05/05/2015
Riforma La Buona Scuola va modificata: è Sciopero il 5 maggio
Altissima adesione allo sciopero generale "L'unione fa la scuola - Riformiamola insieme" indetta dai sindacati unitari di categoria per l'intera giornata di oggi, 5 maggio. Dal mondo della scuola marchigiana oltre un migliaio hanno sfilato in corteo a Roma per raggiungere Piazza del Popolo dove si sono ritrovati,secondo gli organizzatori, in oltre 100 mila. La proposta di riforma della "Buona Scuola" va modificata, è la richiesta di chi oggi ha scioperato. «La riforma voluta dal governo è stata scritta con "ignoranza, pressappochismo e precipitosità" e le piazze sono piene anche di genitori e studenti perché tutti hanno capito che in gioco non c'è un problema di categoria, ma il futuro del nostro Paese. La nostra è la scuola della partecipazione e non potrebbe sopportare stravolgimenti improvvisi. » Così Francesco Scrima, segretario generale Cisl Scuola nazionale nel suo intervento oggi a Milano. «Abbiamo combattuto le tre 'i' di Berlusconi, adesso combattiamo le tre 'i' di Renzi: insensibilità, incapacità, ignoranza, più la quarta: irresponsabilità» chiude così la manifestazione contro la 'Buona scuola' dal palco dell'Arco della pace, a Milano. Già nelle settimane scorse, Francesco Scrima, segretario generale della Cisl Scuola, parlando ai manifestanti in piazza SS. Apostoli a Roma aveva dichiarato, annunciando lo sciopero di oggi,«Non si cambia il sistema scolastico senza chi ci lavora, o peggio contro chi ci lavora. Insegnanti, personale ATA, dirigenti sono il motore della nostra scuola, sono la sua risorsa più preziosa - E’ grazie a loro se la nostra scuola, ogni giorno, funziona e funziona bene pur tra mille difficoltà. Pretendere di cambiare la scuola senza partire dalla loro conoscenza dei problemi, dalla loro esperienza, dalla loro competenza è un grave atto di presunzione ed è anche la ragione per cui stiamo assistendo da mesi a proposte ogni volta diverse, spesso addirittura stravaganti, ma sempre ugualmente lontane da ciò che servirebbe davvero alla scuola per cambiare in meglio. E così la nostra scuola che attende da anni un segnale di attenzione vera e di giusta valorizzazione del ruolo che svolge, è messa ancora una volta in balia di protagonismi senza senso. Questo governo non sta risolvendo alcun problema, anzi ne crea ogni giorno uno nuovo. Ha suscitato grandi attese con promesse che ora non riesce a mantenere; sta caricando di preoccupazioni e tensioni il mondo della scuola, ci propone un modello di autonomia fondato sulla competizione e non sulla cooperazione, rovesciando quello che affonda le sue radici nella nostra carta costituzionale; un modello che in questi anni ha faticato a camminare solo perché privato sistematicamente del necessario investimento di risorse». Il sindacato è in campo per cambiare profondamente il disegno di legge in discussione alle Camere, aveva concluso Scrima: «Noi vogliamo che siano cancellate le parti del ddl che stravolgono senza criterio modalità di reclutamento, mobilità e gestione del personale, riconsegnandole alla loro sede legittima che è quella contrattuale; vogliamo che professionalità, collegialità e partecipazione siano valori riconosciuti e non disattesi e mortificati. Vogliamo stabilità del lavoro, risorse di organico certe e adeguate per le nostre scuole. Non lo chiediamo per noi, lo chiediamo per il paese, per evitare che una politica presuntuosa e incapace danneggi in modo irreparabile la sua scuola». Venerdì 17 aprile i sindacati della scuola marchigiana avevano illustrato ai parlamentari marchigiani le criticità che sta vivendo in regione la scuola dove diminuiscono i docenti e aumentano gli studenti. Alle scuole marchigiane mancano 131 docenti mentre la popolazione scolastica continua ad aumentare: nel prossimo anno scolastico sono previsti circa 1000 studenti in più. Tagli che si aggiungono a quelli subiti negli anni passati e che sono stati contestati da Flc Cgil, Cisl scuola, Uil scuola e Snals Confsal delle Marche durante l'incontro con i parlamentari eletti nelle Marche, i politici regionali e alcuni dei candidati alla carica di presidente del consiglio regionale. «Il nostro organico di diritto è diminuito passando da 16.110 posti, dello scorso anno, ai 15.979 posti attribuiti dal D.M. per l' anno scolastico 2015/2016 - spiegano le segretarie regionali Manuela Carloni, Anna Bartolini, Claudia Mazzucchelli e Paola Martano -. Stando così le cose ci sarà meno scuola dell'infanzia, meno tempo pieno nella scuola primaria, saranno tagliati corsi a indirizzo musicale e annullati i corsi serali. Oltre a più alunni per classe, molte delle quali con disabili. Un'offerta formativa non adeguata alla richiesta delle famiglie e ai bisogni del territorio». Presenti all'incontro l' on. Piergiorgio Carrescia e, in sostituzione dell'on. Serenella Fucksia, Sandro Bisonni del Movimento 5 Stelle. Hanno inviato una mail di interessamento, pur dichiarando di non poter prendere parte all'incontro, gli on. Andrea Cecconi, Irene Manzi, Alessia Morani, Camilla Fabbri, Patrizia Terroni e Donatella Agostinelli. La Regione era rappresentata dall'assessore all'Istruzione Marco Luchetti mentre tra i candidati governatore erano presenti Edoardo Mentrasti e Gianni Maggi. L' on. Carrescia e i candidati presenti sono stati attenti alle problematiche poste, sia in merito ai tagli di organico sia in merito alle criticità relative al disegno di legge sulla "buona scuola" che ha iniziato l' iter parlamentare, ed hanno garantito il loro contributo a sostegno della scuola e della scuola marchigiana. «Alla fine dell' incontro ci siamo chiesti se gli altri onorevoli della Repubblica eletti nelle Marche e gli altri candidati assenti avessero o meno qualche interesse a confrontarsi con la scuola - denunciano i sindacati - la scuola marchigiana e i suoi lavoratori attendono risposte e le attendono soprattutto dalla politica». Nelle Marche, la scorsa settimana, si sono tenute diverse assemblee molto partecipate durante le quali sono state raccolte quasi 3mila firme contro il DDL sulla Buona Scuola. Aspre critiche da parte dei lavoratori preoccupati soprattutto per le modalità di stabilizzazione dei precari, la scarsa considerazione verso il personale ATA, per il nuovo ruolo dei dirigenti scolastici che prevede addirittura la chiamata diretta degli insegnanti, annullando di fatto gli organi collegiali. Anche il personale della scuola chiede a gran voce la riapertura del contratto di lavoro bloccato da 9 anni e che i diritti e gli obblighi del personale siano frutto di un accordo negoziale e non imposti per legge.
Continua a leggere