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16/09/2011 «Il mio impegno per la scuola»
LE FOTO Anna Bartolini, fanese di 44 anni, è la nuova segretaria regionale della Cisl Scuola. Alle spalle una lunga militanza nel sindacato. Obbiettivo primario “la salvaguardia dell’occupazione”. La Cisl Scuola delle Marche ha una nuova segretaria. Dopo Francesca Conti,  che ha guidato il settore della Cisl Scuola regionale dal 2001 e che ha  lasciato l’incarico per pensionamento, il Consiglio Generale della scuola che si è tenuto oggi (ieri per chi legge ndr) all’Hotel Touring di Falconara, alla presenza del segretario nazionale Francesco Scrima, ha nominato al vertice della categoria Anna Bartolini. Nata a Fano quarantaquattro anni fa, laureata in pedagogia, docente di scuola primaria, la Bartolini ha alle spalle una lunga militanza iniziata nel 1985 con l’entrata nel Sinascel (Sindacato nazionale scuola elementare e materna) prima che diventasse, negli anni successivi, Cisl Scuola.  Dopo aver ricoperto diverse cariche nell’ambito territoriale, dal 1993 è componente del Consiglio Regionale di categoria e dal 2005 è stata eletta nel Consiglio Nazionale. «Assumo con soddisfazione questo importante incarico – ha dichiarato Anna Bartolini - agli inizi di anno un scolastico che si apre mentre il Paese fa i conti con una gravissima emergenza economico-finanziaria. Se non ci si può sottrarre ad una inevitabile stagione di rigore e sacrifici, va detto che per la scuola è davvero difficile individuare margini ulteriori di intervento dopo quelli pesantissimi sopportati nell’ultimo triennio». Il nuovo segretario regionale della Cisl Scuola ricorda come il mondo dell’istruzione abbia dovuto sopportare “un piano di tagli agli organici che nelle Marche ha ulteriormente aggravato e peggiorato le condizioni di lavoro del personale docente e ATA, condizionando in negativo anche importanti processi di riforma da tempo attesi”. Dunque per il prossimo periodo obbiettivo prioritario “sarà quello di riaffermare che alla scuola non si può più togliere nemmeno un posto di lavoro”. Se la situazione degli organici nelle scuole marchigiane è pesante, il nuovo anno scolastico fa registrare una nota positiva grazie al piano di assunzioni che ha permesso di stabilizzare nella nostra regione  864 docenti precari e 1053 unità di personale amministrativo ed ausiliario. Una conquista che la Cisl Scuola rivendica “con orgoglio, ottenuta grazie alla  capacità della nostra organizzazione di  rivendicare, confrontarsi e fare accordi”. Per l’immediato futuro altre priorità saranno “la continuità a questo piano triennale di assunzioni, così come definito nell’intesa sottoscritta, il confronto con la Regione  per la ristrutturazione della rete scolastica”. Insomma pur non nascondendo le difficoltà del momento Anna Bartolini è pronta ad accettare le prossime sfide per chiedere a chi amministra la nostra scuola “di attivare un autentico dialogo sociale e di recuperare il senso e la prospettiva di una vera politica scolastica al servizio dei cittadini e del Paese”.
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15/09/2011 Manovra e Trasporti: si rischia la paralisi.
I sindacati dei Trasporti di Cgil, Cisl e Uil valutano negative e inique le misure messe in atto per il trasporto pubblico, dichiarano lo stato di agitazione di tutto il personale operante nelle aziende del trasporto pubblico locale e chiedono un incontro urgente con le autorità regionali e provinciali per definire azioni condivise che portino in breve tempo al riordino del trasporto su gomma e su ferro della regione Marche.
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15/09/2011 FIAT/POMIGLIANO "La nuova Panda risposta alla crisi e ai detrattori di casa nostra"
13 settembre 2011. La presentazione della nuova Panda al salone dell'automobile di Francoforte è un fatto importante in particolare per i lavoratori di Pomigliano e del sindacato metalmeccanico italiano. Lo dichiara Bruno Vitali, segretario nazionale Fim-Cisl. "È il segno tangibile della bontà degli accordi che hanno consentito la rinascita dello stabilimento campano con impianti produttivi modernissimi.Dal prossimo 3 novembre, infatti, altri 700 operai e 150 impiegati saranno chiamati al lavoro per iniziare la produzione di serie che, a regime, sarà di 1087 vetture giornaliere ed occuperà tutti i cinquemila addetti. In quest'Italia che sembra essersi trasformata, purtroppo, nel paese delle chiacchiere la vicenda di Pomigliano segna invece un punto di concretezza e di smentita ai molti detrattori e profeti negativi che parlavano di inganni.La Fim, che insieme agli altri sindacati firmatari ha consentito ciò, ritiene ora indispensabile rendere concreti anche gli altri accordi del progetto Fabbrica Italia come miglior risposta alla pesante crisi che investe questo pezzo importante dell'industria nazionale."La RASSEGNA STAMPA
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12/09/2011 Firmato il contratto integrativo provinciale dell'edilizia
Pesaro-Urbino è la prima provincia italiana nella quale è stato firmato il contratto integrativo dell'edilizia, dopo la firma del Contratto collettivo nazionale  arrivata nell'aprile dello scorso anno. "In questa fase  - commenta Franco Turri, Segretario nazionale della Filca-Cisl - la firma del contratto di II livello assume un significato politico di grande rilevanza, rompendo un fronte imprenditoriale ancora restio ad avviare un confronto negoziale. L'accordo raggiunto a Pesaro dimostra  che proprio la contrattazione integrativa rappresenta lo strumento per affrontare nel modo migliore i problemi territoriali e garantire maggiore tutele ai lavoratori e contemporaneamente regolarità, sicurezza e concorrenza leale fra imprese." Il testo, che ha durata triennale, prevede che l'Elemento variabile della retribuzione (EVR) tenga conto dell'andamento congiunturale del settore, ed è correlato a cinque indicatori basati su dati della Cassa Edile - numero lavoratori iscritti - monte salari denunciato - ore di lavoro denunciate - valore aggiunto del settore delle costruzioni come individuato a livello provinciale dell'Istat - numero di imprese iscritte, garantisca cioè un salario aggiuntivo nella misura del 6% dei minimi tabellati. E', inoltre,confermato il pagamento dei primi tre giorni di malattia e il finanziamento dell'attività del Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza Territoriale per la sicurezza e la prevenzione degli infortuni.
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11/09/2011 Fincantieri: il lavoro riparte
11 settembre 2011 - Un segno di speranza: il cantiere riparte - Articolo su "Avvenire" del 11/09/2011
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08/09/2011 Il tema del lavoro al XXV Congresso Eucaristico Nazionale: le interviste ai delegati Fim Cisl
In occasione del XXV Congresso Eucaristico Nazionale Ad Ancona, Fabriano e Falconara il 7 settembre si sono svolti diversi appuntamenti sul tema del lavoro in cui sono sono intervenuti monsignor Angelo Casile, direttore dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della Cei e l’economista Stefano Zamagni.580 operai da due anni in cassa integrazione: quale futuro?Maurizio Di Schino in collegamento da Fabriano, uno dei luoghi del XXV Congresso Eucaristico nazionale (Cen), intervista Pasquale Palmisano dello stabilimento Fincantieri, delegato Fim-Cisl, che avrà l’onore di pranzare con Benedetto XVI domenica prossima. “Lavoro e festa” sono i temi al centro del Cen.Guarda l' intervista di Pasquale - TV2000La forza della speranza di ClaudiaMaurizio Di Schino intervista la delegata Cisl Claudia Mattioli dello stabilimento Merloni di Fabriano. “La situazione è drammatica – dice Claudia -. C’è molta rabbia, sgomento e disperazione in un sistema che sembra non volerci ripagare dei sacrifici che stiamo facendo. Siamo in cassa integrazione e c’è un dramma sociale che ci spinge nella disperazione. Con il Congresso Eucaristico, oggi, abbiamo avuto un’occasione, quella di poter far sentire la nostra voce”.Guarda l' intervista di Claudia - TV2000
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08/09/2011 580 operai da due anni in cassa integrazione: quale futuro?
Segnaliamo da TV2000 queste interviste a Pasquale Palmisano e Claudia Matteoli, delegati Fim-Cisl.Maurizio Di Schino  in collegamento da Fabriano, uno dei luoghi del XXV Congresso Eucaristico nazionale (Cen), intervista Pasquale Palmisano delegato Fim-Cisl che avrà l’onore di pranzare con Benedetto XVI domenica prossima. “Lavoro e festa” sono i temi al centro del Cen.Ad Ancona, Fabriano e Falconara il 7 settembre si sono svolti diversi appuntamenti proprio sul tema del lavoro in cui sono sono intervenuti monsignor Angelo Casile, direttore dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della Cei, l’economista Stefano Zamagni.Guarda l'intervista a PasqualeGuarda l'intervista a Claudia
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02/08/2011 Vertenza Merloni: ancora trattative in corso.
"Sono attualmente in corso concrete trattative con un gruppo industriale che prospetta un impegno diversificato su un perimetro industriale ampio, e con una risposta occupazionale che, pur essendo, allo stato, ancora insoddisfacente potrebbe pervenire a risultati comunque interessanti ed in linea con l'attuale condizione economica complessiva. La verifica negoziale e' attualmente in fase di svolgimento e si prevede che possa pervenire a maturazione nel corso del mese di settembre". Lo comunicano i commissari della Antonio Merloni precisando che, "con la attiva collaborazione di Mediobanca, advisor finanziario della procedura, sono tuttora in corso di svolgimento le trattative per la cessione dei complessi aziendali della societa' capogruppo". I commissari rimarcano inoltre che "la cordata di imprese cinesi, che Otto Italia srl assume di rappresentare, allo stato, dopo oltre un anno e mezzo di dichiarato interesse e dopo innumerevoli sollecitazioni, non ha fatto pervenire il versamento dell'importo di euro due milioni, richiesto a dimostrazione della serieta' degli intenti negoziali e della concretezza delle prospettive di investimento pubblicamente dichiarate ma non seguite da alcun avanzamento concreto sul tavolo negoziale". "La Mmd, dopo avere proceduto al versamento della cauzione - proseguono i commissari - ne ha chiesto la restituzione, peraltro in anticipo rispetto al termine fissato per il bando. In ogni caso, la proposta, legata alla acquisizione della Daewoo da parte della controllante dell'offerente (le cui trattative, secondo notizie di stampa internazionali, sono state interrotte), era subordinata al versamento da parte della procedura alla Mmd di rilevantissimi importi, oltre alla garanzia sul capitale circolante, con impiego di manodopera che non avrebbe superato le 500 unita' complessive ma solo al quinto anno dalla acquisizione". Secondo i commissari "non risultano rinnovate manifestazioni di serio interesse da parte delle entita' di cui si e' riferito. Sono altresi' in corso trattative per la valorizzazione di alcuni asset della societa' che, pur essendo ceduti in discontinuita' rispetto alla missione industriale originaria, potrebbero comunque dare ricadute occupazionali aggiuntive". "In ogni caso - concludono i commissari - le formule di cessione che sono al vaglio delle parti, mentre potrebbero consentire la prosecuzione temporanea della procedura e la fruizione degli ammortizzatori secondo le previsioni legislative, manterrebbero la possibilità' di attivare gli strumenti dell'accordo di programma per l'area umbro-marchigiana siglato il 19 marzo 2010". «Dal punto di vista sindacale - dichiara Andrea Cocco, Segretario Generale FIM CISL di Ancona - abbiamo chiesto, per i primi di settembre la convocazione di un tavolo al Ministero per capire come procedere. Abbiamo ribadito inoltre che il nostro principale interesse è il proseguimento dell'attività industriale e il ricollocamento dei lavoratori».
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26/07/2011 Accordo firmato alla Moretti Compact di Pesaro
Dopo una trattativa di 11 mesi è stato firmato l’accordo integrativo per tutti i dipendenti della ditta Moretti Compact di Lunano, cittadina di 1200 abitanti nell’alta valle del Foglia. La Moretti compact, azienda specializzata nella produzione delle camerette per bambini e ragazzi, ha 250 dipendenti.  In virtù dell’accordo, tutti avranno un riconoscimento economico di 250 € annuale, e 40 di loro otterranno un  passaggio di livello. La ditta Moretti  –  pur risentendo della crisi  – è ricorsa solo per breve tempo e in modo limitato agli ammortizzatori sociali.  Ha anzi voluto scommettere su questo importante elemento delle relazioni sindacali: riconoscere un premio di produzione per iniziare uno stabile confronto con i sindacati su alcuni importanti temi: la sicurezza sul lavoro, l’ inquadramento professionale , l’organizzazione del lavoro,  i turni e l’ orario di lavoro. LA FILCA CISL, che si è adoperata per la firma del contratto integrativo, ritiene questo fatto molto significativo perché permette di distribuire salario a tutti i lavoratori e le lavoratrici con percorsi condivisi e attraverso un confronto che  riconosce l’importanza della contrattazione di secondo livello.
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20/07/2011 Eletta la nuova dirigenza dei Pensionati della Cisl Marche
Conclusa la fase di reggenza alla Federazione Pensionati della Cisl Marche. Il nuovo Segretario è Mario Canale, eletto dal direttivo alla presenza del Segretario Generale Nazionale Gigi Bonfanti.  Sessantaquattro anni, nato a Recanati, Canale ha alle spalle una lunga militanza nella Cisl, prima nella Funzione Pubblica, poi nella Ust di Macerata, come segretario generale, infine nella Segreteria Cisl Marche. In Segreteria sono stati eletti Patrizia De Paolis, Umberto De Simoni e Giovanni Serpilli. «Si è conclusa una fase che ha richiesto impegno da parte di tutta la Federazione dei pensionati- sostiene  Arnaldo Chianese della Segreteria Nazionale FNP che ha gestito per alcuni mesi come reggente la Fnp delle Marche  -  E' stato un percorso all'insegna della partecipazione e della responsabilità. Esprimo grande soddisfazione e auguro un buon lavoro alla nuova segreteria. Le condizioni di crisi economico-sociale che il nostro Paese sta vivendo ci spingono ad una sempre maggior attenzione all'ascolto e alla tutela dei nostri associati, ai pensionati, in particolare  quelli più fragili ed esposti. La Fnp Cisl Marche sarà certamente all'altezza di un confronto serrato con la Regione e le Autonomie Locali per cercare di mantenere un livello di protezione sociale dignitoso e contribuire a ridisegnare il nostro sistema locale di WELFARE» Le foto dei lavori del Consiglio Direttivo di martedì 19 luglio '11 Nel corso del dibattito bocciata la manovra del governo e criticata la Regione perché “ambigua sui nuovi ticket”. Canale, dopo aver espresso la sua soddisfazione per il nuovo incarico, ha sottolineato come tra le priorità della FNP Cisl delle Marche ci sia l’intenzione di portare  a compimento “l’accordo del 2 agosto 2010 relativo alla residenzialità, così come è fondamentale la battaglia per potenziare l’offerta dei servizi domiciliari e dell’assegno di cura in riferimento alla non autosufficienza, oltre ad accelerare il percorso di modifica della legge regionale relativa alla rete integrata del sistema dei servizi sociali”. Per Mario Canale inoltre  serve “una ristrutturazione dei fondi per vincere la partita del sociale e mantenere l’attuale grado di assistenza che abbiamo nelle Marche”. Inevitabile un riferimento alla stretta attualità sui ticket sanitari. Il nuovo segretario della Cisl Pensionati delle Marche rileva che “la Regione Marche ha assunto una posizione ambigua rispetto ai ticket sanitari, in quanto pur essendo in disaccordo con il governo per il super ticket di 10 euro, di fatto, attraverso il CUP, ha già aumentato questa prestazione della stessa somma. La Regione può non applicare questo ticket, ma di fatto deve garantire ugualmente tale  costo attingendo ad altre le risorse”. Anche Gigi Bonfanti, Segretario generale nazionale della FNP Cisl ha fatto riferimento alla manovra del governo sottolineando come questa sia “una manovra inevitabile altrimenti saremmo finiti come la Grecia”. La Cisl non ne condivide tuttavia “i modi e gli strumenti utilizzati, perché inaccettabili”. Principalmente due i fattori essenziali espressi da Bonfanti: “La riduzione dei costi della politica per recuperare le risorse necessari e la riforma del fisco e la tassazione delle rendite finanziarie. Queste – ha concluso – sono le misure affinché finalmente paghi chi i soldi li ha davvero”. La Rassegna Stampa
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18/07/2011 Buone e cattive notizie dalla scuola.
Il 14 Luglio scorso durante l’incontro tra Governo e Sindacati è stato finalmente dato il via libera al piano triennale di assunzioni di 67 mila precari della scuola. Il piano prevede assunzioni per il triennio 2011/2013 su tutti i posti vacanti. A Settembre dovrebbero essere già . assegnate 30.482 cattedre e 36.488 posti a personale non docente. Metà delle cattedre andrà ai precari delle graduatorie ad esaurimento, l’altra metà ai vincitori degli ultimi concorsi; l’aggiornamento per le graduatorie avverrà ogni tre anni e non più ogni due con l’obiettivo di procedere all’eliminazione del precariato. Francesco Scrima, Segretario generale della Cisl scuola, definisce questo “un importante risultato, frutto di proposte puntuali e credibili”; per il Segretario Generale Bonanni "In un momento difficile come questo, aver ottenuto questo risultato sulla scuola è davvero un fatto straordinario. Con questo accordo abbiamo dato la certezza di un posto di lavoro stabile a 67 mila lavoratori, dimostrando nei fatti che il problema del precariato si può affrontare con soluzioni graduali e non con la demagogia ed il populismo. Cisl e Uil si sono battute insieme per questo obiettivo, insieme ad altre sigle che hanno condiviso la nostra linea sindacale della concretezza e della ragionevolezza. Speriamo che ora il Governo e l'Aran diano una rapida attuazione a questo accordo che garantirà l'apertura dell'anno scolastico in un clima meno pesante degli anni passati ". La positività di questo importante e per niente scontato accordo non fa però dimenticare le pesanti difficoltà in cui versa il mondo della scuola: una luce circondata da pesanti ombre in tutto il territorio nazionale e nella nostra Regione. Nelle Marche i dati denunciano una situazione pesante in un territorio che negli anni ha pagato un dazio ingente alla razionalizzazione e al dimensionamento. Le cifre parlano chiaro, come è stato denunciato dai Sindacati della Scuola CGIL, CISL, UIL e SNALS e dall’Assessore regionale al Lavoro Formazione e Istruzione, Marco Luchetti. «La situazione drammatica a suon di numeri. Dal 2009 il Governo ha tagliato più di 2.400 posti tra docenti e personale Ata, 917 persone perderanno il proprio posto a settembre, molti, moltissimi insegnati fissi saranno costretti ad emigrare da una scuola all'altra. In tre anni la scuola marchigiana perde così 3.424 posti (2.157 docenti e 1.267 unità di personale Ata), creando classi pollaio da 35 studenti, mancato rispetto delle normative di sicurezza, riduzione del tempo  scuola,  problemi per pulizie, sorveglianza e apertura dei plessi derivanti dalla scarsità di personale. E secondo il fabbisogno regionale comunicato dagli uffici scolastici provinciali sono circa 170 le unità in più che servono per garantire il "minimo servizio". Cifra che non comprende sezioni antimeridiane e corsi serali, che nella sola Ancona hanno visto cancellare 13 classi per 360 studenti» dichiarano i Segretari Generali del settore Scuola di Cgil, Cisl, Uil e Snals. «Ci facciamo carico - ha detto Marco Luchetti, Assessore regionale al Lavoro e all'Istruzione -  delle preoccupazioni dei genitori e delle organizzazioni sindacali, per questo oggi ci troviamo insieme». Ha quindi precisato che «le Marche dovrebbero avere 500 unità in più, secondo l'accordo del 2004 con il Governo per l'applicazione del titolo V della Costituzione sulla competenza concorrente nel settore, del quale chiediamo l'applicazione». Dalle provincie esprimono preoccupazione i segretari della Cisl Scuola, in questo periodo più che mai in “trincea” fino a settembre, all’avvio di un anno scolastico che si preannuncia comunque difficile, con classi affollate e personale ridotto. Il disagio della scuola si riflette sull’utenza: minore tempo scuola, minacciata la qualità della didattica con il rischio incombente che una scuola più povera in una regione abituata ad un certo standard di qualità, comporti un rallentamento dello sviluppo: il nostro territorio per tornare ad essere competitivo e per mantenere i suoi livelli di socialità ha bisogno di una scuola efficace ed efficiente, che sviluppi conoscenze e competenze, che attivi talenti, che educhi all’integrazione, alla solidarietà, al rispetto dell’ambiente e alla cittadinanza attiva, che prepari in modo adeguato al lavoro, alla formazione superiore, all’Università. VOCI DALLA SCUOLA La condizione della Scuola Secondaria di Secondo Grado nella nostra regione Annamaria Foresi - Segretario Provinciale Cisl Scuola Macerata L’annunciata stabilizzazione dei precari è per la scuola secondaria di secondo grado marchigiana  l’unica notizia positiva al termine di un difficile triennio iniziato nell’estate del 2008. I tagli severi subiti hanno portato la situazione ai limiti della sostenibilità sia per la qualità del servizio sia per l’esubero di professionalità e competenze non più spendibili con continuità ed efficacia. L’auspicata riforma di questo settore scolastico si è risolta con una mera riduzione dell’offerta formativa e del tempo scuola su tutto il territorio regionale, che, è necessario ricordarlo, aveva una situazione “virtuosa” dal punto di vista della razionalità della proposta educativa offerta alle famiglie. Ad esempio, nel nostro territorio,   si è avuta una penalizzazione nell’ambito della istituzione dei nuovi  percorsi : liceo tecnologico e musicale che pure erano i fiori all’occhiello del nuovo ordinamento. In realtà abbiamo avuto  la chiusura di indirizzi particolarmente significativi negli ITIS, il depotenziamento degli Istituti Professionali  realtà  molto vitali che hanno subito un  indebolimento complessivo dell’offerta formativa, la riduzione della didattica laboratoriale,  la riduzione delle relazioni con il mondo del lavoro. Anche per i precari si avrà un anno molto difficile in quanto molti di essi, nonostante la stabilizzazione, si troveranno senza la possibilità di lavorare. Sono stati  infatti cancellati a livello nazionale più di 80 mila insegnanti dall’organico attraverso riduzioni dell’orario scolastico ammantate del nome di “riforma”,  ma non sono stati  banditi vecchi concorsi, non sono state  definite nuove classi di concorso né varate nuove modalità di reclutamento; la formazione iniziale non è partita e non si sa quando partirà. Nel frattempo sono crollate le iscrizioni negli istituti tecnici e professionali a favore dei licei. Diminuiscono  le tutele per i disabili e sarà impossibile in molti casi assicurare l’apertura dei corsi serali per gli adulti anche per i tagli effettuati al personale ATA.  A ciò si aggiunge la diminuzione delle risorse complessive  della Regione che in questi anni hanno contribuito ad integrare l’offerta formativa del territorio. La manovra economica inoltre  non potendo oggettivamente tagliare ulteriormente nel settore scuola,  imprime un'accelerazione ai piani di dimensionamento della rete scolastica, di competenza di Regioni, Comuni e Province. Ciò   rende fin  da subito necessario attivare tavoli con i Comuni a cui compete il piano di dimensionamento , occorre predisporre politiche condivise tese al governo del territorio , altrimenti , fra tagli e dimensionamento  si creeranno ulteriori gravi problemi ad una scuola marchigiana da sempre attiva e di riconosciuta qualità.
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11/07/2011 Il Tribunale condanna Poste Italiane
Le Poste Italiane sono state condannate dal Tribunale del lavoro di Macerata per discriminazione e comportamento antisindacale. La vicenda riguarda una dipendente di Poste Italiane, Elisabetta Fossaroli, rappresentante sindacale della Cisl di Macerata, che nel 2004 è stata sanzionata con una multa per aver mandato ai colleghi una e-mail di auguri natalizi utilizzando la rete informatica aziendale.Oltre alla multa la Fossaroli ha subito un trasferimento e un declassamento nelle mansioni svolte, provvedimenti di chiara matrice disciplinare e di ritorsione per l’attività sindacale svolta.Nelle motivazioni della sentenza, che conclude una causa durata 7 anni, il giudice ha riconosciuto il comportamento antisindacale e discriminante di Poste Italiane, che ora si espone al rischio di una causa ulteriore per il risarcimento del danno causato dalla multa, che ha marginalizzato la Fossaroli penalizzandone la carriera.Secondo il Segretario generale della Cisl di Macerata Marco Ferracuti «si tratta di una sentenza esemplare che deve fungere da monito per tutti i datori di lavoro e le aziende, sia pubbliche che private. Purtroppo spesso chi svolge attività sindacale paga di persona le conseguenze. La Cisl non ama tribunali e sentenze, ma difende con determinazione i propri sindacalisti».
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08/07/2011 Aperture domenicali, no alla liberalizzazione
 La Fisascat CISL di Macerata (Federazione dei lavoratori addetti ai servizi commerciali, affini e turismo) esprime la propria netta contrarietà alla liberalizzazione degli orari degli esercizi commerciali nelle zone turistiche prevista dalla manovra economica 2011, preambolo per una rischiosa deriva che porti a cascata alla totale liberalizzazione della materia.Questa deregolamentazione rischia di creare una situazione di anarchia del lavoro facendo venir meno le tutele previste dalla legge e dalla contrattazione collettiva, sia nazionale che locale. La titolarità sulle decisioni relative alle aperture in deroga deve rimanere in capo al confronto che si deve sviluppare a livello locale. I Comuni hanno in tal senso un ruolo di primo piano nell’assunzione di decisioni che devono essere comunque concordate, condivise e regolamentate attraverso la concertazione e la contrattazione tra le parti sociali territoriali. Le esigenze dello sviluppo del territorio vanno contemperate ai diritti dei lavoratori, che non possono subire scelte dettate solo dalle pressioni della grande distribuzione organizzata. Nei recenti rinnovi contrattuali dei settori del turismo e del terziario, della distribuzione e dei servizi si è condiviso con le associazioni dei datori di lavoro che la materia delle aperture in deroga - come l’organizzazione e l’orario del lavoro ed altre materie attinenti il mercato del lavoro  - rientrano tra quelle per le quali il confronto decentrato dovrebbe portare a soluzioni che concilino le peculiarità territoriali e le esigenze del mercato del lavoro locale con il pieno rispetto dei diritti dei lavoratori del settore. Purtroppo le dichiarazioni di alcuni amministratori locali hanno evidenziato ancora una volta la miopia di certe impostazioni basate su luoghi comuni privi di fondamento, come quelli di nuove assunzioni o di chissà quanti altri vantaggi per i lavoratori occupati nel settore. I quali invece si ritroveranno solamente un orario sempre più frammentato e incompatibile a conciliare i tempi di vita con i tempi di lavoro, senza peraltro ricevere alcuna significativa maggiorazione sul lavoro domenicale e festivo. Torniamo a ribadire come certe impostazioni dei Comuni della zona siano frutto dell’assoluta assenza di politiche per uno sviluppo equilibrato del territorio. Scelte semplicemente dettate dal “potere economico” dei grandi gruppi della distribuzione organizzata con il progressivo depauperamento delle realtà economiche commerciali locali e della vita stessa dei centri cittadini.Marco Squartini - Segretario generale Fisascat Cisl Macerata
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28/06/2011 Vertenza Bunge: spiragli di speranza dall'Autorità Portuale
La grande gru di Fincantieri e la schiera dei silos di cemento, simboli che da sempre hanno caratterizzato la produttività del porto e della città di Ancona, oggi sono diventati l’emblema di una crisi  che continua a  mietere vittime. Dopo la gravissima vertenza  Fincantieri, che sta  minando  anche lo stabilimento di Ancona, è calato il sipario sulla Bunge Italia SpA, stabilimento  storico, attivo nello scalo dorico, fin dagli anni Cinquanta, nella lavorazione di semi oleosi e produzione di farine alimentare. Ad un anno dalla dismissione della produzione  che ha messo in cassa integrazione il totale dei 61 dipendenti  e colpito più di 200 lavoratori dell’indotto, la  Regione, nella persona dell’Assessore regionale al lavoro, ha finalmente convocato un tavolo (il primo per Bunge)  con  le istituzioni locali, presenti il Sindaco, l’Autorità portuale e l’Assessore provinciale al lavoro, i sindacati di categoria e le RSU, mancava solo l’ azienda, che invitata, non si è presentata, per affrontare  la drammatica situazione dello stabilimento dopo  la chiusura, in negativo, delle trattative di acquisto da parte di alcune  aziende che avevano manifestato interesse. Una fattiva disponibilità, durante l’incontro, è arrivata dall’Autorità portuale ad avviare le procedure per l’eventuale acquisizione dell’area di proprietà Bunge, una superficie di circa  48 mila metri quadri, silos compresi. Anche se  l’Autorità portuale non può svolgere attività imprenditoriale diretta, e quindi assumere, una volta acquisita l’area, dopo la valutazione dell’Agenzia del Territorio, può dare concessioni finalizzate all’attività legate all’economia e alla logistica del porto.”Accogliamo, con soddisfazione, la disponibilità dell’Autorità portuale  a veicolare eventuali ulteriori manifestazioni di interesse oltre che  ad acquisire l’area. –  afferma Giuseppe Giorgetti, Segretario Generale della Fai Cisl Ancona- Ma il nostro obiettivo rimane quello di  trovare soluzioni concrete  per ricollocare il prima possibile i lavoratori. - prosegue Giorgetti della Fai Cisl Ancona- Si dovrà rispettare l’accordo che abbiamo firmato con l’azienda (19 maggio u.s.) per salvaguardare i dipendenti della Bunge,  che ad oggi sono tutti in cassa integrazione straordinaria per 12 mesi e che   si raddoppieranno, fino ad arrivare ad aprile 2013, solo se 18 unità  usciranno, dalla vertenza. C’è già l’accordo con  alcuni operai disposti ad uscire dalla vertenza. Siamo fiduciosi”. L'accordo con Bunge Italia SpA prevede, infatti, che la cassa straordinaria possa essere prorogata fino all’aprile 2013, ma solo qualora il 30% dei lavoratori esca dalla vertenza, riscuotendo una liquidazione, regolata dall'accordo stesso, e trovando altra occupazione. Se questo risultato non sarà ottenuto la cassa si bloccherà, per tutti, nell'aprile 2012. Al tavolo regionale si è discusso anche di eventuali ipotesi di percorsi di ricollocamento dei lavoratori, accompagnati da azioni formative e di riqualificazione .Dopo Fincantieri, anche la Bunge, che ha già venduto il sito di Porto Marghera, lasciando operativo solo quello di Ravenna, entra nelle attenzioni dei vertici delle istituzioni locali. Ora i lavoratori, in presidio, durante l’incontro, fuori del palazzo della Regione Marche, attendono il prossimo incontro dove, auspicando la presenza dei vertici  aziendali, si approfondiranno le ipotesi  messe  in campo.
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28/06/2011 Trasporto regionale ferroviario nel caos
L'intervista a Roberto Ascani, Segretario Generale della Fit Cisl Marche.Rassegna Stampa
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15/06/2011 Sciopero dell'intera giornata alla Berloni Spa di Pesaro
E' riuscito lo sciopero che si è svolto a Pesaro presso la sede della Berloni GiornoNotte contro il piano industriale presentato dall'azienda che prevede  170 esuberi su un organico di 400 dipendenti e la chiusura di siti produttivi ritenuti non più efficienti. E' grave la mancanza di prospettive per mantenere l'occupazione, la trasparenza nella gestione degli esuberi e le prospettive di esternalizzazioni di fasi lavorative. Lo stato di agitazione continuerà fino a che non ci sarà  un confronto serio responsabile e trasperente con l'azienda. E' previsto per Giovedì mattina un incontro tra la proprietà, le istituzioni e i sindacati.
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12/06/2011 Per i lavoratori della Caterpillar rinnovo del Contratto Integrativo
Dopo una trattativa di cica 15 mesi la Rappresentanza Sindacale Unitaria Caterpillar e i Sindacati dei metalmeccanici Fim, Fiom e Uilm hanno finalmente trovato un accordo con la multinazionale americana per la sigla del rinnovo del Contratto Integrativo. Perni centrali della trattativa sono stati la "flessibilità aggiuntiva" per l'Azienda e "salario ed occupazione" per i lavoratori. E' stata difatti la concessione, in deroga, di 4 sabati obbligatori aggiuntivi a quelli previsti dal CCNL (solo nel turno di mattina e recuperabili con meccanismo di Banca Ore) a permettere: • la fissazione di una percentuale massima di utilizzo di lavoro atipico (il 30%) e laconseguente assunzione a tempo indeterminato, dalla data della firma dell'accordo, e nell'arco massimo di 18 mesi, di circa 40 lavoratori atipici; • l'aumento del Premio feriale di 200 € annui portando lo stesso, a regime a 2.432,90 € fissi, dal presente accordo il premio sarà esteso, nella quota di 1.632,90 €,  anche agli interinali; Oltre a questi 2 importanti elementi vanno inoltre evidenziati: • la concessione di 2 giorni di permesso per la nascita di un figlio (anche in casi di adozione); • il riconoscimento di 1 ora di assemblea aggiuntiva ed esclusiva per trattare i temi della Sicurezza sul Lavorocon tutti i lavoratori; • la crescita del montante massimo del Premio di produzione Variabile che passa dai 1.620 € del vecchio accordo ai 2.040 € del nuovo accordo; • vengono inoltre riconosciuti 1.000 € a fronte del riconoscimento del PdR in riferimento al 2010 (anno non coperto dall'accordo). Leggi l'ACCORDO INTEGRATIVO
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07/06/2011 Uffici postali: continuano i disagi per i lavoratori e per gli utenti
Dal primo giugno il sistema informatico di tutti gli uffici postali d'Italia è andato in tilt. Il sindacato dei lavoratori postali della Cisl Marche (SLP Cisl),  con una nota inviata alle Poste Italiane SpA, ha subito segnalato i gravi disagi in cui si sono trovati sia gli operatori postali che gli utenti.  Nonostante le immediate denunce,  ad oggi poco è mutato e i disagi continuano a perdurare. Ieri con una ulteriore nota  i sindacati hanno chiesto alla dirigenza dell'azienda  un incontro immediato per un confronto, evidenziando che la straordinaria situazione in cui  si stanno trovando gli uffici postali deve essere affrontata con strumenti eccezionali. «Il personale applicato alla sportelleria rivendica di poter lavorare in maniera dignitosa con sistemi e apparecchi funzionanti e senza trovarsi sulle spalle responsabilità che derivano da altrui inefficienze» dichiara Dario Dominici, Segretario regionale SLP Cisl Marche
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06/06/2011 Grafici editoriali: intesa per il rinnovo del contratto
E' stata siglata pochi giorni fa (31 maggio 2011) l'intesa tra Fistel-Cisl, Uilcom-Uil, Slc-Cgil e le associazioni imprenditoriali Assografici, Aie, Anes, relativa al rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro dei lavoratori grafici editoriali, che interessa oltre 110mila addetti. Il contratto avrà durata di tre anni e scadrà il 31 marzo 2013. L`aumento medio è stato fissato in 110 euro a regime con una ulteriore erogazione di una tantum di 362 euro. Il nuovo contratto stabilisce l`istituzione di un Fondo di assistenza sanitaria di settore, totalmente a carico delle aziende per un anno dopodiché l`adesione del lavoratore diventerà volontaria e il contributo aziendale per la copertura del premio passerà al 70%.
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01/06/2011 Poste: problemi tecnici e pochi impiegati.
Il Sindacato dei Lavoratori Postali Cisl Marche  segnala nella regione Marche il malfunzionamento della strumentazione tecnica in dotazione agli uffici postali, la cosiddetta piattaforma SDP, creando una situazione che si sta ripetendo con maggiore frequenza in occasione delle giornate di pagamento delle pensioni Inps\Inpdap e contestualmente alle giornate di maggior affluenza della clientela anche in concomitanza delle scadenze di pagamenti di diversa natura. «Esprimiamo grave preoccupazione - dichiara Dario Dominici, Segretario Regionale SLP Marche - per le ricadute negative che genera sul personale applicato in sportelleria che, oltre alle criticità tecniche,  conseguentemente si trova a dover gestire con non poca difficoltà le lamentele della clientela. Quella stessa clientela che dovrebbe invece essere avvicinata ed attirata, al fine di consolidarne la fidelizzazione. Accenniamo solo alle criticità odierne amplificate dalla chiusura degli sportelli di domani a causa della giornata festiva e del ritardo che si potrebbe generare nel pagamento delle pensioni» Leggi la  Rassegna Stampa
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01/06/2011 Per un rilancio della nostra cantieristica
Le foto della Conferenza Stampa
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31/05/2011 Fincantieri: mercoledì 1 giugno Conferenza Stampa
CONFERENZA STAMPA La crisi di Fincantieri, ora che fare Mercoledì 1 giugno Ore 11.30 Sede Cisl Marche Via dell’Industria 17 Ancona Una crisi che appare per ora senza soluzione quella di Fincantieri ma alla quale è necessario trovare al più presto una via d’uscita adeguata: il comparto produttivo dello stabilimento anconetano è praticamente chiuso e la cassa integrazione straordinaria già scattata da tempo. La Fim Cisl delle Marche ha così deciso di indire una conferenza stampa per compiere il punto sullo stabilimento anconetano di Fincantieri durante la quale sarà analizzata la situazione del Gruppo ed ovviamente le sue possibili ricadute sul sito del capoluogo marchigiano. La Fim Cisl delle Marche vuole sottoporre pertanto agli organi di informazione le proprie valutazioni e le prospettive individuate per uno dei più significativi comparti industriali del territorio.
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25/05/2011 Lavoratori in nero, chiuso un calzaturificio
Un blitz della Guardia di finanza e della Direzione provinciale del lavoro ha portato alla scoperta a Civitanova Marche di un calzaturificio con 16 dipendenti completamente irregolari. Niente contratto di lavoro, nessuna tutela assicurativa e infortunistica, nessun rispetto delle più elementari norme che regolano il rapporto di lavoro, come ad esempio quella sul riposo settimanale. Il calzaturificio è stato chiuso e il titolare, un imprenditore locale, è stato denunciato.Quello del lavoro nero è un fenomeno in crescita nel territorio maceratese, dove si registra nel 2011 un incremento del 30% di lavoratori irregolari rispetto allo stesso periodo del 2010, anno in cui la sola Direzione provinciale del lavoro ha riscontrato la presenza di. 1.350 lavoratori irregolari, di cui n. 559 totalmente in nero.  Secondo la relazione annuale del Cles (il Comitato per il lavoro e l’emersione del sommerso della Provincia di Macerata) su 3.290 aziende ispezionate nel 2010 dalla Direzione provinciale del lavoro, dall’Inps e dall’Inail, ben 2.023 aziende (il 61%) sono risultate irregolari.C’è un rapporto diretto tra crisi e lavoro nero. La difficoltà a restare sul mercato a volte induce tanti imprenditori a tentare “scorciatoie” per ridurre i costi di produzione conservando i margini di profitto. «Quello che è certo – sostiene David Ballini, Segretario della Femca, la categoria della Cisl maceratese che segue i lavoratori della moda, ma anche dell’energia, chimica e affini – è che la strategia della “sopravvivenza ad ogni costo” si scarica in modo violento sui lavoratori, deprimendo il trattamenti economico e normativo (ferie, riposi, permessi, ecc.) fino a mettere a rischio la loro salute e la loro sicurezza».Nel settore della moda però non è tutto da buttare. Sul fronte della regolarità si registrano segnali positivi da parte di quelle imprese che hanno investito in qualità e innovazione, sviluppando marchi e produzioni ad alto valore aggiunto.«La strategia per contribuire a contrastare questo fenomeno - conclude Ballini – può essere quella di ben indirizzare il sostegno alle tante imprese in crisi. Bisogna superare la pratica degli “aiuti a pioggia” incentivando comportamenti positivi e concedendo aiuti solo agli imprenditori che decidono di competere sulla qualità delle produzioni piuttosto che sulla mera riduzione del costo del lavoro».
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24/05/2011 Sindacati e imprese, no alle aperture senza regole
I sindacati di Categoria del Commercio di Cisl Cgil e Uil di Macerata, insieme a Confcommercio e Confesercenti, protestano contro le aperture indiscriminate degli esercizi commerciali nei giorni festivi e preannunciano iniziative di sensibilizzazione della cittadinanza e delle istituzioni su un tema delicato, già al centro di forti polemiche a livello nazionale in occasione dello scorso primo maggio.   La legge regionale n. 16 del 2010 aveva messo ordine nella materia prevedendo un numero vincolato di festività - non più di 28 in un anno – durante le quali le Amministrazioni comunali possono autorizzare l’apertura degli esercizi commerciali in sede fissa. Contro questa norma il Comune di Porto S. Giorgio ha fatto ricorso al Tar e in attesa di conoscere l’esito del giudizio l’efficacia della legge è stata sospesa. Il problema riguarda tutti i Comuni del maceratese, in particolare quelli della costa, dove l’afflusso di turisti nel periodo estivo può indurre molti esercizi commerciali a decidere di utilizzare la deroga e rimanere aperti. Non a caso a Civitanova Marche l'amministrazione comunale  - che ha fatto delle aperture festive un punto fermo dell'azione di governo - ha subito colto la palla al balzo autorizzando le deroghe. Ora il rischio è che altri Comuni, in primis Tolentino, facciano altrettanto. «Sarebbe una cosa positiva se rimanessero aperti i negozi dei centri storici – afferma Marco Squartini, Segretario generale della Fisascat, la categoria dei lavoratori del Commercio della Cisl – purché le deroghe fossero parte di una strategia più ampia di rivalutazione delle città come luogo di socialità per le famiglie. Invece a restare aperti saranno gli esercizi commerciali della grande distribuzione situati nei centri commerciali, senza alcun reale vantaggio per la città e per lo sviluppo del turismo».  Nessun vantaggio consistente neanche per i lavoratori. Il lavoro domenicale non viene considerato “straordinario” e alle ore lavorate si applica una maggiorazione retributiva insignificante che non ricompensa adeguatamente i lavoratori, molti delle quali donne e mamme costrette a sottrarre tempo ai figli e alla famiglia.  Per il sindacato la battaglia è anche culturale. «Sarebbe bello – conclude Squartini - riuscire a far capire alla gente che la domenica, in particolare d’estate, si possono fare cose più interessanti che affollare i centri commerciali che già sono aperti 13 ore al giorno. Anche le amministrazioni comunali dovrebbero fare la loro parte, ad esempio evitando di delegare ai centri stessi l’organizzazione di eventi per dare un senso alle aperture domenicali e sviluppando invece iniziative per rivitalizzare e valorizzare le città. LEGGI GLI ARTICOLI PUBBLICATI SUL TEMA DALLA STAMPA LOCALE
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17/05/2011 Festival nazionale studenti universitari a Macerata
Vi segnaliamo Unifestival, il primo festival nazionale degli studenti universitari: tre giorni - dal 18 al 20 maggio - dedicati a musica, teatro e incontri con personalità di rilievo del mondo della cultura e dello spettacoloPer maggiori informazioni vai a http://festival.unimc.it/
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10/05/2011 Riorganizzazione Berloni: 166 esuberi
Pesaro - I timori delle organizzazioni sindacali in merito alla crisi della Berloni Spa  erano più che fondati. E’ giunta infatti la notizia che la riorganizzazione dell’intero gruppo prevede purtroppo, anche un esubero di circa 166 dipendenti  con relativa  richiesta della  cassa integrazione straordinaria alla quale inevitabilmente seguirà la messa in mobilità dei lavoratori. A questo si aggiunge l’alienazione dei relativi siti produttivi e la cessazione di tutte le attività del gruppo ad eccezione della produzione di cucine. Fillea e Filca di fronte allo spettro dello smantellamento di alcune attività e della disoccupazione dei dipendenti  annunciano  fin da ora la volontà di opporsi con tutti i mezzi ai licenziamenti e di attivare tutti gli strumenti e tutti i canali a disposizione per la salvaguardia dei  posti di lavoro. “Siamo disponibili a confrontarci con l’azienda – dichiarano  Fillea e Filca - a patto che ci presenti un piano industriale definitivo che comprenda un vero rilancio dell’attività produttiva e nessun posto di lavoro compromesso”. 5 maggio 2011                                                                                              FILLEA CGIL  -  FILCA CISL Il Comunicato Stampa di FILCA CISL e FILLEA CGIL del 1 aprile 2011 Il Comunicato Stampa dell'azienda BERLONI dell'8 aprile 2011
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09/05/2011 Riorganizzazione Berloni: 166 esuberi
Pesaro - I timori delle organizzazioni sindacali in merito alla crisi della Berloni Spa  erano più che fondati. E’ giunta infatti la notizia che la riorganizzazione dell’intero gruppo prevede purtroppo, anche un esubero di circa 166 dipendenti  con relativa  richiesta della  cassa integrazione straordinaria alla quale inevitabilmente seguirà la messa in mobilità dei lavoratori. A questo si aggiunge l’alienazione dei relativi siti produttivi e la cessazione di tutte le attività del gruppo ad eccezione della produzione di cucine. Fillea e Filca di fronte allo spettro dello smantellamento di alcune attività e della disoccupazione dei dipendenti  annunciano  fin da ora la volontà di opporsi con tutti i mezzi ai licenziamenti e di attivare tutti gli strumenti e tutti i canali a disposizione per la salvaguardia dei  posti di lavoro. “Siamo disponibili a confrontarci con l’azienda – dichiarano  Fillea e Filca - a patto che ci presenti un piano industriale definitivo che comprenda un vero rilancio dell’attività produttiva e nessun posto di lavoro compromesso”. 5 maggio 2011                                                                                              FILLEA CGIL  -  FILCA CISL Il Comunicato Stampa di FILCA CISL e FILLEA CGIL del 1 aprile 2011 Il Comunicato Stampa dell'azienda BERLONI dell'8 aprile 2011
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30/04/2011 Apertura negozi 1° Maggio: è ancora bagarre
COMUNICATO STAMPA PRIMO MAGGIO E’ ancora bagarre sulla applicazione della legge regionale che regolamenta le apertura nei giorni di festa e la domenica. Nonostante le chiare disposizioni di legge che subordinano l’apertura dei negozi nel giorno del 1 maggio e di altre quattro festività (Natale 26 dicembre, 25 aprile 1 gennaio e Pasqua) alla sussistenza di eventi e manifestazioni di particolare rilevanza, alla delimitazione delle aperture alle sole vie interessate dall’evento e alla presentazione di apposita richiesta alla commissione regionale, alcuni comuni ed operatori commerciali hanno deciso di aprire proprio nel giorno in cui l’Italia festeggia il lavoro e i lavoratori. Il Comune di Porto Sant’Elpidio guidato dallo stesso presidente dell’Anci regionale che ha deciso di presentare nuovamente la richiesta di liberalizzare le aperture domenicali e festive , ha infatti deciso di concedere con apposita ordinanza, la facoltà di aprire il 1 maggio a tutti gli esercizi di vendita al dettaglio operanti nell’intero territorio comunale nonostante la richiesta fosse stata accolta dalla commissione regionale per la sola zona del lungomare. Anche alcuni operatori commerciali in perfetta autonomia ed in regime di “autodisciplina” magari confidando sull'assenza di controlli, hanno deciso di aprire per offrire, come nel caso del Mercatone Uno di Jesi e Civitanova Marche, la possibilità ai turisti di visitare la bellissima periferia di Jesi e l’uscita di Civitanova dell’A14 nella giornata del 1 maggio in alternativa alla classica gita “fuoriporta”. I lavoratori del commercio non offrono un servizio minimo essenziale alla cittadinanza ed hanno il diritto di garantirsi il godimento di una festività a così alto valore sociale alla stregua di tutti gli altri lavoratori di un paese quale il nostro che ha scelto proprio di porre il lavoro a fondamento della Repubblica. Lo stesso appellarsi ad una esigenza di rilanciare il commercio in un contesto di pesante crisi economico-finanziaria quale quello attuale, attraverso l’aumento delle occasioni di acquisto è del tutto strumentale. Il lavoro domenicale e festivo nel settore non crea nuova occupazione, ma maggiori carichi di lavoro per chi già il lavoro lo ha e con un trattamento economico retributivo che sicuramente non è tale da favorire l’aumento dei consumi. La stessa scelta dell’Anci di spingere per una liberalizzazione delle aperture non favorirà né il lavoro né i consumatori che, intervistati da società specializzate come la stessa Cermes Bocconi, nel 2006 quando l’economia sicuramente era meno dissestata e i dati sull’occupazione facevano registrare un segno positivo, si dichiaravano per il 51 per cento non intenzionati a variare in caso di aperture tutto l’anno il proprio giorno dedicato alla spesa. La sentenza di sospensiva del TAR delle Marche, che si riferisce ad una specifica ordinanza, non può certo essere considerata il “lascia passare” per ogni violazione di legge. Il TAR ha infatti ritenuto di sospendere l’ordinanza del Comune di Porto San Giorgio perché da un sommario esame emergevano elementi di fondatezza con riguardo alla contrarietà alla normativa comunitaria e alla incostituzionalità di quella legge regionale (la 16/2010) che ha modificato il testo unico del commercio proprio su spinta dei Comuni. Nel rispetto di quella dignità della vita umana a cui fa riferimento la stessa conferenza episcopale marchigiana preoccupata per l’aumentare delle aperture domenicali dei centri commerciali e dei negozi, riteniamo che i comuni e gli operatori commerciali delle Marche possano resistere almeno il primo maggio alle pressioni di operatori commerciali preoccupati di aumentare i propri fatturati e non certo quella buona e nuova occupazione di cui i marchigiani hanno davvero bisogno. 30 aprile 2011 FISASCAT CISL MARCHE Selena Soleggiati
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30/04/2011 Apertura negozi 1° Maggio: è ancora bagarre
COMUNICATO STAMPA  PRIMO MAGGIO E’ ancora bagarre sulla applicazione della legge regionale che regolamenta le apertura nei giorni di festa e la domenica. Nonostante le chiare disposizioni di legge che subordinano l’apertura  dei negozi nel giorno del 1 maggio e  di altre quattro festività (Natale 26 dicembre, 25 aprile 1 gennaio e Pasqua)  alla sussistenza di eventi e manifestazioni  di particolare rilevanza, alla delimitazione delle aperture alle sole vie  interessate dall’evento  e alla presentazione di apposita richiesta alla commissione regionale, alcuni comuni ed operatori commerciali hanno deciso di aprire  proprio nel giorno in cui l’Italia festeggia il lavoro e i lavoratori. Il Comune di Porto Sant’Elpidio guidato dallo stesso presidente dell’Anci  regionale che  ha deciso di presentare nuovamente la richiesta di liberalizzare le aperture domenicali e festive , ha infatti deciso di concedere  con apposita ordinanza,  la facoltà  di aprire il 1 maggio a tutti gli esercizi di vendita al  dettaglio operanti nell’intero territorio comunale nonostante la richiesta fosse stata accolta dalla commissione regionale  per la sola zona del lungomare. Anche alcuni operatori commerciali  in perfetta autonomia ed in regime di “autodisciplina” magari confidando sull'assenza di controlli, hanno deciso di  aprire per offrire, come nel caso del Mercatone Uno di Jesi e Civitanova Marche,  la  possibilità ai turisti di visitare la bellissima periferia di Jesi e l’uscita  di Civitanova dell’A14  nella giornata del 1 maggio in alternativa alla classica gita “fuoriporta”. I lavoratori del commercio non offrono un servizio minimo essenziale alla cittadinanza ed hanno il  diritto di garantirsi il godimento di una festività a così alto valore sociale alla stregua di tutti gli altri lavoratori di un paese quale il nostro che ha scelto proprio di porre il  lavoro a fondamento della Repubblica. Lo stesso appellarsi ad una esigenza di rilanciare il commercio in un contesto di pesante crisi economico-finanziaria quale quello attuale, attraverso l’aumento delle occasioni di acquisto è del tutto strumentale. Il lavoro domenicale e festivo nel settore non crea nuova occupazione,  ma maggiori carichi di lavoro per chi già il lavoro lo ha e con un trattamento economico retributivo che sicuramente non è tale da favorire l’aumento dei consumi. La stessa scelta dell’Anci di spingere per una liberalizzazione delle aperture non favorirà né il lavoro né i consumatori che, intervistati da società specializzate come la stessa Cermes Bocconi,  nel 2006 quando l’economia sicuramente era meno dissestata e i dati sull’occupazione facevano registrare un segno positivo, si dichiaravano per il 51 per cento non intenzionati a variare in caso di aperture tutto l’anno il proprio giorno dedicato alla spesa. La sentenza di sospensiva del TAR delle Marche, che si riferisce  ad una specifica ordinanza, non può certo essere considerata il “lascia passare” per ogni violazione di legge. Il TAR ha infatti ritenuto di sospendere l’ordinanza del Comune di Porto San Giorgio perché da un sommario esame emergevano elementi di fondatezza con riguardo alla contrarietà alla normativa comunitaria e alla incostituzionalità di quella legge regionale (la 16/2010) che ha modificato il testo unico del commercio proprio su spinta dei Comuni. Nel rispetto di quella dignità della vita umana a cui fa riferimento la stessa conferenza episcopale marchigiana preoccupata per l’aumentare delle aperture domenicali dei centri commerciali e dei negozi, riteniamo che i comuni e gli operatori commerciali delle Marche possano resistere almeno il primo maggio alle pressioni di operatori commerciali preoccupati di aumentare i propri fatturati e non certo quella buona e nuova occupazione di cui i marchigiani hanno davvero bisogno. 30 aprile 2011                            FISASCAT CISL MARCHE   Selena Soleggiati
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30/04/2011 Apertura negozi 1° Maggio: è ancora bagarre
COMUNICATO STAMPA  PRIMO MAGGIO E’ ancora bagarre sulla applicazione della legge regionale che regolamenta le apertura nei giorni di festa e la domenica. Nonostante le chiare disposizioni di legge che subordinano l’apertura  dei negozi nel giorno del 1 maggio e  di altre quattro festività (Natale 26 dicembre, 25 aprile 1 gennaio e Pasqua)  alla sussistenza di eventi e manifestazioni  di particolare rilevanza, alla delimitazione delle aperture alle sole vie  interessate dall’evento  e alla presentazione di apposita richiesta alla commissione regionale, alcuni comuni ed operatori commerciali hanno deciso di aprire  proprio nel giorno in cui l’Italia festeggia il lavoro e i lavoratori. Il Comune di Porto Sant’Elpidio guidato dallo stesso presidente dell’Anci  regionale che  ha deciso di presentare nuovamente la richiesta di liberalizzare le aperture domenicali e festive , ha infatti deciso di concedere  con apposita ordinanza,  la facoltà  di aprire il 1 maggio a tutti gli esercizi di vendita al  dettaglio operanti nell’intero territorio comunale nonostante la richiesta fosse stata accolta dalla commissione regionale  per la sola zona del lungomare. Anche alcuni operatori commerciali  in perfetta autonomia ed in regime di “autodisciplina” magari confidando sull'assenza di controlli, hanno deciso di  aprire per offrire, come nel caso del Mercatone Uno di Jesi e Civitanova Marche,  la  possibilità ai turisti di visitare la bellissima periferia di Jesi e l’uscita  di Civitanova dell’A14  nella giornata del 1 maggio in alternativa alla classica gita “fuoriporta”. I lavoratori del commercio non offrono un servizio minimo essenziale alla cittadinanza ed hanno il  diritto di garantirsi il godimento di una festività a così alto valore sociale alla stregua di tutti gli altri lavoratori di un paese quale il nostro che ha scelto proprio di porre il  lavoro a fondamento della Repubblica. Lo stesso appellarsi ad una esigenza di rilanciare il commercio in un contesto di pesante crisi economico-finanziaria quale quello attuale, attraverso l’aumento delle occasioni di acquisto è del tutto strumentale. Il lavoro domenicale e festivo nel settore non crea nuova occupazione,  ma maggiori carichi di lavoro per chi già il lavoro lo ha e con un trattamento economico retributivo che sicuramente non è tale da favorire l’aumento dei consumi. La stessa scelta dell’Anci di spingere per una liberalizzazione delle aperture non favorirà né il lavoro né i consumatori che, intervistati da società specializzate come la stessa Cermes Bocconi,  nel 2006 quando l’economia sicuramente era meno dissestata e i dati sull’occupazione facevano registrare un segno positivo, si dichiaravano per il 51 per cento non intenzionati a variare in caso di aperture tutto l’anno il proprio giorno dedicato alla spesa. La sentenza di sospensiva del TAR delle Marche, che si riferisce  ad una specifica ordinanza, non può certo essere considerata il “lascia passare” per ogni violazione di legge. Il TAR ha infatti ritenuto di sospendere l’ordinanza del Comune di Porto San Giorgio perché da un sommario esame emergevano elementi di fondatezza con riguardo alla contrarietà alla normativa comunitaria e alla incostituzionalità di quella legge regionale (la 16/2010) che ha modificato il testo unico del commercio proprio su spinta dei Comuni. Nel rispetto di quella dignità della vita umana a cui fa riferimento la stessa conferenza episcopale marchigiana preoccupata per l’aumentare delle aperture domenicali dei centri commerciali e dei negozi, riteniamo che i comuni e gli operatori commerciali delle Marche possano resistere almeno il primo maggio alle pressioni di operatori commerciali preoccupati di aumentare i propri fatturati e non certo quella buona e nuova occupazione di cui i marchigiani hanno davvero bisogno. 30 aprile 2011                            FISASCAT CISL MARCHE   Selena Soleggiati
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30/04/2011 Apertura negozi 1° Maggio: è ancora bagarre
COMUNICATO STAMPA  PRIMO MAGGIO E’ ancora bagarre sulla applicazione della legge regionale che regolamenta le apertura nei giorni di festa e la domenica. Nonostante le chiare disposizioni di legge che subordinano l’apertura  dei negozi nel giorno del 1 maggio e  di altre quattro festività (Natale 26 dicembre, 25 aprile 1 gennaio e Pasqua)  alla sussistenza di eventi e manifestazioni  di particolare rilevanza, alla delimitazione delle aperture alle sole vie  interessate dall’evento  e alla presentazione di apposita richiesta alla commissione regionale, alcuni comuni ed operatori commerciali hanno deciso di aprire  proprio nel giorno in cui l’Italia festeggia il lavoro e i lavoratori. Il Comune di Porto Sant’Elpidio guidato dallo stesso presidente dell’Anci  regionale che  ha deciso di presentare nuovamente la richiesta di liberalizzare le aperture domenicali e festive , ha infatti deciso di concedere  con apposita ordinanza,  la facoltà  di aprire il 1 maggio a tutti gli esercizi di vendita al  dettaglio operanti nell’intero territorio comunale nonostante la richiesta fosse stata accolta dalla commissione regionale  per la sola zona del lungomare. Anche alcuni operatori commerciali  in perfetta autonomia ed in regime di “autodisciplina” magari confidando sull'assenza di controlli, hanno deciso di  aprire per offrire, come nel caso del Mercatone Uno di Jesi e Civitanova Marche,  la  possibilità ai turisti di visitare la bellissima periferia di Jesi e l’uscita  di Civitanova dell’A14  nella giornata del 1 maggio in alternativa alla classica gita “fuoriporta”. I lavoratori del commercio non offrono un servizio minimo essenziale alla cittadinanza ed hanno il  diritto di garantirsi il godimento di una festività a così alto valore sociale alla stregua di tutti gli altri lavoratori di un paese quale il nostro che ha scelto proprio di porre il  lavoro a fondamento della Repubblica. Lo stesso appellarsi ad una esigenza di rilanciare il commercio in un contesto di pesante crisi economico-finanziaria quale quello attuale, attraverso l’aumento delle occasioni di acquisto è del tutto strumentale. Il lavoro domenicale e festivo nel settore non crea nuova occupazione,  ma maggiori carichi di lavoro per chi già il lavoro lo ha e con un trattamento economico retributivo che sicuramente non è tale da favorire l’aumento dei consumi. La stessa scelta dell’Anci di spingere per una liberalizzazione delle aperture non favorirà né il lavoro né i consumatori che, intervistati da società specializzate come la stessa Cermes Bocconi,  nel 2006 quando l’economia sicuramente era meno dissestata e i dati sull’occupazione facevano registrare un segno positivo, si dichiaravano per il 51 per cento non intenzionati a variare in caso di aperture tutto l’anno il proprio giorno dedicato alla spesa. La sentenza di sospensiva del TAR delle Marche, che si riferisce  ad una specifica ordinanza, non può certo essere considerata il “lascia passare” per ogni violazione di legge. Il TAR ha infatti ritenuto di sospendere l’ordinanza del Comune di Porto San Giorgio perché da un sommario esame emergevano elementi di fondatezza con riguardo alla contrarietà alla normativa comunitaria e alla incostituzionalità di quella legge regionale (la 16/2010) che ha modificato il testo unico del commercio proprio su spinta dei Comuni. Nel rispetto di quella dignità della vita umana a cui fa riferimento la stessa conferenza episcopale marchigiana preoccupata per l’aumentare delle aperture domenicali dei centri commerciali e dei negozi, riteniamo che i comuni e gli operatori commerciali delle Marche possano resistere almeno il primo maggio alle pressioni di operatori commerciali preoccupati di aumentare i propri fatturati e non certo quella buona e nuova occupazione di cui i marchigiani hanno davvero bisogno. 30 aprile 2011                            FISASCAT CISL MARCHE   Selena Soleggiati
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28/04/2011 Vicenda Merloni: richiamo alla responsabilità
DICHIARAZIONE Siamo entrati nella fase più decisiva per la complessa vicenda dell’Antonio Merloni. Serve una dose ancora maggiore di responsabilità da parte di tutti i soggetti coinvolti, per evitare ulteriori tensioni, confusioni, illusioni ai lavoratori già duramente provati da questo lungo periodo di attesa. Dobbiamo tutti attenerci ai fatti reali al momento attuale, e valutare eventualmente le novità che dovessero intervenire. L’obiettivo del sindacato è valorizzare ogni ipotesi che dia garanzia di serietà imprenditoriale e del progetto industriale e di significativi risultati occupazionali. Ci auguriamo tempi stretti per la valutazione delle offerte vincolanti presentate e l’utilizzo di tutti gli strumenti (a partire dall’Accordo di programma) utili a creare lavoro e a ridare possibilità di sviluppo alle aree colpite dalla crisi della Antonio Merloni. Sollecitiamo istituzioni, istituti di credito, forze politiche e sociali a collaborare tutti in questa direzione. 28 aprile 2011                                  Stefano Mastrovincenzo Cisl Marche Il Comunicato Stampa con la dichiarazione di Anna Trovò, Segretario Generale FIM CISL
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21/04/2011 Poste: continua la chiusura degli uffici postali
http://www.scribd.com/doc/53522251/Comunicato-Stampa-Slp-Cisl-slc-Cgil
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15/04/2011 Incidente mortale Quadrilatero: indetto sciopero di otto ore.
La Rassegna Stampa: Corriere Adriatico, C.Adriatico, Il Messaggero, Il Resto del Carlino
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07/04/2011 «Non si può scherzare col futuro dei lavoratori»
COMUNICATO STAMPAIn merito alle due proposte pervenute oggi per l’acquisto dell’azienda di elettrodomestici Antonio Merloni, è necessario che la volontà degli investitori che hanno presentato le offerte relativamente all’ intero perimetro ad oggi invenduto  si concretizzi completandole col versamento della cauzione nei prossimi giorni. Questo consentirebbe l’avvio della trattativa per la cessione. In questa fase è peraltro necessario il massimo supporto delle istituzioni locali e del sistema del credito. Non si può scherzare col futuro del lavoro e del reddito delle tante persone coinvolte.Roma, 6 Aprile  2011                                        Ufficio Stampa Fim CislLa Rassegna Stampa: Corriere Adriatico
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07/04/2011 Offerte per acquisto dell' azienda Antonio Merloni
Leggi la Rassegna stampa: Corriere Adriatico Il Messaggero
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30/03/2011 Sciopero dei trasporti
Scarica il documentoFederazione Italiana Trasporti  (LINK)
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30/03/2011 Vitaviva, i lavoratori bocciano il piano aziendale
Riuniti in assemblea i dipendenti di Vitaviva srl hanno duramente contestato il piano commerciale di risanamento presentato dalla direzione dell’azienda, che produce vasche e docce idromassaggio a Castelraimondo.  Secondo i lavoratori il piano, oltre a contenere misure inefficaci ed investimenti insufficienti, contrasta apertamente con gli impegni che la direzione aziendale aveva sottoscritto  per il risanamento e la tutela dei lavoratori nell’aprile dello scorso anno, quando l’azienda, di proprietà della Villeroy e Boch, venne salvata grazie all’acquisizione da parte della tedesca Certina Construction.  Sotto accusa in particolare la decisione di dividere Vitaviva in diverse realtà societarie che, “spezzettando” l’azienda, penalizzerà di fatto la maggioranza dei lavoratori.  Forte è il sospetto, secondo lavoratori e rappresentanti sindacali  che la proprietà non intenda mantenere sul territorio questa realtà produttiva, già negli anni scorsi duramente colpita da riduzioni del personale e da un reale impoverimento strutturale e professionale. Da qui il tentativo di defilarsi nel modo più rapido ed indolore solo per mantenere l’immagine della multinazionale.  A fronte di ciò i lavoratori chiedono Il coinvolgimento delle istituzioni e invitano le amministrazioni comunali e provinciali a farsi carico e condividere la responsabilità sociale di questa delicata vertenza e delle possibili conseguenze per il lavoro e la vita dei lavoratori coinvolti.
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28/03/2011 Acqua rifiuti e gas, tavola rotonda a Macerata
Acqua gas, rifiuti e non solo. Parlare di servizi pubblici essenziali significa affrontare temi che attengono ai diritti fondamentali della persona con implicazioni economiche importanti e con conseguenti responsabilità pubbliche nell’erogazione delle prestazioni. La Cisl di Macerata lo ha fatto in una tavola rotonda che si è svolta giovedì 24 marzo all’Istituto Agrario “G. Garibaldi” di Macerata.L’occasione è offerta dall’ormai prossima scadenza, il 31 dicembre 2011, del termine per la cessazione di tutti gli affidamenti diretti dei servizi in questione dai Comuni alle loro società municipalizzate.  Il "Decreto Ronchi" prevede che i servizi dovranno essere affidati attraverso bandi di gara ai quali potrà partecipare qualsiasi soggetto d’impresa italiano o europeo, pubblico o privato. L’unico modo per evitare la gara è che la società municipalizzata che gestisce il servizio si apra alla presenza di un socio privato gestore, a sua volta individuato con gara pubblica, che dovrà partecipare ad una quota non inferiore al 40% del capitale sociale.Forte è il rischio che subentrino grandi società, magari estere, e che vengano solleticati gli appetiti della criminalità organizzata. "Per questo - sostiene Marco Ferracuti, Segretario generale della Cisl di Macerata -sarebbe preferibile una grande azienda provinciale, vicina al territorio e più sensibile alle sue necessità". Su questo tema preoccupa il silenzio assordante di istituzioni e forze politiche, che la Cisl di Macerata ha invitato ad aprire un confronto e una discussione pubblica aperta e trasparente. La scelta tra l’una o l’altra soluzione – ha spiegato l’Avvocato Alessandro Lucchetti, Docente dell’Università di Macerata – dipende dalla volontà del soggetto gestore di partecipare ad una o più gare, aprendosi anche alla competizione nazionale, nel qual caso metterà a gara l’intero servizio, o di rinchiudersi nel proprio territorio aprendosi alla partecipazione al capitale di un socio privato.Sulla necessità di superare la grande frammentazione esistente nella gestione dei servizi pubblici concordano le amministrazioni comunali di Macerata e Civitanova Marche, che circa venti giorni fa hanno aperto un tavolo con quelle di Tolentino e San Severino per cercare di capire se e quali servizi si possono provare a gestire insieme.A tenere banco è anche la spinosa  questione dell’acquisizione della Smea, azienda municipalizzata maceratese, da parte del Cosmari, il Consorzio provinciale per lo smaltimento dei rifiuti. Sul tema, il Sindaco di Macerata Romano Carancini ha invitato tutti ad una scelta coraggiosa. «Non chiudere ora questa vicenda – ha affermato Carancini - sarebbe una ferita grave.  Noi non faremo barricate ma non ci faremo nemmeno mettere al muro».In un quadro di normativo già incerto mancano regole ancora da scrivere, come una legge regionale che individui il soggetto titolare del potere di operare questa scelta importante. In proposito è polemico  l’Assessore regionale con delega ai servizi pubblici Antonio Canzian, secondo cui il “Decreto Ronchi” non attua affatto la normativa comunitaria, come erroneamente si vuol far credere. Al contrario esso rappresenta una precisa scelta politica di ridimensionamento del ruolo del soggetto pubblico e di sostegno della privatizzazione della gestione dei servizi.  «Non si può scindere la proprietà formale delle reti dalla gestione del servizio – afferma Canzian – perché il vero proprietario dell’acqua sarà il gestore”.Il ritardo della Regione nel formulare una proposta legislativa, secondo Canzian, è dovuto anche dalla necessità di conoscere gli esiti del referendum abrogativo dell’art. 23 bis, che in caso di accoglimento farebbe cadere tutta la normativa vigente sui servizi pubblici.Sul tema dei servizi pubblici locali, secondo il  Segretario generale della Cisl Marche Stefano Mastrovincenzo, si è vicini al  punto di rottura del campanilismo marchigiano. In un contesto reso difficile dalla crisi economica le amministrazioni comunali sono in difficoltà per la riduzione dei trasferimenti dallo Stato e tantissimi cittadini chiedono al sindacato di intervenire contro il distacco delle utenze. L’obiettivo, secondo Mastrovincenzo, è garantire servizi efficienti a costi sostenibili, valorizzando il territorio e garantendo trasparenza e controllo attraverso spazi di partecipazione del sindacato e delle associazioni dei consumatori ai comitati interni alle grandi società municipalizzate. «Il sindacato – ha concluso il Segretario generale della Cisl Marche – è disponibile a dare una mano per favorire le aggregazioni, ad esempio creando ambiti provinciali. Vanno evitate però scelte mirate solo a fare cassa e va creata, con legge regionale, un’autority di controllo con poteri sanzionatori e clausole sociali per la salvaguardia dei lavoratori».LEGGI LA RASSEGNA STAMPA SUL CONVEGNOASCOLTA LA REGISTRAZIONE RADIOFONICA DEL CONVEGNOhttp://www.youtube.com/watch?v=Pxz0AYf0foE
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21/03/2011 Servizi pubblici, in arrivo una rivoluzione
 Si svolgerà oggi alle ore 15.00 presso l’istituto agrario di Macerata, la tavola rotonda organizzata dalla Cisl di Macerata sul tema “La riforma dei servizi pubblici essenziali, rischi e opportunità per la gestione di acqua rifiuti e gas” (SCARICA LA LOCANDINA DEL CONVEGNO).  Un’importante occasione per affrontare il tema dei servizi pubblici a rilevanza economica, nella gestione dei quali la Cisl denuncia un’eccessiva  frammentazione. «Basti pensare – sostiene il  Segretario generale Marco Ferracuti – che per la gestione del servizio idrico, nella nostra provincia, abbiamo ben 8 diverse aziende. La frammentazione impedisce di realizzare quelle economie di scala che invece consentirebbero di conseguire importanti risparmi di gestione, dai quali si ricaverebbero risorse da investire in  nuovi servizi o nel miglioramento dell’efficienza dei servizi già gestiti. In ogni caso si tratta di una situazione destinata ad essere superata. L’art. 23 bis della legge 133 del 2008 stabilisce che, alla data del 31 dicembre 2011, cesseranno tutte le gestioni di servizi pubblici a rilevanza economica nei confronti di società totalmente pubbliche controllate dai Comuni (gestione cosidetta “in house”). I servizi dovranno quindi essere affidati a soggetti individuati attraverso procedure ad evidenza pubblica. La gara potrà essere evitata dai gestori attuali solo facendo subentrare nel loro capitale sociale, con una quota non inferiore al 40%, soggetti privati a loro volta individuati con gara ad evidenza pubblica, che dovranno poi gestire il servizio.  «Le implicazioni che derivano da questa nuova normativa – afferma Ferracuti – hanno i contorni di una vera e propria rivoluzione ». Il rischio è che le grandi aziende nazionali o multinazionali che già operano in questi settori cerchino di subentrare nella gestione dei servizi vincendo le gare pubbliche. Le implicazioni che ne deriverebbero per la tutela dei lavoratori e degli utenti, in termini di contratti collettivi applicati e di trattamento economico e normativo, nonché di qualità dei servizi erogati, sarebbero enormi. Una gestione lontana dal territorio, oltre che meno attenta alle esigenze locali, sarebbe difficile da controllare e sicuramente sarebbe meno propensa a reinvestire gli utili di gestione sul territorio stesso. Il 31 dicembre è vicino e le istituzioni e le forze politiche locali sembrano quantomeno distratte, quando non direttamente inerti. A ridosso della scadenza sarà più difficile prendere le decisioni migliori. Senza contare che la preparazione delle gare, che dovranno essere gare europee, sarà difficile e costosa per i nostri enti locali, già duramente provati dalla manovra finanziaria e dalla legge di stabilità. «Questa iniziativa – conclude il Segretario generale della Cisl - vuole quindi rappresentare un’occasione per aprire una riflessione pubblica su scelte importanti, che bisogna prendere con rapidità  e decisione, e che incideranno profondamente sulla qualità della vita di tantissimi cittadini e lavoratori». Ascolta lo SPOT RADIOFONICO
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14/03/2011 "La legge del più forte non vince sulla legge dello Stato"
Il Consiglio Provinciale di Ascoli Piceno venerdì 10 marzo all'ordine del giorno presenta la mancata riammissione in fabbrica di 8 dipendenti della Pfizer di Ascoli Piceno, nonostante la sentenza del Giudice competente ne abbia stabilito il reintegro sul posto di lavoro dopo un licenziamento ritenuto perciò arbitrario. Al consiglio provinciale viene chiesto di esprimere in modo formale solidarietà ai lavoratori, “condannare" l’atteggiamento elusivo dalla Pfizer nei confronti dei propri dipendenti reintegrati al lavoro dal Giudice competente” e “impegnare" la Giunta Provinciale ad intraprendere tutte le opportune iniziative che possano contribuire ad una positiva risoluzione di questa vicenda. "C'è una sentenza del Tribunale e le regole vanno rispettate. Non può vincere la legge del più forte sulla legge dello Stato - ha detto Massimo Rossi, Presidente della Provincia di Ascoli Piceno, presentando l'Ordine del giorno - e il Consiglio deve esprimere solidarietà agli otto reintegrati, almeno per dare un segnale forte". Affermano i firmatari dell’ordine del giorno: “Questo atteggiamento dell’azienda, che dal 3 Gennaio scorso retribuisce gli otto lavoratori tenendoli fuori dalla produzione, oltre a disattendere una precisa disposizione di un Tribunale della Repubblica Italiana lede profondamente la dignità degli stessi lavoratori. Va ricordato che la Pfizer, multinazionale americana operante in campo farmaceutico, occupando circa 630 dipendenti, è la più grande azienda del territorio della provincia di Ascoli Piceno ed è oggi leader nel mercato farmaceutico mondiale raggiungendo nel 2007 un fatturato di 48,4 miliardi di dollari e che lo stabilimento di Ascoli Piceno, nato nel 1972 è l’unico, a livello mondiale, a produrre un nuovo farmaco per la cura dei tumori del tratto gastrointestinale”.
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14/03/2011 Il 17 marzo non è festa per tutti
COMUNICATO STAMPA In occasione delle celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, il 17 marzo 2011, solo per quest’anno, è stato proclamato festa nazionale.Il Capo dello Stato e il Presidente del Consiglio hanno stabilito, di comune accordo, che le scuole e gli uffici resteranno chiusi per onorare quest’importante evento. Quindi tutti gli uffici della Regione, dei Comuni, degli Enti Pubblici e delle aziende private resteranno chiusi. Gli esercizi commerciali no!!!!! Le norme che regolamentano le deroghe alle aperture domenicali e festive non permettono la possibilità di tenere aperti gli esercizi commerciali. Inoltre, le norme contrattuali prevedono, in caso di festività, che i lavoratori possano astenersi dal prestare la propria attività. La Regione Marche ha però intenzione di concedere una deroga per consentire l’apertura di negozi e strutture della grande distribuzione. Concedere la deroga è un atto grave che, oltre a mortificare quanto stabilito dal Capo dello Stato e dal Governo, viola la legge regionale sul commercio. Per questi motivi chiediamo che il 17 marzo 2011 sia giornata di Festa a tutti gli effetti con la conseguente chiusura di tutte le attività commerciali. FILCAMS CGIL FISASCAT CISL UILTUCS UIL CGIL CISL UIL MARCHE
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12/03/2011 Chiusi due Corsi all’Università di Urbino
Dal 2011 l’Università di Urbino avrà due corsi di Laurea in meno. Verranno chiusi Moda ed Editoria, mentre altri sette corsi a rischio verranno trasformati in insegnamenti interni ad altri corsi di laurea. La decisione è stata resa necessaria dal Decreto Gelmini, che per dimezzare il numero dei corsi di laurea attualmente attivati nel paese – circa 5.000, molti dei quali senza un adeguato numero di studenti - stabilisce nuovi e più rigidi criteri per l’attivazione dei corsi, che devono avere un numero minimo di “docenti strutturati”. A farne le spese sono stati i corsi a bassa numerosità di studenti. «Non si tratta di una chiusura ma di una riorganizzazione – sostiene Tiziano Mancini, responsabile delle relazioni pubbliche dell’Ateneo – resa necessaria da una normativa stringente alla quale abbiamo cercato di dare attuazione conservando la qualità complessiva dell’offerta didattica, spostando le discipline ma salvaguardando gli insegnamenti. Certamente rimane centrale il problema dei finanziamenti, senza i quali sarà difficile mantenere l’offerta formativa e attirare nuovi studenti ad Urbino». Circa 14.400 ragazzi studiano oggi all’Università “Carlo Bo”, una dei più antichi e prestigiosi atenei europei. L’offerta didattica per l’anno 2010-2011 prevede 10 Facoltà e 36 Corsi di laurea di 21 diverse tipologie. Salvata dal fallimento nel 2006 attraverso un decreto che l’ha statalizzata, ancora oggi l’Università rimane sotto finanziata rispetto ad Atenei vicini come quello di Ancona, dove si investono oggi circa 15 milioni in ricerca contro i 650 mila di Urbino. La decisione di rivedere l’offerta formativa è una via obbligata anche per rispondere alle difficoltà dovute ai pensionamenti non sostituiti e alle conseguenti difficoltà dei corsi in termini di docenti dedicati. «Questo perché – spiega Luigi Cucchiarini, responsabile della Cisl Università - la spesa per il personale, che non dovrebbe superare il 90% dei finanziamenti statali, sfonda invece il 100%. Di conseguenza, per quest’anno, non possiamo assumere nessuno e possiamo contare su circa 2,5 milioni di € in meno». «La situazione è delicata – prosegue Cucchiarini – anche perché il corso di Moda era qualificante e se non riusciremo a far capire al Ministero che siamo sotto finanziati, per gli anni successivi ci saranno nuovi tagli sui corsi». Intanto protestano i ragazzi dell’Assemblea permanente degli studenti, che radunati nell’Aula Magna del rettorato hanno contestato al Rettore, Prof. Pivato, di non aver fatto abbastanza per contrastare la riforma Gelmini, le cui ripercussioni sull’Ateneo sarebbero ben più gravi di quelle illustrate dal rettore. Proprio quest’ultimo, nella conferenza stampa del 10 marzo, ha invitato tutti a non farsi prendere dal panico sostenendo che «pur cambiando i contenitori, rimane inalterata la qualità e la tradizione della ricerca e della formazione dell’Università di Urbino dove “è andata meglio” rispetto ad altri Atenei» Nessun allarme comunque per gli studenti che stanno frequentando Moda ed Editoria. I corsi verranno portati a termine anche se per il futuro si prevede la trasformazione in master con il sostegno di alcune imprese locali.
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02/03/2011 Dalla crisi si può uscire contrattando
Si è svolto martedì 1 marzo, all’Ente Fiera di Civitanova Marche, il convegno “Contrattare è il nostro mestiere, dal territorio a Mirafiori” organizzato dalla Cisl e dalla Fim (Federazione Italiana Metalmeccanici) delle Marche. Tante e importanti le tematiche affrontate dal convegno moderato dal Segretario generale della Cisl di Macerata Marco Ferracuti e anticipate in una conferenza stampa svolta nella mattinata di martedì (leggi gli articoli pubblicati da Il Resto del Carlino, il Corriere Adriatico e il Messaggero) La crisi del settore metalmeccanico. Del settore metalmeccanico, uno dei più colpiti dalla crisi che dal 2008 ha sconvolto il mondo della produzione e del lavoro, ha parlato il Segretario della Fm Marche Leonardo Bartolacci, secondo il quale «i numeri dimostrano una crisi strutturale, rispetto alla quale i timidi segnali di ripresa che si registrano sono poco credibili». Le priorità, secondo Bartolacci sono la salvaguardia dei posti di lavoro e lo sviluppo della contrattazione integrativa per creare un sistema di welfare aziendale».I limiti del modello marchigiano. Il prof. Marco Cucculelli, docente di Economia applicata all’Università politecnica delle Marche, ha parlato del modello marchigiano, delle sue potenzialità e dei suoi limiti. «L’organizzazione per distretti – secondo Cucculelli – ha disaggregato il processo produttivo consentendo la presenza di piccolissime imprese competitive sul versante del costo del lavoro e del prezzo dei prodotti». Un modello che non regge più il confronto con la concorrenza internazionale imposta dalla globalizzazione. Per il prof. Cucculelli «servono nuovi prodotti, che di solito sono proposti da imprese nuove, meglio ancora se di medie dimensioni. E’ un rischio poi abbandonare i settori tradizionali, per quanto maturi, per puntare tutto su settori nuovi senza valutare prima se esistono o meno le condizioni necessarie a svilupparli».L'importanza della partecipazione. Di partecipazione ha parlato il Direttore provinciale del Lavoro di Macerata Pierluigi Rausei, per il quale «esistono vari livelli di relazioni sindacali: quello partecipativo è il livello più alto, e va realizzato stringendo relazioni più forti tra istituzioni e forze sociali».  Partecipare, secondo Rausei significa migliorare il trattamento dei lavoratori, attraverso accordi quadro territoriali sulla produttività e sulla formazione, condizione necessaria per innovare aumentando il valore aggiunto delle nostre imprese».La concertazione istituzionale. Il Segretario generale della Cisl Marche Stefano Mastrovincenzo ha offerto una panoramica degli accordi territoriali che, ad ogni livello, il sindacato ha firmato con le istituzioni locali. Secondo Mastrovincenzo «così come la contrattazione, anche la concertazione territoriale è uno strumento anticrisi con il quale abbiamo cercato di far respirare l’azione sindacale attraverso misure di sostegno delle famiglie più colpite dalla crisi». In presenza di minori risorse il sindacato ha cercato di ridefinire i bisogni sulla base delle priorità fatte emergere dalla crisi. Il risultato è una voluminosa mole di accordi, regionali, provinciali e comunali, che spaziano dalla salvaguardia del potere d’acquisto di redditi e pensioni all’accesso ai servizi, dalle misure anticrisi al contenimento del costo dei servizi educativi e sociali, dai contributi alle famiglie ai voucher per la formazione e la riqualificazione professionale.Contrattare per uscire dalla crisi. Nelle conclusioni il Segretario della Fim Nazionale Bruno Vitali ha affrontato la questione dell’accordo  di Mirafiori, vicenda dalla quale emergono l’impreparazione della politica, i limiti dell’informazione nazionale e la mancanza di una strategia industriale di lungo periodo. Riprendendo il tema della partecipazione Vitali sostiene che «dalla crisi si può uscire solo contrattando, cioè entrando nel merito dell’organizzazione del lavoro e della gestione delle azienda, anche partecipando un domani ai Consigli di Amministrazione delle multinazionali, dalle quali di fatto dipendono i processi di globalizzazione».http://www.youtube.com/watch?v=1lJHg-lCaN4
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18/02/2011 Eurostar Ancona-Pescara: collegamenti a rischio
«Un ulteriore schiaffo di Trenitalia ai marchigiani.  Uno schiaffo che potrebbe arrivare entro il prirmo marzo 2011.»  Lo segnala Roberto Ascani, Segretario Generate della Fit-Cisl delle Marche, secondo il quale è prevista la soppressione di  ES city da Pescara ad Ancona e viceversa. Si lascerà in questo modo scoperto il  Sud della nostra regione,  mettendo a rischio i collegamenti, servizio indispensabile per i pendolari. La tratta Ancona - Pescara rappresenta tra l'altro l' unica rete per raggiungere in tempi brevi Milano ed altre importanti  città del Nord. Per Ascani la decisione "che sta per essere presa dai vertici di Trenitalia denota quanta poca attenzione ci sia per la comunità regionale. Le ferrovie operano tagli sui treni per carenza di organici, senza affrontare il problema occupazionale. La Cisl chiede a Trenitalia di invertire la tendenza in atto e alle istituzioni e alla classe politica regionale attenzione affinchè si intervenga  per non penalizzare ulteriormente  i cittadini e le imprese del nostro territorio.
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18/02/2011 Aperture domenicali: intervista a Selena Soleggiati
http://www.youtube.com/watch?v=0oEPXU6i-vY
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17/02/2011 La Pfizer è inandempiente. I lavoratori vanno reintegrati.
«Un comportamento altamente scorretto e penalmente rilevante» questa la denuncia di Sergio Gigli Segretario nazionale della FEMCA CISL sul caso Pfizer degli otto dipendenti licenziati e reintegrati dal tribunale del lavoro, ma mai riassunti dall'azienda. L'azienda sostiene che quelle otto posizioni non ci sono più. «Questa è una sciocchezza perchè di posti di lavoro dove impiegarli ce ne sono a centinaia - sostiene il segretario nazionale - e avevamo dato disponibilità  di trovare soluzioni condivise. Non ho rilevato alcuna volontà da parte dell'azienda di aprire un dialogo o cercare una soluzione, nonostante le sollecitazioni ad un incontro con l'anninistratore delegato di Pfizer Italia». «La Pfizer si sta muovendo all'infuori delle norme stabilite dalla legge - denuncia Gigli- chiediamo che gli 8 dipendenti vengano immediatamente reintegrati sul posto di lavoro. C'e una denuncia fatta dai lavoratori e ci sono verbali redatti dai Carabinieri e dalI'Ufficio provinciale del lavoro.  Se non avremo risposte dall'Azienda torneremo dal giudice per chiedere una decisione di reintegro "forzoso" anche contro la volontà della Pfizer». Ma la Cisl va oltre. II sindacato avrebbe depositato presso la Procura della Repubblica una denuncia preventiva contro I'Azienda per inadempienza nell'applicazione di una sentenza del giudice del lavoro, «chiediamo che I'Azienda venga giudicata per come si cornporta e oggi diciamo chiaramente che la Pfizer si sta muovendo al di fuori delle norne sul diritto del lavoro e con rilevanza penale». Nei prossimi giorni in un incontro la Pfizer presenterà all''Associazione degli industriali e ai sindacati  il programma produttivo che l'azienda  intende realizzare per il 2011 e, soprattutto, il budget di investimenti che metterà in campo sia per lo sviluppo produttivo che per i lavoratori.
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26/01/2011 Mirafiori, la Cisl di Macerata dice si
L’accordo per lo stabilimento di Mirafiori firmato tra Fiat e sindacati metalmeccanici - con l’eccezione della Fiom - e approvato con referendum dai lavoratori, ha tenuto con il fiato sospeso il mondo produttivo e del lavoro italiano. Una vicenda complessa e delicata che ha visto premiati il coraggio e la responsabilità dei lavoratori che hanno scelto di scommettere sul futuro della più grande impresa privata italiana e su quello di un’intera comunità.  La Cisl di Macerata dice si all’accordo di Mirafiori, così come ha detto si a quello di Pomigliano. La crisi economica sta trasformando il mondo nel quale siamo abituati a vivere. Questo richiede a tutti lo sforzo di un cambiamento che è prima di tutto culturale. Le regole della competizione globale impongono il recupero di produttività e competitività a tutto il sistema Italia. Servono nuove regole sindacali che, senza ridurre i diritti, contribuiscano ad aumentare la qualità delle prestazioni e delle competenze delle risorse umane, in vista di una concreta partecipazione del lavoro alle decisioni strategiche dell’impresa. Il dibattito sui diritti dei lavoratori non può essere catalizzato ed esaurito dalla vicenda di Mirafiori, i cui dipendenti, pur svolgendo un lavoro logorante com’è quello della catena di montaggio, erano e restano dei privilegiati. Se applicassimo il tanto vituperato accordo ai dipendenti delle imprese metalmeccaniche maceratesi, questi vedrebbero nettamente migliorate le loro condizioni di lavoro. Prendiamo ad esempio la pausa giornaliera, che l’accordo riduce da 70 a 60 minuti. Ad ogni modo è molto di più di quanto non possa godere un qualsiasi operaio delle nostre fabbriche dove, salvo rare eccezioni, non si fanno più dei 30 minuti di pausa previsti dal contratto collettivo nazionale. Pensiamo anche ai tanti dipendenti delle imprese del settore manifatturiero maceratese, impegnati da ritmi pressanti e da condizioni difficili, spesso anche privi della possibilità di svolgere attività sindacale nei luoghi di lavoro Mirafiori è stata caricata di significati che trascendono un conflitto sindacale che, sebbene emblematico, non può e non deve essere trasformato in uno scontro politico sulle sorti di un paese, tirando impropriamente in ballo questioni di libertà e di democrazia. E’ questo il retaggio, purtroppo ancora attuale, di una visione ideologica del rapporto tra lavoro e capitale, che il sindacato deve superare entrando nel merito dei problemi senza rinunciare ad esercitare il proprio ruolo. E allora parliamo di quelli che sono davvero gli “anelli deboli” del sistema. Sono 2.241 i lavoratori licenziati nel 2010 solo nella nostra Provincia. Di essi, 1.591 non godono di alcuna indennità sostitutiva della retribuzione. Sono 1.288 i lavoratori che, nonostante gli incentivi previsti dall’iscrizione nelle liste di mobilità, durante il 2010 non sono riusciti a ricollocarsi e che, scaduti i termini di permanenza nelle liste, scivolano silenziosamente fuori dal mercato del lavoro. Pensiamo infine al fatto che solo l’11% delle nuove assunzioni sono a tempo indeterminato. Un esercito di precari, per lo più giovani, con carriere discontinue e scarsa copertura previdenziale. Senza un sindacato coraggioso, in grado di raccogliere le sfide della modernità senza fare barricate, non può esserci ripresa. Senza ripresa non ci sarà lavoro, e senza lavoro non esisteranno più diritti da tutelare.  Marco Ferracuti - Segretario Generale Cisl Macerata
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21/01/2011 Fincantieri: un patrimonio da non sprecare
«Fincantieri rappresenta un'eccellenza, un punto di riferimento per il lavoro e la dignità del territorio, un patrimonio da non sprecare». A parlare sono i sindacalisti del settore metalmeccanico di Ancona della Cgil, della Cisl e della Uil che hanno incontrato il Presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca durante la visita al cantiere di Ancona. Attualmente ci cono circa 200 lavoratori in cassa integrazione, ma saliranno a 550 su 590 se non verranno messe in campo azioni rapide. Praticamente significa la chiusra dello stabilimento. I delegati lamentano il tradimento delle aspettative circa una redistribuzione dei carichi di lavoro all'interno di Fincantieri e sotto questo aspetto lo stabilimento di Ancona è tra i più penalizzati in Italia. E' previsto l'arrivo dell'amministratore delegato della Fincantieri e un incontro con i sindacati per avere una situazione più aggiornata e capire come muoversi.
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19/01/2011 Le preoccupazioni delle Organizzazioni Sindacali sulla prosecuzione lavori della Quadrilatero.
COMUNICATO STAMPA FENEAL-FILCA-FILLEA Le segreterie provinciali di Fillea Cgil - Filca Cisl – Feneal Uil esprimono forte preoccupazione per la situazione in cui versa la BTP, impresa affidataria della tratta di lavori per la Quadrilatero sull’asse Perugia-Ancona, SS76, SS318. A distanza di nove mesi dall’inizio dei lavori la situazione economica aziendale appare ancora nebulosa e le prospettive incerte. Il forte indebitamento dell’impresa e la drammatica situazione finanziaria comportano ricadute immediate sulla forza lavoro, sui fornitori, sui sub affidatari e più in generale sulle condizioni di vita e di sicurezza del personale in cantiere. Ogni mese gli stipendi subiscono dei ritardi e l’acconto spettante ai lavoratori viene erogato saltuariamente. In più la scarsità di personale impone turni lavorativi ben oltre il normale orario di lavoro. Le ricadute sulla sicurezza sono ovvie ed è giusto il caso di ricordare l’incidente mortale avvenuto poco prima di Natale sulla tratta Foligno-Macerata dell’opera. Le condizioni logistiche di cantiere sono ai limiti della decenza. Tanto che a tutt’oggi non è presente nei cantieri l’infermeria, gli spogliatoi, nè un servizio navetta che consenta ai dipendenti trasferisti di raggiungere la più vicina stazione ferroviaria (Fabriano). Inoltre, i campi base non sono stati asfaltati e sono privi di servizio lavanderia. La preoccupazione si estende alle ditte subaffidatarie e ai loro dipendenti, ad oggi tutte le imprese che lavorano per la BTP hanno anticipato i trattamenti economici, senza di fatto percepire i dovuti pagamenti. Questo comporta l’aggravamento della situazione finanziara, già complicata, delle aziende del territorio e dell’indotto della zona montana. A tutto ciò si somma la scarsa trasparenza e l’inaffidabilità dell’azienda nelle relazioni sindacali, le lacune organizzative e i vizi di comunicazione che contraddistinguono il rapporto dipendente-azienda. Nel corso dei diversi mesi sono stati svolti diversi incontri con l’azienda, ma la condizioni di fondo non sono cambiate. Nel mese di dicembre le OO.SS. hanno presentato una piattaforma per il contratto integrativo di cantiere ed erano state date due date per iniziare la discussione: l’azienda ha negato la sua disponibilità rimandando a data da destinarsi il primo incontro. L’opera dovrebbe durare quattro anni, i primi mesi si è lavorato sotto organico e in condizioni emergenziali: l’auspicio è una rapida svolta nelle situazioni di cantiere, il rischio l’incancrenimento delle relazioni azienda-sindacato e azienda-lavoratore. Chiediamo, pertanto, l’intervento immediato della politica, in primis la Regione Marche, in qualità di socio della Quadrilatero per dare risposte urgente ai lavoratori e alle imprese del territorio coinvolte in questa importante opera infrastrutturale. Per questo, ribadiamo l’urgenza di istituire un tavolo tecnico, possibilmente interregionale, con l’obiettivo di monitorare tutti quei problemi di ordine  societario e finanziario. Rimangono comunque forti le nostre perplessità sul proseguo dei lavori per le obiettive difficoltà economiche-finanziarie che sta attraversando l’azienda esecutrice dei lavori. Per tutti i motivi sopraesposti i cantieri di Borgo Tufico e Cancelli hanno proclamato lo stato di agitazione, se non interverranno novità nella giornata di venerdì si andrà allo sciopero generale. 19/01/2011
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19/01/2011 Quadrilatero: è urgente istituire un tavolo tecnico
COMUNICATO STAMPALe segreterie provinciali di Fillea Cgil - Filca Cisl – Feneal Uil esprimono forte preoccupazione per la situazione in cui versa la BTP, impresa affidataria della tratta di lavori per la Quadrilatero sull’asse Perugia-Ancona, SS76, SS318. A distanza di nove mesi dall’inizio dei lavori la situazione economica aziendale appare ancora nebulosa e le prospettive incerte. Il forte indebitamento dell’impresa e la drammatica situazione finanziaria comportano ricadute immediate sulla forza lavoro, sui fornitori, sui sub affidatari e più in generale sulle condizioni di vita e di sicurezza del personale in cantiere. Ogni mese gli stipendi subiscono dei ritardi e l’acconto spettante ai lavoratori viene erogato saltuariamente. In più la scarsità di personale impone turni lavorativi ben oltre il normale orario di lavoro. Le ricadute sulla sicurezza sono ovvie ed è giusto il caso di ricordare l’incidente mortale avvenuto poco prima di Natale sulla tratta Foligno-Macerata dell’opera. Le condizioni logistiche di cantiere sono ai limiti della decenza. Tanto che a tutt’oggi non è presente nei cantieri l’infermeria, gli spogliatoi, nè un servizio navetta che consenta ai dipendenti trasferisti di raggiungere la più vicina stazione ferroviaria (Fabriano). Inoltre, i campi base non sono stati asfaltati e sono privi di servizio lavanderia. La preoccupazione si estende alle ditte subaffidatarie e ai loro dipendenti, ad oggi tutte le imprese che lavorano per la BTP hanno anticipato i trattamenti economici, senza di fatto percepire i dovuti pagamenti. Questo comporta l’aggravamento della situazione finanziara, già complicata, delle aziende del territorio e dell’indotto della zona montana. A tutto ciò si somma la scarsa trasparenza e l’inaffidabilità dell’azienda nelle relazioni sindacali, le lacune organizzative e i vizi di comunicazione che contraddistinguono il rapporto dipendente-azienda. Nel corso dei diversi mesi sono stati svolti diversi incontri con l’azienda, ma la condizioni di fondo non sono cambiate. Nel mese di dicembre le OO.SS. hanno presentato una piattaforma per il contratto integrativo di cantiere ed erano state date due date per iniziare la discussione: l’azienda ha negato la sua disponibilità rimandando a data da destinarsi il primo incontro. L’opera dovrebbe durare quattro anni, i primi mesi si è lavorato sotto organico e in condizioni emergenziali: l’auspicio è una rapida svolta nelle situazioni di cantiere, il rischio l’incancrenimento delle relazioni azienda-sindacato e azienda-lavoratore. Chiediamo, pertanto, l’intervento immediato della politica, in primis la Regione Marche, in qualità di socio della Quadrilatero per dare risposte urgente ai lavoratori e alle imprese del territorio coinvolte in questa importante opera infrastrutturale. Per questo, ribadiamo l’urgenza di istituire un tavolo tecnico, possibilmente interregionale, con l’obiettivo di monitorare tutti quei problemi di ordine societario e finanziario. Rimangono comunque forti le nostre perplessità sul proseguo dei lavori per le obiettive difficoltà economiche-finanziarie che sta attraversando l’azienda esecutrice dei lavori. Per tutti i motivi sopraesposti i cantieri di Borgo Tufico e Cancelli hanno proclamato lo stato di agitazione, se non interverranno novità nella giornata di venerdì si andrà allo sciopero generale.
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11/01/2011 Scatti, Tremonti firma il decreto. Un impegno mantenuto
Il decreto interministeriale che consente il pagamento degli scatti di anzianità maturati nel 2010 è stato firmato il 10 gennaio 2011 in via definitiva dal ministro Tremonti, in coerenza con le intese che avevamo raggiunto al termine di un serrato confronto sulle misure straordinarie varate l’estate scorsa. Il testo è quello già presentato ai sindacati il 18 novembre al MIUR, firmato dal ministro Gelmini e quindi trasmesso al MEF per la controfirma. Un iter reso più complesso dalla concomitanza di tanti altri provvedimenti di fine anno, ma che oggi è pienamente concluso. La CISL Scuola, che molto ha lavorato, insieme alla CISL, per trovare le intese necessarie a risolvere una questione così delicata e complessa, non può che esprimere grande soddisfazione per una firma che fa chiarezza anche rispetto a tanta disinformazione diffusa in modo superficiale, e non di rado strumentale, nei giorni scorsi. Le modalità concordate per il recupero degli scatti sono state da noi ripetutamente illustrate e commentate con dovizia di particolari: il decreto riprende coerentemente quanto convenuto, ristabilendo la validità del 2010 ai fini della maturazione degli scatti e ponendo le premesse per un analogo intervento negli anni 2011 e 2012. E’ sorprendente come molti, con malcelato fastidio per un risultato che forse preferivano non vedere raggiunto, nella perversa logica del “tanto peggio tanto meglio”, si impegnino oggi soprattutto a ricercare e a evidenziare i presunti limiti dei risultati che abbiamo raggiunto: risultati che in ogni caso valgono infinitamente di più del nulla fin qui prodotto da chi ha scelto altre e diverse modalità di misurarsi col Governo sul difficile terreno dei provvedimenti di emergenza. Così come sorprende – ma non troppo – la disinvoltura di chi definisce un “pateracchio”, in questi giorni, quello stesso decreto che in precedenza aveva indicato, nel tentativo di intestarsi meriti mai avuti, come “importante risultato”. Con lo stesso impegno profuso fino ad oggi la Cisl Scuola incalzerà ora l'Amministrazione perché si dia puntualmente seguito, con le modalità concordate e riportate nel testo del decreto, al successivo previsto recupero anche degli anni 2011 e 2012 ai fini della maturazione delle progressioni stipendiali.Roma, 10 gennaio 2011
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23/12/2010 Sanità: 250 posti a rischio nelle Marche
Sono circa 250 i lavoratori del comparto  e della dirigenza medica  e sanitaria Asur e delle aziende ospedaliere, con contratti a tempo determinato e atipici (co.co.co.) in scadenza, ma è la situazione complessiva della sanità marchigiana a destare grande preoccupazione. Tagliare personale vuol dire non garantire più i servizi quotidianamente erogati. Contestualmente poi ai numerosi pensionamenti ed ai limiti imposti dalla Manovra Finanziaria al recupero del turn -over vi sono fortissime preoccupazioni su come sarà la Sanità Marchigiana del 2011.Le segreterie regionali della Funzione Pubblica di Cgil, Cisl e Uil  consapevoli delle ricadute dei tagli che nel bilancio regionale di previsione ammontano a circa 70-80 milioni  all’anno per tre anni, come ha dichiarato l’assessore al Bilancio in sede di approvazione del bilancio di previsione 2011, sollecitano la Regione  ad esprimersi  su quale Sanità e quindi quali servizi vuole garantire ai cittadini marchigiani.L’incertezza lavorativa, tra l’altro, colpisce anche la dirigenza medica. “Sulla sanità non si può tagliare – ha ribadito Luca Talevi della Cisl – invece a causa dei prepensionamenti che non vengono rimpiazzati come dovrebbero, si va ad incidere sulla qualità e l’efficienza dei servizi che devono essere erogati ai cittadini. Inoltre quando il personale richiede, per esigenze famigliari, il part time il riscontro è spesso negativo”. Talevi sottolinea come ci sia incertezza sui livelli di contrattazione, mentre “solo con un confronto serrato sarebbe possibile individuare le scelte prioritarie e non andare avanti con una logica da emergenza quotidiana, zona per zona, senza una sintesi complessiva”.Insomma per Cgil, Cisl e Uil ci sarebbe bisogno di un rapporto costante con la Direzione dell’Asur e anche con la Regione, rapporto che attualmente è insoddisfacente e quando avviene è per proporre una logica non condivisibile.Tutti temi che saranno affrontati nell’incontro che l’Assessore regionale alla Sanità Mezzolani ha convocato per martedì 28 dicembre. Temi che saranno al centro della mobilitazione che avrà come tappa fondamentale la grande assemblea regionale unitaria del 4 febbraio  del pubblico impiego con i quadri sindacali categoriali e confederali per definire le azioni più opportune.Clicca sul seguente link per visualizzare il testo integrale del comunicato stampa http://www.scribd.com/full/47318262?access_key=key-2frnzj1gqfp5u4icubvu
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23/12/2010 Conferenza stampa
"Anziani e non autosufficienti": le richieste dei sindacati dei pensionati delle Marche": questo il tema della conferenza stampa organizzata da Spi Cgil, Fnp Cisl, e Uilp Uil Marche in programma il 28 dicembre. L'appuntamento è alle ore 11,30 presso la sede Cisl Marche - Via dell'Industria, 17 Ancona.
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03/12/2010 Si dei sindacati al Piano Industriale del Gruppo Indesit
Il Piano Italia di Indesit Company può andare avanti con il consenso dei sindacati. Un risultato venuto dopo sei mesi di confronto serrato. Il piano industriale varato dal Consiglio di Amministrazione ridisegna l'assetto in Italia del Gruppo Indesit e ribadisce la centralità del territorio marchigiano nelle strategie di un gruppo sempre più multinazionale. Il Piano coinvolge complessivamente 500 lavoratori, che l'azienda si è impegnata a tutelare con "un ampio ed innovativo piano sociale".
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02/12/2010 Matelica, salvate tre grandi aziende
Tre grandi aziende sono state salvate dal fallimento e tanti posti di lavoro sono stati mantenuti, con un buon ritorno per l'indotto. Le strategie con cui si è arrivati a trovare nuovi imprenditori per rimettere in piedi le aziende in difficoltà sono state illustrate ieri a Matelica dai rappresentanti delle federazioni provinciali confederali e dei metalmeccanici Cgil, Cisl Fiom Cgil e Fim Cisl. La crisi a Matelica. Le cifre della crisi abbattutasi sul territorio di Matelica parlano di 153 lavoratori in mobilità e 228 licenziati, per un totale di 381 persone rimaste senza lavoro, rispetto alle 4.800 di tutta la provincia di Macerata. «Una crisi devastante — sostiene il Segretario generale della Cisl di Macerata, Marco Ferracuti — che ha colpito pesantemente un territorio con una forte vocazione metalmeccanica» Le azioni di salvataggio. Le imprese in questione sono la Villeroy&Boch - Vitaviva di Castelraimondo, la Cesari Giovanni spa di Matelica e la A. Merloni Cylinders & Tanks di Matelica, Sassoerrato (An) e Costacciaro (Pg). Tre situazioni diverse tra loro: per la Cesari, che aveva una estrema mancanza di liquidità, la soluzione e stata la nascita della Cesari Hydro: dopo una trattativa delicatissima sono stati salvati tutti  i 28 lavoratori rimasti, che avranno la possibilità di essere riassunti entro  24 mesi. La vendita della A. Merloni all’azienda di Luciano Ghergo, ha permesso di conservare tutti i 150 posti di lavoro. La Villeroy&Boch, scesa a 34 dipendenti, è stata infine acquisita dalla tedesca Certina.  Aziende "cotte", salvate in silenzio . «Se siamo rimasti in silenzio in questi mesi –sostiene Stefania Montagner, Segretaria della FIM CISL - è stato perché non sempre l'informazione aiuta a tutelare i lavoratori quando sono in atto trattative con le imprese. II nostro impegno ci ha permesso di salvare tre imprese che sotto il profilo aziendale potevano essere ritenute 'cotte' grazie a nuovi proprietari acquirenti, che hanno dato nuove prospettive. Resta comunque ferma la necessità di vigilare e monitorare la situazione. I piani di recupero e l'importanza del credito. I salvataggi sono stati possibili grazie ad imprenditori che hanno elaborato piani industriali di recupero dell’occupazione e dei posti di lavoro. Gli accordi, sebbene importanti, non risolvono tutti i problemi e vanno successivamente gestiti. «Certo è - sostengono i rappresentanti sindacali - che senza un sistema creditizio che ha il coraggio di finanziare i progetti non si va da nessuna parte».
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26/11/2010 «I lavoratori non vivono di promesse»
http://www.youtube.com/watch?v=nvpKk_MWOms
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18/11/2010 Centri commerciali, necessario rispettare le regole
«E’ necessario trovare il giusto equilibrio tra le esigenze delle attività commerciali e la qualità della vita di operatori, dipendenti e cittadini». Lo affermano le Federazioni del commercio di Cgil Cisl e Uil di Macerata, che in tema di deroghe alle chiusure domenicali e festive rispondono alle affermazioni Mauro Canale,  dell’Assessore al commercio del Comune di Civitanova marche. Lavoratori ricattati. Secondo Canale la riduzione delle domeniche di apertura degli esercizi commerciali si tradurrà in una diminuzione dei posti di lavoro. «Affermazione del tutto fuori luogo – afferma Marco Squartini, Segretario generale della Fisascat Cisl – nonché offensiva nei confronti di chi, con il ricatto della perdita del posto, è costretto a lavorare praticamente gratis tutte le domeniche». La nuova normativa regionale. Nei giorni scorsi è stata approvata la legge regionale di riforma del testo unico del commercio. La nuova normativa impone un vincolo rigido alle aperture dei centri commerciali: le aperture domenicali e le festività derogabili saranno complessivamente di 28 giorni. Le aperture sono comunque al di sopra della media europea e si vanno a sommare alle 13 ore di apertura giornaliera dei centri commerciali dal lunedì al sabato. Rivitalizzare i centri storici. «Quella prevista dalla legge - prosegue Squartini - è una  una disponibilità più che sufficiente per garantire la fruibilità degli esercizi a chiunque voglia far spese. Un conto sono le attività dei centri storici o dei centri commerciali naturali, cioè quelli che devono servire a dare lustro e immagine alla città. Per questo tipo di esercizi non ci sono vincoli, proprio per andare incontro alla necessità di ricreare luoghi di aggregazione e socializzazione “naturali”. Discorso diverso per le piazze finte dei centri commerciali, che ubicati sempre fuori dai centri urbani, hanno contribuito fortemente nel tempo al depauperamento culturale, sociale e anche commerciale delle città stesse». I centri commerciali e il consumismo. «Il problema - secondo il Segretario della Fisascat Cisl di Macerata - è che l’amministrazione comunale ritiene di delegare ai centri commerciali le iniziative di attrazione turistica, evitando così di affrontare i problemi  del rilancio della città e la valorizzazione del centro storico, la predisposizione di parcheggi e delle iniziative ludico-culturali. Peccato che gli obiettivi siano diversi e che  i centri commerciali promuovono esclusivamente  business e consumismo». Necessario rispettare le regole. I sindacati di categoria sostengono la necessità di tornare, a tutti i livelli, a rispettare regole e istituzioni piuttosto che cercare mille appigli e cavilli per derogare la normativa vigente a seconda degli interessi privati. In particolare sono  le deroghe predisposte dalle amministrazioni comunali che consentono ai centri commerciali di restare aperti la domenica e i festivi. Nello specifico l'invito è al Comune di Civitanova Marche, con il quale è previsto un incontro per il 23 novembre prossimo, e rispetto al quale il sindacato «auspica un ritorno alla ragionevolezza, all'equilibrio e al rispetto della  regionale, affinché  tutta la città, operatori e cittadini, ne possano trarre  beneficio».
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11/11/2010 Poste: sempre più difficile riscuotere la pensione
Chiaravalle.  Poche righe scritte con un computer annunciano ai malcapitati pensionati che nella eventualità non avessero potuto riscuotere la propria pensione nei giorni già individuati dal calendario (resosi necessario per esigenze organizzative aziendali) dovranno farlo l’undicesimo giorno successivo a quello in cui l’Inps la rende esigibile.  La notizia come si può intuire non è stata ben accolta dagli increduli pensionati fermi davanti all’avviso che pure ha attirato la nostra attenzione.  Lalli Gabriele (segreteria regionale Slp-Cisl Marche, il sindacato di categoria più rappresentativo) racconta di aver assistito a situazioni penose. Pensionati che allo sportello giustificavano il proprio bisogno di riscuotere il rateo di pensione,   venendosi a trovare in circostanze che non esitiamo a definire umilianti; mentre la dirigenza della struttura confermava la disposizione del pagamento nel pomeriggio dell’11° giorno… Una situazione imbarazzante, continua il rappresentante dei lavoratori, anche per i dipendenti che prestano servizio nell’ufficio postale.   Si ritrovano tra incudine e martello! Da una parte le legittime richieste  dei pensionati, dall’altra la rigidità delle disposizioni ricevute che non ammettono deroghe!!! Comprendiamo che sia quasi impossibile pagare tutte le pensioni  in un paio di giorni; ma ci sentiamo autorizzati  a pensare che undici giorni,  anche alla luce delle rigidità che abbiamo potuto riscontrare siano davvero troppi e giustificabili solo dall’ennesimo tentativo di indurre la clientela ad aprire nuovi rapporti continuativi (conti correnti ) con la promessa di minori code e garanzia della completa disponibilità del proprio denaro, piuttosto che per motivi  tecnici o per ragioni di sicurezza. Il problema è serio - continua Lalli - e coinvolgeremo anche la federazione dei pensionati e l’associazione dei consumatori affinché sensibilizzino Poste ad individuare una gestione del servizio di pagamento delle pensioni più attenta alle esigenze di una fascia debole della cittadinanza e della clientela. Ancona 11 novembre 2010Gabriele Lalli Segreteria Regionale Slp-Cisl Marche cell 3346739520
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04/11/2010 Muccia, sciopero dei dipendenti al cantiere Strabag
Le Segreterie Provinciale dei lavoratori costruttori di CGIL CISL e UIL hanno proclamato lo stato di agitazione e due giornate di sciopero di otto ore ciascuna da effettuarsi il 4 e l'11 novembre 2010. La decisione è stata presa dopo l'assemblea dei dipendenti del 27 ottobre scorso, in cui i sindacati hanno ricevuto mandato unanime a procedere con queste forme di protesta. I 110 lavoratori del cantiere Strabag AG presente nella provincia di Macerata, impegnati nei lavori della commessa “Quadrilatero Marche/Umbria – Maxilotto n.1”, chiedono il rispetto degli accordi sindacali sottoscritti il 24 novembre 2009, 9 febbraio 2010, 15 aprile 2010 e 9 settembre 2010. Da aprile scorso i lavoratori, che provengono da tutta Italia, sostengono personalmente le spese per il rientro a casa in quanto la Strabag non applica le intese firmate. Negativo l'esito  dell'incontro del  25 ottobre 2010 con la Direzione Aziendale, che avrebbe dovuto sanare le situazioni pregresse e predisporre l’applicazione futura degli accordi e delle convenzioni  di trasporto collettivo per il rientro domiciliare.  Da qui l'inevitabile decisione di scioperare per  far valere i propri diritti e le intese firmate.
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03/11/2010 Pensionati Cisl a convegno sulla prevenzione
Martedì 2 novembre, presso il Centro fiere maceratesi a Villa Potenza (Macerata) si è svolto il convegno “Restiamo in forma, buone regole di prevenzione”. L’iniziativa, organizzata dalla Federazione dei pensionati Cisl di Macerata, è stata ospitata all’interno di Cibaria, la fiera marchigiana di enogastronomia e ristorazione. Osteoporosi malattia insidiosa - Circa 150 persone hanno assistito al convegno nel quale si sono succeduti gli interventi di professionisti delle tre Zone territoriali dell’ASUR Marche. Maria Giulia Cartechini, diabetologa della Zona 10 di Camerino ha affrontato il tema dell’osteoporosi, malattia insidiosa - specie per le donne - che può essere prevenuta attraverso una corretta alimentazione.  La prevenzione del diabete - Il Dott. Gabriele Maolo e il Dott. Gianraimondo Morico, professionisti della Zona 9 di Macerata e della Zona 8 di Civitanova Marche hanno parlato del diabete, delle sue conseguenze drammatiche sulla salute di strati sempre più larghi della popolazione e dell’importanza di prevenirlo attraverso corretti stili di vita. Alimentazione e movimento - Silvana Sciamanna, dietista della Zona 9 ha illustrato ai partecipanti le regole principali per una corretta alimentazione, mentre Giada Paoletti, fisioterapista della Zona 10 ha sottolineato l’importanza di mantenere attivo il corpo attraverso semplici esercizi quotidiani alla portata di tutti, in particolare delle persone anziane.  Il camper della salute - Più di 300 persone hanno fatto visita al Camper della salute, allestito dall’Associazione tutela diabetici di Camerino e dalla Federazione dei pensionati Cisl, e appostato all’interno della Fiera dal 31 ottobre al 2 novembre. Per tre giorni i visitatori hanno potuto sottoporsi gratuitamente ad un esame dei parametri morfologici (peso, giro vita, pressione arteriosa e glicemia), effettuato da infermieri volontari in pensione che hanno rilasciato ad ogni paziente un apposito foglietto con gli esiti degli esami.  Importante una corretta alimentazione «Un denominatore comune a tutti gli interventi dei relatori – spiega Dino Ottaviani, Segretario generale dei pensionati Cisl di Macerata - è la necessità di rispettare alcune semplici ed importanti regole in tema di alimentazione. Per questo la scelta di organizzare questo convegno all’interno di Cibaria, lungi dal rappresentare una provocazione, è finalizzata a sensibilizzare la popolazione sull’adozione di corretti stili di vita in generale, e alimentari in particolare. Mangiare prodotti di qualità, possibilmente di stagione, è una delle più importanti regole dalle quali ripartire per preservare a lungo la nostra salute».  Costruiamo una "rete della salute" - Concetto ribadito anche dal Segretario generale della Cisl di Macerata Marco Ferracuti, che concludendo i lavori ha sottolineato l’importanza di costruire una “rete della salute” partecipata da istituzioni, enti e associazioni private e rappresentative dei lavoratori e dei cittadini. Un sindacato moderno come la Cisl – ha spiegato Ferracuti – non si limita a rivendicare azioni altrui, ma mette in moto processi virtuosi e costruisce alleanze sul territorio con le quali tentare di far fronte insieme ad un momento difficile. Certo, i sacrifici che verranno imposti ai cittadini in termini di tagli ai bilanci delle aziende sanitarie marchigiane dovranno essere compensati da una riorganizzazione interna al sistema, che riduca le spese amministrative liberando risorse da reinvestire nei servizi sul territorio.
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03/11/2010 Una raccolta di firme per i precari della scuola
Una raccolta di firme per i precari della scuola. E' l'iniziativa messa in campo dalla segreteria di Pesaro e Urbino della Cisl Scuola che, entro la prima metà di dicembre, raccoglierà presso le proprie sedi le sottoscrizioni che verranno poi presentate al ministro della Pubblica Istruzione, al presidente della VII commissione della Camera e del Senato e ai capigruppo dei partiti politici. "Siamo preoccupati - ha sottolineato la segretaria provinciale della Cisl Scuola Anna Bartolini nel corso di una conferenza stampa che si è svolta questa mattina -, per le conseguenze del D.L. 134/09 convertito nella L. 167/2009, nella quale si stabilisce la riapertura della graduatoria con l'inserimento a pettine per i precari, a decorrere dal biennio 2011/2012. Si tratta di una situazione che finirà per disattendere le legittime aspettative dei docenti precari che erano nelle graduatorie al momento della loro trasformazione da permanenti a graduatorie ad esaurimento". I rappresentanti sindacali si rammaricano che per favorire alcuni docenti ricorrenti contro il trasferimento in coda, si ledono i diritti di una massa ben consistente di docenti precari già iscritti nelle graduatorie ad esaurimento. Con la raccolta di firme la Cisl Scuola vuole quindi dimostrare il proprio totale disaccordo per l'inserimento a pettine previsto per il 2011, che non farebbe altro che togliere il posto ad alcuni precari per attribuirlo ingiustamente ad altri. "Tanti docenti già precari, che da tempo si trovano in posizione utile - si legge nel documento che verrà inviato ai rappresentanti di governo - verrebbero a perdere, di fatto, la prospettiva di un contratto di lavoro e qualsiasi possibilità di costruirsi un futuro nella scuola". La richiesta è pertanto quella di modificare la legge 167/2009 garantendo la condizione di esaurimento delle graduatorie attraverso modalità di aggiornamento che escludano il trafserimento di provincia. Clicca sul link sottostante per i dati relativi alla situazione dei docenti e del personale Ata a livello nazionale e in provincia di Pesaro e Urbino: http://www.scribd.com/doc/40877513/Tabella-Dati-Per-Conferenza-Stampa
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23/10/2010 David Ballini è il nuovo Segretario dei tessili
David Ballini è il nuovo Segretario Generale della Federazione Energia Moda Chimica e Affini (FEMCA) della Cisl di Macerata. Lo ha deciso il Direttivo provinciale della FEMCA, riunito martedì 19 ottobre 2010.  49 anni, sposato e padre di 2 figli, Ballini proviene dal settore delle costruzioni, d ove ha lavorato per circa 10 anni in edilizia e poi per altri 7 anni come operaio specializzato nel settore della pietra e del marmo. La sua carriera sindacale è caratterizzata da una lunga militanza nella Federazione dei lavoratori costruttori e affini (FILCA) Cisl di Macerata, dove ha rivestito la carica di Segretario Generale fino a febbraio 2009, quando è stato nominato Responsabile provinciale della Cisl Artigianato.  Alla FEMCA Ballini sostituirà Massimo Corvatta e sarà affiancato da due colleghi di Segreteria. Se Claudio Paoletto è una conferma la novità è Didina Voicu, lavoratrice rumena delegata della Femca presso la Conceria di Tolentino.     Con i suoi 2.000 iscritti circa la FEMCA è la più importante categoria della Cisl nel settore dell’industria. Nata per accorpamento di due diverse categorie - quella del settore tessile, abbigliamento e calzature e quella dei chimici, gomma e plastica – è tra le più impegnate a contrastare gli effetti di una crisi che sta duramente colpendo il settore manifatturiero, da sempre cuore dell’economia italiana e maceratese. Un settore che vede impiegati anche molti lavoratori immigrati.  «Il mio impegno -  afferma Ballini – sarà quello di essere quanto più vicino possibile a tutti i lavoratori, sia difendendo l’occupazione con la gestione degli ammortizzatori sociali, sia tutelando le retribuzioni anche con il rilancio della contrattazione di secondo livello scaturita dal nuovo modello contrattuale; inoltre l’attività proseguirà nel solco fin qui tracciato in direzione di una  piena integrazione della categoria».
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21/10/2010 Troppi disagi per gli anziani
COMUNICATO  STAMPA  Le Federazioni dei pensionati SPI-CGIL, FNP-CISL e UILP-UIL  non possono tacere di fronte a tutti i disagi che dal 13 settembre  i cittadini, soprattutto anziani, stanno subendo  nel “tentare” di  prenotare una prestazione sanitaria attraverso il  Centro Unico di Prenotazione oltre a subire le interminabili file alle accettazioni e alle casse-ticket delle strutture sanitarie di tutta la Regione. Le Federazioni dei pensionati SPI-CGIL, FNP-CISL e UILP-UIL  sollecitano la Regione Marche affinché il sistema di prenotazione regionale per le prestazioni sanitarie, possa al più presto andare a regime . Condividono l’obiettivo di facilitare l’accesso alle prestazioni attraverso l’integrazione e l’utilizzo di tutti i terminali, dalle farmacie ai medici di medicina generale. Manifestano forte preoccupazione rispetto alle difficoltà che gli anziani, soprattutto quelli con patologie invalidanti, e le loro famiglie, potrebbero incorrere  per l’erogazione delle prestazioni in presidi dislocati su tutto il territorio regionale rischiando di incentivare il ricorso alle prestazioni in libera professione,  caricando così  i cittadini oltre che dei disagi anche dei costi della sanità marchigiana.  Le Segreterie Regionali   SPI-CGIL, FNP-CISL e UILP-UIL Ancona, 21 ottobre 2010
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18/10/2010 Tagli alla sanità: preoccupazione per i livelli di assistenza
I tagli sulla sanità che il Direttore Generale dell’ASUR ha imposto alle diverse Zone Territoriali, se non verranno scongiurati, causeranno una disgregazione del Servizio Sanitario Regionale Pubblico. I tagli previsti alle assunzioni, anzi, il blocco del turn over, sono ingiusti per tutti i territori ma per alcuni di questi, in special modo quelli del sud delle Marche, sono insopportabili. Renderanno impossibili il rinnovo dei contratti a tempo determinato in scadenza o la sostituzione dei pensionamenti o trasferimenti degli operatori. C’è una sorta di accanimento sulle Zone Territoriali n.12 e 13 che negli ultimi anni hanno dovuto sopportare vicissitudini inenarrabili e le conseguenze di una dotazione organica assolutamente sottodimensionata, una perdita costante di servizi ed un abbassamento preoccupante dei livelli minimi assistenziali. Non vi è ingiustizia più grande di trattare in modo eguale soggetti diseguali. Si parla infatti di sacrifici per tutte le Zone ma si dimentica che le risorse destinate negli ultimi anni al nord della regione sono state ingenti anche perché in quella parte delle Marche si concentrano le alte specialità sanitarie. Guarda caso, però, proprio al nord si registra la percentuale maggiore di mobilità passiva extraregionale che tutta la collettività deve caricarsi. La CISL FP quindi giudica molto positivamente l’iniziativa congiunta dei sindaci di Ascoli Piceno e San Benedetto di convocare le rispettive conferenze dei Sindaci per discutere di sanità. La politica locale, infatti, si deve fare carico delle possibili conseguenze dei tagli sulle assunzioni già preventivate dal Dr. Ciccarelli ed unendo le forze, si spera, possa mostrare di essere in grado di ricoprire il ruolo di garante dei diritti dei cittadini in particolare di quelli meno abbienti. Le parole non servono più. Occorrono atti politici veri, seri e concreti nei confronti del Presidente della Giunta Regionale, dell’Assessorato alla Sanità e dell’ASUR che non possono permettersi di fare tagli lineari indiscriminati senza tenere conto della storia territoriale ed economica di ogni singola Zona Territoriale. La CISL FP sarà al fianco della Regione in tutte quelle iniziative finalizzate alla diminuzione degli sprechi, dei privilegi, delle ruberie e delle consulenze inutili ma non potrà acconsentire a tagli sul personale, alla mancata sostituzione degli operatori in pensione e alla mancata copertura dei primariati vacanti. Nella Z.T. 12 come in tutte le altre Zone del Sud delle Marche. Tutto questo, se avvenisse, darebbe origine alla perdita ulteriore di servizi e reparti perché senza personale non si potranno mantenere in piedi i servizi attualmente erogati ne sviluppare altre specialità di cui il sud delle Marche ha diritto. L’immediata conseguenza di ciò sarebbe la consegna della sanità ai privati, alle cooperative o l’esplosione del ricorso agli ambulatori privati dei medici con enorme danno ai cittadini. Le quattro cliniche private del territorio stanno attrezzando le proprie strutture per carpire, più di quanto stiano già facendo, professionisti e pazienti che, insoddisfatti dell’offerta pubblica, ricorreranno al privato. La CISL FP ritiene inutile la costituzione dell’Azienda Sanitaria Marche Sud ma auspica fortemente la nascita degli Ospedali Riuniti di Ascoli e San Benedetto che, però, non potrà prescindere dagli opportuni finanziamenti ed investimenti perché, se lo mettano in testa i soliti ragionieri della Regione, costituire ospedali riuniti non significa sommare i servizi e reparti dei due nosocomi ma scegliere con oculatezza e competenza quali e quanti servizi sanitari insediare su un territorio più ampio e rispondere, così, in maniera equilibrata e soddisfacente ai bisogni dei cittadini di Ascoli e San Benedetto che hanno pari dignità. Per ottenere questo, saranno necessarie le dovute risorse economiche ed umane. Quelle che il sud delle Marche rischia di non ottenere anzi di perdere.IL SEGRETARIO GENERALE FP-CISL ASCOLI-FERMO           Giuseppe Donati18 ottobre 2010
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08/10/2010 Nuova procedura per Cup e cassa: gravi anomalie riscontrate dagli operatori riuniti in assemblea
In data 7 ottobre si è svolta l’assemblea dei dipendenti dei CUP e delle casse delle zone territoriali della provincia di Ancona e dell’Azienda Ospedali Riuniti indetta da FP CGIL – CISL FP – UIL FPL per affrontare la gravissima emergenza legata all’implementazione della nuova procedura informatica di prenotazione/cassa. L’assemblea ha voluto far emergere il punto di vista dei lavoratori che non corrisponde a quanto  comunicato dalla regione circa il funzionamento dell’apparato di prenotazione/cassa. Infatti, contrariamente ai messaggi tranquillizzanti che  quotidianamente vengono forniti,  permangono  gravi criticità relative: • alle sovrapposizioni delle prenotazioni che si stanno riversando sui reparti con più utenti che si ritrovano in contemporanea sulla stessa prenotazione; • alla persistente difficoltà di prenotare alcune prestazioni; • ai gravissimi problemi sulle casse, legati alla difficoltà di incassare, alla presenza di  fatturazioni fatte a mano, all’impossibilità di effettuare le chiusure di cassa, e su cui agli operatori non potranno in alcun modo essere fatti addebiti o contestazioni • all’assenza di “filtri” che impediscano prenotazioni impossibili o ad orari impossibili • all’utilizzo prolungato  di operatori con doppi turni  e orari di lavoro aggiuntivo imposti attraverso ordini di servizio • alla mancata formazione degli operatori sulle procedure di prenotazione e di cassaFP CGIL – CISL FP – UIL FPL  condividendo la scelta della costituzione di un CUP UNICO che possa garantire un sistema sanitario più efficiente nel dare risposte agli utenti, ed evidenziano che, anche in questo frangente d’emergenza, i lavoratori stanno dimostrando un grande senso di responsabilità e di affezione  all’azienda e alla cittadinanza, mettendo in secondo piano le loro gratificazioni personali, consapevoli che il cattivo funzionamento della nuova procedura ha danneggiato in primo luogo i cittadini.Dalla testimonianza dei lavoratori di sportello, che su questo tema hanno lunga esperienza, è anche emerso  in maniera lampante che persistono disfunzioni nel sistema che a nostro  avviso chiamano in causa la ditta aggiudicataria che si mostra inadeguata ad affrontare sul piano tecnico il problema.Le scriventi OO.SS   su mandato dell’assemblea, ritengono che il periodo di rodaggio della nuova procedura non possa avere una durata indefinita, pertanto l’intero sistema dovrà essere portato a regime non oltre 15 giorni trascorsi i quali persistendo le anomalie più volte denunciate  si procederà con le iniziative sindacali che si riterranno opportune.Ancona, 07.10.2010                                                              FP CGIL – CISL FP – UIL FPL                                                                                             Segreterie Provinciali di Ancona
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01/10/2010 ACCORDO RAGGIUNTO TRA FIM ,UILM , FEDERMECCANICA e ASSISTALL
QUI  il testo dell' accordo stipulato oggi tra FIM UILM
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30/09/2010 Crisi economica e concorrenza sleale
Tra i tanti effetti negativi, a volte drammatici, che la crisi economica sta producendo, vi è anche l’insorgere della pratica della concorrenza sleale tra  aziende. In particolare, l’aspetto più grave è quanto sta avvenendo nella grande distribuzione. Tra le aziende della grande distribuzione, pur di mantenere o recuperare quote di mercato e quindi clientela, si è aperta la lotta al “prezzo più basso”, a suon di sconti e promozioni varie. Ciò che preoccupa e non poco, è,  che in alcuni casi, la politica dei prezzi bassi, viene praticata, in particolare da aziende, che pur essendo grandi catene, non applicano correttamente i contratti nazionali di lavoro ai propri dipendenti, anzi, arrivano addirittura a disdettare gli accordi sindacali sottoscritti. Il risultato, è che riescono a competere sul mercato con un costo del lavoro più basso rispetto ad altre che per etica e tradizione, pagano correttamente i propri dipendenti, innescando così, una concorrenza sleale che mette ulteriormente in difficoltà quelle poche aziende “eticamente corrette”. Questa situazione sta ingenerando non poca preoccupazione nel mondo del lavoro, perché, i lavoratori del commercio e della grande distribuzione commerciale, corrono un grande rischio: la moda a chi paga di meno  per conquistare clientela e fette di mercato sempre più grandi. FILCAMS CGIL, FISASCAT CISL E UILTUCS UIL, esprimono forte preoccupazione per quanto sta avvenendo in provincia ed in particolare nella città di Pesaro. Rivolgono un accorato appello alle Istituzioni, all’Amministrazione comunale ed all’assessorato al commercio più in particolare, perché indirizzino le loro politiche di sostegno e di agevolazioni verso quelle aziende che si impegnano a rispettare i contratti di lavoro, a pagare correttamente i propri dipendenti, perché, solo così, si evita di favorire i “soliti furbi” che sulla pelle dei lavoratori e dei più deboli costruiscono le loro fortune. Bisogna evitare di penalizzare ulteriormente le aziende corrette e proteggere il tessuto commerciale locale dei tanti piccoli negozi che già soffrono pesantemente della concorrenza della grande distribuzione che da anni, ha ridotto il settore in estrema difficoltà.Pesaro, 27.09.2010
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24/09/2010 Quadrilatero: forte attenzione dei sindacati di categoria
COMUNICATO  STAMPA A seguito dell’iniziativa sindacale che da circa due mesi vede impegnate le federazioni dei lavoratori delle costruzioni – Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil – di Marche ed Umbria, in particolare le OO.SS. di Ancona e Perugia, in uno stretto collegamento, qualcosa si sta muovendo nel tratto quadrilatero Perugia – Ancona, una delle arterie fondamentali dello sviluppo economico e sociale delle due regioni. I lavori sono ripresi nel tratto relativo alla 318 mentre sul tratto della ss76 sono effettivamente iniziati per la prima  volta all’inizio del mese di settembre ma certamente il numero dei lavoratori coinvolti appaiono insufficienti rispetto al nuovo cronoprogramma previsto al fine del completamento dell’infrastruttura nei tempi previsti.Il segnale fornito dal contraente generale dirpa scarl e dalla btp, l’impresa che dovrebbe completare l’opera viaria, puo’ essere considerato solo come una prima risposta alle importanti problematiche ancora presenti sia nella progettazione esecutiva sia nella realizzazione. Se poi andiamo a considerare le condizioni sia di vita che di lavoro di quei pochi operai btp e delle imprese sub-appaltatrici siamo ancora molto lontani dagli standard presenti nei cantieri delle grandi opere. Questo significa che le importanti iniziative annunciate nel mese di settembre sono momentaneamente sospese poiche’ il prossimo 23 settembre e’ stato fissato il primo incontro tra dirpa/btp e le oo.ss di categoria. A quel tavolo il coordimamento umbria – marche delle oo.ss di feneal uil filca cisl fillea cgil vogliono risposte adeguate alla piattaforma che in questi giorni e’ stata inviata alla controparte datoriale. Una piattaforma che entra nel merito dei veri problemi dei lavoratori presenti nei diversi cantieri e che da piu’ di un anno aspettano di essere discussi con la btp. A livello di regioni, inoltre, e’ necessario istituire un tavolo tecnico, possibilmente interregionale marche/umbria, che permetta un confronto costante tra amministrazione regionale, oo.ss., dirpa e btp, con l’obiettivo di risolvere tutti quei problemi di ordine tecnico e progettuale che hanno di fatto fino ad oggi impedito un corretto e funzionale svolgimento dei lavori. Rimangono comunque forti le nostre perplessita’ sul proseguo dei lavori per le obiettive difficolta’ economiche-finanziarie che sta attraversando l’azienda esecutrice de lavori.   Pertanto, l’attenzione delle oo.ss rimarra’ molto alta per tutta la durata dell’opera. Ci auguriamo altrettanta serieta’ da parte di tutti gli altri attori coinvolti. Ancona, 20 settembre 2010Le Segreterie FENEAL-UIL   FILCA-CISL   FILLEA-CGIL
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20/09/2010 Per il cantiere navale di Pesaro: quale futuro?
La dichiarazione del Segretario Generale della FIM CISL MARCHE Bartolucci Leonardo al TG Regionalehttp://www.youtube.com/watch?v=4zU1CORCMgU
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08/09/2010 Il contratto Nazionale dei Metalmeccanici è pienamente in vigore
METALMECCANICI: FARINA (FIM), REVOCA CONTRATTO INDIFFERENTE PER LAVORATORI       Roma, 7 set. (Adnkronos) - "La revoca del contratto del 2008 da parte di Federmeccanica non e' una notizia. E' un fatto scontato e puramente formale, in quanto il contratto 2008 e' stato superato e migliorato dal contratto del 15 ottobre del 2009 firmato d Fim e Uilm. E' quindi un atto indifferente per i lavoratori metalmeccanici". Lo afferma in una nota il segretario generale della Fim-Cisl Giuseppe Farina.       "Trovo tristemente sorprendente -prosegue Farina- che attorno ad una notizia irrilevante, che non modifica nulla per nessuno, si costruisca un evento che conferma che la Fiom riesce solo a sollecitare la fantasia dei media e non certo a mobilitare i lavoratori metalmeccanici che da tempo hanno smesso di aderire ai loro scioperi e che, in una fase di forte crisi economica e industriale, hanno ben compreso l'importanza di aver rinnovato il loro contratto nazionale".       "Circa le affermazioni della Fiom -conclude la nota- ricordo solo che i sindacati che hanno sottoscritto il contratto nazionale del 2009 rappresentano la maggioranza dei lavoratori iscritti al sindacato".       (Mca/Gs/Adnkronos) 07-SET-10 18:23
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07/09/2010 Servizio di trasporto gratuito a chiamata per persone non autosufficienti
L’Unione dei Comuni ha attivato a livello sperimentale per l’anno 2010 un servizio di trasporto gratuito a chiamata verso le strutture sanitarie per persone non autosufficienti residenti nei Comuni di Agugliano, Polverigi, Camerata Picena, Offagna, Santa Maria Nuova, a carattere temporaneo, fino al 30.10.2011, grazie ai finanziamenti concessi dalla Regione Marche nell’ambito del “Progetto integrato a sostegno della conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro”, che vede la Provincia di Ancona quale Capofila.                                         Chi può fare domanda: Persone con disabilità che risultino essere in possesso delle attestazioni definite dall’art. 3 della legge 05/02/1992 n. 104, con familiari impossibilitati a provvedere al trasporto; Anziani e/o persone con ridotta mobilità, con familiari impossibilitati a provvedere al trasporto ; Quali servizi possono essere svolti: trasporto presso laboratori di analisi ed in genere strutture socio-sanitarie e riabilitative pubbliche o private dislocate nel territorio della Provincia di Ancona, a condizione che tali servizi siano esclusi dal trasporto sanitario gratuito assicurato dall’ASUR ai sensi della D.G.R. n. 1004/2009; Come accedere al servizio: Per usufruire di detto servizio deve essere effettuata la prenotazione con almeno una settimana di anticipo (salvi i casi di urgenza) mediante presentazione di apposita richiesta scritta agli uffici servizi sociali di ciascun Comune; Modalità operative: Il servizio di trasporto verrà espletato previa valutazione delle richieste da parte dei singoli uffici Comunali con le rispettive assistenti sociali, che valuteranno il bisogno e la disponibilità ad assicurare il trasporto. Una volta ammessa la richiesta verrà comunicata alla Croce Gialla operante in quel Comune che garantirà il servizio con i propri mezzi e personale. Per informazioni rivolgersi ai seguenti uff. Servizi Sociali: Comune di Agugliano 071-9068031; Comune di Camerata Picena 071-9470323; Comune di Offagna 071-7208867; Comune di Polverigi 071-90904209; Comune di Santa Maria Nuova 0731-249702.  Scarica qui la modulistica
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06/09/2010 Poste: con l'accordo siglato il 27 luglio 2010 parte la riorganizzazione dei servizi postali
Logistica e Trasporti: Introduzione della settimana corta con orario 7 ore e 12 minuti, pause da contrattare localmente e ticket da 4,50 euro; La riorganizzazione di tutti gli stabilimenti, con la realizzazione dei CDM in luogo dei CLR e la trasformazione di alcuni CP in CDM; La rivisitazione della rete di trasporto Nazionale e della rete di Bacino in funzione del nuovo modello organizzativo. Recapito: Introduzione della settimana corta con la giornata lavorativa di 7 ore e 12 minuti, le pause da contrattare localmente, un ticket di 4,50 euro e il sabato di riposo; introduzione di nuove zone, attraverso la realizzazione dell'Articolazione Servizi Innovativi (nei capoluoghi di provincia e nei comuni > di 30.000 abitanti), quale nuova rete di sviluppo dedicata a prodotti di valore e di qualità, con orario su sei giorni, dal lunedì al venerdì dalle 14,00 alle 20,00 e il sabato dalle 8,00 alle 14,00. Introduzione dell'ora limite per l'uscita in gita del portalettere; - aumento della scorta del 1%, portandola all'11%-15% - superamento della zona baricentrica; - mantenimento degli attuali limiti di flessibilità operativa e l'aumento della relativa indennità; Introduzione di un sistema di incentivazione commerciale per gli addetti all'Articolazione Servizi Innovativi: - coinvolgimento dei portalettere, dei responsabili di CD e dei CS, unitamente all'introduzione di punteggi diversificati tra capoluoghi/comuni > di 30.000 abitanti e realtà provinciali, dovranno garantire l'effettiva perequazione delle attività di recapito; Con apposita comunicazione a latere dell'Accordo, l'Azienda si impegna a decentrare, a livello regionale, l'assunzione del personale CTD. Sicurezza: Un rafforzamento delle politiche relative alla sicurezza anche attraverso l'introduzione e utilizzo di nuovi strumenti informatici quali, ad esempio, il palmare; Rnnovamento e potenziamento della flotta aziendale attraverso un nuovo mix di mezzi che prevede l'acquisto di ulteriori 1000 autovetture, 200 scooter 50 cc a sella ribassata, 1500 quadricicli elettrici e 1300 biciclette; Assicurazione delle puntuali manutenzioni dei mezzi previste dalle case costruttrici; La tempestiva dotazione dei DPI e dei capi di vestiario a tutti gli addetti; Maggiore coinvolgimento degli organismi paritetici (OPR e OPN) sulla valutazione e sui criteri di adozione dei mezzi di lavoro e antinfortunistici. Ricadute Occupazionali: Sicuramente uno dei punti più delicati e difficili dell'Intesa, nel quale è stato raggiunto un giusto equilibrio tra le necessità di efficientamento e quelle di ricollocazione del personale interessato. In particolare si realizzeranno: - Esodi volontari incentivati che potranno interessare il personale appartenente a tutti gli ambiti organizzativi; - Ricorso al Fondo di Solidarietà per un numero massimo di 500 lavoratori in tutti gli ambiti aziendali (300 Servizi Postali e 200 altri ambiti organizzativi); - Agevolazione dei percorsi di trasformazione volontaria del rapporto di lavoro da full-time a part-time; - Reimpiego e riqualificazione professionale delle eccedenze, attraverso la loro professionalizzazione, e collocazione negli uffici postali (sportellizzazione). Utilizzo dei processi di mobilità volontaria per le azioni di riequilibrio territoriale, sia in ambito Servizi Postali, sia in ambito Mercato Privati; Realizzazione di un adeguato piano formativo di tutto il personale interessato da percorsi di riqualificazione professionale.          6 settembre 2010 Dario Dominici Segreteria Regionale Slp-Cisl
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06/09/2010 Poste: recupero imposta sul lavoro notturno e sullo straordinario
Inviata richiesta di chiarimenti in azienda riguardante il recupero di imposta sul lavoro notturno e sullo straordinario. L’iniziativa è stata assunta in seguito alla interpretazione data dalla Agenzia delle Entrate sull’argomento che consentirà ai lavoratori, rivolgendosi ai CAF,   di recuperare l'imposta per gli anni 2008 e 2009. L’azienda dovrà certificare le somme percepite ed a questo proposito abbiamo chiesto di specificare e chiarire le modalità operative con cui intende procedere. Vi terremo informati sulle procedure da seguire indicate da Poste Italiane Spa. Pertanto considerato che la dichiarazione integrativa va presentata entro il 30 settembre vi consigliamo di astenervi dal prendere iniziative (modelli di domanda all’azienda) fino al necessario chiarimento.          6 settembre 2010Dario Dominici Segreteria Regionale Slp-Cislsegue il testo della comunicazione:Dr. Paolo Faieta Risorse Umane e Org.ne - R.I. Poste Italiane S.p.A. Viale Europa 175 00144      ROMARoma,   03  settembre 2010 Prot. Nr.15183/SIND/LB/MA/gsOggetto:  Agenzia delle Entrate risoluzione n. 83 del 17/08/2010 - Imposta sostitutiva.L'Agenzia delle Entrate con la risoluzione n. 83 del 17 agosto 2010 ha espresso il proprio parere circa l'interpretazione dell' art.2 del decreto legge 93/2008, convertito dalla legge 126/2008 (introduzione imposta sostitutiva del 10%) per quanto attiene le somme erogate come straordinario, lavoro notturno e relative maggiorazioni.Dal suddetto parere si evince che  le somme erogate come straordinario, come lavoro notturno e le relative maggiorazioni dovevano essere tassate al  10% a far data dall'anno 2008, fermo restando i limiti previsti dalla legge stessa.L'Agenzia ha anche indicato le modalità operative attraverso le quali i lavoratori possono presentare istanza di rimborso fiscale compilando una dichiarazione integrativa relativamente agli anni 2008 e 2009 dopo che il datore di lavoro certificherà l'importo delle somme erogate.A questo proposito chiediamo di conoscere le modalità operative attraverso le quali l'Azienda certificherà le suddette somme ai lavoratori interessati, tenendo anche in considerazione le scadenze fiscali per la presentazione delle dichiarazioni integrative, in particolare ci preme conoscere se l'Azienda certificherà le somme "d'ufficio"  o se i lavoratori dovranno presentare alle proprie strutture apposita istanza di richiesta ed entro quale termine l'azienda rilascerà la documentazione necessaria.Distinti saluti.IL SEGRETARIO GENERALE          Mario Petitto
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06/09/2010 Poste: con l'accordo siglato il 27 luglio 2010 parte la riorganizzazione dei servizi postali
Logistica e Trasporti: Introduzione della settimana corta con orario 7 ore e 12 minuti, pause da contrattare localmente e ticket da 4,50 euro; La riorganizzazione di tutti gli stabilimenti, con la realizzazione dei CDM in luogo dei CLR e la trasformazione di alcuni CP in CDM; La rivisitazione della rete di trasporto Nazionale e della rete di Bacino in funzione del nuovo modello organizzativo. Recapito: Introduzione della settimana corta con la giornata lavorativa di 7 ore e 12 minuti, le pause da contrattare localmente, un ticket di 4,50 euro e il sabato di riposo; introduzione di nuove zone, attraverso la realizzazione dell'Articolazione Servizi Innovativi (nei capoluoghi di provincia e nei comuni > di 30.000 abitanti), quale nuova rete di sviluppo dedicata a prodotti di valore e di qualità, con orario su sei giorni, dal lunedì al venerdì dalle 14,00 alle 20,00 e il sabato dalle 8,00 alle 14,00. Introduzione dell'ora limite per l'uscita in gita del portalettere; - aumento della scorta del 1%, portandola all'11%-15% - superamento della zona baricentrica; - mantenimento degli attuali limiti di flessibilità operativa e l'aumento della relativa indennità; Introduzione di un sistema di incentivazione commerciale per gli addetti all'Articolazione Servizi Innovativi: - coinvolgimento dei portalettere, dei responsabili di CD e dei CS, unitamente all'introduzione di punteggi diversificati tra capoluoghi/comuni > di 30.000 abitanti e realtà provinciali, dovranno garantire l'effettiva perequazione delle attività di recapito; Con apposita comunicazione a latere dell'Accordo, l'Azienda si impegna a decentrare, a livello regionale, l'assunzione del personale CTD. Sicurezza: Un rafforzamento delle politiche relative alla sicurezza anche attraverso l'introduzione e utilizzo di nuovi strumenti informatici quali, ad esempio, il palmare; Rnnovamento e potenziamento della flotta aziendale attraverso un nuovo mix di mezzi che prevede l'acquisto di ulteriori 1000 autovetture, 200 scooter 50 cc a sella ribassata, 1500 quadricicli elettrici e 1300 biciclette; Assicurazione delle puntuali manutenzioni dei mezzi previste dalle case costruttrici; La tempestiva dotazione dei DPI e dei capi di vestiario a tutti gli addetti; Maggiore coinvolgimento degli organismi paritetici (OPR e OPN) sulla valutazione e sui criteri di adozione dei mezzi di lavoro e antinfortunistici. Ricadute Occupazionali: Sicuramente uno dei punti più delicati e difficili dell'Intesa, nel quale è stato raggiunto un giusto equilibrio tra le necessità di efficientamento e quelle di ricollocazione del personale interessato. In particolare si realizzeranno: - Esodi volontari incentivati che potranno interessare il personale appartenente a tutti gli ambiti organizzativi; - Ricorso al Fondo di Solidarietà per un numero massimo di 500 lavoratori in tutti gli ambiti aziendali (300 Servizi Postali e 200 altri ambiti organizzativi); - Agevolazione dei percorsi di trasformazione volontaria del rapporto di lavoro da full-time a part-time; - Reimpiego e riqualificazione professionale delle eccedenze, attraverso la loro professionalizzazione, e collocazione negli uffici postali (sportellizzazione). Utilizzo dei processi di mobilità volontaria per le azioni di riequilibrio territoriale, sia in ambito Servizi Postali, sia in ambito Mercato Privati; Realizzazione di un adeguato piano formativo di tutto il personale interessato da percorsi di riqualificazione professionale.          6 settembre 2010Dario Dominici Segreteria Regionale Slp-Cisl
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02/09/2010 Stop all'immobilismo Conerobus
La FIT-CISL Aziendale sollecita l'urgente uscita di Conerobus S.p.A. da un immobilismo che si protrae ormai da lungo tempo. Dalle anticipazioni di stampa di questi giorni, assistiamo all'ineluttabilità di eventuali tagli ai servizi; ciò sembra essere per l'Azienda un elemento irreversibile. Noi chiediamo invece la definizione di iniziative, per definire una nuova strategia che ridia vigore e prospettiva alla Conerobus ed al servizio che viene reso, anche attraverso l'elaborazione di un nuovo piano industriale. La FIT-CISL Aziendale chiede, come primo atto, di stabilizzare i lavoratori che operano all'interno di Conerobus senza soluzione di continuità ormai da 4,5,6 anni. Ciò per ristabilire un clima di fattiva collaborazione con le rappresentanze dei lavoratori e soprattutto per dare il giusto riconoscimento a quei lavoratori che in maniera integerrima e professionale prestano, già da tempo, la loro opera per l'azienda. Il delegato FIT-CISL Aziendale Steven Lanciani sollecita, quindi, la Conerobus ad avviare le procedure di assunzione dei primi operatori entro il mese di settembre; in assenza di un riscontro positivo si riserverà, da subito di mettere in atto le iniziative di protesta necessarie, arrivando, se sarà inevitabile a prevedere anche una iniziativa di sciopero. La FIT-CISL ricorda inoltre che l'Azienda deve ancora elargire ai dipendenti la seconda tranche del "premio di risultato", e reclama, quindi, che la somma dovuta sia erogata con la busta paga di agosto. Crediamo sia ora che si realizzino le giuste aspettative di tutti i lavoratori di Conerobus e si dia slancio ad una azienda che sembra in uno stato di involuzione.31 agosto 2010FIT CISL MARCHE – Rappresentanza aziendale Conerobus
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01/09/2010 Stop all'immobilismo Conerobus
La FIT-CISL Aziendale sollecita l'urgente uscita di Conerobus S.p.A. da un immobilismo che si protrae ormai da lungo tempo. Dalle anticipazioni di stampa di questi giorni, assistiamo all'ineluttabilità di eventuali tagli ai servizi; ciò sembra essere per l'Azienda un elemento irreversibile. Noi chiediamo invece la definizione di iniziative, per definire una nuova strategia che ridia vigore e prospettiva alla Conerobus ed al servizio che viene reso, anche attraverso l'elaborazione di un nuovo piano industriale. La FIT-CISL Aziendale chiede, come primo atto, di stabilizzare i lavoratori che operano all'interno di Conerobus senza soluzione di continuità ormai da 4,5,6 anni. Ciò per ristabilire un clima di fattiva collaborazione con le rappresentanze dei lavoratori e soprattutto per dare il giusto riconoscimento a quei lavoratori che in maniera integerrima e professionale prestano, già da tempo, la loro opera per l'azienda. Il delegato FIT-CISL Aziendale Steven Lanciani sollecita, quindi, la Conerobus ad avviare le procedure di assunzione dei primi operatori entro il mese di settembre; in assenza di un riscontro positivo si riserverà, da subito di mettere in atto le iniziative di protesta necessarie, arrivando, se sarà inevitabile a prevedere anche una iniziativa di sciopero. La FIT-CISL ricorda inoltre che l'Azienda deve ancora elargire ai dipendenti la seconda tranche del "premio di risultato", e reclama, quindi, che la somma dovuta sia erogata con la busta paga di agosto. Crediamo sia ora che si realizzino le giuste aspettative di tutti i lavoratori di Conerobus e si dia slancio ad una azienda che sembra in uno stato di involuzione.31 agosto 2010FIT CISL MARCHE – Rappresentanza aziendale Conerobus
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31/08/2010 Ancona - Trasporto Pubblico Locale
Comunicato stampa inviato da CGIL - CISL - UIL Articolo uscito il 31/08/2010 sul Corriere Adriatico  Articolo uscito il 31/08/2010 sul Resto del CarlinoArticolo uscito il 31/08/2010 su Il Messaggero
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04/08/2010 In Telecom non ci saranno licenziamenti!
Al Ministero dello Sviluppo Economico è stato sottoscritto l'accordo tra le Organizzazioni Sindacali FISTel-CISL, SLC-CGIL, UILCOM.UIL e Telecom Italia sulla gestione degli esuberi.L'accordo è riferito all'intera durata del Piano Industriale 2010-2012.Telecom Italia ha ridotto gli esuberi dai 6.822a 3.900 di cui 200 lavoratori esodabili dalla mobilità 2008-2010. Gli esuberi vengono gestiti con la mobilità volontaria. Saranno inoltre, utilizzati i contratti di solidarietà e la formazione per i 1.100 lavoratori che non sono coperti dagli ammortizzatori sociali e per i 450 lavoratori di SSC e saranno rinnovati per altri 2 mesi i contratti di solidarietà per il 1254-DA.Telecom si impegna nell'arco di  piano a non effettuare societarizzazioni e cessioni di ramo. Alcuni segmenti di attività di Rete e Customer Care saranno internalizzati.Il Segretario Generale della FISTel-CISL Vito Vitale dichiara la propria soddisfazione per il risultato raggiunto in un momento difficile per l'economia e l'occupazione del nostro Paese.Grazie alla pressione del Sindacato e della FISTel-CISL, l'Azienda si è impegnata a rilanciare gli investimenti sulla Rete, ad internalizzare alcune attività pregiate ed ad utilizzare esclusivamente gli ammortizzatori sociali come la mobilità volontaria, i contratti di solidarietà e la formazione per ridurre gli esuberi ed evitare i licenziamenti dichiarati. La FISTel-CISL dall'avvio della procedura ha sempre ritenuto il confronto con l'Azienda l'unico strumento per ricercare soluzioni condivise e non traumatiche per i lavoratori. Adesso, conclude Vitale, grazie dall'accordo sindacale avremo due anni di pace sociale e l'obiettivo comune deve essere il rilancio dell'Azienda sul piano nazionale ed internazionale, lo sviluppo infrastrutturale e l'incremento di produttività per distribuire più salario ai lavoratori.Roma, 4 agosto 2010
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04/08/2010 Telecom - raggiunto l' Accordo
Per approfondire ...il testo dell' Accordo
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03/08/2010 Accordo per la non autosufficienza: aumento dell'assistenza e adeguamento delle rette
Con l''accordo siglato  con i sindacati confederali e con quelli di categoria dei pensionati, la Regione Marche impegna fondi aggiuntivi (oltre 19 milioni per il periodo 2010-2013, di cui un milione e mezzo nel 2010) rispetto a quelli già a  disposizione delle Zone Territoriali  Asur, per riqualificare il sistema delle residenze protette per anziani in termini di incremento dell'assistenza infermieristica e socio-assistenziale per gli anziani non autosufficienti ricoverati nelle diverse strutture presenti sul territorio. L'obiettivo è raggiungere nel corso del quadriennio 2010-2013 un livello assistenziale infermieristico e socio-sanitario di 100 minuti al giorno (contro gli attuali 50 minuti), nei 3.411 posti letto delle Residenze Protette convenzionati e nello stesso tempo di ridurre l'importo della retta a carico dei cittadini al 50% della tariffa giornaliera, come previsto dalla normativa nazionale. A regime tutte le Residenze Protette avranno la garanzia del rispetto dei 100 minuti di assistenza al giorno per ogni paziente. L'incremento dell'assistenza non comporterà un aumento della compartecipazione dei cittadini alla retta giornaliera, che anzi si ridurranno progressivamente. L'accordo prevede che le somme che eccedano da 41,25 euro al giorno verranno prima ricondotte a tale cifra e poi ridotte sino ai 33 euro dovuti. La riduzione arriverà ad un massimo di -247 euro nel 2013. I contenuti dell'accordo saranno operativi a decorrere dal primo ottobre 2010. Parallelamente partirà un tavolo tecnico con gli enti gestori. Positive le reazioni dei sindacati. "L’accordo siglato ieri  (aumento  di qualità  e quantità dell’assistenza e calo dei costi per migliaia di anziani ospiti delle residenze protette)   è un accordo importante - sottolinea Stefano Mastrovincenzo della Cisl Marche - e rappresenta  una sorta  di “ponte”. Da un lato  attesta un obiettivo che il sindacato ha perseguito tenacemente e  un impegno a cui la Regione ha tenuto fede,  dall’altro  rappresenta una indicazione  delle priorità su cui concentrarsi  in un momento di grande difficoltà. La  vulnerabilità  sociale  cresce a vari livelli, le risorse  tendono a diminuire, e bisogna quindi dedicare ogni sforzo alle fasce più esposte,  giovani in cerca di lavoro,  lavoratori  e imprenditori colpiti dalla crisi, famiglie  colpite da disabilità e da non autosufficienza".La soddisfazione dei rappresentanti della Cisl Marche per il coronamento di un percorso lungo e non sempre agevole in questi anni è evidente: “Pazienti e relative famiglie potranno godere di condizioni di assistenza senza dubbio più adeguate, migliori. Si tratta di un accordo che va pienamente incontro ad una fascia di cittadini meno tutelati proprio in un momento in cui le risorse tendono a diminuire. L’accordo assume una rilevanza ancora maggiore in una regione come le Marche dove la fascia dei cittadini anziani è particolarmente estesa e diffusa” spiega Mario Canale Segretario Regionale Cisl Marche.E’ invece il Segretario della Fnp Marche Enrico Renzaglia ad addentrarsi nei termini dell’intesa appena sottoscritta, non prima di aver ribadito “come finalmente sia arrivata la firma su uno degli accordi forse più sospirati poiché è da tempo che la Cisl sta portando avanti questo impegno, con grande convinzione e consapevolezza che esso rappresenta un traguardo decisivo per le politiche di welfare sul territorio”. Clicca sul link per visualizzare l'accordo: http://www.scribd.com/full/35288142?access_key=key-2ml1k20t5ntnryil01m2
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29/07/2010 "Licenziati". E la Cisl attacca la Regione
“Senza lavoro per colpa della Regione Marche”.  La Cisl punta il dito e va nel dettaglio.  “Risulta – scrivono i dirigenti sindacali Vincenzo Tiani e Luca Talevi – che nelle ultime  ore siano stati revocati, da diverse Zone territoriali dell’Asur, incarichi e assunzioni  previsti a decorrere dal 1° agosto 2010 e preventivamente comunicati agli interessati mediante telegramma. Tutto questo a causa dei tagli dei budget alla sanità previsti dal Dipartimento Salute e quindi dall’Asur”. Il paradosso. “Uomini e donne della nostra regione – continuano alla Cisl – neovincitori di concorso o di avviso pubblico hanno dapprima ricevuto la raccomandata che gli comunicava l’assunzione dal 1° agosto, poi, due giorni prima di prendere servizio, hanno ricevuto una telefonata con la quale si annullava tutto”. L’affondo: “Tale fatto è gravissimo perché le persone interessate alle assunzioni, che avevano già provveduto a inviare alle amministrazioni di cui erano dipendenti o ai loro rispettivi datori di lavoro privati le proprie dimissioni, o hanno già ottenuto l’aspettativa senza retribuzione,  oggi, si ritrovano senza lavoro”. Considerata la gravità dei fatti, la Cisl ha chiesto l’urgente intervento del governatore Spacca “perché adotti dei provvedimenti che rispettino i diritti e le legittime aspettative di queste persone”.28 luglio 2010
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28/07/2010 Vertenza Fincantieri
23 luglio 2010 - Fincantieri, consiglio provinciale approva documento all'unanimità la presidente Casagrande: "Cantieristica marchigiana è vertenza nazionale" (dal sito della Provincia di Ancona)
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22/07/2010 Il sindacato bacchetta l’ospedale San Salvatore: “i soldi per il corso ci sono…. ma il corso dov’è?”
Il giallo del corso che non c’è. E’ quanto solleva Paolo Braconi, segretario provinciale della Fp Cisl, a proposito di un corso per la riqualificazione in Operatori Socio Sanitari del Personale Ausiliario del Servizio Sanitario Regionale per il quale, a seguito di un accordo con le organizzazioni sindacali, la Regione Marche ha stanziato i necessari fondi. “La ASUR ha già emanato il Bando per il corso – osserva Braconi -, ma l’azienda Ospedaliera “SAN SALVATORE” non ha fatto nulla e non è dato sapere che intenzioni abbia. Inoltre, confrontando la Dotazione Organica del SAN SALVATORE con le altre Aziende Sanitarie, emerge una insufficiente presenza di questa figura professionale rispetto ad altre figure assistenziali. E’ ingiusto che il Personale del Servizio Sanitario Regionale sia trattato in due modi diversi e, a questo proposito, chiediamo un incontro all’Assessore alla Sanità per sapere il motivo per cui l’Azienda Ospedaliera SAN SALVATORE non sta rispettando l’Accordo Regionale e perché non gli viene imposto di farlo”.
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20/07/2010 Vigili del fuoco protestano davanti alla Prefettura
Anche i Vigili del fuoco di Pesaro hanno protestato contro i tagli previsti dal Governo che avranno pesanti ricadute anche nel territorio provinciale. I lavoratori delle tre sigle di Cgil, Cisl e Uil, infatti, si sono dati appuntamento questa mattina davanti alla Prefettura di Pesaro, per far sentire la loro voce nell’ambito di una grande manifestazione nazionale. Si è tratto di uno sciopero di 4 ore (durante il quale il soccorso è stato comunque garantito) e alle 11, in tutte le sedi di servizio, per un minuto hanno suonato le sirene degli automezzi. Secondo i rappresentanti sindacali, i tagli alle assunzioni e al bilancio provocheranno delle pesanti ripercussioni. “La carenza cronica di personale si aggraverà ulteriormente – sostengono i rappresentanti delle tre sigle - e causerà, come ci è stato detto esplicitamente nell’incontro che si è svolto qualche giorno fa al Viminale con i vertici del Ministero dell’Interno, la mancata apertura del distaccamento di Macerata Feltria in maniera permanente, nonostante il passaggio del distaccamento di Novafeltria al Comando di Rimini. Le zone del Montefeltro rimarranno quindi “scoperte” e i tempi di intervento che si dilateranno per arrivare sino ai 40/50 minuti, senza contare che tutte le sedi subiranno questa ricaduta con ripercussioni su tutto i dispositivi di sicurezza della provincia. Si registreranno problemi anche relativamente agli automezzi e alle attrezzature che vedranno drasticamente diminuite le già esigue risorse per la loro manutenzione e per il loro ricambio: buona parte dei mezzi già vecchi ed obsoleti rischieranno di restare in autorimessa ad ogni piccolo guasto (considerando anche che diversi automezzi sono stati e sono tuttora impegnati nell’emergenza Abruzzo ed hanno subito un notevole grado di usura) e ci potranno addirittura essere problemi per il rifornimento di carburante. A tutto ciò va aggiunto che abbiamo il contratto scaduto da 30 mesi e bloccato per i prossimi 3 anni e che partiamo già con un notevole “svantaggio” rispetto alla media degli stipendi dei vigili del fuoco europei”.
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20/07/2010 Multata per gli auguri, ma vince in Tribunale
A un dirigente sindacale non è consentito fare gli auguri ai suoi colleghi. O così almeno deve aver pensato Poste italiane di Macerata, che ha multato per quattro ore di stipendio una propria dipendente per aver inviato ai colleghi gli auguri di Natale utilizzando l’intranet aziendale. Vittima di questa incredibile vicenda, datata Natale 2004, è Elisabetta Fossaroli, Segretaria aggiunta della Federazione Lavoratori Poste della Cisl di Macerata. L'intervento del Tribunale Proprio il ruolo sindacale ricoperto dalla dipendente, secondo la Direzione aziendale, giustificava l’applicazione della sanzione in quanto "il messaggio poteva essere male interpretato". Fortunatamente il Tribunale di Macerata - al quale la Cisl si è rivolta tramite l’Avvocato Diomede Pantaleoni - non è stato della stessa opinione. Con sentenza del 13 luglio, la Dott.ssa Germana Russo non ha potuto far altro che annullare l’assurda sanzione. Un episodio di discriminazione «Ancora non sono state depositate le motivazioni della sentenza - spiega Saverio Mauriello, Segretario generale dei postali Cisl di Macerata - ma siamo certi che il Giudice abbia accolto le ragioni della lavoratrice, che sosteneva di essere stata discriminata in quanto dirigente sindacale». Serve più attenzione nei luoghi di lavoro «Questo episodio - prosegue Mauriello - conferma la necessità di “tenere alta la guardia” all’interno dei luoghi di lavoro. Comportamenti vessatori, quando non vere e proprie persecuzioni, sono sempre in agguato specie nei confronti dei sindacalisti, che sono da sempre i lavoratori più esposti e vulnerabili». Sentenza esemplare «Ci auguriamo - conclude Mauriello - che questa sentenza sia da monito per quanti intendono deprimere le tutele dei lavoratori con atteggiamenti aggressivi ed intimidatori nei confronti dei loro rappresentanti sindacali».
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16/07/2010 Telecom ritira le procedure: un successo per la Fistel Cisl
TELECOM – BONANNI “Il Governo obblighi l’azienda ad investire” 15/07/2010  “Il governo usi tutti gli strumenti necessari, previsti per le societa’ in concessione, per obbligare l’azienda, che usa un bene pubblico, a fare investimenti”. E’ quanto ha dichiarato oggi, durante la conferenza stampa nel corso della Conferenza nazionale sulla contrattazione organizzata dalla Cisl, il lsegretario generale, Raffaele Bonanni. Bonanni ha spiegato che va bene avere ottenuto il “congelamento” dei licenziamenti dopo l’accordo di ieri che ha portato all’avvio di una trattativa che dovra’ chiudersi entro il 30 luglio, nello stesso tempo sollecita l’esecutivo a valutare “tutti gli strumenti che esistono per le società che sono in concessione”. “La cesura tra domani e quanto avvenuto ieri -conclude- sta proprio nell’investimento o meno. Se si investe anche gli esuberi molto facilmente non ci saranno”, TELECOM RITIRA LE PROCEDURE: UN SUCCESSO PER LA FISTEL CISLLa Fistel-Cisl ritiene positivo il confronto con il Governo e con i vertici Telecom Italia tenutosi ieri sulla gestione del piano industriale e sugli esuberi.Il ritiro delle procedure, come fortemente preteso dalla CISL nei giorni scorsi , e l’apertura di un tavolo permanente sulle politiche delle telecomunicazioni è un successo sindacale, dei lavoratori e del Paese.La Fistel-Cisl insieme alla propria Confederazione parteciperà al confronto con Telecom ed il governo, con l’obiettivo di raggiungere un accordo che possa rilanciare il gruppo attraverso investimenti infrastrutturali, l’unitarietà del perimetro (rete, it, customer care, ricerca), la salvaguardia delle professionalità e dei livelli occupazionali.Eventuali esuberi devono essere gestiti con strumenti di accompagnamento alla pensione.La Fistel-Cisl non consentirà a Telecom, o a chi strumentalmente punta ad imbrigliare la trattativa allungando i tempi fissati per il 30 luglio p.v. concordati in sede ministeriale, correndo il rischio di dare mano libera all’Azienda  per riaprire la procedure e licenziare i lavoratori senza i requisiti del diritto alla pensione.La nostra disponibilità al confronto è immediata e senza soluzione di continuità , perchè questo è il momento della responsabilità e non della demagogia, e noi nel merito delle questioni ribadiamo le nostre rivendicazioni:1)      Rilancio degli investimenti2)      Abbandono della politica delle societarizzazione delle cessioni di ramo3)      Rilancio dell’IT e ricerca  attraverso l’unificazione della vertenza SSC con Telecom Italia4)      Ricollocazione dei lavoratori  della Directory Assistance (1254, centralini)  alla scadenza  dei CDS5)      La ricollocazione dei lavoratori di Tils.Per la Fistel-Cisl eventuali esuberi dovranno essere giustificati da un piano industriale che per i prossimi anni dia certezza e serenità a tutti i lavoratori  che continueranno a lavorare in azienda.La Fistel-cisl continuerà a dialogare con i lavoratori nella piena trasparenza, informandoli dettagliatamente durante tutta la trattativa e nell’impossibilità di ritirare le procedure di sciopero nelle regioni interessate, a causa della regolamentazione provvisoria, si invitano le strutture territoriali ad informare dettagliatamente i lavoratori sugli sviluppi dell’incontro svoltosi in sede ministeriale e di quelli che seguiranno, in attesa di valutare il risultato complessivo. Roma  15 luglio 2010                                          Segreteria Nazionale FISTEL
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09/07/2010 Poste: sottoscritto l'accordo regionale sul premio di risultato 2010
Sottoscritto da SLP-Cisl e Failp l'accordo regionale sul premio di risultato 2010. Il premio di risultato composto dal 65% da una quota nazionale e dal rimanente 35% dalla quota regionale, porterà in caso di raggiungimento degli obiettivi individuati una significativa quota si salario nelle tasche dei lavoratori delle Poste marchigiane.Dario Dominici Segretario Regionale SLP-Cisl Marche6 luglio 2010
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09/07/2010 Poste: verso il rinnovo contrattuale
Il giorno 7 luglio sono stati convocati gli attivi unitari  per la presentazione e discussione della piattaforma per il rinnovo del Ccnl di Poste Italiane Spa 2010-2012. La piattaforma  rappresenta il frutto del lavoro  svolto unitariamente da tutte le  OO.SS. di categoria. Il rinnovo del CCNL in Poste  giunge in un fase   particolarmente delicata, prossima alla liberalizzazione del mercato postale che aprirà sicuramente nuovi scenari e problematiche.  Anche per questo motivo si è deciso di presentare una piattaforma agile ma puntuale nel sostenere tutti i temi più rilevanti della  parte normativa,  che ci consenta di affrontare, appena chiusa la partita negoziale sul rinnovo in Poste, il confronto sul contratto di settore.            Afferma in maniera forte la centralità della contrattazione, l’importanza del sistema delle relazioni industriali ed è orientata  al rilancio della crescita economica e allo sviluppo occupazionale.  Per quanto attiene la parte economica, la piattaforma avanza una richiesta complessiva di 140 euro che, nel triennio 2010-2012,  dovrà servire prevalentemente ad incrementare i minimi tabellari per una reale tutela dei salari.  Sul territorio regionale sono state indette 20 assemblee secondo il calendario che riportiamo  per discutere con i lavoratori e approvare la piattaforma predisposta dalle segreterie nazionali.Dario Dominici Segretario Regionale Slp-CislGIOVEDI 08 LUGLIO 2010:                ORE 08.00-10.00     MACERATA FELTRIA                             ORE 12.00 -14.00    NOVAFELTRIA  VENERDI’ 09 LUGLIO 2010:              ORE 08.00 10.00      URBINO                                                      ORE 12.00 - 14.00   FOSSOMBRONE LUNEDI’ 12 LUGLIO 2010:                 ORE 08.00-10.00      FANO                                                          ORE 12.00-14.00     PESARO MARTEDI’ 13 LUGLIO 2010:             ORE 08.00-10.00     FABRIANO                                                  ORE 12.00-14.00   IESI MERCOLEDI’ 14 LUGLIO 2010:        ORE 08.00-10.00     FALCONARA                                              ORE 12.00-14.00   SENIGALLIA   GIOVEDI’ 15 LUGLIO 2010:               ORE 8.00 10.00       ANCONA                                                      ORE 12.00 14.00    ANCONA CMP e CUAS VENERDI’ 16 LUGLIO 2010:              ORE 08.00-10.00     FERMO                                                        ORE 12:00-14:00    SERVIGLIANO LUNEDI’ 19 LUGLIO 2010:                ORE 08.00-10.00     SAN BENEDETTO DEL T.                        ORE 12.00-1400     ASCOLI PICENO MARTEDI’ 20 LUGLIO 2010:            ORE 08.00-10.00      MACERATA                                               ORE 12.00-14.00     SAN SEVERINO MARCHE MERCOLEDI’ 21 LUGLIO 2010:       ORE 8.00-10.00      OSIMO                                                           ORE 12.00 14.00  CIVITANOVA MARCHE
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09/07/2010 Venerdì nero per i trasporti, stop di 24 ore di ferrovie e trasporto pubblico locale
Venerdì di passione per il settore trasporti a partire da ieri sera alle 21.00, per la durata di 24 ore. A dare il via alla protesta il personale ferroviario. Oggi incrociano le braccia anche i lavoratori del trasporto pubblico locale: a fermarsi bus, metro e tram. La mobilitazione è stata indetta da Fit Cisl, Filt Cgil, Uilt Uil, Ugl, Orsa, Faisa e Fast a sostegno della vertenza per il nuovo contratto unico della mobilità. "Il contratto della mobilità segna il passo dopo mesi di confronto - commenta Claudio Claudiani, segretario generale Fit Cisl - siamo costretti a misurarci - con comportamenti irresponsabili delle controparti.. E' strano vedere come sia premiato il prendere in ostaggio i lavoratori per aumentare la pressione sociale sulle regioni e da parte di queste sul governo, in una fase già delicata. Solo il sindacato e la Cisl, soprattutto, si è impegnata nel trovare soluzioni, ribellandosi ad una logica di irragionevolezza. Ma non è bastato e purtroppo sembrano prevalere le tattiche dilatorie e i veti sulla responsabilità e sul progetto di ampio respiro che il sindacato ha messo in campo". "La protesta contro il Gruppo Ferrovie dello Stato - spiega Giovanni Luciano, segretario generale aggiunto Fit Cisl - è collocato all'interno di quello di 24 ore a sostegno del nuovo contratto unico della mobilità, costituisce una prima risposta all'intransigenza del vertice Fs, sordo sin ad oggi a risolvere i troppi nodi della vertenza ". Lo sciopero pertanto si è reso necessario - precisa Luciano - per sbloccare la vertenza che ha come punti cardine: nuove assunzioni ad iniziare dal settore delle manutenzioni; il contrasto al taglio progressivo dei servizi ai cittadini e al nostro lavoro soprattutto al Sud; il rilancio di un servizio ferroviario delle merci più efficiente che fermi la liquidazione strisciante oggi in atto; il pagamento dei premi di risultato arretrati, il tutto per contrastare l'arroganza delle violazioni sistematiche di una gestione aziendale autoritaria ed arrogante che offende i lavoratori e i loro rappresentanti, non rispetta il contratto e gli accordi". I ferrovieri -conclude il segretario generale aggiunto Fit Cisl - pretendono soluzioni concrete ed un rilancio complessivo dell'azienda che non si fermi all'Alta Velocità ma includa tutti gli altri collegamenti e servizi soprattutto per il Mezzogiorno che risulta il più penalizzato”. Il fermo dei treni si concluderà alle 21 di stasera 9 luglio 2010.8 luglio 2010
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09/07/2010 Stop al Piano Industriale Telecom
Quattro ore di sciopero oggi, venerdì 9 luglio, e altre quattro che verranno definite a livello territoriale. Questa la decisione dei sindacati di categoria del Gruppo Telecom, CGIL SLC, FISTEL CISL E UIL COMUNICAZIONE, che nelle Marche come a livello nazionale,  hanno deciso di dare una prima risposta al Piano Industriale 2010/20122 presentato dalla compagnia telefonica durante i recenti incontri nazionali. Un Piano che le organizzazioni sindacali criticano apertamente perché avrà forti ripercussioni sui lavoratori del Gruppo, ma anche sul Paese e la nostra regione. Infatti è incentrato su tagli, dismissioni e ridimensionamenti. Sono previsti riduzione degli investimenti per 1,8 miliardi di euro; diminuzione dell’organico che significa meno 6822 posti di lavoro, che uniti ai precedenti del 2009/2011 fanno un totale di 13.000 unità, di cui ben duecento nelle Marche. Inoltre si vuole tagliare sulla manutenzione della rete in rame con un peggioramento della qualità per gli utenti, non è previsto il dovuto  sviluppo della cosiddetta rete di nuova generazione, si annuncia  un livello medio di appalti del 40%, si minaccia l’esternalizzazione e il ridimensionamento delle strutture operative con gravi conseguenze sulle sedi di lavoro e sulla qualità del servizio. “Quello che amplifica il senso di iniquità – sostengono i tre sindacati – è che tutto ha come obiettivo prioritario, è già annunciato alla comunità finanziaria, l’aumento  del dividendo nei prossimi anni agli azionisti e probabilmente i premi al top manager”. Di fronte a queste scelte  la risposta dei lavoratori è incentrata su una serie di proposte che hanno presentato nel corso di una conferenza stampa alla presenza dei segretari di categoria, Guido Pucci (CGIL SLC) Umberto Socci (FISTEL CISL)  e Fabrizio Brecciaroli (UIL COMUNICAZIONE) e dei segretari generali regionali Gianni Venturi e Stefano Mastrovincenzo. Innanzitutto si invita il Gruppo Telecom ad “un cambio di strategia che ribalti la logica dei tagli”. Inoltre si sottolinea l’importanza di investire su “qualità,  organizzazione e competenze per valorizzare il ruolo di Telecom, nonché sulla rete in rame e la larga banda di nuova generazione”. Altro punto qualificante  “la ricollocazione dei lavoratori in contratto di solidarietà”. Infine si richiede “il mantenimento del perimetro aziendale”.Le Segreterie Regionali SLC/CGIL, FISTEL/CISL,UILCOM/UIL
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07/07/2010 Telecom taglia e delocalizza
In occasione dello sciopero nazionale, indetto per le ultime 4 ore del turno di  Venerdì 9 Luglio, dei lavoratori del gruppo Telecom le Segreterie Regionali di SLC/CGIL, FISTEL/CISL,UILCOM/UIL con la partecipazione dei Segretari Generali Confederali delle Marche, convocano  per giovedì 8/7/2010 alle ore11,30 presso la sede della Cisl Marche in via dell’Industria 17Ancona una conferenza stampa, in cui  illustreranno  la grave situazione che sta attraversando la Telecom e i suoi lavoratori.Nell’occasione verranno presentati i dati dei  numerosi tagli al personale  oltre a quelli relativi all’aumento del lavoro appaltato e delocalizzato all’estero.Verranno comunicati anche i dati relativi al taglio degli investimenti complessivi e della rete in rame e fibra ottica.I sindacati di categoria sono allarmati dal fatto che mentre i lavoratori subiranno pesanti ripercussioni, nei prossimi anni, saranno aumentati i dividendi e gli stipendi dei manager.Le Segreterie Regionali SLC/CGIL, FISTEL/CISL,UILCOM/UIL
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01/07/2010 Poste: verso l'ennesima estate calda
Pensavamo che una più oculata gestione delle chiusure estive, potesse contenere il disagio per coloro che, cittadini e clienti, frequentano gli uffici postali.  Purtroppo, a chiudere gli uffici postali per il 2010 - facendo innalzare subito  la temperatura sul termometro del malumore - ci pensa la tecnologia!!!  Dopo una breve sperimentazione, ci viene da pensare un po’ frettolosa e incompleta,  la nuova piattaforma informatica SDP continua a venire installata in numerosi Uffici Postali della Regione. Circa una quarantina di Uffici Postali, tutti sufficientemente grandi da creare notevoli disagi ai sventurati frequentatori, sono in tilt. Come organizzazione sindacale, insieme alle altre firmatarie del CCNL abbiamo chiesto la sospensione del processo e nuove verifiche; ma la risposta aziendale si è limitata ad un rassicurante “Va tutto bene, le criticità sono state superate”. “Sarebbe importante capire cosa si intende per va tutto bene…” (afferma Dario Dominici segretario regionale del SLP-Cisl,   il sindacato più rappresentativo del settore) - I fatti accadono ormai con la stessa sequenza: 1-gli uffici con la vecchia piattaforma funzionavano, 2-passando a quella nuova funzionano il primo giorno, 3-dai giorni successivi, nella migliore delle ipotesi le giornate contabili si chiudono con grossi ritardi se non il giorno dopo, 4-e non sono mancati casi di quasi totale mancanza di operatività per 4 / 5 giorni. “…a farne le spese clienti, cittadini e dipendenti. La mancanza di collegamento, i blocchi continui dei computer, non solo fanno riempire le sale al pubblico, le code, il malumore delle persone; mettono anche a rischio il pagamento degli stipendi, delle pensioni,mentre è impossibile trasferire denaro o spedire la corrispondenza”. - continua il rappresentante dei lavoratori - “Tanti i disagi anche per i dipendenti, costretti  a lunghe protrazioni di orario (non pagate come denunciato in alcune provincie) in attesa del collegamento, o per assorbire maggiori afflussi di clientela che si sposta da un ufficio all’altro in cerca di quello “funzionante” oltre che aperto”. Ancona, 30 giugno 2010            Dario Dominici Segreteria Regionale SLP-CISL
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30/06/2010 CRISI FINCANTIERI: LA FIM CHIEDE INTERVENTI RAPIDI
COMUNICATO SINDACALE CRISI FINCANTIERI: LA FIM CHIEDE INTERVENTI RAPIDI  Si è tenuto oggi ad Ancona la riunione del Direttivo Fim Cisl di Fincantieri  di Ancona, dove tutti i delegati segnalano la situazione di difficoltà e di preoccupazione che stanno attraversando i lavoratori  del cantiere di Ancona. Dopo aver effettuato ieri 3 ore di sciopero con un corteo che è partito dal cantiere per giungere al palazzo della Regione Marche, per poi riunirsi con il Presidente Spacca e con i capigruppo delle forze politiche, riteniamo importante l’iniziativa del presidente della Regione di creare un coordinamento di tutte le regioni interessate alla cantieristica, per poi in tempi rapidi riattivare il tavolo ministeriale fermo da aprile ed attivare un  tavolo di lavoro alla Presidenza del Consiglio. Per il presente la situazione delle commesse rischia di portare prima della fine dell’anno alla paralisi della produzione e perciò chiediamo che ci si attivi subito, sia Fincantieri che il Ministero del Tesoro, che detiene il controllo di Fincantieri, di fornire  e di ridistribuire in modo equo commesse di sezioni e/o tronconi di navi per evitare il fermo produttivo. Si segnala inoltre nell’indotto di Fincantieri, che conta circa 1500 lavoratori,  alcune aziende dove si verificano situazioni di sfruttamento e di lesione dei diritti dei lavoratori, contratti di lavoro irregolari, ritardi importanti del pagamento dei stipendi, lavoratori sospesi dall’attività lavorativa senza la copertura dell’integrazione salariale degli ammortizzatori sociali; chiediamo agli organi di ispezione e alle istituzioni di attivarsi per controllare che in una situazione di crisi come questa non ci sia chi si approfitti dei lavoratori. La Fim di Ancona si è già attivata con il proprio ufficio Vertenze e dal punto di vista sindacale intensificherà  la propria attività. La Fim in una fase così delicata per i lavoratori predilige il dialogo, ma a condizione che avvenga in tempi rapidi; siamo pronti e sicuramente decisi ad iniziative di lotta se tutto questo non avvenga. Chiediamo al coordinamento Fim-Fiom-Uilm Nazionale di accelerare i tempi e chiediamo il coinvolgimento nella vertenza Fincantieri delle Confederazioni Cgil-Cisl-Uil, per rafforzare l’azione sindacale.                 Il Direttivo Fim Cisl                                                                                     Il segretario  Generale                  Fincantieri                                                                                                     Fim Cisl  Ancona                                                                                                                                               (Andrea Cocco) Ancona, 30 giugno 2010
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17/06/2010 Fiat di Pomigliano
Il testo dell' Accordo : http://www.scribd.com/full/33175794?access_key=key-v2szkjqq2krrs75ssctDichiarazione di Giuseppe Farina (Segretario Fim Cisl) su Accordo Pomigliano: http://www.scribd.com/full/33177030?access_key=key-1y88fk3qqhl9ngh4mtm6
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16/06/2010 FEMCA CISL Ancona - Flessibilità oraria: sottoscritto dalle OO.SS. di categoria un accordo aziendale con l’API
Ancona, 16 giugno 2010 Flessibilità oraria: sottoscritto dalle OO.SS. di categoria un accordo aziendale con l’API In un periodo difficile come quello che stiamo vivendo, dal punto di vista economico-finanziario e dal punto di vista sindacale, è importante valorizzare l’impegno profuso ed i risultati raggiunti a livello di contrattazione territoriale. Difatti le categorie unitarie FILCTEM-CGIL, FEMCA-CISL, UILCEM-UIL di Ancona, la R.S.U. dell’API hanno sottoscritto con l’azienda di Falconara un accordo in materia di conciliazione. L’accordo prevede la flessibilità oraria in entrata ed in uscita per consentire ai lavoratori una maggiore presenza nelle attività della vita familiare, riuscendo a conciliare il lavoro con gli orari scolastici. “Anche in un momento così delicato, ha detto Daniele Paolinelli, Segretario della FEMCA, continuando la nostra azione sindacale sul territorio, è possibile raggiungere risultati positivi, rendendo possibili soluzioni in favore delle famiglie dei lavoratori e di una rappresentanza femminile in continuo aumento, evidenziando che il tema della conciliazione non è più solo un tema di genere.”
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15/06/2010 I lavoratori del Gruppo Indesit in sciopero il 17 giugno
PER GLI INVESTIMENTI E CONTRO LA CHIUSURA DELLE FABBRICHE I LAVORATORI DEL GRUPPO INDESIT IN SCIOPERO IL 17 GIUGNO Il 17 giugno p.v. si terrà presso la Confindustria di Ancona un incontro tra la Direzione Aziendale Indesit e il Coordinamento Sindacale del Gruppo. In tale incontro, chiesto da FIM FIOM UILM da molte settimane, verranno comunicati dati ed informazioni sulle attività del 2009 e sui programmi 2010 quanto a produzioni, investimenti, innovazioni. Abbiamo appreso a mezzo stampa che sarebbero stati deliberati dal CdiA Indesit, nella riunione svolta mercoledì 9 giugno ’10, “investimenti in Italia per 120 milioni di Euro destinati all’innovazione di prodotto e di processo, diretti a focalizzare la missione degli stabilimenti italiani del Gruppo su produzioni ad alto contenuto tecnologico”. Il CdiA avrebbe anche confermato la centralità dell’Italia sul fronte della ricerca, dell’innovazione e dello sviluppo di prodotto e il piano varato prevederebbe il rilancio della competitività degli stabilimenti italiani. Ma, secondo il CdiA, questo dovrebbe avvenire accorpando alcune produzioni del lavaggio e della cottura, ovvero chiudendo due fabbriche, quelle di Brembate e di Refrontolo. Nella riunione che si terrà il 17 giugno ci aspettiamo di ricevere informazioni e chiarimenti in merito, ma fin d’ora esprimiamo netta contrarietà alla chiusura di stabilimenti come condizione per il rilancio e la competitività del Gruppo Indesit in Italia. Per questo motivo, in concomitanza con l’incontro tra la Direzione Aziendale e il Coordinamento Indesit, giovedì 17 giugno dalle 10 alle 12 dichiariamo 2 ore di sciopero con fermata collettiva in tutti gli stabilimenti del Gruppo. SI AGLI INVESTIMENTI, ALLA RICERCA, ALLO SVILUPPO, AI MIGLIORAMENTI ORGANIZZATIVI   NO ALLA CHIUSURA DELLE FABBRICHE E AI LICENZIAMENTI                                                                        FIM FIOM UILM Nazionali                            Coordinamento FIM FIOM UILM Gruppo Indesit Roma, 14 giugno ’10
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12/06/2010 Fisascat Cisl - Comunicato Stampa sull'ACCENTURE Ancona
A venti giorni dallo spirare dei termini previsti per la fase amministrativa, l’assemblea dei lavoratori di Accenture Ancona, unitamente alle delegazioni sindacali di Filcams cgil e Fisascat cisl, stigmatizzano la totale indisponibilità aziendale a ricercare soluzioni che pur realizzando risparmio nei costi mantengano inalterati i livelli occupazionali. La scelta scellerata di delocalizzare il lavoro alle isole Mauritius e di chiudere i due poli periferici di ANCONA e CATANIA peraltro si accompagna al mancato rispetto degli impegni assunti dalla Accenture congiuntamente con le Società AUCHAN, SMA e COIN di salvaguardare l’occupazione del ramo di azienda trasferito anche nei casi di modifica dei rapporti commerciali tra i contraenti o di terziarizzazione. Il riserbo invocato da Accenture alla richiesta di visionare gli accordi stipulati con i clienti e la creazione di un fondo rischi per il personale specificatamente previsto per la ricollocazione di personale in esubero rispetto agli obiettivi stabiliti con i clienti sin dal 2007, evidenzia la premeditazione e la condivisione di tutti i contraenti della scelta di chiudere Ancona e Catania e di ridimensionare Milano.  La rivisitazione degli accordi nel 2007 peraltro ha segnato un calo dei corrispettivi a cui sono corrisposti ben più alti indennizzi da tutti i clienti ed in particolare da Auchan che ha continuato ad erogare contributi anche nel 2009. Nel richiamare tutte le società che hanno stipulato l’accordo ad assumersi le responsabilità che l’accordo stesso denota inequivocabilmente, l’assemblea e la delegazione sindacale decidono di manifestare il proprio dissenso proclamando mezza giornata di sciopero per venerdì 11 giugno 2010 (turno del mattino). L’ASSEMBLEA DEI LAVORATORI                  LE ORGANIZZAZIONI SINDACALI Ancona, 12 giugno 2010
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11/06/2010 I sindacati dicono no ai tagli alla scuola
Le Organizzazioni Sindacali CISL Scuola, UIL Scuola, SNALS Confsal denunciano la grave situazione  in cui  versano le scuole della nostra Regione a causa dei tagli agli organici e alle risorse definiti dal Governo. Sono previsti  tagli agli organici per 1.100 unità di personale di cui 635 docenti e circa 450 unità di personale ATA a partire da settembre. Siamo al secondo anno della manovra del 2008 (L. 133) che ha già sottratto 1.333 posti di lavoro, tra personale docente e Ata. Si è creata una situazione insostenibile  che pone  le scuole delle Marche in seria difficoltà, pregiudicando la  tenuta e la qualità del sistema di istruzione pubblico. Centinaia i precari che anche quest’anno rimarranno senza lavoro. Nei confronti della la manovra finanziaria appena varata dal Governo, le Organizzazioni Sindacali CISL Scuola, UIL Scuola, SNALS Confsal  Regionali la giudicano fortemente iniqua nei confronti dei lavoratori della scuola, penalizzati da un doppio intervento: blocco del rinnovo del contratto e blocco degli  incrementi retributivi, previsti già nel contratto vigente, con effetti pesantissimi sulle retribuzioni, sulle pensioni, sulle liquidazioni. Per i lavoratori della scuola l’anzianità rappresenta, oggi, l’unico fattore che consente, con la progressione di carriera, di recuperare  almeno in parte  il valore delle retribuzioni ancora lontane dalla media di quelle erogate negli altri paesi europei. Con i provvedimenti appena varati questa opportunità viene meno, quindi il personale docente e ata è chiamato a sacrifici ben più consistenti di quelli richiesti ad altri, con uno squilibrio che altera i connotati della manovra violando un fondamentale principio: l’ equità. Non è infatti accettabile che una maestra paghi, per il contenimento della spesa pubblica, 2.600 euro all’anno, mentre un alto dirigente, pur avendo uno stipendio che vale circa il triplo (100.000 euro), ne paghi solo 500. Non è pensabile intervenire sulle  retribuzioni del personale della scuola come se fossero quelle dei manager dello Stato! Le risorse necessarie a garantire la stabilità del Paese vanno individuate  intervenendo in modo incisivo sui  tanti sprechi e privilegi reali  che ci sono nella spesa pubblica  e nella politica , oltre che attraverso una forte lotta all’ evasione fiscale.       Le OO.SS. CISL Scuola, UIL Scuola, SNALS Confsal regionali, intendono reagire con fermezza di fronte a scelte che non sono sicuramente ispirate a principi di giustizia ed equità lanciando una forte mobilitazione dei lavoratori della scuola prevista per il 15 giugno a Roma, in attesa di definire tempi e modalità di iniziative regionali,  perché in Parlamento il testo della manovra venga cambiato e reso equo. Per questo motivo  chiedono il sostegno di tutte le Istituzioni, di tutti gli schieramenti politici, di tutti i cittadini per evitare che ancora una volta sia un settore strategico come quello della scuola a pagare.                                                                    Le Segreterie Regionali                                                   CISL Scuola- UIL Scuola- SNALS ConfsalAncona 7 giugno 2010
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11/06/2010 Proseguono gli appuntamenti per la Manuli
Si è svolto oggi, 09 giugno 2010 , presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali un incontro tra il Sottosegretario al Lavoro Sen. Pasquale Viespoli, assistito dai dirigenti dello stesso ministero, la Manuli Rubber Industries spa, rappresentata dal dott. Roberto Grandi, la Segreteria Nazionale della Femca Cisl rappresentata da Angelo Colombini, le segreterie provinciali Femca Cisl, Filctem Cgil e Uilcem Uil nelle persone di Marsilio Antonucci, Ubaldo Falciani e Floriano Canali, presenti le Rsu delle sopraccitate organizzazioni Sindacali di Ascoli Piceno e Bologna.L’incontro, che segue quello già tenutosi il 4 giugno scorso, è avvenuto nell’ambito degli appuntamenti previsti dall’accordo del 24 novembre 2009 per la verifica sui contenuti dello stesso, ed in particolare per affrontare i problemi relativi alle ricadute occupazionali relative alla difficile situazione in cui versa la società Manuli.Tali ricadute sono: • circa 140 dipendenti attualmente occupati nei reparti “banbury”, “large bore”, “refri” e “tal”, con un ricorso medio alla Cigs per circa 25 lavoratori; • circa 10 unità dell’area dimessa sono state ricollocate a par time verticale presso il reparto, non interessato dalla crisi, “oil & marine”; • n. 6 lavoratori in forza ai reparti in cessazione sono stati inseriti nei percorsi di riqualificazione in base ad un accordo sottoscritto il 24 febbraio 2010 presso lo stesso Ministero; • è stato attivato un servizio di outplacement, con una società specializzata, per la ricollocazione di n. 5 dipendenti delle sedi di Milano e Bologna; • circa 50 lavoratori sono stati collocati in mobilità secondo i criteri e le modalità definiti con l’accordo del 24 novembre 2009.L’azienda ha comunicato che sta impegnando risorse finanziarie nei reparti attivi dello stabilimento, nella prospettiva di resistere all’attuale congiuntura economica e di mantenere un adeguato apparato produttivo e di competitività.Le organizzazioni Sindacali hanno comunque manifestato preoccupazione in considerazione dell’avvicinarsi del termine di erogazione della Cassa Integrazione e le Parti hanno esaminato la possibilità di sostenere il piano di riassetto aziendale ed il programma di gestione degli esuberi con un ulteriore periodo di integrazione salariale, anche con il coinvolgimento delle regioni interessate.Si è pertanto concordato che la Manuli Rubber Industries spa richiederà l’intervento della Cassa Integrazione Guadagni in Deroga della durata di 12 mesi, a decorrere dal 01 settembre 2010, a favore di un massimo di 350 lavoratori in forza sia ai reparti cessati che di quelli in crisi.CGIL, CISL e UIL giudicano positivamente i risultati dell’accordo, sono consapevoli delle gravi conseguenze in termini occupazionali ed economici per il territorio ascolano, che la vicenda Manuli ha comportato, ma sin dall’inizio hanno scelto la strada della responsabilità e delle cose concrete, cercando di salvaguardare il più possibile gli interessi soprattutto dei lavoratori coinvolti. Ciò ha determinato il mantenimento di una parte della produzione, la possibilità di aspirare ad un possibile suo incremento e l’attivazione di tutti gli ammortizzatori possibili; questa intesa, che permette di ampliare di un ulteriore anno la Cassa Integrazione è frutto di un impegno che non si è esaurito con l’accordo del novembre scorso, ma che è continuato giorno per giorno e che non verrà meno nel futuro.L’intesa del 24 novembre 2009 prevede una serie di altri affidamenti e le OO.SS. sono costantemente attive nei confronti dell’Azienda e delle Istituzioni affinché tutto quanto previsto si possa realizzare, ritenendo prioritari gli interventi funzionali alla ricollocazione dei lavoratori che hanno perso l’occupazione.Ascoli Piceno, 09.06.2010FEMCA CISL  FILCTEM CGIL  UILCEM UIL
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11/06/2010 Accenture: dipendenti in sciopero
A venti giorni dallo spirare dei termini previsti per la fase amministrativa, l’assemblea dei lavoratori di Accenture Ancona, unitamente alle delegazioni sindacali di Filcams cgil e Fisascat cisl, stigmatizzano la totale indisponibilità aziendale a ricercare soluzioni che pur realizzando risparmio nei costi mantengano inalterati i livelli occupazionali.La scelta scellerata di delocalizzare il lavoro alle isole Mauritius e di chiudere i due poli periferici di ANCONA e CATANIA peraltro si accompagna al mancato rispetto degli impegni assunti dalla Accenture congiuntamente con le Società AUCHAN, SMA e COIN di salvaguardare l’occupazione del ramo di azienda trasferito anche nei casi di modifica dei rapporti commerciali tra i contraenti o di terziarizzazione.Il riserbo invocato da Accenture alla richiesta di visionare gli accordi stipulati con i clienti e la creazione di un fondo rischi per il personale specificatamente previsto per la ricollocazione di personale in esubero rispetto agli obiettivi stabiliti con i clienti sin dal 2007, evidenzia la premeditazione e la condivisione di tutti i contraenti della scelta di chiudere Ancona e Catania e di ridimensionare Milano.La rivisitazione degli accordi nel 2007 peraltro ha segnato un calo dei corrispettivi a cui sono corrisposti ben più alti indennizzi da tutti i clienti ed in particolare da Auchan che ha continuato ad erogare contributi anche nel 2009.Nel richiamare tutte le società che hanno stipulato l’accordo ad assumersi le responsabilità che l’accordo stesso denota inequivocabilmente, l’assemblea e la delegazione sindacale decidono di manifestare il proprio dissenso proclamando mezza giornata di sciopero per domani venerdì 11 giugno 2010 (turno del mattino).L’ASSEMBLEA DEI LAVORATORI                  LE ORGANIZZAZIONI SINDACALIAncona, 10 giugno 2010
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05/06/2010 FILCA ANCONA - Legno/Arredo Industria : raggiunta l'intesa
Per informazioni contattare la FILCA CISL di Ancona  via Ragnini, 4 60127 Ancona Tel. 071-2822216
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04/06/2010 FILCA CISL ANCONA- RINNOVATO CCNL LAPIDEI ED ESCAVAZIONE INDUSTRIA
Per informazioni contattare la FILCA CISL  via Ragnini, 4 Ancona - Tel. 071-2822216
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01/06/2010 Iniziamo a ridurre gli sprechi!
Manovra: la Cisl Fp contraria al blocco dei contratti del pubblico impiego “Non siamo affatto d’accordo con il blocco dei contratti per i dipendenti pubblici, ma purtroppo la cosa non ci sorprende” Giovanni Faverin, segretario generale della Cisl Fp commenta così la misura inserita nella manovra correttiva. “Non è una novità che non ci siano i soldi per i contratti dei pubblico impiego, i governi cambiano ma la musica resta sempre la stessa”. “Era una misura annunciata vista l’aria che tira in Europa dove i tagli agli stipendi li hanno fatti davvero, come in Grecia e in Spagna. Ciò non toglie che sia l’ennesima spia di una situazione paradossale”, attacca Faverin, “Non è giusto che per incapacità dei politici, tocchi ai lavoratori andarci di mezzo: governi e amministrazioni locali si sono sempre dimostrati incapaci di accantonare, con una buona programmazione, le risorse per rinnovare i contratti, come avrebbe fatto ogni buon imprenditore. E invece continuano a comportarsi come pessimi datori di lavoro”. Le stesse riforme di cui si parla spesso a sproposito – continua  il segretario della Cisl Fp – “non hanno mai riguardato  norme che imponessero ai politici di inserire la dinamica salariale nei bilanci pubblici”. “I lavoratori sono stanchi di farsi prendere in giro dai governi e dalle giunte che si susseguono". Non accetteremo nessun taglio neanche nei meccanismi di rideterminazione del salario accessorio” rimarca Faverin “Diciamo no a qualunque misura che tolga soldi a qualcuno per darli a qualcun altro. I lavoratori pubblici faranno sentire la loro voce”. Ma per il segretario della Cisl Fp non è lo sciopero lo strumento per fronte alla situazione. E rilancia: “Non ci limiteremo alla protesta e non chiederemo ai lavoratori di scendere in piazza per vedersi tagliata ulteriormente la busta paga, non sarebbe serio e non servirebbe a niente. Piuttosto abbiamo già messo in campo una campagna di mobilitazione vigorosa dei dipendenti pubblici per denunciare, insieme ai cittadini e in ogni ente, azienda o agenzia pubblica, gli sprechi, le forme di disorganizzazione, le consulenze date agli amici di partito, l'aumento dei dirigenti ad ogni nuovo governo o consiliatura. Per segnalare alla Corte dei Conti la spesa improduttiva mettendo fine all'utilizzo dei bilanci pubblici come bancomat delle campagne elettorali. E far sì che dalla buona programmazione economica escano le risorse per i contratti e gli investimenti in risorse umane”.Roma, 31 maggio 2010
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31/05/2010 L'Anconetani si può salvare
La Cisl di Macerata ha chiesto un nuovo incontro al Prefetto di Macerata per affrontare la questione dell’Anconetani Sas, il cantiere navale civitanovese la cui sopravvivenza e appesa ad un filo. In questo caso il problema non è la carenza di lavoro, visto che è in corso la realizzazione di due scafi da pesca, ma il precedente fallimento dell’ Anconetani srl, tuttora soggetta alla procedura della curatela. Settimana decisiva La prossima settimana sarà decisiva per le sorti del cantiere navale. Domani è attesa la sentenza del giudice delegato al fallimento in merito al ricorso dell'azienda: il 9 giugno, invece, dovrebbe tenersi l'asta per la vendita dell’attività e dei suoi beni immobiliari, compresa la concessione demaniale dell'area esterna al capannone, che spetta al Comune di Civitanova Marche. Non dimenticare i lavoratori Intanto, i 6 dipendenti continuano a lavorare senza percepire stipendio. Marco Ferracuti, Segretario provinciale della Cisl di Macerata, Stefania Montagner, Segretaria dei metalmeccanici Cisl e Andrea Luzi Responsabile della zona di Civitanova marche, lanciano un nuovo appello «affinché i lavoratori della Anconetani Sas non siano dimenticati». Necessaria la collaborazione di tutti «La Cisl – affermano i tre sindacalisti in una nota unitaria - ha attivato anche l'avvocato Stefano Ghio, del proprio Ufficio Legale, che farà quanto è in suo potere per sbloccare la vertenza. Ma abbiamo bisogno della collaborazione di tutti e per questo abbiamo cercato di coinvolgere le istituzioni e la collettività, sensibilizzandole attraverso l’Assemblea pubblica del 18 maggio. Salvaguardare le imprese efficienti «E' in gioco il futuro di un'impresa – prosegue la Cisl - dei suoi lavoratori e delle loro famiglie. L'azienda sta cercando di portare avanti due importanti commesse ed è costretta, suo malgrado a interrompere l’attività. A queste condizioni la proprietà non se la sente di continuare la produzione. Dovrebbe infatti investire migliaia di euro col rischio di dover presto "tirare i remi in barca". Stiamo parlando di un'azienda sana, in grado di continuare l'attività produttiva, che sta pagando errori precedenti e il cui indotto da lavoro ad almeno 40 persone. E' necessario fare tutto il possibile per salvaguardare le imprese ancora efficienti e conservare i livelli occupazionali ".
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28/05/2010 Ingiusto il blocco dei contratti del Pubblico Impiego
Il pacchetto di interventi  sul pubblico impiego contenuti nella manovra finanziaria che   possono essere sintetizzati nel blocco dei contratti e nella mancata sostituzione del turn-over segnalano ancora una volta che il Governo ha scelto di intervenire sulla P.A. attraverso delle scorciatoie che daranno  risultati in termini di cassa ma che non consentono una riforma razionale per il rilancio e l’ammodernamento della Pubblica Amministrazione.Il blocco per tre anni dei rinnovi contrattuale del Pubblico impiego è una misura ingiusta che contrasta con ogni ipotesi di riforma della Pubblica Amministrazione che punti sulla valorizzazione del merito, il blocco del turn-over contribuisce ad un ulteriore invecchiamento della forza lavoro del pubblico impiego che già oggi  ha una età media di 44  anni.La CISL FP di Ancona non condivide queste misure, sarebbe invece stato necessario proporre: un serio intervento sulle consulenze e incarichi professionali delle PP.AA. che ammontano nella sola provincia di Ancona tra sanità ed enti locali a diversi milioni di euro; una operazione di reinternalizzazione di servizi quali, mense, servizi socio sanitari, servizi tecnici la cui cessione in appalto da parte di comuni, ASL, ministeri ha condotto ad una esplosione della spesa ben oltre le previsioni, il taglio di organismi  quali consigli di amministrazioni e collegi sindacali di società costituite da enti pubblici. Questi sprechi costituiscono le vere pieghe della spesa pubblica che andavano aggredite e che hanno determinato in dieci anni la crescita del 20% della spesa pubblica nonostante la diminuzione costante del potere d’acquisto dei salari dei dipendenti.Come dipendenti pubblici abbiamo sempre saputo che la crisi avrebbe colpito pesantemente, dopo il mondo del lavoro privato, anche il settore pubblico, contestiamo però che il Governo abbia scelto la strada più breve colpendo i salari dei dipendenti   anziché affrontare veramente gli sprechi  che si annidano in questo settore e che spesso sono indotti dalle  lobby politiche che vogliono gestire la pubblica amministrazione per ottenere consenso.La CISL FP di Ancona per sostenere le proprie ragioni parteciperà con il proprio Consiglio Generale alla manifestazione sulla manovra finanziaria indetta dalla  CISL  a Roma il 5 giugno p.v.Ancona, 27 maggio 2010  Il Segretario Generale FP CISL Ancona Alessandro Mancinelli
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28/05/2010 FP Cisl Ancona:"ingiusto il blocco dei contratti del pubblico impiego"
28 Maggio 2010 - Il pacchetto di interventi  sul pubblico impiego contenuti nella manovra finanziaria che   possono essere sintetizzati nel blocco dei contratti e nella mancata sostituzione del turn-over segnalano ancora una volta che il Governo ha scelto di intervenire sulla P.A. attraverso delle scorciatoie che daranno  risultati in termini di cassa ma che non consentono una riforma razionale per il rilancio e l’ammodernamento della Pubblica Amministrazione. Il blocco per tre anni dei rinnovi contrattuale del Pubblico impiego è una misura ingiusta che contrasta con ogni ipotesi di riforma della Pubblica Amministrazione che punti sulla valorizzazione del merito, il blocco del turn-over contribuisce ad un ulteriore invecchiamento della forza lavoro del pubblico impiego che già oggi  ha una età media di 44  anni. La CISL FP di Ancona non condivide queste misure, sarebbe invece stato necessario proporre: un serio intervento sulle consulenze e incarichi professionali delle PP.AA. che ammontano nella sola provincia di Ancona tra sanità ed enti locali a diversi milioni di euro; una operazione di reinternalizzazione di servizi quali, mense, servizi socio sanitari, servizi tecnici la cui cessione in appalto da parte di comuni, ASL, ministeri ha condotto ad una esplosione della spesa ben oltre le previsioni, il taglio di organismi  quali consigli di amministrazioni e collegi sindacali di società costituite da enti pubblici. Questi sprechi costituiscono le vere pieghe della spesa pubblica che andavano aggredite e che hanno determinato in dieci anni la crescita del 20% della spesa pubblica nonostante la diminuzione costante del potere d’acquisto dei salari dei dipendenti.  Come dipendenti pubblici abbiamo sempre saputo che la crisi avrebbe colpito pesantemente, dopo il mondo del lavoro privato, anche il settore pubblico, contestiamo però che il Governo abbia scelto la strada più breve colpendo i salari dei dipendenti   anziché affrontare veramente gli sprechi  che si annidano in questo settore e che spesso sono indotti dalle  lobby politiche che vogliono gestire la pubblica amministrazione per ottenere consenso.  La CISL FP di Ancona per sostenere le proprie ragioni parteciperà con il proprio Consiglio Generale alla manifestazione sulla manovra finanziaria indetta dalla  CISL  a Roma il 5 giugno p.v.  Il Segretario Generale CISL FP Ancona (Alessandro Mancinelli)
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26/05/2010 Femca Cisl Ancona - Realizzazione del nido d'infanzia promosso dalla RSU e dall’ACRAF
La politica di conciliazione sostenuta dalla CISL e dal Coordinamento Donne di Ancona fin dalla promulgazione della legge n.53 del 2000, in questi anni ha dato impulso alle categorie, affinché potessero essere realizzati progetti che mirassero a conciliare i tempi da dedicare alla famiglia con quelli del lavoro. Difatti la categoria FEMCA e i lavoratori dell’Angelini di Ancona con un accordo integrativo con l’azienda Acraf spa, nel 2003 hanno sviluppato un progetto di attivazione di un asilo nido aziendale, che si è concretizzato poi nel 2006 attraverso un intesa tra la società e il Comune di Ancona.     In questi giorni la Giunta comunale di Ancona ha approvato l’affidamento in appalto della gestione del nuovo nido d’infanzia a Monte D’ago in via Togliatti che opererà in autunno e avrà una recettività di 60 bambini, di cui 20 posti sono assegnati ai dipendenti dell’ACRAF. Il nido, per bambini dai 3 ai 36 mesi, sarà aperto dal lunedì al venerdì, dalle ore 7.30 alle opre 17.30 fino al mese di luglio. Daniele Paolinelli, Segretario della FEMCA, ha dichiarato:”la categoria e la R.S.U. esprimono soddisfazione per la concretizzazione di tale servizio che è stato realizzato anche con il contributo dei dipendenti e della società ACRAF, rispondendo alle esigenze dei lavoratori e delle loro famiglie, migliorando la qualità della vita.” 
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25/05/2010 Manifattura - scatta lo sciopero
Dal Corriere Adriatico del 25 maggio 2010 Chiaravalle- Il nodo resta sempre lo stesso, ossia la mancanza di commesse e ordinativi. La crisi non risparmia la Manifattura tabacchi, la storica realtà di Chiaravalle che per decenni ha garantito un posto di lavoro a centinaia di famiglie. Ultimata la cassa integrazione ordinaria ecco scattata la procedura per ricorrere a quella straordinaria. Una soluzione bocciata dai sindacati che hanno proclamato lo stato di agitazione e annunciato un pacchetto di 16 ore di sciopero nell’impianto di Chiaravalle. A far scattare la protesta da parte di Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil anche l’atteggiamento manifestato dalla proprietà. “L’azienda - si legge in una nota delle segreterie provinciali delle tre organizzazioni - ripropone una cassa integrazione straordinaria per ulteriori 24 mesi, dopo aver usufruito di quella ordinaria per un anno, senza spiegarci cosa vuol fare per il futuro”. I dipendenti attualmente sono 70 - 52 gli operai - e 34 di loro erano collocati in cassa integrazione con la formula della rotazione. I sindacati dicono di aver chiesto più volte “un piano industriale credibile a supporto della richiesta della cassa integrazione straordinaria”. Dicono di aver manifestato ai dirigenti dell’azienda i propri dubbi sul ricorso alla Cigs prospettando semmai altre soluzioni. “Sussistono - dicono - ammortizzatori sociali meno invasivi, come il contratto di solidarietà, che può traghettare questa fase difficile senza escludere nessuno dalla ripresa futura. L’azienda si è rifiutata di verificare la fattibilità del contratto di solidarietà e continua a negarci un piano industriale più volte sollecitato”. C’è incertezza alla Mit, la Manifattura italiana tabacchi che fa capo ad un istituto di credito e a una finanziaria. L’azienda è subentrata alcuni anni fa al gruppo inglese Bat scrivendo la storia recente della Manifattura che in città è considerata molto più di una semplice azienda per aver garantito un posto di lavoro a numerose generazioni. “Le segreterie provinciali - incalzano Flai, Fai e Uila - e i dipendenti oltre alle iniziative di mobilitazione hanno chiesto di incontrare l’amministrazione comunale per discutere l’atteggiamento non comprensibile dell’azienda e cercare di ristabilire un clima di relazioni sindacali confacenti allo stato di difficoltà che situazioni del genere richiedono”. L’unica certezza resta la decisione dell’azienda di andare per altri due anni con la cassa integrazione straordinaria. luca animobono
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24/05/2010 «Spesa pubblica, basta sprechi»
«In un contesto socio-economico difficile ed alla vigilia di una manovra economica da venticinque miliardi di euro in due anni con minacce di colpire il pubblico impiego bloccando i rinnovi dei Contratti nazionali di  lavoro, il turn-over e parte del salario accessorio, inizia anche nelle Marche la campagna nazionale della Cisl Funzione Pubblica per riqualificare la spesa, tagliare i costi della politica e dare le priorità di azione alla pubblica  amministrazione. Continuare a chiedere sacrifici a chi, come i dipendenti pubblici, pagano le tasse fino all’ultimo centesimo e percepiscono un salario medio di 1.200-1.300 euro al mese, è necessario che anche le pubbliche amministrazioni delle Marche avviino un confronto con il sindacato teso a verificare come migliorare l’utilizzo delle risorse pubbliche, evitare gli sprechi e dare un segnale chiaro circa la volontà di tagliare i costi della politica che non vuol dire solo sindaci, assessori e consiglieri ma anche i tanti componenti dei consigli di amministrazione delle società partecipate, oltre che sulle tante consulenze ancora in essere. I cosiddetti “esperti esterni” così presenti nei comparti autonomie locali e sanità possono essere spesso rimpiazzati da professionalità interne con costi infinitamente minori. Verrà inviato dalla Funzione Pubblica Cisl Marche alle principali amministrazioni pubbliche della regione un apposito questionario teso a conoscere l’incidenza di queste voci, consapevoli che un uso più cosciente della spesa pubblica sia fondamentale  per migliorare i livelli qualitativi e quantitativi dei servizi, sia la reale produttività dei tanti lavoratori pubblici che quotidianamente erogano i servizi e le loro perfomance. Per la Funzione Pubblica Cisl Marche è fondamentale rilanciare in questa ottica la partecipazione dei lavoratori e delle loro rappresentanze all’interno delle singole amministrazioni, in una ottica di “controllo sociale” della spesa. Prima di pensare a fare ulteriori tagli sui dipendenti che pagano le tasse è necessario fare una pagella anche agli amministratori che continuano a mantenere in vita Enti e società inutili e molto costosi per i quali sarebbe sufficiente far assorbire personale e attività dagli enti locali più significativi». «La responsabilità in un momento così difficile è di tutti , nessuno escluso»23 maggio 2010                                                                      Luca Talevi                                                                           Segretario generale Fp-Cisl Marche
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13/05/2010 Vertenza Antonio Merloni, firmato il Decreto Proroga Amministrazione Straordinaria
Abbiamo avuto stamattina conferma dell’avvenuta firma, da parte del Presidente del Consiglio Berlusconi, del decreto di proroga della Amministrazione Straordinaria della Antonio Merloni, il cui primo anno di durata dalla approvazione del Programma dei Commissari Straordinari è in scadenza il 22 maggio. Ciò dopo che, nella giornata di ieri, FIM FIOM UILM Nazionali avevano rivolto un forte appello affinchè la firma, rimasta in sospeso nei giorni delle dimissioni del Ministro Scajola, ci fosse con urgenza, segnalando i danni e i problemi che ulteriori ritardi avrebbero provocato.La firma del decreto di proroga rende  possibile la richiesta di un ulteriore anno di cassa integrazione per i lavoratori della Merloni e la prosecuzione delle attività degli Organi della Amministrazione Straordinaria.La FIM considera molto importante ora che tutte le parti coinvolte sollecitino l’emanazione rapida del decreto di autorizzazione della cassa integrazione. Contemporaneamente, ritiene indispensabile che vengano esercitati impegno e responsabilità ai massimi livelli politici ed istituzionali nella ricerca di investitori disponibili a realizzare attività nelle aree industriali di Fabriano e Nocera, e che siano completate rapidamente le cessioni della Cilinder & Tanks e della Tecnogas.Roma, 12 maggio 2010                                         Ufficio Stampa Fim-Cisl
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12/05/2010 Sindacati in prima linea contro la 'Ndrangheta
L’autore del gran rifiuto si chiama Enzo Micheletti, ha l’aspetto di un ragazzo cresciuto, i capelli fulvi, una militanza aclista e una piccola croce di legno al collo. Difende i diritti dei lavoratori e i principi di legalità in nome della Filca, il sindacato edili della Cisl. Micheletti era tra i presenti alla riunione promossa qualche giorno fa dalla Filca in un albergo di Cerro Maggiore, alle porte di Milano. Una riunione straordinaria. Forse per la prima volta le strutture dirigenti sindacali della Lombardia occidentale si sono incontrate per decidere la strategia più efficace per combattere la ‘Ndrangheta nella propria regione e nel proprio settore. I direttivi di Milano, Varese, Magenta-Legnano, Lodi. Mancava Monza-Brianza, che ha pensato di declinare l’invito. Per capire il senso di quello che è accaduto bisogna tenere bene in mente due cose. La prima. Secondo la procura nazionale antimafia la ‘ndrangheta ha conquistato, in provincia di Milano, “il monopolio del ciclo del cemento”. Che vuol dire aree fabbricabili, cave, piani regolatori, case private e lavori pubblici, ad esempio l’alta velocità e le opere autostradali, dove infatti sono spuntate imprese legate ai clan. La seconda. Le autorità politico-istituzionali continuano a negare la presenza mafiosa in Lombardia. E’ in questo contesto dunque che una settantina di sindacalisti e di delegati sindacali ha deciso di darsi appuntamento. Alcuni che li diresti tali già alla vista, altri, specie le donne e i più giovani, che non li diresti affatto. Molti di origine meridionale, compreso uno che faceva il rosticciere a Palermo e ne fuggì in una notte per non cadere nella rete del “pizzo”. Tanti jeans, camicie a scacchi e golf arancioni o ciclamino, donne giovanilmente eleganti, un delegato di colore, un paio di delegati in giacca e cravatta. Tutti intenzionati ad andare a scassare pigrizie e silenzi nella tana del lupo. E ascoltarli significa rendersi subito conto delle difficoltà infinite a cui li metterà davanti questa scelta. L’occupazione, prima di tutto. Il sindacato infatti è reduce a Milano da una scelta sofferta: fare restituire il certificato antimafia a un’impresa di trasporti impegnata su grandi lavori. E in odore di mafia. Gliel’aveva revocato la tanto contestata prefettura. Effetto immediato: centoventi lavoratori regolari praticamente a spasso che maledicono le “fisime” del prefetto. Il quale ha spiegato e difeso le sue buone ragioni. Alla fine i sindacati l’hanno spuntata. Ma sanno che la cosa non si può ripetere. Che non si può contrapporre l’occupazione alla legalità. Che il sindacato non può trovarsi in rotta di collisione con i movimenti civili. Ne nasce un racconto corale, fitto di episodi e riflessioni. Il caporalato, che nella metropoli esiste eccome, se ne conoscono i tempi e i luoghi. La logica imperante del massimo ribasso, vera manna per le imprese più spregiudicate. L’azienda dei trasporti milanesi che appalta lavori al 50 per cento del ribasso, il vecchio casinò municipale abbattuto con il 65 per cento del ribasso... E poi la scomparsa della filiera dei subappalti dalle “notifiche preliminari”, con tanti saluti alla trasparenza. Le ruspe che saltavano negli anni novanta in quello che viene definito “il triangolo delle Bermuda” (Corsico-Trezzano-Buccinasco) e gli imprenditori che raccomandavano di “non fare troppo casino” con i Comuni. Il sospetto di smaltimento dei rifiuti tossici nelle cementerie. O le aziende che spuntano da Reggio Calabria in una situazione di crisi marcia, dopo buchi di cassa e licenziamenti, e gli operai che chiedono di non indagare, “almeno abbiamo la busta paga”. Si mettono insieme pezzi di strategie. Collegare i cantieri con la società, insieme a Cgil e Uil. Scegliere l’Expo come banco di prova. Massima sicurezza e trasparenza con le leggi vigenti. Una norma per commissariare le imprese sospette senza mandarne a casa i dipendenti. Francesco Bianchi, il segretario provinciale di Milano, dà l’allarme sulle possibili presenze criminali fra i “terzisti”. Renzo Zavattari, il segretario regionale, evoca i Pink Floyd (“ognuno metta il suo mattone al muro contro le infiltrazioni mafiose”). Un sindacalista massiccio chiede a tutti perché palazzoni e alberghi vengano lasciati andare in malora, e che convenienza ne possa mai avere il re dei costruttori Salvatore Ligresti. Un altro chiede perché il San Raffaele abbia affidato suoi appalti a una ditta indagata e continui ad affidarli alla sua erede. E c’è chi, come lo stesso Micheletti, mette l’accento sulla assoluta eccezionalità dei contesti in cui si va a chiedere il rispetto delle leggi. “Un giorno venni quasi alle mani con un tipo prepotente. Il giorno dopo lessi sui giornali che lo avevano preso i carabinieri e che era accusato di dodici omicidi. Mi vennero i brividi”.Forse è anche per questo che la straordinaria riunione sindacale evoca, sessant’anni dopo, un passo di “Placido Rizzotto” di Pasquale Scimeca: la scena della Camera del lavoro in cui i contadini decidono di occupare il feudo. Di andare nella tana del lupo. Le riunioni sindacali non suggeriscono più quelle atmosfere. Ma se metti insieme la Lombardia di oggi, il ciclo del cemento e un po’ di sindacalisti dalla schiena diritta può succedere.tratto da il Fatto Quotidiano del 9 maggio 2010
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10/05/2010 Porto di Ancona: stanziamenti a pioggia
Le Segreterie Regionali di Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti prendono atto di come il Comitato Portuale, a maggioranza, abbia varato uno stanziamento di 600.000,00 euro a favore delle società che effettuano la movimentazione passeggeri e merci nel porto di Ancona. Esprimono una forte critica sulle modalità con cui viene attribuito tale contributo senza alcuna valutazione di merito e quindi “a pioggia” indistintamente per tutte le imprese. Il Sindacato aveva rappresentato al Comitato Portuale che tale erogazione fosse stata subordinata ad azioni positive per il lavoro e, cioè, che ne fossero escluse le imprese che avessero proceduto a licenziamenti e ne fosse ridotto il contributo in maniera equivalente per l’uso degli ammortizzatori sociali in deroga. Appare, infatti, grave che venga attribuito un doppio vantaggio a chi mette i propri dipendenti in cassa integrazione spostando il costo del lavoro a carico della collettività e contemporaneamente utilizzando sussidi pubblici. Stupiscono che le Istituzioni presenti al tavolo abbiano approvato tale deliberazione che è chiaramente orientata più a favore delle imprese, per specifici problemi di bilancio, che al sostegno del lavoro dipendente.Ancona, 10 maggio 2010                                                                    FILT-CGIL FIT-CISL UILTRASPORTI                                                                              Segreterie Regionali Marche
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06/05/2010 Clima pesante alla Accenture
La lotta si fa dura per i 47 lavoratori della Accenture di Osimo minacciati di licenziamento. L'incontro fra sindacati e azienda di martedi a Milano si è concluso con una rottura che non offre speranze di un accordo anche se c'è tempo sino al 27 maggio per arrivare a una mediazione. «L'azienda si è presentata al tavolo senza fornirci alcun dato per approfondire le motivazioni dei licenziamenti - spiega Selena Soleggiati della Fisascat Cisl - Non abbiamo ricevuto alcun documento dal quale verificare la reale esigenza di abbattere i costi a fronte di una asserita più bassa remunerazione dei servizi svolti per conto di Sma e Auchan. Non c'è la trasparenza e la collaborazione che la legge prevede, per cui abbiamo dichiarato questa procedura irricevibile». Le fa eco Claudio Di Pietro di Filcams Cgil: «Non ci spieghiamo la decisione dell'azienda di mandare a casa i lavoratori considerato il fatturato di circa un milione di utili con cui il gruppo ha chiuso l'ultimo anno».Osimo, 6 maggio 2010
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06/05/2010 Femca Cisl Ancona - Elezione delegati dei lavoratori per il rinnovo Fondenergia
Cari amici,nei giorni 10-11-12-13-14 maggio si svolgeranno le elezioni per il rinnovo delle cariche dell’assemblea di fondenergia. Per la prima volta le organizzazioni sindacali hanno deciso di partecipare alla competizione elettorale in modo autonomo attraverso liste separate . Invitiamo tutti i lavoratori iscritti al fondo a votare la lista elettorale FEMCA CISL nella quale è presente il nostro COLLEGA PELLEGRINI FRANCESCO VOTA E RAFFORZA LA LISTA SINDACALE FEMCA CISL LA FEMCA CISL DIFENDE I TUOI DIRITTI, ANCHE SULLA PREVIDENZA COMPLEMENTARE INTEGRATIVALAVORATORI, ISCRIVETEVI A FONDENERGIA , IL VOSTRO FONDO CONTRATTUALE PER LA DIFESA DELLA VOSTRA PENSIONE FUTURA
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04/05/2010 I sindacati fotografano un distretto industriale ancora in crisi
SEGNALI DI RIPRESA non se ne vedono. Le offerte di lavoro sono ferme nelle ultime settimane come nei mesi scorsi. Le procedure per l'ottenimento della cassa integrazione continuano ad essere aperte dalle aziende, nonostante queste abbiano già mandato a casa tanti lavoratori. Un leggero spiraglio sembra aprirsi per l'edilizia, ma è ancora presto per parlare di ripresa. Sono questi i tratti principali della fotografia che tracciano i sindacati, ogni giorno in prima linea per difendere il diritto al lavoro nelle aziende. «Non vedo un'inversione di tendenza alla crisi che attanaglia il territorio — spiega Leonardo Lenci, responsabile Cisl — intravedo qualche movimento positivo nell'edilizia, ma non è facile dire se sia dovuto alla bella stagione o se sia un segnale positivo per l'economia e l'occupazione. Le procedure per la cassa inte-grazione intanto continuano ad essere aperte». A vedere nero il futuro occupazionale e produttivo del territorio anche Domenico Sarti, segretario della Camera del Lavoro di Jesi: «Le ore di cassa integrazione nelle scorse settimane erano stabili e la domanda di lavoro continua ad essere praticamente inesistente». AD AVERE LA PEGGIO le piccole imprese. «In questi giorni — racconta Lenci — una piccola azienda metalmeccanica jesina la «Osl» che ha sede in zona Gallodoro, ha avviato le procedure per la liquidazione. Sono altri 20 dipendenti circa che si trovano senza un lavoro e vanno ad aggiungersi a quelli piu tristemente noti in queste ultime settimane di Caimi2». Nelle grandi aziende invece chi si e trovato senza un posto di lavoro ne tutele sono i precari, spesso giovani: «Il ricorso alla mobilità — spiega Vincenzo Gentilucci, responsabile metalmeccanico Uil — è stato minore nelle grandi realtà dove non ci sono piu contratti a termine». Ad incassare  il colpo più violento proprio la metalmeccanica,    come    spiega Gentilucci: «Non vediamo segnali di ripresa, anzi praticamente tutte le aziende continuano a ricorrere alla cassa integrazione, nonostante le operazioni di mobilità che continuano a mettere in campo. C'è forse più fiducia da parte delle aziende alcune delle quali hanno iniziato le ristrutturazioni ma la stessa fiducia non può esserci nei lavoratori e in noi rappresentanti sindacali».  «L'indotto è stato il piu penalizzato — spiega Gentilucci — e l'automobilistico avrà probabilmente un periodo sfavorevole nei secondo semestre. L'impressione è che non avremo più quel trend positivo costante che avevamo prima della crisi, bensì dei picchi positivi seguiti da altrettanti cali produttivi». «Nelle ultime tre settimane — sottolinea Lenci — l'offerta di lavoro e ferma se si eccettua qualche richiesta per gli operai specializzati. Anche il collocamento pubblico è fermo da oltre venti giorni». «Le offerte di lavoro al centro per l'impiego — gli fa eco Sarti — sono assenti oramai da mesi, se si eccettuano le richieste di agenti di commercio».
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30/04/2010 Cisl Scuola: un grido di allarme per la scuola marchigiana
E’ possibile continuare su questa strada? No di certo! Abbiamo una scuola Pubblica Statale ridotta all’osso, con risorse minime, incertezze  finanziarie ed ordinamentali.Fin quando la politica scolastica la  determinerà il ministero dell’economie e delle finanze non potremmo, sicuramente, sperare in un cambiamento di rotta.Ci preoccupano le dichiarazioni del Ministro dell’’Istruzione  che parla di migliorare la qualità dell’offerta formativa abbattendo i costi del sistema d’Istruzione. Ci sembra contraddittorio quello che c’è scritto nella circolare sugli organici che prevede, attraverso la riduzione di posti, una scuola in grado di garantire un effettivo diritto allo studio.Ci preoccupa il futuro di questa scuola, in cui abbiamo creduto, in cui i nostri lavoratori profondono impegno e  passione e che la difficile sostenibilità economico-finanziaria sta minando. Nelle Marche stiamo assistendo ad un consistente taglio degli insegnanti e del personale ausiliario e amministrativo oltre all’impossibilità di nominare personale supplente con il rischio reale di non garantire le ore di lezione e la sicurezza degli ambienti scolastici. Nella scuola primaria per il prossimo anno scolastico, in tutta la regione, verranno tagliati circa 173 posti dei quali  81 nella provincia di Ascoli Piceno, 43 in  quella di Macerata, 31 in quella di Ancona e 18 in quella di  Pesaro,  oltre ad una diminuzione complessiva di 41 classi.  I tagli   di posti sono pesanti sia per i lavoratori che non riavranno un posto di lavoro sia per la gestione della didattica dei programmi di insegnamento: mancheranno tempi distesi per la docenza  e ai ragazzi un apprendimento proficuo; non ci sarà abbastanza  tempo  per seguire  i ragazzi  stranieri  e per  un reale inserimento dei bambini diversamente abili, i quali sono inseriti spesso in classi numerose, oltre i 20 alunni, e non sempre gli insegnati di sostegno a loro dedicati hanno orari completi. Tutti sanno che l’istruzione e la sanità sono gli indicatori per valutare le politiche di uno Stato democratico che investe sullo sviluppo del proprio paese e dei propri cittadini. I dati parlano chiaro, l’Italia è agli ultimi posti, tra i paesi dell’Unione Europea, nella graduatoria della spesa pubblica totale destinata all'istruzione, tant’è vero che il sistema scolastico italiano sta chiedendo alle famiglie  di compartecipare alle  spese per garantire il diritto allo studio dei propri figli. Condivisibile è il documento del Coordinamento Dirigenti Scolastici della Cisl Scuola Marche che nel denunciare le difficoltà in cui versano gli Istituti scolastici della nostra regione,  evidenziano le criticità  su cui è necessario fare chiarezza. Chiedono di affrontare quanto prima le questioni economico finanziare per evitare di lasciare irrisolti i problemi di bilancio della maggior parte delle istituzioni scolastiche. Rivolgiamo un appello alle Istituzioni locali affinché tutti, dalla Regione agli Enti Locali, dalle Istituzioni Scolastiche all’Ufficio scolastico Regionale, pongano al centro dei loro programmi e del loro lavoro la Scuola, un bene per tutti i  cittadini di questo Paese, un bene che rischia di essere smantellato  da scelte miopi del nostro Governo. Ancona 30 aprile 2010                                         Il Segretario generale Cisl Scuola Marche                                                                                                        Francesca Conti
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30/04/2010 FEMCA CISL ANCONA- ELEZIONE DELEGATI DEI LAVORATORI PER IL RINNOVO FONDENERGIA
Cari amici,  nei giorni 10-11-12-13-14 maggio  si svolgeranno le elezioni per il rinnovo delle cariche dell’assemblea di fondenergia. Per la prima volta le organizzazioni sindacali hanno deciso di partecipare alla competizione elettorale in modo autonomo attraverso liste separate . Invitiamo tutti i lavoratori iscritti al fondo a votare la lista elettorale FEMCA CISL nella quale è presente il nostro COLLEGA   PELLEGRINI FRANCESCO VOTA E RAFFORZA LA LISTA SINDACALE FEMCA CISL LA FEMCA CISL DIFENDE I TUOI DIRITTI, ANCHE SULLA PREVIDENZA COMPLEMENTARE INTEGRATIVA LAVORATORI, ISCRIVETEVI A FONDENERGIA , IL VOSTRO FONDO CONTRATTUALE PER LA DIFESA DELLA VOSTRA PENSIONE FUTURA ZD Scribd iPaper var zdscribdvar_429_1 = scribd.Document.getDoc(30736599, 'key-2f6j0gk6oc7bjvgi7hxr') zdscribdvar_429_1.addParam('jsapi_version', 1); zdscribdvar_429_1.addParam('height', 600); zdscribdvar_429_1.addParam('width', 590); zdscribdvar_429_1.addParam('disable_related_docs', true); zdscribdvar_429_1.addParam('mode', 'list'); zdscribdvar_429_1.addParam('auto_size', true); zdscribdvar_429_1.addParam('page', 1); zdscribdvar_429_1.write('zdscribdid_429_1');
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30/04/2010 FEMCA CISL ANCONA- ELEZIONE DELEGATI DEI LAVORATORI PER IL RINNOVO FONDENERGIA
Cari amici,  nei giorni 10-11-12-13-14 maggio  si svolgeranno le elezioni per il rinnovo delle cariche dell’assemblea di fondenergia. Per la prima volta le organizzazioni sindacali hanno deciso di partecipare alla competizione elettorale in modo autonomo attraverso liste separate . Invitiamo tutti i lavoratori iscritti al fondo a votare la lista elettorale FEMCA CISL nella quale è presente il nostro COLLEGA   PELLEGRINI FRANCESCO VOTA E RAFFORZA LA LISTA SINDACALE FEMCA CISL LA FEMCA CISL DIFENDE I TUOI DIRITTI, ANCHE SULLA PREVIDENZA COMPLEMENTARE INTEGRATIVA LAVORATORI, ISCRIVETEVI A FONDENERGIA , IL VOSTRO FONDO CONTRATTUALE PER LA DIFESA DELLA VOSTRA PENSIONE FUTURA
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27/04/2010 Commercio: deroga alle aperture. Sindacati all'attacco
San Benedetto,  aprile 2010 Le categorie del commercio di Cgil - Cisl - Uil ribadiscono la loro contrarietà alle deroghe all'apertura degli esercizi di commercio nelle date del 25 Aprile e Primo maggio, operata con ordinanza anche dal Comune di San Benedetto per tutto il territorio, tranne i centri commerciali. "A nulla  è valso il nostro richiamo, fatto nei giorni scorsi, circa l'importanza che queste due date hanno per la storia e la memoria del nostro Paese. Ci sconcerta sia il modo con cui siamo venuti a sapere del provvedimento del sindaco (tramite il sito web del Comune) sia il fatto che il Comune cerchi di puntellare la decisione di derogare alle aperture con initiative cultural-sportive, ben sapendo che il 25 aprile e il Primo maggio sono patrimonio storico di tutti noi. Il sindaco sa bene che non si esce dalla crisi facendo lavorare anche il 25 aprile ed il Primo maggio". I sindacati invitano i lavoraton alla fruizione delle festività non offrendo in tali giorni la prestazione lavorativa "poiché l’art. 142 del contratto di settore prevede che non ci sia nessuna riduzione o trattenuta sulla retribuzione ai lavoratori in conseguenza della mancata prestazione di lavoro nel giorno del 1 maggio".
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27/04/2010 Commercio: deroga alle aperture. Sindacati all'attacco
San Benedetto, 27 aprile 2010 Le categorie del commercio di Cgil - Cisl - Uil ribadiscono la loro contrarietà alle deroghe all'apertura degli esercizi di commercio nelle date del 25 Aprile e Primo maggio, operata con ordinanza anche dal Comune di San Benedetto per tutto il territorio, tranne i centri commerciali. "A nulla  è valso il nostro richiamo, fatto nei giorni scorsi, circa l'importanza che queste due date hanno per la storia e la memoria del nostro Paese. Ci sconcerta sia il modo con cui siamo venuti a sapere del provvedimento del sindaco (tramite il sito web del Comune) sia il fatto che il Comune cerchi di puntellare la decisione di derogare alle aperture con initiative cultural-sportive, ben sapendo che il 25 aprile e il Primo maggio sono patrimonio storico di tutti noi. Il sindaco sa bene che non si esce dalla crisi facendo lavorare anche il 25 aprile ed il Primo maggio". I sindacati invitano i lavoraton alla fruizione delle festività non offrendo in tali giorni la prestazione lavorativa "poiché l’art. 142 del contratto di settore prevede che non ci sia nessuna riduzione o trattenuta sulla retribuzione ai lavoratori in conseguenza della mancata prestazione di lavoro nel giorno del 1 maggio".
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27/04/2010 Polizia municipale. I sindacati lamentano la mancanza di personale
«Il Comune è sempre più in ritardo per definire le problematiche della polizia municipale». Così le segreterie territoriali di Cgil, Cisl, Uil si pronunciano sulla situazione della polizia anconetana. «Se non arriveranno i rinforzi – spiega Luca Talevi della Fp-Cisl – il lavoro continuerà a gravare sul personale attuale. Con la fiera di San Ciriaco e gli eventi che seguiranno da qui a tutta l’estate, i dipendenti si troveranno a lavorare spesso anche nei giorni festivi. Questo perché ancora le nuove unità promesse nel piano delle assunzioni 2010 non sono ancora arrivate. Inoltre attendiamo la chiusura del corpo di guardia ancora presidiato dalla polizia municipale senza motivo. Quel posto potrebbe benissimo essere ricoperto da personale del Comune, non è un compito del vigile urbano farlo. E’ sufficiente anche un addetto alla sicurezza». In tutta risposta, ieri, il Comune ha indetto il concorso pubblico per  titoli  e prova d’esame che andrà a formare una graduatoria per l’assunzione di nuovi vigili urbani a tempo determinato  (tempo pieno e parziale).  Per partecipare bisogna avere l’età minima di 18 anni, la cittadinanza italiana o di uno stato dell’Unione Europea, l’idoneità psicofisica, il diploma di maturità, la patente di guida categoria B , la conoscenza di  una lingua straniera e applicazioni informatiche. La domanda dovrà essere  presentata entro le ore 13 di venerdì 30 aprile 2010. La prova si svolgerà il 20 maggio. Per  ulteriori informazioni: www.comune.ancona.it o 071/2222338.
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21/04/2010 Edili: firmato il Contratto nazionale Edilizia Industria
È stato firmato nella notte da Ance (Associazione Nazionale Costruttori Edili) e sindacati di categoria Feneal-Uil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil, l'accordo per il rinnovo del contratto dell'Edilizia-Industria, che interessa oltre 1milione 200mila addetti. Il testo, che ha efficacia dal 1° gennaio scorso fino al 31 dicembre 2012, prevede un aumento pari a 91 euro al parametro 100 (1° livello) e si inserisce perfettamente nel solco tracciato dall'accordo interconfederale del 15 aprile del 2009. "Si tratta di un buon contratto con numerosi parti innovative, nonostante il momento di profonda crisi del settore", ha dichiarato Domenico Pesenti, segretario generale della Filca-Cisl. "L'accordo - prosegue - recepisce quasi totalmente le richieste della nostra piattaforma, perché rafforza le tutele e le sicurezze dei lavoratori e mira anche al rilancio del settore, che rappresenta oltre il 10% del Pil nazionale. L'aumento salariale - precisa Pesenti - si basa sugli indici Ipca introdotti dal protocollo dell'aprile del 2009 e rappresenta il recupero del potere d'acquisto dei salari per i prossimi tre anni, garantito dall'accordo. Ma è tutto l'impianto che poggia sul nuovo modello contrattuale, perché sono stati valorizzati la sicurezza, la bilateralità, il welfare, la legalità, il mercato del lavoro attraverso la Borsa continua nazionale e si dà un forte impulso al secondo livello di contrattazione, responsabilizzando così i gruppi dirigenti territoriali".Questi in sintesi i punti del contratto: Salario - Aumento di 91 euro al parametro 100 (1° livello) diviso in tre tranches: 30 euro dal 1° aprile 2010, 30 euro dal 1° gennaio 2011 e 31 euro dal 1° gennaio 2012. Contrattazione di II livello - Riconfermata la contrattazione di secondo livello di tipo territoriale, con l'individuazione del tetto del 6% e l'inserimento di un meccanismo variabile. Per il calcolo saranno utilizzati 4 indicatori a livello nazionale, uno invece sarà concordato in sede territoriale. Part-time - Si è deciso che i contratti a tempo parziale che superino le percentuali stabilite dal Ccnl, pari al 3%, impediscono il rilascio del Durc all'impresa richiedente. Borsa lavoro - Entrerà a regime nel 2011 e permetterà al sistema delle Scuole edili di gestire l'incontro tra la domanda e l'offerta di lavoro. Rlst - Costituzione degli Rlst (Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza territoriale) in ogni provincia. Previdenza - Rafforzamento e rilancio del Fondo Prevedi,con adesione dei lavoratori tramite le Casse edili. Ferie - Il lavoratore potrà utilizzare 2 settimane di ferie all'anno nei 24 mesi successivi. La norma porterà grandi vantaggi soprattutto per gli stranieri che tornano periodicamente nella nazione di origine. Bilateralità - Verrà rafforzata e razionalizzata la logica del sistema e reso sempre più omogeneo l'operato degli Enti paritetici: Casse edili, Scuole edili e Cpt. Avviso comune su contribuzione e ammortizzatori sociali -  Ance e sindacati chiederanno al Governo di  'spezzare'  in due la contribuzione, pari al 5% circa. Il 3% continuerà a finanziare gli ammortizzatori sociali, la quota restante invece servirà a creare un fondo utilizzato per favorire l'assunzione dei lavoratori disoccupati o in Cassa integrazione, e per integrare i redditi dei lavoratori in Cig o in disoccupazione, ma a condizione che frequentino corsi di formazione professionale o percorsi di riqualificazione. Banca dati - La Cnce avrà il compito di progettare un sistema informatico nazionale omogeneo territorialmente, per la creazione di  una Banca Dati territoriale di settore. Oltre ai dati più comuni la Banca Dati dovrà anche indicare informazioni precise circa i singoli cantieri dell'impresa e l'intera filiera degli eventuali subappalti assegnati.20 aprile 2010
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20/04/2010 Fincantieri: richiesto l'allungamento della Cassa Integrazione
Si è svolto ieri, lunedì 19 aprile presso la sede dell’associazione industriali, l’incontro tra la direzione aziendale e le organizzazioni sindacali per concordare l’allungamento della cigo di altre tredici settimane. Questo allungamento andrebbe così a coprire il periodo di cigo sino al 22 luglio 2010. Per questo ulteriore periodo restano confermati i precedenti accordi comunque in parte stabiliti dall’ultimo contratto integrativo in merito alla cassa integrazione.In quella sede, l’azienda, ha comunicato alle Organizzazioni sindacali un ulteriore carico di lavoro pari a 22.000 mila ore riguardante la sezione FB e quindi lavorazioni dei sottassiemi, otre alle 100.000 già assegnateci dal cantiere di Monfalcone.Allo stato attuale, non è ancora noto il piano dettagliato delle varie officine del personale che sarà posto in cigo o del personale che invece rientra, perché l’ulteriore lavoro assegnatoci è stato comunicato la mattina dell’incontro. Tutto questo però ci porta a considerare un rientro di tutto il personale del centro uno nel periodo che va dal 9 giugno a tutto ottobre 2010.Oltre a questi affidi, l’azienda, sta programmando ulteriori lavori di manutenzione nelle varie aree del cantiere, oltre a quelli già in corso.Tra le varie richieste fatte, la Rappresentanza Sindacale Unitaria, ha ribadito il fatto che per noi la cigo non deve andare oltre le 52 settimane e quindi, l’azienda, in questo frangente deve far rispettare al massimo le rotazioni nei vari centri, riduzioni di orario di lavoro nel periodo estivo, sistemi di sostegno al reddito per i lavoratori in cassa da mesi e laddove non fosse possibile cercando di collocare i lavoratori anche attraverso le trasferte nei cantieri con carichi di lavoro garantiti.La situazione resta comunque per noi preoccupante perché ad oggi non ci sono ancora commesse, a parte gli affidi, per il nostro stabilimento.Le Organizzazioni sindacali tengono comunque a precisare che resta aperto il tavolo presso il Ministero dello Sviluppo Economico e, vista la difficile situazione di crisi che non accenna a trovare una soluzione, hanno chiesto un incontro alla Presidenza del Consiglio per cercare una via di uscita da questa difficile situazione.A livello locale, invece, la Rappresentanza Sindacale Unitaria sta cercando di organizzare incontri con le istituzioni locali, affinchè arrivi un segnale più forte al governo della difficile situazione che si è venuta a creare nel nostro territorio e in particolare nel nostro sito produttivo. Ancona 20 aprile 2010                                                                                                                                                                           RSU fincantieri
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19/04/2010 Caos aerei: i suggerimenti dell'Adiconsum
La nuvola di cenere provocata dal vulcano islandese sta comportando disagi e gravi complicazioni nei trasporti, per cui vogliamo ricordare i diritti dei viaggiatori, che sono stati costretti, a causa di circostanze eccezionali, alla mancanza di assistenza e informazioni, e in questo senso sono anche intervenute le precisazione sia da parte del Commissario Europeo ai trasporti che da parte dell’Enac. VOLI AEREI E’ necessario rivolgersi tramite raccomandata con ricevuta di ritorno alla compagnia aerea. Il passeggero ha diritto a:1. Rimborso del prezzo del biglietto non usufruito in caso di rinuncia oppure, riprotezione su un volo alternativo. La compagnia può anche offrire un buono da utilizzare in futuro, il consumatore  può decidere se accettarlo o meno.   2. Assistenza: - pasti e bevande in relazione alla durata dell'attesa; - adeguata sistemazione in albergo nel caso in cui siano necessari uno o piu' pernottamenti; - trasporto aeroporto – albergo - aeroporto - due chiamate telefoniche o messaggi via telex, fax o e-mail; - la priorità va data alle persone con mobilità ridotta, nonche' ai bambini non accompagnatiPACCHETTI TURISTICI Rivolgersi sempre tramite raccomandata con ricevuta di ritorno al tour operator e all'agenzia di viaggi. Mancata partenza: - usufruire di un altro pacchetto di qualita' equivalente o superiore senza supplementi di prezzo; - usufruire di un altro pacchetto di qualita' inferiore previo rimborso della differenza di prezzo; - essere rimborsato dell'intera somma gia' pagata entro 7 giorni lavorativi dal momento del recesso o della cancellazione; Mancato rientro a causa della cancellazione del volo, l'organizzatore (tour operator o agenzia viaggi) provvede a proprie spese ogni rimedio utile al soccorso del consumatore al fine di consentirgli la prosecuzione del viaggio. Se però il tour operator e/o l'agenzia viaggi non garantiscono i diritti di cui sopra, e il consumatore è costretto a provvedere in proprio (albergo, pasti, voli, etc.), potrà chiedere il rimborso di quanto speso ed un risarcimento del danno causato dall'inadempimento di obblighi di legge(entro 10 giorni dal rientro). Si ricorda che trattandosi di un evento eccezionale non  si ha diritto alle compensazioni pecuniarie che variano da 250 a 600 euro a seconda della distanza coperta del volo, nè al risarcimento del danno. Nel caso in cui , invece,  non siano stati garantiti i diritti di cui sopra il consumatore potrà chiedere un rimborso di quanto speso ed un risarcimento del danno causato dall'inadempimento degli obblighi previsti. Per maggiori informazioni rivolgersi agli sportelli dell’Adiconsum o al numero verde 800663822 (ore 10-13 dal lunedì al venerdì).
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15/04/2010 Accenture: al via 124 licenziamenti
Dopo 2 mesi dal primo incontro in cui Accenture annunciava  la volontà di procedere alla chiusura di due poli periferici di Ancona e Catania e di ridurre in parte l’occupazione della sede di  Milano, a seguito di una rinegoziazione dell’accordo commerciale per la gestione dei servizi amministrativi   con aziende della grande distribuzione, oggi  l’azienda ha concretizzato 124 licenziamenti attivando la procedura di legge (mobilità). Le motivazioni addotte cambiano completamente lo scenario: Accenture scagiona Sma –Auchan e Upim da ogni responsabilità e riconduce la sua scelta alla volontà di ridurre i costi per essere più competitiva sul mercato nazionale. E’ una mossa che se da un lato rivela la vera intenzione che è quella di avere maggiori profitti, dall’altro forse tenta di evitare che i proprio clienti siano coinvolti nella ricollocazione degli esuberi così come previsto nell’accordo del 2003, quando le società della grande distribuzione cedendo il ramo di attività si erano impegnate  con un accordo sottoscritto con il sindacato a tutelare l’occupazione anche in caso di riduzione delle commesse oggetto dell’accordo commerciale. I segretari generali delle federazioni regionali di settore, Selena Soleggiati, Fisascat Cisl e Claudio Di Pietro, Filcams Cgil, ritengono inaccettabile la scelta aziendale di voler far pagare il prezzo di possibili maggiori guadagni ai lavoratori soprattutto in un momento di forte crisi economica dove gli sforzi di tutti dovrebbero essere orientati al mantenimento dell’occupazione anche attraverso l’utilizzo di misure non espulsive. Le organizzazioni sindacali si mobiliteranno nei prossimi giorni per contrastare la chiusura delle sedi periferiche ed attiveranno gli incontri previsti dalle normative di legge in materia di licenziamenti collettivi.15 aprile 2010
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15/04/2010 Telecom, a rischio le lavoratrici del 187
Macerata – In concomitanza con l’imminente uscita del piano industriale di Telecom Italia, riemerge il problema delle chiusura del Centro 187 di Macerata. Lavoratrici a rischio trasferimento L’accordo ministeriale del 21 luglio scorso prevedeva l’impegno dell’azienda a salvaguardare l’occupazione territoriale. «Purtroppo ad oggi – spiegano i Responsabili di Slc, Fistel e Uilcom, le Federazioni dei postali di Cgil Cisl e Uil – solo alcuni lavoratori sono stati trasferiti in altri reparti mentre a tutto il restante personale è stato prospettato solo il trasferimento ad Ancona. Stiamo parlando di 15 lavoratrici, alcune residenti nell’entroterra, alcune part-time, altre in possesso della legge 104/92. Molte sono mamme con figli minori, che dovrebbero essere trasferite presso la sede di Ancona, con tutti i disagi inerenti la difficile pendolarità. L’alternativa al trasferimento è il licenziamento incentivato, conseguenza della chiusura dell’attività a Macerata prevista per il 30 luglio 2010». Fronte comune con la Provincia di Macerata Slc, Fistel e Uilcom invitano l’azienda a non depauperare il patrimonio territoriale e professionale creatosi sul territorio, e a trovare soluzioni alternative quali la remotizzazione di attività e il telelavoro. Chiarezza sulle responsabilità «E’ in corso un tentativo di costruire, insieme alla Provincia di Macerata, un fronte comune per contrastare queste scellerate scelte aziendali – afferma Luigi Cordari, Segretario della Fistel Cisl -ma è ora che si faccia chiarezza sulle reali responsabilità di chi ha portato Telecom Italia in questa drammatica situazione. E’ assurdo che siano sempre i lavoratori a dover pagare le pessime gestioni manageriali e finanziarie susseguitesi nel tempo». Matteo Moretti
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15/04/2010 Telecom, a rischio le lavoratrici del 187
Macerata - In concomitanza con l’imminente uscita del piano industriale di Telecom Italia, riemerge il problema delle chiusura del Centro 187 di Macerata. Lavoratrici a rischio trasferimento L’accordo ministeriale del 21 luglio scorso prevedeva l’impegno dell’azienda a salvaguardare l’occupazione territoriale. «Purtroppo ad oggi – spiegano i Responsabili di Slc, Fistel e Uilcom, le Federazioni dei postali di Cgil Cisl e Uil - solo alcuni lavoratori sono stati trasferiti in altri reparti mentre a tutto il restante personale è stato prospettato solo il trasferimento ad Ancona. Stiamo parlando di 15 lavoratrici, alcune residenti nell’entroterra, alcune part-time, altre in possesso della legge 104/92. Molte sono mamme con figli minori, che dovrebbero essere trasferite presso la sede di Ancona, con tutti i disagi inerenti la difficile pendolarità. L’alternativa al trasferimento è il licenziamento incentivato, conseguenza della chiusura dell’attività a Macerata prevista per il 30 luglio 2010». Fronte comune con la Provincia di Macerata Slc, Fistel e Uilcom invitano l’azienda a non depauperare il patrimonio territoriale e professionale creatosi sul territorio, e a trovare soluzioni alternative quali la remotizzazione di attività e il telelavoro. Chiarezza sulle responsabilità «E’ in corso un tentativo di costruire, insieme alla Provincia di Macerata, un fronte comune per contrastare queste scellerate scelte aziendali – afferma Luigi Cordari, Segretario della Fistel Cisl -ma è ora che si faccia chiarezza sulle reali responsabilità di chi ha portato Telecom Italia in questa drammatica situazione. E’ assurdo che siano sempre i lavoratori a dover pagare le pessime gestioni manageriali e finanziarie susseguitesi nel tempo». Matteo Moretti
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15/04/2010 Bolletta luce: dal 1 luglio tariffa bioraria
La tariffa bioraria dal 1° luglio verrà applicata in modo automatico e progressivamente  a tutti coloro che hanno le condizioni di fornitura stabilite dall’Autority e dotati di un contatore elettronico in grado di misurare i consumi nelle diverse fasce F1-F2-F3: cioè  coloro che sono nel mercato di maggior tutela e non hanno cambiato fornitore (es. Enel servizio elettrico).• Il nuovo sistema permetterà una maggiore equità in quanto ognuno pagherà  secondo la modalità di consumo (allo stato attuale con un unico prezzo indifferenziato chi usa l’elettricità nelle ore convenienti paga anche una parte dei costi di chi consuma nelle ore più costose). • I prezzi biorari tengono conto del diverso prezzo all’ingrosso dell’energia elettrica: la sera, la mattina presto, la notte e i  festivi  il prezzo è più basso, mentre è più alto nelle ore centrali. •  Questo significa per molti cittadini cambiare radicalmente lo stile dell’utilizzo dell’energia elettrica a partire  dagli elettrodomestici. • Fasce orarie F2-F3: costerà di meno dalle 19 alle 8 dei giorni feriali, tutti i sabati, le domeniche e giorni festivi: • Fascia oraria F1:  costerà di più dalle ore 8 alle ore 19 dei giorni feriali. • L’Autority ha deciso che fino a gennaio 2012 le differenze di prezzo fra le diverse fasce orarie sarà di circa il 10% per far sì che ci si abitui al nuovo sistema. Cosa fare Nelle fatture che ci stanno arrivando viene riportata la modalità del nostro consumo nelle tre fasce, quindi dobbiamo: - controllare attentamente le bollette per verificare la modalità attuale di consumo; - adoperarsi, per spendere meno, di abituarsi da subito allo spostamento dei consumi sapendo che dobbiamo concentrare almeno il 66% dei nostri consumi nelle fasce orarie a minor costo; - Chi non vuole l’applicazione dei prezzi biorari potrà passare ad altro gestore sul mercato libero, verificando le diverse condizioni contrattuali. Nel sito www.autorita.energia.it alla voce trova offerte è possibile anche verificare l’offerta per noi più conveniente.ADICONSUM MARCHE 800663822 - dal lunedì  al venerdì: dalle 10 alle 13Per visualizzare la brochure dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas sulle tariffe clicca sul seguente link: http://www.scribd.com/full/29959711?access_key=key-13rvygfurfpt5oeyuqki
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14/04/2010 Evoluzione della vertenza A. Merloni
Nell’incontro svoltosi il 13 aprile a Fabriano tra le Organizzazioni sindacali e i Commissari straordinari del Gruppo A. Merloni, sono emersi alcuni dati di evoluzione della vertenza. In particolare sono stati valutati i vantaggi provenienti dalla firma dell’Accordo di programma, che, grazie alle misure incentivanti, è in grado di rendere più appetibili le attività industriali del Gruppo, e, dando continuità all’Amministrazione straordinaria, permette la proroga di un anno della Cassa integrazione.Nelle prossime settimane, inoltre, dovrebbero chiudersi le trattative per la cessione di Tecnogas e Cylinders & Tanks, sulla base di proposte considerate valide, in quanto sono in grado di offrire risposte sul piano occupazionale, finanziario e industriale.Per la Fim Cisl è prioritario che emergano nuovi investitori, e ciò è possibile attraverso una forte iniziativa del governo e delle istituzioni locali, affinchè si possano cogliere nuove opportunità, o in continuità con le attività del Gruppo o con progetti di riconversione industriale.Il 27 aprile prossimo si terranno le assemblee dei lavoratori negli stabilimenti di Nocera Umbra, Fabriano e Matelica.14 aprile 2010
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09/04/2010 Cisl all'attacco sulla chiusura dei centri 187
 "In questi giorni, in concomitanza con una imminente uscita del piano industriale di Telecom Italia, sta riemergendo in tutta la sua gravità il problema riguardante le chiusure dei centri 187 della sede di Macerata". E' quanto affermano Luigi Cordari, segretario Fistel Cisl e Marco Ferracuti, segretario generale Cisl di Macerata. "Ricordiamo che lo scorso 21 luglio, in sede ministeriale, fu siglato un accordo con il quale l'azienda si impegnava ad attivare ogni possibile sinergia al fine di salvaguardare l'occupazione territoriale. Purtroppo ad oggi solo alcuni lavoratori sono sfati trasferiti in altri reparti mentre a tutta il restante personale di cui 15 lavoratrici, alcune residenti nell'entroterra, alcune part-time, alcune in possesso della legge 304/92, molte mamme con bambini minorenni, non è stata prospettata alcuna rioccupazione in ambito territoriale se non il trasferimento ad Ancona o il licenziamento incentivato, paventando la chiusura dell'attività a Macerata il 30 luglio 2010. Reputiamo la situazione estremamente grave e preoccupante in quanto i lavoratori si vedrebbero costretti ad essere trasferiti presso la sede di Ancona con tutti i disagi inerenti la difficile pendolarità, centinaia di chilometri percorsi nella stessa giornata, in concomitanza con orari di lavoro distribuiti in tutta la settimana dalle ore 6.50 alle 21".9 aprile 2010
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09/04/2010 Il sindacato scende di nuovo sul piede di guerra
Contro la direzione della Zona 11 per la carenza di infermieri, il mancato completamento dei concorsi per i primari, il  problema della sicurezza del "Murri" dopo l'ultima aggressione di un medico nel parcheggio dell'ospedale di rete e non ultimo il disagio lavorativo dovuto ai mezzi di trasposto considerati inadeguati dagli infermieri dell'Adi di Porto San Giorgio. Intanto sabato prossimo, ore 15,30, sarà inaugurata la pista per l'eliambulanza antistante l'ospedale di Montegranaro. Si chiede Donati: «Perchè circa 400 domande di mobilità in entrata a disposizione dell'ufficio personale da settembre 2009 a marzo 2010 giacciono ancora inevase e per quale motivo nonostante la grave carenza d'infermieri si sono voluti attivare i nuovi reparti di Medicina e s'intende completare l'opera con l'apertura di 12 posti di Neurologia?». «La priorità - dice Donati — sarà assegnare i nuovi sei infermieri a questo reparto. E tutti gli altri reparti in cui le ferie sono bloccate ed i riposi non garantiti che cosa dovrebbero fare?». 
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29/03/2010 Conclave dirigenti senza confronto
"Manca il confronto sindacale", sentenzia Luca Talevi, Segretario Generale regionale della Cisl Funzione Pubblica. Il percorso della  riorganizzazione della macchina  comunale, a cominciare dal riassetto dei dirigenti, sembra così partire in salita. Talevi parte dal conclave della giunta, sabato a Pontebovesecco, a Genga. "Importante perché denota l'attenzione dell'amministrazione verso il  tema della macchina organizzativa e del personale", ma sul quale, aggiunge, "si denotano delle perplessità legate al fatto che trovare un accordo politico sui nuovi assetti dirigenziali è solo la prima parte di un ben più articolato percorso che deve coinvolgere Rsu ed organizzazioni sindacali, per  comprendere le esigenze dei lavoratori e concertare una organizzazione del lavoro in grado veramente di coniugare  l'efficienza e l'efficacia dei servizi con le problematiche di coloro che quotidianamente operano all'interno dei luoghi  di lavoro". "Questo - aggiunge Talevi in una nota - per evitare che uno schema definito sulla carta non funzioni poi effettivamente nella realtà, dato che, come noto, da mesi si stenta a trovare per esempio una risposta organizzativa adeguata e strutturale a settori quali lo Stato Civile o le Infrastrutture viarie, e complessivamente tutti i settori operano in una situazione di  difficoltà a causa dei pensionamenti (circa 45 l'anno), non compensati da un turnover adeguato stante le note difficoltà legislative esistenti per coprire i posti vacanti". "Definire gli assetti dirigenziali ha dunque un senso all'interno di un ragionamento più ampio che deve vedere il coinvolgimento sindacale, anche perché la nuova riorganizzazione avrà impatti inevitabili sugli assetti di responsabilità sub-dirigenziali che dovranno essere preventivamente affrontati e definiti stante gli effetti sulla contrattazione decentrata", conclude Talevi.
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16/03/2010 Gestione rifiuti: la preoccupazione del Sindacato
A seguito dell’incontro tra le rappresentanze sindacali FP CGIL, FIT CISL e UILT con il Sindaco del Comune di Ancona Fiorello Gramillano, l’Assessore delle Aziende Diego Franzoni e il Presidente di Anconambiente Lino Secchi, avvenuto presso il Comune di Ancona in data 09/03/2010, le OO.SS. territoriali rappresentate rispettivamente da Tenenti, Agostinelli e Ippoliti hanno espresso: Preoccupazione per la situazione economica e finanziaria di Anconambiente, creatasi a seguito dei cospicui investimenti effettuati per l’avvio del servizio porta a porta. Perplessità per le future iniziative che il Consorzio Conero Ambiente intende mettere in atto riguardanti la gestione dei rifiuti e, in particolare, quelle relative all’avvio di gare con le quali si intende assegnare il servizio di igiene urbana nei Comuni con contratto di affidamento in scadenza prima della fine del 2011. Tutto questo, in un contesto in cui il Consorzio Conero Ambiente non è più legittimato ad agire, in quanto superato dalla normativa regionale che affida le competenze in materia di gare al nuovo soggetto “A.D.A.” che non effettuerà più gare singole per ogni comune, ma realizzerà un’unica gara di appalto per un soggetto unico di gestione nell’ambito dell’ intero bacino.Pertanto le OO.SS. hanno chiesto espressamente all’Amministrazione Comunale (quale socio di maggioranza all’interno del Consorzio) un intervento deciso su Conero Ambiente, affinché questo non proceda con le gare di appalto nei comuni con il servizio di igiene urbana in scadenza prima del 31.12.2011. Le OO.SS. invitano i soggetti coinvolti ovvero: Regione, Provincia ed i 49 comuni appartenenti al futuro “Nuovo Consorzio”, ad avviare un lavoro all’unisono per addivenire, entro il 31.12.2011, al rispetto della normativa regionale vigente, attraverso azioni coerenti che tutelino il territorio, le aziende, i comuni (dove sono dislocati impianti e discariche), i lavoratori del settore e, non per ultimo, i cittadini ai quali viene erogato il servizio.Ancona, 10 marzo 2010                                                                                       FP CIGL FIT CISL UILTRASPORTI
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15/03/2010 L'isola dei cassintegrati
"Un modo originale, ma fermo, per dire basta con questa precarietà del lavoro", ha commentato Giovanni Matta, segretario regionale della Cisl Sardegna, a Conquiste del Lavoro, il quotidiano della Cisl, "Alla Rai prende il via L'isola dei famosi - aveva annunciato uno degli operai sbarcati lo scorso 25 febbraio ai funzionari del Parco - qui all'Asinara noi da oggi cominciamo 'L'isola dei cassintegrati' e non ce ne andremo fino a quando non sapremo qualcosa sul nostro destino".L'ennesima crisi della chimica italiana Quello ideato dalle tute blu non è uno show per far impennare l'Auditel, ma una provocazione per attirare l'attenzione nazionale sulla vertenza dello stabilimento turritano, sfruttando la notorietà dell'ex Cajenna del Mediterraneo. Sono 121 i dipendenti della Vinyls, società in amministrazione straordinaria da sei mesi, e una sessantina quelli dell'Eurocoop spediti a casa dopo la chiusura degli impianti del pvc e del vcm.Eni grande assente "La protesta - ha precisato Matta - nasce dopo mesi e mesi di rinvii rispetto alla ripresa produttiva degli impianti ed è la conseguenza del comportamento dell'Eni che, non sta concedendo una parte dei servizi e delle materie prime (etilene e dicloretano) necessari per far riprendere l'attività degli impianti".Salvati dai "Saraceni" La lotta di un manipolo di lavoratori, arroccati nella Torre Aragonese di Porto Torres, ha tenuto in piedi la vertenza. Ora c'è un passo avanti, "da valutare con prudenza ma anche con spirito costruttivo", ha sottolineato Giampiero Murgia, segretario territoriale della Femca Cisl. Nei giorni scorsi al ministero dello Sviluppo economico è stato infatti raggiunto tra Eni e Ramco un'intesa di massima sul trasferimento degli asset di Assemini, Marghera e Cirò Marina (il clorosoda in Sardegna e Veneto e la salina in Calabria) con l'obiettivo di ricomporre il ciclo della filiera del cloro. La strada è quella proposta dagli arabi della Ramco: tutto o niente.Gli imprenditori del Qatar, infatti, non intendono acquisire solo Vinyls, che è un impianto a valle del sistema, ma puntano a rilevare dall'Eni anche le produzioni a monte, in sostanza tutta la catena del cloro per proseguire a ciclo completo le attività di Cvm e Pvc. Per arrivare a definire l'operazione, la Ramco ha dato anche la disponibilità ad affittare provvisoriamente il ramo d'azienda pur di sbloccare in tempi rapidi la vicenda e riavviare la produzione.Corsa contro il tempo Se l'avventura dei "naufraghi" dell'Asinara dovesse finire nel peggiore dei modi, e cioè con il crac della società ex Ineos e i licenziamenti collettivi, tutto il petrolchimico sarebbe avviato a una morte rapida. Si tratta, dunque, di una corsa contro il tempo e più passano i giorni più diminuiscono le possibilità di riavviare con successo gli impianti. Non è ancora troppo tardi, ma non possono essere ammessi altri intoppi, altrimenti rischia fare saltare tutto per aria e di cancellare anche il percorso che, con grande fatica, è stato costruito finora. "Se dovesse accadere questo - avverte Murgia - non basterebbe più nemmeno l'occupazione dell'isola di Capri per salvarci".Intanto cresce l'attenzione sui giornali e nella grande rete. Su Facebook i lavoratori hanno aperto una pagina a cui aderiscono oltre 65 mila persone che si sono strette in rete per seguire la diretta del confinamento degli operai sull'isola de l'Asinara.E' attivo anche un blog: http://isoladeicassintegrati.com/http://www.youtube.com/watch?v=PAzPx3Y91V0
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12/03/2010 Protocollo di intesa tra l'Amministrazione comunale di Pesaro e le Segreterie di di Cgil, Cisl e Uil e Spi, Fnp e Uilp
E' stato sottoscritto il protocollo di intesa tra l'Amministrazione comunale di Pesaro e le Segreterie di di Cgil, Cisl e Uil e Spi, Fnp e Uilp. Tra le misure concrete previste c'è quella di incrementare le risorse finanziarie destinate alle politiche di welfare, prorogare anche al 2010 le misure anticrisi, escludere dagli aumenti tariffari delle famiglie con reddito Isee medio-basso, emanare entro il 31 marzo il bando in materia di “tariffe sociali” per la concessione di un contributo alle famiglie con reddito inferiore ai 5.000 € Isee, per sostenere il pagamento della tariffa per il servizio di igiene urbana, garantire l’applicazione delle intese sottoscritte a livello di Ambito Territoriale Sociale in materia di appalti dei servizi al fine di garantire il rispetto delle normative e dei contratti di lavoro e la qualità dei servizi erogati, dare continuità e valorizzare ulteriormente il rapporto con le associazioni del volontariato, prevedere risorse finanziarie necessarie a rinnovare i contratti integrativi per il personale. Clicca sul link sottostante per visualizzare il testo del Protocollo di intesa tra l'Amministrazione comunale di Pesaro e le Segreterie di di Cgil, Cisl e Uil e Spi, Fnp e Uilp: http://www.scribd.com/doc/28250624
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08/03/2010 Sicurezza delle strade: la denuncia della Fit-Cisl
La componente RSU della FIT CISL di Conerobus denuncia con forza l’immobilismo dell’Amministrazione Comunale di Ancona in merito alle problematiche inerenti alla viabilità e la sicurezza delle strade, nonostante i buoni propositi manifestati dal Sindaco Prof. Gramillano nell’ultimo incontro. Infatti, a tuttoggi non sono stati ancora calendarizzati i tavoli tecnici congiunti di lavoro tra il Comune e le RSU degli Autisti di Conerobus, mentre le precarie situazioni delle strade e la sregolata viabilità cittadina costituiscono un problema sempre più serio per l’incolumità e la sicurezza dei cittadini e degli stessi autisti. Tutto ciò è aggravato dalla mancanza di copertura di tutela legale per gli autisti, più volte rivendicata alla Dirigenza Aziendale di Conerobus e mai accolta. La RSU FIT CISL chiede all’Amministrazione comunale di Ancona l’immediato avvio dei tavoli tecnici congiunti di confronto, all’Azienda Conerobus la risoluzione delle problematiche concernenti la tutela legale, le vertenze aziendali legate al pagamento del premio di risultato, l’adeguamento delle competenze accessorie e quant’altro ancora in sospeso. La componente RSU della FIT CISL fa presente che il permanere di siffatta situazione comporterà, inevitabilmente, iniziative di lotta.                    Ancona, 5 marzo 2010
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05/03/2010 Infermieri: al via 160 assunzioni
Ancona: I rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl e Uil  e delle  relative categorie del Pubbilco impiego  hanno incontrato il Presidente della Regione Marche  per consolidare il percorso di collaborazione già avviato in questi anni relativo all'organizzazione dei servizi sanitari regionali. Nel corso della riunione sono stati confermati i bandi di concorso che verranno pubblicati a giorni per i posti di Dirigente delle professioni sanitarie. Quattro le aree interessate: infermieristica - ostetricia; riabilitativa; tecnico-sanitaria e tecniche di prevenzione. Il presidente ha confermato anche l'assunzione di 160 infermieri oltre al turn over, notizia di cui i sindacati hanno preso positivamente atto. Le parti in conclusione hanno convenuto sulla necessità di proseguire il percorso concertativo al fine di dare tutte le risposte necessarie richieste dai lavoratori della sanità pubblica e privata convenzionata in tema di organizzazione. I sindacati hanno evidenziato con forza la necessità di garantire a livello dirigenziale pari possibilità a tutte le professioni sanitarie coinvolte nei concorsi, mentre pur valutando positivamente la previsione di assunzione di nuovi infermieri ritengono fondamentale definire quanto prima le priorità assunzionali in tutti gli altri settori sanitari  alla luce delle tante emergenze esistenti e dai posti vacanti in dotazione organica.
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04/03/2010 Terza giornata di sciopero alla Se.Ba.
Azienda Se.Ba.E’ proseguita l’azione di protesta intrapresa dai colleghi della Se. Ba. con la terza giornata di sciopero consecutivo. E’ stata presidiata la Direzione Generale della Banca delle Marche, socio di maggioranza della Se. Ba., allo scopo di sollecitare i vertici aziendali di quell’Istituto, i quali non hanno ancora concesso neanche un incontro ai lavoratori ed alle rappresentanze sindacali, dimostrando una chiusura totale rispetto alle legittime istanze dei lavoratori volte alla salvaguardia del proprio posto di lavoro.Come evidenzia Giovanni Gianuario, segretario regionale della Fiba-Cisl, in vista dell’incontro che si terrà la prossima settimana presso l'assessorato regionale al lavoro, solo la direzione della Cassa di Risparmio di Fabriano ha ricevuto ieri le rappresentanze dei lavoratori della Se. Ba..Ricordiamo che gli azionisti della Se. Ba. sono i principali istituti di credito locali delle Marche i quali, della tanto sbandierata tutela del localismo, hanno fatto da sempre, ora più che mai, il proprio motivo d’orgoglio e persino la propria “ragion d’essere”. Purtroppo tocca, ai lavoratori della Se. Ba., loro malgrado, dover constatare e verificare sulla propria pelle, come il principio del “localismo” si stia rivelando unicamente e pericolosamente come un’effimero e velleitario strumento di marketing volto, in primo luogo, a tutelare il “localismo” dei   “consigli d’amministrazione” ed eventualmente, nella migliore delle ipotesi, a captare clientela.Oggi pomeriggio l’assessore alle Attività Economiche del Comune di Jesi, Olivi Daniele si è recato alla Se. Ba. dove ha incontrato i lavoratori e le rappresentanze sindacali. Ne è scaturito l’impegno di questi di indire, per la prossima settimana, un incontro con il Sindaco di Jesi e l’A.D. della Se. Ba. Dell’Aquila Claudio.         Ancona, 3 marzo 2010                                                                                                    La Segreteria Regionale                                                                                                                Fiba-Cisl
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26/02/2010 "Il velo nasconde". Un convegno promosso dalla Fnp Cisl
Si è svolto venerdì 5 marzo un interessante convegno dal titolo “Il velo nasconde”, promosso dalla FNP Cisl, dal Coordinamento donne Cisl e dall’Anteas. All'incontro, che si è svolto presso la sala del consiglio provinciale di Pesaro, hanno partecipato il prof. Francesco Zannini, docente di lingua araba e islamologia, Maria Pia Cerquetella, membro della segreteria regionale della Fnp Cisl, Mirella Giambartolomei, responsabile regionale del coordinamento donne della Fnp Cisl, Fiorella Astolfi, membro della segreteria provinciale della Fnp Cisl, Antonella Marchionni, operatrice dello sportello Immigrazione Anolf Cisl e Rita Luccardini, responsabile del coordinamento donne territoriale che ha moderato l'incontro. E' stata un’importante occasione per conoscere un mondo e una cultura, quella islamica, estremamente affascinante e per accrescere il dialogo con le varie comunità presenti nel nostro territorio. L'incontro ha visto un'ampia partecipazione anche da parte di giovani e studenti che hanno dimostrato molto interesse per i temi di attualità trattati e per la ricostruzione storica fatta dal prof. Zannini.  
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08/02/2010 Mutui: Adiconsum e le banche marchigiane a favore delle famiglie
Ancona 8 febbraio 2010 - Adiconsum Marche sta monitorando costantemente le adesioni dei singoli Istituti Bancari, aggiornate quotidianamente dall’Associazione Bancaria Italiana. Salutiamo finalmente con soddisfazione la partecipazione all’iniziativa delle principali banche del nostro territorio, che in alcuni casi sono andate oltre le previsioni dell’Accordo, apportando  modifiche migliorative alle condizioni proposte alla clientela. Mancano tuttavia all’appello le banche di credito cooperativo (ad oggi solo Ostra Vetere, Pergola e Pesaro),  Istituti tradizionalmente radicati nel nostro territorio e presenti con i propri sportelli in oltre 200 Comuni Marchigiani. Esempi positivi:  Banca Popolare di Ancona (Gruppo Ubi Banca), che ha esteso l’applicabilità della sospensiva anche ai mutui a tasso variabile, rata fissa e durata variabile, o Banca delle Marche, che non impone limiti all’importo del mutuo inizialmente erogato, né al reddito imponibile dell’intestatario; condizioni per ottenere la sospensione inoltre sono “difficoltà economiche tali da non consentire il pagamento dell’intera rata”, estendendo pertanto l’ambito delle condizioni soggettive, anche se su “valutazione ed insindacabile giudizio” della Banca. Tra le ultime entrate annoveriamo la Banca della Provincia di Macerata e la Cassa di Risparmio di Fano, (Gruppo Credito Valtellinese). Modifiche in senso migliorativo vengono anche dal Gruppo Intesa San Paolo, di cui fanno parte la Banca dell’Adriatico,  la Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno e Banca Fideuram. Da recepire infine in senso positivo l’assenso della maggioranza dei grandi Gruppi nazionali, con particolare riferimento all’ iniziativa della BNL che estende la possibilità di sospensiva anche ai prestiti personali. Un invito quindi ai possibili cittadini interessati a rivolgersi presso la propria banca e a segnalarci eventuali problematiche. La modulistica è a disposizione presso gli Istituti Bancari e le sedi Adiconsum.
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05/02/2010 Vigili del Fuoco in stato di agitazione: “distaccamento di Macerata Feltria a rischio”
Vigili del Fuoco sul piede di guerra a seguito del mancato accordo sulle risorse da destinare al nuovo Distaccamento di Macerata Feltria, anche, a seguito della secessione della Valmarecchia, rischia di non vedere assegnati uomini e mezzi. “Lasciare all’abbandono una zona così densa di popolazione e così lontana dai principali nuclei di gestione delle emergenza è una scelta a dir poco azzardata e che mette a repentaglio la sicurezza dei cittadini -. E’ quanto sostengono le segreterie provinciali e regionali di Cgil, Cisl e Uil all’indomani del vertice con le Direzioni regionali di Marche ed Emilia Romagna -. Nella zona di Macerata Feltria e, dell’Alto Montefeltro in genere, servirebbero almeno 16 unità permanenti e 12 discontinue e invece, attualmente, sono state destinate zero unità. E’ una scelta vergognosa sotto il profilo tecnico-organizzativo  in quanto il distaccamento di Macerata Feltria sarebbe stato indispensabile a prescindere dalla circostanza della secessione. A maggior ragione, alla luce del recente provvedimento, l’emergenza si fa più acuta e trascurare un simile bisogno di sicurezza di quei territori rischia di creare, quanto prima, pesanti ricadute”. Per tali motivi le segreterie sindacali, dopo la fumata nera dell’ultimo incontro, hanno già chiesto l’apertura di un tavolo di conciliazione a livello nazionale. I vigili del fuoco, quindi, promettono battaglia, mantengono lo stato di agitazione, faranno sentire la propria voce direttamente al ministro. La situazione appare critica anche in Romagna: non sono state infatti accettate nessuna delle richieste in merito alle  esigenze di carattere tecnico amministrativo, che si amplificheranno notevolmente con il passaggio di Novafeltria dalle Marche all’Emilia Romagna. In particolare, per quanto riguarda il nuovo personale amministrativo e tecnico, servirebbero, rispettivamente, almeno 4 e 7 unità.
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02/02/2010 Fasce di reperibilità in caso di assenza per malattia nel pubblico impiego
E’ stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale di mercoledì 20 gennaio il Decreto Ministeriale n. 206 del 18 dic. 2009, con il quale il Ministro della Funzione Pubblica   ha definito le nuove fasce di reperibilità per i Pubblici Dipendenti in caso di assenza per malattia. Il Decreto sarà in vigore dal 4 FEBBRAIO 2010 ( quindicesimo giorno successivo alla pubblic. G.U. come precisato sulla stessa G.U. di ieri). Vi ricordo che il Decreto allegato è stato emanato in applicazione a quanto previsto dall’articolo 69 del D.LGS 150 del 2009, che ha innovato il D.LGS 165 del 2001 con l’introduzione dell’articolo 55 septies. Abbiamo più volte ribadito la mancanza di opportunità nell’intervenire legislativamente su questa materia, alterando peraltro l’uniformità della normativa tra settore pubblico e settore privato. Purtroppo come già noto le NUOVE FASCE ORARIE  di REPERIBILITA’ SONO:   dalle ore 9,00 alle ore 13,00 e dalle 15,00 alle ore 18,00 di ogni giorno compresi i giorni non lavorativi e festivi.   Il Decreto ha anche regolamentato le deroghe al rispetto di fasce di reperibilità, stabilendo che sono esclusi dall’obbligo di rispettare le fasce di reperibilità i Dipendenti per i quali l’assenza è riconducibile ad una delle seguenti circostanze: a-  PATOLOGIE SALVAVITA b- INFORTUNI SUL LAVORO c- MALATTIE PER LE QUALI E’ STATA RICONOSCIUTA LA CAUSA DI SERVIZIO d- STATI PATOLOGICI SOTTESI O CONNESSI ALLA SITUAZIONE DI INVALIDITA’ RICONOSCIUTA.   Sono altresì esclusi i Dipendenti nei confronti dei quali è stata già effettuata la visita fiscale per il periodo di prognosi indicato nel certificato. Clicca sul link sottostante per scaricare il decreto: http://www.scribd.com/full/26254992?access_key=key-116av6le40ncxh7w7nu8
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02/02/2010 Fasce di reperibilità in caso di assenza per malattia nel pubblico impiego
E' stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale di mercoledì 20 gennaio il Decreto Ministeriale n. 206 del 18 dic. 2009, con il quale il Ministro della Funzione Pubblica   ha definito le nuove fasce di reperibilità per i Pubblici Dipendenti in caso di assenza per malattia. Il Decreto sarà in vigore dal 4 FEBBRAIO 2010 ( quindicesimo giorno successivo alla pubblic. G.U. come precisato sulla stessa G.U. di ieri). Vi ricordo che il Decreto allegato è stato emanato in applicazione a quanto previsto dall’articolo 69 del D.LGS 150 del 2009, che ha innovato il D.LGS 165 del 2001 con l’introduzione dell’articolo 55 septies. Abbiamo più volte ribadito la mancanza di opportunità nell’intervenire legislativamente su questa materia, alterando peraltro l’uniformità della normativa tra settore pubblico e settore privato. Purtroppo come già noto le NUOVE FASCE ORARIE  di REPERIBILITA' SONO:   dalle ore 9,00 alle ore 13,00 e dalle 15,00 alle ore 18,00 di ogni giorno compresi i giorni non lavorativi e festivi.   Il Decreto ha anche regolamentato le deroghe al rispetto di fasce di reperibilità, stabilendo che sono esclusi dall'obbligo di rispettare le fasce di reperibilità i Dipendenti per i quali l'assenza è riconducibile ad una delle seguenti circostanze: a-  PATOLOGIE SALVAVITA b- INFORTUNI SUL LAVORO c- MALATTIE PER LE QUALI E' STATA RICONOSCIUTA LA CAUSA DI SERVIZIO d- STATI PATOLOGICI SOTTESI O CONNESSI ALLA SITUAZIONE DI INVALIDITA' RICONOSCIUTA.   Sono altresì esclusi i Dipendenti nei confronti dei quali è stata già effettuata la visita fiscale per il periodo di prognosi indicato nel certificato. Clicca sul link sottostante per scaricare il decreto: http://www.scribd.com/full/26254992?access_key=key-116av6le40ncxh7w7nu8
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20/01/2010 Anticipo CIG, più collaborazione dalle Banche e dall'Inps
La Cisl torna sul tema dell’anticipo della Cassa integrazione. Lo fa attraverso il Segretario Generale Marco Ferracuti, che lancia l’allarme sulle difficoltà che tantissimi lavoratori incontrano nel ricevere in tempi accettabili i trattamenti relativi agli ammortizzatori sociali. “L’intesa raggiunta nell’aprile del 2009 con la Regione e con gli Istituti Bancari mirava a far ottenere ai lavoratori l’anticipo delle somme relative alla cassa integrazione, sia ordinaria che straordinaria, senza attendere la conclusione delle lunghe procedure amministrative dell´Inps. Purtroppo la gestione dell’accordo si è dimostrata più difficile del previsto. Dapprima l’INPS ha reso difficile la vita alle imprese richiedendo, a corredo della domanda di anticipazione, una documentazione eccessivamente complessa. Ora invece sono gli istituti di credito a complicare l’accesso agli anticipi dimostrando una volontà troppo debole nel superare le prevedibili difficoltà organizzative e tecniche. In ogni caso il risultato è che circa 800 lavoratori nella provincia di Macerata sono rimasti per mesi senza alcun tipo di sostegno. Tra di essi anche i beneficiari degli ammortizzatori in deroga, per loro natura non anticipabili. Abbiamo ragionato molto sulla crisi, cercandone le cause e analizzando i suoi numeri, spesso impietosi. Non dobbiamo dimenticare che dietro alla parola “crisi” ci sono persone abbandonate al loro destino. Il rischio sociale è altissimo e non possiamo permetterci di correrlo. Tantissime famiglie a causa della crisi vivono al di sotto della soglia di povertà, privi di alcun mezzo di sostentamento o con redditi bassissimi, costretti a ricorrere all’aiuto dei familiari, in particolare dei genitori e delle loro pensioni. E’ a repentaglio la tenuta complessiva del nostro sistema sociale. Per questo rivolgiamo un appello a tutti i soggetti e alle istituzioni in gioco su questa vicenda. All’INPS chiediamo di accelerare al massimo le procedure per l’erogazione degli ammortizzatori sociali. Alle banche chiediamo maggiore collaborazione e la volontà concreta di superare i problemi e di anticipare i trattamenti ai lavoratori, sostenendoli così in un momento di grave difficoltà.”
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13/01/2010 Cassa integrazione: record anche nelle Marche
Era un dato atteso e non inaspettato nel segno e  nella dimensione; dopo l’uscita dei dati Inps sulle ore di cassa integrazione autorizzata a livello nazionale che hanno  fatto registrare un incremento nel 2009 sul 2008 del 311%  sono usciti anche i dati relativi alle Marche che confermano tutta la pesantezza della crisi che ha “stretto” il lavoro manifatturiero nella nostra regione nell’ anno passato. Infatti i dati della Cassa Integrazione nelle Marche nel 2009  fanno registrare 22.663.908 ore  contro le 5.912.088 ore del 2008  pari ad un incremento del + 283% Rapporto sulla cassa integrazione periodo gennaio - dicembre 2009      PROVINCIA   genn- dicembre 2009 genn-dicembre 2008 Differenze %          ANCONA ordinaria            4.645.876              645.710 + 619%    straordinaria            3.529.941            1.863.988  + 89%   totale            8.175.817           2.509.698  + 225%          ASCOLI P.-FERMO ordinaria            2.372.764               484.257 + 385%   straordinaria            2.187.633           1.106.477 + 97%   totale            4.560.397           1.590.734 + 186 %          MACERATA ordinaria            1.585.996              440.632           +259%   straordinaria            1.808.160               612.903 + 195%   totale            3.394.156           1.053.535 + 250%          PESARO-URBINO ordinaria            4.817.221              735.480   +  554 %   straordinaria            1.716.317                22.641 Raffronto non significativo   totale            6.533.538              758.121 + 761%          TOTALE MARCHE  ordinaria          13.424.857           2.306.079 +482%  straordinaria            9.242.051           3.606.009  +156%  TOTALE          22.663.908           5.912.088 + 283% Emerge  chiaramente, leggendo i dati che l’incremento è consistente; anche se inferiore agli aumenti fatti registrare a livello nazionale è sicuramente un dato “pesante” ; l’ utilizzo  molto consistente dalla cassa ordinaria, che è uno strumento di tipo congiunturale, rispetto alla straordinaria che invece uno strumento volto ad affrontare problemi più strutturali come le crisi o le ristrutturazioni  ci dice che  le imprese stanno soffrendo  di una forte crisi di mercato  e di domanda ma  che, nonostante le difficoltà, hanno tentato nel corso dell’anno e attraverso accordi con il sindacato,  di mantenere i lavoratori, con  le professionalità e le conoscenze che gli stessi esprimono,  all’interno delle proprie aziende.  I DATI DEI SETTORI La meccanica Il comparto produttivo che fa registrare le difficoltà maggiori, prima limitate ad alcune crisi aziendali ed ora diffuse in tutto il territorio regionale, è quello della meccanica e della metallurgia; nel periodo preso in esame  i dati delle ore autorizzate nel comparto della meccanica  risultano essere allarmanti: gennaio – dicembre  2009  10.972.563 ore gennaio -  dicembre   2008   2.193.612 ore                                            + 8.778.951 ore incremento del + 400% La moda Altro settore, fondamentale per l’economia regionale ed in forte difficoltà, è quello della moda; l’insieme del sistema moda marchigiano è in affanno: Questi i dati: gennaio – dicembre  2009   4.897.146  ore autorizzate gennaio -  dicembre  2008   1.645.215  ore autorizzate                                          +  3.251.931  ore. Incremento pari al + 197% All’interno del comparto moda l’industria della calzatura, concentrata nelle province di Fermo e Macerata, si vede  autorizzate nel periodo gennaio -  dicembre 2009  3.110.365  ore                                           + 1.196.386 ore (+ 171% )  sullo stesso periodo del 2008   L’industria del legno  fa registrare in termini percentuali gli incrementi maggiori: gennaio –  dicembre 2009 1.841.019 ore autorizzate  gennaio –  dicembre 2008    338.309 ore autorizzate                                         + 1.502.710 ore pari al + 444 %   Chimica e gomma plastica Fortissimi aumenti anche per quanto riguarda questo comparto gennaio – dicembre 2009  1.655.432 ore autorizzate gennaio – dicembre 2008     327.451 ore autorizzate                                         + 1.327.981 ore con un incremento del + 405 % In difficoltà la filiera dell’edilizia; i dati sulla cig  autorizzata alle imprese edili e dei lapidei: gennaio –  dicembre 2009  1.055.914 ore gennaio –  dicembre 2008     710.384 ore                                            +  345.530 ore ; incremento del + 48% La crisi nel commercio: gennaio – dicembre 2009   224.342 ore gennaio – dicembre 2008     29.515 ore                                          + 194.827 ore; incremento + 660% l’incremento, molto significativo,  riguarda un numero limitato di aziende in quanto in questo comparto hanno accesso  alla  cassa integrazione solo aziende con più di 50 addetti; le piccole imprese del settore hanno fatto ricorso alla Cassa integrazione in deroga.   Ore di cassa integrazione autorizzate: Focus sugli ultimi tre mesi 2009       Ottobre 2009     Novembre 2009            Dicembre 09 CIG ORDINARIA           1.130.472                 1.055.787                 1.520.919                (- 6. 6% su ottobre)            (+ 44% su novembre)   CIG STRAORDINARIA           1.051.365                 1.208.283                 1.192.884             (+14. 9% su ottobre)              (-9.8 % su novembre)   CIG TOTALE                   2.181.837                 2.264.070                2.713.803             (+ 3. 8% su ottobre)                 (+19. 8 su novembre) Nelle Marche a dicembre 2009 tornano a salire in modo deciso le ore di Cassa integrazione autorizzate dall’Inps, con un +19,8 % rispetto al mese precedente. A novembre l’incremento rispetto ad ottobre era stato limitato al 3,8%. L’aumento di fine anno dipende in particolar modo dalla CIG ordinaria che cresce del 44%, mentre si registra una flessione della Cig straordinaria del 9,8%. La ripresa della domanda è lenta, molte aziende sono ancora alle prese ancora con problemi di ordinativi La cassa in deroga A questi numeri, riferiti all’utilizzo della Cassa integrazione nelle imprese industriali,  vanno aggiunti i dati che riguardano la Cassa integrazione in deroga che interessa le piccole imprese e le imprese artigiane. I dati dal 1 gennaio 2009 al 22 dicembre 2009 (ultima rilevazione) evidenziano una richiesta da parte delle imprese di 9.134.457 ore. In particolare l’analisi in dettaglio dell’andamento delle richieste di cassa in deroga evidenzia come vi sia stato un  forte appesantimento nell’ultima parte dell’anno: infatti dal 21 settembre al 22 dicembre 2009  (ultimo trimestre) le ore richieste sono state 4. 898.608,  interessando 13.388 lavoratori, contro  4.235.849 ore  richieste nei primi nove mesi del 2009.             Elaborazione Cisl Marche su  Dati Inps e Regione Marche A cura di Tonino Bori Dipartimento Mercato del Lavoro CISL Marche   Ancona, 11 gennaio 2010
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05/01/2010 Cassa integrazione e mobilità in aumento
Cassa integrazione e mobilità in aumento Grave la situazione in tutte le Marche secondo i dati istat rielaborati dalla Cisl. “A settembre la situazione potrebbe aggravarsi. Decisivi gli strumenti a tutela del lavoro e del reddito”. Perdurano con accenti significativi e preoccupanti gli effetti della recessione. “Nel mese di Luglio 2009 – sostiene infatti Tonino Bori Dipartimento Mercato del Lavoro CISL Marche - le ore di cassa integrazione autorizzate hanno fatto registrare un ulteriore incremento. Tale incremento si registra sia rispetto al mese di Luglio 2008 con 1.082.704 ore di cassa integrazione autorizzata contro i 2.034.084  (+ 87 %) di Luglio 2009, sia  e soprattutto se il confronto viene sviluppato sull’intero periodo Gennaio – Luglio”. Secondo l’elaborazione effettuata dalla Cisl Marche sui dati forniti da Inps ed  Osservatorio Regionale MdL la provincia di Ancona continua ad essere interessata dalla fortissima crisi della meccanica ed in particolare della Antonio Merloni; infatti questo comparto vede autorizzate nei primi sette mesi del 2009 ben 1.545.318 ore di cassa integrazione ordinaria e  1.580.195 ore di straordinaria. I comparti più in difficoltà nelle province di Ascoli- Fermo risultano essere il chimico con 250.911 ore di cassa autorizzate, il calzaturiero con 1.018.375 ore, l’alimentare con 185.411 ore, la meccanica con 315.170 ore. Sempre pesante la situazione in provincia di Macerata, qui  tutti i comparti fanno registrare aumenti significativi  di ore autorizzate le calzature con 525.964 ore, la meccanica con 450.635 ore, la gomma plastica con 219.940 ore, il legno con 72.854 ore i settori in difficoltà. Infine Pesaro che vede incrementare in maniera fortissima la cassa ordinaria ed esplodere le ore di straordinaria (lo scorso anno non è stata praticamente utilizzata); il legno con 522.245 ore; la meccanica con 1.222.859 ore; l’industria di trasformazione di minerali non metalliferi (vetro, ceramica, laterizi ecc.) con 264.377 ore; l’abbigliamento che  vede autorizzate 170.956 ore i settori più colpiti. Nel complesso per quanto riguarda le Marche  i settori colpiti in maniera  particolarmente significativa  in questi primi sette mesi del 2009 dalla crisi: la meccanica e la metallurgia 5.163.403 ore di cassa integrazione autorizzate; il calzaturiero 1.592.545 ore;  l’abbigliamento 780.388 ore;  il legno 778.940 ore; la chimica e la gomma plastica 725.261 ore.  Non meno allarmanti i dati sui licenziamenti (mobilità), relativi al 30 giugno 2009.  Nel I° semestre 2009 sono stati 7.899  (+85,4%) i lavoratori collocati in mobilità, quando nel I° semestre 2008 erano  4.034 e nel I° semestre 2007 erano 3.207. Dei  7.899 lavoratori  iscritti alle liste di mobilità 4.524 sono uomini 3.375 sono donne; 6508 sono italiani, 1391 sono stranieri.  Per 5.150 la mobilità non è indennizzata mentre lo è per i restanti 2.749. Il ricorso alla mobilità raddoppia in tutte le province marchigiane. I settori dove registriamo il numero più alto di lavoratori collocati in mobilità sono la meccanica con 1.713 unità, il calzaturiero con 935,  il commercio con 840, le costruzioni con 735. “I dati sopra evidenziati sulla cig e sulla mobilità – spiega Tonino Bori - descrivono concretamente il perdurare delle  difficoltà pesanti nelle quali versa l’industria manifatturiera nelle Marche; come CISL siamo estremamente  preoccupati perché alla ripresa delle attività, dopo il periodo feriale, la situazione potrebbe risultare  ulteriormente aggravata. A tal fine crediamo importante rafforzare le iniziative ad ogni livello e con tutti i soggetti (imprenditori, istituzioni, università) che se da una parte traccino le basi per la difesa ed il rilancio del comparto produttivo della nostra regione,  dall’altra puntino ad utilizzare al meglio gli strumenti a tutela del lavoro e del reddito  dei lavoratori e delle famiglie (ammortizzatori in deroga e contratti di solidarietà su tutti)”.   Ancona 7 Agosto 2009
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04/01/2010 Fiaccolata Fabriano
FIM - FIOM - UILM in collaborazione con CGIL - CISL - UIL Per denunciare una situazione eccezionalmente grave e sollecitare grande attenzione e impegno istituzionale A sostegno dell’accordo di programma Per la costruzione di progetti capaci di dare sviluppo e lavoro Per superare la crisi economica del territorio Fabriano - 12 gennaio - ore 17.00 concentramento presso gli uffici Antonio Merloni di Via Profili e successiva FIACCOLATA  fino a Piazza del Comune
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22/12/2009 Ancora sulle deroghe domenicali: interviene la Fisascat Cisl
Il Direttivo Provinciale della Fisascat Cisl di Pesaro e Urbino si è riunito a metà dicembre per prendere in esame alcuni emendamenti approvati dal Consiglio Regionale delle Marche, di modifica al testo unico della legge regionale n. 27 del 10 novembre 2009. Il nuovo Testo, conteneva la limitazione a n. 26 deroghe di aperture domenicali nell’intero territorio regionale ed introduceva gli strumenti di riequilibrio della rete distributiva marchigiana in modo da rispondere alle reali esigenze della popolazione, superando di fatto, la diversificazione tra comuni costieri ed aree interne. L’articolo 16 bis al decreto 350 (legge finanziaria 2010), modifica in maniera fortemente significativa i contenuti innovativi del testo unico, introducendo elementi penalizzanti per la vita sociale marchigiana: Innanzi tutto si introduce di fatto, la liberalizzazione per il settore delle attività commerciali cosiddette OUTLET, consentendo, la possibilità di apertura in ogni momento dell’anno; Si concede inoltre, ai comuni considerati turistici, di poter derogare in aumento alle aperture previste dal testo unico n. 27. Queste deroghe, secondo la Fisascat, riportano indietro l’orologio del tempo ed evidenziano in modo marcato la deprimente contraddizione dei politici e dei partiti che li esprimono: che la regione Marche smentisce se stessa. Difatti, il Consiglio regionale che ha approvato queste modifiche, è lo stesso che circa un mese fa, ha introdotto la nuova legge sul commercio. "Il Direttivo della Fisascat Cisl della provincia di Pesaro e Urbino - si legge nel documento conclusivo -, ritiene di una gravità assoluta quanto deciso dall’assemblea legislativa marchigiana, respinge con fermezza i provvedimenti, considerato, che tali decisioni, rispondono più ai bisogni dei grandi gruppi economici e commerciali che a quelli di gran parte dei cittadini amministrati. Il Direttivo della Fisascat, condanna fortemente questa decisione ed esprime tutto il sostegno alle azioni che le segreterie regionali di FILCAMS CGIL, FISASCAT CISL e UILTUCS, hanno messo e metteranno in campo, per sensibilizzare, il Presidente della Giunta Regionale e L’Assessore regionale al Commercio, ad adottare ogni strumento od azione tesi a rimuovere la iniqua approvazione".
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20/12/2009 CGIL-CISL-UIL: lettera aperta alle banche marchigiane
Nel marzo scorso Cgil-Cisl-Uil hanno proposto che il sistema bancario venisse incontro all’esigenza di tanti lavoratori, che dovevano attendere mesi per ricevere l’assegno della cassa integrazione, affrontando quindi ulteriori disagi. A tal fine è stato raggiunto un accordo tra Regione, sindacati e banche che prevede l’anticipo della cig ai lavoratori, per i mesi necessari ad attivare il pagamento da parte dell’Inps. Banca Marche, Banca Popolare di Ancona, Cassa di Risparmio  di Fabriano e Cupramontana, Carifano e  le Banche di Credito Cooperativo hanno aderito all’intesa, pur segnalando alcune difficoltà operative che avrebbero caratterizzato la prima fase. Purtroppo la gestione dell’accordo si sta rivelando più complicata del previsto. Da varie parti del territorio marchigiano si segnalano difficoltà, ritardi, contraddizioni nell’applicazione dell’intesa e molti sono i lavoratori che, recandosi agli sportelli bancari, non hanno potuto ricevere l’anticipo previsto. Sono emerse difficoltà di comunicazione, comportamenti difformi, scarsa volontà di vari direttori di filiale di rimuovere gli ostacoli ed agevolare il percorso. CGIL CISL UIL chiedono che, in questa fase così complessa e difficile per la comunità marchigiana, dove timidi accenni di ripresa si intrecciano con la prospettiva a breve termine di ulteriori perdite di posti di lavoro, ci sia da parte di tutti gli attori istituzionali, economici e sociali il massimo sforzo possibile per dare segnali di attenzione, specie alle persone più esposte alle conseguenze della crisi stessa. Ovviamente gli strumenti messi in campo per contrastare la crisi e sostenere la ripresa sono vari e vanno incrementati e consolidati a tutti i livelli. Quello dell’anticipo del trattamento economico ai lavoratori cassintegrati è solo uno di essi, l’espressione della volontà di dare un supporto, sia pur temporaneo, a lavoratori in forte disagio nella loro condizione lavorativa e reddituale. Oggi serve anche questo strumento; chiediamo che l’accordo sull’anticipo della cassa integrazione funzioni !! Facciamo appello alla responsabilità dei vertici degli Istituti di credito e dell’Inps marchigiano per il rispetto degli impegni assunti e per l’esigibilità concreta degli stessi da parte dei lavoratori coinvolti nella crisi. Ancona, 20 ottobre 2009 Gianni Venturi                 Stefano Mastrovincenzo                Graziano Fioretti Segretario Cgil Marche           Segretario Cisl Marche                        Segretario Uil Marche
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10/12/2009 La Cisl Fp di Pesaro si mobilita: "accantonare risorse per il prossimo rinnovo contrattuale"
La Segreteria Provinciale della CISL Funzione Pubblica di Pesaro e Urbino annuncia la propria adesione e partecipazione alla mobilitazione dei lavoratori dei comparti Autonomie Locali, Sanità pubblica e privata, Ministeri, Enti Pubblici non Economici, Agenzie Fiscali  che in tutta Italia si svolgerà con assemblee sit-in ed incontri con le istituzioni ed il Prefetto. Nelle Marche l'assemblea sit-in, alla quale parteciperà anche la Federazione pesarese, si terrà giovedì 10 dicembre alle ore 10.00 presso la Sala Pagoda del Consiglio Regionale in Piazza Cavour Ancona, per poi dividersi in due delegazioni: la prima incontrerà un rappresentante della Giunta Regionale, la seconda il Prefetto. Lo stato di agitazione e la straordinaria mobilitazione in tutte le Regioni ha l'obiettivo di sensibilizzare Governo e Regioni verso la necessità di individuare ed accantonare le risorse per il prossimo rinnovo contrattuale nazionale 2010/2012 nella Finanziaria e nei bilanci di Regioni e Comuni e l'avvio di un confronto vero e partecipato per la qualificazione dei servizi pubblici, l'individuazione di sprechi, inefficienze, costi inutili e inserire le risorse per avere fondi di produttività aziendali in grado di valorizzare la produttività dei lavoratori pubblici.
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13/11/2009 Protesta dei lavoratori della New relax
Una corposa delegazione dei lavoratori dell’azienda new Relax ha protestato, oggi pomeriggio, davanti alla sede della Provincia di Pesaro in via Gramsci dove era in corso un incontro tra le Organizzazioni sindacali, l’assessore provinciale al Lavoro e i rappresentanti dell’azienda. I motivi della protesta sono i temuti licenziamenti che l’azienda potrebbe mettere in atto a danno di 116 lavoratori. I dipendenti, fanno sapere i rappresentanti sindacali della Filca Cisl, lamentano anche di non aver ricevuto gli stipendi di settembre e ottobre e circa 80 di questi, che attualmente si trovano in cassa integrazione (CIGS), non hanno percepito nemmeno l’indennità in quanto l’azienda non ha inviato la relativa documentazione all’INPS nei tempi dovuti.
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