto la presidenza italiana. Nella relazione di valutazione del 2013 la Commissione ha sottolineato che le nuove strategie macroregionali dovrebbero concentrarsi su un numero limitato di obiettivi ben definiti e che questi obiettivi dovrebbero essere attuati tramite un piano d'azione chiaro. Una relazione del 2014 sulla governance delle strategie macroregionali ha formulato raccomandazioni per rafforzare la leadership e la titolarità politica da parte dei paesi e delle parti interessate. La strategia EUSAIR non accederà a finanziamenti aggiuntivi dell'UE, ma dovrebbe mobilitare e allineare i finanziamenti esistenti a livello nazionale e unionale nonché attirare investimenti privati. In particolare, all'attuazione della strategia contribuiranno i fondi strutturali e di investimento europei (Fondi ESI), nonché lo strumento di preadesione (IPA). Esempi di progetti indicativi da elaborare nell'ambito di ciascun pilastro: 1) crescita blu Regolari valutazioni degli stock per la gestione di una pesca sostenibile Ricerca di un approccio congiunto alla pianificazione dello spazio marittimo regionale tramite la pianificazione dello spazio marittimo adriatico-ionico (ADRIPLAN) 2) collegare la regione Miglioramento del sistema di comunicazione obbligatoria delle navi nell’Adriatico (ADRIREP) Miglioramento dell'accessibilità delle zone costiere e delle isole vicine Rimozione degli ostacoli agli investimenti transfrontalieri nelle reti energetiche 3) qualità ambientale Scambio delle pratiche ottimali tra le autorità di gestione tramite la rete di aree protette dell’Adriatico (AdriaPAN) Sulla base del progetto CleanSea, ulteriore sviluppo di misure per una gestione efficace sotto il profilo dei costi e di opzioni strategiche per mantenere puliti, sani e produttivi i mari europei 4) turismo sostenibile Facilitazione dell'accesso ai finanziamenti per le start-up nel settore del turismo. Per saperne di più Comunicato ufficiale Tutti i documenti ufficiali
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18/03/2014 Accordo tra Sindacati e Centrali cooperative
Un accordo sui temi del lavoro e dello sviluppo cooperativo, un documento per costruire una traiettoria comune a favore dell’occupazione e dei lavoratori nelle cooperative e della cooperazione. Lo hanno firmato questa mattina ad Ancona le Centrali cooperative delle Marche, rappresentate da Stefano Burattini, presidente Agci Marche, Massimo Stronati, presidente Confcooperative Marche, Gianfranco Alleruzzo, presidente Legacoop Marche, e dai sindacati regionali, rappresentati da Roberto Ghiselli, segretario generale Cgil Marche, Stefano Mastrovincenzo, segretario generale Cisl Marche, e Renzo Perticaroli, segretario confederale Uil Marche, con l’intento di promuovere e valorizzare un nuovo modello di relazioni e di concertazione all’interno della cooperazione marchigiana, che rappresenta un diverso modo di fare impresa, basato sui valori del mutualismo, della collaborazione e della condivisione. Un panorama imprenditoriale che raccoglie 1.600 cooperative attive con 27 mila fra soci-lavoratori e dipendenti, oltre il 5% del totale degli occupati e con una dimensione media di 16,4 addetti, un fatturato complessivo di circa 3 miliardi di euro, pari al 4,2% del valore aggiunto della regione. L’accordo ha lo scopo di rafforzare le relazioni sindacali e la bilateralità, per valorizzare figure specifiche dell’impresa cooperativa, come quella del socio-lavoratore che stringe con l’impresa un rapporto associativo e di lavoro allo stesso tempo, di estendere e qualificare la contrattazione integrativa, riattivare e rilanciare il Coop-Form delle Marche come strumento di formazione continua per i lavoratori. L’intesa vuole promuovere politiche per l’occupazione e lo sviluppo cooperativo con il sostegno a nuove cooperative e con particolare riguardo a quelle promosse da lavoratori di aziende in crisi, valorizzando le specifiche leggi regionali di sostegno. Sollecitare l’applicazione dell’Accordo di programma “Entroterra Appenninico”, che interessa, con 2,5 milioni di euro, 56 Comuni nell’area di crisi dell’ex Antonio Merloni, e l’attivazione del Progetto Appennino, che riguarda 300 lavoratori del settore agroforestale. Promuove l’housing sociale come modalità di nuova politica abitativa, politiche di riequilibrio territoriale specie per le aree interne e i centri minori, politiche creditizie in grado di far fronte alla crisi sistemica che investe tutti i settori. Le Centrali cooperative e le organizzazioni sindacali confermano, nel documento congiunto, una visione dell’impresa cooperativa quale soggetto protagonista all’interno del sistema integrato di interventi e servizi sociali e il comune interesse per lo sviluppo di un sistema integrato di welfare regionale. In questo quadro, si condividono alcuni obiettivi immediati: dal tariffario regionale ai costi standard, dall’atto di fabbisogno all’osservatorio sugli appalti, dall’innovazione nell’affidamento dei servizi a politiche attive per i soggetti svantaggiati. Nell’intesa, Centrali e sindacati sottolineano l’opportunità offerta dalla programmazione dei fondi Ue 2014-2020 per il sostegno alle politiche di sviluppo delle Marche, in cui anche la cooperazione deve trovare un suo spazio con misure specifiche dedicate. Per valorizzare il contributo partenariale delle parti economiche e sociali, propongono alla Regione Marche di attivare una cabina di regia, che abbia tra le sue principali funzioni quella di garantire una strategia unitaria di programmazione dei fondi Ue. A sostegno della qualità del lavoro cooperativo, Centrali cooperative e sindacati s’impegnano nella lotta al lavoro nero e sommerso, a sostenere la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, la legalità e la trasparenza del sistema degli appalti, valorizzando il sistema degli Osservatori della cooperazione presso le Direzioni Territoriali del Lavoro. Proprio per il sistema degli appalti, secondo le Centrali cooperative e i sindacati, è ormai inderogabile che la Regione Marche, attraverso una legislazione regionale, metta in campo un’iniziativa che definisca un sistema di controllo e di trasparenza degli appalti per tutto il sistema privato e per l’area pubblica, in grado di garantire la legalità, il lavoro buono, il rispetto dei contratti rappresentativi, la qualità del prodotto/servizio e contrastare la concorrenza sleale. Centrali cooperative e sindacati, inoltre, si esprimono a favore di una nuova architettura istituzionale locale, che vede nell'associazionismo comunale e nel connesso ripensamento delle funzioni di area vasta le componenti essenziali di un'innovazione della pubblica amministrazione locale capace di superare gli eccessi di frammentazione che caratterizzano la regione e di offrire ai cittadini maggiori e migliori servizi, senza pregiudicare bensì valorizzando l'identità locale e il radicamento delle istituzioni nel territorio.Il testo dell'accordo
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14/03/2014 Protocollo di intesa per anticipo cassa integrazione e sospensione rate dei mutui
Rinnovato da CGIL CISL UIL Regionali, Regione Marche, Associazioni Datoriali ed Istituti di credito, il Protocollo di intesa per l’anticipo della Cassa integrazione e per la sospensione delle rate dei mutui. Nell’ intesa vengono confermate le condizioni degli accordi del 2009 e del 2012 in particolare: i lavoratori in CIG Straordinaria potranno ottenere un anticipo fino a un massimo di 6.400,00 euro e potranno prelevare mensilmente un importo massimo di 800,00 euro; i lavoratori in CIG in Deroga e in CIG Ordinaria di durata superiore alle 4 settimane, potranno ottenere un anticipo fino a un massimo di 3.200,00 euro e potranno prelevare mensilmente un importo massimo di 800,00 euro; gli importi concessi non saranno soggetti a tassi di interesse, né a spese di gestione del conto.  A garanzia dell’obbligo di restituzione dei finanziamenti accordati dalla Banca, il lavoratore cederà ad essa il credito che vanta nei confronti dell’INPS, notificando la cessione al debitore; i lavoratori in CIG Straordinaria, con mutuo per la prima casa in essere con una delle Banche firmatarie dell’accordo, che si trovi in difficoltà nel pagamento delle rate, può richiedere la sospensione del pagamento delle stesse, salve le migliori condizioni di legge vigente. Una volta accolta la richiesta da parte della Banca, il periodo di sospensione sarà commisurato alla durata della Cassa integrazione senza oneri e spese aggiuntive per il lavoratore richiedente; le rate sospese saranno messe in coda al piano d’ammortamento originario. L’accordo, siglato da Banca delle Marche, UBI BPA,BCC, CREVAL, Veneto Banca e Monte dei Paschi di Siena,  ha validità fino al 31 Dicembre 2014 e si intende rinnovato per ulteriori 12 mesi, quindi fino a tutto il 2015, in mancanza di disdetta da parte dei soggetti aderenti.  Ancona 14. 03 2014
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10/03/2014 Al via le prime misure anticrisi 2014
Al via le prime misure anticrisi previste dall' Intesa sulle politiche di bilancio 2014 a sostegno del lavoro e della coesione sociale, siglata dalla Regione Marche e dalle Segreterie Regionali Cgil-Cisl-Uil Marche il 13 dicembre 2013:Esenzione dai ticket per lavoratori e familiari colpiti dalla crisiContributi alle imprese escluse dal campo di applicazione della Cigs che stipulano contratti di solidarietà espansiva al fine di evitare licenziamentiContributi a  sostegno del diritto allo studio universitario ai figli di lavoratori o studenti lavoratori in crisi o difficoltà lavorativaSostegno alla realizzazione di progetti a favore di docenti e personale Ata precari 
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18/02/2014 Firmato il protocollo sulla riorganizzazione della sanità
Firmato ieri il protocollo programmatico tra la Giunta regionale e Cgil Cisl e Uil Marche, sulla riorganizzazione sanitaria e socio sanitaria.  Un accordo in cui la Regione si è impegnata su alcuni percorsi di tutela e qualificazione del personale  - copertura integrale del turn over per il 2014, stabilizzazione dei precari, sostegno finanziario ai processi di mobilità - e su azioni di rafforzamento della rete territoriale e dell’integrazione  socio sanitaria. I sindacati hanno ottenuto la garanzia di investimenti sulle Case della Salute, luogo principale del sistema delle cure primarie e dell’integrazione socio- sanitaria - ne sono previste tra 36 e 39 su tutto il territorio regionale - il rafforzamento della rete dei servizi territoriali, residenziali e semiresidenziali - saranno circa 450 i nuovi posti da attivare/convenzionare per anziani, disabili e salute mentale - e il potenziamento dell’assistenza domiciliare integrata. Previste anche azioni di contenimento della mobilità passiva e delle liste d’attesa, per le quali verrà attivato un gruppo di lavoro con il compito di analizzare le differenze che si riscontrano nei tempi d’attesa previsti per la stessa prestazione, quando effettuata in regime pubblico piuttosto che in libera professione. «Il confronto si è sviluppato nella cornice del vincolo stringente di un equilibrio finanziario necessario per scongiurare il rischio di commissariamento della sanità marchigiana – afferma il Segretario della Cisl Marche Sauro Rossi – ciò  ha inevitabilmente condizionato il percorso segnato da ripetuti arresti e riprese “a strappi”.» «La nostra partecipazione al tavolo – prosegue Rossi – ha rappresentato un tenace esercizio di responsabilità da parte del sindacato che ha perseguito, sin dall’inizio, l’obiettivo di ridurre la distanza tra la sanità marchigiana “sulla carta”, quella ipotizzata nei vari atti deliberativi, che  la rendono un modello di riferimento a livello nazionale, e  quella reale, rispetto alla quale cittadini utenti ed operatori sperimentano ancora disagi evidenti.» Tra gli elementi qualificanti del protocollo va segnalato il tema della partecipazione, rivitalizzata attraverso la previsione di tre diversi livelli di concertazione con il sindacato (regionale, di area vasta e distrettuale) e l’apertura di una serie di tavoli di confronto su temi specifici, che saranno strumenti fondamentali per gestire i percorsi attivati dal protocollo. SCHEDA DI SINTESI DEL PROTOCOLLO IL TESTO DEL PROTOCOLLO
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07/02/2014 Nuove risorse per la conciliazione dei tempi di vita e lavoro
foto da cronache maceratesi Più flessibilità nel lavoro delle donne con figli piccoli, e anche dei padri. Una strategia di intervento condivisa per migliorare le condizioni di vita e lavoro di lavoratori e lavoratrici è l'obiettivo del protocollo di intesa firmato in Regione dall'assessore ai Diritti e Pari opportunità, con Anci, Upi, organizzazioni sindacali regionali (Cgil, Cisl, Uil) e Associazioni regionali dei datori di lavoro (Confapi, Confesercenti, Cgia, Cna, Cia, Coldiretti, Confcooperative, Confindustria, Comitato Imprenditoriale Femminile). Un contributo statale di 381.600 euro sarà messo a bando e destinato alle aziende con madri lavoratrici che hanno partorito e che hanno figli fino a 10 anni di età (con priorità fino a tre anni). La flessibilità dovrà interessare anche i padri, con una primalità alle aziende che la proporranno. Il bando finalizza risorse a sostegno delle imprese che insieme ai lavoratori, nella logica della contrattazione  mettono in atto progetti di conciliazione che vanno dalla flessibilità oraria, al part time, alla formazione, anche sperimentando nuove forme di organizzazione del lavoro, e promuovendo intese per un approccio integrato sul territorio con gli enti locali. Per  Cristiana Ilari del coordinamento donne Cisl Marche « la firma del protocollo  è  il risultato di un  percorso di concertazione iniziato nel settembre scorso e che ci ha visto promotrici attive della rete che ha coinvolto le Istituzioni e le Associazioni datoriali.  Pur nella crisi siamo riuscite a mettere in campo delle risorse per il bando, il cui Protocollo di Intesa costituisce l'opportuna premessa politica». «Il Sindacato - prosegue Ilari - si impegna  quotidianamente perché donne e uomini abbiano dignità e pieno diritto di cittadinanza a partire dal lavoro. Per questo siamo attivi nel territorio sul doppio fronte della violenza e della conciliazione, rendendoci promotrici o partner attive di varie iniziative in rete con Comuni, Provincie e Regione, Commissione Regionale Pari Opportunità, Associazioni, Consigliere di Parità. «La promozione della conciliazione - ricorda l'Assessore regionale alle pari opportunità Paola Giorgi - è un fattore di competitività del territorio e può contribuire a rilanciare l'economia e ad aumentare il benessere delle persone e delle famiglie.  Il progetto, con la diretta regia regionale, richiede una forte condivisione da parte dei vari attori sociali e istituzionali del territorio, per rendere effettivo un sistema di interventi che favorisca la conciliazione tra tempi di vita e di lavoro e allo stesso tempo incoraggi lo sviluppo dell'occupazione femminile».IL PROTOCOLLO D'INTESA
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21/01/2014 Rappresentanza, ecco le nuove regole
(Dal sito della Cisl Nazionale) Il Consiglio generale della Cisl del 15 gennaio scorso ha deciso di promuovere l'organizzazione di  Assemblee in tutti i posti di lavoro per far conoscere, valutare ed applicare l' accordo sulla rappresentanza raggiunto il 10 gennaio scorso tra Cgil Cisl Uil e Confindustria. «Il Consiglio Generale della CISL, riunito a Roma il 15 gennaio 2014 - si legge nel testo dell'Ordine del giorno approvato oggi all'unanimità - valuta l'Accordo Interconfederale tra CGIL, CISL, UIL e Confindustria relativo al Testo Unico sulla rappresentanza del 10 gennaio, un risultato di grande rilievo per i lavoratori, la CISL, il movimento sindacale confederale italiano, la crescita democratica, sociale ed economica dell'Italia, per lo stesso sindacato europeo, per le proiezioni possibili con il necessario impegno unitario». L'Accordo conclude il lungo percorso riformatore iniziato con la Piattaforma unitaria del maggio 2008 e che ha avuto progressi decisivi nell'Accordo sulle relazioni industriali e sulla democrazia sindacale del giugno 2011, nei rinnovi contrattuali e di secondo livello, nel Patto sulla produttività, dell'ottobre 2012, nell'Accordo per la detassazione sul salario di produttività dell'aprile 2013, su quello relativo alla rappresentanza del 31 maggio 2013, ora puntualmente regolamentato. L'Accodo è un modello, con gli opportuni adattamenti, per gli ulteriori accordi con le altre organizzazioni datoriali. E' stato un percorso travagliato nei rapporti unitari. Si sono misurate strategie diverse, quella partecipativa e della responsabilità e quella rivendicativa e conflittuale. Decisiva è stata la determinazione della CISL. Una strategia riformatrice rispetto alle esigenze di un sistema produttivo che per crescere in competitività e in produttività, con il relativo salario incentivato, ha necessità della partecipazione dei lavoratori rispetto alle innovazioni, alla formazione, alle professionalità, alle flessibilità delle prestazioni, allo sviluppo della bilateralità. L'Accordo è una straordinaria riforma istituzionale con la responsabilità di tutte le forze sociali, mentre il sistema politico sulle riforme continua a dibattersi in grandi difficoltà e fino ad ora nella inconcludenza. C'è chi è tornato ora a prospettare, con una vecchia visione statalista e giuridicistica, una legge sulla rappresentatività che aprirebbe uno scontro sulla natura e la concezione stessa del sindacato, dei rapporti tra l'autonomia del sociale, dei corpi intermedi, la politica e le istituzioni, tra la società e lo Stato, sui valori più profondi della sussidiarietà. L'Accordo riafferma, invece, l'autonomia del sociale per la regolamentazione dei rapporti di lavoro, per la validazione dei contratti collettivi, per la certificazione della rappresentanza e della rappresentatività. Nelle procedure di raffreddamento e sanzionatorie, in caso di inadempienze, vincolanti parimenti per associazioni datoriali e sindacali, non vi è nessuna "espropriazione di diritti sindacali", ma l'assunzione coerente di responsabilità rispetto al pattuito. L'accordo rafforza lo sviluppo dell'intero disegno della democrazia economica che deve fare ulteriori passi avanti sul terreno della partecipazione dei lavoratori sul piano finanziario e della governance aziendale. Per il Segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni «è una svolta epocale che cambia decisamente nel nostro paese il volto delle relazioni industriali che passano da un sistema antagonistico e conflittuale, ad un sistema partecipato, moderno e ben governato». «Si apre ora - prosegue Bonanni - una stagione che può favorire la buona economia. Dopo l'accordo sulla produttività e la contrattazione aziendale, abbiamo aggiunto oggi un tassello fondamentale per il rispetto degli accordi, con reciproche garanzie sia per il sindacato, sia per le imprese. Abbiamo rifondato le relazioni industriali nel nostro paese, avvicinandoci sempre più al modello occidentale. Questo lo si deve certamente al coraggio e alla costanza di tanti sindacalisti e di tanti imprenditori che ci hanno creduto fino in fondo. «Siamo convinti - conclude il leader della Cisl - che questo accordo sulla rappresentanza avrà conseguenze positive sugli investimenti e sulla nuova occupazione, perché certamente le regole precedenti non davano certezze alle imprese ed ai lavoratori. Tutto il sindacato e tutto il mondo delle imprese devono concorrere al superamento di tanti altri ritardi per le produzioni italiane, a cominciare dai costi dell'energia, le infrastrutture insufficienti, le tasse troppo alte, le tante pastoie burocratiche per chi vuole investire. Su questi essenziali fattori di sviluppo, le parti sociali devono ora imbastire una battaglia civile per una alleanza forte che possa essere di sostegno a quelle realtà politiche che hanno davvero intenzione di risolvere questi problemi spinosi per l'economia italiana». Ed in un comunicato congiunto, Confindustria e Cgil, Cisl, Uil spiegano che «l'accordo costituisce un vero e proprio testo unico in tema di rappresentanza sindacale composto da quattro parti che regolano: la misurazione della rappresentanza sindacale a livello nazionale e aziendale; la titolarità ed efficacia della contrattazione collettiva nazionale ed aziendale; le modalità volte a garantire l'effettiva applicazione degli accordi sottoscritti nel rispetto delle regole concordate. Misurare la rappresentatività degli attori e garantire la piena attuazione degli accordi raggiunti - concludono - determinano maggiore chiarezza e trasparenza nelle relazioni industriali contribuendo a migliorare il quadro di riferimento per tutti coloro che vogliono investire nel nostro Paese».Leggi l'articolo integrale sul sito della Cisl Nazionale  IL TESTO UNICO SULLA RAPPRESENTANZA DEL 10 GENNAIO 2014 L'ORDINE DEL GIORNO DEL CONSIGLIO GENERALE CISL DEL 15 GENNAIO 2014 L'ACCORDO SULLE RELAZIONI INDUSTRIALI DEL 2011 IL PATTO SULLA PRODUTTIVITA' DEL 2012 L'ACCORDO SULLA DETASSAZIONE DEL 2013  
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21/01/2014 Speciale Legge di stabilità 2014
Il testo della Legge 147 del 27 dicembre 2013 (Legge di stabilità 2014) L'Audizione parlamentare del Segretario Generale Raffaele Bonanni Gli emendamenti richiesti da Cgil Cisl e Uil Le schede di approfondimento della Cisl Nazionale Ambiente salute e sicurezza Coesione economica e sociale Industria Infrastrutture Misure finanziarie previdenziali fiscali Infrastrutture Politiche del lavoro Settore terziario e privati Politiche migratorie donne giovani  
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17/01/2014 Macroregione Adriatico Ionica: bisogna puntare sull'occupazione sostenibile
Cgil Cisl Uil considerano la Strategia UE per la Macroregione Adriatico-Ionica un'opportunità per il nostro Paese per favorire la coesione e perseguire una nuova politica economica fondata sulla cooperazione interregionale per lo sviluppo sostenibile, il rafforzamento della ricerca e dell’innovazione, delle reti materiali ed immateriali, e l'utilizzo intelligente delle risorse ambientali.Cgil, Cisl, Uil Marche hanno partecipato alle occasioni di confronto sui quattro pilastri tematici rappresentando alcune necessità e priorità: la predisposizione di un piano di gestione delle risorse ittiche, favorendo una corretta competizione sul pescato dell’Adriatico-Ionio investendo sulla tracciabilità, sul legame con le tradizioni culturali e gastronomiche locali,  sull’integrazione con le potenzialità turistiche;il miglioramento dei collegamenti dei porti marittimi con l'entroterra; l’armonizzazione della governance dei porti della dorsale Adriatico-Ionica, ricercando anche alleanze e cooperazioni tra gli scali italiani dell’Adriatico e dello Ionio;lo sviluppo di un turismo sostenibile riducendo la stagionalità della domanda e l'impatto ambientale, anche incoraggiando nuove strategie di marketing e di promozione dei siti culturali e dei prodotti locali.Rispetto ai temi trasversali , Cgil Cisl Uil Marche ritengono necessario:- creare occupazione sostenibile- prevenire ogni fuga degli imprenditori per sfruttare i lavoratori delle aree più deboli,- costituire un Forum delle Organizzazioni Sindacali della Macroregione- qualificare le politiche attive del lavoro e quelle per la certificazione delle competenze.Leggi il documento completo: Cgil Cisl Uil Marche su Macroregione
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03/12/2013 Cassa integrazione e mobilità nella Provincia di Macerata
REPORT MERCATO DEL LAVORO – OTTOBRE / NOVEMBRE 2013 Osservatorio Cisl Macerata Cassa integrazione guadagni - dati INPS  Dal 1 gennaio al 31 ottobre 2013 sono state autorizzate 5.422.730 ore di cassa integrazione guadagni, con un incremento dell’1% rispetto al 2012. In tale data, il valore del 2013 rappresenta il più alto dal 2008 ad oggi.  Ore di Cgi autorizzate al 31 ottobre 2013  Tipologia CIG V. ASSOLUTO PERCENTUALE ORDINARIA 930.169 17% STRAORDINARIA 1.711.863 32% DEROGA 2.780.698 51% TOTALE 5.422.730 100% Andamento Cig confronto 2012-2013 (valori al 31 ottobre di ogni anno)  Tipologia CIG Variazione 12/13 ORDINARIA + 7% STRAORDINARIA + 10% DEROGA +6% TOTALE + 1% Andamento CIG anni 2008 – 2013 (valori al 31 ottobre di ogni anno)   2008 2009 2010 2011 2012 2013 ORDINARIA 349.504 1.393.579 853.587 616.292 866.532 930.169 STRAORDINARIA 478.866 1.205.553 1.217.194 1.342.506 1.554.761 1.711.863 DEROGA 149.967 269.643 2.988.114 1.709.507 2.947.222 2.780.698 TOTALE 978.337 2.868.775 5.058.895 3.668.305 5.368.515 5.422.730 Liste di mobilità - dati Osservatorio Cisl MacerataDal 1 gennaio al 20 novembre 2013 sono stati iscritti nelle liste di mobilità indennizzata (legge 223 del 1991) 573 lavoratori - con una riduzione del 5% rispetto allo stesso periodo del 2012 – dei quali:n. 348 iscritti presso il CIOF di Civitanova Marche    (60%)n. 123 iscritti presso il CIOF di Macerata                  (21%)n. 100 iscritti presso il CIOF di Tolentino                  (19%)Andamento iscrizioni nelle liste di mobilità con indennizzo a fine novembre di ogni anno ANNO NUMERO ISCRIZIONI 2011 544 2012 603 2013 573 Fallimenti delle impreseDal 1 gennaio al 31 ottobre nella Provincia di Macerata sono fallite 64 aziende, rispetto alle 71 dello stesso periodo del 2012. Provincia Fallimenti 2013 % sul totale Ancona 132 40% Ascoli Piceno 45 14% Fermo 34 10% Pesaro 53 16% Macerata 64 20% TOTALE  MARCHE 328 100% LA RASSEGNA STAMPA
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08/10/2013 Macerata, accordo tra Sindacati e Azienda pubblica di servizi alla persona
E' stato firmato un accordo tra l'Azienda pubblica di servizi alla persona "Ircr Macerata" e il Sindacato Confederale, di Categoria del Pubblico impiego e dei Pensionati di Cgil Cisl e Uil di Macerata. L'accordo prevede la riduzione della retta per gli ospiti utenti della Casa di riposo/Residenza protetta "Villa Cozza" a partire dal 2014 e la gestione di servizi di supporto (lavanderia, cucina, pulizie) a vantaggio dei Comuni più piccoli da parte dell'Azienda, che si candida nel tempo come soggetto deputato alla gestione associata dei servizi sociali per tutto l'Ambito territoriale n. 15 di Macerata (che comprende i Comuni di Appignano, Mogliano, Pollenza, Urbisaglia, Corridonia, Treia, Montecassiano e Petriolo). In fase progettuale è anche la costruzione di un nuovo Centro Alzheimer di 40/60 posti letto, organizzato secondo i più moderni criteri di approccio non farmacologico alla cura della persona, sulla scorta del "modello Treviso", ormai riferimento a livello europeo. L'accordo prevede infine un piano di stabilizzazione del personale precario dipendente dell'Azienda, che verrà gradualmente ridotto ad un numero strettamente necessario per soddisfare le esigenze legate a sostituzioni di maternità, malattie lunghe, aspettative ecc.         
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30/09/2013 La macroregione Adriatico - Ionica per lo sviluppo dell'Europa
La Macroregione Adriatico-Ionica e’ composta da quattro Stati della UE (Italia, Grecia, Slovenia, Croazia) e da Albania, Bosnia-Erzegovina, Montenegro, Serbia, che si sono associati per promuovere la prosperità economica e sociale dell'area, migliorandone l’attrattività, la competitività e l’interconnessione.Copre una superficie di circa 520 mila Kmq, con 59 milioni di abitanti, un PIL di circa 1 miliardo di €uro (1,83% del PIL mondiale) ed una forza lavoro di 21,8 milioni di persone (Servizi 71%, Industria 25%, Agricoltura  4%).Costituisce una forma innovativa di cooperazione territoriale, in grado di rafforzare la coerenza e il coordinamento delle azioni politiche, razionalizzare l’uso delle risorse finanziarie, valorizzare il ruolo degli enti regionali e locali, coinvolgendo in modo ampio le organizzazioni della società civile.Intende operare prioritariamente per la preservazione dell’ambiente, il miglioramento dell’accessibilità e delle comunicazioni (autostrade del mare, pesca, sicurezza della navigazione e dei porti), lo sviluppo economico, con riferimento alle scelte operate dalla UE nell’ambito delle politiche settoriali; ulteriori settori di intervento possono essere stabiliti dai partner.Può diventare uno strumento efficace ed efficiente per la gestione integrata delle politiche settoriali a forte radicamento territoriale come trasporti, sviluppo economico, sanità, ambiente, cultura, politiche agricole e rurali.Agevola l’ingresso nella UE degli Stati che hanno attivato le procedure di pre-adesione e promuove il rafforzamento dei processi democratici. Insieme alle altre due Macroregioni del Baltico e del Danubio, costituisce l’asse ideale tra Nord e Sud Europa. Sarà infine un’occasione di collaborazione tra alcune regioni italiane del nord, centro e sud. Percorso e sviluppo Sin dal 2010, in collaborazione con il Ministero Affari Esteri e con l’Iniziativa Adriatico Ionica, la Regione Marche ha attivato una serie di azioni per sensibilizzare le istituzioni europee  al riconoscimento ufficiale della Macroregione Adriatico-Ionica.Nel marzo 2011, la Commissione Cooperazione Territoriale del Comitato delle Regioni (COTER) ha affidato alle Marche la redazione del Parere sulla “Cooperazione Territoriale nel Bacino del Mediterraneo, attraverso la Macroregione Adriatico-Ionica”. Il percorso di approvazione del Parere si è concluso positivamente, ad opera del Consiglio d’Europa, nel dicembre 2012.Nel gennaio 2013 è stato formato l’Intergruppo Adriatico-Ionico del Comitato delle Regioni d’Europa, composto da tutti i gruppi politici presenti nel Parlamento europeo, guidato dal presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca.Il Consiglio Europeo è ora in attesa della  presentazione da parte della Commissione di una nuova Strategia UE per la Regione adriatico-ionica (EUSAIR) prima della fine del 2014. La Strategia marittima per il Mare Adriatico e il Mar Ionio, adottata dalla Commissione il 30 novembre 2012, è una delle (principali) componenti di questa più ampia strategia macro-regionale per la Regione adriatico-ionica, che coprirà anche l’hinterland. E' stato pubblicato un discussion paper su questa strategia, che fa da base per la preparazione del piano.Dopo ampie consultazioni con gli stakeholder, analisi di dati tecnici e preparazione di una valutazione dell’impatto – da concludersi entro il 2013 – la Commissione adotterà nel primo semestre 2014 una bozza di comunicazione corredata da un Piano di azione.Questa bozza sarà proposta al Consiglio Europeo per l’adozione nel secondo semestre 2014 (in coincidenza con la Presidenza italiana dell’Unione Europea), al fine di poter fruire degli interventi finanziari previsti dalla nuova programmazione europea 2014-2020. Contenuti La Strategia UE per la Regione adriatico-ionica (EUSAIR)  si focalizza su aree di interesse reciproco (macro) regionale con un’alta rilevanza per i paesi adriatici e ionici. I principali obiettivi ed aree di priorità del Piano di Azione sono rappresentati da aspirazioni condivise e soluzioni da adottare a sfide comuni.La strategia è strutturata intorno a 4 pilastri tematici. Per sviluppare il piano di azione sono stati istituiti 4 gruppi di lavoro (uno per pilastro), ognuno dei quali guidato da uno stato membro dell’UE in collaborazione con un paese non membro. Ciascun gruppo di lavoro deve coinvolgere i rappresentanti di tutti gli 8 paesi partecipanti. A partire da luglio e sino a dicembre 2013, i gruppi di lavoro incontreranno gli stakeholder dei Paesi della Macroregione per raccogliere osservazioni, integrazioni e proposte.La CISL ha avviato un lavoro di analisi e proposta a livello nazionale che coinvolge le strutture sindacali regionali interessate dall’iniziativa. I pilastro: risorse marittime e marine – (Grecia e Montenegro) Promozione della crescita economica sostenibile, della creazione di lavoro e opportunità di business dai settori economici “blu” (come acquacoltura, pesca, biotecnologie blu, servizi marini e marittimi, ecc.). II pilastro: collegamenti nella Regione – (Italia e Serbia) Collegare la macro-regione e ridurre la lontananza delle comunità  insulari e rurali migliorando il governo dei corridoi nell’hinterland e marittimi e l’interoperabilità di tutte le modalità di trasporto. III pilastro: preservazione e gestione degli ecosistemi – ( Slovenia e Bosnia) Migliorare la qualità dell’ambiente degli ecosistemi regionali e preservarne la biodiversità. IV pilastro: incremento dell’attrattività regionale – (Croazia ed Albania) Migliorare la forza di attrazione turistica della regione supportando lo sviluppo sostenibile del turismo nell’entroterra, costiero e marittimo, riducendo la richiesta di stagionalità, limitando le aree occupate e promuovendo un brand regionale comune.Inoltre, Ricerca & Innovazione e Capacity Building rappresentano due aspetti trasversali di ogni pilastro.Il raggiungimento dell’obiettivo generale richiede inoltre: semplificazione e standardizzazione amministrativa, miglioramento della governance, necessità di competenze, ricerca, sviluppo e innovazione, modelli (compresi quelli marittimi), tecnologie a basso utilizzo di carbone, infrastrutture intelligenti e a prova di cambiamento climatico, forza lavoro qualificata e mobile.  Sensibilità e orientamenti della CISL Marche In attesa del piano d’azione, la CISL Marche sottolinea e sostiene alcune tra le priorità ed azioni individuate dalle istituzioni competenti per la Macroregione. In particolare: Occupazione a. Rafforzare e qualificare l’inserimento lavorativo dei migrantib. Migliorare l’efficacia e la qualità dei servizi per il lavoroc. Favorire l’incontro tra domanda ed offerta di lavoro Inclusione sociale e lotta alla povertà a. Facilitare l’accesso ai servizi da parte della popolazione Rom e migliorare l’inclusione sociale attiva e la partecipazione istituzionale Istruzione e formazione a. Migliorare l’offerta formativa ed educativa per agevolare la mobilità, l’inserimento/reinserimento lavorativo ed accrescere le competenze dei lavoratorib. Elevare i livelli di competenze, di partecipazione  e di successo formativo nell’istruzione universitaria e/o equivalentec. Accrescere la pertinenza dei programmi di istruzione superiore rispetto alle esigenze del mondo del lavoro Sostegno allo sviluppo Rafforzare e qualificare la domanda di innovazione delle imprese b.   Tutelare e promuovere gli asset culturalic.   Potenziare il servizio ferroviario e aumentare la competitività di porti e aeroportid.  Sostenere progetti di promozione dell’export in grado di creare reti di impresee.   Sostenere il settore della pescaLa CISL Marche ritiene inoltre necessario che lo sviluppo della Macroregione si basi sul rispetto delle persone, delle famiglie, delle comunità locali, a partire dall’obiettivo del lavoro dignitoso. In particolare considera necessario: Occupazione a. Sostenere la creazione di posti di lavoro stabili e a lungo termineb. Favorire il riconoscimento reciproco dei titoli di studio e professionali in tutti gli stati della Macroregione  Protezione sociale a. Individuare e perseguire obiettivi di tutela sociale, sanitaria e previdenziale per tutti i lavoratori della Macroregioneb. Favorire la sottoscrizione di accordi tra istituti di previdenza per il riconoscimento dei contributi previdenziali versati in paese diverso da quello di origine Dialogo sociale e tripartitismo a. Costituire un Forum delle Organizzazioni sociali dei paesi interessati Principi e diritti fondamentali del lavoro a. Contrastare il lavoro nero e garantire la sicurezza  nei luoghi di lavorob. Garantire la trasparenza degli appalti pubblicic. Promuovere  la responsabilità sociale delle imprese  Per approfondimenti http://www.ai-macroregion.eu/
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20/09/2013 Al via gli incentivi per le assunzioni di giovani
Al via gli incentivi per le assunzioni di giovani tra i 18 e i 29 anni, privi di impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi o senza diploma di scuola media superiore o professionale, previsti dal decreto Lavoro dello scorso giugno (legge 76/2013).L’Inps con la circolare n.131 del 17 Settembre 2013 ha fornito tutte le informazioni operative su come fare domanda per l’ammissione e fruizione del bonus. I nuovi incentivi assunzioni giovani under 30 saranno riconosciuti per gli inserimenti a tempo indeterminato realizzati a partire dal 7 agosto 2013 fino al 30 giugno 2015 in funzione alle risorse disponibili verificate dall’Inps.Il Ministero del Lavoro precisa che in totale sono stati stanziati 794 milioni di euro e nel 2013 saranno erogati 148 milioni. Secondo le stime del Ministro del Lavoro Enrico Giovannini questo intervento potrebbe portare alla creazione di 100mila posti di lavoro per i giovani calcolando gli effetti dello sgravio contributivo fino a 650 euro mensili per le aziende.Cerchiamo di fare chiarezza sul nuovo bonus assunzioni under 30 e sulle modalità per presentare domanda. LAVORATORI AI QUALI SPETTA L’INCENTIVO L’incentivo è riservato alle assunzioni di lavoratori di età compresa tra i 18 e i 29 anni, che rientrino in una di queste condizioni: - siano senza impiego regolarmente retribuito da almeno 6 mesi; - siano privi di un diploma di scuola media superiore o professionale. RAPPORTI INCENTIVATI Il contributo spetta per le assunzioni a tempo indeterminato full time o part time, anche di apprendisti (l’apprendistato viene considerato un contratto a tempo indeterminato) e anche di lavoratori domestici. Inoltre il contributo spetta per trasformazioni a tempo indeterminato di un rapporto a termine. Rientrano anche le assunzioni a tempo indeterminato a scopo di somministrazione. MISURA E DURATA DELL’INCENTIVO L’incentivo è pari ad un terzo della retribuzione mensile lorda imponibile ai fini previdenziali. Il valore mensile dell’incentivo non può comunque superare l’importo di 650 euro per lavoratore. In caso di assunzione a tempo indeterminato l’incentivo spetta per 18 mesi, in caso di trasformazione a tempo indeterminato di un rapporto a termine per 12 mesi. DECORRENZA In tutta Italia l’incentivo verrà erogato per le assunzioni e trasformazioni effettuate dal 7 agosto 2013 al 30 giugno 2015, fino ad esaurimento delle risorse stanziate per ciascuna regione e provincia autonoma. Sul sito internet dell’INPS sarà possibile conoscere l’esaurimento delle risorse stanziate per ogni regione e provincia. VINCOLO INCREMENTO NETTO Gli incentivi assunzioni giovani spettano a condizione che l’assunzione determini un incremento netto dell’occupazione rispetto alla media dei lavoratori occupati nell’anno precedente l’assunzione stessa. E’ inoltre necessario che tale incremento sia mantenuto per ogni mese di calendario di vigenza dell’incentivo. Altre specifiche condizioni di regolarità sono precisate nella circolare Inps. COME FARE DOMANDA Come procedere operativamente? Il datore di lavoro deve inoltrare all’INPS una domanda preliminare di ammissione all’incentivo, indicando il lavoratore assunto o da assumere e la regione di esecuzione della prestazione lavorativa.La domanda deve essere inoltrata esclusivamente avvalendosi del modulo di istanza on-line “76-2013”, che verrà messo a breve a disposizione all’interno dell’applicazione “DiResCo – Dichiarazioni di Responsabilità del Contribuente”, sul sito internet www.inps.it.Il modulo sarà scaricabile online seguendo questo percorso dalla home page:servizi on line – per tipologia di utente – aziende consulenti e professionisti – servizi per le aziende e consulenti (autenticazione con codice fiscale e pin) – dichiarazioni di responsabilità del contribuente.All’istanza non deve essere allegata alcuna documentazione.Entro tre giorni dall’invio dell’istanza, l’INPS verifica la disponibilità delle risorse e comunica l’esito al datore di lavoro. A quel punto l’azienda deve segnalare l’avvenuta assunzione all’Inps che verificherà la conformità della documentazione e darà il via libera definitivo all’incentivo. Tutte queste comunicazioni tra Inps e società avverranno per via telematica, tramite il sito internet dell’ente. FONDI DISPONIBILI PER OGNI REGIONE La ripartizione delle risorse, emanata con decreto direttoriale, è stata fatta dal Ministero del lavoro in base a criteri di riparto dei Fondi strutturali:alle Marche sono stati assegnati 13.337.254 euro  NORMATIVA DI RIFERIMENTO CIRCOLARE INPS N.131 del 17-09-2013 – Oggetto: Articolo 1 del decreto legge 28 giugno 2013, n. 76, convertito con modificazioni, dalla legge 9 agosto 2013, n. 99. Incentivo sperimentale per l’assunzione a tempo indeterminato di giovani under 30. Indicazioni operative.
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16/09/2013 Diminuiscono gli infortuni sul lavoro, aumentano le malattie professionali
Il Dipartimento di Sicurezza sul Lavoro di Cgil, Cisl, Uil di Ascoli ha analizzato i dati sugli infortuni sul lavoro: nelle Marche c'è un calo del 12% degli infortuni denunciati mentre per quelli mortali il calo è del 38%. Aumentano, invece, le malattie professionali, che conoscono un'impennata di circa il 18%.Sono questi dati estremamente positivi anche se vanno contestaulizzati con la crisi in atto che ha prodotto un calo degli occupati, delle ore lavorate, dell'utilizzo degli impianti.Cgil, Cisl, Uil ritengono che sia importante utilizzare le risorse attive giacenti presso l'Inail siano destinate ad aumentare le rendite, gli indennizzi, le cure oltre a potenziare le attività di prevenzione in materia di sicurezza sul lavoro.Per la nostra regione deve essere effettuata una riflessione sull'andamento delle malattie professionali, in aumento rispetto al dato nazionale che è in diminuizione.Una riflessione specifica per il Piceno e per le Marche sarà possibile solo a novembre quando l'Inail Regionale presenterà i suoi dati per settore e tipologia infortunistica.
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17/06/2013 Bonus Bebè al via
In dirittura di arrivo il Voucher di conciliazione a sostegno della genitorialità erogato dall'INPS. La Legge 92/2012 di riforma del mercato del lavoro, ha introdotto misure per garantire maggiori servizi e rafforzare la tutela della genitorialità. Tali provvedimenti legislativi hanno avuto la loro implementazione con la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale (n.37/13) del D.I. del 22/12/2012 che attua le misure introdotte, in via sperimentale, per gli anni 2013, 2014, e 2015; inoltre l’INPS, con la circolare n. 48 del 28 marzo 2013, ha fornito le istruzioni operative in merito e le modalità per richiedere l’erogazione dei benefici e dei voucher previsti dalla legge a sostegno della genitorialità.Le domande per il contributo potranno essere presentate all'INPS dal 1° luglio al 10 luglio 2013.Si ricorda che alla madre lavoratrice dipendente, al termine del congedo di maternità (obbligatorio), in alternativa al congedo parentale e solo per gli undici mesi successivi al congedo obbligatorio per un massimo di sei mesi, sono riconosciuti voucher spendibili per servizi di baby sitting o per far fronte agli oneri della rete pubblica dei servizi per l’infanzia o dei servizi privati accreditati. Tale contributo potrà essere richiesto anche se la lavoratrice ha già usufruito in parte del congedo parentale.Il voucher potrà essere richiesto anche: dalle lavoratrici Dipendenti (escluse per il momento quelle pubbliche), da coloro che sono Iscritte alla Gestione Separata, comprese le libere professioniste dalle madri adottive o affidatarie.Non possono usufruire del beneficio le donne già esentate dal pagamento delle rette dei servizi pubblici o privati accreditati per l’infanzia e che godono di contributi per le politiche attive, le lavoratrici autonome iscritte ad altra gestione. Invece le donne, i cui figli sono già nati, possono farne richiesta, così come le gestanti, la cui data presunta del parto è prevista entro quatto mesi dalla scadenza del bando.Importo, durata e modalità del beneficio L’importo del voucher è di 300 euro mensili per massimo sei mesi, divisibile solo per frazioni mensili intere. Le lavoratrici part time ne possono usufruire in misura proporzionale all’entità della prestazione lavorativa. Coloro che sono Iscritte alla Gestione Separata, fino ad un massimo di tre mesi.Nel caso di fruizione della rete pubblica dei servizi all’infanzia o dei servizi privati accreditati (es. nidi) questi saranno pagati direttamente dall’INPS alla struttura prescelta dietro esibizione, da parte della  struttura,  della documentazione richiesta attestante l’effettiva fruizione del servizio, fino a concorrenza dell’importo di € 300 mensili, per ogni mese di congedo parentale cui la lavoratrice rinuncia. La struttura prescelta dovrà essere una di quelle presenti in un apposito elenco gestito dall’INPS (vedi www.inps.it)Il contributo concesso per il pagamento dei servizi di baby sitting viene erogato attraverso il sistema dei buoni lavoro.Per approfondimenti vai al Bando pubblicato sul sito dell' Inps
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16/05/2013 La lingua spagnola a scuola
In base ad un'ordinanza del Tribunale di Fermo, della quale si ha avuto notizia solo in questi giorni, la seconda lingua comunitaria si sceglie in base ai docenti con contratto a tempo indeterminato nella scuola. Il collegio ha, difatti, accolto il ricorso presentato da una docente di francese, la quale lamentava che la normativa sugli organici non prevedesse la possibilità di cambiare la seconda lingua qualora ciò potesse determinare l'insorgenza di situazione di soprannumerarietà. Nell'ordinanza si evince che la condizione prevista dalla normativa per consentire la sostituzione della seconda lingua straniera è che il docente della lingua che c'è già continui ad avere una cattedra intera, tutta nella stessa scuola.  Se, invece, per accontentare i genitori che chiedono lo spagnolo, il docente di Francese deve completare la cattedra in un altro istituto o diventa soprannumerario, lo spagnolo non può essere introdotto e permane il Francese. Il collegio ha spiegato, inoltre, che la normativa di riferimento ha una precisa ratio e cioè quella di tutelate la titolarità di cattedra dei docenti in ruolo "arginando la rincorsa alle mode ed alle richieste delle famiglie per l'attivazione di nuove lingue".      
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05/04/2013 Approvate le prime misure dell'accordo anticrisi 2013
La Regione Marche ha approvato tre Delibere che danno attuazione alle prime misure contenute nell'accordo anticrisi firmato con i Sindacati il 19 dicembre 2012. Le Delibere riguardano in particolare i contratti di solidarietà difensivi, l'esenzione dal ticket sanitario e il contributo per gli studenti universitari figli di lavoratori in crisi o studenti lavoratori in crisi Dal 2009 Cgil Cisl e Uil delle Marche sottoscrivono con la Giunta Regionale accordi contenenti misure a sostegno delle fasce di popolazione più esposte e più colpite dalla crisi; uno sforzo notevole, anche in termini finanziari, che il Sindacato chiede alla Regione convinto che esso rappresenti segnale concreto a difesa della coesione sociale. Leggi e scarica i volantini sulle tre tipologie di misure: Contratti di solidarietà Diritto allo studio Esenzione ticket
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03/04/2013 Produttività, approvato il Decreto
Di seguito  il testo del Decreto sulla detassazione del salario legato alla produttività, pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 29 marzo.Il testo non scioglie alcuni nodi interpretativi relativi a voci specifiche di salario, per superare i quali si è in attesa del decreto attuativo, ma è già sufficiente per realizzare accordi e sbloccare rigidità espresse fino ad oggi da alcune Associazioni imprenditoriali.IL TESTO DEL DECRETO
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24/01/2013 Detassazione produttività, approvato il Decreto
Il Consiglio dei Ministri del 22 gennaio scorso ha approvato il Decreto relativo alla detassazione del salario legato alla produttività.Il Decreto sblocca le somme previste per questo dalla legge di stabilità e si pone in continuità con quanto previsto dall'accordo nazionale sulla produttività del 16 novembre 2012.Particolarmente importante è l'aumento della soglia di reddito per poter godere della detassazione - da 30 a 40.000 € - che innalza la platea potenziale di beneficiari a circa 1,8 milioni di lavoratori.E' stato fissato poi in 2.500 € l'importo massimo delle somme erogate nell'anno 2013 a titolo di retribuzione di produttività - prevista da contratti collettivi territoriali o aziendali - alle quali si applicherà il beneficio, che consiste in una cedolare secca a titolo definitivo del 10%Si tratta di una misura importante che riconosce la contrattazione come strumento per migliorare la produttività e la competitività delle imprese del nostro paese.Allo stesso tempo il decreto offre maggiori opportunità di  aumentare gli stipendi dei lavoratori, sia individuando di fattori di miglioramento organizzativo e di performance, sia potendo godere di una quota maggiore di salario netto. SCHEDA DI LETTURA DEL DECRETO L'ACCORDO SULLA PRODUTTIVITA' DEL 16 NOVEMBRE 2012IL VOLANTINO SULL'ACCORDO DI PRODUTTIVITA'  
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22/01/2013 Mercato del lavoro, report di fine anno 2012
Il report dell'Osservatorio provinciale sul mercato del lavoro della Cisl di Macerata al 31 dicembre 2012.IL REPORT
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18/01/2013 Cessazione dal servizio per il 2013
La Circolare del Miur (Ministero Istruzione Università Ricerca) relativa al Decreto Ministeriale 97 del 2012  sulle cessazioni dal servizio a partire dal 1 settembre 2013 e sul trattamento di quiescienzaLA CIRCOLARE 
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18/01/2013 Legge di stabilità e ferie del personale non di ruolo
Dalla legge 228/2012 Art. 1 commi 54, 55, 56 54.Il personale docente di tutti i gradi di istruzione fruisce delle ferie nei giorni di sospensione delle lezioni definiti dai calendari scolastici regionali, ad esclusione di quelli destinati agli scrutini, agli esami di Stato e alle attività valutative. Durante la rimanente parte dell’anno la fruizione delle ferie è consentita per un periodo non superiore a sei giornate lavorative subordinatamente alla possibilità di sostituire il personale che se ne avvale senza che vengano a determinarsi oneri aggiuntivi per la finanza pubblica.55. All’articolo 5, comma 8, del decreto legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, è aggiunto, in fine, il seguente periodo: «Il presente comma non si applica al personale docente e amministrativo, tecnico e ausiliario supplente breve e saltuario o docente con contratto finoal termine delle lezioni o delle attività didattiche, limitatamente alla differenza tra i giorni di ferie spettanti e quelli in cui è consentito al personale in questione di fruire delle ferie».56. Le disposizioni di cui ai commi 54 e 55 non possono essere derogate dai contratti collettivi nazionali di lavoro. Le clausole contrattuali contrastanti sono disapplicate dal 1° settembre 2013.In sostanza con la norma in questione viene stabilito che:• il divieto di monetizzazione di cui all’art. 5 comma 8 del D.L. 95/2012 non si applica al personale docente e ATA supplente breve e saltuario o docente con contratto fino al termine delle lezioni o delle attività didattiche;• viene introdotta una nuova modalità di calcolo che prevede che i giorni non fruiti durante un eventuale periodo di sospensione delle lezioni compreso nell’ambito del rapporto di lavoro in atto, verranno detratti dal numero complessivo dei giorni maturati;• fino al 31 agosto 2013, però, restano in vigore le norme contrattuali in contrasto con il dettato normativo (art. 13comma 9 e art. 19 comma 2 del CCNL).Pertanto, interpretando alla lettera la norma, riteniamo che per l’anno scolastico 2012/2013 le ferie maturate e non fruite dal personale a tempo determinato dovranno essere retribuite al termine della supplenza senza la decurtazione di cui sopra.Sull’ applicazione della norma è stato comunque richiesto un incontro al MIUR.
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17/01/2013 Istruzioni per la prova scritta del concorso a cattedre
INDICAZIONI RELATIVE ALLO SVOLGIMENTO DELLA PROVA SCRITTA DEL CONCORSO A CATTEDRE Sedi di svolgimento delle prove scritte I candidati che hanno superato la prova preselettiva (n. 88.610 persone fisiche, n.145.318 iscritti alle prove, n. 173.354 domande per posti o classi di concorso ) affronteranno la prova scritta nei giorni indicati nel Calendario già pubblicato sul sito del MIUR e che sarà inserito nel S.O. alla G.U, del 15 gennaio p.v., insieme all’AVVISO. Il numero degli edifici scolastici preventivamente individuati sulla base del numero dei concorrenti, per lo svolgimento della prova, si aggirano tra 300 e 500. Il 25 gennaio p.v. sarà pubblicato l’elenco effettivo per ciascuna regione, delle scuole che saranno individuate dai Direttori degli Uffici scolastici regionali, previo assenso del rispettivo dirigente scolastico, secondo criteri di rotazione per evitare di far subire agli studenti un numero eccessivo di giorni di sospensione delle lezioni . Come previsto nel Bando di concorso, ed esplicitato nell’Avviso, si è provveduto ad aggregare le procedure concorsuali relative agli ambiti 4 e 9 del Molise con quelle analoghe dell’Abruzzo, a causa del numero esiguo dei candidati. Pertanto i candidati del Molise per espletare le prove concorsuali dovranno recarsi nelle sedi programmate del Capoluogo abruzzese dove sarà insediata una unica commissione giudicatrice.Prove scritte Le prove consisteranno in quesiti a risposta aperta (4 o 3 come precisato nell’Avviso che accompagna il calendario delle prove) e verteranno sui programmi disciplinari allegati al bando e sui contenuti trasversali indicati nelle Avvertenze generali (All. 3 al Bando), al fine di accertare il possesso dei requisiti culturali e professionali del candidato. A ciascun candidato sarà dato, subito dopo le operazioni di identificazione, un foglio di 4 facciate prestampate, ognuna per ciascun quesito. Saranno messi a disposizione del candidato fogli bianchi per eventuali brutte copie che però dovranno essere tenuti distinti dal foglio della prova e non inseriti nel plico da consegnare al termine della prova stessa.Griglia per la valutazione della prova e calcolo del punteggio Ogni commissione disporrà, per la valutazione della prova scritta, di criteri definiti a livello nazionale quali “pertinenza”, “correttezza linguistica”, “completezza” e “originalità”, ed eventualmente di criteri specifici, differenziati per le diverse aree disciplinari. Ogni commissione inoltre potrà integrare o modificare i criteri proposti in sede nazionale, giustificando le ragioni dei cambiamenti apportati. Ad ogni quesito verrà attribuito un punteggio intero da zero a dieci. La votazione complessiva della prova sarà data dalla somma delle votazioni attribuite a ciascun quesito. Le prove composte da quattro quesiti potranno quindi dar luogo ad una votazione massima pari a quaranta, quelle composte da tre quesiti daranno invece luogo ad una votazione massima pari a trenta. Superano la prova scritta i candidati che ottengono una votazione minima pari a 28/40, nel caso di prove da quattro quesiti, e a 21/30, nel caso di prove composte da tre quesiti.Tempo a disposizionePer le prove composte da quattro quesiti: due ore e trenta minuti.Per le prove composte da tre quesiti: due ore.Ausili consentiti durante lo svolgimento della prova, per tipologia di classe di concorso Per tutte le prove sarà consentito l’uso del dizionario della lingua italiana.Per la prova della classe di concorso A019 sarà consentito l’uso di codici e testi di legge non commentati e non annotati. Per le prove delle cassi di concorso A017, A020, A033, A034, A038, A047, A059, A060, C430 sarà consentito l’uso di riga, squadra, gomma, matita, compasso.Per le prove delle classi di concorso A245, A246, A345, A346, e per la prova scritta per la scuola primaria, sarà consentito l’uso del dizionario monolingue non enciclopedico. Per la prova della classe di concorso A051, sarà consentito l’uso del dizionario bilingue italiano/latino.Per la prova della classe di concorso A052, sarà consentito l’uso del dizionario bilingue italiano/greco. Non sarà ammesso l’uso di calcolatrici di qualsiasi tipo, fatto salvo l’uso della calcolatrice scientifica nelle classi di concorso previste nell’Allegato 3 del bando. I candidati dovranno consegnare ai docenti incaricati della vigilanza, a pena di esclusione, ogni tipo di telefono cellulare, smartphone, tablet, notebook, anche se disattivati, e qualsiasi altro strumento idoneo alla conservazione e/o trasmissione di dati. 
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17/01/2013 L'Assicurazione Sociale per l'Impiego
La legge 92 del 28.6.2012 (“Disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita”) ha dettato, tra l’altro, anche nuove norme in materia di ammortizzatori sociali.In particolare, l’art. 2, comma 1, della suddetta legge istituisce – con decorrenza 1° gennaio 2013 - due nuove prestazioni per il sostegno al reddito dei lavoratori subordinati che abbiano perduto involontariamente l’occupazione:• l’indennità di disoccupazione denominata “ASpI” (Assicurazione Sociale per l’Impiego”), in sostituzione della “disoccupazione ordinaria a requisiti normali”. L’INPS regolamenta le nuove disposizioni attraverso la circolare 142 del 18.12.2012;• l’indennità di disoccupazione denominata “mini-ASpI” (in sostituzione della “disoccupazione ordinaria a requisiti ridotti”).Mini-ASpI - Alcune precisazioni e novità (a regime)RequisitiLa “mini-ASpI” si differenzia dall’“indennità con requisiti ridotti” perché prevede l’erogazione del beneficio nel momento in cui si diventa disoccupati e non nell’anno successivo. E’ rivolta a coloro che abbiano almeno 13 settimane di contribuzione (a differenza delle 78 giornate previste dalla disciplina precedente).Base di calcoloPer il 2013 l’’importo dell’indennità è ottenuto calcolando il 75% della retribuzione di riferimento nei casi in cui quest’ultima sia pari o inferiore all’importo di Euro 1.180 mensili (annualmente rivalutato sulla base della variazione dell’indice ISTAT). Nei casi in cui la retribuzione di riferimento sia superore al predetto importo, l’indennità è incrementata di un ulteriore 25% del differenziale tra la retribuzione mensile e il predetto importo. Durata della prestazioneL’indennità è corrisposta mensilmente per un numero di settimane pari alla metà delle settimane di contribuzione conseguite nei dodici mesi precedenti la data di cessazione del rapporto di lavoro. Nel computo saranno sottratti i periodi eventualmente già fruiti. “mini-ASpI 2012”Con messaggio 20774 del 17.12.2012 l’INPS disciplina le modalità di liquidazione della “mini-ASpI” esclusivamente per coloro che – avendo maturato nel 2012 il diritto all’“indennità di disoccupazione con requisitiridotti” - erano in attesa di effettuare la domanda all’inizio del 2013.RequisitiQuesta prestazione sarà riconosciuta, indipendentemente dallo stato di disoccupazione attuale del lavoratore richiedente, qualora siano accertate per l’anno 2012 le condizioni richieste dalla “vecchia” normativa, e cioè:• anzianità assicurativa di due anni• 78 giornate di lavoro individuateCalcolo e durata della prestazioneIl sistema di calcolo e la durata della prestazione saranno, invece, quelli previsti per il calcolo della nuova “mini-ASpI”.Presentazione della domandaLa domanda dovrà essere presentata dai soggetti interessati:• nel periodo 1° gennaio / 2 aprile 2013 (il 31 marzo e il 1° aprile sono giorni festivi)• esclusivamente per via telematica attraverso uno dei canali previsti (patronati; portale web Inps “servizi online per il cittadino”; contact center multicanale) 
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17/01/2013 Seminario formativo su accordo produttività
Venerdì 18 Gennaio 2013 i quadri, dirigenti e delegati Cisl si incontreranno per un seminario di studi sull'accorso produtività siglato lo scorso 16 Novembre 2012.L'iniziativa, integrata all'interno di un persorso iniziato ocn Marco Lai sulla L.92/2012, ha la finalità di rafforzare la "cassetta degli attrezzi"sulla contrattazione di 2° livello, strumento utile per perseguire la crescita della produttività e della competitività del territorio, aumentare la sensibilità alla condivisone della attività, e nello specifico, l'importanza dell'osservatorio OCSEL.Appuntamento, quindi, al Palazzo dei Capitani, Sala dei Savi, alle ore 9:00.Programma9,00: Accoglienza partecipanti a cura della Segreteria Cisl;9,15: Apertura lavori, Segretario Ust-Cisl AP-FM, Alfonso Cifani;9,30: Osservatorio Contrattazione 2° livello (OCSEL: il punto della situazione nelle Marche. Segretario USR Marche, Antonio Angelini;10,00: Accordo produttività, Uliano Stendardi, Coordinatore Politiche Contrattuali IndusProgramma
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16/01/2013 Il riordino degli Enti Locali
Pubblichiamo l'ultima NOTA DI APPROFONDIMENTO, curata dalla CISL  Marche, sulla normativa in materia di Enti Locali aggiornata alle modifiche introdotte mediante la Legge di Stabilità 2013 (l. 228/2012). La nota fa il punto sullo stato della riforma delle Province e analizza la disciplina in vigore relativa alla gestione associata obbligatoria delle funzioni comunali.La nota di appronfondimento IL RIORDINO degli ENTI LOCALI 
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16/01/2013 Civitanova, assegni di cura per l'anno 2013
Pubblicato l'avviso pubblico per la concessione di assegni di cura alle famiglie che assistono un anziano non autosufficiente.Il bando è emesso dall'Ambito sociale n. 14 che comprende i Comuni di Civitanova Marche,  Montecosaro, Montefano, Montelupone, Monte San Giusto, Morrovalle, Potenza Picena, Porto Recanati e Recanati.Il termine per la presentazione delle domande è il 13 febbraio 2013SCARICA IL BANDO 
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11/01/2013 L'allungamento dell'età e la qualità della vita: modalità nuove di servizi sanitari
L'Associazione Regionale Marche  "Amici dell'Inrca" ha organizzato un convegno dal titolo "L'Inrca: nella qualità l'allungamento della vita" venerdì 11 gennaio 2013. All'incontro sono stati invitati anche i sindacati dei pensionati. I pensionati della Cisl Marche sono stati  rappresentati dal Segretario Generale  Mario Canale che ha portato il contributo con un'analisi sull'attuale situazione sanitaria in Italia e in Europa. Intervento di Mario Canale al CONVEGNO tenutosi presso INRCA il 11 gennaio 2013   Tutti sanno che l’allungamento dell’età  è frutto di un miglioramento della qualità della vita e di un  benessere diffuso,  ma molti fanno finta di non sapere che questo  porta con sè una enorme pressione sull’offerta dei servizi sanitari.La sfida nei prossimi decenni, dal punto di vista dell’offerta e dell’organizzazione dei servizi, consisterà nel riorientamento del sistema di offerta a bisogni profondamente modificati, verso la cronicità e le sue complesse necessità assistenziali. Su questo fronte il nostro paese è colpevolmente carente.La mancanza di una rete integrata dei servizi  capace di dare risposte di  assistenza si va a scaricare sulle famiglie e sugli ospedali. Il ricovero nelle strutture residenziali, oltre a mortificare la qualità della vita delle persone fragili, ha costi elevati, che vanno dai 30 ai 50mila euro annui. Quanti  possono permetterselo?Troppo spesso in Italia si ricorre  alle badanti, che a tutti gli effetti rientrano nella filiera dell’assistenza.  Il numero è stimato attorno a 1 milione e 200mila unità, con un costo per le famiglie di circa 13 miliardi di euro l’anno. Si tratta di un fenomeno sostanzialmente non governato dalle istituzioni in cui le famiglie sono spesso abbandonate nella fase della scelta dell’assistente familiare, nella gestione del suo rapporto di lavoro (spesso irregolare) e nella capacità di valutarne le competenze. Sarebbe opportuno un intervento organizzativo preceduto da una campagna conoscitiva sul fenomeno oltre ad un sostegno di tipo finanziario per le famiglie. Nelle Marche, ad esempio, la sperimentazione dell’assegno di cura ha sicuramente dato un po’ di sollievo ad una parte delle famiglie ma certamente non basta.La residualità delle politiche a favore degli anziani, in particolare non autosufficienti, in Italia è testimoniata da alcuni dati; il rapporto tra il ricovero in strutture residenziali e l’assistenza a domicilio in Danimarca è1 a6, inInghilterra1 a4, inItalia1 a1,50; le ore di assistenza a domicilio sono300 inDanimarca,600 inInghilterra e110 inItalia.Nel nostro paese il compito di assistere i soggetti non autosufficienti, anziani o meno, è stato quasi completamente demandato alla famiglia (da sola o con l’appoggio del volontariato), che si trova così ad affrontare due ordini di problemi, quello dell’assistenza fisica e psicologica, e quello finanziario, ben sapendo che esistono situazioni variegate a seconda del livello di invalidità, della composizione familiare, del livello di coinvolgimento emotivo.L’attuale divario tra offerta e domanda di servizi di assistenza agli anziani dipendenti impone una reimpostazione in tempi brevi delle politiche a loro rivolte.E’ di primaria importanza dotare il territorio di adeguati servizi socio sanitari, così come investire contemporaneamente nel campo della ricerca medica geriatrica.  A tal proposito risulta strategico il ruolo dell’INRCA, unico IRCCS che opera nell’area della Geriatria e Gerontologia, con la  mission di garantire ai pazienti anziani l’eccellenza nelle cure e nell’assistenza e  di contribuire con la ricerca al progresso scientifico .Le cittadinanze “deboli” sono due: le persone non-autosufficienti e le loro famiglie. Il riconoscimento e la tutela dei diritti di cittadinanza, primariamente dei soggetti più deboli, richiedono l’azione congiunta ed integrata di tutti i livelli istituzionali coinvolti. Si tratta della esplicitazione dei principi della solidarietà e sussidiarietà.L’obiettivo da perseguire è una integrazione delle insostituibili funzioni della famiglia con il supporto fornito da servizi pubblici e dal privato-sociale, che completi e si sostituisca, quando necessario, al ruolo del familiare assistente.Per dare gambe a questa prospettiva, misure indispensabili sarebbero il Fondo Nazionale per la non-autosufficienza, non più finanziato dal livello nazionale, ed una legge sulla non-autosufficienza, che nonostante le sollecitazioni e la proposta ad iniziativa popolare presentata in Parlamento dal sindacato pensionati, non è stata mai portata in discussione per l’approvazione.Teorizzare, come fa il Ministro Balduzzi, che l’andamento della spesa sanitaria vada correlato al PIL, oltre che intaccare un preciso dettato costituzionale, colloca l’Italia, nel rapporto PIL /Spesa Sanitaria, al di sotto della media europea: 7,3% contro l’8,2% della media europea; una somma vicina ai 15 miliardi manca quindi all’appello. Inoltre, essendo prevalso il criterio di far gravare parte della spesa sanitaria sui cittadini, con l’istituzione dei ticket su farmaceutica e diagnostica, si è finito per far pagare di più coloro che hanno problemi di salute, senza alcun riferimento alla condizione patrimoniale degli stessi, e al contempo, rendendo addirittura più competitivi per alcune prestazioni, i laboratori privati.Va ricordato che, a fronte di 106 miliardi di euro attribuiti alla sanità, la spesa “out of pocket” è stimata in 36 miliardi di euro, interamente a carico delle famiglie italiane!Ora, di fronte a questo scenario, è mai concepibile che in 3 anni (2012/2014) i tagli al fondo sanitario arrivino a circa 27 miliardi di euro (dai provvedimenti Tremonti a Balduzzi), e non si affronti ancora seriamente il tema di come riorganizzare la sanità, le Aziende sanitarie, i presidi ospedalieri, la rete territoriale integrata, abbandonando la logica dei tagli lineari che, ed è dimostrato dalle stesse affermazioni del Presidente del Consiglio Monti, non sono riusciti ad invertire la marcia?Oggi è tempo di risposte condivise e di interventi strutturali : centralizzazione dell’acquisto di beni e servizi, accorpamento di alcuni volumi di spesa (logistica e servizi) per ottenere economie di scala, indicazioni cogenti per la chiusura degli ospedali piccoli, talvolta obsoleti e fatiscenti, eliminazione delle duplicazioni, realizzazione di una rete di ospedali specializzati, confronto sui processi di mobilità e sulle piante organiche, riforma dei consigli di direzione, istituiti da Balduzzi, che devono varare i piani di riorganizzazione delle aziende sanitarie e ospedaliere, ma  lasciano alla  sola classe medica il potere di decidere su sé stessa.In relazione al progetto del nuovo ospedale da costruire a Camerano non possiamo non segnalare la necessità assoluta di un ulteriore confronto con le organizzazioni sindacali sui contenuti di questa nuova struttura, che risultano ancora poco chiari agli operatori e ai cittadini. Scarsa chiarezza che rischia di paralizzare anche le scelte organizzative sui presidi dell’Inrca e di Osimo. A nostro parere la nuova struttura dovrà rispondere in maniera completa alle esigenze dell’utenza anziana, intervenendo su tutte le patologie tipiche di tali utenti ( ad esempio le patologie diabetiche o le esigenze riabilitative), offrendo percorsi completi e di eccellenza, sviluppando anche interventi sul territorio, tali che sia riconosciuto come centro di riferimento per gli anziani. Va inoltre rilanciata la funzione di ricerca, vero punto critico dell’istituto in questi ultimi anni.Come tutto questo si possa conciliare con la funzione di ospedale di rete di Ancona o di presidio di primo livello (per dirla con Balduzzi) e quindi rivolto alle esigenze sanitarie di una popolazione non solo anziana, ma di qualsiasi età, diventa il problema da discutere prima di realizzare una struttura con finalità non del tutto definite.Più in generale, anche alla luce dei drastici tagli di risorse, crediamo che il processo di riorganizzazione della sanità marchigiana, per molti versi rimandato in modo non giustificabile, debba essere impostato rovesciando l’approccio utilizzato fino ad oggi, di fatto basato essenzialmente sul contenimento della spesa per il personale, e recuperando coerenza rispetto agli obiettivi generali di riforma che sono stati condivisi e fissati con il Piano Socio Sanitario Regionale.In conclusione c’è da discutere sia a livello nazionale che regionale, una nuova modalità per i servizi offerti dal servizio sanitario, aprendo un confronto vero, senza decisioni autarchiche, concordando meccanismi di accesso alle prestazioni nel rispetto  dei principi di appropriatezza, efficacia  ed efficienza e avendo a riferimento i bisogni reali di salute della popolazione, in particolare delle fasce più fragili ed esposte. Affermava Gandhi: “La peggiore forma di violenza verso gli ultimi è l’indifferenza di chi può e non fa”.   Grazie
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11/01/2013 Rapporto sulla coesione sociale 2012
Il Ministero del Lavoro con l’Istat e l’Inps hanno pubblicato  il 3° “Rapporto sulla Coesione Sociale – Anno 2012” che esamina la situazione economica, sociale ed occupazionale del nostro Paese  in ambito europeo.Il rapporto analizza, tra le altre cose, anche le differenze di genere nella partecipazione al mercato del lavoro, condizionata anche da una serie di variabili come la collocazione geografica sul territorio nazionale, l’età e lo status familiare.In termini di tasso di occupazione, nel 2011, la differenza di genere a livello nazionale è pari a 26,4 punti percentuali, con valori che sfiorano i 30 punti percentuali per la classe di età 25-34 anni e 43 punti per le donne in coppia con figli nel mezzogiorno.Sebbene negli ultimi venti anni sia aumentato il contributo maschile alla cura della famiglia, persiste un’elevata asimmetria a sfavore delle donne nella divisione del carico di lavoro familiare; asimmetria trasversale a tutto il Paese, ma che si attesta nel Nord a livelli più bassi.Il Rapporto sulla coesione sociale 2012, in allegato, fornisce anche un quadro aggiornato e completo dell’offerta pubblica di asili nido e degli altri servizi socio-educativi per la prima infanzia. Ancora una volta appare evidente la carenza di strutture che caratterizza le regioni meridionali, dove, pur ospitando il 31% della popolazione di riferimento (bambini fra zero e due anni), si registra meno del 10% degli utenti. IL TERZO RAPPORTO SULLA COESIONE SOCIALE ANNO 2012 NOTA SINTETICA  
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27/12/2012 Mercato del lavoro, i dati a novembre 2012
I dati su cassa integrazione e mobilità dell'osservatorio sul mercato del lavoro della Cisl di Macerata. Scarica il REPORT
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20/12/2012 Un patto per il lavoro
La capacità di proposta di CGIL CISL UIL regionali da una parte e le disponibilità della Regione Marche dall’altra hanno reso possibile il 19 Dicembre la sottoscrizione per il 2013 del  “patto anticrisi”.   Un accordo, come recita il titolo,  “ a difesa del lavoro, della coesione sociale e a sostegno dello sviluppo”;  messo in campo per la prima volta nel 2009 e da allora confermato anche negli anni successivi,  prevede per l’anno 2013 interventi per oltre 13 milioni  di euro inseriti come impegno di spesa nel bilancio di previsione della Regione. Si tratta di una serie di misure  che vanno a sostenere con contributi economici  e attraverso la fornitura di servizi ed aiuti concreti,  il reddito delle famiglie dei  lavoratori  più in difficoltà IL TESTO DELL'ACCORDO
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19/12/2012 Contributi per famiglie numerose
La Provincia di Macerata ha approvato l' Avviso pubblico per il sostegno al reddito delle famiglie anno 2012.Il contributo ammonta ad un massimo di € 700 una tantum.Il termine per la presentazione della domanda è il 31 gennaio 2013Scarica IL BANDO E LA DOMANDA per la concessione del contributo. 
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11/12/2012 Accordo di produttività: un'opportunità per la ripresa produttiva della nostra regione.
La nostra regione  è caratterizzata da un sistema produttivo incentrato prevalentemente sul settore manifatturiero, sul quale fa perno l’intera economia  del territorio.Questa sua peculiarità ha fatto sì che gli effetti della crisi siano stati e continuano ad essere più gravi che in altre aree del Paese.  Essa colpendo la struttura produttiva, sta destrutturando un sistema fatto di piccole imprese e di distretti industriali, facendo pagare ai cittadini pesanti oneri in termini di occupazione e di riduzione del reddito delle famiglie."Il recente accordo sulla produttività, siglato con i sindacati, va in questa direzione - dichiara Antonio Angelini, Segretario Cisl Marche -  e le azioni in esso previste potranno contribuire, soprattutto in questa regione, a recuperare competitività, a partire dalle imprese".L’accordo individua alcuni assi sui quali fare perno per creare le condizioni del rilancio produttivo, assumendo quale valore fondamentale la cooperazione tra imprese, lavoratori e istituzioni e assegnando a ciascuno responsabilità ed impegni precisi.Il fulcro dell’intesa quindi è la contrattazione di secondo livello, la stretta relazione tra l’impresa ed i lavoratori della stessa, diventa l’elemento principe per costruire soluzioni contrattuali mirate alle esigenze di entrambi negli specifici contesti produttivi.Il legame forte che si andrà ad affermare tra salario e produttività, qualità, efficienza, innovazione, contribuirà ad evitare processi di delocalizzazione, ad attrarre investimenti, a gestire le situazioni di crisi salvaguardando l’occupazione, e ad innovare.Contestualmente si chiede al Governo di favorire questo processo attraverso la detassazione del salario prodotto dal secondo livello contrattuale e di alleggerire la pressione fiscale sul lavoro, così come si chiede alle Istituzioni di intervenire per migliorare la produttività di sistema, agendo sulle infrastrutture, l’energia, la scuola e la formazione, l’innovazione e la ricerca, la semplificazione amministrativa.  VOLANTONE "ACCORDO PRODUTTIVITA'"
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05/12/2012 Artigianato, un accordo a sostegno del reddito
E’ stato sottoscritto il  30 novembre  un accordo  tra CGIL CSIL UIL e le organizzazioni imprenditoriali dell’Artigianato in merito all’attuazione della legge 92/2012.IL TESTO DELL'ACCORDO L’accordo consolida il  ruolo del sistema bilaterale rispetto alle prestazioni di sostegno al reddito nei casi di sospensione dal lavoro.Una scelta che consente di mantenere e di valorizzare le funzioni della bilateralità nell’artigianato in un ambito prestazionale  che richiede caratteristiche gestionali adeguate alle peculiarità dell’artigianato e che  solo il modello bilaterale, direttamente gestito dalle parti sociali può garantire.Le parti hanno quindi assunto l’impegno per la realizzazione di un accordo nazionale interconfederale per adeguare le fonti istitutive del sistema bilaterale, nonché il suo funzionamento ed il modello delle prestazioni.
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20/11/2012 Borse di studio per progetti di ricerca
Per il BANDO COMPLETO vai al sito della PROVINCIA DI MACERATA
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15/11/2012 Legge 8 novembre 2012 n. 189
IL TESTO DEL DECRETO BALDUZZI CONVERTITO IN LEGGE
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08/11/2012 J.P. Industries Spa. A breve il piano di riorganizzazione dei siti produttivi
Potranno ripartire i Tir bloccati dagli operai dell'azienda J.P. Industries Spa negli stabilimenti di Maragone e Santa Maria. L'incontro di  giovedì 8 novembre tra azienda e sindacati di Cgil, Cisl e Uil settore metalmeccanico della provincia di Ancona e Perugia  si è concluso con un verbale in cui si prevede un nuovo incontro entro la prima decade di dicembre per  aggiornamenti e  la verifica dei programmi aziendali. La J.P. si impegna a reinvestire  nell'azienda le risorse economiche derivanti dalla vendita dei macchinari per  sviluppare il piano industriale a beneficio dell'occupazione e a fornire alle organizzazioni sindacali il piano dettagliato della riorganizzazione dei siti produttivi.  Va evidenziato  inoltre il riconoscimento da parte della J.P. che le corrette relazioni sindacali sono una risorsa importante per lo sviluppo e la crescita dell'Azienda stessa. Il VERBALE di CONSULTAZIONE Sindacale
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26/10/2012 Rapporto sulle politiche contro la povertà e l'esclusione sociale
8.173 mila. Questo è il numero dei poveri in Italia che è emerso dalle ultime rilevazioni Istat, ben il 13,6% della popolazione. I dati ci danno l'idea dell'entità del fenomeno. Tante sono le cifre contenute nel Rapporto sulle politiche contro la povertà e l'esclusione sociale 2011, frutto dell'attività collegiale della Commissione di Indagine sull'Esclusione Sociale (CIES).Nell'Unione Europea oltre 80 milioni di persone vivono sotto la soglia della povertà. Per questo nel pieno della crisi economica la Commissione Europea ha varato la strategia denominata "Europa 2020" per promuovere l'inclusione sociale attraverso la riduzione della povertà, mirando a liberare almeno 20 milioni di persone dal rischio povertà ed esclusione sociale. La strategia riguarda cinque temi generali: l'occupazione; gli investimenti in ricerca e sviluppo; l'istruzione; l'ambiente; la lotta alla povertà e all'esclusione sociale.Il Rapporto, consultabile sul sito del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, mira ad identificare i gruppi a rischio di emarginazione sociale che sono la prima causa di distacco dalle relazioni sociali e dalle istituzioni. Le difficoltà economiche, lavorative e sanitarie dal 2008 al 2012 hanno peggiorato la condizione delle famiglie in particolare quelle residenti nel Mezzogiorno, dove c'è stato un aumento della povertà assoluta dal 5,8% del 2010 all'8% del 2011.Le famiglie relativamente povere in Italia nel 2011 sono 2.782 mila e le famiglie assolutamente povere sono 1.297 mila. Per povertà relativa s'intende la difficoltà di famiglie ed individui ad accedere a beni e servizi, per povertà assoluta si intende invece l'incapacità di poter accedere a beni e servizi. La "povertà dei diritti" denominata così dalla Caritas e dalla Fondazione Zancan è la molteplicità di deprivazioni, la povertà economica si accompagna spesso a limitazioni nel diritto al lavoro, alla non realizzazione della famiglia, alla non tutela delle fragilità.Il raggio di azione della povertà economica si sta allargando e cronicizzando creando povertà anche sociale con un'instabilità delle relazioni, che isola gli individui e le famiglie minando la partecipazione attiva alla vita sociale. E' un fenomeno che varia dinamicamente.La povertà, infatti, è tanto più grave quanto più a lungo e quanto più intensamente un individuo la sperimenta, inoltre quanto più a lungo un individuo rimane socialmente escluso, tanto più si disprezza il suo capitale umano e si esauriscono i legami che costituiscono il suo capitale sociale. Il malessere che si è diffuso non si riferisce solo ad una fragilità economica ma nell'assenza di prospettive aggravata da una crisi di cui non si vede la fine.La categoria dei disoccupati (2,1 milioni nel 2011) e dei precari è il sintomo di uno scoraggiamento dei giovani nella ricerca del lavoro. Le famiglie più ampie (371mila nel 2011), gli anziani soli (380 mila nel 2011), le famiglie mono genitoriali (117 mila nel 2011), le persone con limitazioni nell'autonomia personale che com'è intuibile sono più spesso gli anziani, gli immigrati che nel 2009 erano 4.235.000, pari al 7% della popolazione e le persone senza fissa dimora, vengono definiti nel Rapporto come i gruppi più a rischio di povertà ed esclusione sociale e comprendono quote dell'insieme di poveri relativi ed assoluti. Il perdurare della condizione di povertà di molte persone e famiglie dimostra il bisogno di politiche di contrasto e di lotta, specifiche per le diverse categorie colpite dalla crisi, sviluppando metodologie innovative per rappresentare la crisi al fine di analizzarne le cause per poi individuare opportuni interventi.Il Rapporto confronta il quadro economico sociale italiano con quello di altri paesi europei tramite un insieme di misure della povertà e dell'esclusione sociale che fanno parte della Strategia Europa 2020 al fine di trovare analogie e comunanze per sviluppare politiche sociali comuni europee. Il contrasto alla povertà durante il XXI secolo ha rappresentato e rappresenta uno dei temi di maggior rilievo nell'agenda politica dei governi europei, che stanno cercando di migliorare la situazione economico sociale di ciascun paese membro della comunità attraverso misure di sviluppo come il sostegno economico alla persona e alla famiglia e il supporto a progetti del Terzo Settore relativi alla marginalità estrema.L'Europa sta promuovendo interventi innovativi e sperimentali con il coinvolgimento delle associazioni di volontariato e le fondazioni bancarie, che con le istituzioni rafforzino i sistemi di welfare e delle politiche sociali, che sono il motore e la risposta alla lotta alla povertà e all'esclusione sociale. L'unione rappresenta una straordinaria dotazione di capitale umano e finanziario. La conoscenza della dinamica della povertà di gruppi di persone è utile per scegliere politiche efficaci per contrastarla.
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04/10/2012 Anche nelle Marche più facile per i giovani trovare lavoro.
Sono stati sottoscritti il 25 settembre in Regione i 3 protocolli sull'apprendistato che riformano radicalmente la normativa esistente con i quali, anche nelle Marche, si dà applicazione ai contenuti del Testo Unico. Il nuovo apprendistato è uno strumento in più per lavoratori ed imprese per facilitare l'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro;La firma dei tre protocolli regionali per apprendistato professionalizzante, apprendistato per il conseguimento della qualifica e apprendistato per l'alta formazione, arriva alla fine di un confronto tra Regione, Sindacato e Associazioni datoriali lungo e non privo di difficoltà.La Cisl esprime soddisfazione per il risultato conseguito; si pone fine ad una incertezza legislativa e si rilancia anche nella nostra regione uno strumento che negli anni è stato il principale veicolo di assunzione soprattutto per giovani e piccole imprese. Accordo per la regolamentazione dell'Apprendistato ALTA FORMAZIONE E RICERCAAccordo per la regolamentazione dell'Apprendistato per la QUALIFICA e il DIPLOMA PROFESSIONALEAccordo per la regolamentazione dell'Apprendistato PROFESSIONALIZZANTE o DI MESTIERE 
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29/08/2012 Legge 7 agosto 2012 n. 135
IL TESTO DELLA LEGGE SULLA SPENDING REVIEW
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06/07/2012 La riforma del mercato del lavoro
SINTESI DELLA LEGGE DI RIFORMA DEL MERCATO DEL LAVORO  TIPOLOGIE CONTRATTUALI Al contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato viene riconosciuto un rilievo prioritario come forma comune di rapporto di lavoro, mentre le altre tipologie di contratto dovrebbero essere finalizzate a preservare nell’impiego del lavoro un margine di flessibilità necessario per fronteggiare le fluttuazioni economiche e produttive. In questa prospettiva, al fine di contrastare le forme “malate” di flessibilità, la riforma introduce limiti alle prassi di “mascherare” veri e propri rapporti di subordinazione ricorrendo ai contratti flessibili in modo da eludere gli obblighi e i costi del lavoro subordinato; applica il principio secondo cui i rapporti di lavoro flessibili debbano avere un costo maggiore dei contratti a tempo indeterminato e quindi risultare meno convenienti. APPRENDISTATO Il contratto di apprendistato, recentemente riformato attraverso il Testo Unico (d.lgs. 167/2011) con l’accordo delle parti sociali, diviene il canale privilegiato di accesso dei giovani al lavoro. Rispetto a quell’impianto, la riforma introduce ulteriori elementi di promozione dell’apprendistato quale forma contrattuale prevalente:-          una durata minima di sei mesi del contratto di apprendistato;-          un meccanismo che, per il primo triennio dall’entrata in vigore della riforma, condiziona la possibilità per le imprese con meno di 10 dipendenti di assumere nuovi apprendisti alla stabilizzazione del 30% degli apprendisti assunti negli ultimi 36 mesi; allo scadere del triennio la percentuale obbligatoria di stabilizzazioni salirà al 50%. In caso di non rispetto di queste percentuali, l’azienda potrà assumere solo un ulteriore apprendista e i contratti di apprendistato stipulati in eccedenza saranno convertiti in normali contratti di lavoro a tempo indeterminato;-          l’innalzamento, solo per le imprese con meno di 10 dipendenti, del rapporto tra apprendisti e dipendenti a tempo indeterminato da 1/1 a 3/2 (tre apprendisti ogni due lavoratori stabili);-          l’estensione agli apprendisti dell’ASPI, a tutela della disoccupazione.CONTRATTO A TEMPO DETERMINATO Il costo contributivo del contratto a tempo determinato viene incrementato del 1,4% per finanziare l’erogazione dell’ASPI anche per i lavoratori a termine. La maggiorazione può essere recuperata dal datore di lavoro in caso di trasformazione del contratto in tempo indeterminato entro sei mesi dalla sua cessazione. Vengono inoltre introdotti diversi limiti alla reiterazione dei contratti a tempo determinato al fine di combattere catene abusive di rapporti: la successione di contratti a termine può raggiungere una durata massima di 36 mesi, a pena di conversione in rapporto a tempo indeterminato, senza possibilità di deroghe ed inclusi i periodi di somministrazione a tempo determinato e le eventuali proroghe;  inoltre l’intervallo di tempo minimo tra un contratto a termine e il successivo viene allungato da 10-20 giorni a 60-90 giorni (a seconda che il contratto abbia una durata inferiore o superiore ai sei mesi), riconoscendo altresì alla contrattazione collettiva la possibilità di ridurre tale termine minimo a 20-30 gg. per specifiche ragioni di organizzazione produttiva. Vengono inoltre riestesi i termini temporali per l’impugnazione dei contratti a termine illegittimi che il Collegato Lavoro aveva in precedenza ridotto. La riforma elimina l’obbligo per le aziende di inserire il c.d. “causalone”, ossia l’indicazione delle ragioni di carattere tecnico, produttivo e organizzativo che giustificano l’assunzione a tempo determinato, nel primo contratto a termine, purché di durata inferiore ai dodici mesi, e nel primo contratto di somministrazione a tempo determinato; in alternativa la contrattazione collettiva può derogare all’obbligo del “causalone” per i contratti a termine stipulati per specifiche ragioni organizzazione produttiva, purché riguardino non più del 6% del totale dei lavoratori occupati in una unità produttiva.  Il contratto a termine stipulato senza casuale non può però essere prorogato.PARTITE IVA Per contrastare le coperture di forme di lavoro subordinato, la riforma prevede che le prestazioni rese in partita Iva, ad eccezione di quelle ad elevata competenza teorica o tecnico-pratica o rese da professionisti iscritti agli albi o da soggetti con reddito annuo da lavoro autonomo superiore a 18.663 €, siano considerate, salva la possibilità per il committente di dare prova contraria, rapporti di co.co.co qualora ricorrano almeno due dei seguenti presupposti:-          la collaborazione duri complessivamente più di otto mesi nell’arco di un anno;-          il prestatore di lavoro ricavi dalla collaborazione più del 80% dei suoi corrispettivi annui;-          il prestatore di lavoro disponga di una postazione di lavoro fissa presso una delle sedi del committente.La riforma si applica in prima istanza solo ai nuovi rapporti, mentre viene previsto un regime transitorio di 12 mesi per permettere l’adeguamento alle nuove norme delle partite Iva già in corso. COLLABORAZIONI A PROGETTO Al fine di evitare utilizzi elusivi del lavoro a progetto in sostituzione di contratti di lavoro subordinato, la riforma introduce una definizione più stringente della nozione di “progetto”, che viene indicata come elemento essenziale di validità del rapporto di collaborazione, la cui mancanza comporta la conversione in contratto a tempo indeterminato. I rapporti di collaborazione coordinata e continuativa, anche a progetto, sono altresì considerati rapporti di lavoro subordinato sin dalla data di costituzione del rapporto, anche nel caso in cui l’attività del collaboratore sia svolta con modalità analoghe a quella svolta dai lavoratori dipendenti dell’impresa committente.Il ricorso alle collaborazioni a progetto viene disincentivato sul piano contributivo prevedendo l’aumento graduale dell’aliquota contributiva fino ad arrivare nel 2018 alla parificazione al 33% con i contratti di natura subordinata.A tutela della posizione di particolare debolezza contrattuale e sociale del collaboratore a progetto, la riforma introduce limiti al potere di recesso anticipato del committente, rafforza il già vigente meccanismo di protezione per cessazione del lavoro introdotto mediante l’una tantum e introduce il salario minimo, da definirsi sulla base dei compensi del lavoro autonomo e dei minimi salariali fissati dalla contrattazione collettiva per lavoratori subordinati con mansioni equiparabili.LAVORO INTERMITTENTE Al fine di contenere il rischio che il contratto di lavoro intermittente (o “a chiamata”) possa essere utilizzato come copertura di un rapporto di lavoro subordinato di carattere continuativo, viene previsto un obbligo di comunicazione amministrativa preventiva da parte del datore di lavoro, a pena di sanzione pecuniaria, in occasione di ogni chiamata del lavoratore. Viene inoltre eliminata la mancata corresponsione al lavoratore dell’indennità di disponibilità per i periodi festivi in caso di non chiamata da parte del datore di lavoro. Il lavoro a chiamata potrà essere utilizzato, senza limitazioni, per soggetti over 55 e under 24 (a condizione che la prestazione sia svolta entro i 25 anni).LAVORO ACCESSORIO Viene riformata la disciplina previgente al fine di restringerne l’ambito di operatività: al limite di 5000 euro annui per prestazioni riferite alla totalità dei committenti, viene aggiunto un limite di 2000 euro per prestazioni a favore di ciascun committente che sia imprenditore commerciale o professionista. Nel settore agricolo l’utilizzo dei voucher sarà libero al di sotto dei  7.000 € di fatturato e solo per pensionati e studenti under 25. Per garantire maggiore trasparenza ed evitare abusi, i voucher saranno orari, numerati e datati. Essi saranno computati nel reddito necessario per il permesso di soggiorno e ne verrà ridefinita la percentuale di versamento contributivo.TIROCINI E STAGE La riforma affida alla Conferenza Stato-Regioni il compito di avviare il percorso di ridefinizione della disciplina dei tirocini mediante un accordo-quadro orientato a coordinare tale istituto con le altre tipologie di contratto formativo e prevenirne gli abusi, mediante la l’individuazione degli elementi e delle attività qualificanti il tirocinio e la previsione di una congrua indennità per eliminare l’attuale regime di gratuità in cui operano i tirocinanti.ASSOCIAZIONE IN PARTECIPAZIONE Le associazioni in partecipazione con apporto di lavoro e partecipazione agli utili vengono limitate alla soglia di tre associati: al di sopra di tale soglia, nonché in ogni caso di associati che apportano lavoro senza partecipazione agli utili o di prestazioni non  connotate da competenze elevate acquisite attraverso percorsi formativi o rilevanti esperienze pratiche, si prevede la conversione in rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato. FLESSIBILITÁ IN USCITA: NORME SUI LICENZIAMENTI INDIVIDUALI E ART. 18LICENZIAMENTI PER MOTIVI DISCRIMINATORI Prevedono sempre il reintegro del lavoratore, A prescindere dalla motivazione adottata e dalla dimensione dell’impresa, implicano sempre il reintegro, sostituibile con l’indennizzo a scelta del lavoratore, si aggiunge il risarcimento del danno.LICENZIAMENTI PER MOTIVI DISCIPLINARI Quando il giudice accerta la mancanza di giusta causa del licenziamento possono verificarsi due situazioni:a)       in via principale il giudice condanna il datore di lavoro alla reintegrazione del lavoratore, quando il fatto contestato al lavoratore non sussista o costituisca comportamento punibile con sanzioni inferiori, in base ai contratti collettivi di lavoro e ai codici disciplinari. Al reintegro, sostituibile con indennizzo su scelta del lavoratore, si aggiunge un risarcimento non superiore a 12 mensilità.b)       In via secondaria, per le altre ipotesi di illegittimità del licenziamento disciplinare, il giudice condanna il datore di lavoro ad un indennizzo da12 a24 mensilità.LICENZIAMENTI PER MOTIVI ECONOMICI Si tratta dei licenziamenti motivati da ragioni inerenti all’attività produttiva e all’organizzazione del lavoro e al regolare funzionamento di essa. E’ obbligatoria una procedura sindacale di conciliazione, preventiva al licenziamento, da esperirsi tra datore di lavoro, lavoratore e organizzazioni sindacali pressola Direzione Provincialedel Lavoro. Durante la procedura le parti dovranno valutare i motivi del licenziamento, la possibilità di ricorrere a soluzioni alternative al licenziamento stesso, nonché misure di sostegno del lavoratore interessato (ammortizzatori sociali e risorse per la sua ricollocazione professionale). La procedura di conciliazione obbligatoria, da concludersi in tempi brevi (20 giorni, salvo proroga decisa tra le parti), coinvolge il sindacato preventivamente al licenziamento e gli garantisce uno spazio importante per la tutela del lavoratore, tramite la valutazione dei motivi economici addotti a giustificazione del licenziamento e l’individuazione di soluzioni alternative ad esso. Se la conciliazione si conclude con la risoluzione consensuale del rapporto, il licenziamento ha efficacia dal giorno di avvio della procedura, salvo il diritto al preavviso o all’indennità sostitutiva, ma il periodo di lavoro svolto durante la conciliazione si considera preavviso lavorato. Producono effetti sospensivi sull’efficacia del licenziamento la maternità/paternità e l’infortunio sul lavoro. Il lavoratore ha diritto all’Aspi. Se al termine della procedura di conciliazione le parti non trovano un accordo, il lavoratore potrà comunque impugnare il licenziamento ricorrendo al giudice, che applicherà anche in questo caso un doppio binario di tutele: a)       in via principale il giudice condanna il datore di lavoro alla reintegrazione del lavoratore, quando il motivo economico non sussista o coincida con l’inidoneità fisica o psichica del lavoratore o il licenziamento sia stato intimato in violazione del periodo di comporto per malattia, infortunio, maternità. Al reintegro, sostituibile con indennizzo su scelta del lavoratore, si aggiunge un risarcimento non superiore a 12 mensilità.b)       In via secondaria, per le altre ipotesi di illegittimità del licenziamento economico, il giudice condanna il datore di lavoro ad un indennizzo da12 a24 mensilità. Qualora il lavoratore ritenga che il licenziamento economico mascheri un licenziamento discriminatorio o disciplinare, può rivolgere domanda al giudice che, nel caso in cui ritenga fondata la richiesta, applicherà il regime di tutela previsto per i licenziamenti discriminatori o per quelli disciplinari. Grazie al mantenimento della possibilità reale di reintegro per tutte le tipologie di licenziamento e alla previsione della procedura obbligatoria di conciliazione preventiva per i licenziamenti economici, l’art. 18, anche con le modifiche apportate, continuerà a garantire un forte livello di tutela per i lavoratori in caso di licenziamento e a svolgere la funzione di deterrente contro discriminazioni e di abusi che dovessero verificarsi nei luoghi di lavoro.RITO SPECIALE PER LE CONTROVERSIE SUI LICENZIAMENTI. La riforma prevede l’introduzione di un rito urgente per le controversie giudiziali relative ai licenziamenti al fine di velocizzare i tempi della giustizia del lavoro in materia.AMMORTIZZATORI SOCIALIINTRODUZIONE PROGRESSIVA DELLA NUOVA ASPI (Assicurazione Sociale per l’Impiego)Definizione. L’ASPI è il nuovo regime di assicurazione contro la disoccupazione involontaria che entrerà progressivamente in vigore a partire dal 1 gennaio 2013, per andare a regime nel 2017, e che sostituirà tutte le attuali indennità di disoccupazione e di mobilità.Ambito di applicazione. L’ASPI si presenta con un ambito di applicazione più ampio di quello degli attuali strumenti : vi potranno infatti accedere anche apprendisti, soci lavoratori di cooperativa con rapporto di lavoro subordinato e dipendenti della PA con contratto non a tempo indeterminato.Requisiti Per l’accesso all’ASPI. Varranno gli stessi requisiti ad oggi previsti per l’indennità di disoccupazione non agricola ordinaria: anzianità assicurativa di almeno due anni e 52 settimane di contribuzione nell’ultimo biennio.Durata. Seguirà la seguente progressione: 2013 2014 2015 2016 Fino a 50 anni  8  8 10 (a regime) 12 50-54 anni 12 12 12 (a regime) 12 55 e oltre 12 14 16 (a regime) 18 Importo. L’indennità dell’ASPI è rapportata alla retribuzione imponibile ai fini previdenziali degli ultimi due anni ed è pari al 75% per la parte di retribuzione mensile inferiore all’importo di 1.180 euro incrementata del 25% per la parte di retribuzione superiore a tale importo, fino ad un massimale di 1.119 euro. L’indennità verrà ridotta del 15% dopo i primi sei mesi di fruizione e di un ulteriore 15% a decorrere dal dodicesimo mese. Nel complesso, il valore dell’ASPI sarà più elevato dell’attuale indennità di disoccupazione ed avrà trattamenti iniziali analoghi all’indennità di mobilità per le retribuzioni mensili fino a 1.200 euro e più elevati per quelle superiori. Mini-Aspi. Sostituisce ed estende l’attuale indennità di disoccupazione con requisiti ridotti ed è finalizzata a tutelare i lavoratori con contratti brevi e discontinui che possano far valere almeno 13 settimane di contribuzione negli ultimi dodici mesi senza alcun altro requisito assicurativo. L’indennità, calcolata con le stesse modalità dell’ASPI, viene corrisposta durante l’anno di disoccupazione (non più l’anno successivo come avviene ora) e mensilmente per un periodo pari alla metà delle settimane di contribuzione negli ultimi dodici mesi.CASSA INTEGRAZIONE Per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro, rimangono gli strumenti della CigO e della CigS nei settori dove già sono previsti. Viene portata a regime l’estensione della CigS ai settori che ne richiedevano il rinnovo annuale. Dal 2016 la Cigs non potrà essere più utilizzata in caso di procedure concorsuali. Al fine di garantire la graduale transizione verso il nuovo regime,la Cig in deroga viene mantenuta per gli anni 2013-2016 con risorse decrescenti.FONDI BILATERALI DI SOLIDARIETÁ Per i settori privi di cassa integrazione, e per le imprese sopra i 15 dipendenti, la riforma prevede l’obbligo di costituzione di Fondi bilaterali di solidarietà per finanziare trattamenti di integrazione salariale nei casi di riduzione o sospensione del lavoro dovuti a causali previste dalla normativa sull’integrazione salariale. Saranno istituiti con decreto interministeriale sulla base di accordi collettivi stipulati dai sindacati maggiormente rappresentativi ed avranno validità erga omnes. I Fondi saranno finanziati con la contribuzione di datori di lavoro e lavoratori nella misura di due terzi e un terzo. Per i settori per i quali, entro marzo 2013, non verranno stipulati accordi per attivare fondi di solidarietà, verrà istituito un fondo di solidarietà residuale, con prestazione pari all'integrazione salariale e con contribuzione a carico del datore di lavoro. Per le imprese sotto i 15 dipendenti operanti in settori con consolidati sistemi di bilateralità, sarà possibile rivedere entro i prossimi sei mesi la disciplina dei fondi bilaterali per assicurare ai lavoratori forme analoghe di sostegno al reddito (c.d. “modello alternativo”). ESODI LAVORATORI ANZIANI. Viene creata una doppia cornice giuridica per gli esodi dei lavoratori anziani:- sulla base di accordi aziendali, le imprese potranno anticipare il pensionamento dei lavoratori che raggiungeranno i requisiti pensionistici nel corso dei successivi 4 anni, assumendosi l’onere di corrispondere all’INPS la provvista per la prestazione pensionistica e la contribuzione per il periodo interessato;- gli accordi e i contratti collettivi istitutivi dei fondi di solidarietà possono prevedere che, a partire dal 2017, l’aliquota contributiva oggi destinata a finanziare l’indennità di mobilità venga versata a favore del fondo per finanziare misure di sostegno al reddito all’interno di processi di agevolazione all’esodo.INCENTIVI ALLE ASSUNZIONI In sostituzione dell’eliminato contratto di inserimento e degli incentivi alla ricollocazione dei lavoratori in mobilità, vengono introdotti incentivi per la ricollocazione di disoccupati over 50 e di donne disoccupate e inoccupate: dal 1 gennaio 2013, l’assunzione di tali soggetti comporterà la riduzione del 50% dei contribuiti a carico del datore di lavoro per un periodo di 12 mesi, e di 18 mesi in caso di assunzione a tempo indeterminato.POLITICHE ATTIVE E SERVIZI PER L’IMPIEGOVengono introdotte disposizioni che puntano al rafforzamento delle politiche attive, insieme ad una delega al Governo per giungere, previa intesa con le Regioni, ad un riordino complessivo della materia. La formazione e qualificazione professionale sono poste al centro dei processi di collocamento dei lavoratori e si valorizzano, anche mediante la creazione di un’unica banca dati telematica, le sinergie tra Inps, centri per l’impiego e agenzie private del lavoro.TUTELA DEL LAVORO E LEGALITA' È prevista la revoca delle prestazioni a sostegno del reddito in caso di condanna per terrorismo, mafia e strage; E’ valorizzato il ruolo della contrattazione collettiva nell’individuare procedure di controllo della regolarità degli appalti; Al fine di garantire il mantenimento della condizione di regolarità dei lavoratori immigrati che perdono il posto di lavoro e il loro reinserimento al lavoro, la riforma proroga da sei mesi ad almeno un anno, o comunque alla durata delle eventuali misure di sostegno del reddito, il periodo minimo di iscrizione di questi lavoratori nelle liste di collocamento; Vengono reintrodotti gli strumenti di garanzia contro la pratica incivile delle dimissioni in bianco, prevedendo specifiche forme di tutela per la lavoratrice madre e il lavoratore padre. PARTECIPAZIONE DEI LAVORATORILa riforma conferisce una delega al Governo per riformare le norme in materia partecipazione dei lavoratori alla gestione aziendale e agli utili e al capitale d’impresa.
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05/07/2012 La riforma del lavoro è legge.
E’ stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 153 del 3 luglio 2012 la Legge n. 92 del 28 giugno 2012 recante le disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita.La Riforma entrerà  in vigore il 18 luglio 2012Il testo della Legge n. 92/2012Per approfondire:Le tappe della Riforma - dal sito della Cisl nazionale (schede, memorie audizioni, commenti etc)Volantone a cura della Cisl Marche
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21/06/2012 Provincia di Pesaro – Urbino, rinnovato il “Fondo anticrisi” per bollette, trasporto scolastico e microcredito
A partire dal 18 giugno  le famiglie  della Provincia di Pesaro – Urbino colpite dalla crisi potranno usufruire del Fondo di 558mila euro  messi in campo dalla Provincia, da Marche Multiservizi e  dalla Fondazione Cassa di Risparmio, in accordo con le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl, Uil.Il “Fondo anticrisi”  riguarda  agevolazioni  per il pagamento delle bollette di acqua e rifiuti,  per il trasporto scolastico extraurbano e per il microcredito.Per le agevolazioni delle bollette di acqua  e rifiuti sono destinati 260.000  € (oltre  100mila euro che Marche Multiservizi  mette a disposizione per i domiciliati nei territori di propria competenza). L’agevolazione massima prevista per ogni utente  è di 300 euro.Al trasporto scolastico extraurbano  sono a disposizione  18mila euro ,  grazie alla convenzione con Adriabus  lo sconto sarà  del  40% sul costo dell’abbonamento.I beneficiari sono   coloro che dal 1° dicembre 2008 risultino disoccupati in seguito a licenziamento, a scadenza di contratti a termine, o collocati in cassa integrazione ordinaria, straordinaria o in deroga o che hanno subito una riduzione dell’orario di lavoro per almeno il 30% del limite contrattuale, inoltre il  reddito della famiglia (Isee attualizzato)   deve essere pari o inferiore a 15.000 euro.Per quanto riguarda  il microcredito sono destinati  180.000 euro messi a disposizione dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro. I cittadini avranno la possibilità di ottenere, senza bisogno di garanzie, dei prestiti agevolati fino a una massimo di 3000 euro presso gli istituti che nel 2009 hanno firmato il Protocollo anticrisi. 
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20/06/2012 Mercato del lavoro, maggio 2012
Leggi e scarica il REPORT con i dati su cassa integrazione e mobilità redatto dall'Osservatorio sul mercato del lavoro della Cisl di Macerata
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28/05/2012 Il Comune fa la manovra con i Sindacati
Sigle sindacali unite ieri mattina insieme al sindaco Mario Andrenacci ed all’assessore al bilancio Monica Leoni per illustrare il protocollo sottoscritto dalle parti per la redazione del bilancio di previsione 2012.Un’intesa firmata dagli amministratori da una parte e dall’altra da Cgilm Cisl, Uil, Spi, Fnp, Uilp. “Quest’anno c’è stato più bisogno di un ampio coinvolgimento per un bilancio davvero difficile – ha osservato Andrenacci insieme alla Leoni – c’è bisogno di lavorare sul concetto di equità sociale”.In concreto, l’accordo prevede un fondo straordinario anticrisi da 10.000 euro oltre ad uno anti-indigenza aumentato da 50 a 70.000 euro; un impegno concreto per la lotta all’evasione ed elusione fiscale, un’addizionale Irpef scaglionata in cinque fasce, dallo 0.5 allo 0.8, mentre i redditi sotto gli 8.000 euro non pagheranno.Approvata anche l’introduzione della compartecipazione dell’utenza per l’accesso ai servizi, in entità proporzionale al reddito Isee lineare ed attualizzato. I pensionati saranno esentati dagli aumenti tariffari. Se in fase di consuntivo ce ne sarà la possibilità, si tenterà anche di rintracciare risorse per contrastare l’azzeramento del fondo statale per lo studio che in città portava 60.000 euro.“Per noi il criterio della progressività nell’addizionale Irpef è fondamentale - nota il segretario generale Cgil Maurizio Di Cosmo - un esempio unico. P.S. Elpidio è una città importante perché è la seconda della provincia ed è amministrata dal presidente regionale Anci. Qui nasce un nuovo metodo nelle relazioni sindacali”.“Abbiamo visto a P.S.Elpidio un’apertura al confronto che non sempre si trova nei comuni - ha sottolineato il segretario generale Cisl Alfonso Cifani - Un territorio diventa più appetibile se propone innovazione e modernità dei servizi. Il periodo è difficile, è impensabile che l’80% della popolazione stia nelle due fasce di reddito più basse”. Ora la fase due consisterà in una più incisiva attività di contrasto dell’ evasione fiscale, attraverso una collaborazione in rete con l’Agenzia delle entrate.
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21/05/2012 Settimana di mobilitazione per la tassa sulle transazioni finanziarie
In Italia e in oltre 30 Paesi, dall'India al Brasile dalla Danimarca al Sud Africa, le campagne che da anni promuovono l'introduzione di una Tassa sulle Transazioni Finanziarie chiedono ai cittadini dei propri paesi di informarsi, di attivarsi e di promuovere questa causa che non è più solo una brillante idea ma un progetto politico da realizzare. Far sentire il consenso dell'opinione pubblica per questa tassa è decisivo per le scelte politiche che i nostri Governanti stanno operando.La campagna si concluderà alla vigilia del vertice sulla crescita nell'Unione Europea che il 23 maggio 2012 riunirà i capi di stato e di governo dell'Europa a 27.Un appuntamento istituzionale cruciale per le sorti di tutti noi, cittadini europei e per il futuro del nostro continente. La posta in gioco è altissima. E’ in discussione il modello di convivenza e sviluppo che l’Europa – tutt’altro che ripresasi dal recente tracollo finanziario, con un indebitamento pubblico insostenibile, un’economia stagnante e un livello di disoccupazione allarmante - vorrà seguire nell’immediato futuro. Tra i temi del vertice del 23 maggio anchela TTF.Firma il manifesto della campagna sul sito www.zerozerocinque.it La finanza speculativa sposta montagne di soldi. Non costruisce nemmeno una vite, ma 24 ore su 24 cerca solo il massimo profitto. Il valore degli scambi di “titoli” è immenso, rispetto a quello dell’economia che “fa le cose”. Per fare solo un esempio, pensiamo alle valute: nell'economia reale si scambiano 15.000 miliardi di dollari all'anno, nel mondo finanziario 4.000 al giorno!Noi cittadini stiamo pagando un prezzo altissimo per la crisi. Il nostro denaro è stato investito in un “casinò finanziario” per la ricchezza di pochi. E mentre sono stati usati soldi pubblici per tappare le falle create proprio dall’irresponsabilità degli speculatori, la speculazione finanziaria è già ripartita. Intanto noi stiamo ancora aspettando leggi sulla finanza per evitare una nuova crisi.FINALMENTE UNA TASSA SULLE SPECULAZIONI     La tassa - pari allo 0,05% sul valore di ogni transazione sui mercati finanziari - è di importo molto contenuto. Piccolissima - il costo di un caffè su 2.000 euro di titoli - per chi investe sui mercati in un’ottica sana di medio-lungo periodo e a sostegno dell’economia reale (i risparmiatori o chi ha un’azienda). Giusta perché in grado di arginare gli eccessi di chi acquista e vende titoli migliaia di volte in un solo giorno, anche nell’arco di pochi secondi, per guadagnare sulle piccole oscillazioni del loro valore.VANTAGGIFrena la speculazione. Può generare 200 miliardi di euro nella sola Europa e di 650 miliardi di dollari all’anno su scala globale, da destinare alle politiche sociali, alla cooperazione allo sviluppo, alla lotta contro i cambiamenti climatici, ai settori danneggiati dalla crisi.Ma c’è altro:1. maggiore giustizia: oggi chi specula paga meno tasse di chi lavora;2. redistribuzione delle ricchezze: pagano la crisi i grandi speculatori che l’hanno provocata, risarcendo almeno in parte tutti i cittadini;3. controllo: la politica – cioè noi cittadini – torna a regolare la finanza.4. investire nell'economia reale: si liberano le risorse utilizzate a fini speculativi, per fare “cose” o “servizi”;5. trasparenza: i flussi finanziari lasciano una traccia (tracciabilità) dei loro movimenti, consentendo così controlli in entrata e in uscita dai Paesi. Francia, Spagna e Germania, si sono già impegnati in questa direzione. Se si aggiungesse l'Italia,la TTF potrebbe essere adottata nell'area euro in tempi brevi. I vantaggi sarebbero sentiti soprattutto dalle nostre piccole e medie imprese: minore rischio di speculazioni sulle valute per chi esporta; il costo del petrolio e delle materie prime sarebbe più stabile e prevedibile; diminuirebbero le possibilità di attacchi speculativi sui Titoli di Stato a tutela dei piccoli risparmiatori e molto altro.La lezione l’abbiamo imparata a nostre spese! Mai più finanza selvaggia a danno dei risparmiatori!La Campagna Zerozerocinque(www.zerozerocinque.it) fa parte di un’ampia coalizione internazionale; in Italia è promossa dalle seguenti organizzazioni della società civile:Acli, ActionAid Italia, Adiconsum, Adiconsum Basilicata, Amref, Arci, Attac, Azione Cattolica, Banca Popolare Etica, Campagna per la Riforma della Banca Mondiale, Cgil, CINI - Coordinamento Italiano Network Internazionali, CISP, Comitato Italiano per la Sovranità Alimentare, Cisl, Cittadinanzattiva, Consorzio Città dell’Altra Economia, Consorzio Sociale Goel, CVX Italia, Daquialà, Dokita, Economia Alternativa, Equociquà, Fa’ la cosa giusta, Fair, Fiba Cisl, Flair, FOCSIV – Volontari nel mondo, Fondazione Culturale Responsabilità Etica,  Gcap - Coalizione Italiana Contro la Povertà, Legambiente, Lega Missionaria Studenti, Libertà e Giustizia, Lunaria, Mani Tese, Mag4 Piemonte, Mag Verona, Microdanisma, Osservatorio Italiano sulla Salute Globale, Oxfam Italia, Reorient, RTM – Reggio Terzo Mondo, Save the Children,  Sbilanciamoci,  Social Watch Italia,  UIL, Un ponte per, Volontari Terzo Mondo – Magis,  Wwf Italia.DOCUMENTO DI APPROFONDIMENTO  
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16/05/2012 Rinnovato per il 2012 l'accordo con le Banche per la cassa integrazione
E' stato rinnovato  anche per l'anno 2012 l’accordo con gli Istituti di Credito per l’anticipo della cassa integrazione e per la sospensione delle rate dei mutui. L’accordo, sottoscritto per la prima volta nel 2009, è stato negli anni 2010 e  2011 tacitamente rinnovato pur avendo nella sua applicazione notevoli difficoltà.Proprio per tentare di dare una svolta a questa situazione Cgil, Cis e Uil Marche hanno promosso una iniziativa che rilanciasse l’accordo stesso e che impegnasse, in maniera diversa che dal passato, le Banche.La sottoscrizione del nuovo protocollo  riprende in toto i contenuti dell’intesa sottoscritta nel 2009.Le  Organizzazioni Sindacali hanno anche chiesto ed ottenuto la sottoscrizione di un verbale "a latere" che impegna ogni Istituto di Credito firmatario a fornire il nome di un referente regionale cui rivolgersi per affrontare e risolvere le eventuali situazioni di criticità, ed a fornire i dati di monitoraggio sul numero di anticipi e di sospensioni che vengono concessi.Per ora l’elenco delle Banche firmatarie: Banca delle Marche, Banca Popolare Ancona, Banche di Credito Cooperativo (BCC), Carifano, Cassa di Risparmio di Fabriano.IL VOLANTINO di CGIL - CISL - UIL MARCHE
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14/05/2012 Rapporto sulla coesione sociale
RAPPORTO SULLA COESIONE SOCIALE 2011
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10/05/2012 Un accordo contro la crisi: esenzione ticket
LA DELIBERA GIUNTA REGIONALE N° 607 DEL 2/5/12 PROTOCOLLO TRA REGIONE MARCHE E CGIL-CISL-UIL: ESENZIONE DAI TICKET PER LAVORATORI E FAMILIARI COLPITI DALLA CRISI   E’ stata confermata anche per il 2012 l’esenzione dal pagamento del ticket per le prestazioni sanitarie e l’erogazione gratuita dei farmaci di fascia C per i lavoratori e lavoratrici colpiti dalla crisi. Infatti, in attuazione al Protocollo d’intesa per la difesa del lavoro, la coesione sociale, il sostegno allo sviluppo siglato il 7 dicembre 2011 tra la Regione Marche e CGIL, CISL, UIL Marche, la Giunta Regionale ha approvato la Delibera n. 607 del 2.5.2012 contenente i criteri e le modalità per riconoscere per il 2012 interventi a tutela della salute per i lavoratori, e i loro familiari a carico, che abbiano perso il lavoro, siano in cassa integrazione, in mobilità o in contratto di solidarietà. In particolare, i benefici previsti sono:  l’esenzione dalla compartecipazione alla spesa sanitaria (ticket) per le prestazioni specialistiche ambulatoriali e di diagnostica strumentale erogate dalle strutture sanitarie pubbliche e private accreditate dalla Regione Marche;   l’erogazione gratuita dei farmaci di fascia C compresi nei prontuari Terapeutici locali o di Area Vasta (attraverso le Farmacie convenzionate o in distribuzione diretta dalle Farmacie Ospedaliere).  Possono beneficiarne i lavoratori o lavoratrici e familiari fiscalmente a carico che, al momento della fruizione delle prestazioni, risultino:  aver perso il lavoro successivamente al 1° gennaio 2009 in mobilità in cassa integrazione (ordinaria, straordinaria, in deroga, in sospensione EBAM) e che nelle 13 settimane precedenti all’erogazione della prestazione abbiano avuto una sospensione dal lavoro pari almeno al 40% delle ore lavorabili; in contratto di solidarietà e che nei 6 mesi precedenti all’erogazione delle prestazioni abbiano avuto una riduzione dell’orario di lavoro pari ad almeno al 40% delle ore lavorabili  Per poter usufruire dell’esenzione, i soggetti aventi diritto devono recarsi presso gli Uffici Anagrafe della Zona Territoriale di competenza e autocertificare di possedere i requisiti richiesti. Ad essi e ai loro familiari fiscalmente a carico sarà rilasciato un certificato di esenzione. Per tali interventi inerenti la tutela della salute sono stati previsti i primi 800.000 euro. Ancona, maggio 2012   
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03/05/2012 Osservatorio sul mercato del lavoro
LISTE DI MOBILITAAlla data del 31 marzo 2012 sono stati iscritti nelle liste di mobilità 841 persone (+ 28% rispetto al 2011).Di essi 694 (82%) non hanno indennità. Gli iscritti senza indennità aumentano del 67% rispetto al 2011.Gli iscritti con indennità sono 147 (il 17% del totale) e sono diminuiti del 53% rispetto al 2011. CASSA INTEGRAZIONEAl 31 marzo 2012 sono state autorizzate 1.551.552 ore di Cassa integrazione di cui: 254.431 di Cig ordinaria ( 16,4% del totale) 361.385 di Cig straordinaria (23,3% del totale) 535.736 di Cig in deroga (60,3% del totale) Rispetto allo stesso periodo del 2011 le ore autorizzate complessivamente sono diminuite del 16%. Nello specifico dei singoli strumenti si registra: un aumento del 20% della Cig ordinaria; una diminuzione del 40,1% della Cig straordinaria una diminuzione del 2,2% della Cig in deroga IL REPORT COMPLETO SUL MERCATO DEL LAVORO
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30/04/2012 Rimettere al centro il lavoro per uscire dalla crisi
Ringrazio il Sindaco per le belle parole spese e per aver organizzato anche quest’anno, insieme all’amministrazione, un bel momento come questo. Il primo maggio non è solo un’occasione per rinnovare una tradizione significativa per la comunità, ma è anche un segnale culturale in controtendenza.E’ davanti agli occhi di tutti come la nostra società rischi di scivolare su un piano di superficialità e qualunquismo, concentrandosi sempre più su  questioni marginali e su interessi particolari. Per fortuna non siamo soli. Infatti, in questo momento, in tutta Italia, si svolgono centinaia di iniziative di festa e memoria come questa, qui a Civitanova Marche.Un’ occasione per ricordare il contributo offerto dal mondo del lavoro per la realizzazione del nostro Paese. Un significato profondo ribadito nello slogan “Lavoro e Crescita per uscire dalla crisi” che accompagnerà la manifestazione nazionale unitaria che si svolgerà a Rieti. Un tema quanto mai attuale, che ci impone riflessioni serie in questo momento complesso, se non addirittura drammatico, per il mondo del lavoro.Il Primo Maggio è in primo luogo festa del lavoro, serve a manifestare il lavoro e per il lavoro, serve a ricordare a tutti, alla politica, alle istituzioni, ai signori dell'economia, ai guru della finanza, ai mezzi d'informazione, ad ognuno di noi, che, come dice lo storico Inno dei lavoratori,di Filippo Turati del 1886:  “Noi vivremo del lavoro!…il riscatto del lavoro dei suoi figli opra sarà…”:Sono parole che, dopo tanti anni non hanno perso la loro forza e intensità, parole che continuano a trasmetterci emozioni e ideali.“Noi vivremo del lavoro!”: parole che ci spingono a fare memoria del lavoro di un tempo nelle nostre terre, nelle nostre contrade, nelle nostre botteghe, nelle nostre filande, nelle nostre miniere. Lavoro duro e spesso sfruttato, lavoro minorile, lavoro insalubre, lavoro di donne “in attesa”, lavoro “licenziato” ad nutum, lavoro dall’alba al tramonto, lavoro senza contratto…“Noi vivremo del lavoro”: parole che ci spingono a fare memoria dell’azione coraggiosa degli uomini e delle donne che hanno immaginato, progettato, dato vita, in varie forme, alle associazioni sindacali; di coloro che ci hanno creduto, che hanno fatto crescere il sindacato nel nostro Paese, nelle fabbriche, nei campi, negli uffici pubblici, hanno contribuito a creare un avanzato sistema di tutele e diritti, costruito nei decenni scorsi.Per chi, come noi oggi qui presenti, è convinto che il lavoro rappresenti un valore inestimabile per la persona e per la comunità; per chi, come noi, ha sempre rivendicato per il lavoro un posto centrale nella società e nelle attenzioni della politica; per chi, come noi, crede che la nostra Costituzione conservi ancora la sua forza e la sua attualità proprio perché mette al centro il lavoro e il rispetto della dignità della persona che lavora, affermare che noi vivremo del lavoro significa sostenere anche per il futuro l’impegno a promuovere, difendere e rappresentare il lavoro umano.Con le parole  “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”, i Costituenti stabilirono infatti che la nazione non doveva essere fondata sul censo, sulla nobiltà ereditaria, sul privilegio, sullo sfruttamento, ma sul dovere-diritto di ogni persona, attraverso il lavoro, di partecipare  attivamente e concretamente al bene comune.A distanza di sei decenni, il lavoro resta ancora un elemento essenziale di identità personale. Il lavoro è  fonte e strumento di autonomia, di indipendenza personale, di potenziale crescita professionale, di gratificazione, di relazionalità, di partecipazione alla vita ed allo sviluppo di una nazione; per i credenti il lavoro è un contributo alla trasformazione del Creato.Ma i profondi cambiamenti che hanno trasformato la società moderna hanno inciso in misura forte anche sul lavoro, a livello culturale, organizzativo ed  economico. Sappiamo che per anni si è teorizzato qualcosa di diverso, si è persino scritto e dissertato sulla “fine del lavoro”.  Sappiamo che ha avuto sempre più presa la cultura del successo facile e della rendita, cioè l'idea che si possa vivere bene sfruttando i vantaggi di una posizione acquisita o ereditata, si tratti di rendita finanziaria o immobiliare, rendita professionale o legata alla politica, rendita speculativa o persino derivata da attività illegali. Oppure l’idea che per raggiungere una determinata posizione si debba fare in fretta utilizzando tutti i mezzi a disposizione, ignorando le esigenze altrui e se occorre, anche le regole della convivenza civile.Il lavoro rischia oggi di fare notizia solo in negativo, quando c’è un drammatico infortunio mortale oppure quando qualche azienda importante chiude e centinaia di persone rimangono senza lavoro. O ancora perché quanto si guadagna col lavoro non basta ad arrivare a fine mese.E’ certo che il lavoro oggi è una delle maggiori ragioni di inquietudine e persino di angoscia, lo è per ha perso il lavora o teme di perderlo, lo è per chi – come i nostri giovani - non riesce a trovarlo o lo trova in forme di inaccettabile precarietà che perdurano per anni e anni.La grande crisi sta ancora dispiegando i suoi effetti perversi sull’economia reale e sul lavoro. Un vero e proprio “tsunami” sociale e culturale che ha allentato i vincoli comunitari, ha sfilacciato le reti di sostegno familiare, ha reso più incerte le possibilità educative, fino a modificare profondamente stili di vita e di consumo. La crisi mondiale che ha certificato il fallimento del libero mercato e di quell’ idea, affermatasi negli ultimi decenni, secondo la quale per produrre ricchezza non è più necessario il lavoro, e quindi non sono più necessari neppure i luoghi e le persone del lavoro.Primo maggio dunque per rimettere al centro il lavoro, le tutele sociali e sindacali, le attività economiche basate sul lavoro della gente. Primo maggio per rafforzare la lotta alle speculazioni finanziarie e al mito del profitto a breve e a tutti i costi.Primo maggio per rimettere al centro questi temi; per far ripartire quel meccanismo democratico che oggi sembra essersi inceppato nel nostro paese; per tornare a parlare di solidarietà, di coesione sociale, di responsabilità; per chiedere alla politica e alle istituzioni una prospettiva credibile di bene comune.Dobbiamo sapere che le soluzioni non saranno semplici, e che saremo tutti chiamati a confrontarci con la necessità di fare scelte lungimiranti e coraggiose  per rilanciare il lavoro in Italia.Per questo abbiamo bisogno di tutto il sostegno che può provenire dalla “buona politica”. Negli ultimi mesi abbiamo assistito ad un miglioramento del clima generale nel paese. Un’insperata coesione delle principali forze politiche ha evitato che l’Italia cadesse, alla fine dello scorso anno, nel baratro del fallimento e nel caos sociale.Le parole del Presidente della Repubblica Napolitano, che ha ricordato il ruolo ineludibile dei partiti nel rapporto con le istituzioni democratiche, ci confermano la necessità di coltivare un dialogo e un confronto costanti tra forze politiche, istituzionali e sociali. Il rischio che tendenze populiste e demagogiche prevalgano, cavalcando “l’onda facile” dell’antipolitica, deve essere scongiurato. Facciamo nostro l’appello del Presidente affinchè “i partiti ritrovino slancio ideale, tensione morale, capacità nuova di proposta e di governo”.E’ importante che quest’ appello non cada nel vuoto,  che si mettano insieme tutte le enormi energie di cui dispone l’Italia per custodire e rinnovare ciò che resta della nostra tradizione, della nostra operosità, del nostro dinamismo, delle nostre reti di solidarietà, ed al contempo per avviare progetti nuovi, scoprire nuovi percorsi di sviluppo economico, coltivare nuovi terreni di socialità.A questo Governo diciamo che la riforma del mercato del lavoro non serve se non c’è lavoro; che non possiamo lasciare in mezzo ad una strada centinaia di migliaia di lavoratori, GLI ESODATI, che hanno lasciato il lavoro e ora non avranno la pensione promessa; che il disegno di legge presentato dal Governo è il risultato di un estenuante lavoro di concertazione con il quale è stato garantito un equilibrio che va ora protetto nel passaggio in Parlamento, approvando quanto prima la riforma e proteggendola dagli attacchi prevedibili di lobbies e potentati;  che ci sono ultra cinquantenni espulsi dal mercato che non riescono a rientrare; che oltre più della metà delle famiglie italiane sono colpite dalla crisi; che tutti guardiamo al futuro con preoccupazione e paura.A questo Governo diciamo anche che risanare i conti pubblici è necessario, ma che a pagare non possono essere sempre e solo i cittadini a reddito fisso -  lavoratori dipendenti e pensionati - che da soli sostengono quasi il 90% dell’imposta sul reddito delle persone fisiche. Il nostro sistema fiscale è ingiusto e va profondamente riformato allentando la pressione sui salari e sulle pensioni e ridando ossigeno alle famiglie italiane, anche per incentivare la ripresa dei consumi di cui beneficeranno anche le imprese.Le risorse per quest’operazione vanno trovate contrastando l’evasione fiscale che ogni anno sottrae alle casse dello Stato 130 miliardi di € - insieme al lavoro nero e irregolare, che aumenta costantemente con il perdurare della crisi. Soprattutto però il peso del fisco va spostato dal lavoro sulle rendite (soprattutto quelle finanziarie e speculative), sui consumi di lusso e  sui grandi patrimoni (che non sono le prime o le seconde case degli italiani, spesso acquistate al prezzo di pesantissimi sacrifici).Chi più ha, in questo momento è chiamato a contribuire più degli altri, specialmente se in passato ha dato di meno. Al contempo si deve agire con decisione e celerità sugli enormi sprechi della politica (gli scandali che ogni giorno emergono sono un pugno sullo stomaco per tutti noi), e sulla corruzione che cresce di giorno in giorno. Rigore ed equità quindi, ma non solo. Dalla crisi si può uscire solo se si ha chiaro in testa qual è il senso di marcia. Serve una visione del futuro. Serve un “patto” per la crescita, fatto di politiche industriali serie e coraggiose, in grado di rilanciare produzione e occupazione.A sostegno del lavoro e della nostra coesione sociale dobbiamo mobilitare tutte le risorse anche dei nostri territori, come in parte già con i tanti accordi anticrisi tra amministrazioni locali e sindacati. Risposte importanti ma parziali rispetto ad una crisi che sta devastando anche il nostro territorio e le nostre comunità.Una crisi che è partita da lontano ma è entrata violentemente nelle nostre famiglie. Nel 2011 2241 i lavoratori che sono stati licenziati, oltre 9000 non hanno avuto il rinnovo dei contratti, 4 milioni le ore di cassa integrazione autorizzate. Numeri che certificano una situazione drammatica, difficile, complessa, che deve essere assunta e affrontata con forza e coraggio.Dobbiamo quindi fare un salto di qualità, con la determinazione comune a scommettere su una concertazione più avanzata, per creare massa critica, non solo dimensionale ma anche culturale, per superare le litigiosità e i campanilismi che spesso riducono le nostre potenzialità.Insomma tutte le politiche e le scelte debbono essere fatte per rimettere al centro il lavoro, per tutelarlo e promuoverlo, per renderlo più sicuro e dignitoso. Serve una nuova stagione comune di apertura e di innovazione, di cooperazione e di responsabilità collettiva.Per dare una speranza ai tanti volti di uomini e donne che, sul lavoro e per il lavoro, vivono la frustrazione della ricerca infruttuosa, l’umiliazione del diritto negato, l’incertezza e talvolta la paura del futuro, serve un impegno straordinario che faccia diventare quotidiano, ordinario, consueto, il Primo maggio.E servono tante energie e tante volontà per portare avanti questo impegno, che ne sono certo, ognuno di noi oggi qui, vuole confermare e rafforzare.Viva il Lavoro, Viva il Primo Maggio
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26/04/2012 Un'intesa che aiuta. La proposta della Cisl.
PROPOSTA PER LA GESTIONE DELL’IMU DELLA FNP-CISL (PENSIONATI CISL) E DEL SICET (SINDACATO INQUILINI CISL) SULLE ABITAZIONI NELLE MARCHE  La nuova tassazione IMU sugli immobili - decisa con il D. L. 201/2011, convertito dalla legge 214/2011 -, stabilisce le aliquote minime, medie e massime, le rivalutazioni delle rendite catastali su cui calcolarle e la ripartizione delle nuove entrate tra amministrazioni comunali e governo centrale. Evitare che queste nuove imposizioni abbiano solo effetti recessivi non è facile, ma neppure impossibile, nel caso in cui la gestione da parte dei singoli comuni, riesca a trasformarle in ‘leva fiscale’, finalizzata ad una proficua gestione del territorio, a partire dal patrimonio immobiliare e dalle politiche urbanistico-abitative.  Altrimenti si rischia di ridurre tutto all’ennesima raschiatura del fondo, per tappare i buchi di bilancio, o per rilanciare la politica degli sprechi e dei clientelismi.                                                                                                                                                        E’ evidente quindi che, i margini delle aliquote IMU da prendere in considerazione non potranno essere soltanto quelli più elevati, perché in tal caso non sarebbe possibile una reale differenza di trattamento. Inoltre diverrebbe arduo pensare di tornare indietro in un secondo momento, per abbassare tali imposizioni negli anni successivi. Bisogna pertanto chiedere ai comuni, che facciano l’impossibile per evitare di spararsi tutte le cartucce subito, guardando soltanto alle esigenze dei propri bilanci, soprattutto nei confronti delle abitazioni principali (la cui aliquota non è soggetta ad alcun riparto con il governo centrale).Limitandoci qui a considerare i soli immobili ad uso abitativo, le imposizioni IMU in rapporto alle diverse forme di utilizzo, possono essere riassunte così come segue: Per la prima casa o abitazione principale di residenza del nucleo familiare del proprietario, o di uno dei proprietari:                                                                                                                                                                    è prevista un’aliquota dello 0,40% (+ o – 0,20% e una Detrazione da €. 200,00 a 600,00) Chiedere ai comuni che applichino una riduzione dell’aliquota ad alcune categorie sociali più disagiate (che stanno ancora pagando rate di mutuo relative all’acquisto della stessa, disoccupati o cassaintegrati, monoreddito con più familiari a carico, composte di anziani, o familiari non autosufficienti), compensata da una maggiorazione della stessa a carico dei redditi familiari più elevati.Il riferimento più utile potrebbe essere il Valore dell’Indicatore ISEE, in quanto permetterebbe di salvaguardare e tutelare le categorie più disagiate, mentre graverebbe progressivamente sui nuclei familiari proprietari di più immobili - spesso intestati a familiari senza redditi o a figli minori -, così come peserebbe maggiormente sulle abitazioni di lusso,  facilitando anche l’emersione dal nero, contrastando l’elusione fiscale e l’abusivismo degli ‘immobili invisibili’. Il valore dell’Indicatore ISEE, o Redditometro - per altro in corso di riformulazione e destinato ad essere utilizzato anche per il riconoscimento del diritto alle detrazioni fiscali - può essere il metro di valutazione più adeguato, soprattutto nella prospettiva di una revisione generale delle rendite catastali in corso di elaborazione, con ulteriore incremento dell’imposizione.Per la prima casa si potrebbero prevedere le seguenti fasce di ISEE, applicando l’aliquota: - minima dello 0,20% agli immobili intestati a familiari il cui Indicatore ISEE sia inferiore al valore equivalente a 3 assegni sociali;                                                                                                                                                    - ordinaria o media dello 0,40% agli immobili intestati a familiari il cui Indicatore ISEE sia compreso fra il valore equivalente a 3 assegni sociali ed un massimo di 5;                                                                                                    - massima dello 0,60% agli immobili intestati a familiari il cui Indicatore ISEE sia superiore al valore equivalente a 5 assegni sociali. 2.   Per le seconde abitazioni a disposizione del nucleo familiare, sfitte, o concesse in uso gratuito:                                                   prevista un’aliquota ordinaria dello 0,76% (+ o – 0,30%) - Chiedere ai comuni che applichino la maggiorazione dello 0,30% (cioè l’1,06%) alle abitazioni  sfitte da oltre due anni, non escludendo un ulteriore 0,20% (fino all’1,26%) nei comuni considerati ad Alta Tensione Abitativa (così come consentito dalla legge 431/98 sulle locazioni abitative, tuttora in vigore).- Per le seconde case concesse invece in uso gratuito a parenti entro il 2° grado, o ad ex familiari separati, che vi stabiliscano la propria residenza, potrebbe essere utile fare riferimento al valore dell’Indicatore ISEE (come per la prima casa), ma applicando l’aliquota:- minima dello 0,46% agli immobili intestati a familiari il cui Indicatore ISEE sia inferiore al valore equivalente a 3 assegni sociali;                                                                                                                                                    - ordinaria o media dello 0,76% agli immobili intestati a familiari il cui Indicatore ISEE sia compreso fra il valore equivalente a 3 assegni sociali ed un massimo di 5;                                                                                            - massima dello 0,96% agli immobili intestati a familiari il cui Indicatore ISEE sia superiore al valore equivalente a 5 assegni sociali. 3.  Per le abitazioni locate a canone di libero mercato:                                                                                                                                             prevista un’aliquota ordinaria dello 0,76% (+ o – 0,30%) Chiedere ai comuni di non scendere al di sotto dell’aliquota ordinaria dello 0,76%, eventualmente elevabile, qualora gli affitti nel territorio comunale dovessero tendere a salire eccessivamente. 4.       Per le abitazioni locate a canone calmierato, conformi agli accordi comunali previsti dalla l. n. 431/98:                      prevista un’aliquota ordinaria dello 0,76% (+ o – 0,30%) Chiedere a tutti i comuni di favorire, la stipula di tali contratti, deliberando per questi una aliquota minima dello 0,46%, con la possibilità di derogare a questo minimo nei comuni considerati ad Alta Tensione Abitativa (come consentito dalla legge 431/98, tuttora in vigore, nel caso in cui l’abitazione sia concessa a inquilini che vi stabiliscano la propria residenza, o a studenti fuori sede).Esentare infine dall’IMU gli alloggi concessi in assegnazione pubblica, di proprietà dei comuni o degli ERAP, essendo totalmente fuori luogo che lo stato applichi un’imposizione fiscale a se stesso, ovvero alle già esigue risorse destinate all’ERP, se non per aumentare inutili costi burocratici di gestione.       Occorre quindi contrattare con i comuni anche l’utilizzo di queste nuove risorse, affinché tra le varie destinazioni di spesa siano compresi i necessari interventi finalizzati ad evitare, o contenere l’emergenza abitativa, a sostegno dell’edilizia sociale ed a favore di una riqualificazione urbana più complessiva.E’ comunque evidente che queste opportunità restano insufficienti, senza mettere mano alle contraddizioni sorte tra la normativa fiscale nazionale (Cedolare secca) e la legge sulle locazioni n. 431/98. Poiché una politica fiscale finalizzata ad incentivare la locazione a canoni sopportabili poteva essere fatta, piuttosto che con un’aliquota unica più bassa (che favorisce i redditi più elevati, annullando la progressività dell’imposizione e la differenza tra canoni liberi e calmierati), con una riduzione dell’imponibile sui canoni calmierati o convenzionati e con maggiori detrazioni per gli inquilini, in proporzione al canone corrisposto, favorendo così il “contrasto di interesse” tra proprietario ed inquilino e scoraggiando l’affitto in nero.
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16/04/2012 Pensionati: più facile il rilascio di certificati
Il direttore dell'Area Vasta 5, Giovanni Stroppa, ed i rap­presentanti dei patronati Fnp-Cisl, Uil Pensionati e Spi-Cgil di San Benedetto hanno sottoscritto un proto­collo d'intesa con l'intento di "creare una rete sul territorio, per garantire un valido sup­porto, in particolare ad anzia­ni e fasce deboli, che consenta agli utenti che ne abbiano ti­tolo, di procedere al rinnovo, ovvero al rilascio, delle certificazione di esenzione dalla compartecipazione alla spesa sanitaria (ticket) perle presta­zioni specialistiche".L'accordo, stipulato sulla base di una reciproca collabo­razione gratuita, prevede inoltre che "fermo restando l'onere dell'amministrazione di assicurare l'accettazione e laregistrazione delle autocer­tificazioni, nonché il rilascio del certificati di esenzione at­traverso gli uffici centrali (presso il presidio ospedaliero c il distretto sanitario) e peri­ferici (sedi distrettuali ed uf­fici Cup/Cassa), le organizza­zioni sindacali dei pensionati si impegnino a collaborare con l'Area Vasta 5, sede di San Benedetto, fornendo, agli iscritti e a tutti coloro che si rivolgeranno loro, le necessa­rie informazioni ed indicazio­ni per la presentazione dell'autocertificazione".
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11/04/2012 "Semplifica Italia": per i cittadini tempi di attesa sempre più brevi
Il decreto sulle semplificazioni è diventato ufficialmente legge il 4 aprile scorso con il nome "Semplifica Italia". Una serie di interventi volti da un lato ad alleggerire il carico della burocrazia che grava sulle spalle dei cittadini e dall'altro a rilanciare la crescita economica semplificando la vita anche alle imprese. Una revisione dei servizi che serve anche a ridurre i costi della burocrazia amministrativa, tra i più alti in Europa.Alcune delle novità per i cittadini: i cambi di residenza saranno in tempo reale; i documenti di riconoscimento scadranno il giorno del compleanno; il bollino blu sarà rinnovato ogni due anni; il contrassegno per gli invalidi sarà valido su tutto il territorio nazionale; sarà semplificato il rinnovo della patente per gli ultra ottantenni; si avrà la cartella clinica elettronica; il pagamento on –line per multe, ticket, etc.,  procedure più semplici per l’esenzione del ticket per i malati cronici.SCARICA IL DECRETO SEMPLIFICA ITALIA
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11/04/2012 Disegno di legge per la riforma del mercato del lavoro
Leggi le valutazioni della Cisl sul Disegno di legge per la riforma del mercato del lavoroScarica il testo del Disegno di legge
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04/04/2012 Osservatorio mercato del lavoro
OSSERVATORIO MERCATO DEL LAVORO CISL MACERATA Aggiornamento  febbraio 2012  CASSA INTEGRAZIONE GUADAGNINei primi due mesi del 2012 sono state autorizzate: 122.578 ore di Cig ordinaria (+ 6% rispetto al 2011) 202.504 ore di Cig straordinaria ( - 52% rispetto al 2011) 189.848 ore di Cig in deroga (+ 85% rispetto al 2011) Complessivamente, relativamente nei primi due mesi del 2011, le ore di Cig (ordinaria straordinaria e in deroga) autorizzate sono diminuite del 19% rispetto all’anno precedente.   2007 2008 2009 2010 2011 2012 CIG ORDINARIA             gennaio 30.793 49.024 65.985 88.051 52.794 71.219 febbraio 8.456 33.171 140.017 125.611 62.750 51.359 TOTALE 39.249 82.195 206.002 213.662 115.544 122.578 CIG STRAORDINARIA             gennaio 109.339 47.560 41.074 156.627 243.028 110.878 febbraio 81.101 41.523 77.652 100.851 178.155 91.626 TOTALE 190.440 89.083 118.726 257.478 421.183 202.504             CIG  IN DEROGA             gennaio 19.501 24.573 18.082 281.804 70.272 47.307 febbraio 3.166 14.063 33.235 64.624 32.426 142.541 TOTALE 22.667 38.636 51.317 346.428 102.698 189.848               TOTALE GENERALE 252.356 209.914 376.045 817.568 639.425 514.930  MOBILITA’Nei primi due mesi del 2009 sono stati iscritti nelle liste di mobilità 520 lavoratori  (+ 29% rispetto al 2011) di cui: 69 con indennità (-45% rispetto al 2011, quando erano 125) 451 senza indennità (+ 62% rispetto al 2011, quando erano 278) 2008 2009 2010 2011 2012 Gennaio 112 301 291 254 298 Febbraio 125 270 125 149 222 TOTALE 237 571 416 403 520  
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04/04/2012 Contributo per le imprese che stabilizzano lavoratori precari
PROTOCOLLO TRA REGIONE MARCHE E CGIL-CISL-UIL IN ARRIVO IL CONTRIBUTO DI 7.000 EURO PER LE IMPRESE CHE STABILIZZANO I LAVORATORI CON CONTRATTI A TERMINE E ATIPICI E’ in arrivo un contributo di 7.000 euro quale incentivo alle imprese per la stabilizzazione di 400 lavoratori con contratti a temine o atipici.Infatti, in attuazione al Protocollo d’intesa per la difesa del lavoro, la coesione sociale, il sostegno allo sviluppo siglato il 7 dicembre scorso tra Regione Marche e CGIL, CISL, UIL Regionali, la regione  ha emanato l’Avviso Pubblico  contenente i criteri e le modalità per sostenere e incentivare le stabilizzazioni.Beneficiari: imprese e società cooperative ricadenti tra le Microimprese e le Piccole e Medie Imprese con sedi/unità produttive nelle Marche, che trasformano rapporti di lavoro a termine e atipici in contratti di lavoro a tempo indeterminato a tempo pieno o part time.L’intervento riguarda la stabilizzazione dei lavoratori con contratti a termine e atipici stipulati prima della pubblicazione dell’Avviso nel BUR e in essere da almeno 3 mesi al momento della procedura di stabilizzazione. Rientrano tra i contratti a termine e atipici: contratti di lavoro a tempo determinato contratti di inserimento lavorativo collaborazioni a progetto contratti di lavoro a chiamata contratti di lavoro ripartito contratti di lavoro interinale Sono escluse dal contributo le assunzioni di lavoranti a domicilio, pensionati, apprendisti.Il contributo verrà erogato in un’unica soluzione, successivamente alla verifica  della documentazione attestante la trasformazione del rapporto di lavoro.Le domande di contributo vanno presentate prima della trasformazione del rapporto di lavoro e comunque entro il 31/12/2012, utilizzando fac-simile di domanda allegata al bando pubblicato nel Bollettino Ufficiale della Regione Marche, e nel sito della Regione Marche: www.istruzioneformazionelavoro.marche.it.Le domande verranno valutate sulla base dei criteri riportati nell’Avviso Pubblico fino ad esaurimento delle risorse. Ancona 3 Aprile 2012Per approfondire:bando e modulistica dal portale della Regione Marche   scarica il volantino unitario   
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27/03/2012 Campagna fiscale 2012
E’ iniziata la campagna fiscale 2012.Quest’ anno, in maniera particolare, i nostri esperti del Caf Cisl  della provincia di Pesaro – Urbino sono a disposizione degli utenti per qualsiasi chiarimento soprattutto per quanto riguarda la novità dell’Imu, la nuova imposta sugli immobili che sostituisce l’Ici, oltre a diversi servizi fiscali come la dichiarazione dei redditi, modello RED, rilascio dell’attestazione Isee.In allegato le nostre sedi con i numeri di telefono  a disposizione dei cittadini per prenotare l’appuntamento.
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